Dimensionamento del piano velico nel progetto di un
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Dimensionamento del piano velico nel progetto di un
Dimensionamento del piano velico nel progetto di un modello a vela RC Federico Nardone http://www.velarc.it In queste righe descrivo una procedura che permette di dimensionare il piano velico di un modello a vela radiocomandato. I risultati trovati intendono fornire solamente un’indicazione per aiutarvi nel progetto del vostro modello ma non si devono considerare definitivi perchè nei vari passaggi introduco diverse semplificazioni per agevolare i calcoli che altrimenti risulterebbero decisamente più complessi. Come punto di partenza assumo che abbiate già un’idea piuttosto precisa delle linee d’acqua e delle appendici dello scafo che state progettando e che vogliate determinare qual’è la massima superficie velica che il vostro modello potrà avere in determinate condizioni di vento. La base del ragionamento è quella di fare sì che le forze che inducono la barca a sbandare siano perfettamente controbilanciate dall’effetto raddrizzante del bulbo. Nella figura seguente si può osservare uno schema di queste forze: Figure 1: Forze sbandanti e raddrizzanti 1 Significato dei simboli: F s = forza sbandante; F r = forza raddrizzante; Ld = distanza del bulbo dalla linea di galleggiamento; Ld = distanza del centro velico dalla linea di galleggiamento; α = angolo di sbandamento. Bilanciare forze sbandanti e forze raddrizzanti significa imporre che i relativi momenti calcolati rispetto all’asse di rotazione longitudinale della barca siano uguali: Ms = Mr dove M s e M r indicano il momento sbandante e raddrizzante rispettivamente. Momento sbandante E’ dovuto all’azione del vento sulle vele e vale: M s = F s · Lcv · cos α Determinare la forza F s è tutt’altro che banale e in via rigorosa richiederebbe l’uso di software di fluidodinamica computazionale (CFD). Per i nostri scopi tuttavia si può semplificare in maniera sostanziale il calcolo considerando che il vento investa le vele perpendicolarmente. Questo è il caso in cui la forza F s è maggiore e rappresenta perciò il caso peggiore, introducendo quindi anche un margine di sicurezza nel calcolo. Con questa premessa la forza F s può essere calcolata utilizzando la definizione di pressione dinamica esercitata da una massa di fluido in movimento che investe una parete fissa: v2 Pd = r · 2 dove: r = densità dell’aria a livello del mare (vale circa 1.225 kg/m3 ); v = velocità del vento. La forza sbandante si ottiene quindi moltiplicando la pressione dinamica per la superficie velica: F s = P d · Sv L’altezza del centro velico Lcv dipende dalla geometria del piano velico e può essere determinata dal progettista in via approssimata tramite semplici considerazioni geometriche. L’angolo di sbandamento α è il massimo angolo di sbandamento che si desidera che possa avere il modello e anch’esso dipende dal singolo progetto. Il momento sbandante vale perciò: Ms = r · v2 · Sv · Lcv · cos α 2 2 (1) Momento raddrizzante E’ dovuto principalmente all’azione del bulbo, ma anche alla geometria dello scafo. Questo secondo contributo tuttavia non è dominante e può essere trascurato nel caso di scafi piuttosto stretti. M r = F r · Ld · sin α dove: Fr = Pb · g P b = peso del bulbo; g = accelerazione di gravità (costante, vale 9.81 m/s2 ). Il momento raddrizzante vale quindi: M r = P b · g · Ld · sin α (2) Risultante dei momenti Uguagliando i momenti si ottiene: r· v2 · Sv · Lcv · cos α = P b · g · Ld · sin α 2 esplicitando la superficie velica e sostituendo i valori delle costanti si ottiene la formula finale per il dimensionamento della superficie velica: Sv = P b · 9.81 · Ld sin α P b · Ld = 2 · 16.016 · tan α · 2 v · Lcv 1.225 · v2 · Lcv cos α 3