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49 L'ARENA Martedì 3 Dicembre 2013 CULTURA&SPETTACOLI Autosilver Telefono 045.9600.111 Fax 045.9600.840 | E-mail: [email protected] MITO. L’autobiografia eil raccontodella sorella-compagna d’avventura FUMETTI. Gli Uderzo TALENTO DISTRADA Ilsuo manifesto Unsecondo «inno» perifrancesi Lacanzoneincui Édith Piafsi identificava è diventataquasi unsecondoinnonazionale francese.La cantarono, sbarcandoadAlgeri,i legionari delgenerale Massu(che poinel 2000sisarebbe pentito, mafa lostesso). ÉdithPiaf, lamonella-passerotto diParigi:una voce immortale,icona sonoradella Francia. Una vita spentasianzitempo50anni fadopo eccessi etrionfi Beppe Montresor Dietro il microfono, e sui palchi di qua e di là dell'Oceano, all'apparenza un fragile passerotto il cui canto, però, incarnava in tutti i possibili risvolti il pulsare profondo della strada, con le sue accensioni di ebbrezza e di avventura, ma non purgata da cadute e dolori. Fuori dalle luci dei riflettori, nei suoi 47 anni di intensissima esistenza, una donna che all'enorme talento naturale e a un'indomabile urgenza di farsi ascoltare affiancava caratteristiche caratteriali che la portavano spesso a comportamenti molto sgradevoli. Anche nei migliori anni dei trionfi e del lusso, Édith Piaf rimase sempre la monella, la mome nata nei bassifondi di Parigi, cresciuta nella miseria e nella desolazione di una famiglia che non c'era, e presto abituata ad arrangiarsi e a battersi tra circoli di prostitute, malavitosi, imbroglioni. Non è necessario scomodare Freud per intuire che infanzia e adolescenza spaventose ne hanno condizionato pesantemente la vita: anche positivamente, di certo, sotto il profilo artistico, ma senz'altro negativamente dal punto di vista umano. A cinquant'anni dalla sua prematura, tragica morte (nel 1963, ritirata in una località della Provenza; aveva solo 47 anni, ma l'alcol, le droghe, anni di vita sregolata e segnata dalla trascuratezza di sé cui era appunto abituata sin dalla nascita, l'avevano da tempo ridotta a una caricatura, una vecchietta che dimostrava molto più della sua età), escono in contemporanea per Castelvecchi Editore due biogra- fie dedicate alla grande cantante francese. Au Bal de la chance è un'autobiografia pubblicata originariamente nel 1958, in realtà ricavata da vari colloqui e interviste con un giornalista che poi dette ordine e forma ai racconti; la seconda s'intitola semplicemente Édith - mia sorella ed è firmata da Simone Bertheaut, che della Piaf era in verità la sorellastra, e che comunque visse sostanzialmente quasi sempre insieme a lei in uno strano rapporto di dipendenza reciproca ondeggiante tra l'indissolubile affetto e una forte componente, da parte del Passerotto, vicina al dispotismo. Tra le due letture, anche per questioni di quantità (Simone si dilunga fin quasi a 500 pagine, Édith arriva solo a 186, e dai suoi resoconti mancano gli ultimi sei anni di vita), la biografia redatta dalla Bertheaut è quella più completa, dettagliata, e che dà l'impressione di risparmiarsi ogni possibile autocensura, anche sul proprio rapporto, non sempre felice, con la famosa sorella. Tanto per fare un esempio, racconta molto più Momone (così la Piaf chiamava sua sorella) di quanto faccia Édith (che tendenzialmente parlava senza inibizioni delle sue innumerevoli storie d'amore — spesso, in verità, anche in maniera stucchevole e ripetitiva — riguardo alla breve, ma vera e importantissima relazione con Marcel Cerdan. Momone traccia un bellissimo ritratto umano del pugile campione del mondo, un uomo che alla bellezza dell'aspetto univa naturale bontà e dolcezza, un'intelligente sensibilità d'animo che gli permetteva, a dispetto Daleggere ÉdithPiaf (1915-1963): lasuavoceè l’icona sonoradi Parigi Biografiadellasorellastra L’autobiografia LIBRISimoneBerteaut, Édith,mia sorella, Castelvecchi, 480 pagine, 25euro. Dai ricordidella sorellastraconla quale divisetuttala vita,la biografiapiùintensa e intimadella grande cantante.Édith Piaf,Au Baldela chance, prefazionedi Jean Cocteau,postfazionedi FredMella,Castelvecchi, 192 pagine,17,50 euro. ÉdithGiovanna Gassion, debuttaininarte comeLe MomePiaf, lamonella passerotto.Autobiografia. delle sue umili origini, di muoversi a proprio agio anche negli ambienti artistici e colti. La Bertheaut scrive che Édith ebbe tanti amanti (e del resto la Piaf non si faceva scrupoli, a riguardo: diceva che non si può stare una notte senza un uomo, e che un uomo vero si può riconoscere soltanto a letto, dove non si può bluffare con le parole), ma un solo grande amore: Cerdan, appunto. Le era piaciuto molto, tra i tantissimi che si portava in camera, anche Yves Montand; con lui la Mome Piaf trovava pane per i suoi denti, perché, come lei, Montand non era una persona disposta a farsi pestare i piedi facilmente, e a Édith piacevano uomini e rapporti battaglieri. In questo caso, la storia finì per motivi di gelosia professionale quando il cantante/ attore di origini italiane, che dalla Piaf, già star della canzone, era stato artisticamente allevato, diventò famoso quanto lei, e non accettò più una posizione subalterna. Ma il percorso sentimentale di Édith è talmente sovrabbondante e con poche variazioni da risultare quasi un cliché: si tratti di un legionario incontrato sul treno o di un attore, di Georges Moustaki o di un autore fondamentale per lei come Raymond Asso, c'è sempre l'irrefrenabile e acritica infatuazione iniziale seguita, a breve, da altrettanto brusche rotture. È quasi sempre Édith che, nel destino della coppia, prende le decisioni, e alla sorella confessa candidamente di assicurarsi sempre di aver sottomano un prossimo uomo prima di allontanare il precedente. Quasi sempre, quando una storia sta per finire, la Piaf si comporta come una megera con i malcapitati, infliggendo loro gratuitamente cattiverie, inganni e dolori quasi con il piacere di dimostrarsi sempre la più forte. Tuttavia, curiosamente quasi tutta la pletora dei suoi passati amanti e amici, fu vicina a lei nei suoi ultimi giorni. Henry Jeanson, sulla quarta di copertina del libro di Simone Bertheaut, scrive che l'autrice «racconta Édith Piaf così com'è stata, con una verosimiglianza allucinante. Una biografia senza compromessi, meravigliosa e terrificante insieme». Per la scrittrice Françoise Giraud, «un personaggio che sembra uscito da un romanzo di Zola». La definizione più calzante. • NON,JE NE REGRETTERIEN Non,rien derien,non, je ne regretterien. Nile bien qu'onm'afait,nile mal toutçam'est bien egal. Non,rien derien,non, je ne regretterien. C'estpayé, balayé,oublié, je m’enfous dupassé. Avec messouvenirs j'aiallumé lefeu, meschagrins,mes plaisirs, jen'aiplusbesoin d'eux. Balayéles amoursavec leurs trémolos, balayépour toujours, jerépartsà zero. Non,rien derien,non, je ne regretterien, nile bienqu'onm'afait,ni le mal, toutçam'est bien egal. Non,rien derien,non, je ne regretterien. Carma vie,carme joies aujourd'huiçacommence avec toi. (Traduzione: No,nientedi niente, no,nonrimpiango niente. Néil bene, néil malechemi hannofatto, e mista benecosì. No,nientediniente,no, non rimpiangoniente. Èstato tuttosaldato, spazzato via,dimenticato. Menefotto delpassato. Coni miei ricordi, innescolafiamma. Imiei dispiaceri e imiei piaceri, nonnehopiù bisogno. Rimossigli amori e tuttii lorobatticuori, dimenticatiper sempre. Ripartoda zero. No,nientediniente,no, niente diniente,nonrimpiangoniente. Poiché oggi,la miavita, le mie gioie,tuttoriparte con te.) Édith Piaf canta Non, rien de rien www.larena.it Asterixhamotivo d’arrabbiarsi L’ultimastoria diAsterix: lalottadipapà efiglia Un altro episodio della battaglia giudiziaria sulla gestione dei diritti editoriali di Asterix si sta consumando in casa Uderzo. Il padre dell’eroe a fumetti, il disegnatore Albert Uderzo, sporge denuncia contro sua figlia e il marito per «violenza psicologica». Il conflitto in famiglia risale a diversi anni fa e riguarda un impero finanziario da decine di milioni di euro. Nel 2007, la casa editrice Albert Renè, che ha pubblicato gli ultimi albi di Asterix, ha estromesso la figlia di Uderzo, Sylvie, dal ruolo di amministratore delegato. Una decisione che, secondo la donna, era stata pilotata da persone che tentavano di isolare il disegnatore dalla famiglia per controllarne le decisioni. Nel 2011, Sylvie Uderzo ha dunque sporto denuncia per circonvenzione d’incapace contro ignoti, accusando l’entourage del padre, che oggi ha 86 anni, di aver approfittato delle «debolezze» paterne per indurlo a farla allontanare dall’editore. Uderzo ha sempre smentito la figlia e diverse perizie hanno del resto confermato le piene capacità mentali del disegnatore. «Si tratta di una sorta di molestia psicologica. È doloroso», ha confidato Uderzo. Il disegnatore teme che suo genero, Bernard Boyer de Choisy, voglia mettere le mani sulla futura eredità e stia per questo influenzando le scelte di sua figlia. Asterix, che Uderzo creò nel 1959 insieme allo sceneggiatore Renè Goscinny (scomparso nel 1977), è il fumetto francese più venduto (oltre 352 milioni di albi) e più tradotto nel mondo (in 111 lingue e dialetti). • LETTERATURA. Ferrara,un monumentoal«Giardino deiFinzi Contini» Èmorta Valeria Sinigallia vedova di GiorgioBassani Valeria Sinigallia, vedova di Giorgio Bassani, è morta nella sua casa romana all’età di 95 anni. Nata a Ferrara da una famiglia ebraica, aveva conosciuto lo scrittore negli anni Quaranta e lo aveva sposato nel 1943. Insieme hanno partecipato alla vita culturale della capitale nel dopoguerra. Valeria Sinigallia ha anche fatto parte della giuria del premio Strega. Bassani poi ha avuto altre relazioni, ma tra i coniugi non c’è mai stata una separazione giudiziaria ed era lei al capez- zale del marito quando è morto nell’aprile del 2000. È stata una delle principali figure della Fondazione Bassani, che ha lo scopo di promuovere l’opera letteraria del più conosciuto scrittore ferrarese del Novecento. Lascia i figli Paola ed Enrico e tanti nipoti e pronipoti. I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio nel cimitero ebraico di Ferrara di via delle Vigne. Il luogo, tra i più suggestivi della città, è stato recentemente visitato da Dani Karavan, uno dei più grandi sculto- ri viventi, tra i luoghi bassaniani in cui l’artista cerca ispirazione per costruire a Ferrara un monumento dedicato al Giardino dei Finzi Contini: luogo immaginario descritto dallo scrittore, che ora la città vuole evocare in un’opera d’arte, l’ultimo progetto al quale stava lavorando Paolo Ravenna, per tanti anni referente ferrarese di Italia Nostra prima di morire nel novembre 2012. Accompagnato dalla figlia, Karavan ha visto gli spazi verdi di Ferrara — dal giardino di Pa- Concerto di Natale 1 1 DICEMBRE Valeria e GiorgioBassaninel ’43 lazzo Diamanti a Palazzo Prosperi, fino alle mura settentrionali — e ha visitato il cimitero ebraico per un omaggio sulle tombe di Ravenna e di Bassani. • ore 21.00 LEGNAGO TEATRO SALIERI INFO: 045 8039156 - www.eventiverona.it PREVENDITE abituali