E tu, mi ami? - S. Maria della Consolazione

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E tu, mi ami? - S. Maria della Consolazione
TU CI ATTENDI, SIGNORE
Quanta pazienza hai, Signore.
Siamo lontani anni luce dal tuo cuore, e tu ci attendi.
Siamo indifferenti, miscredenti o arrabbiati con te.
E tu ci attendi.
Siamo invischiati nei nostri pasticci,
affezionati ai nostri vizietti,
perennemente indecisi
sulla radicale svolta da dare alla nostra vita.
E tu ci attendi.
Siamo peccatori disillusi,
ormai convinti di non poterci sganciare
dalle nostre abitudini insane.
E tu ci attendi.
Non hai fretta,
perché il tempo è l’opportunità che ci hai dato.
Ma la tua presenza vigile, sulla riva,
ci dice che sei sempre interessato a noi.
Tu hai le soluzioni, basterebbe chiedertele.
Sai dove dirigere la barca per una buona pesca.
Hai condiviso il nostro cammino,
in tutto comprendi l’umanità.
Sta a noi, ora, non indugiare.
Gettare alle spalle i timori, le abitudini, i freni inutili.
Fare un tuffo in acque pericolose, ma con fiducia:
diverranno nostre amiche, perché ci condurranno a te.
Tu ci attendi, fedele all’appuntamento, dalla solidità della riva.
Beati noi, se sapremo non farti aspettare troppo.
Fortunati noi, perché gusteremo la tua salvezza già in questa vita,
incontrando pace e serenità in questo mondo imperfetto.
E avviandoci risoluti, senza rimpianti e paure,
verso il tuo mondo infinito.
PARROCCHIA S. MARIA DELLA
CONSOLAZIONE
SALERNO
BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
3ª settimana del
Tempo di Pasqua
10-17 aprile 2016
E tu, mi ami?
A scanso di equivoci, le letture di oggi ci mettono in guardia. La vita
non è sempre facile. Ci saranno tempi in cui il lavoro non porterà
frutto; notti in cui non vedremo soluzioni; situazioni in cui ci
sentiremo soli. Forse, in quanto seguaci di Gesù, potremo essere
osteggiati, oltraggiati o flagellati. La storia del cristianesimo, anche
recente, è piena di fatti simili, e non ne fece difetto neppure la prima
comunità.
Eppure gli Apostoli non indietreggiarono, convinti che bisognasse
«obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini». Anzi, furono lieti di
«essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù».
Dove trovavano la forza di quella testimonianza, continuata da
innumerevoli martiri nella storia? Indubbiamente nella vicinanza
dello Spirito Santo e nella fede nel Signore Risorto.
Nel Vangelo si racconta che Gesù, per quanto non immediatamente
riconosciuto, non era lontano: attendeva sulla riva. Aveva i giusti
suggerimenti e non avrebbe lasciato mancare il cibo quotidiano, purché
fosse condiviso. Il curioso siparietto tra Gesù e Pietro, con finezza
psicologica raggiunge il cuore del cristianesimo. Ciò che conta è
l’amore. Nella Chiesa di ogni tempo i pastori dovranno
essenzialmente voler bene alle pecore che saranno loro
affidate. Per amore saranno disposte ad accompagnarle, a
comprenderle, a sostenerle, a guidarle. E questo compito potrà
passare attraverso la perdita e la persecuzione, giungendo sempre
al momento di umiltà del dover lasciare il proprio compito ad
altri. In tutti questi momenti, la roccia dove ancorare la propria azione
sarà Cristo. E aiuterà pensare rivolte a sé le sue parole accorate:
«Tu, mi ami?»
CALENDARIO LITURGICO SETTIMANALE
3ª settimana del Tempo di Pasqua e della Liturgia delle Ore
3ª DI PASQUA
At 5,27b-32.40b-41; Sal 29 (30); Ap 5,11-14; Gv 21,1-19
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.
R Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Opp. Alleluia, alleluia, alleluia.
S. Stanislao (mf)
At 6,8-15; Sal 118 (119); Gv 6,22-29
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo
che rimane per la vita eterna. R Beato chi cammina nella
legge del Signore. Opp. Alleluia, alleluia, alleluia.
At 7,51–8,1a; Sal 30 (31); Gv 6,30-35
Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
R Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
S. Martino I (mf)
At 8,1b-8; Sal 65 (66); Gv 6,35-40
Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e
crede in lui abbia la vita eterna. R Acclamate Dio, voi tutti
della terra. Opp. Alleluia, alleluia, alleluia.
At 8,26-40; Sal 65 (66); Gv 6,44-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
R Acclamate Dio, voi tutti della terra.
At 9,1-20; Sal 116 (117); Gv 6,52-59
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
R Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
At 9,31-42; Sal 115 (116); Gv 6,60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
R Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha
fatto?
4ª DI PASQUA
At 13,14.43-52; Sal 99 (100); Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30
Alle mie pecore io do la vita eterna. R Noi siamo suo popolo,
gregge che egli guida. Opp. Alleluia, alleluia, alleluia.
SAC MARCO RUSSO
10
DOMENICA
LO 3ª set
11
LUNEDÌ
LO 3ª set
12
MARTEDÌ
LO 3ª set
13
MERCOLEDÌ
LO 3ª set
14
GIOVEDÌ
LO 3ª set
15
VENERDÌ
LO 3ª set
16
SABATO
LO 3ª set
17
DOMENICA
LO 4ª set
Giornata nazionale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore SS. MESSE
• ORE 9.00 NARCISO DA GIULIANO
• ORE 10.30 MARIAFRANCESCA DA PASQUILE
ORE 12.00 ROSA E ANIELLO DA SPIEZIA
• ORE 19.00 CARMINE MIMMO ELENA MARIAROSA DA BUONPRISO
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 RAFFAELE DA AMATO
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 MICHELE DA MELUCCI
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 GIUSTINO E LUIGI DA DEL DUCA
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 ANNA DA PORFIDO
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 COLOMBA E PIETRO DA AMATO
SS. MESSE
ORE 9.00
ORE 19.00 GIOVANNI DA MANZO TRIGESIMO
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni SS. MESSE
• ORE 9.00 NINO SILVIO E GIOVANNI DA CIONFRINI
• ORE 10.30 GIULIANO DA GIULIANO
ORE 12.00 MATRIMONIO DANILO E FEDERICA SEGUE BATTESIMO DI
MATTIA
ORE 19.00 SILVANA E GIOVANNA (CERONE) – GIUSEPPE 1°
ANNIVERSARIO
Gesù ci attende sulla riva
Quanto è incoraggiante quest’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, presentato oggi dalla liturgia! Gli studiosi della Bibbia ci
dicono che si tratta di un’aggiunta successiva, quasi una carezza conclusiva alle prime comunità cristiane per i periodi di fatica, di
difficoltà e di dubbio.
I protagonisti sono 7 (la “completezza”), ma non tutti sono chiamati per nome: non si tratta solo di famosi o privilegiati.
Sono tornati al lavoro precedente la sequela di Gesù, necessario per il proprio sostentamento. Vanno a pescare nel tempo più
adatto, quello notturno, ma non prendono nulla. È notte anche nel cuore e nell’anima, nell’entusiasmo che si sta
spegnendo.
Ma c’è un uomo sulla riva che li spinge a insistere, dando un’indicazione concreta. Sulla fiducia gettano le reti, ed è pesca
grande. Ora comprendono: è il Signore risorto che li attende sulla riva, per mangiare con loro. Non c’è bisogno di spendere
tante parole: si gode della presenza di Gesù, forse dispiaciuti per aver dubitato.
L’incarico a Simon Pietro è chiaro fin dal primo capitolo del Vangelo di Giovanni. Qui Gesù, con un fine percorso psicologico, vuole
renderlo più consapevole di ciò che è importante per guidare i fratelli. “Simone figlio di Giovanni, mi ami?”. Quante volte
diciamo di voler bene a qualcuno, ma con una certa superficialità! Pietro ha davanti chi ha dato la vita per lui, che gli chiede
conferma: “Mi ami?”. Sì, ora ha capito. Ce la metterà tutta per guidare “il suo gregge”, per amore suo. Gesù, però, insiste per la
terza volta. Pietro è “addolorato”, ma dà la risposta migliore: “Tu conosci tutto. Sai che ti voglio bene”. Finalmente ha capito:
Dio vede l’intenzione del cuore, e da lì nasce l’amore. È questo che veramente conta.
La voce di un vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa
"Il mondo è nato dall'amore, è sostenuto dall'amore, va verso l'amore ed entra nell'amore".
La terza volta che Gesù si manifesta ai suoi, dopo la risurrezione, è densa di avvenimenti e di insegnamenti.
Egli si ferma sulla riva del lago a cuocere il pesce per loro, e a presentarsi ancora come uno che serve, perché il Risorto è tutto
Amore, Spirito vivificante. Ed è sull’amore che interroga Pietro. Non è un esame, ma solo una triplice affettuosa
richiesta, all’uomo che per tre volte l’aveva rinnegato e che ciò nonostante doveva essere la prima pietra della sua
Chiesa.
Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po’ tutti noi poveri mortali, si erge maestosa e commovente la
fedeltà adamantina di Gesù all’uomo che aveva scelto.
Ma a tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice cioè che, se
erriamo, Gesù, una volta ravveduti, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il
quale Dio ci ha creato. Questa è la misericordia di Dio! Pietro, forgiato dalle umiliazioni della tristissima prova fallita, si
abbandona totalmente a Gesù. Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: “Signore, tu
sai tutto, tu sai che ti amo” (Gv 21,16).