Gruppo 6 e le competenze - Istituto Comprensivo Ferraironi

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Gruppo 6 e le competenze - Istituto Comprensivo Ferraironi
Gruppo di lavoro 6: strumenti della didattica
Il gruppo si riunisce con la presenza di sei docenti ( Di Nicola, Tarallo, Dallaiti, Maggiorano, Arduini, De
Paoli). Si legge e si discute il materiale sulle competenze preparato da Arduini ; si approfondisce
l’argomento delle competenze e della loro valutazione.
Si enucleano alcuni punti da far emergere in una proposta di aggiornamento del POF:
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La didattica per competenze non può essere appiccicata insieme a pratiche in gran parte obsolete e
non efficaci, né inclusive, come la didattica basata sulla lezione frontale e sul libro di testo unico. Va
invece proposta, condivisa e sperimentata una pratica didattica interdisciplinare, basata su
progetti.
Nel progetto l’alunno viene posto davanti al compito reale, in un contesto reale e non fittizio,
basato sulle cose e sul metodo del laboratorio. Il docente diventa il facilitatore dei processi di
apprendimento per scoperta e non più il detentore di sapere unico e di strumenti di valutazione
sommativa ( il voto numerico)
Necessità di formazione dei docenti continua, non episodica e basata su gruppi di
autoaggiornamento che condividono le buone pratiche e fanno crescere una comunità docente
mirata all’innovazione didattica e al miglioramento continuo della propria professionalità.
Nell’Istituto molte buone pratiche che vanno disseminate e condivise; a tal proposito si raccomanda
l’uso degli strumenti digitali in tutte le fasi della didattica.
Si discutono i risultati nelle classi che stanno sperimentando i percorsi di coding e robotica e ci si
confronta sulla valutazione delle competenze in “ tecnologia”, analizzando le difficoltà emerse nella
compilazione della scheda di valutazione per la scuola primaria, dove è stata inserita la voce tecnologia
senza che i docenti fossero preparati. Il percorso didattico su coding e robotica ha fatto emergere
spunti interessanti e prospettive didattiche che andrebbero condivise con tutti i docenti, in quanto
molto legate allo sviluppo di competenze , in ottica interdisciplinare.
Il giorno 8 aprile si svolgerà un incontro di formazione per docenti sul tema “ coding e linguaggi di
programmazione” nel laboratorio della scuola Balzani.
Si analizzano i buoni esiti della formazione sull’astronomia, legata all’evento dell’eclissi. La formazione
di tipo laboratoriale ha portato i docenti a sperimentare percorsi interdisciplinari e a mettere in gioco le
proprie competenze e abilità, ponendosi al di fuori di percorsi prestabiliti e sperimentando pratiche di
costruzione collettiva della conoscenza.
Il gruppo discute di come estendere ancora queste esperienze , proponendo progetti interdisciplinari
che coinvolgano molte classi e docenti, di tutti gli ordini di scuola.
Valeria De Paoli propone un’idea progettuale da sviluppare per l’anno prossimo: la realizzazione di una
radio su web , con realizzazione di redazioni e gruppi di lavoro che preparano trasmissioni e podcast.
Nei mesi prossimi si lavorerà ad un piano di fattibilità per proporre l’idea al Collegio
Alle 18,30 il gruppo termina il lavoro.
Competenze scuola primaria
Si richiama il VALORE FORMATIVO DELLE DISCIPLINE, che dal ’79 Medie, avevano sostituito le MATERIE. Le
discipline non sono un repertorio di contenuti (la materia), ma seguono il concetto bruneriano di dinamicità
nella loro costruzione. Son scomparse le tre AREE ( linguistica- matematica- antropologica), con la rivincita
delle DISCIPLINE e delle competenze da attivare che le sorreggono. Oltre ai repertori da sviluppare e
distendere, si possono pensare MODELLI ORARI diversi? Regge, nella Primaria, la scansione oraria mutuata
dalle superiori? Brunner Dewey e Vygotskij non la vedrebbero in una fascia di età così bassa, dove gli
atteggiamenti comportamentali e di apprendimento sono tutti in una fase sinergica di costruzione, di
evoluzione. Dovrebbero portare verso una scuola di base che INCLUDE, organizza, non che frammenta e
disunisce. Si devono affrontare NUOVE SFIDE, con una dimensione interculturale più accentuata, con la
presenza di nuove risorse che non possono essere ignorate,(il mondo DIGITALE). Occorre lavorare
attraverso ripensamenti,puntualizzazioni, su che cosa è cambiato negli ultimi anni all’esterno (evoluzione
dei modelli e delle casistiche sociali) ed all’interno ( le esperienze di scuola che hanno portato al successo)
Vi sono parti comuni ai tre ordini di scuola di base, che li legano in ascesa, verso il profilo del
QUATTORDICENNE (sedicenne) Le sue conquiste, i traguardi raggiunti, i livelli di competenza conseguiti non
sono frutto di un lavoro conclusivo, svolto negli anni della secondaria, ma partono da lontano,
dall’inserimento più o meno precoce in una COMUNITA’ EDUCANTE, dal confronto con l’altro. Parte dalle
esperienze famigliari, dall’accoglienza al Nido, alla scuola dell’INFANZIA, all’inserimento in un gruppo classe
di PRIMARIA e poi di Secondaria. Le responsabilità della comunità educante partono dalle esperienze vicine
e poi si innalzano. Le COMPETENZE vanno ATTESE, più che misurate, accertate o peggio valutate
Ci si attende quindi una scuola dell’INFANZIA che dialoga in forma organizzata, con la PRIMARIA. Ci si
aspetta CRESCITA, COMPITI di SVILUPPO, pensati per i vari traguardi anagrafici: 3- 6 – 10 – 14 anni… Si
intrecciano trasversalmente prima con i campi di esperienza, che diventano poi, sempre più organizzati, le
DISCIPLINE, ma non chiuse a scatola, ma dialoganti in continuo confronto trasversale di scambio e di
arricchimento, oltre che di confronto. Da queste azioni scaturisce il SUCCO FORMATIVO, che dà loro valore,
credibilità, autorevolezza. Questo ha portato alla nascita intelligente dell’ISTITUTO COMPRENSIVO, che non
risponde solo alle esigenze di continuità, ma appiana, facilita, agevola, un percorso unitario, evolutivo,
progressivo, un percorso strutturale finalizzato all’apprendimento.
I TRAGUARDI devono esprimere lo STANDARD , i punti di riferimento verso cui tendere, ma guardano
lontano, verso una dimensione strategica evocativa per lo SVILUPPO (Vygotskij), nell’ottica della
partecipazione , ognuno a modo suo, per studiare processi partecipativi, con l’intento di andare avanti. Il
curricolo deve dare la SPINTA, attraverso un buon rapporto con le competenze, calato su un ambiente
catalizzatore che cerca di favorire l’apprendimento. Il CURRICOLO per COMPETENZE può essere la
coreografia, l’architettura e nel testo sono esplicitate le competenze con le nervature fondamentali,
prescrittive. Tra le pagine, tolto il narrativo, emergono i contenuti, le abilità, le conoscenze e ci sono gli
OBIETTIVI, gli ingredienti da utilizzare. Non basta modificare o elaborare con punti di vista diversi le
COMPETENZE, bisogna ragionare su come modificare la didattica, il rapporto con le discipline e le proposte
indirizzate ai ragazzi, cominciando dalle competenze trasversali, della vita di classe, le virtù che devono
venire fuori: le capacità di ASCOLTO, di ATTENZIONE, la CURA, la RESPONSABILITA’, la DISPONIBILITA’, la
VICINANZA, l’opportunità di fare begli esempi, di esemplificazione e mediazione didattica, neil rapporto con
un sapere, una disciplina agita.
Le NI presentano il concetto di ESPERIENZA da recuperare attraverso una didattica visibile, che lascia
vedere la costruzione delle competenze, come nelle antiche botteghe si vedeva nascere, crescere e
concretizzarsi l’opera. Si traduce nel concetto di LABORATORIO, di didattica laboratoriale, che ovviamente
prescinde dagli spazi fisici.
Sono di attualità le “Flipped classroom”, la “classe rovesciata”. I ragazzi scelgono di seguire le lezioni da
casa o altri luoghi di frequentazione, attraverso i social network, i blog, con mail. Gli allenamenti si svolgono
in luoghi domestici, a scuola si arriva con le esperienze, le idee già elaborate e si socializzano. Si ottiene così
un’alternanza di allenamento – partita. Si costruiscono così ritmi didattici che vedono protagonisti i ragazzi
stessi. Si creano così maggiori opzionalità, si espandono anche gli SPAZI.
Quindi l’Istituto comprensivo troverebbe una nuova dimensione, diventerebbe SPAZIO di RICERCA e di
INNOVAZIONE.
Definizione di competenza
Cosa sono le competenze?
La competenza può essere definita come “una combinazione complessa di conoscenza,
abilità, comprensione, valori, attitudini e desideri che porta a un’azione umana efficace e
concreta che si attua in un particolare settore del mondo”
. Essere competenti significa quindi essere in grado di applicare efficacemente una combinazione di
conoscenze, abilità e attitudini per reagire con successo a una situazione o risolvere un problema nel
mondo reale
Le competenze chiave possono essere espresse e intese in modi diversi, a seconda del contesto nazionale
. Le competenze possono essere basate sulle diverse materie o avere natura trasversale. Oltre alle
definizioni e agli inquadramenti nazionali, esistono vari quadri di riferimento internazionali, fra cui la
Raccomandazione europea sulle Competenze chiave per l’apprendimento permanente , il quadro di
riferimento dell’UNESCO, il quadro di riferimento OECD , il “Partnerships 21 framework”e l’ATC21S8
Il quadro di riferimento europeo delle 8 competenze chiave include le seguenti 8 competenze chiave,
quelle considerate essenziali per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva,l’inclusione
sociale e l’occupazione.
1. Comunicazione nella madrelingua
2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia
4. Competenza digitale
5. Imparare a imparare
6. Competenze sociali e civiche
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
8. Consapevolezza ed espressione culturale
Perché è necessaria un’istruzione basata sulle competenze?
La necessità che gli alunni sviluppino competenze si è fatta sempre più pressante e, di recente, ha assunto
un ruolo di primaria importanza nei sistemi scolastici di tutto il mondo per ragioni sociali ed economiche,
oltre che grazie ai progressi della ricerca didattica. La necessità di incrementare la qualità e la rilevanza
delle competenze che i discenti acquisiscono prima di lasciare l’istruzione formale è riconosciuta da più
parti, in particolare in ragione dell’elevata disoccupazione giovanile. Le conoscenze e le abilità di base sono
necessarie, ma non più sufficienti per soddisfare le complesse richieste sociali odierne di un’economia
globale sempre più competitiva. In un mondo sempre più digitale, dove le professioni basate sulle
competenze funzionali sono in declino, l’istruzione orientata alle competenze assume una particolare
rilevanza. La ricerca sulla didattica, come la prospettiva sociale sull’apprendimento teorizzata da John
Dewey e le teorie sull’apprendimento costruttivista sottolineano a loro volta l’importanza dello sviluppo
delle competenze all’interno di un contesto didattico sociale, dove i discenti sono impegnati
nell’apprendimento attivo in situazioni di vita reale. In che modo i sistemi didattici rispondono a questo
bisogno?
Nell’ultimo decennio, la maggior parte delle nazioni europee ha introdotto il concetto di competenze
chiave e risultati didattici nei loro curricula nazionali o nelle linee-guida per l’istruzione obbligatoria.
Implementare le competenze chiave nelle scuole non richiede solo che esse vengano specificate nei
curricula, ma anche che vengano sviluppate strutture e metodi didattici appropriati. Data la loro natura
interdisciplinare, occorre una didattica che spazi fra le varie materie e, di conseguenza, una pianificazione
che coinvolga l’intera scuola.
In che modo gli insegnanti possono sviluppare le competenze chiave degli alunni?
Il principale approccio raccomandato per l’insegnamento delle competenze chiave è attraverso l’erogazione
di ambienti didattici interattivi, nei quali i discenti possano impegnarsi in attività pratiche e basate
sull’indagine. Questi ambienti didattici, che promuovono l’apprendimento collaborativo e multidisciplinare,
sono sempre più favoriti dalla tecnologia. L’apprendimento basato sui progetti è un metodo
particolarmente adatto a sviluppare le competenze degli alunni, perché diverse competenze chiave
possono essere affrontate simultaneamente in maniera interdisciplinare. . Se l’apprendimento basato su
progetti incoraggia gli alunni a essere attivi e responsabili del proprio apprendimento, occorre anche che le
attività siano supportate da una specifica struttura e da esplicite istruzioni dell’insegnante, laddove
necessario. In particolare, i discenti hanno bisogno di supporto per sviluppare la capacità di imparare in
maniera indipendente: la cosiddetta competenza di “Imparare a imparare”. Le scuole dovrebbero
considerare il benessere sociale ed emotivo degli alunni, e consentire loro di imparare ad avere più fiducia
in se stessi
La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della
società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Si fonda sulle competenze
base nelle TIC: l’uso del computer per recuperare, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare
informazioni, e per comunicare e partecipare alle reti collaborative attraverso Internet.
Conoscenze, abilità e attitudini essenziali legate a tale competenza:
la competenza digitale richiede una solida comprensione e conoscenza della natura,
del ruolo e delle opportunità delle TSI nei contesti quotidiani: nella vita personale e sociale, e al lavoro. In
ciò rientrano le principali applicazioni informatiche come trattamento di testi, fogli elettronici, banche dati,
memorizzazione e gestione delle informazioni oltre a una consapevolezza delle opportunità e dei potenziali
rischi di Internet e della comunicazione tramite i supporti elettronici (e-mail, strumenti della rete) per il
lavoro, il tempo libero, la condivisione di informazioni e la collaborazione in rete, l’apprendimento e la
ricerca. Le persone dovrebbero anche essere consapevoli di come le TSI possono coadiuvare la creatività e
l’innovazione e rendersi conto delle problematiche legate alla validità e all’affidabilità delle informazioni
disponibili e dei principi giuridici ed etici che si pongono nell’uso interattivo delle TSI.
Le abilità necessarie comprendono: la capacità di cercare, raccogliere e trattare le informazioni e di usarle
in modo critico e sistematico, accertandone la pertinenza e distinguendo il reale dal virtuale pur
riconoscendone le correlazioni. Le persone dovrebbero anche essere capaci di usare strumenti per
produrre, presentare e comprendere informazioni complesse ed essere in grado di accedere ai servizi
basati su Internet, farvi ricerche e usarli. Le persone dovrebbero anche essere capaci di usare le TSI a
sostegno del pensiero critico, della creatività e dell’innovazione.L’uso delle TSI comporta un’attitudine
critica e riflessiva nei confronti delle informazioni disponibili e un uso responsabile dei mezzi di
comunicazione interattivi. Anche un interesse a impegnarsi in comunità e reti a fini culturali, sociali e/o
professionali serve a rafforzare tale competenze
Commento dell’esperto ( A. Gilleran)
Per certi versi è quasi ovvio affermare che viviamo in un mondo davvero digitale e sempre acceso.
Diventiamo ansiosi se non riusciamo a connetterci per controllare una notizia, cercare un ristorante o
semplicemente visitare il nostro profilo Facebook. Tuttavia, sebbene usiamo tutte queste risorse digitali
continuamente, quanto riflettiamo attivamente sul nostro modo di utilizzarle, su quanto siano affidabili le
informazioni che ci danno, sulla responsabilità che ci assumiamo nel postare commenti o foto sulle attività
sociali dei nostri amici? La visione del futuro è l’Internet delle Cose, dove tutti i sistemi che controllano
attualmente il nostro modo diventeranno interconnessi al punto che l’informazione di uno controllerà le
reazioni di un altro. In un simile mondo, i giovani devono certamente sviluppare la competenze non solo di
interpretare le informazioni digitali che li circondano, ma anche di gestire e manipolare il materiale digitale,
di applicarlo in maniera critica, di analizzarne l’affidabilità e controllarlo senza farsi controllare
Imparare a imparare è l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento
anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni, sia a livello individuale che in gruppo.
Questa competenza comprende la consapevolezza del proprio processo di apprendimento e dei propri
bisogni, l’identificazione delle opportunità disponibili e la capacità di sormontare gli ostacoli per
apprendere in modo efficace. Questa competenza comporta l’acquisizione, l’elaborazione e l’assimilazione
di nuove conoscenze e abilità come anche la ricerca e l’uso delle opportunità di orientamento. Il fatto di
imparare a imparare fa sì che i discenti prendano le mosse da quanto hanno appreso in precedenza e dalle
loro esperienze di vita per usare e applicare conoscenze e abilità in tutta una serie di contesti: a casa, sul
lavoro, nell’istruzione e nella formazione. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali perché una
persona possa acquisire tale competenza.
Conoscenze, abilità e attitudini essenziali legate a tale competenza:
Laddove l’apprendimento è finalizzato a particolari obiettivi lavorativi o di carriera, una persona dovrebbe
essere a conoscenza delle competenze, conoscenze, abilità e qualifiche richieste. In tutti i casi imparare a
imparare comporta che una persona conosca e comprenda le proprie strategie di apprendimento preferite,
i punti di forza e i punti deboli delle proprie abilità e qualifiche e sia in grado di cercare le opportunità
di istruzione e formazione e gli strumenti di orientamento e/o sostegno disponibili. Le abilità per imparare a
imparare richiedono anzitutto l’acquisizione delle abilità di base come la lettura, la scrittura e il calcolo e
l’uso delle competenze TIC necessarie per un apprendimento ulteriore. A partire da tali competenze una
persona dovrebbe essere in grado di acquisire, procurarsi, elaborare e assimilare nuove conoscenze e
abilità. Ciò comporta una gestione efficace del proprio apprendimento, della propria carriera e dei
propri schemi lavorativi e, in particolare, la capacità di perseverare nell’apprendimento, di concentrarsi per
periodi prolungati e di riflettere in modo critico sugli obiettivi e le finalità dell’apprendimento. Una persona
dovrebbe essere in grado di consacrare del tempo per apprendere autonomamente e con autodisciplina,
ma anche per lavorare in modo collaborativo quale parte del processo di apprendimento, di cogliere i
vantaggi che possono derivare da un gruppo eterogeneo e di condividere ciò che ha appreso. Le persone
dovrebbero inoltre essere in grado di organizzare il proprio apprendimento, di valutare il proprio lavoro e di
cercare consigli, informazioni e sostegno, ove necessario. Un’attitudine positiva comprende la motivazione
e la fiducia per perseverare e riuscire nell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Un’attitudine ad
affrontare i problemi per risolverli serve sia per il processo di apprendimento stesso sia per poter gestire gli
ostacoli e il cambiamento. Il desiderio di applicare quanto si è appreso in precedenza e le proprie
esperienze di vita nonché la curiosità di cercare nuove opportunità di apprendere e di applicare
l’apprendimento in una gamma di contesti della vita sono elementi essenziali di un’attitudine positiva.
Dimostrano chiaramente che l’apprendimento basato su progetti è senza dubbio un mezzo eccellente per
sviluppare un’ampia gamma di competenze degli studenti.
La maggior parte dei progetti sviluppa anche una o più delle altre competenze, oltre che le abilità
trasversali che attengono a tutte: pensiero critico, creatività, iniziativa, problem solving, valutazione del
rischio, presa di decisione e gestione costruttiva delle emozioni. Ecco cosa rende l’apprendimento basato su
progetti così ricco: la capacità di affrontare un’ampia gamma di competenze e, quel che più conta,
collegarle in contesti significativi e radicati nel mondo reale. Un altro aspetto cruciale che emerge è
l’importanza di consentire agli alunni di assumersi la responsabilità del proprio apprendimento. Questo si
ottiene assicurandosi che gli studenti abbiano voce in capitolo per quanto riguarda la scelta degli argomenti
e il ruolo che assumono nell’implementazione del progetto. In questo modo gli alunni possono assumere il
controllo attivo del loro apprendimento e riflettere sul modo migliore per imparare.