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Senegal - Missione dal 22 Aprile 2007 al 1 Maggio 2007 Località: M’Bour, 100.000 abitanti, a circa 80 km da Dakar. Thiès, un milione di abitanti, 50 km da M’Bour. Partecipanti: Sergio Primitivo oculista, Valentina Negri e Yuri Melloni infermieri, Alessandro Tintorri volontario Strutture di accoglienza: Centro Oftalmologico di M’Bour (direttore dottor Babakar Cissé), ed INEFJA Istituto Nazionale Educazione e Formazione Giovani Ciechi di Thiès (direttore Abdolaye Sali) Obiettivi: screening, visite, interventi chirurgici, studio condizioni per anestesia generale e scelta di un candidato da formare come ortottista a M’Bour, controllo dello stato di avanzamento dei lavori di miglioria ed assistenza sanitaria a Thiès Clima: sole, temperatura dai 28° ai 35° circa. Tenore di vita: appena il 6,4% di quello italiano Vita media: 54 anni uomini, 56,9 anni donne Domenica 22/04/2007 Partiti da Bologna alle 14.00 viaggiamo su aerei scomodi ed arriviamo a Dakar alle 02.00 del mattino (00.00 locali). Abbiamo smarrito una valigia a Malpensa. In compenso, pur avendo questa volta con noi, oltre al consueto bagaglio a mano, ben 11 valigie ricolme di farmaci e di materiale di consumo per il Centro di M’Bour, oltre al pesantissimo materiale per l’Istituto dei ciechi, riusciamo, grazie al collaudato aiuto dell’amico pilota Pierluigi Rossi, ad uscire dall’aeroporto senza dover sborsare niente. In quanto alle formalità doganali il solito ispettore Mansouma Sanè, fratello dell’infermiera Nini del Centro di M’Bour, risolve ogni problema e si incarica di farci recuperare la valigia rimasta a Malpensa. Questo problema ci ha però fatto perdere tempo ed è quindi soltanto alle 03.30 (01.30 locali) che giungiamo a M’Bour dove Babakar ci mette a disposizione una casa confortevole, in una zona residenziale vicina al mare, completa di guardiano e cuoca ma purtroppo con acqua razionata. Lunedì 23/04/2007 Per rifarci dalle fatiche del viaggio Babakar ci concede una mattinata di riposo. Dopo colazione dividiamo il materiale destinato al Centro di M’Bour da quelle destinato all’INEFJA e verifichiamo se ci sono danni. Per fortuna non ce ne sono. Dopo pranzo andiamo da Babakar al Centro Oftalmologico ove sistemiamo medicinali e altro materiale vario. Prendiamo poi accordi telefonici per organizzare al meglio le singole operazioni previste per questa missione. Valentina, alla sua prima esperienza, sia con l’AMOA sia con l’Africa, è in tono minore, forse perché ha contratto un mal di gola fastidioso, ma non si lamenta. Agli altri, con esperienza precedente a M’Bour, avvistando la foresteria del Centro in fase di ristrutturazione, dispiace un po’ non essere ospitato questo volta nel luogo a loro diventato così familiare. Martedì 24/04/2007 Sveglia alle 7.45 seguita da abbondante colazione con ottima marmellata di mango e discutibile café che dovrebbe essere all’italiana. Poi, in fretta, tutti al Centro Oftalmologico. Come al solito la sala d’attesa è stracolma di gente e lo staff già tutto al lavoro. Nini ci accoglie calorosamente poi Sergio, Yuri e Valentina (che ha ricuperato bene) vanno a cambiarsi per la sala operatoria. Si operano tre uomini anziani di cataratta avanzata. Si eseguono una cinquantina di visite nel corso delle quali si riscontrano quattro casi di glaucoma, da seguire, più un caso di neoformazione congiuntivale in un bambino di 11 anni. Si decide di operarlo il giorno dopo. Finiamo di operare alle16.30. Alessandro invece, aiutato da Babakar, si organizza per recarsi a Thiès dove controllerà lo stato dei lavori di ristrutturazione dell’istituto INEFJA. Inoltre prenderà accordi per lo screening e per il trasporto al Centro Oftalmologico dei quattro ragazzi affetti da cataratte congenite, individuati in ottobre 2006 da Gabriella Parente, Francesco Toscano e Danilo Trombetti. Alessandro si imbarca quindi sulla macchina scassata guidata da Moussa, recupera a Thiès Malick Thiam, che ha controllato ogni giorno l’andamento dei lavori risparmiando perdite di tempo alla cugina Nabou Thiam, referente africana del progetto a favore dell’Istituto, così caro ad Elisa Gasparrini che, per motivi familiari, deve attualmente limitarsi a fungere in Italia da segreteria all’AMOA. Alessandro è accolto dal Direttore che gli esprime tutta la sua gratitudine anche a nome dei ragazzi ospiti dell’Istituto. Alessandro procede poi alla visita dei locali già ristrutturati a spesa dell’AMOA. Esamina anche quelli che potrebbero beneficare di un ulteriore finanziamento per accertarsi della congruità del preventivo già in suo possesso. Rientra a M’Bour sotto il sole cocente delle 14.00 (si sfiorano ormai i 40 gradi). La giornata è stata dura per tutti quanti che, alle 16.30, si trovano riuniti a casa per il “pranzo” ed il meritato riposo. Mercoledì 25/04/2007 Il mattino arrivano al Centro Oftalmologico i quattro ragazzi dell’INEFJA con cataratte congenite. Si fa loro una visita più approfondita al fine di accertare se esistono le premesse per sottoporli ad un intervento. Per fortuna ci sono in tutti i quattro casi. Per poter operare bambini o ragazzi giovani ci vuole un’anestesia generale. Babakar ha quindi fatto venire un medico anestesista dell’ospedale di M’Bour, il dottor Adourahmane Ba, con il quale ha già collaborato, per verificare la possibilità di operare in avvenire anestesia generale. Il dottor Ba illustra le tecniche e spiega quale materiale occorre per poter operare in anestesia generale. Riusciamo ad eseguire una sessantina di visite oculistiche. Asportiamo la neoformazione congiuntivale riscontrata ieri dal bambino di 11 anni. Per tenerlo tranquille il padre gli tiene la mano durante l’intervento ma poi finisce che sviene lui. Alla fine il padre rinviene e l’intervento è riuscito. I nostri sanitari, ormai stanchi, approfittano del computer del Centro per spedire qualche mail e controllare la loro posta personale. Si affacciano poi sul cantiere della foresteria per salutare Ibra, l’ormai mitico onnipresente guardiano del Centro che, anche esperto falegname, sta rifacendo il tetto. Alle 17,30 ci concediamo una capatina al mare, purtroppo sporco, e quando alle 18.30 giunge l’ombra diamo anche due calci ad un pallone assieme a dei ragazzi africani che giocano sulla spiaggia. Giovedì 26/04/2007 Per Sergio, Valentina e Yuri sono in programma tre interventi di cataratte molte evolute in pazienti anziani. Per due di loro tutto procede liscio. Purtroppo con il terzo l’intervento presenta difficoltà tali da non consentire l’inserimento del cristallino artificiale. Il paziente ci vedrà lo stesso ma avrà sempre bisogno degli occhiali. In serata Babakar ha convocato Amy Ndour, la giovane da lui prescelta per essere formata come ortottista. Lei ha già maturato esperienza in campo pedagogico e sanitario e collabora da anni con la Croce Rossa di M’Bour. Sembra entusiasta all’idea di iniziare una collaborazione con Babakar. L’AMOA finanzierà il suo addestramento con 1500 euro per il primo anno e fornirà i sussidi necessari. Nel tardi pomeriggio tutti al mercato per acquistare tessuti ed altri prodotti di artigianato locale, naturalmente accompagnati da Ibra, indispensabile per il consueto mercanteggiare. Venerdì 27/04/2007 Partiti alle ore 9.00 arriviamo all’Istituto di Thies alle 10.45. Ci accoglie tutto lo staff al quale consegniamo il materiale donato dall’istituto Cavazza di Bologna: carta per ciechi, particolarmente preziosa in quanto non reperibile in Senegal, tavolette, punteruoli per scrittura in Braille. Addirittura anche sonagli per il gioco che riscuotono entusiasmo e riconoscenza da parte dei ragazzi. Si visitano oggi altri 30 ragazzi dell’Istituto, molti dei quali con glaucoma e malformazioni congenite. Abbiamo la fortuna di scoprire, anche questa volta, quattro ragazzi con cataratte congenite probabilmente in condizioni di poter essere operati, se lo confermerà un esame più approfondito al Centro di M’Bour. Come al solito tutto il personale docente e non, vuole essere visitato. Niente di grave, la maggior parte di loro sono soltanto presbiti e con gli occhiali torneranno a leggere bene il giornale. Sabato 28 e domenica 29/04/2007 Il Centro essendo chiuso di sabato chiuso, ci dedichiamo al turismo. La mattina zoosafari nel Parco di Bandia. Il pomeriggio visita all’isola di Joal, in mezzo ad una laguna, con le sue case su palafitte ed il suo suolo tutto ricavato da conchiglie. Su un altro isolotto l’inconsueto cimitero misto cristiano-musulmano. Tornati a casa ci scambiamo ragali con Nini ed Ibra. Ormai è finita la missione e siamo un po’ malinconici. La mattina della domenica prima i bagagli, poi una capatina al mare ed acquisti con gli ultimi franchi CFA ... ma non bastano ad Alessandro che ci rimette la sua T-shirt che un tessitore esige a saldo di quanto dovuto da lui. Il resto della giornata con Babakar e la sua famiglia poi all’ora di cena gli ultimi saluti e partenza per Dakar. Passiamo tutta la notte in volo e lunedì a mezzogiorno siamo di ritorno a Bologna.