XXX CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI

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XXX CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI
XXX CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI
INDICATORI DI SVILUPPO SOSTENIBILE: ALCUNE LINEE GUIDA PER UNA
IMPLEMENTAZIONE SU SCALA TERRITORIALE1
Anna Pia MIRTO1
1 ISTAT- Ufficio Regionale per la Sicilia, via Vaccarini,1 90144, Palermo
SOMMARIO
La definizione di una batteria di indicatori che sia coerente con le priorità accordate dalle
politiche di sviluppo a livello regionale, nazionale e sovranazionale è tematica di grande
attualità ma al tempo stesso di difficile inquadramento nell’ambito di uno schema
univocamente concordato tra tutti.
La proposta di questo documento tende ad analizzare il contesto di riferimento definito in
base ad alcune raccomandazioni sugli indicatori che derivano da: la misurazione del
progresso verso lo sviluppo sostenibile (Unione Europea-OCSE-UN); la Strategia di Lisbona
del Consiglio Europeo; il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2000-2006; il Quadro
Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013; il Programma Operativo Regionale per il Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), per il Fondo Sociale Europeo (FSE) ed il Programma
di Sviluppo Rurale (PSR).
Il nucleo del lavoro consiste nella costruzione di un modulo di indicatori a carattere
territoriale in accordo ad una determinata metodologia che tenda ad evidenziare la rilevanza
dell’indicatore stesso. La proposta mette in luce come set di indicatori coerenti con gli schemi
internazionali o nazionali non possono essere applicati tout court, possono essere meno
rappresentativi per certe realtà territoriali locali e necessitano pertanto di essere modificati in
relazione al contesto spaziale che intendono descrivere.
1
Il presente lavoro rappresenta una versione provvisoria del progetto di ricerca che verrà presentato nel corso
della Conferenza AISRE 2009.
1
1. A
TEFATTO
Gli indicatori e gli indici sono necessari per rendere l’informazione disponibile in forma
concisa e fruibile a livello di decisione politica e di opinione pubblica. Una categorizzazione
di origine è definita da World Bank distinguendo gli indicatori in puntuali, tematici e
sistemici. Gli indicatori puntuali vengono generalmente raccolti in liste di grandi dimensioni e
rappresentano gli insiemi minimi di aggregazione dei dati, molto vicini al dato fisico, di cui
sono descrittori efficienti. Elenchi di indicatori puntuali privilegiano la completezza rispetto
alla validazione. Gli indicatori tematici comportano lo sviluppo di un set ridotto di indicatori
per ognuno dei problemi maggiori in materia di politica ambientale e socio-economica. Gli
indicatori sistemici si situano ad un livello di generalità e di complessità ancora superiore.
L’approccio seguito in questo lavoro fa riferimento ad indicatori tematici perché è possibile
calcolarli ad un livello di complessità tale che soddisfano le scelte di analisi statistica ed
interpretazione economica che si vuole esprimere in questo contesto.
L’affidabilità dell’informazione statistica pubblica è garantita da un sistema di controlli di
qualità che opera a livello mondiale per il rispetto dei principi generali e dell’insieme di
regole – nomenclature, definizioni, classificazioni, schemi di elaborazione – stabiliti e
riconosciuti dai principali organismi internazionali, quali la Divisione Statistica delle Nazioni
Unite, il Fondo Monetario Internazionale ed Eurostat. L’osservanza di tali regole e principi
nelle diverse fasi di produzione, elaborazione e diffusione dei dati favorisce la comparabilità
fra le statistiche dei vari paesi. Si va dunque verso la creazione ed il consolidamento di un
linguaggio condiviso nell’ambito del Sistema statistico europeo attraverso la redazione di
linee guida, di raccomandazioni e di manuali sulla raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei
dati.
La multidimensionalità dei fenomeni osservati fa si che esistano più indicatori utili all’analisi
dei diversi aspetti intrinsechi e quindi delle dimensioni dell’oggetto della nostra osservazione.
Il nucleo di questo contributo riguarderà appunto la metodologia di costruzione di indicatori
di sviluppo sostenibile che abbiano una applicabilità a contesti territoriali secondo una logica
modulare.
Pertanto, nel paragrafo successivo verranno quindi decritti i contesti di riferimento, sia in
termini di principi sottesi alle strategie sia in termini di metodologia da adottare per la scelta e
la costruzione degli indicatori, entrambi dettati dalle esperienze a livello internazionale e dalle
politiche nazionali e locali di sviluppo. Nel terzo paragrafo verrà introdotta una
modellizzazione di sistema di indicatori su scala regionale e sub-regionale e nell’ultimo
verranno espresse alcune considerazioni di carattere conclusivo.
2
2. IL FRAMEWORK DI PRI
CIPI E CLASSIFICAZIO
I
3.3 Il quadro definitorio
A partire dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, nell’ambito della definizione
dell’Agenda 21 Locale, si è convenuto sull’idea che gli obiettivi ambientali debbano
coniugarsi strettamente con quelli di carattere sociale, economico ed istituzionale,
perseguendo in modo integrato l’equità sociale e di genere nell’accesso alle risorse ambientali
e ai diritti quali il lavoro, la salute, l’assistenza sociale, l’accesso ai servizi di base e
all’abitazione.
Il concetto di sostenibilità si è quindi articolato in quattro dimensioni:
-
Sostenibilità ambientale: capacità di mantenere nel tempo la qualità e la riproducibilità
delle risorse naturali, di preservare la diversità biologica e di garantire l’integrità degli
ecosistemi;
-
Sostenibilità economica: capacità di generare in modo duraturo reddito e lavoro e di
raggiungere un-eco efficienza intesa come uso razionale delle risorse disponibili e
come riduzione dello sfruttamento delle risorse rinnovabili;
-
Sostenibilità sociale: capacità di garantire l’accesso ai beni considerati fondamentali
(sicurezza, salute, istruzione) e a condizioni di benessere (divertimento, serenità,
socialità) in modo equo all’interno delle comunità odierne e anche tra la generazione
attuale e quelle future;
-
Sostenibilità istituzionale: capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia,
partecipazione, informazione, formazione e giustizia.
L’identificazione e l’utilizzo degli indicatori di sostenibilità come strumento a supporto delle
politiche di sostenibilità locale è ormai ampiamente riconosciuta dai principali organismi
internazionali ed europei che si occupano di ambiente e sostenibilità.
4.4 La metodologia
La creazione di un sistema di metodologie che possa realizzare la costruzione e la successiva
implementazione su scala locale di indicatori sullo sviluppo sostenibile comporta una serie di
attività che possono essere articolate nelle seguenti fasi:
- Definizione degli ambiti di riferimento, ovvero delle tipologie territoriali dal punto di
vista morfologico, ambientale e socio-economico in base alle quali articolare il set di
indicatori e definire parametri di riferimento per la loro interpretazione;
3
-
Individuazione dei principi di sostenibilità da utilizzare in qualità di strumenti di
valutazione e quindi selezione degli indicatori;
-
Definizione del sistema di indicatori, ovvero costruzione di un set di indicatori
adeguato al contesto regionale articolato in modo da poter essere adattato alle
caratteristiche delle diverse aree regionali e classificato secondo livelli di priorità dei
fenomeni in esame.
Con riferimento agli ambiti di riferimento è chiaro che il riferimento più semplice è quello di
collegarsi alle ripartizioni amministrative (classificazione NUTS della Nomenclatura
Eurostat) che distingue, nel caso dell’Italia, le regioni (NUTS2), dalle province (NUTS3) e
dai comuni. Diverso è il discorso se fa riferimento alle diverse classificazioni funzionali che
invece riguardano gli ATO, i SLL, i distretti sanitari, le Aziende di Promozione Turistica e
così via. E’ difficile associare un unico sistema geografico all’analisi di sostenibilità, poiché:
-
nessuno dei sistemi definiti coglie contemporaneamente le peculiarità territoriali di
tipo ambientale, sociale ed economico;
-
i sistemi che mostrano maggiore aderenza alle specificità locali (magari settoriali) non
-
coprono l’intero territorio regionale;
alcuni sistemi affrontano aspetti settoriali già ricompresi in sistemi di articolazione più
ampi.
I principi di sostenibilità scelti tra quelli consolidati in ambito europeo, nazionale e regionale
che costituiscono riferimento prioritario per le politiche locali di sostenibilità, rappresentano
uno strumento di valutazione degli indicatori.
I principi generali esistenti possono essere classificati attraverso le seguenti tassonomie:
-
10 Principi di Bellagio: che riguardano la visione guida e obiettivi, prospettiva di
sistema, elementi essenziali, campo d’azione adeguato, punti focali pratici,
trasparenza, comunicazione efficace, ampia partecipazione, valutazioni periodiche,
-
potere istituzionale.
Principi di sostenibilità adottati nell’ambito del progetto ECI (2003);
-
Aalborg Commitments (2004): 10 macro-impegni, definiti nell’ambito della Quarta
Conferenza europea delle città sostenibili: 1. Governance, 2. Gestione locale per la
Sostenibilità, 3. Risorse naturali comuni, 4. Consumo responsabile e stili di vita, 5.
Pianificazione e progettazione urbana, 6. Migliore mobilità, meno traffico, 7. Azione
locale per la salute, 8. Economia locale sostenibile, 9. Equità e Giustizia sociale, 10.
Da locale a globale;
-
Sfide della nuova strategia europea di sviluppo sostenibile (2006):
Orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione della Strategia di Lisbona
(2000).
4
5.5 L’articolazione degli indicatori
Il lavoro di articolazione degli indicatori di sostenibilità può essere sviluppato attraverso i
seguenti passaggi:
-
Ordinamento degli indicatori contenuti nei set consolidati secondo i temi chiave di
-
riferimento ad esempio degli Aalborg Commitments o di altro schema di riferimento;
Eliminazione delle ridondanze, ovvero degli indicatori ricorrenti in più sistemi di
provenienza, dando priorità per l’inserimento nel sistema di indicatori comuni a quelli
di presenti in sistemi di natura regionale;
-
Eliminazione degli indicatori non elaborabili o non significativi per il livello regionale
-
o sub-regionale;
Valutazione della coerenza e del livello di rispondenza ai principi di sostenibilità
(Aalborg Commitments e orientamenti della Strategia di Lisbona) e attribuzione del
livello di priorità;
-
Classificazione della lista di indicatori in un set ristretto di indicatori descrittori del
contesto, un set esteso di indicatori di core set validi per l’intero territorio regionale,
alcuni set di indicatori territoriali;
-
Verifica di fattibilità ed adeguatezza: gli indicatori core possono essere ordinati
secondo un livello di priorità, definito in base alla capacità di analisi dei fenomeni ed
al livello maggiore o minore di rispondenza ai principi di sostenibilità rispetto ai quali
sono stati valutati. Possiamo distinguere così i seguenti valori:
o Indicatore prioritario (+++)
o Indicatore costituente un primo livello di approfondimento o sostitutivo di un
indicatore prioritario (++)
o Indicatore costituente un secondo livello di approfondimento (+).
6.6 Le differenti gerarchie di indicatori
Nei progetti referenziati il livello tematico viene di solito articolato in sotto-temi che
consentono di referenziare con efficacia e precisione la visione dello sviluppo sostenibile.
Generalmente i sottotemi definiscono gli obiettivi guida e sono a loro volta referenziati dagli
indicatori chiave (headline). Nel quadro concettuale temi-sottotemi-indicatori non potranno
sempre essere evitate le sovrapposizioni.
Articolare il sistema in livelli gerarchici dove un livello superiore sia ricavato per
aggregazione dei livelli inferiori rappresenta una raccomandazione a livello europeo. Al
livello inferiore, sotto-tematico, gli indici dovranno essere coerenti con alcuni aspetti generali
ma anche indirizzare chiaramente una serie di problematiche rilevanti nell’area da esso
5
individuata. Il livello di base (core level) contiene tutti gli indicatori di questioni che si
ritengono rilevanti dal punto di vista delle politiche di intervento e di correzione.
Figura 1 I livelli gerarchici nella definizione del sistema di indicatori
Livello 1
Definizione del dominio
Definizione
delle strategie
Livello 2
Definizione del tematismo
Livello 3
Definizione degli indicatori
chiave
Livello 4
Definizione degli indicatori
core
Definizione
dei target
Livello 5
Definizione degli indicatori
specifici per area
In particolare i diversi livelli gerarchici possono essere spiegati in questo modo (cfr. Tab. 1).
Inoltre, agli ultimi 3 livelli possono essere associati diversi target in relazione alle politiche
che si intende monitorare. Invece, con riferimento al primo livello possono essere associate le
strategie che riguardano le politiche di sviluppo messe in atto dal sistema di riferimento.
Tabella 1 Le esplicitazioni dei livelli gerarchici
DOMINIO
TEMATISMO
Il campo generale
di
applicazione
dell’indicatore
(ambiente,
economia società)
L’area di interesse
dell’indicatore
INDICATORI
CHIAVE
Indicatori
che
sintetizzano
un
aspetto essenziale
del tematismo
INDICATORI
CORE
Indicatori
sintetizzano
differenti
fondamentali
tematismo
che
i
del
INDICATORI
SPECIFICI
Indicatori
che
sintetizzano aspetti
peculiari
del
tematismo
I passi metodologici da compiere sono a questo proposito:
-
La scelta degli indicatori;
-
Adattamento degli indicatori alle esigenze locali
Determinazione del processo di integrazione.
Nel processo di integrazione vanno osservate le seguenti linee metodologiche:
6
-
Le liste alle varie scale geo-territoriali e temporali non devono essere in
contraddizione;
-
Ogni lista di livello superiore deve essere apllicabile alle scale inferiori;
Gli indici di livello inferiore non sono sempre utilmente disponibili per i livelli
gerarchici superiori;
-
-
La attività di benchmarking, cioè di confronto orizzontale tra lo stato dello sviluppo
sostenibile tra realtà omogenee, deve essere effettuato con le liste di indici dei livelli
territoriali superiori;
A qualunque livello indici e indicatori potranno essere accolti nelle liste solo se
corredati dei dati necessari e sufficienti di serie storiche adeguate ed unicamente se
associati ad obiettivi, target e tempi.
E’ inoltre possibile stabilire alcune linee guida per selezionare gli indicatori (chiave, core o
specifici) espresse attraverso l’insieme delle seguenti proprietà:
- indispensabile per la caratterizzazione del tema a livello regionale (in questo caso);
-
rilevante nella valutazione dell’obiettivo generale;
-
limitati nel numero ma adattabili alle esigenze future;
comprensibili, chiari e non ambigui;
-
concettualmente solidi;
-
rappresentativi del consenso internazionale;
realizzabili in base alle capacità dei governi locali (in questo caso),
-
dipendenti dai dati di qualità riconosciuta.
quantifica il successo e l’insuccesso delle politiche e delle misure del tema.
Gli indicatori possono essere adattati alle esigenze locali in base ad una semplice matrice di
disponibilità dei dati e rilevanza (cfr. Fig. 2). Come ben noto la disponibilità dei dati è un
tema cruciale: possono esserci, infatti, differenti fonti con diverso grado di affidabilità, le
fonti ufficiali, in genere, riportano sempre la metodologia sottostante il dato e danno dei
criteri utili alla valutazione dell’indicatore stesso. Ciascun indicatore, così, può essere
classificato in base a quattro categorie di disponibilità dei dati:
a) pienamente disponibile: indicatori disponibili con i dati esistenti;
b) potenzialmente disponibile: indicatori che si possono calcolare estendendo ad esempio
il ventaglio informativo di alcune indagini, oppure attraverso elaborazioni di dati già
rilevati;
c) collegato ai dati disponibili: in assenza di alcuni dati essenziali possono essere
utilizzate altre fonti per rilevare le informazioni utili al calcolo di questi indicatori;
d) non disponibile: i dati non sono disponibili per cui gli indicatori non possono essere
calcolati.
La rilevanza è la seconda dimensione della matrice e anche in questo caso può essere
categorizzata in quattro categorie:
7
a) rilevante: indicatori ritenuti rilevanti in base alle esigenze degli utilizzatori;
b) riferiti ad indicatori rilevanti: indicatori che sono prossimi ad altri indicatori ritenuti
rilevanti allo scopo;
c) rilevante ma mancante: indicatori che pur essendo rilevanti non sono basati su dati
facilmente disponibili;
d) non rilevante: indicatori che rappresentano tematiche che non hanno senso nel
contesto di riferimento.
I quadrati più scuri contengono quegli indicatori che possono essere incorporati a livello
locale senza alcun cambiamento rispetto agli indicatori su scala nazionale. Le celle in grigio
scuro contengono quegli indicatori che devono essere modificati per un determinato territorio
sia perché possono esistere indicatori collegati più rilevanti o specifici oppure perché i dati
degli indicatori originari non sono disponibili. Le celle in grigio chiaro contengono quegli
indicatori importanti per un’area ma che non sono inclusi nel set di indicatori nazionale.
Infine, le celle bianche contengono gli indicatori che un’area non ritiene utile rappresentare.
Figura 2 Matrice degli indicatori Rilevanza/Disponibilità dei dati
RILEVANZA
Rilevante
Riferiti ad
indicatori
rilevanti
Rilevante ma
mancante
Irrilevante
Disponibile
Potenzialmente
Disponibile
Collegato ai
dati disponibili
Non disponibile
Legenda: indicatori da utilizzare; indicatori da modificare; indicatori da identificare; indicatori da
eliminare.
DISPONIBILITA’
DEI DATI
Pertanto la strutturazione di un sistema di indicatori può procedere attraverso l’approccio topdown, dalla formulazione dei principi generali alla specificazione dei singoli indicatori,
ovvero attraverso l’approccio bottom up per integrazione e combinazione degli indicatori. In
particolare si identifica al primo stadio un indice integrato o globale di sviluppo sostenibile, al
secondo stadio gli indici di dominio (economico, sociale, ambientale, istituzionale), al terzo
stadio gli indici tematici o indici chiave che hanno la funzione di articolare ogni dominio ai
principi di sviluppo sostenibile. Al quarto stadio viene compilata la lista delle variabili fisiche
che si ritiene più rilevanti.
8
7.7 Prototipo di scheda indicatore
Il formato di riferimento originale per la documentazione degli indicatori di quarto livello
potrebbe prevedere una serie di schede metodologiche. In sintesi per ciascun indicatore si
possono riportare le seguenti informazioni:
-
titolo e descrizione sintetica
dimensione della sostenibilità (ambientale, economica e socio-istituzionale)
-
tema di riferimento
livello di priorità
-
indicazione del fenomeno rappresentato e istruzioni metodologiche per il calcolo
-
(metadati)
unità di misura
-
scala territoriale appropriata per l’elaborazione
la serie storica dell’indicatore
-
soggetto detentore dei dati di base
-
archivio dei dati accessibile eventualmente on line
appartenenza a sistemi di indicatori consolidati.
Una sezione più qualitativa può riportare un tipo di informazione di natura più qualitativa e
valutativa:
o la rilevanza dell’indicatore
o i criteri per la selezione del target
o l’esame dell’andamento dell’indicatore nella regione.
3. U
MODELLO DI I
DICATORI SU SCALA TERRITORIALE
3.1 Condivisione dei contesti internazionali
Il quadro internazionale è rappresentato attraverso i principali riferimenti presi in
considerazione nella determinazione dei principi e degli obiettivi che sottendono le diverse
dimensioni di sviluppo sostenibile:
 Sistema ECI (European Common Indicators); il sistema di indicatori si basa su 4 obiettivi
chiave che riguardano:
1. la protezione dell’ambiente
2. l’equità sociale e la coesione
3. lo sviluppo economico
4. affari istituzionali.
I principi guida che sottendono questi obiettivi sono:
9
 promozione e protezione dei diritti fondamentali
 solidarietà all’interno e tra generazioni
 società aperta e democratica
 coinvolgimento dei cittadini
 coinvolgimento dei partners sociali e delle imprese
 coerenza politica e governance
 integrazione politica
 utilizzo delle migliori conoscenze
 principi cautelativi
 creare tasse sull’inquinamento.
La rinnovata strategia sullo sviluppo sostenibile dell’UE afferma alcune sfide chiave che
hanno portato alla definizione degli Indicatori di Sviluppo Sostenibile nell’ambito delle
seguenti tematiche:
 sviluppo socio-economico
 consumo e produzione sostenibile
 inclusione sociale
 cambiamento demografico
 salute pubblica
 cambiamento climatico ed energia
 trasporto sostenibile
 risorse naturali
 partnership
 governance positiva.
Tabella 2 Principali Indicatori Comuni Europei
TEMATICHE
I
DICATORE PRI
CIPALE
1. Soddisfazione dei cittadini con riferimento al
contesto locale
2. Contributo locale al cambiamento climatico globale
3. Mobilità locale e trasporto passeggeri
Soddisfazione (generale e media) con relazione al
contesto locale
Emissione procapite di CO2
% di spostamenti che avviene con mezzi motorizzati
privati
% di cittadini che vive entro 300 metri da aree di
verde pubblico > 5.000 mq.
Superamenti netti di PM10
% di bambini che vanno a scuola in auto
% di certificazioni ambientali rispetto al totale delle
imprese
% di popolazione esposta a LNIGHT >55dB(A)
% di aree protette sul totale dell’area amministrativa
4. Accessibilità delle aree di verde pubblico
5. Qualità dell’aria locale
6. Spostamenti casa-scuola dei bambini
7. Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle
imprese locali
8. Inquinamento acustico4
9. Uso sostenibile del territorio
10. Prodotti sostenibili
10
Gli indicatori che descrivono le tematiche sono rappresentabili attraverso una piramide su 3
livelli in corrispondenza di obiettivi generali, obiettivi operativi, azioni:
livello 1: l’obiettivo di questi indicatori è quello di monitorare gli obiettivi generali
della strategia; questi devono essere robusti e disponibili per ogni stato membro
per un periodo di almeno 5 anni;
livello 2: essi sono indicatori che si riferiscono a sottotematiche e sono disponibili
per ogni stato membro per un periodi almeno 3 anni;
livello 3: essi sono utili a monitorare i progressi lungo gli obiettivi.
A livello inferiore vi sono gli indicatori di contesto che forniscono informazioni
generali su aspetti rilevanti per le politiche di sviluppo sostenibile.
 Indicatori della Strategia di Lisbona definiti dal Consiglio Europeo (cfr. Tab. 2): un set di
indicatori ampio (long list) definiti sulla base della cosiddetta Strategia di Lisbona che
nasce nel 2000 quando furono decise dagli Stati Membri alcune misure per consolidare il
mercato interno, incrementare la ricerca, l’innovazione e l’educazione, affinché l’Unione
Europea entro il 2010 divenisse “l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica
del mondo”;
Tabella 3 Classificazione degli indicatori strutturali (long list) della Strategia di Lisbona
Area
0
1
2
3
4
5
Descrizione
Contesto economico generale
Occupazione
Innovazione e ricerca
Riforme economiche
Coesione sociale
Ambiente
 Indicatori regionali di contesto chiave e variabili di rottura del Quadro Comunitario di
Sostegno (QCS) 2000-2006 (cfr. Tab. 3): un’ampia base di indicatori socio-economici
regionali finalizzati a supportare l’attività di monitoraggio e valutazione del QCS
nell'ambito del progetto "Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche
strutturali 2001-2008";
Tabella 4 Classificazione degli indicatori di contesto chiave del QCS 2000-2006
Asse
1
2
3
4
5
6
Descrizione
Risorse naturali
Risorse culturali
Risorse umane
Sistemi locali di sviluppo
Città
Reti e nodi di servizio
11
 Indicatori regionali del Quadro Strategico 3azionale (QS3) 2007-2013 (cfr. Tab. 4): una
ulteriore batteria di indicatori, selezionati dall’attuale ciclo di programmazione e articolati
per 10 priorità;
Tabella 5 Classificazione degli indicatori del QSN 2007-2013
Priorità
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Descrizione
Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane
Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione
Energia e ambiente: uso sostenibile ed efficiente delle risorse per lo sviluppo
Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale
Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo
Reti e collegamenti per la mobilità
Competitività dei sistemi produttivi e occupazione
Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani
Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse
Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci
 Indicatori del Programma Operativo Regionale per il Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale (FESR), per il Fondo Sociale Europeo (FSE) ed il Programma di Sviluppo
Rurale (PSR) (cfr. Tabb. 6, 7 e 8).
Tabella 6 Classificazione degli indicatori di impatto e di risultato del POR FESR 2007-2013
Asse
1
2
3
4
5
6
7
Descrizione
Reti e collegamenti per la mobilità
Uso efficiente delle risorse naturali
Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l’attrattività
turistica e lo sviluppo
Diffusione della ricerca, dell’innovazione e della società dell’informazione
Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali
Sviluppo urbano sostenibile
Governance, capacità istituzionali e assistenza tecnica
Tabella 7 Classificazione degli indicatori di risultato del POR FSE 2007-2013
Asse
1
2
3
4
Descrizione
Adattabilità
Occupabilità
Inclusione sociale
Capitale umano
Tabella 8 Classificazione degli indicatori del PSR 2007-2013
Asse
1
2
3
4
Descrizione
Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale
Attuazione dell’approccio Leader
12
3.2 La proposta di indicatori sullo sviluppo sostenibile su scala regionale
Sulla base dei precedenti riferimenti e attraverso una opera di consultazione di panel di esperti
si dovrebbe procedere per passi successivi al fine di selezionare quegli indicatori che sotto i
vincoli della disponibilità dei dati e della rilevanza possano rappresentare nel migliore dei
modi le dimensioni dello sviluppo relativamente al territorio di riferimento.
Così una prima proposta potrebbe essere strutturata in accordo alla seguente tabella:
Tabella 9 Un set di indicatori territoriali di sviluppo sostenibile
LIVELLO 1
DOMI
IO
LIVELLO 2
TEMATISMO
1.1
Dinamica
demografica
LIVELLO 3
I
DICATORE
CHIAVE O DI
CO
TESTO
1.1.1 Popolazione
1.2 Densità abitativa
1.2 Equità
1.2.1
Indicatori
di
povertà
1.2.2 Divari di genere
1.3 Conoscenza
1.3.1 Formazione
1.3.2
Accesso
all’informazione
1.4 Qualità della
vita
1.4.1 Indice di vecchiaia
1.4.2
Indice
di
dipendenza
1.4.3 Immigrazione
1.4.4 Aspettativa di vita
1.4.5 Tasso di criminalità
1.4.6 Altro
2.1 Imprese
2.1.1 Unità locali e
addetti per settore di
attività economica
2.1.2 Posti letto e flussi
negli esercizi ricettivi su
popolazione residente
2.1.3 Spesa per R&S
2.1.4 Quota imprese
innovative
2.1.5 Quota fatturato per
innovazione
1. SOCIALE
2. ECONOMICO
13
LIVELLO 4
I
DICATORE
CORE
LIVELLO 5
I
DICATORE
SPECIFICO
1.1.1.1
Distribuzione della
popolazione
per
sesso e fasce di età
1.1.1.1.1
%
Popolazione
residente per classe
di
ampiezza
demografica
1.2.1.1.1 Indice di
povertà relativa
1.2.1.1.2 Indice di
povertà assoluta
1.2.1.1 Famiglie a
rischio di povertà
1.2.2.1 Sviluppo di
genere
1.3.1.1
Distribuzione della
popolazione
per
livelli di istruzione
1.3.1.2 Persone che
hanno ottenuto un
titolo di educazione
secondaria
1.3.2.1
Accesso
agli
strumenti
informatici
1.4.1.1 Assistenza
agli anziani
1.4.5.1 Tasso di
criminalità
dei
minorenni
denunciati
1.4.6.1Abbandono
scolastico
2.1.1.1 Tasso di
sviluppo
delle
imprese
2.1.1.2 Tassi di
crescita, natalità e
mortalità
delle
imprese
1.4.5.1 Tempo e
mezzo per recarsi a
scuola e a lavoro
2.1.1.1.1
Equità
nella distribuzione
del reddito (Gini)
Segue LIVELLO
1 DOMI
IO
LIVELLO 2
TEMATISMO
2.2 Occupazione
e disoccupazione
LIVELLO 3
I
DICATORE
CHIAVE O DI
CO
TESTO
2.2.1
Tasso
disoccupazione
LIVELLO 4
I
DICATORE
CORE
di
2.3 Costo della
vita
2.4
Valore
aggiunto
e
produttività
2.4.1 PIL pro-capite
3.1 Aria
3.1.1 Qualità dell’aria
3.2 Acqua
3.2.1 Qualità delle acque
3.3 Suolo
3.3.1
Superficie
territoriale
3.3.2 Altimetria
3.3.3 Lunghezza della
costa
3.3.4 Uso del suolo
3.3.5 Emissioni serra
3.3.6
Qualità
e
certificazione ambientale
3.3.7 Incendi forestali
3.3.8
Consumo
fitofarmaci
3.3.9
Aree
protette
marine e terrestri
3.3.10 Accessibilità delle
aree di verde pubblico
3.
AMBIENTALE
3.4 Energia
3.5 Rifiuti
14
2.2.1.1 Tasso
occupazione
disoccupazione
età
2.2.1.2
Occupazione
irregolare
2.2.1.3 Tasso
disoccupazione
lungo periodo
genere
2.3.1.1 Prezzi
consumo
LIVELLO 5
I
DICATORE
SPECIFICO
di
e
per
di
di
per
al
2.4.1.1
Valore
aggiunto
e
produttività
per
branche
3.1.1.1 Livello di
inquinamento
atmosferico
3.1.1.2
Popolazione
esposta
ad
inquinamento
atmosferico
3.2.1.1
Consumi
idrici
3.2.1.2
%
di
popolazione servita
da acquedotto
3.2.1.3
Depurazione delle
acque reflue
3.3.1.1 Siti da
bonificare
3.3.1.2
Monitoraggio dei
fenomeni sismici
3.3.10.1
%
di
cittadini che vive
entro 300 metri da
aree
di
verde
pubblico
3.4.1.1
Consumi
energetici
3.4.1.2
Energia
rinnovabile
3.5.1.1
Rifiuti
urbani
3.5.1.1.1
Produzione totale e
3.6 Mobilità
3.7 Rumore
3.5.1.2
Raccolta
differenziata
pro-capite di rifiuti
urbani
3.6.1.1 Domanda e
offerta di trasporto
pubblico
3.6.2.1
Motorizzazione
privata
3.6.3.1
Qualità
ambientale
del
parco auto
3.6.1.1.1 Utenti di
servizio di trasporto
pubblico
3.7.1.1
Inquinamento
acustico
3.6.2.1.1 Tasso di
motorizzazione
3.6.3.1.1 Incidenza
degli autoveicoli in
classe Euro III ed
Euro IV sul totale
autoveicoli
circolanti
3.7.1.1.1 Numero
di superamenti dei
limiti previsti sul
totale
degli
accertamenti
3.7.1.1.2
Campagne
di
monitoraggio del
rumore
3.3 Condivisioni tra i sistemi di classificazione e livelli di rilevanza
Una delle caratteristiche fondamentali per la qualità dei dati in un sistema di indicatori è
proprio la rilevanza statistica. Avendo cura di selezionare i principali framework di
riferimento è possibile operare un confronto tra la presenza di indicatori nei diversi
programmi. A questo proposito maggiore rilevanza è stata data al Sistema di Indicatori
Comuni della Commissione Europea (ECI), a quelli identificati dalla Strategia di Lisbona, ai
Sistemi identificati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e dall’Istituto di Sviluppo
Sostenibile Italia (ISSI), infine meritano di essere considerati i Programmi Nazionali delle
politiche di sviluppo (QSN 2007-2013 e QCS 2000-2006) e quelli regionali per le politiche di
sviluppo.
E’ utile a questo punto individuare una tabella delle condivisioni per identificare gli indicatori
con maggiore livello di priorità perchè raccomandati da più framework.
15
Tabella 10 Condivisione dei 15 principali indicatori territoriali di sviluppo sostenibile
Sistema
ECI
I
DICATORE
Strategia
di Lisbona
EEA ed
ISSI
Programma
nazionale di
sviluppo
2000-2006 e
2007-2013
Programma
regionale di
sviluppo
POR 20072013
SOCIALE
1.2.1 Ineguaglianza nella distribuzione
del reddito
1.3.1.2 Persone che hanno ottenuto un
titolo di istruzione secondario
1.3.2.1 Accesso agli strumenti
informatici
1.4.4 Aspettativa di vita
1.4.6.1 Abbandono scolastico
ECONOMICA
2.2.1 Tasso di occupazione e
disoccupazione per genere
2.1.1 Unità locali e addetti per settore
2.1.2 Flussi turistici
2.4.1 PIL pro-capite
2.1 Investimenti
scientifica e ICT
per
le
ricerca
AMBIENTALE
3.4.1.1 Consumi energetici
3.4.1.2 Produzione di energia da fonti
rinnovabili
3.1.1 Qualità dell’aria
3.3.9 Superficie nazionale protetta
3.5.1.2 Rifiuti raccolta differenziata
Tabella 11 Rilevanza e dettaglio territoriale dei principali indicatori territoriali di sviluppo
sostenibile
UMERO
1.2.1
1.3.1.2
1.3.2.1
1.4.4
1.4.6.1
2.2.1
2.1.1
I
DICATORE
RILEVA
ZA
(1)
SOCIALE
Ineguaglianza nella distribuzione
M
del reddito
Persone che hanno ottenuto un
M
titolo di istruzione secondario
Accesso
agli
strumenti
B
informatici
Aspettativa di vita
B
Abbandono scolastico
M
ECONOMICA
Tasso
di
occupazione
e
A
disoccupazione per genere
Unità locali e addetti per settore
B
16
DETTAGLIO
TERRITORIALE
minimo
FO
TE
Regione
ISTAT
Provincia
MIUR
Regione
ISTAT
Provincia
Provincia
ISTAT
MIUR
Provincia
ISTAT
Comune
ISTAT
2.1.2
2.4.1
2.1
Segue UMERO
Flussi turistici
PIL pro-capite
Investimenti per le ricerca
scientifica e ICT
I
DICATORE
M
M
M
3.4.1.1
Consumi energetici
3.4.1.2
A
Comune capoluogo
3.1.1
3.3.9
Produzione di energia da fonti
rinnovabili
Qualità dell’aria
Superficie nazionale protetta
A
A
Comune capoluogo
Regione, comune
3.5.1.2
Rifiuti raccolta differenziata
A
Comune capoluogo
RILEVA
ZA
(1)
AMBIENTALE
M
Provincia
Provincia
Regione
DETTAGLIO
TERRITORIALE
minimo
Comune capoluogo
ISTAT
ISTAT
ISTAT
FO
TE
ISTAT
TERNA
TERNA
E
ISTAT E
ISTAT
E
MINISTERO
AMBIENTE
TERRITORIO
ISPRA
E
ISTAT
(1) PRIORITA’ ALTA (A), MEDIA (M), BASSA (B).
4. CO
SIDERAZIO
I DI SI
TESI
La valutazione del progresso sostenibile deve ispirarsi a regole generali che ne definiscono la
visione e gli obiettivi. Seguendo questo approccio si arriva ad un sistema che evita i problemi
di ridondanza e limita la sfera della soggettività nella scelta tra indicatori basandosi invece su
quello della rilevanza statistica.
Il carattere multidisciplinare del progetto di ricerca impone la raccolta di dati ed indicatori
afferenti a differenti fonti statistiche che si riferiscono alla statistica ufficiale. Il carattere di
novità dell’argomento risente della indisponibilità di alcuni dati con riferimento a fenomeni di
natura ambientale; infine la scelta di un modello territoriale risente della scarsità di dati
disaggregati con riferimento ad alcuni fenomeni. Ulteriori fattori che influenzano la scelta
degli indicatori (chiave) riguardano la disponibilità di serie storiche sufficientemente lunghe
ma anche la omogeneità dei sistemi di classificazione adoperati nel corso della stessa indagine
lungo un arco di tempo. Con riferimento ai domini è utile affermare che il dominio economico
è caratterizzato da una ricchezza di dati statistici superiore agli altri due domini, inoltre, per la
maggior parte dei dati si può disporre di serie storiche sufficientemente lunghe e sistemi di
classificazione e definizione abbastanza consolidati. Le aree di lavoro con le carenze maggiori
nell’ambito di questo dominio sono quelle dell’economia sommersa (ovviamente), della
mobilità ed inoltre della diffusione di prodotti verdi presso le PA e di sistemi di gestione
integrata per la sicurezza e l’ambiente di lavoro.
Con riferimento al dominio degli aspetti sociali si registra la maggiore frammentazione degli
indicatori in aree per le quali difficilmente si può pervenire ad un indicatore sintetico.
Comunque, le aree dell’occupazione presentano i maggiori problemi di univocità nella scelta
17
di un indicatore e quella della qualità della vita la maggiore correlazione con le tematiche
dello sviluppo sostenibile.
Il dominio ambientale sebbene risenta di una maggiore condivisione a livello definitorio
comporta delle carenze a livello di disponibilità dei dati statistici soprattutto in termini di serie
storiche.
Un sistema di indicatori comuni su sala locale presenta i seguenti punti di forza:
- Coerenza con i sistemi di indicatori di riferimento a livello internazionale;
- Rispondenza ai principi di sostenibilità definiti in ambito europeo, nazionale e
regionale
-
Copertura tematica e sottotematica estesa
-
Possibilità di individuare un numero ristretto di indicatori prioritari su cui fondare il
benchmarking geografico e la valutazione delle performance ambientali
-
Buona prospettiva in termini di diffusione a livello regionale, data la diversa
applicabilità ai diversi livelli amministrativi o funzionali.
Infine occorre sottolineare che il presente lavoro non ha lo scopo di essere esaustivo nella
enumerazione degli indicatori chiave, core e specifici ma vuole invece rappresentare un
modello possibile da adottare per quanto riguarda la metodologia ed il quadro di sistemi di
classificazione che sono stati sperimentati nell’ambito di queste tematiche.
5. Bibliografia
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Comune di Firenze, novembre.
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n. 4/02, Osservatorio Città sostenibili, Dipartimento Interateneo Territorio Politecnico e Università
di Torino.
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di ricerche.
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Marche, Dipartimento di Economia, Quaderni di ricerca n. 195, novembre.
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misurare il progresso.
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18
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Paper.
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contribution from ifen, Etudes et travaux, n. 41.
ISTAT – Regione Siciliana (2008), Annuario Statistico Regionale, Palermo, dicembre.
ISTAT – Regione Siciliana (2008), Atlante socio-economico della Sicilia, Palermo, dicembre.
ISTAT (2008), 100 statistiche per il paese – Indicatori per conoscere e valutare.
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Quirino P., Rinaldi A. (2003), Strumenti statistici per l’analisi economica e sociale, Istituto G.
Tagliacarne.
United Nations (2007), Indicators of Sustainable Development: Guidelines and Methodologies,
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19