Erg - Market Insight
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Erg - Market Insight
Erg accelera sul piano e vede nuove possibilità di crescita “Confermiamo la congruità dei target del piano al 2015, che prevedono un Ebitda superiore ai 420 milioni per il 2012, con debiti in flessione al di sotto dei 900 milioni, per poi superare quota 500 nel 2013, quando l’indebitamento netto avrà varcato la soglia degli 1,3 miliardi prima di iniziare a ridimensionarsi per poi riposizionarsi a circa 1,1 miliardi alla fine del piano, il 2015, quando l’Ebitda sarà salito a quota 600. Il tutto pur avendo realizzato circa 500 milioni di investimenti e distribuito circa 180 milioni di dividendi ai soci”. Luca Bettone illustra i target al 2015 Obiettivi ambiziosi, ma compatibili, come sottolinea Luca Bettonte, Ceo di Erg, che al riguardo evidenzia come “potrebbero essere pure superati se si creeranno le condizioni per realizzare ulteriori operazioni esogene con focus sulla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, prevalentemente all’estero ed essenzialmente nell’eolico, ma senza escludere l’idroelettrico e i termovalorizzatori”. Una serie di opzioni che, prosegue il Ceo di Erg, “si inseriscono in un progetto strategico centrato su precise linee guida quali: sviluppare il business delle rinnovabili; ottimizzare la gestione dei due impianti di cogenerazione siciliani; ristrutturare e razionalizzare l’attività nella distribuzione di carburanti; stabilizzare la redditività operativa ed i flussi di cassa al fine di salvaguardare una struttura patrimoniale eccellente”. Fossa del Lupo Il tutto dopo aver abbandonato il progetto sul rigassificatore di Priolo, alla fine di una defatigante avventura durata oltre sette anni, ed essere usciti dai progetti di stoccaggio del gas. Alla fine del 2013 dovrebbe essere esercitata anche l’opzione sul restante 20% della raffineria di Priolo, venduta ai russi della Lukoil con i quali nel 2011 è stata avviata la joint venture per lo sviluppo dell’eolico nell’Est Europa. Una serie di iniziative grazie le quali, prosegue il capo azienda, “è stata conseguita una struttura del business meno esposta ai cicli economici, e alle fluttuazioni inerenti il petrolio ed i suoi derivati, con una maggiore possibilità di regolare i flussi futuri”. Questo in quanto, aggiunge sull’argomento, “l’incidenza del business della generazione da fonti rinnovabili sul totale del capitale investito è già salita dal 20 al 38% negli ultimi quattro anni e passerà al 56% del 2015, quando lo stesso capitale investito sarà aumentato da 2,8 a 3,3 miliardi di euro”. Punto vendita Total Erg Sul fronte opposto, prosegue il capo azienda, si assisterà ad una ulteriore contrazione del peso dell’attività raffinazione e distribuzione di carburanti, che dal 2008 ad oggi è già diminuita dal 48 al 28% ma fletterà al 19% entro la fine del piano grazie anche all’esercizio dell’opzione sulla cessione a Lukoil del restante 20% della raffineria di Priolo ad un valore stimabile in circa 500 milioni (scorte incluse) sui 2.800 complessivi. In flessione anche il peso del power rappresentato dai due impianti siciliani di generazione, che negli ultimi quattro anni si è rafforzato dal 32 al 34% poiché la capacità è raddoppiata a 1.000 MW rispetto ai 500 MW del 2008 ma è destinato a flettere al 25% entro il 2015 per l’incremento delle rinnovabili. Un’articolazione del business che pone l’azienda genovese anche in una posizione di maggiore stabilità sul fronte della redditività e dei flussi di cassa, nel rispetto di uno dei punti cardine della strategia predisposta dalla squadra che affianca Alessandro Garrone al vertice del gruppo. Progressi significativi sono attesi pure sul fronte strutturale in quanto i 500 milioni di investimenti previsti nell’arco del piano saranno totalmente autofinanziati, mentre il rapporto fra debiti ed Ebitda ridiscenderà a 2 volte dopo essere salito oltre 3 nell’esercizio in corso, quando l’esposizione netta varcherà la soglia degli 1,3 miliardi considerando l’acquisizione degli asset eolici da Gaz de France Suez ed i 500 milioni circa rivenienti dalla citata cessione del restante 20% della raffineria di Priolo. Esposizione rappresentata prioritariamente dai progetti di project financing connessi agli asset eolici già in produzione e quindi una struttura che, ricordano a Genova, “posiziona Erg fra le aziende meno levereggiate del settore anche perché gli investimenti saranno autofinanziati lasciando spazi per quella richiamata crescita esogena” che potrebbe permettere di superare i già ambiziosi piani di sviluppo del gruppo. Questo anche perché, ricorda Bettonte, “il cash flow operativo medio annuo espresso dall’Ebitda al netto di investimenti e variazione del circolante dovrebbe fissarsi al di sopra dei 300 milioni”. Risorse a cui si affiancherebbero i quasi 500 milioni rivenienti dalla vendita del restante 20% della raffineria. Più in particolare, continua il Ceo di Erg, “entro il 2015 investiremo circa 500 milioni, di cui quasi 300 in quel comparto eolico, ove vogliamo rafforzare la capacità installata da 1.200 a 1.400 MW dopo averla raddoppiata a 1.200 MW grazie all’acquisto dei citati asset eolici da GdF Suez raggruppati nella società Ip Maestrale”. Investimenti il cui ritorno sarà superiore al 13% in termini di IRR L’operazione dovrebbe essere formalizzata entro febbraio rilevando l’80% con versamento di 28,2 milioni, mentre il restante 20% potrà essere acquisito entro tre anni. Da rilevare che l’operazione si riferisce a 636 MW installati, di cui 550 dislocati in Italia e presenta un enterprise value di 859 milioni finanziato da project finance, mentre i progetti di sviluppo si riferiscono a 200 MW di cui 100 in Italia e 100 all’estero quale quota di competenza dei 200 MW programmati in Romania e Bulgaria nell’ambito della nuova joint venture con i russi della Lukoil. Il gruppo ha inoltre posto sotto osservazione altre aree dei Balcani, a partire dalla Polonia, “ove potremmo agire da soli anche se è molto probabile che la crescita avvenga con i partner russi considerando i buoni rapporti che caratterizzano le nostre relazioni”. Da rilevare infine che il gruppo, tramite la joint Lukerg Renew, ha un progetto in Romania per un parco eolico da 84 MW ed è presente in Bulgaria con 40 MW già in esercizio. Più complessa l’evoluzione in Italia in quanto, accantonando i 100 MW già identificati, fra i quali 34 MW relativi a un parco eolico in Basilicata aggiudicato con l’asta di inizio 2013, la crescita risulta non agevole, poiché, come sottolineano alla Erg, “le aste attuali sono predisposte in forma tale da rendere non economicamente compatibile parteciparvi e quindi, se non saranno riviste le condizioni, è possibile che noi diserteremo gli appuntamenti poiché le condizioni attuali implicano oltre 2mila ore di utilizzo annuo, ma oramai i siti con queste caratteristiche sono pressoché esauriti”. Di assoluto rilievo anche le risorse indirizzate al settore della distribuzione dei carburanti, che assorbirà circa 140 milioni anche per completare quel profondo riposizionamento indispensabile per rendere profittevole un business che nell’ultimo biennio ha sofferto una progressiva riduzione dei margini a causa della contrazione di ben oltre il 20% dei consumi accanto ad un deciso aumento della concorrenza. Inoltre, aggiunge Bettonte, “la rete dei distributori risulta sovradimensionata, 23.000 punti vendita rispetto ai 12.000 dei paesi europei più evoluti (quali UK, Francia e Germania), mentre l’incidenza delle pompe automatizzate sono in Italia il 35% del totale rispetto ad oltre il 95% dei Paesi citati”. È quindi evidente la “necessità di una profonda riorganizzazione con l’obiettivo di ridurre di oltre il 15% le nostre 3.200 stazioni di servizio e rafforzare in misura esponenziale quelle di proprietà a gestione diretta per aumentare le leve su cui agire per migliorare servizi e redditività; obiettivo perseguibile anche con la progressiva estensione della formula dell’associazione in partecipazione. Nel contempo sarà completata anche la trasformazione della raffineria romana in un hub di importazione di prodotti finiti eliminando una fonte di perdita prossima ai 40 milioni annui, di cui il 51% quota Erg. Iniziative grazie le quali “potremo raddoppiare l’Ebitda a 100 milioni e portare questa area di business a quella condizione ove sarà possibile decidere senza condizionamenti il suo futuro”, considerando che tale attività non è core e quindi potrebbe essere ceduta. Di assoluto rilievo anche i progetti previsti nel comparto power, dove dal 2008 ad oggi la capacità è aumentata di oltre 500 MW merito la realizzazione di un impianto a ciclo combinato da 480 MW avviato nell’aprile del 2010, mentre quello catalogato Cip6 ha una potenza installata di 528 MW. Un business che, come sottolineano a Genova, “è entrato nella sua fase di maturità e quindi deve essere gestito al meglio per massimizzare il ritorno degli investimenti, inclusi anche i 60 milioni previsti entro il 2015, di cui 28 di sviluppo”. Questi asset, aggiungono, producono comunque una cassa importante e quindi continuano ad essere strategici, anche se potremmo considerare eventuali offerte nel rispetto dei nostri obiettivi di generare cassa. Ricordiamo al riguardo che il piano per il settore power prevede un balzo da 50 a 140 milioni nella generazione di cassa nell’arco del piano accanto ad una tenuta dell’Ebitda ordinario, che dovrebbe stabilizzarsi poco al di sotto dei 200 milioni nonostante l’aumento della concorrenza e il venir meno del premio zonale dal 2015, quando è prevista l’entrata in esercizio della interconnessione con il continente. La riduzione da 300 a 200 milioni circa dell’Ebitda del comparto risulta infatti ascrivibile per la parte preponderante alla progressiva riduzione degli effetti contabili degli incentivi Cip6. Iniziative grazie le quali sarà possibile centrare gli obiettivi del piano e quindi posizionare l’Ebitda 2013 al di sopra dei 500 milioni mentre l’indebitamento raggiungerà il picco di oltre 1,3 miliardi scontando già i circa 500 milioni rivenienti dalla cessione del restante 20% della raffineria siciliana. Luca Bettonte, amministratore... Edoardo Garrone, Presidente Erg Alessandro Garrone, Vice Presidente... Organigramma gruppo Struttura vertici Torte Dati storici Stato Patrimoniale e grado di copertura Conto economico e indici di bilancio Top Analisti - La maggioranza concorda sul buy Equita conferma il buy con target price a 8,4 euro perché “si è delineata una storia di crescita ben definita, con investimenti focalizzati sulla generazione di energia da fonti rinnovabili; strategia supportata da una struttura patrimoniale solida”. Siamo positivi anche perché, completa l’analista, “abbiamo apprezzato la decisione di uscire da business molto volatili come la raffinazione e pure da altri mai decollati come il rigassificatore e gli stoccaggi di gas”. Intermonte è passata da neutral ad outperform dopo l’annuncio dell’acquisto degli asset relativi alla generazione da fonti rinnovabili da Gas de France Suez ed oggi conferma l’indicazione di acquisto con presso obiettivo a 9 euro perché “è sottovalutata, presenta un buon dividend yield e ha messo a punto una strategia di sviluppo credibile oltreché sostenibile”. Kepler rilancia il buy con target price a 9 euro perché “apprezziamo la trasformazione della società da oil company a utility focalizzata sulle rinnovabili e la sua politica di crescita esterna a multipli interessanti; sottolineiamo che ERG è la sola utility italiana scarsamente indebitata, con prospettive di crescita e con un’attraente politica di dividendi. Cheuvreux conferma l’outperform ed ha inserito la società nella lista dei titoli suggeriti (selected list) il 6 dicembre, “dopo l’annuncio dell’acquisto degli asset eolici di buona qualità e a prezzi attraenti da Gas de France Suez”. Oggi riproponiamo l’indicazione di acquisto con target price a 9,5 euro perché “ci sono potenziali upside grazie ad una struttura patrimoniale solida e all’attraente politica di dividendi”. Citi ribadisce il neutral ma alza il prezzo obiettivo da 6 a 7,5 euro in quanto “gestisce un portafoglio diversificato, con l'interessante obiettivo di uscire dal business della raffinazione a favore dello sviluppo delle rinnovabili oltreché implementare le politiche di marketing in Italia. Tuttavia rimaniamo cauti per i possibili rischi normativi in Italia nel settore delle rinnovabili”. Banca Imi rinnova il buy e alza il target price da 9,2 a 11 euro per “adeguarlo all'aumentata capacità nella generazione di energia da fonti rinnovabili e perché consideriamo possa fare leva sulla joint venture con Lukoil per proseguire nello sviluppo verso l'Est Europa”. Restiamo positivi anche perché “resta sottovalutata sui fondamentali e apprezziamo l'attraente politica dei dividendi oltreché la visibilità della generazione di cassa”. Stime analisti Top Borsa - La strategia convince gli investitori e il titolo scatta del 60% Erg ha messo a segno un balzo vicino al 60% in meno di 30 giorni Borsa e tale scatto verso l’alto è ascrivibile in modo pressoché totale all’acquisto degli asset eolici da Gas de France Suez. L’operazione è stata accolta con grande entusiasmo dal mercato perché, come ricordano gli operatori, “ha permesso al gruppo genovese di fissare una strategia di sviluppo credibile e sostenibile, uscendo da quel limbo di incertezza strategica in cui si dibatteva da quando ha siglato l’intesa con i Russi di Lukoil per cedere il business della raffinazione”. Il titolo è così salito sino al picco di 7,79 euro del 27 dicembre 2012 prima di retrocedere sino a quota 7,2 euro a fine gennaio, quando è scattata l’inversione del trend, seppur all’interno di una certa volatilità. Volatilità confermatasi anche recentemente tanto che il titolo ha inaugurato l’ingresso nel nuovo mese con un recupero di oltre l’1% a quota 7,3 euro venerdì 1 febbraio e si riavvicina al massimo del 2013 registrato all’inizio di gennaio a quota 7,75 euro. E i prezzi attuali restano al di sotto di oltre il 5% rispetto alle quotazioni di una settimana e di un mese fa, anche se risultano superiori del 26% nei confronti di inizio novembre e la performance sale in prossimità del 40% se i prezzi attuali vengono rapportati a quelli di inizio agosto. Performance su cui, è doveroso ribadirlo, ha giocato un ruolo essenziale l’acquisto degli asset eolici e la strategia di sviluppo internazionale presentata al mercato lo scorso dicembre. Iniziative che hanno modificato radicalmente il modello di business e quindi reso non compatibile il confronto con il passato, anche se tutto ciò è stato apprezzato dagli analisti, che quasi all’unanimità hanno migliorato le proprie raccomandazioni, che oggi sono pressoché tutte positive e nessuno suggerisce di alleggerire le posizioni. Criticità - Il retail nei carburanti e la redditività nella generazione in Sicilia La scelta di concentrarsi sulla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata accolta con entusiasmo dal mercato, che le ha impresso al titolo Erg un balzo prossimo al 60% in meno di 30 giorni Borsa, ma per i critici l’azienda genovese “resta sottoposta al rischio che gli investitori la percepiscano come un conglomerato di asset poco coerenti e non sinergici poiché risulta non facile coniugare l’energia rinnovabile con i distributori di carburante”. Un business che oltretutto, proseguono i critici, “presenta e presenterà nel prossimo futuro una marginalità sotto pressionepoiché il nostro Paese non si vede ancora l’uscita dal tunnel di una recessione che potrebbe pure aggravarsi nel breve, generando una ulteriore contrazione del traffico e quindi del consumo di carburanti, dinamica su cui si riflette pure un alto costo di benzina e gasolio”. C’è poi il tema dellaredditività prospettica dei due impianti di cogenerazione di energia elettrica ubicati all’interno della raffineria di Priolo. Questo in quanto dal 2015 o dal 2016 dovrebbe entrare in esercizio il cavo in fase di realizzazione da parte di Terna e destinato a creare un sistema di interconnessione fra l’isola e il continente a seguito del quale verranno meno i “sovrapprezzi” oggi esistenti in Sicilia. Ma l’avvio della interconnessione genererà pure l’avvio di un sistema concorrenziale sull’isola, mentre Erg deve dimostrare la capacità di esecuzione di una aggressiva politica di sviluppo all’estero. Approfondimenti - Massimo Derchi illustra la strategia di ERG Renew nei mercati esteri “Come appare evidente, il trend di sviluppo delle rinnovabili è ormai consolidato a livello mondiale. E nonostante la crisi finanziaria abbia generato pressione sui sistemi di incentivazione e conseguentemente sugli operatori più ‘fragili’, la nuova capacità rinnovabile installata nel 2011 in Europa è stata superiore rispetto a quella dell’anno precedente, in particolare fotovoltaico ed eolico, superando, ad esempio, il gas naturale” annuncia Massimo Derchi, amministratore delegato di Er Rgenew. In particolare, specifica il capo azienda, “l’Europa si pone in una posizione di leadership per lo sviluppo del settore sia con la direttiva ‘20-20-20’ sia più recentemente, mediante la Roadmap europea al 2050, che delinea uno scenario di sostanziale decarbonizzazione dell’economia, puntando ad un abbattimento fino all’80% delle emissioni di gas climalteranti”. Negli ultimi anni, tuttavia, puntualizza Derchi, “stiamo assistendo ad una diversificazione nel trend di crescita: alcuni mercati più ‘maturi’ stanno rallentando mentre altri, come quelli dei Paesi dell’Est mostrano alti livelli di crescita, come la Bulgaria e Romania, dove ad esempio, la capacità eolica totale installata è passata dai circa 190 MW del 2009 ai circa 1600 MW del 2011, con una crescita di oltre il 700% in 2 anni”. Questi Paesi, proseguono alla sede genovese, “affiancano i tradizionali ‘colossi’ dell’eolico, quali Germania, Spagna e Danimarca. Basti pensare che mentre i mercati ‘tradizionali' (Germania, Spagna e Danimarca) rappresentavano, nel 2000, circa l’85% della capacità installata, a fine 2011 tale quota è scesa al 35%. Fenomeno dovuto anche alla lungimiranza dei governi che stanno adottando efficaci sistemi di regolamentazione per incentivare lo sviluppo, ed è proprio verso questi nuovi mercati che ci stiamo maggiormente orientando, nell’ottica della diversificazione geografica minimizzando così il rischio normativo”. Oggi Erg Renew, sottolinea Derchi, “è presente in cinque Paesi europei compresa l’Italia dove, a seguito dell’acquisizione degli asset di GdF Suez, è il primo operatore italiano nel settore eolico, con una capacità installata di circa 1.061 MW”. Il primo passo verso la diversificazione geografica, continua il capo azienda, “è avvenuto nel 2007 con l’acquisizione di cinque parchi eolici in Francia, ove oggi la controllata Erg Eolienne France è proprietaria di sei parchi eolici nel nord della Francia (Picardie, Centre, Bretagne) per una capacità complessiva di 64,4 MW. La Francia rappresenta un mercato con un elevato potenziale eolico e con un sistema di incentivazione definito e stabile (feed-in tariff)”. Tali razionali sono stati alla base della scelta di muovere il primo passo verso questo Paese. Successivamente, prosegue il Ceo, “ci siamo concentrati principalmente nel mercato interno dove grazie ad un mix di acquisizioni e sviluppo, come già ricordato, oggi siamo il primo operatore eolico. La recente operazione ci ha permesso anche di entrare nel mercato tedesco con un totale di 86 MW installati. La Germania, primo mercato eolico a livello europeo e terzo a livello mondiale, presenta un sistema di incentivazione stabile e definito (feed-in tariff)”. Insieme alla crescita in Italia in questi ultimi anni, conclude Derchi, “abbiamo continuato a perseguire la nostra strategia di crescita all’estero, in particolari nelle aree dell’Europa dell’Est anche grazie alla joint venture Lukerg Renew, società, paritetica fra Erg Renew e LukoilEcoenergo nata per operare nel mercato delle rinnovabili, in particolare nel settore eolico, inizialmente in Bulgaria e Romania e successivamente in Ucraina e Russia. Le attività della joint venture hanno condotto, a pochi mesi dalla costituzione della società, all’ingresso prima nel mercato bulgaro attraverso l’acquisizione di un parco in esercizio della potenza di 40 MW e successivamente nel mercato rumeno con l’acquisizione di un progetto per la realizzazione di un parco con una capacità prevista di circa 84 MW, che dovrebbe entrare in operatività nei primi sei mesi del 2014”. Approfondimenti - Nicola Riccardi racconta gli sviluppi in Bulgaria e Romania “In Bulgaria la risorsa eolica è di elevata qualità ed il sistema di incentivazione, quantomeno per i parchi esistenti, risulta stabile” annuncia Nicola Riccardi, amministratore delegato di Lukerg Renew. Con l’Energy From Renewable Sources Act del maggio 2011, prosegue Riccardi, “emendato ad aprile 2012, è stato definito il quadro normativo per il sistema di incentivazione. Per i parchi esistenti è prevista una tariffa (feed-in tariff) costante per 15 anni e questo si traduce in certezza per gli investitori e nel mercato si sono affacciati anche molti gruppi stranieri oltre a Lukerg Renew”. Per quanto riguarda la realizzazione di nuovi parchi eolici, specifica il Ceo di Lukerg Renew, “la legge ad oggi non fornisce altrettanti elementi di certezza sul livello della tariffa, rendendo anche critico il reperimento di finanziamenti. Infatti la feed-in tariff per i nuovi parchi, che viene riconosciuta – costante - per i primi 12 anni di esercizio, è definita dal Regolatore su base annua e applicata agli impianti in avviamento. Nel caso di progetti con tempi di realizzazione superiori all’anno, non è pertanto sempre possibile conoscere per tempo il livello tariffario che verrà applicato”. E proprio in virtù della “certezza nel livello dei ricavi per i primi 15 anni di esercizio per i parchi già esistenti – specificano all’headquarter - perseguiamo opportunità ‘buy’ piuttosto che ‘make’, come avvenuto nel caso della prima acquisizione di capacità eolica in Bulgaria, oppure ‘make’ di piccola/media taglia, per mantenere i tempi di realizzazione al di sotto di un anno”. È doveroso inoltre ricordare che “il mercato eolico è di dimensioni comunque modeste, basti pensare che il Nreap prevede una capacità installata di poco superiore a 1,4 GW al 2020, ma la ricerca di parchi a elevata ventosità e di buona qualità sono la principale guida per selezionare i progetti di interesse”. Tali caratteristiche, abbinate alla certezza della remunerazione, “fanno della Bulgaria un mercato attrattivo. Una delle principali criticità per lo sviluppo dell’eolico nel paese è però rappresentato dalla situazione della rete elettrica, soprattutto in alcune aree (nelle quali insiste il maggior numero di progetti eolici), che risulta sottodimensionata rispetto alla capacità eolica che potrebbe potenzialmente essere connessa. Per tale ragione risulta fondamentale, nella fase di valutazione dei progetti, un’attenta analisi della situazione della rete nella zona di interesse”. Anche la Romania presenta un potenziale eolico molto elevato, prosegue Riccardi, “soprattutto nella zona di Dobrogea, sulla costa del Mar Nero, dove insiste la maggior parte dei progetti e nella zona montagnosa dei Carpazi. Il mercato è di interesse crescente per investitori stranieri. Il mercato eolico ha visto, infatti, una rapida crescita negli ultimi anni, passando da una capacità pressoché nulla nel 2009 (14 MW) agli attuali 1,7 GW e in base alle previsioni del Nreap, al 2020 è prevista una capacità di 4 GW, che crea opportunità di nuovi investimenti”. Ad attrarre gli investitori stranieri, approfondisce l’amministratore delegato, “oltre alla buona ventosità e all’alto potenziale di crescita, è l’elevato livello di incentivi che ad oggi viene riconosciuto per la produzione di energia eolica. In particolare, l’energia rinnovabile viene incentivata tramite i certificati verdi, che costituiscono, per i primi 15 anni di esercizio, una fonte di ricavo ulteriore rispetto alla vendita di energia elettrica”. Tuttavia, concludono a Genova, “a fronte dell’elevato livello di incentivi ad oggi riconosciuto, permangono ancora alcuni importanti punti aperti dal punto di vista normativo e regolatorio ed alcuni rischi di mercato, quale ad esempio la mancanza di tutela se si presentasse il caso (contrario rispetto a quanto avviene oggi) di eccesso di offerta di fonti rinnovabili rispetto alla domanda. Resta inoltre il rischio di mercato relativo all’evoluzione del prezzo dell’energia elettrica, che rappresenta una delle componenti dei ricavi totali. Il prezzo dei certificati verdi, invece, prevede un cap ed un floor – definito in Euro – ed indicizzato su base annua all’inflazione”. Anche in questo caso, esistono criticità legate al sottodimensionamento della rete elettrica, soprattutto nelle aree a maggior sviluppo eolico. Permane quindi elemento fondamentale nella valutazione dei progetti, un’attenta analisi della situazione della rete elettrica e della dispacciabilità del parco nella zona di interesse. Tenendo conto dell’elevato potenziale, del livello del sistema di incentivazione e della gestione dei rischi ad esso correlati, il mercato eolico rumeno rappresenta un’opportunità di crescita per LUKERG Renew, anche come opportunità make. Il time to market risulta elemento chiave per garantire un livello di incentivo basato sull’attuale normativa/regolamentazione. Recentemente è stato perfezionato il closing dell’acquisizione di una società titolare delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione di un parco eolico nella regione di Tulcea, con capacità prevista di circa 84 MW, la cui entrata in esercizio è prevista nella prima metà del 2014. Approfondimenti - Massimo Derchi descrive le attività di Operation & Maintenance (O&M) di ERG Renew “La crescita perseguita e realizzata in questi anni da Erg Renew è avvenuta sia per sviluppo organico sia per acquisizioni, anche se in Italia lo sviluppo organico è risultato spesso piuttosto complesso poichéi siti con le migliori caratteristiche di ventosità erano spesso già interessati da parchi precedentemente realizzati” dichiara Massimo Derchi, amministratore delegato di Er Rgenew. Le acquisizioni, prosegue Derchi, “ci hanno comunque consentito di crescere in maniera più rapida e di raggiungere in breve tempo l’attuale dimensione di primo operatore eolico a livello nazionale anche se, parallelamente, abbiamo proseguito le attività di crescita organica per coltivare e consolidare il know how industriale tipico del settore, anche in vista della crescita futura sia in Italia che all’estero”. E l’acquisizione degli asset eolici di IP Maestrale (GDF Suez), entrano nel dettaglio alla sede genovese, “ci ha consentito di raggiungere una massa critica importante non solo in termini di posizionamento di mercato ma anche rispetto alle opportunità di ottimizzazione gestionale: gli asset acquisiti, oltre ad essere di elevata qualità, presentano un significativo livello di complementarietà con quelli di Erg Renew consentendo di raggiungere importanti sinergie operative, fondamentali per operare in un settore in progressiva maturazione. La complementarietà degli asset italiani (il portafoglio di Renew è oggi composto per circa l’80% da turbine di un unico Vendor) abbinata alla concentrazione territoriale (vantaggio logistico) consente infatti ulteriori ottimizzazioni delle attività di Operation & Maintenance (O&M)”. Da rilevare al riguardo che, racconta il capo azienda, “già dal 2011 avevamo avviato un’approfondita analisi dei costi allo scopo di dotarsi del modello di gestione più efficiente per ottimizzare le attività e massimizzare le performance, garantendo da un lato la piena disponibilità degli impianti e perseguendo dall’altro lato una revisione dei costi propria di una struttura snella, flessibile, funzionale, replicabile e quindi idonea a proseguire nei progetti di sviluppo”. L’analisi ci ha poi “portato a considerare vari possibili modelli di O&M per individuare l’assetto più funzionale considerando le variabili legate al diverso grado di coinvolgimento diretto della società, alle tipologie di contratto con i fornitori, al diverso livello di assunzione del rischio e alla maggiore o minore complessità organizzativa”. Erg Renew, prosegue l’amministratore delegato, “nel 2011 si posizionava, in termini di costi di O&M, nel terzo quartile di un benchmark europeo realizzato da Mc Kinsey, ma già allora il nostro obiettivo è stato di posizionarci tra il primo e il secondo quartile, con una riduzione di costi dell’ordine del 20 per cento. E per raggiungere questo obiettivo, abbassando sensibilmente i costi di O&M, è stato rivisto sia il modello delle attività di gestione e manutenzione che lo scopo e le clausole dei contratti assicurativi”. Il tutto tenendo presente che, tipicamente, “questi ultimi sono strettamente connessi ai primi: la totale terziarizzazione delle attività O&M, a fronte di maggiori oneri contrattuali, comporta infatti una minore assunzione del rischio da parte dell’impresa mentre una più diretta gestione delle attività da parte dell’azienda, comporta anche una maggiore assunzione dei rischi”. Per individuare il modello gestionale più efficiente e adeguato, precisa Derchi, “abbiamo inoltre identificato alcuni requisiti imprescindibili quali: la riduzione dei costi ‘a parità di performance’, cioè prendendo in considerazione la vita utile di ogni parco (sostenibilità temporale del modello) e mantenendo alti valori di disponibilità e di affidabilità degli impianti; la replicabilità del modello attraverso l’applicabilità a tutti i parchi Erg Renew (anche progressivamente nel tempo); lo sviluppo di leve competitive anche per ulteriore crescita sia in Italia che all’estero senza alcun impatto su vincoli di project financing; la gestibilità del modello a regime e nell’eventuale fase transitoria, con evoluzione del modello organizzativo, sviluppo di nuove competenze, gestione delle risorse”. I possibili modelli di gestione dell’O&M – seguitano alla sede genovese - vanno da un approccio “Full Service” da parte del fornitore, con conseguenti alti costi da parte dell’azienda, a un’internalizzazione totale in cui tutte le attività sono direttamente seguite dall’azienda con importanti saving sui contratti di fornitura, con una totale revisione del modello organizzativo ma anche una completa assunzione dei rischi. “Abbiamo inoltre studiato un’opzione intermedia, il ‘modello ibrido’, un modello che, pur mantenendo sostanzialmente la struttura di garanzie tipiche di un Full Service, comporta un coinvolgimento dell’owner su alcune voci (ad esempio la gestione dei main components che possono essere acquistati direttamente dai produttori creando condizioni di competitività dell’offerta) con conseguente parziale contenimento dei costi e lo sviluppo di un maggiore know how a livello interno. Il modello, inoltre, in prospettiva può evolvere in un’internalizzazione totale delle attività”. Nello specifico, dettaglia Derchi,”l’approccio Full Service prevede: O&M gestito dal produttore WTG; garanzia su disponibilità del parco e produzione effettiva (termini contrattuali); terziarizzazione del rischio; minimizzazione della struttura interna; massa critica non richiesta; costi elevati e scarsi margini di trattativa contrattuale e terziarizzazione del know how”. Per quanto concerne l’approccio Ibrido, invece, come prosegue il capo azienda, “viene previsto: manutenzione ordinaria e straordinaria da produttore WTG; gestione diretta main components e logistica; possibile tappa intermedia verso l’internalizzazione totale; sviluppo di know how; controllo e riduzione dei costi; replicabilità/economie di scala; parziale assunzione del rischio e complessità gestionale e di sviluppo interno”. Infine per l’internalizzazione totale considera: “tutte le attività di O&M gestite mediante struttura interna; struttura e presidio organizzativo sul territorio; consolidamento di un forte know how interno; pieno controllo sui costi; replicabilità di economie di scala; piena assunzione del rischio (costi manutentivi e produzione); complessità gestionale; necessità di massa critica”. È opportuno infine ricordare che, come suggerisce l’amministratore delegato di ERG Renew, “l’analisi qualitativa dei pro/contro e quantitativa è effettuata con l’ausilio di modelli matematici che tengono conto dell’indice di guasto dei componenti, ha evidenziato che il modello ibrido poteva essere la migliore scelta”. Tale approccio “è diventato realtà a seguito della rinegoziazione del contratto per le attività di O&M con il nostro principale fornitore, Vestas. Modello a partire dalla primavera del 2012 è stato implementato su 267 MW, a fronte di una capacità installata di 594 MW, quindi il 45% del totale dei MW installati in Italia ed Europa ad esclusione di IP Maestrale il cui closing è previsto entro febbraio 2013, mentre il resto dei parchi eolici, ad oggi, è ancora gestito con modello Full Service da parte del fornitore. I risultati conseguiti dall’applicazione di un approccio ibrido su una parte dei nostri asset, hanno dimostrato il raggiungimento dei target di saving inizialmente auspicati”. E’ peraltro importante precisare che, seguita riporta Derchi, “il passaggio a modelli di O&M diversi dal Full Service richiede alcune pre-condizioni: le coperture assicurative devono essere riviste “su misura” per coprire adeguatamente tutti i rischi (guasti, sostituzioni, interruzioni della produzione, etc…), l’azienda deve strutturarsi per avere un alto livello di controllo dei propri asset e quindi deve implementare un efficace sistema di monitoraggio e controllo, indispensabile per traguardare buone performance in termini di disponibilità degli impianti e contenimento dei costi di manutenzione”. A tal fine, specifica riporta il capo azienda, “siamo già dotati di un sistema SCADA 2 che consente di raccogliere in modo omogeneo, completo e continuativo tutti i dati provenienti dai parchi eolici e avere quindi in tempo reale la situazione degli asset. Le serie di dati consente inoltre di elaborare statistiche e modelli previsionali indispensabili alla programmazione delle attività anche di manutenzione con conseguente ottimizzazione dei costi”. E’ altrettanto importante precisare che, concludono all’headquearter, “non esiste un modello ideale di O&M: ogni operatore deve fare le proprie valutazioni sulla base della struttura del proprio portafoglio di asset. Anche nel nostro caso, l’acquisizione degli asset di IP Maestrale, che ci porta a disporre di oltre 1 GW di capacità installata in Italia, rende necessario valutare un’ulteriore evoluzione del modello attuale di O&M, per massimizzare i benefici della nuova massa critica, della complementarietà dei parchi e della collocazione geografica. Per un operatore che continua a percorrere una traiettoria di crescita sostenuta, la continua valutazione dell’interazione dinamica tra la scelta dei progetti di espansione e la compatibilità di questi (in termini di tipologia, qualità degli asset e di presenza geografica) con il modello di gestione O&M attuale e/o a cui si vuole tendere rappresenta una sfida non eludibile”. 11 febbraio 2013 - 09:00:00