Coppa america - SoloVela.net

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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Foto M. Ranchi
Coppa America
Se da un lato Ernesto
Bertarelli sta cercando di
mettere in ginocchio Russell
Coutts, dall’altro fa di tutto
per assicurare partecipanti
all’America’s Cup, aiutandoli
in ogni modo.
Tutto ciò crea maggiore
interesse sull’evento, e non solo
80 Novembre 2004
di Chiara Cioni
ussell Coutts aveva il controllo assoluto di Alinghi.
E’ stato lui che ha deciso di rinunciare agli aspetti
operativi per soddisfare i suoi bisogni economici”.
Queste, le parole di Ernesto Bertarelli, sceso in campo, dopo
un lungo silenzio stampa, con un’intervista rilasciata il 6 settembre al giornale svizzero “L’Hebdo”. Le dichiarazioni di Bertarelli smentiscono totalmente quanto affermato in precedenza dal timoniere neozelandese, che 10 giorni dopo risponde
“voglio comunque che sia chiaro che respingo categoricamen-
“R
Foto G. Cantini
te le sue dichiarazioni e sono stupefatto dal tono delle sue
accuse”. Un impietoso botta-risposta la cui posta in gioco è
per entrambi la credibilità personale e la reputazione.
Non è questa la sede per capire chi ha ragione e chi ha torto,
né è possibile farlo; quel che conta è che il grande manager e
il grande velista si sono trovati in disaccordo e hanno deciso
di intraprendere due strade diverse: una, quella di Bertarelli,
già concreta ed esplicita nel suo progetto di Coppa America e
nel team Alinghi; l’altra, potenzialmente interessante e ancora in fase di ideazione. L’intento di Russell Coutts (con a fianco Paul Cayard), di creare un circuito internazionale di regate su presupposti differenti ma paralleli rispetto alla Coppa
America, sembra infatti procedere e prendere man mano forma. Proprio a Porto Cervo, dove Coutts ha rilasciato l’intervista in risposta a Bertarelli a metà settembre, sembra si sia
svolta una riunione con Paul Cayard e Leonardo Ferragamo
volta forse (e verosimilmente) a definire un possibile coinvolgimento della Nautor nella costruzione delle nuove barche
per il circuito.
Le avveneristiche imbarcazioni, in grado di raggiungere nelle
andature portanti i 30 nodi, sarebbero caratterizzate da una
lunghezza di circa 19 metri, un’enorme superficie velica e un
Foto C. Borlenghi/Rolex
Coppa
e ControCoppa
Questa l’ipotesi della nuova
imbarcazione voluta dal duo CouttsCayard per la creazione di un circuito
internazionale di regate in match
race altamente spettacolari
equipaggio di 12 o 13 persone tutte al trapezio su terrazze fisse. L’incognita è come rendere stabili scafi di tali dimensioni e
con un equipaggio così ridotto. Una possibilità, è che le terrazze integrate allo scafo siano dotate internamente di ballast con
serbatoi d’acqua oppure con piombi in grado di spostarsi idraulicamente agli estremi o verso il centro della barca. In ogni caso, tutte le manovre saranno controllate dal pozzetto.
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GLI AMERICA’S CUPPER IN ACQUA
Sul versante Coppa America, l’esordio con l’Atto 1° di Marsiglia, che ha visto la partecipazione di 6 team di cui nessuno
italiano, ha avuto un discreto seguito dal punto di vista dell’audience televisiva (considerando la fascia oraria - purtroppo
- sfavorevole in cui l’evento è andato in onda) e pare che, oltre alla RAI, anche Sky TV si stia interessando all’acquisto dei
diritti, pur con qualche riserva. In effetti, il picco di interesse da parte dei media si è verificato in occasione della poco
sportiva tormenta del 12 settembre, che ha seriamente danneggiato le imbarcazioni di Oracle, Alinghi ed Emirates Team
New Zealand.
Fortunatamente, il team neozelandese, che aveva rischiato
(avendo una sola barca a Marsiglia) di non poter partecipare
agli Atti 2° e 3° di Valencia, ha ricevuto tutto l’aiuto possibile dall’AC Management e NZ-81 è stata recapitata per via aerea
da Auckland in Spagna il 24 settembre, appena in tempo per i
Coppa America
lavori di assemblaggio e messa a punto dell’imbarcazione.
Bertarelli, angelo custode della Coppa America, è infatti impegnato a far sì che tutto vada per il meglio e si dice che, dopo
aver aiutato nella ricerca degli sponsor Team New Zealand e
Shosholoza, stia appoggiando concretamente l’ingresso di un
consorzio tedesco nella competizione, così come, probabilmente, di altri team stranieri con qualche difficoltà a decollare (come potrebbe essere GBR, unico rappresentante della Gran
Bretagna, nazione storicamente legata alla Coppa America).
Essendoci, inoltre, già due challenger italiani in gara, è verosimile che l’AC Management tenderà a favorire l’iscrizione di
team di altre nazioni. In ogni caso, il termine dell’iscrizione
“senza mora”, scade il 17 dicembre, e non è impossibile che
entro quella data i giochi siano fatti, magari con qualche colpo di scena, come l’arrivo di concorrenti imprevisti, finora silenziosi o dati per persi per mancanza di sponsorizzazioni.
Nel frattempo, mentre dietro il sipario si definiscono i possi-
Foto Rovira/ACM
bili nuovi protagonisti della Coppa, con il 2° e il 3° Atto si è
entrati nel vivo della competizione, resa più avvincente dalla
presenza tra gli 8 team in gara, dei 2 italiani Luna Rossa e +39
e dal momentaneo parziale indebolimento dei colossi Alinghi e
Oracle, costretti a usare le barche di riserva.
Foto G. Cantini
E NEL 2005?
E’ dell’inizio di settembre la notizia secondo la quale uno degli
gli Atti previsti per il prossimo anno si svolgerà a Trapani, tra
la fine di settembre e l’inizio di ottobre e avrà il formato di 3
giorni di regate di flotta e 6 giorni di match race.
BERTARELLI VS COUTTS
Dopo quasi due mesi dalle dichiarazioni di Russell Coutts in merito ai
motivi del suo allontanamento da Alinghi (vale a dire la riduzione del
suo ruolo nel team), Ernesto Bertarelli rilascia, al giornale svizzero
“L’Hebdo”, un’intervista contenente gravi accuse a Coutts. Dieci giorni dopo, da Porto Cervo, arriva la replica del timoniere neozelandese.
Due versioni dei fatti in totale contraddizione l’una con l’altra, delle
quali riportiamo i passaggi-chiave.
ERNESTO BERTARELLI, il 6 settembre:
“Se mi sono astenuto dallo spieFoto G. Cantini
garmi fino ad ora è perché so, per
esperienza, che è molto difficile,
in queste circostanze, vincere contro Russell Coutts. A me è stato
assegnato il ruolo del cattivo; io
finanzio il team e a causa della
mia ricchezza, agli occhi del pubblico, sono quello con il coltello dalla parte del manico”.
“Avevamo messo in chiaro fin dall’inizio che se avessimo vinto la Coppa, avremmo creato due società operative: Team Alinghi che sarebbe
stato responsabile del team e avrebbe fatto capo a Russell, e America’s Cup Management (ACM) guidato da Michel Bonnefus, che sarebbe
stato responsabile della gestione dell’evento. Era stato proprio Russell
a difendere quest’idea, ed è per questo che il suo successivo voltafaccia mi lascia perplesso. Inoltre, quando dice che non gli lasciavano definire il progetto delle barche, non è vero”.
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“Dopo la vittoria a Auckland, gli ho lasciato carta bianca per ripetere
il nostro successo nel 2007. Ma a Newport a fine giugno, quando si è
rifiutato di salire a bordo, sono stato costretto ad ammettere che c’era un problema e che lui stava cercando un modo per lasciarci”.
“Quando è tornato dalle vacanze a febbraio, ho cominciato a rendermi conto che non si sentiva più impegnato con Alinghi. È venuto nel
mio ufficio e mi ha detto: “non sono più motivato, ho vinto la Coppa
tre volte, ho altri progetti, vorrei lasciare il team. Ha dato le dimissioni, ma mi sono rifiutato di accettarle”.
“Gli ho dato tutto. Aveva il controllo assoluto di Alinghi. È stato lui
che ha deciso di rinunciare agli aspetti operativi per soddisfare i suoi
bisogni economici”.
“Il salario di Russell Coutts è tra i venti più alti della Svizzera. È pagato tanto quanto le più grandi stelle del calcio di oggi. Non posso
divulgare i termini del contratto, ma ne sareste sconvolti. Il suo salario non è inferiore a quello dei principali amministratori delegati
della Svizzera”.
“La verità è che con Michel Bonnefous il nostro interesse sta nel preparare un bellissimo evento per il 2007, mentre Russell Coutts voleva
fare molti soldi. A novembre aveva già ricevuto il 75% dell’enorme paga che avevamo concordato per la Coppa del 2007”.
“Russell Coutts e Alinghi Holding si rivedranno in tribunale. Combatterò con tutto me stesso per difendere i principi di integrità e lealtà.
Se la gente lo capisce, bene; se no, peccato. Ma io so che questo è
l’unico modo per costruire il futuro e per difendere il team”.
RUSSELL COUTTS, il 16 settembre:
“In questo momento, sto valutando
Foto Forster/Rolex
tutte le azioni legali possibili. Ma voglio comunque che sia chiaro che respingo categoricamente le sue dichiarazioni e sono stupefatto dal tono delle sue accuse. Francamente sono sorpreso dal modo in cui Ernesto sta cercando di riscrivere ciò che è accaduto”.
“Ernesto Bertarelli ha dichiarato di essere stato sorpreso dalla mia decisione di non partecipare alla regata di Newport. Ma rimane il fatto che
io l’avevo informato, con sufficiente anticipo per scritto e per via orale, della mia intenzione di non partecipare e delle mie motivazioni”.
“Ho cominciato quest’avventura con Alinghi con molto impegno. Contrariamente a quanto ha recentemente dichiarato Ernesto Bertarelli, i
nostri problemi derivano dal suo stile di management e dal mancato
rispetto dei suoi obblighi contrattuali. Dopo il nostro successo nel
2003, mi aspettavo di continuare a ricoprire un ruolo centrale nella
leadership del team e di essere coinvolto in tutte le decisioni strategiche, ma questo mi è stato negato”.
“Sono stupefatto che Ernesto abbia pubblicamente fatto riferimento
al mio stipendio e credo che sia un comportamento irresponsabile da
parte di un datore di lavoro.(...)Avevamo concordato il mio stipendio
molto tempo fa ed era più o meno lo stesso di quello stabilito per la
nostra vittoriosa avventura del 2003. E’ totalmente ridicolo suggerire
che il mio stipendio sia in qualsiasi modo paragonabile a quello di un
campione di calcio.(...)Inoltre, è sorprendente che Ernesto stia ora
creando un problema riguardo a questo, mentre sosteneva con insistenza nelle sue precedenti dichiarazioni che il denaro non era la motivazione all’origine del nostro litigio”.
“E’ totalmente falso che io non avessi avuto più motivazione e che
avessi chiesto di potermi dimettere: un’altra stupefacente dichiarazione che Ernesto Bertarelli ha ripetuto in molte successive interviste.
Dubito che chiunque abbia lavorato con me nelle ultime tre vittorie
della Coppa America o in qualunque altro progetto velico mio, crederebbe a questo. Perfino Ernesto sembra non crederci: se fosse stato il
caso, non avrebbe cambiato le regole per escludermi dalla partecipazione all’edizione del 2007.(...)Si deve capire bene che le clausole restrittive nel mio contratto hanno cessato di essere in vigore nel momento in cui Ernesto Bertarelli ha terminato il nostro rapporto di lavoro, in modo non giustificato. Questo spiega perché lui ha stabilito
una nuova regola nel protocollo della Coppa America, per escludermi
dalla partecipazione alla competizione, solo 10 giorni prima di avermi congedato. Mi oppongo a questa esclusione e credo che la nuova
regola non sia leale. E’ negativa per il nostro sport in generale, anche
se è chiaramente mirata a me.(...)Il fatto è che io amo la Coppa America. Ho lavorato duro per Alinghi e sono fiero dei risultati ottenuti
dal nostro team. Sto cercando di mantenere un comportamento adeguato e di evitare questi confusi battibecchi pubblici. Purtroppo i recenti attacchi di Ernesto sono un tentativo gratuito di danneggiare la
mia reputazione e continuerò a rispondere a queste false dichiarazioni per proteggermi”.
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Foto G. Cantini
Coppa America
Foto Ferri
Foto C. Borlenghi/ACM
In questa foto, James
Spithill, il timoniere
ufficiale del Team
Luna Rossa. Accanto,
Marco Tronchetti
Provera è entrato nel
Team di Bertarelli non
come semplice sponsor
ma come socio.
Sotto, Lorenzo Rizzardi
a bordo della sua
“+39” durante le
regate dell’Atto 2
a Valencia
di Claudio Maletto) anche il team progettuale, che schiera tra gli altri lo statunitense
Bruce Nelson e l’italiano Roberto Biscontini
(ex di Oracle e con tanti anni di esperienza in
Coppa America).
+39
gretario agli Interni. Tramite tra l’Italia e l’AC Management
sarà, con ogni probabilità, Sviluppo Italia.
NEWS DAI TEAM
Luna Rossa
Foto C. Borlenghi/ACM
Grazie all’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, di
un disegno di legge di sostegno economico a “Trapani 2005”,
la Coppa America a Trapani è stata dichiarata “grande evento di
interesse nazionale”, fatto che accelererà lo stanziamento dei
finanziamenti. Settanta milioni di euro sono il budget per le infrastrutture, già previsto in precedenza dal Governo, cui si aggiunge l’apporto della Regione Sicilia in merito alle spese organizzative generali: al Comune di Trapani resterà il compito di
occuparsi dei lavori di adeguamento urbano.
“Con l’AC Management, la società svizzera di Alinghi del patron
Bertarelli, abbiamo già un accordo in mano: ora si tratta di siglare il contratto definitivo e dare il via alla costruzione delle
opere finali” ha dichiarato il Senatore Antonio D’Alì, Sottose84 Novembre 2004
Accettata come sfidante ufficiale il 19 agosto, Luna Rossa ha fatto
il suo ingresso trionfale in Coppa America forte, come annunciato alla presentazione ufficiale del team svoltasi il 24 settembre, di un
nuovo socio: il Gruppo Telecom Italia, che ha acquistato il 49% di
Luna Rossa Challenge, oltre ad avere finanziato, nell’ulteriore veste
di sponsor, l’esposizione dei propri loghi (Tim, Alice e Gruppo Telecom Progetto Italia) sulle vele, mentre lo scafo sarà riservato al logo Prada. L’entrata in scena nel team Luna Rossa di uno dei più forti gruppi industriali in Europa, non solo nella veste di sponsor, ma
anche nella ben più rivoluzionaria veste di socio, inaugura forse un
nuovo tipo di realtà manageriale-sportiva, nella quale lo sponsor
sceglie di essere parte in causa nelle scelte e nelle decisioni del
team. “Staremo al loro fianco, collaborando su tutto”, dichiara il
presidente del gruppo Marco Tronchetti Provera, “daremo con determinazione l’apporto che un socio può dare”.
Sempre in occasione della presentazione del team allo Yacht Club
Italiano di Genova, è stata ufficializzata la nomina di timoniere per
il ventiquattrenne James Spithill, ex di One World, che ha portato
con sé numerosi membri del vecchio team americano.
Pare inoltre che il palermitano Francesco Bruni, brillante olimpionico di Star, abbia firmato, anche per questa edizione, con Luna Rossa e che il suo ruolo di tattico o di stratega dipenderà dalla partecipazione, ancora non certa, di Torben Grael alla Volvo
Ocean Race; mentre Michele Ivaldi è stato presentato ufficialmente come navigatore.
Rinnovato rispetto alla scorsa Coppa (tranne che per la presenza
Il team dopo aver terminato la prima sessione di allenamento a Palermo (Villa Igiea) si è
diretto a Valencia, dove è rimasto circa un
mese in occasione degli Atti 2° e 3° e di
qualche allenamento in mare spagnolo. Per
l’occasione +39 ha fatto arrivare a Valencia
ITA-59, ex Be-Happy, la barca del consorzio
svizzero del 2000, poi passata ad Alinghi, che
in 5 mesi l’ha totalmente modificata (eliminando l’innovativa doppia chiglia e passando alla più tradizionale monochiglia) e resa velocissima.
Oltre a questa imbarcazione, certamente più competitiva e fungibile rispetto alle due barche della Sailing Academy ormeggiate al marina di Villa Igiea, +39 aspetta già per la prossima primavera la prima barca nuova (disegnata da Ceccarelli), con la quale sarà possibile fare i primi speed test al fianco di ITA-59.
Caratterizzato da una spropositata presenza olimpica, secondo il
desiderio di Luca Devoti, il team schiera grandi talenti, ma tutti
singolisti e senza esperienza di match race e di Coppa America.
Si tratta quindi di una vera e propria sfida per questi ragazzi, consapevoli, come afferma il tattico Xavier Rohart (bronzo ad Atene
e campione del mondo Star), che “l’esperienza è qualcosa che
dobbiamo urgentemente conquistare”, ma che “alla fine si tratta
sempre di vela, di vento, di mare e di strategia. Credo che faremo un buon lavoro”. Intanto +39, con mirabile contropiede, si è
fatta sponsor, insieme alla Provincia Regionale di Palermo, del Palermo Calcio: il logo del team appare già sulle magliette dei giocatori della squadra siciliana.
Team New Zealand
Dopo l’incidente del 12 settembre a Marsiglia il team neozelandese
si è ritrovato con la sfortunata NZL-82, già vittima di seri problemi strutturali nella scorsa Coppa (molti dei quali causati dalla presenza della hula), pesantemente danneggiata, mentre la barca di riserva, NZL-81 (anch’essa dotata della rivoluzionaria appendice), è
stata velocemente trasportata a Valencia, in tempo per la partecipazione agli Atti di ottobre. Ad Auckland resta la ex GER-68, che
non essendo mai stata varata avrà bisogno di molto lavoro per essere messa a punto. Nel frattempo continua l’impegno dei progettisti (tra i quali, recentemente arrivati, il dominatore assoluto del-
Foto C. Borlenghi/ACM
Sopra, Xavier Rohart il
francese campione di Star
neo acquisto del Team +39.
Sopra a destra, Dean Barker
confermato alla guida di
Team New Zealand.
A destra, Geoff Meek
manager del Team
Shosholoza
le ultime stagioni IMS, Marcelino Botin e l’italiano Giovanni Belgrano, strutturista
specializzato in materiali
compositi) volto a presentare per l’inizio del 2006 una
delle due barche con cui il
team parteciperà, tra aprile
e giugno 2007, alla 32a ediFoto C. Borlenghi/ACM
zione della Coppa.
In occasione degli Atti di Valencia il team neozelandese si è arricchito dell’apporto di due fuoriclasse, entrambi assenti a Marsiglia: il freschissimo oro olimpico di Finn, Ben Ainslie, e lo statunitense Terry Hutchinson, recente campione mondiale di Farr 40.
Shosholoza
Con pochi membri, un piccolo budget e molta simpatia, il primo
team africano in Coppa America descrive così, per bocca del patron
Salvatore Sarno, il senso di questa prima partecipazione e dello spirito del team: “dato che questa volta non riusciremo a portare l’America’s Cup in Sudafrica, dobbiamo almeno portare un pezzetto di
Africa nell’America’s Cup”.
Per i primi tre Atti della Coppa è stato ingaggiato Andy Green, Novembre 2004
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Foto C. Borlenghi/ACM
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In questa foto,
Thierry Peponnet al
timone di KChallenge.
Sotto, “parata” di
timonieri e team
manager, in
occasione della
premiazione delle
regate di Valencia
ex di GBR Challenge, come allenatore per l’equipaggio, formato principalmente dai migliori appassionati velisti del Sudafrica.
K-Challenge
Ufficialmente accettato come sesto challenger il 3 settembre, il consorzio guidato da Thierry Peponnet ha schierato per questi primi Atti un equipaggio per l’80% francese, ma prevede di contare più
avanti sulla partecipazione e sull’apporto di una rilevante componente anglosassone, ritenuta fondamentale dallo stesso Peponnet.
Ancora indietro con il budget, K-Challenge spera di trovare gli sponsor partecipando agli Atti.
El Reto
Il nuovo consorzio spagnolo, presentato il 9 agosto a Palma di
Maiorca da Augustìn Zulueta e José Luis Doreste, avrebbe dovuto
Coppa America
partecipare agli Atti di Valencia, ma la promessa non è stata mantenuta a causa di qualche ritardo nelle trattative con gli sponsor.
Con un obiettivo di budget di 60 milioni di euro, pare che El Reto
abbia già acquistato una delle barche incluse nell’ambitissimo pacchetto di One World (per il quale venivano chiesti complessivamente 15 milioni di dollari), già smembrato con la vendita ad altri consorzi di attrezzature varie.
GBR Challenge
Dopo avere iniziato a lavorare nei primi mesi dell’estate con buona
parte dell’equipaggio della precedente Coppa, GBR Challenge si è
fermato per la mancanza di risorse economiche (situazione che ha
creato un certo malcontento nelle file del sailing team) ed è tuttora alla ricerca di sponsor. Nuove opportunità sembravano profilarsi
con l’uscita della Jaguar dal circuito di Formula 1 e il probabile conseguente avvicinamento dei relativi sponsor alla Coppa America. Ma,
nonostante le trattative con quest’ultimi siano state anteposte alla
presenza e partecipazione di GBR agli Atti di Valencia, sembra al
momento che i risultati dell’operazione non siano arrivati.
Fronte italiano
Dopo il fallimento delle trattative di Mascalzone Latino con Pedro
Campos per la creazione di un team italo-spagnolo, non c’è ancora nulla di nuovo sul fronte italiano per un possibile terzo challenger: Italian Challenge, Mascalzone Latino e Marco Polo Challenge, anche se in fasi diverse del completamento del budget, non
hanno ancora concluso le trattative con i potenziali sponsor. At
tendiamo trepidanti.
Foto C. Borlenghi/ACM
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