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PREFAZIONE
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Prefazione
Il seme di questo libro venne gettato nel 1989, quando gli autori
lavoravano insieme nel Reparto di Psichiatria della Famiglia e del Bambino
del Charing Cross Hospital (conosciuto oggi come Centro di Consulenza per
il Bambino e la Famiglia Wolverton Gardens). Il personale di quel reparto era
regolarmente alle prese con la valutazione e il trattamento di bambini abusati
e delle loro famiglie, e con la stesura di relazioni per il tribunale nelle cause
di affidamento dei bambini. Essendoci accorti che la letteratura sulla valutazione delle cure genitoriali era relativamente scarsa, il nostro gruppo di
studio dedicò un certo numero di incontri a specificare i fattori che abitualmente esaminavamo in queste valutazioni. Le nostre conclusioni confluirono
in un breve articolo pubblicato sulla rivista interna del Royal College of
Psychiatrists (Reder e Lucey, 1991).
Nel frattempo, il Children Act del 1989 era divenuto legge e nel novembre del 1991 entrò in vigore. Il Royal College of Psychiatrists fu uno dei molti
gruppi di esperti che parteciparono all’organizzazione di giornate di studio
con lo scopo di anticipare, e più tardi rivedere, il meccanismo di funzionamento del decreto. Fu nel corso della conferenza di revisione promossa dal
College, all’inizio del 1993, che ci rendemmo conto che gli esperti di salute
mentale possedevano ancora poche linee guida sulle quali basare le loro
valutazioni, e così decidemmo di progettare questo libro.
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CURE GENITORIALI E RISCHIO DI ABUSO
Ci accostammo all’impresa principalmente con lo spirito di chi opera nel
campo clinico e ci chiedemmo: «Quali sono le informazioni che, se raccolte e
confrontate coerentemente, permetterebbero alle nostre valutazioni di essere
fondate più solidamente sulla teoria e la ricerca? Un certo numero di quesiti si
imposero automaticamente alla nostra attenzione, come per esempio: «Esistono prove di una menomazione delle capacità di prendersi cura dei figli dovuta
a disturbi psichiatrici, abuso di droghe o alcol o ritardo mentale?»; «Esistono
ricerche sull’esito dell’educazione impartita da coppie omosessuali?»; «Cosa
costituisce abuso emotivo?»; «Quali criteri potrebbero essere adottati per raccomandare un contatto ragionevole fra un genitore e un figlio?». Appurato che
questi e altri interrogativi erano condivisi dai colleghi, prendemmo a esortare
alcuni esperti dei diversi argomenti affinché contribuissero all’opera ciascuno
con un suo capitolo. Li invitammo a trovare, nella stesura dei capitoli, un
equilibrio fra materiale teorico e clinico, in modo che le discussioni cliniche
fossero supportate da rassegne della letteratura e formulazioni teoriche.
Il libro ha preso così la forma di un testo sulla valutazione dello specialista, con contributi di psichiatri e psicologi periti per il tribunale nei casi di
affidamento. Abbiamo deciso sin dall’inizio di concentrarci sui giudizi degli
esperti di salute mentale, piuttosto che tentare di comprendere anche le
valutazioni di rischio degli assistenti sociali nelle crisi acute o la loro «valutazione globale» (comprehensive assessment) basata sulle linee guida fornite dal
Ministero della Sanità inglese, contenute nel cosiddetto «libro arancio» (Orange Book) del 1988. Tale valutazione ha finalità diverse e avviene in contesti
differenti. Per esempio, le valutazioni che gli assistenti sociali eseguono
immediatamente dopo l’accusa di abuso su minori cercano di stabilire il
livello di rischio e se il bambino sia in condizioni di sicurezza mentre le équipe
di protezione infantile (child protection teams), che si occupano della raccolta
delle prove per un eventuale processo penale, devono attenersi alle linee
guida poste dal Criminal Justice Act del 1991 (Home Office and Department
of Health, 1992). Le relazioni degli esperti di salute mentale, d’altro canto,
si basano su valutazioni di tipo diverso, prendono avvio dalle indagini iniziali
degli assistenti sociali o delle équipe di protezione infantile, avvengono in
una struttura temporale diversa e sono destinate alle cause del tribunale della
famiglia. Ciò nonostante, poiché le valutazioni degli specialisti devono completare quelle degli assistenti sociali e delle altre figure professionali che
lavorano «in prima linea», riteniamo che la lettura del libro risulti opportuna
e interessante sia per gli uni che per gli altri.
Nella parte introduttiva del volume vengono esaminati i contesti professionali, sociali ed etici all’interno dei quali avviene la valutazione delle cure
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genitoriali e viene proposta una cornice di riferimento che serva per orientare
gli esperti impegnati in questo genere di lavoro.
I capitoli della seconda parte riguardano le varie componenti della
valutazione delle cure genitoriali. Ciascuna di esse contribuisce a delineare
un quadro complessivo dell’argomento. Dapprima Peter Stratton e Helga
Hanks riassumono le tecniche per la valutazione dei modelli di interazione
familiare disfunzionali, e subito dopo Peter Reder e Sylvia Duncan affermano
che in tutte le valutazioni bisognerebbe inserire l’esame del significato psicologico che il bambino assume per il/i genitore/i. Assieme a Geraldine Fitzpatrick analizziamo gli effetti delle cure ricevute sullo sviluppo dei bambini, e
nel capitolo successivo Danya Glaser presenta una chiave di lettura per
valutare il problema «sfuggente» dell’abuso psicologico. Gerrilyn Smith prosegue descrivendo la propria esperienza nella valutazione della capacità dei
genitori non abusanti di proteggere da danni ulteriori i propri bambini
abusati sessualmente. Geraldine Fitzpatrick discute poi i fattori che indicano
se i genitori sono in grado di trarre beneficio da un aiuto psicoterapeutico e
Kevine Browne continua con una rassegna dei fattori che potrebbero guidare
la predizione del maltrattamento infantile. Sue Jenner e Gerard McCarty ci
propongono una panoramica degli strumenti disponibili per la misurazione
delle cure genitoriali e Begum Maitra si concentra sui vantaggi, per il processo
di valutazione, dell’essere documentati sulle problematiche connesse alla
diversità razziale e culturale.
La terza parte riguarda le cure genitoriali in circostanze specifiche, sulle
quali i consulenti tecnici possono essere chiamati a dare giudizi. Diana
Cassell e Rosalyn Coleman presentano le problematiche relative ai genitori
affetti da problemi psichiatrici o che abusano di droghe o alcol. Ann Gath
affronta l’argomento dei genitori con ritardo mentale, mentre Michael King
compie una rassegna delle conoscenze attuali in merito ai bambini allevati da
genitori omosessuali. Nel suo contributo, Dora Black descrive poi la propria
esperienza di lavoro con famiglie in cui un genitore ha ucciso l’altro; Caroline
Lindsey discute della sistemazione dei bambini presso carer sostitutivi e Tony
Baker prende in considerazione i fattori da tenere presenti quando si debba
consigliare o meno un eventuale contatto fra genitori e figli una volta che
siano stati separati.
Nel capitolo conclusivo riassumiamo i principali contributi dei diversi
capitoli, indichiamo come le valutazioni possano essere integrate in giudizi
equilibrati, presentiamo uno schema per la stesura della relazione per il
tribunale e ci soffermiamo su alcune abilità necessarie per testimoniare ai
processi come periti.
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CURE GENITORIALI E RISCHIO DI ABUSO
Le due figure del capitolo terzo sono state riprodotte da Reder et al.
(1993) e la figura del capitolo sesto è riprodotta da Smith (1994). Entrambi
i libri sono stati pubblicati da Routledge.
Begum Maitra ci ha chiesto di dichiarare la sua gratitudine al signor
Lennox Thomas e alla signorina Aisha McKenzie Mavinga per l’utile confronto preliminare alla stesura del suo capitolo e ai dottori Roland Littlewood,
Ajita Chakraborty, Sushrut Jadhav, John Eade, Suman Fernando e signorina
Meenakshi Krishna per i loro commenti di valore inestimabile sulle bozze.
Molte persone hanno contribuito alla nostra comprensione dell’inadeguatezza delle cure genitoriali e del maltrattamento ai minori nel corso degli
anni e la loro influenza corre attraverso le righe dei nostri contributi a
quest’opera. Siamo prima di tutto grati a Arnon Bentovim, John Bowlby, Ron
Britton, Dinora Pines, George Stroh e Harry Zeitlin, la cui cultura, esperienza, saggezza e guida ci hanno accompagnati nei nostri training di formazione.
Più recentemente abbiamo avuto entrambi il privilegio di lavorare con Sylvia
Duncan che ha contribuito a trasformare il nostro lavoro con la profondità
del suo interesse e della sua dedizione oltre che con la sua serietà e creatività.
Vorremmo esprimere anche il nostro apprezzamento a tutti coloro i
quali hanno contribuito alla stesura di quest’opera per il tempo e l’impegno
dedicato a documentarsi e scrivere. Nella pubblicazione dei libri compilati da
più autori ci si trova di fronte alla necessità di conciliare l’interesse a pubblicare per intero i lavori presentati con alcune esigenze redazionali che richiederebbero tagli e rimaneggiamenti delle bozze originali. Talvolta questo
significa che alcuni concetti molto cari all’autore devono essere sacrificati a
vantaggio dell’intera opera. Siamo molto grati agli autori per avere acconsentito alle nostre richieste redazionali, non solo apportando le opportune
modifiche alle bozze, ma anche facendo il possibile per restituirci in tempo i
manoscritti nonostante i pesanti impegni di lavoro clinico e universitario.
Auspichiamo che, raccogliendo le idee, le conoscenze e l’esperienza dei
vari autori, il libro possa costituire una guida e un aiuto per gli esperti che
intraprendono le complesse valutazioni richieste nei casi di inadeguatezza
delle cure genitoriali. Di conseguenza, speriamo che ne possano trarre vantaggio le vite dei bambini maltrattati dai loro carer e i genitori che non sono
ancora stati capaci di trovare una via d’uscita dai comportamenti di abuso e
trascuratezza.
Peter Reder e Clare Lucey
Londra, dicembre 1994