Le donne alla guida delle carceri: umanità e fermezza

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Le donne alla guida delle carceri: umanità e fermezza
Data
LA STAMPA
Pagina
Foglio
27-02-2017
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Dirigono sei istituti penitenziari su dieci:"11 segreto è ottenere la fiducia dei detenuti"
Le donne alla guida delle carceri: umanità e fermezza
LINDA LAURA SABBADINI
n Italia fra i direttori di carcere le donne sono
la maggioranza: il 60%. «Vinciamo di più i
concorsi, come succede in magistratura» dice Silvana Sergi, che dirige Regina Coeli, 905 de­
tenuti, tutti uomini. Della situazione delle carceri
si parla troppo poco nel nostro Paese. Continuia­
mo ad avere indici di affollamento non sostenibi­
li, con 19 detenuti in più ogni 100 posti disponibili
effettivi, cioè eliminando le celle non utilizzabili.
CONTINUAAPAGINA 13
Marco Sodano APAGINA 13
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La rubrica: "È sempre 1'8 marzo"
Sul sito l'Occhio dei lettori
Testimonianze da raccontare
Storie scritte da donne e uomini
Raccolte di filmati e fotografie
La Stampa per la parità
'
MARCO SCJDANO
sempre 1'8 marzo per il
semplice fatto che è ne­
cessario un 8 marzo.
Della parità (o delle disparità)
tra donne e uomini, diciamolo,
non dovremmo neppure discu­
tere: come non si discute del
fatto che il cielo è azzurro o che
l'acqua è bagnata. Se lo faccia­
mo, se servono attenzione e so­
lidarietà, vuol dire che stiamo
perdendo l'occasione di essere
un mondo migliore.
Per questo La Stampa co­
mincia oggi, senza aspettare la
data giusta, una serie parallela
- sul giornale e sul sito - che af­
fronterà il tema. È sempre 1'8
marzo sotto tutte le angolatu­
re possibili, una festa della
donna permanente. Sul sito
apriamo un Occhio dei lettori
(lo strumento che usiamo per
scrivere il giornale insieme
con voi) per raccogliere le vo­
stre storie: testimonianze con
cui vorremmo costruire un
grande racconto comune. E
poi la rubrica: scritta dalle
donne e dagli uomini perché
questo è un tema che riguarda
tutti, e pensata con l'intento dì
scandagliare l'orizzonte di un
pregiudizio duro a morire, di
sfatare i miti fasulli di cui spes­
so ci nutriamo inconsapevol­
mente, di sottolineare le picco­
le cose che si possono fare tutti
i giorni e le cose grandi che
�
non si fanno per cattiveria o
per distrazione, per leggerez­
za o per ignoranza. Accanto,
tutto quello che troveremo.
Raccolte di fotografie, filmati,
storie che raccontino le donne.
Senza andare più indietro de­
gli ultimi due anni: Angela Me­
rkel e Theresa May guidano la
Germania e la Gran Bretagna,
abbiamo seguito per duecento
giorni le imprese di Samantha
Crìstoforetti nello spazio e se­
guito la campagna elettorale
di Hìllary Clinton fino all'ulti­
ma battuta.
Troppo spesso nei resoconti
su queste grandi personalità sì
sottolinea ancora - sia pure
con ammirazione - il fatto che
sì tratta di donne. La prima
donna cancelliera, la donna
che è stata più a lungo nello
spazio, la (mancata per un sof­
fio) prima donna presidente
degli Stati Uniti.
Il pensiero razionale ci dice
che siamo tutti uguali, donne e
uomini, che pensarlo è civiltà.
Nella vita reale le cose non
stanno così, e allora per La
Stampa è sempre 1'8 marzo. In
attesa del giorno in cui una ru­
brica del genere non avrà più
motivo di essere.
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