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Ricostruzione storico documentale ex-Cava Bossi (Bollate)
La seguente ricostruzione storico documentale è tesa a descrivere l’utilizzo dell’area della ex Cava
Bossi in Comune di Bollate e vuole rappresentare un contributo dell’Amministrazione di Bollate
per far conoscere ai cittadini quanto avvenuto su quest’area a partire dal suo sfruttamento negli anni
’60 sino ad oggi.
Tale ricostruzione inoltre risulta essere funzionale anche alla necessità di chiarire, per quanto possibile e sulla base di documenti agli atti, alcune affermazioni, talora non vere o inesatte, riportate su
giornali e quotidiani e che sicuramente non hanno aiutato e contribuito a dare corrette informazioni
ai cittadini di Bollate.
In [parentesi quadra] sono citate le fonti ed in corsivo il testo integrale ricavato dai documenti.
La ricostruzione, infine, considera in dettaglio il solo arco temporale di utilizzo dell’area a partire
dall’escavazione sino a metà del 2010; quindi non considera tutta la già nota preliminare vicenda
relativa al mancato pagamento di oneri al Comune di Bollate per lo sfruttamento del materiale cavato e per il quale era stata istituita anche una Commissione consiliare che ha prodotto la relazione
conclusiva presentata come
Deliberazione del Consiglio Comunale [Del. C.C.
n. 43 del 24 marzo 1988
“Relazione della Commissione consiliare d’indagine
conoscitiva dei fatti relativi
alla mancata contestazione
dell’irregolare escavazione
della Cava denominata
Bossi”]. Le attività realizzate nel corso dell’ultimo
anno sono state volutamente solo accennate in quanto
risultano ancora essere in
corso valutazioni sui procedimenti in atto.
L’inizio delle attività di cava viene fatto risalire al 1957 [nota ARPA 16/7/07 Prot. 97535
“l’attività di cavatura di inerti si svolge a partire dal 1957 e termina circa nel 1986 “].
La fotografia aerea, ripresa nell’estate del 1957 non evidenzia però alcuna attività estrattiva in essere; nell’immagine, è stata contornata ed evidenziata la massima estensione dell’area che sarà occupata dalla cava. Presumibilmente l’attività è insaziata nell’autunno/inverno 1957/58.
L’area dell’ex Cava Bossi ha avuto due zone con sviluppi diversi; mancando però spesso, nei documenti recuperati, i riferimenti catastali non è sempre immediato individuare a quale porzione di
area ci si riferisca. Una lettura incrociata della documentazione consente comunque di risalire a
quale delle due aree, di volta in volta, ci si riferisce.
A. La porzione orientale della cava, quella verso Paderno, a partire dai primi anni ’80 è stata riempita non solo con rifiuti inerti derivanti da demolizioni. È del 5 febbraio 1985 una prima nota
della Provincia di Milano che accerta una attività di discarica non autorizzata [Rapporto Uff. Ecologia Prov. di Milano 11 febbraio 1985] e che denuncia il riempimento della cava con materiali scaricati da camion che entravano da via San Nicola; i camion ribaltavano il contenuto dei loro cassoni
in prossimità dell’orlo della scarpata.
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Un operatore “con ruspa provvedeva poi a movimentare i detriti e i rifiuti sull’orlo della cava spingendoli verso il basso” dentro la stessa. A seguito di tale segnalazione la Regione Lombardia [Del.
N. III/53958 del 2 luglio 1985] ordina “l’immediata chiusura della discarica di rifiuti eterogenei” e
al titolare delle attività di discarica illecita, in solido con i proprietari dell’area, chiede la predisposizione di un progetto di bonifica. L’intervento di bonifica e recupero ambientale doveva: “assicurare la stabilità dell’accumulo dei rifiuti …, scongiurare rischi di inquinamento dei corpi idrici superficiali e della falda, realizzare la completa copertura dei rifiuti con inerti e consentire il reinserimento dell’area nell’ambiente e nel paesaggio”.
Il 6 agosto 1986 la Ditta Bossi & C. Cave di sabbia presenta il progetto di bonifica che prevede il
“riempimento con materiali inerti (materiali di
scavo, risulta di cantiere)… La quantità di materiale interessata alla ricolma dell’area è stimata
in 437.000 mc”. Nel progetto è contenuto anche un
piano di recupero ambientale che prevede “il riporto di 30-40 cm di terreno
agricolo …, l’area potrà
essere direttamente destinata ad uso agricolo senza
ulteriori interventi, secondo la destinazione del
PRG”.
Il 21 ottobre 1986 viene dato parere favorevole alla richiesta di autorizzazione per l’esercizio di
una discarica [Domanda presentata il 5 settembre 1980 per l’Area occidentale della ex-cava Bossi]
ma nel contempo “data la necessità di ulteriori interventi di recupero ambientale su tutto il bacino
di escavazione … si ritiene debba segnalarsi … la necessità di un piano di gestione complessivo del
ripristino”.
In un promemoria per l’Assessore Provinciale [21 novembre 1986] viene così riassunta la vicenda
ex Cava Bossi:
1. AREA OCCIDENTALE:
 5 settembre 1980 Ditta Bossi presenta
richiesta di autorizzazione per discarica di inerti;
 13 gennaio 1983 –
Regione Lombardia
individua la ex Cava Bossi come possibile discarica di
RSU;
 27 settembre 1983 –
Provincia di Milano
sottolinea che l’area non è adatta per una discarica di RSU ma potrebbe essere adatta per discarica di inerti;
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 1984/85 – La Ditta Bossi continua l’attività di discarica essendo in regime di autorizzazione
tacita;
 10 febbraio 1986 e 6 agosto 1986 – Ditta presenta documentazione tecnica per discarica inerti;
 21 ottobre 1986 – Giunta Provinciale esprime parere favorevole per discarica di inerti;
2. AREA ORIENTALE:
 24 novembre 1986 – Regione Lombardia diniega richiesta di autorizzazione a discarica per
l’area Orientale della ex Cava Bossi.
Il 31 maggio 1990 [Verbale riunione 31 maggio 1990 prot. n. 26933/1827/80 GE/MF/cf], a seguito
di nullaosta della Provincia di Milano al progetto
di bonifica, il PMIP comunica che “gli accertamenti analitici comproverebbero una presenza di
inquinanti in falda”. Viene
deciso pertanto che il Sindaco di Bollate provvederà
ad emanare ordinanza di
sospensiva di apporti di
materiali in discarica.
Il 25 gennaio 1991
l’avvocato di parte trasmette al comune copia
della sentenza del TAR
che sospende l’ordinanza
comunale in quanto analisi
più recenti del PMIP indicavano riscontri “negativi
quanto all’inquinamento della falda”.
La Provincia di Milano l’ 8 febbraio 1991 convoca una riunione degli Enti , per il 19 febbraio
1991, e allo stesso tempo invita la Ditta, “in attesa delle determinazioni che emergeranno
dall’incontro a soprassedere temporaneamente al conferimento in atto “ in quanto gli scarichi potrebbero rendere più difficoltose eventuali indagini all’interno dell’area stessa.
L’USSL 67 il 27 febbraio 1991 [prot. n. 2830/9 del 27.2.1991] trasmette copia dei risultati analitici
sulle acque di falda che erano state emunte dal piezometro di valle in data 12 luglio 1990 e che confermavano la presenza di composti organo alogenati e nafta.
Presso la Provincia di Milano di svolgono due riunioni:
 Riunione del 19 febbraio 1991 [ Presenti: Comune di Bollate, Provincia di Milano, USSL 67,
Regione Lombardia, Proprietà] – Nel corso dell’incontro viene ricordato l’esito degli accertamenti analitici del luglio 1990, che avevano evidenziato la contaminazione della falda, e che
avevano portato alla sospensione del riempimento della ex cava; successivamente in forza al
provvedimento di sospensione del TAR [22 gennaio 1991] la Ditta aveva ripreso il riempimento dell’area con materiale inerte. Nel corso dell’incontro la Ditta si rende disponibile a sospendere apporto di materiale. Il rappresentante di Regione Lombardia infine informa che, da parte
del suo Ente, “è in corso di adozione una Delibera Regionale di autorizzazione per discarica di
inerti per la sola parte occidentale dell’area (non interessata da scarichi pregressi)”.
 Riunione del 19 febbraio 1991 [ Presenti: Comune di Bollate, Provincia di Milano, USSL 67,
Proprietà] – Nel corso dell’incontro tecnico viene deciso di realizzare “un intervento analitico
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preliminare supportato da un’indagine idrogeologica per conoscere e circoscrivere
l’inquinamento”; “elaborare un piano per la messa in sicurezza sulla base dell’indagine idrogeologica”; “un sistema di monitoraggio che permetta nel tempo di mantenere il controllo della situazione”; “… la proprietà si è incaricata di predisporre un piano di studio”.
Il 1 dicembre 1991 il Comune di Bollate a riscontro di una nota della Ditta e prende atto che alla
data 1.12.1991 Regione Lombardia non ha concesso nessuna autorizzazione all’attivazione di un
impianto di discarica di materiali inerti. Risulta decaduta l’autorizzazione provvisoria rilasciata dalla Giunta Provinciale il 7 maggio 1990. L’Amministrazione comunale pertanto non può concedere
alcuna autorizzazione a scavare e/o stoccare materiale, ne a installare prefabbricati. “Qualora l’esito
delle indagini (ndr ambientali)” risultasse escludere situazioni di inquinamento “le Pubbliche Amministrazioni, ciascuna per le proprie competenze potrà riesaminare l’intera situazione autorizzativa”.
Di pari tono la lettera della Provincia di Milano [ 18 dicembre 1991] che ritiene non possibile accettare la richiesta di proroga “fino a quando non saranno individuate le eventuali responsabilità della
cava in argomento in merito all’inquinamento rilevato nella sottostante falda”.
Nell’aprile 1996 la Ditta
presenta un progetto di indagine
conoscitiva
sull’area Ex Comizzoli (area orientale) in seguito ai
controlli effettuati da ASL
sull’attività
autorizzata
dalla Provincia nel maggio
1990.
Il 22 ottobre 1998 [ rif.
FT/lb VII/ 6/1/A] il Responsabile del servizio di
Prevenzione e Protezione
dell’Ambiente di ASL della Provincia di Milano n. 1
esprime le seguenti valutazioni sugli esiti della campagna di indagine svolta
presso la ex Cava Bossi ed
in particolare sull’Area Ex
Comizzoli (area orientale) a seguito i sondaggi effettuati nel febbraio 1997, così come previsti dal
piano di indagine presentato dalla Ditta ed approvato nel Giungo 1996:
“I carotaggi eseguiti preso l’area ex Comizzoli (ndr: ambito orientale) non evidenziavano la presenza di consistenti masse di rifiuti industriali. Le analisi effettuate sui campioni evidenziano in un
caso la presenza di solventi aromatici”.
Per quanto riguarda la falda le “diverse campagne di prelievo del febbraio 1997, luglio 1997, febbraio 1998 e maggio 1998 evidenziano, sia nei campioni prelevati dalla Ditta che in quelli prelevati da questo Servizio la sostanziale assenza di apporto inquinante proveniente dal sito indagato.
Considerato quanto sopra si ritiene che i rifiuti presenti nel sottosuolo in qualità (ndr quantità) apparentemente limitata non costituiscano un pericolo per l’inquinamento della falda sottostante.
Considerato inoltre che su tali rifiuti sono state scaricate ingenti quantità di materiali inerti e che
la loro rimozione risulterebbe oltremodo problematica si esprime parere favorevole affinché l’area
“ex Comizzoli” posa essere riutilizzata quale luogo di deposito di materiali inerti a condizione che
alla conclusione del deposito tutta l’area venga ricoperta con uno strato di argilla di 50 cm con
impermeabilità 1^ -10 m/sec. I piezometrici monte e di valle dovranno essere mantenuti in efficienza per gli eventuali futuri controlli che questo Servizio riterrà opportuno”.
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Il 29 gennaio 1999 Ripam presenta istanza per l’autorizzazione di attività di discarica presso l’area
ex Comizzoli.
23 aprile 1999 viene emesso parere tecnico provinciale su sopralluogo del 22 aprile 1999, favorevole all’autorizzazione dell’attività di discarica presso il vuoto dell’aera ex Comizzoli alle condizioni e prescrizioni stabilite con Delibera di Giunta Provinciale 10 giugno 1997. Nel sopralluogo si
è verificata l’ottemperanza alle prescrizioni contenute nella proroga autorizzativa della Giunta Provinciale del 10 giugno 1997.
Il 10 giugno 1999 si tiene una conferenza dei servizi ed il 30 giugno 1999 viene redatta
l’autorizzazione Provinciale n 18/99.
Il 3 novembre 2000 la Ditta presenta istanza di rinnovo ed il 6 luglio 2001 la Provincia di Milano
emette rinnovo del’autorizzazione Provinciale al n 43/2001.
Nel luglio 2003 si ha il completamento della discarica ed il 13 agosto 2004 viene approvato il Piano di adeguamento della Discarica di rifiuti inerti con fissazione del termine di un anno per il completamento lavori e 5 anni per il monitoraggio gestione post chiusura.
B. Con particolare riferimento all’area occidentale l’ 11 febbraio 1992 la Regione Lombardia
[D.G.R. n. 18784] autorizza la realizzazione e l’esercizio di una discarica di materiali inerti fino al
31 marzo 1997 nel settore occidentale della ex Bossi e contemporaneamente diniega la realizzazione di una discarica nell’area orientale.
Il Comune di Bollate [5 gennaio 1994] accerta attività di discarica con rifiuti non compresi nella
DGR 18784 del 1992.
La Provincia di Milano [31 gennaio 1994] emana una sanzione amministrativa per l’esercizio della
discarica in modalità difforme da quanto autorizzato.
Il 7 giugno 1996 viene
versata una polizza fideiussoria a favore della
Provincia di Milano a garanzia del diritto di superficie della discarica di inerti con scadenza svincolo
nel 2005 [ndr verrà svincolata il 23.3.2005].
Nel settembre 1996 viene
avanzata una richiesta di
proroga
dell’autorizzazione per l’esercizio della discarica nell’area occidentale ed il 10 giugno
1997, con Delibera di
Giunta Provinciale, viene
data
proroga
dell’autorizzazione
all’esercizio di discarica fino al
10 giugno 2001 per l’area occidentale sui mappali 21, 61, 106, 107, 1 parte, 8 pt. 2, 3, 11 pt. Foglio
33.
Il 27 gennaio 1998 la ditta RIPAM comunica l’avvenuta realizzazione di due piezometri, uno a
monte e uno a valle della discarica per il controllo dalla falda nell’area occidentale.
Il 29 aprile 1998 a seguito di sopralluogo a cura della Provincia di Milano si giunge allo svincolo
delle garanzie finanziarie.
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Il 16 maggio 1998 RIPAM invia Comunicazione di inizio attività recupero rifiuti in regime semplificato con ubicazione impianto sui Mappali: 65, 182,465,466,467, 72, 8, 27, 30, 32, 35, 36, 37, 47 Fogli 31, 32, 33.
Nel giugno 1998 la Ditta trasmette indagine idrogeologica come prescritto della Del. di Giunta Provinciale del 10.6.1997.
Il 23 aprile 1999 Viene realizzato un sopralluogo da parte della Provincia di Milano che rileva la
mancata ottemperanza alle prescrizioni relative alla recinzione dell’area al fine di evitare scarichi
abusivi.
Nel luglio 2001 si realizza l’ultimazione del ripristino dell’area.
Il 31 gennaio 2003 la RiPam presenta Comunicazione per innovo esercizio di attività di recupero di
rifiuti in regime semplificato
Il 13 agosto 2004 avviene l’approvazione da parte della Provincia di Milano del Piano di adeguamento della Discarica di rifiuti inerti che fissa nel termine di un anno le operazioni per il completamento dei lavori e in 5 anni il termine per il monitoraggio della gestione post chiusura. In particolare il Piano di adeguamento a seguito del completamento della discarica di inerti, avvenuto in data
30 luglio 2003, prescrive:
1. Copertura superficiale per lo sviluppo della copertura vegetale di strato di m 0,5 sovrastante strato minerale compattato di spessore 0,5 m e bassa permeabilità.
2. Estensione a 5 anni del monitoraggio ambientale per le acque di falda
3. Manutenzione aree recuperate e della vegetazione messa a dimora
4. Situazione area e volume all’origine: 40.265 mq e 160.000 mc
5. Completamento delle opere previste dal piano gestione entro 1 anno fatto salve possibilità di proroga motivata ricompresa nel termine ultimo del 16 luglio 2009.
Il 29 dicembre 2006 RIPAM presenta istanza di autorizzazione ex art. 208 – Ubicazione area operativa: Mappali 71, 72, 92, 93, 94, 95, 96, 97 e parte mappali 22, 65, 36, 37 Foglio 33 – Comune di
Bollate.
Il 16 luglio 2007 ARPA
relaziona su n.2 un sopralluoghi, avvenuti su richiesta del Comune di Bollate,
realizzati
presso
l’insediamento produttivo
RiPam. Nella relazione così si sintetizza la storia
dell’area interessata da RiPam:
1957 – 1986 Attività di cava (Cava Bossi) su un totale di 124.000 mq
1997 – Attività esistente
con l’attuale ragione sociale (Ri.Pam.) su una porzione di area di 50.000 mq
circa.
Dal 1986 al 30/01/2003 Attività di discarica
16 maggio 1998 Comunicazione in procedura semplificata (ex art. 31 e 33 del D.L.vo
22/97) e successive integrazioni e modificazioni [ dal 19 settembre 1999 al 30 agosto 2006];
la Ri.Pam. “non ha utilizzato tale “autorizzazione” fintantoché era in essere l’attività di discarica. A partire dalla data di scadenza della autorizzazione come discarica la ditta ha
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cominciato a utilizzare la comunicazione artt. 31 e 33 che nel frattempo era stata rinnovata
con comunicazione in data 31 gennaio 2003”.
In relazione ai rifiuti la Ditta in data 29 dicembre 2006 presenta autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio di messa in riserva, recupero e smaltimento di rifiuti speciali e non pericolosi chiedendo contestualmente l’accorpamento dell’attività già svolta in procedura semplificata.
A seguito di CdS tenutasi in data 7 marzo 2007 è stato espresso parere negativo al rilascio
per incompatibilità con il PRG vigente.
La relazione [prot. n. 97535 del 16 luglio 2007] evidenzia infine alcune irregolarità nella gestione dell’impianto. In particolare assenza di allacciamenti alla fognatura comunale, mancanza autorizzazione relativamente alle emissioni in atmosfera, presenza di un serbatoio fuori terra di 6 mc per il quale non è stata richiesta autorizzazione comunale ai sensi dell’Art. 11
della L.R. 24/2004. La relazione si conclude con la richiesta di emissione di ordinanza sindacale nei confronti dell’azienda che dovrà mettersi a norma entro 90 gg.
21 giugno 2007 Proposta al Comune di Bollate per l’emissione di ordinanza sindacale e successiva
comunicazione di avvio del procedimento per emanazione ordinanza/diffida ex art. 7 e 8 L.
241/1990 [24 ago 2007 Comune di Bollate].
22 ottobre 2007 Lettera del Comune di Bollate inerente i termini per la regolarizzazione
dell’impianto e proroga al 31 gennaio 2008.
4 dicembre 2007 Lettera RIPAM inerente la regolarizzazione dell’impianto e successiva lettera Ripam (21 gennaio 2008) di
richiesta incontro per presentazione progetto di regolarizzazione.
8 febbraio 2008 Rinnovo
comunicazione RIPAM esercizio di attività di recupero di rifiuti in regime
semplificato
24 aprile 2009 Rilascio
autorizzazione Provinciale
n. 163/2009 ex art. 208
Dlgs. 152/2006 in procedura ordinaria.
23 luglio 2010 Sopralluogo della Polizia Prov.le e
altri Enti
18 ottobre 2010 Diffida n.
10818/2010 relativa all’attività in regime semplificato
28 ottobre 2010 Lettera RIPAM che comunica l’adempimento alla diffida n. 10818/2010
11 novembre 2010 Sopralluogo ARPA-ASL- Comune-Provincia_Polizia Prov.le
16 dicembre 2010 Provincia di Milano - Preavviso di diniego prosecuzione attività in regime semplificato
12 gennaio 2011 RIPAM – Presentate osservazioni sul preavviso di diniego
10 giugno 2011 Sopralluogo Provincia di Milano - Polizia Provinciale e Comune di Bollate.
Ass. Piergiorgio Valentini
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