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L'ARENA
Martedì 3 Dicembre 2013
CULTURA&SPETTACOLI
Autosilver
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MITO. L’autobiografia eil raccontodella sorella-compagna d’avventura
FUMETTI. Gli Uderzo
TALENTO
DISTRADA
Ilsuo manifesto
Unsecondo
«inno»
perifrancesi
Lacanzoneincui Édith Piafsi
identificava è diventataquasi
unsecondoinnonazionale
francese.La cantarono,
sbarcandoadAlgeri,i legionari
delgenerale Massu(che poinel
2000sisarebbe pentito, mafa
lostesso).
ÉdithPiaf, lamonella-passerotto diParigi:una voce
immortale,icona sonoradella Francia. Una vita
spentasianzitempo50anni fadopo eccessi etrionfi
Beppe Montresor
Dietro il microfono, e sui palchi di qua e di là dell'Oceano,
all'apparenza un fragile passerotto il cui canto, però, incarnava in tutti i possibili risvolti
il pulsare profondo della strada, con le sue accensioni di ebbrezza e di avventura, ma non
purgata da cadute e dolori.
Fuori dalle luci dei riflettori,
nei suoi 47 anni di intensissima esistenza, una donna che
all'enorme talento naturale e
a un'indomabile urgenza di
farsi ascoltare affiancava caratteristiche caratteriali che la
portavano spesso a comportamenti molto sgradevoli. Anche nei migliori anni dei trionfi e del lusso, Édith Piaf rimase
sempre la monella, la mome
nata nei bassifondi di Parigi,
cresciuta nella miseria e nella
desolazione di una famiglia
che non c'era, e presto abituata ad arrangiarsi e a battersi
tra circoli di prostitute, malavitosi, imbroglioni. Non è necessario scomodare Freud per intuire che infanzia e adolescenza spaventose ne hanno condizionato pesantemente la vita:
anche positivamente, di certo,
sotto il profilo artistico, ma
senz'altro negativamente dal
punto di vista umano.
A cinquant'anni dalla sua prematura, tragica morte (nel
1963, ritirata in una località
della Provenza; aveva solo 47
anni, ma l'alcol, le droghe, anni di vita sregolata e segnata
dalla trascuratezza di sé cui
era appunto abituata sin dalla
nascita, l'avevano da tempo ridotta a una caricatura, una
vecchietta che dimostrava
molto più della sua età), escono in contemporanea per Castelvecchi Editore due biogra-
fie dedicate alla grande cantante francese. Au Bal de la
chance è un'autobiografia pubblicata originariamente nel
1958, in realtà ricavata da vari
colloqui e interviste con un
giornalista che poi dette ordine e forma ai racconti; la seconda s'intitola semplicemente Édith - mia sorella ed è firmata da Simone Bertheaut,
che della Piaf era in verità la
sorellastra, e che comunque
visse sostanzialmente quasi
sempre insieme a lei in uno
strano rapporto di dipendenza reciproca ondeggiante tra
l'indissolubile affetto e una forte componente, da parte del
Passerotto, vicina al dispotismo.
Tra le due letture, anche per
questioni di quantità (Simone
si dilunga fin quasi a 500 pagine, Édith arriva solo a 186, e
dai suoi resoconti mancano
gli ultimi sei anni di vita), la
biografia redatta dalla Bertheaut è quella più completa, dettagliata, e che dà l'impressione di risparmiarsi ogni possibile autocensura, anche sul
proprio rapporto, non sempre
felice, con la famosa sorella.
Tanto per fare un esempio, racconta molto più Momone (così la Piaf chiamava sua sorella)
di quanto faccia Édith (che
tendenzialmente parlava senza inibizioni delle sue innumerevoli storie d'amore — spesso, in verità, anche in maniera
stucchevole e ripetitiva — riguardo alla breve, ma vera e
importantissima
relazione
con Marcel Cerdan. Momone
traccia un bellissimo ritratto
umano del pugile campione
del mondo, un uomo che alla
bellezza dell'aspetto univa naturale bontà e dolcezza, un'intelligente sensibilità d'animo
che gli permetteva, a dispetto
Daleggere
ÉdithPiaf (1915-1963): lasuavoceè l’icona sonoradi Parigi
Biografiadellasorellastra
L’autobiografia
LIBRISimoneBerteaut,
Édith,mia sorella,
Castelvecchi, 480 pagine,
25euro. Dai ricordidella
sorellastraconla quale
divisetuttala vita,la
biografiapiùintensa e
intimadella grande
cantante.Édith Piaf,Au
Baldela chance,
prefazionedi Jean
Cocteau,postfazionedi
FredMella,Castelvecchi,
192 pagine,17,50 euro.
ÉdithGiovanna Gassion,
debuttaininarte comeLe
MomePiaf, lamonella
passerotto.Autobiografia.
delle sue umili origini, di muoversi a proprio agio anche negli ambienti artistici e colti. La
Bertheaut scrive che Édith ebbe tanti amanti (e del resto la
Piaf non si faceva scrupoli, a riguardo: diceva che non si può
stare una notte senza un uomo, e che un uomo vero si può
riconoscere soltanto a letto,
dove non si può bluffare con le
parole), ma un solo grande
amore: Cerdan, appunto. Le
era piaciuto molto, tra i tantissimi che si portava in camera,
anche Yves Montand; con lui
la Mome Piaf trovava pane per
i suoi denti, perché, come lei,
Montand non era una persona disposta a farsi pestare i piedi facilmente, e a Édith piacevano uomini e rapporti battaglieri. In questo caso, la storia
finì per motivi di gelosia professionale quando il cantante/
attore di origini italiane, che
dalla Piaf, già star della canzone, era stato artisticamente allevato, diventò famoso quanto
lei, e non accettò più una posizione subalterna.
Ma il percorso sentimentale
di Édith è talmente sovrabbondante e con poche variazioni
da risultare quasi un cliché: si
tratti di un legionario incontrato sul treno o di un attore,
di Georges Moustaki o di un
autore fondamentale per lei
come Raymond Asso, c'è sempre l'irrefrenabile e acritica infatuazione iniziale seguita, a
breve, da altrettanto brusche
rotture. È quasi sempre Édith
che, nel destino della coppia,
prende le decisioni, e alla sorella confessa candidamente di
assicurarsi sempre di aver sottomano un prossimo uomo
prima di allontanare il precedente. Quasi sempre, quando
una storia sta per finire, la Piaf
si comporta come una megera
con i malcapitati, infliggendo
loro gratuitamente cattiverie,
inganni e dolori quasi con il
piacere di dimostrarsi sempre
la più forte. Tuttavia, curiosamente quasi tutta la pletora
dei suoi passati amanti e amici, fu vicina a lei nei suoi ultimi
giorni. Henry Jeanson, sulla
quarta di copertina del libro
di Simone Bertheaut, scrive
che l'autrice «racconta Édith
Piaf così com'è stata, con una
verosimiglianza allucinante.
Una biografia senza compromessi, meravigliosa e terrificante insieme». Per la scrittrice Françoise Giraud, «un personaggio che sembra uscito
da un romanzo di Zola». La definizione più calzante. •
NON,JE NE REGRETTERIEN
Non,rien derien,non, je ne
regretterien.
Nile bien qu'onm'afait,nile
mal
toutçam'est bien egal.
Non,rien derien,non, je ne
regretterien.
C'estpayé, balayé,oublié, je
m’enfous dupassé.
Avec messouvenirs j'aiallumé
lefeu,
meschagrins,mes plaisirs,
jen'aiplusbesoin d'eux.
Balayéles amoursavec leurs
trémolos,
balayépour toujours,
jerépartsà zero.
Non,rien derien,non, je ne
regretterien,
nile bienqu'onm'afait,ni le
mal,
toutçam'est bien egal.
Non,rien derien,non, je ne
regretterien.
Carma vie,carme joies
aujourd'huiçacommence avec
toi.
(Traduzione: No,nientedi
niente,
no,nonrimpiango niente.
Néil bene, néil malechemi
hannofatto, e mista benecosì.
No,nientediniente,no, non
rimpiangoniente.
Èstato tuttosaldato, spazzato
via,dimenticato.
Menefotto delpassato.
Coni miei ricordi,
innescolafiamma.
Imiei dispiaceri e imiei piaceri,
nonnehopiù bisogno.
Rimossigli amori
e tuttii lorobatticuori,
dimenticatiper sempre.
Ripartoda zero.
No,nientediniente,no, niente
diniente,nonrimpiangoniente.
Poiché oggi,la miavita, le mie
gioie,tuttoriparte con te.)
Édith Piaf
canta
Non, rien de rien
www.larena.it
Asterixhamotivo d’arrabbiarsi
L’ultimastoria
diAsterix:
lalottadipapà
efiglia
Un altro episodio della battaglia giudiziaria sulla gestione
dei diritti editoriali di Asterix
si sta consumando in casa
Uderzo. Il padre dell’eroe a fumetti, il disegnatore Albert
Uderzo, sporge denuncia contro sua figlia e il marito per
«violenza psicologica». Il conflitto in famiglia risale a diversi anni fa e riguarda un impero finanziario da decine di milioni di euro.
Nel 2007, la casa editrice Albert Renè, che ha pubblicato
gli ultimi albi di Asterix, ha
estromesso la figlia di Uderzo,
Sylvie, dal ruolo di amministratore delegato. Una decisione che, secondo la donna, era
stata pilotata da persone che
tentavano di isolare il disegnatore dalla famiglia per controllarne le decisioni. Nel 2011, Sylvie Uderzo ha dunque sporto
denuncia per circonvenzione
d’incapace contro ignoti, accusando l’entourage del padre,
che oggi ha 86 anni, di aver approfittato delle «debolezze»
paterne per indurlo a farla allontanare dall’editore. Uderzo
ha sempre smentito la figlia e
diverse perizie hanno del resto confermato le piene capacità mentali del disegnatore.
«Si tratta di una sorta di molestia psicologica. È doloroso»,
ha confidato Uderzo. Il disegnatore teme che suo genero,
Bernard Boyer de Choisy, voglia mettere le mani sulla futura eredità e stia per questo influenzando le scelte di sua figlia.
Asterix, che Uderzo creò nel
1959 insieme allo sceneggiatore Renè Goscinny (scomparso
nel 1977), è il fumetto francese
più venduto (oltre 352 milioni
di albi) e più tradotto nel mondo (in 111 lingue e dialetti). •
LETTERATURA. Ferrara,un monumentoal«Giardino deiFinzi Contini»
Èmorta Valeria Sinigallia
vedova di GiorgioBassani
Valeria Sinigallia, vedova di
Giorgio Bassani, è morta nella
sua casa romana all’età di 95
anni. Nata a Ferrara da una famiglia ebraica, aveva conosciuto lo scrittore negli anni Quaranta e lo aveva sposato nel
1943. Insieme hanno partecipato alla vita culturale della capitale nel dopoguerra. Valeria
Sinigallia ha anche fatto parte
della giuria del premio Strega.
Bassani poi ha avuto altre relazioni, ma tra i coniugi non
c’è mai stata una separazione
giudiziaria ed era lei al capez-
zale del marito quando è morto nell’aprile del 2000. È stata
una delle principali figure della Fondazione Bassani, che ha
lo scopo di promuovere l’opera letteraria del più conosciuto scrittore ferrarese del Novecento. Lascia i figli Paola ed
Enrico e tanti nipoti e pronipoti. I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio nel cimitero
ebraico di Ferrara di via delle
Vigne. Il luogo, tra i più suggestivi della città, è stato recentemente visitato da Dani Karavan, uno dei più grandi sculto-
ri viventi, tra i luoghi bassaniani in cui l’artista cerca ispirazione per costruire a Ferrara
un monumento dedicato al
Giardino dei Finzi Contini:
luogo immaginario descritto
dallo scrittore, che ora la città
vuole evocare in un’opera d’arte, l’ultimo progetto al quale
stava lavorando Paolo Ravenna, per tanti anni referente ferrarese di Italia Nostra prima
di morire nel novembre 2012.
Accompagnato dalla figlia, Karavan ha visto gli spazi verdi di
Ferrara — dal giardino di Pa-
Concerto di Natale
1
1
DICEMBRE
Valeria e GiorgioBassaninel ’43
lazzo Diamanti a Palazzo Prosperi, fino alle mura settentrionali — e ha visitato il cimitero
ebraico per un omaggio sulle
tombe di Ravenna e di Bassani. •
ore 21.00
LEGNAGO
TEATRO SALIERI
INFO: 045
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