Mafia-style a scuola, il preside si ribella
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Mafia-style a scuola, il preside si ribella - Local | L'espresso 1 di 1 http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/mafia-style-a-scuola-il-pre... Consulta il giornale online CORSICO, STUDENTI COME BOSS: CHI PARLA CON I PROF È UN "BUSCETTA" Mafia-style a scuola, il preside si ribella Franco Vanni Il problema è sorto proprio nell´istituto "Falcone" dove ora partiranno corsi su diritto e criminalità Chi non rispetta i patti è «un infame». Chi parla con i professori diventa «sbirro» o «Buscetta». Discorsi fatti a mezza voce dagli studenti all´intervallo. Parole sussurrate in piazza, alle quali spesso corrisponde un atteggiamento, a volte un´educazione. Ma il preside dell´istituto tecnico "Giovanni Falcone", a Corsico, di quel linguaggio preso a prestito dalla retorica mafiosa non ne può più. A marzo userà le ore di Diritto per spiegare ai ragazzi cosa ci sia dietro al vezzo di distinguere i compagni fra «zii», «boss» e «indegni». Un ciclo di lezioni per insegnare cosa sia la criminalità organizzata, non in televisione ma sotto casa: a Milano, Corsico, Buccinasco. Dario Manzo, il preside, spiega: «Il linguaggio mafioso che i giovani ostentano spesso è solo frutto dell´ignoranza, ma questa non è una scusa. Le parole sono il modo per esprimere un sistema di pensiero. Il nostro istituto è dedicato a Giovanni Falcone, non a Salvatore Riina. Partiremo da qui». Il concetto è chiaro: le moine da boss fanno ridere, si fa per dire, nello sceneggiato tv i Soprano ma non a Corsico, dove vivono anche giovani che loro malgrado portano cognomi «pesanti» e dove la mafia ha lasciato ferite. «La nostra zona - continua il preside - è stata terra di soggiorno obbligato per la malavita organizzata, che è ancora una realtà». L´ultima operazione di polizia sul territorio che ha coinvolto affiliati della ‘ndrangheta è del dicembre scorso e ha portato a 31 arresti. A sentire loro, i ragazzini che passano i pomeriggi in piazza appollaiati sulla sella del motorino, «si parla così solo per scherzare». Con la stessa leggerezza gli studenti delle scuole medie del centro di Milano si scambiano sfondi per lo schermo del cellulare con scritto «mafia italiana» e il logo di un bulldog con coppola in testa. Oppure scaricano da internet la suoneria «Tano il siciliano», pubblicizzata in tv con tanto di icona dell´«uomo d´onore» con i baffi neri. E anche chi produce le magliette griffate «Cosa Nostra - the italian style», che i ragazzini indossano il sabato pomeriggio in discoteca, deve considerarla una trovata divertente. Il mondo della musica hip-hop dà il suo contributo: i Midi Mafia, statunitensi, sono fra i più famosi gruppi di ballerini di break-dance al mondo e in Italia abbiamo i «Footwork mafia». Che la parola negli Usa non significhi molto lo si può capire, «ma qui dovrebbe essere diverso - dice Frankie Hi-Nrg, cantante hip-hop che della lotta alla criminalità organizzata ha fatto una bandiera - bisognerebbe evitare di fare passare per cool un comportamento criminale che ancora porta morte, soprattutto se i prodotti culturali sono rivolti ai giovani». L´allarme lanciato del preside del Falcone non è isolato. Le amministrazioni comunali di Corsico, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio hanno organizzato, per marzo, una settimana di incontri con magistrati, giornalisti e associazioni sul tema «No alla mafia» che coinvolgeranno anche le scuole. Per Manzo, «gli studenti devono capire che la mafia è un cancro della società, che mafia significa dolore e galera». Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata all´università Statale, lo appoggia: «Il progetto dell´Itis Falcone è coraggioso e importante - dice - supera la nozione burocratica dell´insegnamento e mira a risolvere problemi veri. Esperienze simili andrebbero fatte in tutte le classi». Torna indietro (20 febbraio 2009) VERSIONE STAMPABILE INVIA Consulta il giornale online 21/02/2009 7.58