Handout 4 Storia romana Viglietti

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Handout 4 Storia romana Viglietti
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA
Anno accademico 2015/2016
Corso di laurea in Scienze storiche e del patrimonio culturale
Insegnamento di Storia romana A
Handout n. 4
n. I CRISTIANI E LA STORIA (addendum)
8. Orosio, Le storie contro i pagani Prol. 8-16 /7.43.19
Legato a te [Sant’Agostino] dall’amore che tutti ti portano […] ho obbedito alla tua volontà. […] Mi
avevi comandato di parlare contro la perversità millantatrice di coloro che, estranei alla Città di Dio,
prendono nome di pagani dai crocicchi di campagna e dai villaggi, oppure gentili, perché capiscono solo
le cose terrene; di coloro che non si preoccupano del futuro, e dimenticano o non conoscono il passato,
ma tuttavia coprono d’infamia i tempi presenti come se fossero eccezionalmente tribolati dai mali, per
la sola ragione che si crede in Cristo e si adora Dio, mentre il culto degli idoli è in decadenza. Mi avevi
dunque comandato, ripeto, di esporre brevemente […] scegliendole da tutte le storie e gli annali di cui
si può disporre, tutte le vicende funeste che avessi potuto ritrovare nei secoli trascorsi, e cioè guerre
funeste o epidemie distruttrici o carestie dolorose o terribili terremoti o straordinarie inondazioni o
spaventose eruzioni vulcaniche o fulmini e grandinate devastatrici o anche infami delitti e colpe
vergognose. […] Mi sono accorto che i tempi passato non solo furono funesti come questi di oggi, ma
anzi tanto più atrocemente infelici, quanto più lontani dal rimedio della vera religione (vera religio).
Scrutando nel passato è apparso chiaro che allora regnava la morte avida di sangue, giacché non si
conosceva la religione che dal sangue tiene lontani. […] In avvenire non vi sarà più morte, quando la
religione sola regnerà […] quando, insomma […] sarà assicurato il premio ai santi, la perdizione agli
empi.
9. Orosio, Le storie contro i pagani 5.22.1-5
Dopo che Publio Servilio e Appio Claudio furono nominati consoli [79 a.C.], Silla divenne finalmente
un privato cittadino. Così si conclusero due guerre funestissime: la sociale italica, e la civile sillana.
Protrattesi per dieci anni, esse costarono la vita a più di centocinquantamila romani, e Roma, nella sola
guerra civile, perdette tanti uomini eccellenti e soldati concittadini, quanti il censo ne aveva contati, tra
tutte le età, nel tempo in cui essa già stava per misurare le proprie forze contro Alessandro Magno.
Inoltre [morirono] ventiquattro uomini di rango consolare, sei di rango pretorio, sessanta di rango
edilicio, quasi duecento senatori, per non dire delle innumerevoli popolazioni d’Italia, uccisi un po’
dovunque senza la minima considerazione. […] Oh vergogna! Forse che anche su questo c’è bisogno di
mettere a incerto confronto quell’epoca con la nostra?
10. Orosio, Le storie contro i pagani 7.13.1-4
Nell’anno 867 dalla fondazione di Roma, Adriano […] ottenne il principato come dodicesimo Augusto,
e regnò per ventun anni. Informato e istruito da scritti composti sulla religione cristiana da Quadrato,
discepolo degli Apostoli […] ordinò con lettera indirizzata a Minucio Fundano, proconsole d’Asia, che
non fosse lecito a nessuno condannare dei cristiani senza regolare denuncia e prova di reato. Subito
dopo in Senato […] fu conferito a lui il titolo di ‘padre della patria’, a sua moglie quello di Augusta.
Adriano governò lo Stato con leggi giustissime. […] Con una strage definitiva ridusse all’obbedienza i
Giudei che, inaspriti dal disordine provocato dai loro stessi crimini, si erano dati al saccheggio della
provincia di Palestina.
11. Orosio, Le storie contro i pagani 7.43.19
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Ho narrato, con l’aiuto di Cristo, come tu ordinati, beatissimo padre Agostino, le passioni e le punizioni
degli uomini peccatori, i conflitti del mondo e i giudizi di Dio dall’inizio dei tempi fino ad oggi, cioè per
5.618 anni, il più brevemente e semplicemente possibile, avendo tuttavia separato i tempi cristiani dalla
precedente confusione dell’incredulità, per la viva presenza in essi della grazia di Cristo.
o. RINASCITA DELL’INTERESSE PER ROMA ANTICA, TRA MEDIOEVO E UMANESIMO
1. Francesco Petrarca, Lettera a Giovanni Colonna, 30 novembre 1336
Passeggiando insieme ci aggiravamo per quella città grande […]. Ad ogni piè sospinto obbietti che a
meditare ed a parlarci eccitavano ne si paravan dinanzi. Qui la reggia di Evandro, la casa di Carmenta, la
spelonca di Caco, la lupa nutrice, il fico ruminale che meglio è dir Romulare, e il varco di Remo. Qua i
giuochi circensi, il ratto delle Sabine, la palude Caprea, e il luogo onde Romolo a un tratto disparve. Là i
convegni di Numa e d'Egeria, e l'arena degli Orazi e dei Curiazi, e il terreno ove colpito dal fulmine
cadde il ristoratore delle milizie e trionfator de' nemici, Tullo Ostilio. Qui abitava il re architetto Anco
Marzio: qui l'ordinatore della classe dei cittadini Tarquinio Prisco: qui la fiamma discese sulla testa di
Servio, qui assisa sul carro passò Tullia feroce e fece per l'orrendo misfatto che scellerata si chiamasse la
strada. Ecco la via Sacra, e i colli Celio, Quirinale, Viminale, Esquilino. Qui fu campo Marzio, e
decollati per man del Superbo caddero i papaveri: qui la miseranda Lucrezia si trafisse col ferro; di qui
fuggiva a morte l'adultero, qui alla offesa pudicizia Bruto apparecchiò la vendetta.
[…] Ecco il Gianicolo, e l'Aventino e il Monte Sacro dove tre volte sdegnosa ai padri si ritrasse la plebe.
[…] E questo il luogo ove, presa all'inganno, cadde oppressa sotto le armi la vergine ingannatrice:
questa la rupe Tarpea, e il censimento del popolo romano da tutto il mondo raccolto: ecco l'oca di
argento, ecco custode Giano dell'armi. Qui, sotto il nome di Statore, di Feretrio, di Capitolino, ebbe
Giove sua stanza; questa è la mèta di tutti i trionfi: qua fu condotto Perseo, di qua respinto fu Annibale,
qua fu menato Ciurgurta, sebbene altri dica ch'ei fosse in carcere ucciso qui Cesare trionfò, e qui fu
morto; qui vide Augusto nel tempio a sé prostrati i regi, a portare tributi il mondo. Vedi l'arco ed il
portico di Pompeo, il Cimbro di Mario, la colonna di Traiano sotto la quale, siccome nota Eusebio, egli
solo fra tutti gl'imperatori dentro il recinto da Roma ottenne la sepoltura. […] Là sulla via Flaminia vedi
la prova del temerario smodato lusso di Nerone nella mole della casa Augusta ove dicono alcuni ch'ei
fosse sepolto. Vedi la colonna di Antonio, e il suo palazzo presso l'Appia. […] Qui Pietro fu alzato in
sulla croce, qui si troncò il capo a Paolo, qui bruciate le carni a Lorenzo, il quale qui sepolto diè luogo a
Stefano che venivagli appresso […]. Qua si nascose Silvestro, qua dalla lebbra si mondò Costantino, qui
Callisto incontrò gloriosa morte. Ma dove m'inoltro? Posso io in questo piccolo foglio descriverti Roma
intera? E se anche il potessi, non sarebbe inutile di farlo? […] E chi a' dì nostri delle cose di Roma più
ignorante dei Romani? Mi duole il dirlo: in nessun luogo Roma è tanto poco conosciuta quanto in
Roma. Ed io ne piango non così per la ignoranza (vizio di cui pur altro non v'ha più deplorevole), come
per
la
fuga
e
per
l'esilio
che
ne
deriva
di
molte
virtù.
Conciossiachè non sia da por dubbio, che se cominciasse a riconoscer se stessa dal basso stato in cui
giace, Roma issofatto risorgerebbe.
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