Il folle amore di Edith Piaf

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Il folle amore di Edith Piaf
LIBRI
Il folle amore
di Edith Piaf
di Barbara Caffi
Pubblicate le lettere inedite che l’artista
scrisse a Louis Gérardin, campione
di ciclismo con cui ebbe una relazione
Mio azzurro amore. Lettere
inedite di Edith Piaf, traduzione
di Anna Morpurgo, pagine 108
euro 15, Archinto
L
ei era la ‘môme’, l’eterna ragazzina della musica francese, seppure già rovinata da alcol e morfina, il passerotto
che con la sua voce magnetica aveva saputo riscattare un’infanzia misera.
Lui, ciclista biondo di inusitata bellezza, impeccabile nel vestire, era imbattibile in pista, idolatrato dal pubblico.
Dell’amore tra Edith Piaf e Louis
Gérardin — pochi mesi di tormentata
passione tra il ’51 e il ’52 — quasi nessuno aveva saputo nulla fino al 2009,
quando a un’asta di Christie’s vennero
battute una cinquantina di lettere della cantante al campione, lettere che
vengono ora pubblicate anche in Italia. Come sottolinea nella bella introduzione Cécile Guilbert, Piaf «non è
mai riuscita a restare senza un uomo.
Come mai aveva sempre bisogno di
qualcuno che la prendesse fra le braccia, nel suo letto, qualcuno che le facesse battere il cuore, rimescolare il sangue, così da farle vedere la vie en rose e
far sì che lei potesse (o si illudesse di)
ripartire da zero?». Se il suo grande
amore fu Marcel Cerdan — campione
di pugilato, morto in un incidente aereo nel ’49 proprio mentre stava volando da lei —, Piaf ebbe una miriade di
relazioni, più o meno profonde. Quello con Gérardin fu amore vero, con la
maiuscola, e amore disperato. Erano
costretti alla clandestinità per sfuggire
ai giornalisti, per non nascondersi a Bichette, la moglie di lui che li fece pedinare e che arrivò a denunciarli. Sempre sotto i riflettori, il lavoro costringeva entrambi a periodi di lontanza. Le
lettere di lei sono costellate di «mio
bell’amore», «mio adorato», «mio az-
zurro amore, di promesse di prendersi
cura di sé e di smettere di bere, dell’‘ipocrisia dei mai’, di allusioni sessuali che lasciano intuire una forte passione. Piaf sogna una tranquilla vita in comune, una casa in campagna di cui vede già la scarpiera, vorrebbe affidare a
lui i suoi risparmi. Non si conoscono le
risposte di Gérardin, presumibilmente più freddo e distaccato, incapace di
rompere la promessa matrimioniale.
«Hai sempre fatto di tutto per perdermi e continui a farlo», non può che
constatare Piaf. Qualche mese di silenzio e infine la rottura: lei, che non sa
stare senza un uomo, annuncia le nozze con Jacques Pills. Ancora una volta
si illude di ripartire, ancora una volta
non ce le farà. Nella sua ultima canzone canterà: «Non, je ne regrette rien».
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La libreria dei ragazzi
La storia di Giulia, favola moderna
uscita dalla penna di Dacia Maraini
La notte dei giocattoli di Dacia
Maraini e Daniele Gud Bonomo
pagine 96, euro 14,90, Tunué
68
Dacia Maraini firma un libro per bambini: si
intitola La notte dei giocattoli e lo pubblica
Tunué nella collana Tipitondi. Si tratta di
una sorprendente graphic-novel nella quale
l’autrice si confronta con un tipo di scrittura
del tutto nuovo insieme all’illustratore Daniele Gud Bonomo. La notte dei giocattoli è
stata descritta come una storia sul rispetto,
l’amicizia e la collaborazione. Ma i temi af-
frontati, in modo più o meno esplicito sono
in realtà di più. In una notte magica nella cameretta di Giulia un vecchio baule si anima.
I giocattoli prendono la parola e iniziano a
raccontare alla piccola Giulia gli amori, i sogni e i tormenti di tutti i giorni. Dal baule però compare anche l’Uomo d’affari, cinico e
calcolatore. I giocattoli sono in pericolo e
Giulia abbraccia una battaglia per rivendicare rispetto e giustizia. Una favola moderna
che molto parla dei nostri giorni, una sorpresa inaspettata dall’autrice di Voci e Colomba.