Martiri e Contromartiri di Piazzale Loreto

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Martiri e Contromartiri di Piazzale Loreto
Martiri e Contromartiri di
Piazzale Loreto
Nel nuovo lavoro di Luciano Garibaldi e Emma Moriconi
viene raccontata in modo curato e dettagliato, una delle
pagine più orribili della storia d'Italia
Ho iniziato a leggere “Mussolini, sangue a piazzale Loreto” dalla fine. Ovvero dalle
pagine in cui gli autori, Luciano Garibaldi ed Emma Moriconi, hanno raccolto
numerose fotografie (raccolte da Giorgio Festa e donate a Garibaldi, alcune delle
quali fino ad ora inedite) di quell'orrore che, dal 29 aprile 1945, macchia
indelebilmente la storia d'Italia. Le ho guardate una per una, faticosamente. Lunghi
istanti, in cui quei momenti terribili si sono impressi con l'evidenza e la forza delle
immagini riescono a dare, si sono impressi nella mia mente. Le ho guardate senza
odio. Per capire e comprendere tutta la verità Quella che le parole degli autori,
misurate, dettagliate e documentate, hanno usato per raccontare i fatti.
Nella prima parte di questo volume, recentemente pubblicato dalla Herald Editrice,
uno storico di chiarissima fama come Luciano Garibaldi (quaranta i libri da lui fino
ad ora pubblicati, alcuni dei quali diffusi anche all'estero) ha ripercorso, con
precisione e chiarezza, gli eventi che, nell'agosto 1944, hanno avuto come teatro
piazzale Loreto. Una “protostrage” che ha visto morire, a causa dell'esplosione di
un ordigno piazzato nei pressi di un camion tedesco che distribuiva latte e generi
alimentari, cinque soldati germanici e dieci civili. L'episodio, poco noto ai più, è
ricostruito attraverso le varie versioni sullo stesso, a volte contrastanti, che l'autore
non manca di riportare.
E' in seguito a quei fatti che il 10 agosto 1944, viene messa in atto una
rappresaglia. Quindici persone (tante quante quelle rimaste uccise appena due
giorni prima), detenute nel carcere di San Vittore, furono fucilate a piazzale Loreto.
Di quei martiri Garibaldi propone una breve ma dettagliata biografia, tratta dal testo
“10 agosto 1944. L'unica vera strage di Piazzale Loreto”, postato sulla pagina
facebook di “Italia libera, civile e laica. Italia antifascista”.
A fronte di tale strage, la sanguinosa logica del “sangue chiama sangue” voleva
che “quindici erano stati i martiri di piazzale Loreto e quindici dovevano essere i
gerarchi fascisti da uccidere nella stessa piazza per saldare il conto”. Una logica
che “grosso modo – scrive Garibaldi – corrisponderà alla realtà dei fatti, sia pure
con l'imprevisto di tre salme in più: Claretta Petacci, suo fratello Marcello Petacci e
Achille Starace”.
Sulla fine di Benito Mussolini e dei gerarchi di Salò esistono tantissime
ricostruzioni. Nel libro se ne sottolinea in particolare una, quella di Urbano Lazzaro,
nome di battaglia “Bill” (la cui intervista, realizzata da Garibaldi e pubblicata nel
1997 su Il Borghese, è pubblicata in fondo al volume). “Bill” è il vicecommissario
politico della 52° Brigata Garibaldi, colui che ha scoperto ed arrestato Mussolini. E
nel 1993 dà alle stampe un memoriale dall'eloquente titolo “Dongo. Mezzo secolo di
menzogne”. Una testimonianza importantissima, che ricostruisce dettagliatamente
quegli ultimi giorni di aprile, senza trascurare le ombre e le critiche ai metodi del
“colonnello Valerio” (il “giustiziere” giunto da Milano per uccidere Mussolini e i
gerarchi). Garibaldi la ripropone e la integra, raccontando quanto avvenne a
Dongo.
Dopo l'esecuzione, continua l'autore, il macabro corteo fino a piazzale Loreto, dove
le salme dei giustiziati vengono gettate nello stesso punto in cui erano stati fucilati i
martiri del 10 agosto 1944. E' la notte tra il 28 e il 29 aprile 1945. Alla quale segue
l'orrore e lo scempio che tutti purtroppo conosciamo. Un orrore che dura per tutta la
mattina del 29: “il carnaio ebbe termine alle 14, allorché – scrive Garibaldi –
arrivarono a piazzale Loreto le camionette della Divisione americana Rainbow”.
Poco dopo “i corpi dei contromartiri furono caricati su vari furgoni e trasferiti
all'obitorio”, da “dove ebbe inizio la loro lunga e triste odissea cimiteriale”.
Di loro ha scritto Emma Moriconi, che ripropone in questo volume i “Ritratti”
pubblicati sul nostro Giornale d'Italia. Con una penna attenta, sensibile e rispettosa
della storia, Emma descrive brevemente ma esaurientemente le loro storie,
componendo un mosaico di uomini e donne che, comunque la si pensi, meritano
verità e memoria. Ed è sempre Emma che, in “Da piazzale Loreto a Campo X”,
ripercorre le vicende che seguono la macabra esposizione dei corpi. Vicende che,
per molti aspetti, risultano ancora oggi confuse e misteriose. E difficili da indagare,
a fronte di una sorta di “timore, anche da parte di uffici pubblici, a 'riesumare' le
relative carte”.
Quanto scritto da Moriconi e Garibaldi comunque, riguardo a tutta la vicenda, è
decisamente sufficiente a porsi delle domande e a trarre spunti per approfondire e
studiare. Sempre e comunque però nel rispetto che anche gli autori, all'inizio del
loro lavoro, esprimono ai familiari delle vittime di piazzale Loreto: “ci scusiamo per il
dolore e l'orrore che inevitabilmente le immagini contenute in questo libro
susciteranno” scrivono Garibaldi e Moriconi. Che precisano poi come il “raccontare
quelle pagine buie e quelle ferite ancora aperte è per noi non certo un piacere ma
sicuramente un dovere nei confronti della nostra storia e del nostro popolo”.
Cristina Di Giorgi