IN INGHILTERRA

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IN INGHILTERRA
COLLABORAZIONI
UNA SETTIMANA
IN INGHILTERRA
di Pia Zamboni e Delia Pertici
ARMONIZZAZIONE GIUDICI IN EUROPA La European Holstein Frie-
sian Confederation ha promosso
un’iniziativa interessante, quella di
una Scuola di Giudizio Europea finalizzata all’armonizzazione del giudizio sul ring. L’obiettivo è quello di
creare un gruppo di giudici che applichi i medesimi criteri e le stesse
priorità nel valutare gli animali in
mostra; questo gruppo rappresenta
quindi l’Europa a livello internazionale, e dà una possibilità di interscambio di giudici a livello europeo.
Quest’anno l’incontro si è svolto
in Gran Bretagna a Norfolk, l’1 e il 2
luglio, grazie all’ospitalità ed organizzazione della Holstein Association of U.K. and Ireland. È il quarto
incontro, il primo ha avuto luogo a
Gonzaga nel 1995, il secondo e terzo si sono svolti rispettivamente nel
’96 e nel’98 a Bruxelles. Responsabile del progetto è Mauro Carra dell’
Anafi, che coordina il gruppo di lavoro composto da David Hewitt
(GB), Erik Johansen (DK), J. F. Saluden (F), Arie Hamoen (NL), Gabriel
Blancho (E), Guido Simon (D). All’incontro in Inghilterra hanno partecipato quaranta rappresentanti di 17
Paesi, ed i giudici italiani coinvolti
erano Enrico Dadati, Gabriele Carra
e Giuseppe Quaini. Sono state valu-
Incontro tra giudici europei, mostre
e visite in allevamenti: sette giorni
passati insieme per conoscere meglio
la Holstein nel Regno Unito
tate diverse categorie alla Royal
Norfolk show, il giorno dopo la mostra ufficiale (tra l’altro, il giudice di
questa mostra è stato Giuseppe
Quaini). I lavori sono continuati
presso l’azienda Ken e Rebecca
Proctor e Dereham, che hanno messo a disposizione del gruppo dei
giudici i loro animali. Per la prima
volta dall’inizio del progetto, l’obiettivo principale dell’incontro è stato
la sessione pratica, con molta discussione tra i giudici: sono state
identificate le idee comuni, e le aree
dove invece è necessario investire
per raggiungere una maggiore
uniformità di giudizio.
Durante la discussione è emerso
chiaramente che esistono due diverse scuole in Europa: una che tende a
valutare un animale prendendo in
considerazione soprattutto i caratteri
funzionali, come arti e piedi, e la
mammella (è questo il caso della
maggior parte dei Paesi nordeuropei); l’altra che tende a dare la giusta
importanza anche ai caratteri strutturali (Italia, Spagna Gran Bretagna).
Proprio su queste due posizioni rite-
niamo si debba inserire questo progetto, nel tentativo di trovare un
compromesso che permetta di avere
una linea di comportamento più paragonabile nei rings in Europa. Gli
allevatori europei hanno scelto comunque una linea di comportamento comune: la forte holsteinizzazione dei propri allevamenti. È indubbio che l’incarico attribuito all’Italia
in questo progetto, oltre a rappresentare un motivo di soddisfazione
per l’Anafi, è un riconoscimento a
una linea di pensiero apprezzata in
questi ultimi anni e che trova il riscontro più evidente nei risultati che
la selezione italiana raggiunge nei
confronti europei. Non ci resta che
accompagnare questa breve nota
con le foto di questo incontro rimarcando ancora l’orgoglio di esserne
stati protagonisti.
VIAGGIO ISPETTORI E GIUDICI
Viaggiare non vuole solo dire vedere persone ed ambienti nuovi, ma ha
sempre significato anche la possibilità di stare insieme, di imparare a
conoscere i tuoi compagni, scambiando impressioni e sensazioni. Per
Gli italiani presenti all’incontro
Gruppo internazionale dei partecipanti all’incontro di armonizzazione.
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senti negli allevamenti inglesi, anche
se non di interesse commerciale, è
motivo di orgoglio per gli allevatori
che le presentano. Tutto quello che
viene presentato ha lo stesso risalto
e la stessa importanza nel programma e nella impostazione della mostra.
VISITA ALLE AZIENDE Sono tre le
Un momento di discussione tenuto da Armstrong, giudice ufficiale per l’Inghilterra che,
con Dadati per l’Italia e Simon per la Germania, sono stati i giudici ufficiali per le valutazioni di riferimento
questo, all’Ufficio Valutazioni e Mostre, i viaggi che vengono organizzati per gli ispettori e i giudici, come
gli incontri tecnici e le riunioni periodiche, rientrano quasi in una routine di lavoro.
L’occasione del viaggio di cui stiamo per parlare, xa lungo pensato,
ma sempre difficile da realizzare soprattutto per la sua collocazione in
un periodo dell’anno particolarmente impegnativo per chi lavora anche
in azienda, è stato l’incontro per l’armonizzazione dei giudici in Europa,
fissato per la settimana prima del
Royal Show proprio in Inghilterra.
La presenza di alcuni di noi già
«sul territorio» è stata la ragione per
raggiungerci; così è stato e alla fine
si è creato un bel gruppetto: trentun
persone tra ispettori e giudici.
La Royal International Agricultural
Exhibition è arrivata quest’anno alla
sua 150a edizione. È una manifestazione davvero unica che mette insieme, su una area espositiva di ben
100 ettari, tutto, ma proprio tutto,
quello che ha a che fare con l’agricoltura e la zootecnia, dal bestiame
ai macchinari, a tutto l’indotto. Basti
pensare che vengono esposti quasi
6.000 capi di bestiame ed oltre 2.000
cavalli prendono parte a gare di altissimo livello in un ring di grandi
dimensioni e inserito nel tipico verde inglese.
Una mostra davvero unica che,
tutti gli allevatori e gli addetti ai lavori dovrebbero avere la possibilità
di vedere almeno una volta nella loro vita.
Nell’ambito della manifestazione
si svolgono i concorsi delle varie
razze, da latte e da carne, e naturalmente quello della Holstein a cui abbiamo assistito.
Grazie alla collaborazione della
Holstein UK & Ireland (il nuovo nome che hanno preso le due società
di razza che esistevano in Inghilterra, cioè la Holstein Friesian Society e
la British Holstein Society, che si sono fuse nel gennaio 1999), abbiamo
anche visitato tre allevamenti in cui
abbiamo visto ottimi animali, la
maggior parte dei quali su bei pascoli, circondati dal suggestivo paesaggio che sempre offre la campagna inglese.
Come ogni viaggio che si rispetti,
non è mancata neppure la parte culturale in una città come Londra che,
in questo senso, ha davvero molto
da offrire.
CONSIDERAZIONI SUL VIAGGIO
Questa settimana passata in Inghilterra è stata indubbiamente utile e
costruttiva, e, cercando di vederla
con l’occhio degli addetti ai lavori,
possiamo trarre qualche considerazione che cercheremo di riassumere.
Scontate le considerazioni sul
“tradizionalismo inglese”, molto visibile specialmente nelle manifestazioni programmate nelle fiere che
abbiamo visitato, è impressionante
verificare il rapporto tra l’uomo e gli
animali che esiste in questo Paese,
dove la capacità di mettere in mostra
proprio tutte le razze che sono pre-
aziende che abbiamo visitato (Dixon
Smith, Linlake Herd e Kirkblythe
Holstein) e su queste vorremmo soffermarci non tanto per la loro struttura aziendale, che trova una funzionalità e una logica principalmente
nella possibilità che hanno i Paesi
del nord di inserire il pascolo nella
gestione delle mandrie, ma nell’utilizzo della genetica e nella filosofia
di allevamento seguito dai titolari. La
visita in questi tre allevamenti è stata
facile, visto che in tutte e tre le
aziende abbiamo trovato un catalogo aziendale dove, in breve, si avevano le notizie corrispondenti ad
ogni soggetto (punteggio, padre,
madre e produzioni). Una bella idea
che potrebbe essere proposta anche
ai nostri allevatori che ricevono visite continuamente. La genetica utilizzata è internazionale e la ricerca comune è per una buona morfologia
con sempre maggiore attenzione alle proteine, che però non rappresentano ancora una grossa motivazione per un miglior prezzo del latte. La genetica italiana in questi allevamenti è conosciuta e utilizzata e
la sensazione è che questi allevatori diano fiducia al nostro sistema
(Mtoto è utilizzato attualmente solo
per Embryo e sulle migliori vacche).
Questi allevatori credono nelle famiglie, nella morfologia e svolgono un
ruolo attivo nelle scelte della genetica da inserire nel proprio allevamento.
Una categoria nel ring del Royal Show
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MOSTRE Abbiamo avuto l’occasio-
ne di vedere due mostre in questa
settimana: Norfolk giudicata da Giuseppe Quaini, e il Royal Show, la
prima a carattere regionale e la seconda a carattere Nazionale. La prima è stata vinta da una Raider di
grande potenza e ottima mammella,
mentre la seconda da una Broker di
ottima conformazione e con qualità
scheletriche in evidenza. È difficile
dire se è il concetto di mostra Nordamericana che predomina in Inghilterra, o se è la stessa cosa, visto
che sono stati gli inglesi a fare L’America, certo è che sembra predominante la ricerca della taglia e della
struttura. Sono predominanti nel catalogo padri come Boulet Charles,
Jed, Astre, Broker, e a noi è risultata
poco comprensibile l’età prevista
per le manze gravide in mostra e
l’età media al primo parto delle primipare presenti. Sono tutte ragioni
di meditazione che non vogliono essere critiche nei confronti dei nostri
amici inglesi, ma solo considerazioni
da approfondire anche al nostro interno.
Questa è la cronaca molto in breve che non sarebbe completa però
se non comprendesse anche l’apprezzamento della preparazione degli animali: ci è sembrata veramente
ottima e non esasperata. Rileviamo
infine un grosso rispetto tra allevatori che abbiamo notato in occasione
del declassamento all’ultimo posto
in categoria di un soggetto preparato in modo irregolare nella mammella, il tutto davanti al pubblico e nel
pieno rispetto dei ruoli che spettano
al giudice e al coordinatore che hanno la collaborazione di un rappresentante autorevole degli allevatori.
Giuseppe Quaini con il principe Filippo
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Ispettori e giudici presso l’Azienda Dixon Smith, con David e Hewitt (primo in basso a destra) vice direttore della Holstein Association of UK & Ireland
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Settore lattiero caseario
Questi ultimi due anni sono stati per l’agricoltura inglese i peggiori dell’ultima generazione. Tutti i settori (allevamento e colture) sono stati
colpiti da una grossa crisi dovuta soprattutto al rafforzamento della sterlina nei confronti dell’Ecu e quindi delle altre monete europee, che ha
reso più facili le importazioni e più difficili le esportazioni. La recessione economica dell’agricoltura britannica continua a peggiorare e, secondo quello che raccontano gli allevatori, il settore lattiero caseario è
quello che ne subisce le peggiori conseguenze.
Il prezzo del latte è sceso a 16,2 centesimi per il latte prodotto in
maggio di quest’anno (17,8 centesimi nel maggio 1998 e 24,6 centesimi
nel maggio 1996). A luglio finirà anche il piano governativo di sostegno
per i vitelli (40 sterline per un vitello maschio di una settimana) ed in
generale il valore degli animali da macello è sceso sia per le vacche che
per i vitelli. I tassi di interesse sono invece saliti fino al 9,5% per i prestiti, per permettere di tenere bassa l’inflazione.
Nonostante questo, i prezzi delle quote latte, sia per l’acquisto che
per l’affitto, rimangono alti: 6,5 centesimi al litro per affitto e 33 centesimi al litro per l’acquisto di una quota al 4%.
La principale cooperativa di acquisto, Milk Marque, continua ad indebolirsi e molti soci l’abbandonano per poter avere contratti migliori da
compratori diretti, che pensano di sfruttare questa situazione al fine di
indebolire la cooperativa, in modo che abbia meno potere nella contrattazione dei prezzi nel caso di un indebolimento della sterlina.
L’unico settore che sembra andare bene per ora è quello della produzione di Latte Organico (noi diciamo Biologico), ma i produttori hanno
ancora 2 o 3 anni di tempo per convertire la produzione, e c’è il pericolo che troppi siano tentati a farlo, creando così una situazione di inflazione del prodotto, che perderebbe il 30% in più di premio che viene
dato oggi.
Anche il tempo sembra accanirsi contro gli allevatori britannici e le
continue piogge, se hanno favorito i pascoli, hanno reso molto difficili
la preparazione sia degli insilati che dei fieni.
Unica nota positiva, i prezzi delle materie importate, alimenti e fertilizzanti, che sono scesi, ma che non bastano a sostenere un settore decisamente in un periodo nero.
Come è evidente, le prospettive per il futuro non sono rosee, anche
perché a tutto questo si aggiunge la pressione sempre maggiore degli
animalisti e degli ambientalisti, soprattutto dopo il caso della BSE,
preoccupati della salute animale e della sicurezza dei prodotti. Il che significa, molto probabilmente, ulteriori costi aggiunti per gli allevatori,
non solo in termini di tempo necessario alla tenuta dei dati e delle analisi, ma probabilmente anche per la costruzione di nuove strutture o
modifiche a quelle esistenti.