Oltre il 70% dei detenuti ha problemi di salute

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Oltre il 70% dei detenuti ha problemi di salute
INDAGINE L'Agenzia regionale di sanità ha monitorato tutta la popolazione carceraria dellaToscana
Oltre il 70% dei detenuti
ha problemi di salute
La popolazione detenuta
nelle carceri toscane? È
giovane (età media 38,5
anni), con basso livello di
istruzione, composta per la metà
da stranieri (i nord africani sono
il gruppo etnico più
rappresentato) e per la quasi
totalità (96,5%) maschile.
Nonostante l'età media sia così
bassa, oltre il 70% dei detenuti
sono comunque affetti da
almeno una patologia:
soprattutto disturbi psichici,
malattie infettive e disturbi
dell'apparato digerente.
Questi i dati generali emersi
dall'indagine che l'Ars (Agenzia
Regionale di Sanità) Toscana ha
condotto nel 2012, in
collaborazione con il Servizio
sanitario regionale, per verificare
lo stato di salute della
popolazione detenuta nelle
carceri toscane. I risultati
dell'indagine sono stati
presentati da Francesco
Cipriani, direttore Ars Toscana,
Fabio Voller, dirigente Ars
Toscana e curatore dell'indagine,
e Barbara Trambusti, dirigente
assessorato diritto alla salute.
L'indagine dell'Ars ha raccolto le
informazioni sociodemografiche e cliniche di
3.329 detenuti (cioè quasi l'80%
dei presenti in Toscana alla data
del 21 maggio 2012). Tra l'altro
è in fase di implementazione il
progetto regionale di cartella
clinica penitenziaria
informatizzata. Si tratta di una
cartella sanitaria informatizzata
che è stata installata presso tutti
gli istituti penitenziari toscani,
attraverso la quale - una volta a
regime - sarà possibile
monitorare in modo sistematico
lo stato di salute dei pazienti
detenuti e gestire i loro
trattamenti sanitari (visite, cure
e somministrazione di farmaci),
garantendo privacy e sicurezza.
DISTURBI DI SALUTE
MENTALE . Analizzando più in
dettaglio i dati emersi
dall'indagine condotta nel 2012,
emerge che - in linea con
quanto affermato
dall'Organizzazione mondiale
della sanità - i detenuti sono
affetti soprattutto da disturbi di
natura psichica: le malattie
psichiche rappresentano il 41 %
di tutte le patologie riscontrate,
prime per frequenza in tutti e 3 i
principali gruppi etnici che
compongono la popolazione
detenuta (italiani, nord africani,
est europei). «Fra i disturbi
psichici - precisa Fabio Voller,
dirigente Ars Toscana prevalgono i disturbi da
dipendenza da sostanze
(diagnosticati nel 52,5% dei
detenuti affetti da disturbi
psichici) e i disturbi nevrotici e
di adattamento (28,4% dei
detenuti). Rispetto all'indagine
Ars del 2009, le diagnosi di
disturbi psichici sono
aumentate, a fronte invece di
una riduzione complessiva delle
patologie: tale aumento è
dovuto esclusivamente alla
diagnosi di tossicodipendenza
che, a distanza di 3 anni, è
aumentata di quasi 15 punti
percentuali. Un aumento così
marcato del disturbo da
dipendenza, difficilmente
spiegabile attraverso uno studio
epidemiologico come il nostro,
è comunque in linea con i dati
di altre recenti indagini anche
internazionali».
MALATTIE APPARATO
DIGERENTE, INFETTIVE E
PARASSITARIE . Ai disturbi di
salute mentale seguono per
frequenza i disturbi
dell'apparato digerente (14,4%
- in particolare del cavo orale) e
le malattie infettive e
parassitarie (11,1%). Fra le
malattie infettive uno dei
problemi maggiori è l'epatite C
(probabilmente legata alla
tossicodipendenza), che
incredibilmente riguarda in
misura maggiore i detenuti
italiani (ma questo potrebbe
dipendere solo dalla maggiore
reticenza degli stranieri a
sottoporsi agli screening
infettivologici). Per quanto
riguarda l'HIV, solo l'1,2% dei
detenuti toscani risulta HIV
positivo, dato nettamente
inferiore a quello internazionale
medio (10%), ma anche a
quanto riportato da un recente
studio multicentrico svolto in 9
strutture italiane attraverso la
valutazione sierologica. La
spiegazione: un numero elevato
di detenuti in Toscana non è a
conoscenza della patologia e
probabilmente, non dando il
proprio consenso allo screening,
aggrava la propria condizione
clinica e diventa un'importante
fonte di contagio. Altre due
patologie che interessano la
popolazione detenuta sono la
tubercolosi (TBC) e la sifilide.
TENTATO SUICIDIO E
AUTOLESIONISMO . I tentativi
di suicidio ed i gesti di
autolesionismo rappresentano
un'emergenza nel sistema
carcerario italiano, così come in
quello di molti altri paesi. Ma la
situazione nelle carceri toscane è
migliore rispetto a quella
italiana: nel corso dell'ultimo
anno nelle carceri toscane il
6,1 % dei detenuti visitati ha
messo in atto un gesto di
autolesionismo (in Italia è il
10,6% sul totale dei detenuti),
mentre l'1,3% (44 soggetti) ha
tentato il suicidio (in Italia la
frequenza di tentati suicidi è
dell'1,9% sul totale dei
detenuti). Il 95% dei detenuti
toscani che ha tentato il suicidio
ha una diagnosi di malattia di
tipo psichiatrico,
prevalentemente legata al
disturbo da dipendenza da alcol
o sostanze (70%).
PERMANENZA IN CELLA E
ATTIVITÀ LAVORATIVA.
Nonostante le strutture
penitenziarie toscane
organizzino in media 5 ore di
attività fisica (a cui partecipano
però poco più del 40% dei
detenuti), la permanenza
giornaliera in cella rimane
davvero molto elevata: i
detenuti trascorrono infatti
mediamente in cella oltre 17 ore
al giorno. Il 33,9% svolge
un'attività lavorativa o manuale
durante la detenzione. Da una
prima analisi sembra che i
detenuti che svolgono un
qualche tipo di attività, pur in
stato di coercizione, hanno una
salute migliore rispetto agli altri.
MINORI AUTORI DI REATO.
Fra i minori detenuti nelle
carceri toscane, 78 sono i ragazzi
che durante il periodo indice
hanno avuto accesso alle
strutture, di cui 51 sono maschi.
Solo il 29,5% di loro è italiano,
la fascia di età più rappresentata
è quella 16-17 anni ed oltre il
30% dei ragazzi detenuti
presentano una patologia: si
tratta soprattutto di problemi di
dipendenza da sostanze (in
misura maggiore rispetto ai loro
coetanei liberi).
S.P.