Antonello Fois - Comune di Sant`Antioco

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Antonello Fois - Comune di Sant`Antioco
Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
in Sardegna
Antonello Fois
Don Giovanni Amat Cariga (1551+1586), eroico combattente nelle guerre imperiali a fianco del Duca Emanuele Filiberto di Savoia, detto “Testa
di Ferro”, venne da lui fregiato nel 1570, per aver comandato un’ardita carica di cavalleria che salvò la stessa vita del condottiero Sabaudo, della Croce
di Cavaliere, primo dei sardi ammesso nel prestigioso Ordine che più avanti accoglierà le più antiche famiglie dell’isola.
Sposò Eulalia De Ferrera, figlia di Don Michele De Ferrera, Barone di Bonvehi, dalla quale ebbero sette figli.
Questo eroico personaggio venne fatto prigioniero, gravemente ferito, nel 1582 mentre difendeva Porto Conte dai pirati mori; liberato dietro il pagamento di un forte riscatto da parte della sua famiglia, fu nominato Governatore di Alghero nel 1585, gli fu assegnata una speciale pensione del Re in riconoscimento del suo valore e morì poco tempo dopo anche in conseguenza delle ferite riportate
La presenza in Sardegna delle navi dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è documentata sin dal giugno del 1573 quando le due galee
“Piemontese” e “Margherita”, al comando del Vice Ammiraglio Don Carlo Antonio Galleani, insieme a due altre navi Pontificie, attaccò alcune
navi barbaresche nelle Bocche di Bonifacio, catturando una grossa feluca, liberando alcuni schiavi cristiani e conquistando molte bandiere e
stendardi avversari, poi inviati a Torino.
Nel 1588 e nel 1593 la flotta dell’Ordine fu spesso impegnata in pattugliamenti lungo le coste nord orientali della Sardegna, concentrando
la sua attività nella vigilanza contro le frequenti aggressioni dei pirati barbareschi.
Dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, con Lettere Patenti di Re Vittorio Emanuele I° del 24 agosto 1809, Cagliari ebbe una Basilica
Magistrale dell’Ordine, grazie alla donazione dell’antica Chiesa e del Collegio di Santa Croce.
Di origini piuttosto incerte - già utilizzato come sinagoga ebraica dal 1326 al 1492, fino a quando cioè gli ebrei ed i musulmani vennero cacciati dai sovrani Ferdinando II ed Isabella di Castiglia da tutti gli Stati della Corona di Spagna – l’edificio sacro venne subito dopo convertito in
Chiesa Cattolica e dedicato alla Santa Croce.
Nel 1530 la Chiesa venne affidata all’Arciconfraternita del Santo Monte di Pietà, i cui membri - tutti nobili per nascita o matrimonio - avevano come compito principale quello di accompagnare, incappucciati, i condannati al patibolo confortando anche i carcerati e le loro famiglie.
Fu base di questa Confraternita sino al 1564.
L’Arcivescovo Parragues la concesse infatti ai Gesuiti - che già intorno al 1550 erano giunti in forze a Cagliari – per la realizzazione del Collegio
che sorse utilizzando anche i fabbricati dell’antico ghetto ebraico adiacenti.
Stilisticamente rinnovata, la Chiesa di Santa Croce venne ampliata grazie ai generosi lasciti di una nobile pia Donna, Anna Brondo dei
Marchesi di Villacidro, come è ricordato peraltro da una scritta, sormontata dallo stemma Brondo, (D. Anna Brundo / fundatrici / Ill.M D. Felix
Brundo / M. de Villacidro / pronepo / Anno MDCLXI) in cui, per volontà del pronipote Don Felice Brondo, Marchese di Villacidro, si ricorda la
benefattrice a conclusione dei lavori nel 1661.
La Basilica ha una facciata di ordine toscano, ad una sola navata, decorata di marmi. La volta a cassetti esagonali e l’abside hanno degli ornamenti a finti cassettoni di Ludovico Crespi (Sec. XIX°) mentre le statue in chiaroscuro sono dell’artista sardo Antonio Caboni (1842). Sull’altare
maggiore vi è un pregevole crocefisso scolpito in legno (da cui Santa Croce) e nelle varie cappelle vi sono una statua di San Stanislao, un quadro spagnolo di Sant’Ignazio, una tela rappresentante il martirio di Sant’Antioco ed un’altra San Maurizio con la strage della legione Tebea.
Vi si trova anche un quadro dei Santi Martiri Turritani, di scuola romana. Nella sagrestia un altro crocefisso, in avorio, di notevoli
dimensioni.Le lunette intorno alla volta rappresentano vari fatti di San Francesco Saverio, di scuola spagnola, molto pregiati.
L’Ordine intervenne spesso con restauri importanti. Nel 1849 si costruirono i pilastri interni e venne dipinta la volta; nel 1850 si provvide alla
pavimentazione in marmo; nel 1877 fu collocato nella cantoria un bellissimo organo a canne realizzato da Raimondo Borea ; nel 1883 furono
aggiunte delle belle campane provenienti da un’antica Chiesa di Santa Teresa; nel 1888 fu ricostruito con marmi un altare e nel 1899 venne
completamente ristrutturato il tetto ed alcuni impianti.
Annesso alla Basilica l’Ordine possiede un corpo di casa affittata ad uso abitazione ed un vasto fabbricato inglobato nella vecchia Corte
d’Appello che oggi ospita la Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari.
Danneggiata dai bombardamenti alleati del 1943, venne riparata alla fine del 1946 ed oggi, dopo vent’anni di lavori, seguiti direttamente
anche dall’Ordine Mauriziano di Torino, la Chiesa ha riaperto i battenti il 22 dicembre 2007 con una Messa Solenne celebrata dall’Arcivescovo
di Cagliari S.E.R. Mons. Giuseppe Mani con la consacrazione del Tabernacolo.
Durante i lavori di scavo sotto l’antica pavimentazione ottocentesca, è venuta alla luce, sotto l’altare, la tomba di Padre Vassallo, Gesuita morto
in odore di santità nella seconda metà del Settecento.
S.M. Carlo Emanuele III°, Re di Sardegna, con Patente del 12 aprile 1755, aveva esteso all’Isola di Sardegna i benefici delle distinzioni
dell’Ordine con facoltà di fondare ed erigere delle Commende Patronali.
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Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
in Sardegna
Una delle più importanti fu quella della penisola di Sant’Antioco, antica colonia punica famosa per l’abbondanza delle acque, per la ricchezza
dei minerali e la fertilità del suolo, concessa dal Regio Demanio e dalla Mensa Vescovile di Iglesias nel 1758, oggetto di una Bolla Papale di
Concessione di Papa Clemente XIII° del 15 settembre 1759 ed elevata a Commenda dell’Ordine il giorno dopo con Decreto Granmagistrale.
Incolta e deserta, a lungo oggetto di lotte e contestazioni tra il Fisco Patrimoniale, la Città di Iglesias e l’Arcivescovo di Cagliari, il quale, dopo
aver ottenuto in compenso l’investitura del villaggio di Santadi, rinunciava finalmente ai suoi diritti sulla penisola a favore del Re che ne cedette a sua volta immediatamente il dominio all’Ordine. L’isola venne abitata, bonificata e coltivata dai Cavalieri Mauriziani, i quali si avevano assunto l’obbligo di introdurre una colonia di dimensioni sufficienti all’estensione ed alla fertilità di Sant’Antioco.
L’Ordine sarà determinante anche nella fondazione di Calasetta, nel marzo 1770, trasferendo con le proprie navi e scortando coi propri Cavalieri
38 famiglie di ex pescatori Tabarchini (dall’isola di Tabarka, presso Tunisi di Berberia) di origine ligure (di Pegli) che due anni prima avevano chiesto a Re Carlo Emanuele III° di Savoia di potersi trasferire in Sardegna, aiutandoli nell’insediamento e nelle prime necessità.
Fin dal 1769 molti Cavalieri lavorarono per questo progetto, costruendo diverse abitazioni, fabbricati rurali e scavando pozzi. Venne creata
una migliore rete viaria ripristinando anche antichi tracciati grazie anche ad alcune spontanee donazioni da parte di alcuni Cavalieri dell’Ordine,
tra cui ricordiamo quelle di Don Gavino Palici di Suni della Planargia, Conte di Sindia, Comandante della Piazzaforte di Nizza e Governatore di
Cagliari nel 1794 (ove venne ucciso nei tumulti del 1795), Don Bernardino Genoves Cervellon, Duca di San Pietro e Marchese della Guardia,
Comandante Generale delle Artiglierie del Regno e fondatore del Reggimento di Sardegna nel 1744 (oggi divenuto il celebre Granatieri di
Sardegna) e don Nicolò Navoni, Canonico Prebendato a Muravera, Vicario Generale del Cardinale Cadello, Vescovo di Cagliari e di Iglesias, grande benefattore di vari istitituti e fondazioni, donatore anche di ingenti somme successivamente adoperate per fortificare Sant’Antioco nel 1815.
Vennero approntate subito molte nuove difese, nella zona del Castello intitolato a Re Carlo Emanuele III°, erigendo potenti bastioni per le
artiglierie denominati “di San Carlo”, “di Rivarolo”, “di San Lorenzo”, “di San Maurizio”, “Beato Amedeo” e “di San Vittorio” mentre alla guarnigione della penisola venne assegnato un “felucone” armato con due cannoni e due spingarde che oltre alle funzioni di pattugliamento delle
coste provvedeva al servizio postale con Carloforte e persino con la stessa Cagliari. Allo stesso servizio provvide anche la mezzagalera “Beata
Margherita”, nave di trenta metri con due vele latine, quaranta vogatori, cinque cannoni e sei spingarde fatta costruire a Napoli. Si trattava del
tipo di navi più adatte per i bassi fondali che verranno peraltro utilizzate - al comando di Tommaso Lanza - a Capo Malfatano il 28 luglio del
1811 insieme ad un’altra mezzagalera (“l’Aquila”) comandata dal celebre ammiraglio Carlo Vittorio Porcile, Cavaliere dell’Ordine, nel combattimento contro tre vascelli barbareschi che si concluse con l’arrembaggio e la cattura da parte Sarda di una galeotta ed un felucone.
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QUI’ RIPOSA
CARLO VITTORIO PORCILE
IL QUALE SOLDATO PER 43 ANNI
EMULANDO IL VALORE DI SUO PADRE GIOVANNI CONTE DI SANT’ANTIOCO
CONTRO I BARBARESCHI LI AFFRONTO’ PIU’ VOLTE PER MARE
E LI VINSE UCCIDENDONE LA MAGGIOR PARTE
E FACENDO PRIGIONIERI GLI ALTRI DOPO AVERNE CATTURATO LE NAVI
COSI’ PURE CACCIO’ VALOROSAMENTE DALLE ISOLE ADIACENTI
ALLA SARDEGNA SETTENTRIONALE I FRANCESI I QUALI IN QUEL TEMPO
DESIDEROSI DI UN NUOVO ORDINE DI COSE NELLA LORO PATRIA
RIMANEVANO ALL’ESTERO IL POTERE DEI RE COME GIA’ IN PRECEDENZA
LI AVEVANO CACCIATI DA CAGLIARI CON UNA LOTTA IMPARI
CONTRO UNA FLOTTA SUPERIORE ED UN ESERCITO DI TERRA
PER QUESTA E PER ALTRE GESTA DI GUERRA VENNE ASCRITTO
ALL’ORDINE RELIGIOSO DEI SS. MAURIZIO E LAZZARO
E PROMOSSO ALLA DIGNITA’ DI
MAGGIORE GENERALE DELL’ESERCITO E DI COMANDANTE DEL PORTO
DELLA CITTA’ DI CAGLIARI
DOPO DUE ANNI AFFRANTO DALLA INFERMITA’
MORI’ NELLA SUA PATRIA ALL’ETA’ DI 59 ANNI IL 15 NOVEMBRE 1815
LETTORE
PER LA SUA PACE ETERNA
PREGA
I FRATELLI ED I NIPOTI
A LUI CHE LO MERITAVA
QUESTO RICORDO
POSERO
Lapide del Cav. Carlo Vittorio
Porcile nella Chiesa dei Novelli
Innocenti a Carloforte.
Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
in Sardegna
A tutti i nuovi abitanti della penisola, per diretta iniziativa Reale, l’Ordine concedeva una diaria, consistente dapprima in denaro e grano,
poi solo in grano, infine trasformando il tutto in un assegno dell’importo fisso di 150 scudi al mese per nucleo familiare.
Con un Regio Viglietto del 22 dicembre 1772, il Gran Maestro ordinò la costruzione di una Chiesa Parrocchiale a Sant’Antioco, versando 4 mila lire piemontesi al Vescovo di Iglesias ed il 10 luglio 1773 chiese al Consiglio dell’Ordine di provvedere per il trasporto e lo stabilimento di oltre 40 famiglie piemontesi destinate alla coltivazione della penisola, donando nell’occasione alla nuova Chiesa di Calasetta,
intitolata a San Maurizio Martire, 14 mila mattoni.
La chiesa verrà terminata solo nel 1838. A pianta centrale, viene attribuita ad una prima progettazione dell’Ingegnere militare Conte
Giovanni Battista Belgrano di Famolasco – Cavaliere dell’Ordine che disegnò il forte di San Vittorio a Sant’Antioco ed altre difese in
Sardegna- poi ad una trasformazione in chiave neoclassicista del Marchese Don Carlo Pilo Boyl di Putifigari, Cavaliere di Gran Croce
dell’Ordine Mauriziano.
Nel 1776 il Re riservava all’Ordine il diritto esclusivo per la pesca del tonno nei mari adiacenti la penisola e con Regio Diploma dell’11
dicembre 1781 S.M. Re Carlo Emanuele III° concedeva la giurisdizione sull’Isola di Sant’Antioco - in feudo nobile con titolo e dignità comitale e con la possibilità di concedere l’isola in subfeudo enfiteutico - con provvedimento datato il successivo 22 dicembre al Cav. Nob. Don
Giovanni Antonio Porcile, ufficiale della Regia Marina appositamente nominato dal Sovrano Gran Maestro Conte di Sant’Antioco e già possessore dei diritti sulla Tonnara di Calasapone (e col diritto di calarne altre nei mari circostanti) e delle Saline.
Per contro, il Porcile assunse l’obbligo di gestire il mantenimento della penisola e di pagare dopo vent’anni un canone annuo di 3 mila
lire piemontesi. Questo impegno fu troppo gravoso per la famiglia Porcile e dopo molte vertenze tra i suoi successori, i coloni e l’Ordine,
il Re - sentito il parere dei Giudici della Reale Udienza Don Litterio Cugia Manca, Canelles, Valentino ed Angioy - impose con proprio
Decreto del 17 aprile 1840 che la penisola fosse restituita all’Ordine e trasformata in Commenda Magistrale sotto l’alto patronato dei
Generali Gran Maestri.
Anche quest’ultimo atto non riuscì a dirimere le contestazioni sulla dissennata gestione della famiglia Porcile tant’è che l’Ordine decise
di dismettere la sua proprietà avviando trattative con lo Stato per la cessione della Commenda. Il 13 ottobre 1840 si stabilì che l’Ordine
trasmettesse alle Regie Finanze del Regno di Sardegna il feudo e le rendite di Sant’Antioco e Calasetta, consistenti nella popolazione, terreni e la somma di lire piemontesi 114.785.
Furono escluse dalla trattativa le tonnare di Calasapone e Perdas Nieddas ed i loro diritti di pesca nonché le saline di Calasetta che rimasero sotto il controllo e la gestione dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro sino al 15 giugno 1844, quando passarono in proprietà al
Demanio del Regno di Sardegna dietro il pagamento di 6 mila lire piemontesi. L’Ordine vendette infine le tonnare nel 1897 alla ditta
“Morello & Larco” per lire 100 mila.
Le vicende della penisola di Sant’Antioco furono per diversi anni ancora piene di contrasti e liti per il disordine in cui essa, sotto la subinfeudazione del Porcile, era caduta.
A Sant’Antioco e Calasetta la memoria dell’Ordine rimase però sempre viva, basti pensare che le cronache del tempo ci ricordano come
si usasse donare alle giovani spose un ornamento in oro e filigrana sarda proprio con la Croce Mauriziana, simbolo di fedeltà ed amore.
Il 17 marzo 1806 viene stabilito un Supremo Consiglio dell’Ordine in Sardegna, per volontà del Generale Gran Maestro.
Il 30 aprile 1808 a Cagliari viene pubblicato un nuovo Regio Editto di “S.M.Generale Gran Mastro della Sacra Religione ed Ordine
Militare dei Santi Maurizio e Lazzaro che prescrive vari provvedimenti diretti ad estirpare gli abusi, promuovere l’agricoltura e rendere più florido lo stato della penisola di Sant’Antioco, stata eretta in Regia Commenda Magistrale”. Il paese rimase in possesso feudale
all’Ordine sino al riscatto dei feudi in Sardegna nel 1838.
A Sassari Don Francesco Brunengo Pilo Boyl (1717+1787), ultimo Conte di Monteleone e Generale delle Regie Armate, Cavaliere di
Giustizia dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro decorato della Gran Croce con Placca e Fascia, attivo benefattore dell’Arciconfraternita
dell’Orazione e Morte, eresse due altari nella Chiesa di San Giacomo a Sassari, che fregiò della sua arma e della Croce Mauriziana , nel
1780 regalò della pregiata argenteria sacra e volle che la Chiesa divenisse anche Cappella per l’Ordine Mauriziano per i raduni e le cerimonie dei Cavalieri sassaresi.
L’azione e l’amministrazione dell’Ordine in Sardegna vennero successivamente a diminuire sia per la variazione generale degli ordinamenti politici che per la graduale trasformazione del suo patrimonio immobiliare.
La Commenda di Sant’Antioco, che prima aveva un congegno amministrativo autonomo, quasi decentrato dall’Ordine, si ridusse dopo
il suo riscatto ad un reddito percepito su titoli del Debito Pubblico di lire 5739,29 ; la vendita delle tonnare restrinse sempre più i confini dell’azienda Mauriziana nell’isola e lo stesso numero del personale.
In buona sostanza le uniche attività che rimasero in piedi a Sant’Antioco furono rappresentate da un ambulatorio che forniva gratuita
ed ininterrotta assistenza ai bisognosi – e che durante l’epidemia della “spagnola”, tra il 1918 ed il 1919, si distinse particolarmente – e
dalla fornitura di libri e denari per provvedere all’istruzione pubblica.
Fino al 1946 era presente a Cagliari un Rappresentante del Gran Magistero, un Tesoriere, il Rettore della Basilica Magistrale ed alcuni
subalterni. Il Rappresentante, sotto la dipendenza diretta dell’Amministrazione Centrale dell’Ordine, provvedeva alla generale vigilanza
sulla gestione locale dei pochi redditi ed alla conservazione e manutenzione degli stabili, dei legati e redditi di proprietà della Basilica.
In tempi più recenti l’attività dell’Ordine in Sardegna si è manifestata con diversi interventi benefici, tra cui quelli a favore dell’Istituto
Regina Margherita di Sassari, alla Biblioteca Comunale di S.Teresa Gallura, all’Associazione Pro-Autistici “Il Colibrì” di Porto Torres,
all’Associazione Nazionale “Brigata Sassari” per le vittime di Nassyria in Iraq ed alla Basilica Magistrale Mauriziana di Santa Croce nel
Castello di Cagliari.
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Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
in Sardegna
Gli ultimi quattro delegati regionali dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro di nomina Granmagistrale sono stati il Cav. Conte Prof.
Dott. Giuseppe Loy Puddu, il Gr. Uff. Nob. Prof. Don Gianluigi Scarpa, il Gr. Uff. Conte Nob. Cav. Dott. Don Carlo Pilo di S.Pietro di Silki
ed il Cav. di Gr. Croce Nob. Don Antonello Fois, attualmente in carica insieme al Comm. Conte Nob. Cav. Ing. Don Antonio Delitala, vicario e responsabile per Cagliari. Il Consiglio di Delegazione per la Sardegna è oggi integrato anche dal Presidente Onorario Cav. di Gran
Croce Marchese Dr. Don Nicolò Palici di Suni della Planargia, dal Presidente Comm. Marchese Dr. Don Giovanni Manca di Villahermosa e
Santa Croce, dal Cav. Prof. Nob. Don Enrico Sanjust dei Baroni di Teulada, dal Gr. Uff. On. Efisio Lippi Serra, dal Cav. Uff. Prof. Avv. Brunello
Acquas, dal Cav. Vito Fusaro e dal Priore - Rettore della Basilica Magistrale Mauriziana di Santa Croce - Rev. don Luca Venturelli, Segretario
di S.E.R. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Metropolita di Cagliari.
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Cavalieri e Dame della Delegazione Sarda durante la
544^ edizione della Festa
di Sant’Antioco, Patrono della Sardegna
ELENCO DEI PROVVEDIMENTI GRANMAGISTRALI SU SANT’ANTIOCO
13 LUGLIO 1759
Regio Viglietto col quale, a maggior
chiarezza delle cose convenute
nell’Instrumento di Concordia 21 marzo 1758,
S.M. dichiara che la chiesa di Sant’Antioco sia
soggetta alla Mensa Vescovile di Cagliari e che
le spetti la nomina del Collettore delle decime,
salvo il diritto a questa Sacra Religione di
eleggere un aggiunto al suddetto Collettore.
Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
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15 SETTEMBRE 1759
Bolla di Papa Clemente XIII di conferma
dell’Atto 21 marzo 1758 di Concordia, ossia
Transazione tra l’Arcivescovo di Cagliari, il
Regio Patrimonio e la Religione dei SS.
Maurizio e Lazzaro, con la quale viene ceduto
l’utile dominio della Penisola di Sant’Antioco
in Sardegna.
2,3,6,9,16, e 23 APRILE 1766
Memoriale, con le favorevoli risposte di
S.M. approvate e dal Consiglio interinate per la
concessione al Cavaliere Salvatore Durante di
alcuni terreni gerbidi da coltivarsi nell’isola di
Sant’Antioco in Sardegna, ed erezioni di essi in
Commenda di suo patronato familiare. Atto di
sottomissione passato dal Cavalier Durante,
Memoria istruttiva, ed altri relativi Magistrali
provvedimenti.
20 MARZO 1770
Carte Reali dirette al Vicere di Sardegna,
con cui Sua Maestà, per facilitare il trasporto e
lo stabilimento in Sant’Antioco di 38 famiglie
Tunisine provenienti da Tunisi di Barberia allo
scopo di popolare quell’isola, dissodare e
coltivare i terreni, approva e gli restituisce
l’annesso Capitolato relativo al 29 novembre
1769 da ridursi in pubblico Atto di
Concessione, previa le occorrenti varianti ed
aggiunte: ed assegna sul Tesoro Mauriziano £
15.000 per le prime spese.
8 AGOSTO 1770
Patenti Magistrali di Delegazione al
Reggente della Reale Cancelleria e Giudici
della Reale Udienza in Sardegna per conoscere
e decidere in tutte le cause relative al dominio e
possesso di fondi ed effetti esistenti nell’isola di
Sant’Antioco, nelle quali possa avere interesse
questa Sacra Religione.
22 DICEMBRE 1772
Regio Viglietto col quale S.M., per facilitare
la costruzione di una chiesa Parrocchiale sotto
l’invocazione di San Maurizio, a vantaggio dei
nuovi abitatori dell’isola di Sant’Antioco,
Regione di Calasetta in Sardegna ordina il
concorso di questa Sacra Religione per £ 4000
da pagarsi al Vescovo di Iglesias.
10 LUGLIO 1773
Regio Viglietto che ordina al Consiglio di
questo Ordine di provvedere per il trasporto e
stabilimento di 40 e più famiglie piemontesi a
Sant’Antioco in Sardegna, onde far coltivare i
terreni; e concorrere per l’instituzione di un
monte granitico; e concede al Vescovo di
Iglesias 14.000 mattoni per la fondazione della
nuova chiesa di Calasetta.
7 SETTEMBRE 1776
Diploma con il quale S.M. Vittorio Amedeo
III, concede a questa Sacra Religione il diritto
privato delle Tonnare nel Litorale dell’Isola di
Sant’Antioco, compresa la Tonnara di
Calasapone, mediante l’osservanza delle
obbligazioni per questa assunte dal Regio
Patrimonio, ed il pagamento di farsi in perpetuo
dalla stessa Religione dei diritti stabiliti il 20
novembre 1686, con esenzione dei medesimi
per i 30 prossimi anni, esclusi comunque da
questa concessione quelli della sovrana sua
giurisdizione, e riservate le Ispezioni
dell’Intendenza Generale e dei Ministri
Patrimoniali.
11 DICEMBRE 1781
Diploma con il quale S.M. Vittorio
Emanuele III concede all’Ordine dei SS.
Maurizio e Lazzaro la giurisdizione sull’isola di
Sant’Antioco in Sardegna, in feudo nobile, con
titolo e dignità comitale col mero e misto
impero, prima e seconda cognizione delle cause
civili e criminali, meno quelle interessanti il
Regio Patrimonio; con i diritti, grazie e
privilegi ivi determinati, e con facoltà di potere
in perpetuo liberamente alienare la
giurisdizione come sopra concesse, e
subinfeudarla anche da subito al Capitano
Porcile e suoi successori.
18 MAGGIO 1792
Patenti Magistrali di delegazione dei Giudici
della Reale Udienza in Sardegna, Auditore
Cugia-Manca, Valentino ed Angioij, per
conoscere, decidere, transigere e decretare con
la necessaria ed opportuna autorità, eziandio del
Prefetto Pretorio, le vertenze tra la Sacra
Religione , il Conte Porcile e gli abitanti
Tabarchini e Piemontesi circa l’esecuzione dei
contratti stipulati per l’introduzione di essi
nell’isola di Sant’Antioco, nonché degli
obblighi assunti dal Conte Porcile nell’atto
della concessa infeudazione di quell’isola.
17 MAGGIO 1799
Patenti con le quali S.M., onde provvedere
ai sensi delle Patenti 18 maggio 1792 nelle
differenze insorti fra la popolazione di origine
Tabarchina e Piemontese stabilita in
Sant’Antioco, il Conte Porcile e questa Sacra
Religione, avoca a sé la cognizione delle
questioni, e quelle nuove le commette al
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Note di storia sull’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
in Sardegna
Delegato Don Litterio Cugia-Manca, surroga i
due Condelegati assenti, nominando i Cavalieri
Canelles e Macelli Giudici della Reale Udienza
sedente in Cagliari.
17 MARZO 1806
Patenti Magistrali di Stabilimento d’un
Supremo Consiglio dell’Ordine in Sardegna.
7 APRILE 1807
Patenti con le quali S.M. dichiara
Commenda Magistrale l’isola di Sant’Antioco,
per essere amministrata e governata dal
Generale Gran Maestro sia nell’utile che
nell’esercizio dell’alta e bassa giurisdizione;
volendo che detta Commenda, oltre che alle
prerogative di quelle di terra ferma, goda dei
maggiori vantaggi di cui godono in Sardegna i
fondi e i beni allodiali con le giurisdizioni.
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30 APRILE 1808
Editto di S.M. Generale Gran Maestro
dell’Ordine che prescrive alcuni provvedimenti
diretti ad estirpare gli abusi, promuovere
l’agricoltura e rendere più florido lo stato della
Penisola di Sant’Antioco eretta in Regia
Commenda Magistrale.
26 GIUGNO 1809
Patenti con le quali S.M. dichiara che spetta
privativamente al Consiglio e Tribunali della
Sacra Religione ogni e qualunque ispezione di
tipo giuridico, economico e politico della
Penisola di Sant’Antioco e sue pertinenze,
senza che il Prefetto d’Iglesias, nemmeno come
Intendente, oltre al Consiglio di Prefettura
possano esercitarvi la loro autorità, con
esclusione solo dei provvedimenti militari.
24 AGOSTO 1809
Patenti con le quali S.M. concede alla Sacra
Religione ed Ordine Militare dei SS. Maurizio
e Lazzaro la piena proprietà della Chiesa di
Santa Croce già dei Gesuiti, sita nella città e
Real Castello di Cagliari, con gli annessi locali
e di tutte le rendite alla medesima spettanti;
dichiarandola Basilica Magistrale, ed Atti della
presa di possesso, delegati all’Uditore Cugia,
del 28 settembre successivo.
6 AGOSTO 1825
Regio Viglietto di approvazione del
Bilancio della Magistrale Commenda di
Sant’Antioco, in cui sono contenuti Sovrani
provvedimenti per l’amministrazione della
medesima, con l’interinale assegno delle
Decime, e Mezze Decime della Commende
patronate per far cessare il disavanzo e saldare i
debiti pregressi.
ulteriori fonti e informazioni
www.ordinidinasticisavoia-sardegna.net
Stemma del Regno di Sardegna
La Bolla Papale che sancisce la riunione dei due Ordini di San Maurizio e di San Lazzaro
stampata nel 1699 a Torino da Giovanni Battista Valletta (Augusta Taurinorum)