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Transcript

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Anno XXXIII .\. 1 - (ìK-WAIO ly^T-XV htliz, (ic tt*H AMICO " S/w*'/. in ahh. /*astalc (incnflilc)
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fii'lKgM 1»
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.•♦tM'irlà trionfi la feih*. la l»onlù, la verità, la giù-
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A tulli i curi r f<Mlr.Ji Ifltori di' I/ANOIvl.'^K
imr^iaint» ^li aii;:iiii più Im*I1ì prr ]*;iiiiiu nuovo.
Il Sijjiiorr rirolnii lutit i!rl!<* .««uo più
li<*ne»
(li/Joni e li ri'iiila frlici. prin4-ipultiionlo di
la
frlU.'ilù
flir
d<M•i^"i^
dallii
coMriciizu
dì
uvcr
c^einpro fallo il proprio duv4'nr' v di **4'nlirHÌ Ì"
<'oii Dio <* i'oii ;:li ui>tiiini.
<(ti/.ia.
Eppure ci «ono tanti, anclu* buoni fedeli, ohe
piMutano «-s^MTe l'organiz/.azione una cOf»a ffuper»
flua, od almeno che non li riguarda, paghi di
diehiararfvi buoni... prr si'.
Ma non vedono estfi che i nemici «li Dio, ^
quindi deir<u*dine }*o<*iale, ai organizzano ap
(^HKcda pur»' quii ln-iii v (piclh* forluiic che
punto j»erehè ^anno che neirunione sta la forza
giovano ad alN'viiiri* Ir diftìcoltà lUdla vita, piir-
<• la vittoria? I buoni saranno sempre soprafTat-
siano iisair sr<'ondo Ir li'fi^i ed i \"ol<*ri di
li
isolati, ([U.indo i cattivi formano un cecrcito compatto e ben allenato. Hujssia, Me.^ieo
Spagna insegnino.
Dio.
LK .\i>S'I RK FKSTK
Ai)l>ìanio lrasror,-c lictamonlt* c sanlain<'nt(' If'
care
del ]\alaj<' <; d«.*l CapodaniK». La ft^h'
sentila e la pietà ])rolond<i elie cldu-ro a earat-
lorizzarle, v^iono un ottimo auspi<-io che que^^li
nobili s(Milinienti dei no.slri parro(^')iiani avran
no un nuo.vo
inerenienlo anche nel 19»i7. e ce
lo confermano le settecento e pifi Conuniioni
falle nel solo «giorno di Natale in j^.ran parte al
la Mcvssa di mozzanolLe c molle in quella ilei
maltìno, sexiza conlare quelle degli altri giorni.
Queste sante Cojuunioni sono siate eerlo il dono
'più gradito a Ge^ù, lattosi umile pargoletto per
nostro amore, ed Egli, cortaineute, «ai>rà ,ricam
biarlo con quell'abhondanza
«ole Lui può e sa dare.
grazie eelesli che
Cerio, neirilalia nostra, grazie alle olti.m<' diretlive <lel Governo, non potranno veriiieai"tìi si
mili jli.-^ordini. Ciò non toglie però che non ci
sì deld)a u'4ualmenle unire
per lavorare con
frullt».
Non ))axSta inip<Mlire il male, bi^)gna anche costmire il bene. E TAzione Cattolica intende p^'*^
cisamenlc foritàare animo generose, convinte, at
tive. che sapi)ìano fare dell'apostolato con l'e
sempio e con le opere, portando nella società
un nuovo so/Tio di vita veramente crialiana.
La nostra Parj-ocehia non è certo fra le prime
in fatto di organizzazione. Tuttavia ha delle buo
no formazioni che promettono molto bene
l'avvenire. Dlfalti, per il. 1937, conliamo i se
guenti icisscratì:
Sezione Mct^chile: Fanciulli Cattolici N. 27 •—
AZXOiNE CATIOUCA
Non dovrehhe estorci piìi un buon cristiano
che non conoisca questo esercito dei cattolici mi
Aspiranti N. 19.
Sezione Foinniinile: Donne Cattoliche N. 3^
— Giovani Effettive N. 23 — Aspiranti N. 17 —
litanti, che intendono lavorare in coopcrazione
<ìeirApostolato gerarchico della Chiosa, perchè
Cristo veramente regni nelle anime, nelle fami
Beniamino N. 22 — Piocolissime N. 17.
glie, nelle nazioni, perehè in nome Suo nella
lo saranno in breve tempo.
Totale Tessera$ii N. 160.
I qiiadri non sono completi, ma ©periaino cihe
m
In
E OSSERVAZIONI
ChU^sn. Duraiilc la y^anta coiiiiiirioiu'. «'hi
la riocvc, tiono in mano un piallino. Prrrhr?
Perchè, nel caso avt\^ero a cadere iloi franunen-
faweia iiUorno alla t.hiesa. «mI .i (»io\anni Oc
Santa. Pitaciu. che ha fcirniti», purr ur.itnil.inien»
h». tulio il ge-M» net e-sarit» |kt la ei»'.| i u/.iunp
d«dla India rornier rhr eirt-onda l'-tiun «••iiie.
li o la slci-àa particola consac.rata, anzi<'lir raile-
a terra, siano racrolli nel piattino. Lo vuol<*
il grande risj)ctlo che >i dove al SS. Sa<'rani< iU<».
Ma perchè il piattino ri.-'jjonda al suo >rop<i. hi«•ogna tenci'^lo herie sotto il mentti. niui Iontan«>.
come fo?>se un semplice oggetto di e<'rinionia.
In Chììifero. Non j)och<' lapidi rerentinn'nte
collocale, sono, si può ilire. senza Croce, perchè
non può flirsi tale una crocellina di ntlnlnie pn»-
jiorzioni scoIj)ìla più per ornanienio <*ln' p<'r dar
(it;\. n \Min\()
pdlM'V
fiN SE" 11, SI 1» CKSriNO
Parliamo di un ar;:«»iin*iit«>
Ìmporiant<'»
a-^ai • oiranle .a-^ai lra«eura'<i e lanh» diMUrM»:
i li'iJppi liuli. --i %•> dif'ndo. -i>nn la mvin.t didla
t"an>iglia.
Non è mai >lala delta una par«d,i più iufiinu' c
più .in h!'- di .jiP't.i: tn.iil E mmlrr iumatiii:!
'."e Irit'.ata in riuidl/ioii • < uiuim :'li'' ninliM
le un significato. Essa deve canipeggiar«' Ìkmi <listinla. de-ves-cre di grandezza propt)rzi(»nala e
r;.niv.- di ni a. gli umnini
al posto d'onore.
Più che la lapide, è il segno ihdla Redcnzi^n**
dÌ.r\.iiHi. pinta ii>n -è il IH' «•. -liii".
ehc flevc distinguersi sulle tomho cristiane.
pi-n hè più «rUliaiiì
haniM) -cMipi'' ritenu'i i li'^lì
ht-ii'-diziour,
prnpiio (jiiandii ii!aii;;:\a il pan»-; n^iii h.imliitut,
I' PrM\.
vii!. !i/;i iit.n f;i iiiiinra:-.- il iiaii-.- iilb- rr. ;iture .lì
l)i<i.
•
Ea rri>i aitila! "è un pr«»il«iili> ili rallivrria. r.J
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
DAL 2<S ^T>VE\1BRE AL 28 DICEMBRE
è con^'guenza d'd man<al4( ntUMimo. perrlù. van
no uìanJ-andi) gli uomini. E p«'i li« tanta di^russa
(. «-rid
non è en. a dnralura. ina par»•e;i::4'ra ; non
può r-si'i"e -eiiMire fO>i : ba-ta chi' le \(di>nta uni::-
BATTEZZATI:
1) Trozza Pietro eli (.)sual(Ìo e «li M irc-ia Er
menegilda,
2) Antoniacomi Mario di Valcjilino, Tinolo. e
ne seiruano nn po' p'ù la leuj:»* divina «• i dtMt;imi del \'ani:eb». perchè lu'.lo ( :nnhi in mej:lÌo.
Si-ntile (jiie.-ln apologe»: ('.era una volta uii
4'(ìnladino che leiint* chiusi» tulio il >iio fi iinuMit'.k
nel «rranaio. in\-ere cln' -«i iiiiiiarr una parU». p-^.
di Pavoni Giovanna.
3) Clerici Pietro di Angelo, Dania, c di Kloepfer Anna.
paura della crisi. Veniu' un'invernata pri-siui
(;li adiri contadini, cnstrelli ani un oziti forzaltu
doveltero mi-urare il pane, mentre 1iillro ne eb
Totale nell'anno N. 35.
be in abbondanza.
Via airepnca dui rarcollo^ j granai degli allri
MORTI :
si rienij)irt)no e il suo. rimase \'Uolo.
1) Pieli Andrea, Spcecini, di anni 66.
2) iColman Antonina, Scribo, di anni 82.
Titale nell'anno N. 28.
r..a morale è che un operaio <lie luwi ha lin;i
pai-i-crà in di-^t-n'la aiiiatezza gli anni dela sua
validità; jna. pa-sati ijursti. coinini'era a stentare
la vita: vecchio, sarà un mendico. Al <'ontrario
(juelilo che ha una nnincroi-'a ligliiui'lanza slciitrra
0:FFERTE
ALLA
MADONNA DELLA
fìn-chè avrà soltanto dei lia'mil)i'ni, ma «'rcsc.iiu^li
SALUTE
S-ohiianlini Teodoro, Lefi, L. 5 — Schiaulini
Giovacchino, Lefi, 5 — Antoniacomi Angelina di
Angelo, Tinolo, in occasione del battesimo del .
fratellino Mario 3 — Antoniacomi Irene ed 1~
che niano questi e jtroin'.i al lavoro. .1 agiiatcz/.a
enlrerà nella sua famiglia ed egli avra a-siv'urato
il ipane ])er la vecchiaia.
Si è -cmij)re o-^servalo che h' famiglie nnmcroie ,
sono -compre quelle cui non -manca mai il nec-rs.eario e qualche volta il superfluo, rolme di hcine-.
dalle culride, Pixin, 5 — Maresìa Vittorina, Bortoloni, 5 dizioni e di ogni bene; iw.eiìvl\ue V
^
\oiin'!\(a
per
isìWn'/io
Chmàs
V\V
del figlio Pietro — Clerici Pietro, Pere- gliia e per lo squali"^re cui sono destiniate (lluw
giustizia di Dio, quando per colpa dei genitori
re, 20 — Perifiisutti Anna, Moret, da Rema 10. i figli sono sempre di là d'a vcniixr.
pobbiiamo la nostra riconoscenza per i lavori
n&lla nostra cara Chiesa della Salute
anche ai fratelli Angelo e Dante di Dania, che
hanno data ^atuitamente la tinteggiatur'a alla
Non si può fare sulla terra opera più grande,
che dare aUa Chiesa un buon Sacerdote.
—
)ek/ierq
•^ANGELI co
3
L'ACQUA CHE RISANA
Sul magnifÌ4'o rielo di Oricnt^^ hrillaifano le.
atrlle^ DtiiCorizzonte rra .tparita quella misteriota Iure che i Mnfii awvn guidati alia rapannn di
liefit-mni e.
.\elln Stalla fortunata, la vita seguivu .<n'ren/t
infitrnti al S. ììmnhino, mimlrt' m-lla n'ggia del
DOMENICA FRA LA CIRCONCISIONE
E
L'EPIFANIA
feroce l'.rode vra un nndirvu'ui di ntphlalit
ripetere <tmritato tli anlini, ttn suono di trom
be, urift uralpitar di ravalli.
I/etlitto (Iella ^*^trnge defili Innocenti" era -Ufi'
'l'ulta la
r I;j «lo]r<>/./.a ilt'l
(if-ù -la rn'l hih»
a<>,
iH
vuol dire « Sal-
vat<»rf >' ipH'-h» iMniir indica |HTriò la inif^uv
IH* «' r<»p«'ra di pr(»fnnd;i infinita. tJni^«•^^aI<• nii«
f+crironli.i. «Iir il fi;;li<» di J)i<>. inrarnando.-i, v««
niva a cotnpi» r«* lu'l nioiulo.
Sr Miti <M)ti-*id«'i iann» ijiiffltti "c pm^iaiiK» allf
inminicnrvoli |»r<»v<* di .ini(>n- rlir (ioii (.]rÌ!«!o oi
Iia dato^
<'(>ntrnip]iaiu() la .««{iii^iita 1>4*Il*';&7.a,
aiK'lic .•>('nipli<'('nirnt4-
umana; d<d]a .tua fi;:ura:
la sua jMinlà. la -tia niitr/.za, la >tia ^« lUToftità, la
«•ua rnaL'naniinità. la -u.i L'»*iitiI«-/,/.a... ronn' jH>!-
•iianio (•apa<'itarc*i <-1m* vi «-i.ini» dri rrif^liani che
Itcstrwnniiano. vilip<'ndono (juofo Hanlissinio ni»inc?
Tulli (jiiinili inrnirr ^nttianio in <'Uor«* un or
lon; ;irand<' p<'i' la I»r-lrnnnia doI>l)ianin far<;i
uno H{u<li<) di (oniliallt'rla. dì slì^nnaliz/.arlaf di
to firmato ffuella sera.
l n anfielii era sc<*sn nella ntttti\ si era acciìsta-
to a S. Ciuseppf e gli avt-va detto-. "Prendi il
lìamhintt e Sua Matlre e fuggi, perchè la sua
vita è in /tericolo'^.
V'.d allora, nel silenzio nottttrno, ni fioco rag'
giti ({ella luna con la misi-ru cavalcatura che era
nella stalla, la S. Famiglia premle uhhidirnte la
ria dell'esilio.
l.a strada è lunga, il viaggio incomodo, i peri
coli della via non si contano, ma dalTaltt» la Prov
videnza guida i fuggiaschi e li sottrae ai perito
li. (Uimmiuano così da più gitimi. I*assan4ì il deS4'rto, si a/wostano alle Piramidi. Quella sera si
fermano in una selva. I n lume brilla nella notte
huiit, fra gli altissimi cedri e le frontlose juilm''.
Sarà genti- amica?,.. Saranno l>riganti?...
S, (liuseppe httssa trepiilantlo. Ceffi mai visti
dicliiararlr ^n< rra st-n/.a (juarlinv. Ma non dobJ)ia!no rcrniani .pii. Noi dobbiamo, s<'ntirr nel
si acct>slarono all'uscio socchiuso. Ma la mite bon
tà di quei viaggiatori, il lamento del bimbo clif
ruor»' (ulta la ri<'ono>i'<'n/a, l"aff<*tlo, la len<M'rzza
clic il dol<'i.-"^i">o nome di Gciin deve suscitare
in coloro elu', conosccnclolo v adorandolo come
ad essi ospitale.
Dio e Salvatore. r»anno <•!»<• c pari al merito nes
sun onore, neiisuiia lod»'. nessuna esaltazione di
colui che lia portato (jucl nome jjantissimo. Pro-
nuiHcremo «juindi -«empiy» (|ue.«lo rmme col più
profondo ri^petlo, r con un c;<'nso dì sincera veTierazione, con la comi»ia4*cnza die viene da un
inlimo afletlo.
aveva freddo e fame, fanno .sì clu' la jK*rta si apra
Accantf> al focobire nrut <h>nna piange, cullan
dosi la sua creatura, un piccolo bimbo tutto pi<igato nel rorpo qìta^^i morente. E* la moglie d*'l
capo dei briganti, l'olla invita i pellegrini a scal
darsi, e, richiesta, offre a
un po' di or-
(pia tiejnda. per il bagiuì del piccoUt Gesù.
Quando il Bambino esce dall'acqua, tutto fre
sco e ridente, la donna che piange, quasi spinta
da una forza misteriosa, s'fwcosta. albi- vaschetta
NON DIRE MAI
... a proposito di letture; non son piii un fan
e vi immerge il suo malatino. Maria ha compas
sione e prega.
E la gioioi è. grande, pari alla sorpresa. Il bim
bo esce dall'acqua guarito e ridente'. La donna p,~'-
ciullo
..a proposito dei tuoi genitori: non capiscono
da al miracolo. Gli nomini guardano meravigl^^'"
•,.a proposito dei tuoi doveri: non c'è da preoc
ti ed inteneriti.
cuparsene
...a proposito de^le tue cadute: non ne posso
nulla
...a proposito degli nitri: si arrangino •
...a proposito dei tuoi difetti: è il mio tempe
ramento
Quando la S. Famiglia In'.scia la spelonca debriganti^ prr riprendere il suo viaggio^ una bonda (Varmati la scorta fiìio alVestremo limite del
deserto.
Cè una Teibìara che sfigura le anime nostre c
...a proposito delle preghiere: non ho tempo. le fa morire alla Grazia di Dio: il pe<ccato. Ma
Sono frasi micidiali
che uccidano la virtù,
che uccidono l'amore,
che uccidono Vanima.
Dunque che spengono la tua giomnezza.
c'è un'aeqiia miracolosa che le può guarire senipre, se noi lo vogiliamo. Sono le iparole che, j.
Confessione, il Sìacerdote pronuncia
nome
Gesù Cristo sull'anima pentita òhe vuol ritornire a Dio.
1
LA FORZA DELLA FEDE
)ENriERd
VANGELICO
I n t'iiiaro indite- d«'llo -jitrih» di emiro cri
stianesimo di'irli spagnoli ««ant -piritualnirntt* è
la «•eguento lettera .-H'ritl.i <Ial Si;:. limando Vi*
daly Kihas. di anni
dì età. fi<^lii) di uno dei
j)iù rieelii industriali di Bar«'«'ll<»na. dur ^to^ni
prima d<*lla -na furila/ione:
PRIMA DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
Barcellona 15 Ottobre 1036
(10 GENNAIO)
Gesù Fanciullo che va al tempio, con Maria c
Giuseppe, per adempiere il grande precetto pa«
s(iualc iinpoàto dalla legge a tutti i Giudei, ci
•dà una grande lezione; ci inaegna cioè l'impor
tanza dei nostri doveri vercH) Dio e Tobbligo lii
(A bordo del Vapore Urugruai)
u Ai mi<'i ::<'nitori Kmilio \ i<lal l{iha> r Ila
ria Trre^'a I orrcj» G<"ner. m (^)uan«l<» ipif^ta
ra giungerà nelle vo-tre mani -are-lr ^ia informa*
ti clic il giorno 14 sotn> f^tat») ^iiidi<ato davanti
rendere a Lui e nel moilo da Lui voluto il dclii-
a»I un Irihunale jiopolar»- «' «imd;innato a nutrtr.
to culto. Ma mentre Gesù, come uomo éi assojjgetta a questa prescrizione legale, lascia traspa
Il delitto «li eui mi ^i ac<u.-a <• di f.-^.t-rnii nniiu
rire un raggio della sua natura divina. 1 dottori
ai difiii^ori (Iella Spagna
drila Religione: ej
io. per il mio Dio •• i>«-r la mia Sj>aj:nn. offro la
che sono nel tempio stupiscono di tanta dottri
na, nè sanno come spiegare la sapienza tlelle sue
vita con gioia e vero org»>j:lit»: p«'rehè in questi
domande e delle sue riaposle. Dopo questo par
patrimonio deli uomo, ma di I^io, Io lio doman
dato a Dio ehc ^li eompi"^?»* la -ua "-anta vtdontà;
ticolare Gesù « discese con essi e tornò a Naza
reth e stava soggetto a loro ».
Ammiriamo Ja sapienza di Gesù, ma procuria
mo con animo sincero di imitare i suoi esempì.
QUANTO COSTA LA S. D. N.
Crediamo... divertenlc per gli studiosi <li eco
nomia politica considerare gli stipendi annuali
che si pappano gli impiegati della Società delle
Nazioni; Segretario Generale L. 360.000; Scgretario aggiunto 240.000; Sottosegretario 210.0(M);
Bibliotecario 28.000; Consiliere 112.000.
Interpreti e «reviseurs» da un minimo di
50.000 a un massimo dì lOS-OO-O.
Traduttori e redattori da un minimo di 54.000
a un massimo di 92.000. Segretari stenografi da
un minimo di 34.000 a un massimo di 45.000.
Copisti da un minimo di 36.000 a un massimo di
32.000. Messaggeri, ciclisti, ragazzi di ascensore
da un minimo di 12.000 a un massimo di 16.000.
In relazione al lav.oro che quei signori com
piono ci pare clie... il prezzo sia un po' alto. An
che se si tratta di impiegati quasi tutti prove
momenti i-ajnsc'O più elu' mai <-hr la vita non ò
la sua volontà è fatata il mio sacrilirio. Iimedetta
sia Iddio e che rgli rejiiii in Spa;;na!
Siate sicuri ehe i momi nti più fflici della mia
vita sono (|ue(Sti in cui. eolla <o>rien/.a ]>nrificnta
da ogni macchia e r^apendo clic nnudo |M'r iddìo
mi v<>glio port^are al suo fianco. Ui<*evete la
notizia della mia morie sen/.a rattristarvi,
ma piulto-ito eon jiioia: Dio 1,, vuole e
vejilierà per tulli voi. Perdonalrnii i brulli mo
menti che vi ho cagionalo, i dispiae<TÌ che vi ho
arrecato, le mie man»'anze, tulio, y. allo stesso mo
do che quando Iddio mi dif'dc la vila la gioia
regnò sopra di voi e rinjira/.ijisto il Signore così
gioite ancora adesso giacche (jnesla ^ la Sua Sali
ta volontà.
Vi ringrazio infinitanient<' per l'<'durazione re
ligiosa ehe mi avete impartito, i)crclj;. ad essa
delibo il morire come un eiii-^liano. Hicordatevi
molto di Dio ,fate ch<' i miei Iralelli si ricordino
di lui e Dio vi concederà la grazia di vivere e di
moriic come dei veri cristiani. I n ultimo ab
braccio ed un bacio, con più amore ehe mai vi
manda vostro fifflio che muore ])er Iddio e per
la Snaffna.
nienti dall'internazionalismo massonico.
F oritaiuìo
Aìrunirianuy quoM'ineffabile bHh'z^za (IpÀVani-
in€b di Maria, la quale cortsla di tanti piccolìssi-
\\V\\V
sV
compo^^ precisamente di 'tante piccole virtù, ma
m vOÌori di ))io-.
niezzo per inoltrarci nella via della per/e-
tutte
perfette che, compendiati' nella :sua
questo m<'zzo diventa a sua volta il
l^elVaniina, hi conferiscono un^ntti^.Utivw irr'esi- fine relativamente ai mezzi che per otfenerla vi
^libile, un incanto celeste.
dobbiamo impiegare.
—
iJr, rlii- vojrv.i
5
il H.iinliino. m- nr ri-
toriiaroTtii |t< r mi altra xi.i «1 l*»ro |»acn«-.
11 viu^fifiu <l<-i
•» Hril«MiiiiH- r la loro u*
i|ora/i«»n«' «!' l I^ninliiiu) <«>no un falto r un »uu-
l)o)o{ un falli» a**«'a<lul<»
lani» «utoIì, t* il jiiuiluilo «l'un aliri. f.illei rh<- «Inra «la iniplinio crai»ni V <hir« ià hn" alla finr il»*l njon li» ; il Mmliolo
il'un |ji*nrfi. i<» (li\inn: non nirnu . ajMli»!*'
)EN/IERd.
II DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
(-ia^rln^dunu di noi.
Siamo «h'-rni il«'i n«iHiri ra|»|»r«*4«-ntanli. i Majji,
conir lor.v -liniianM» la ;;ra7.ia in*-ffrtl»il<- «rt*^
VAKGELICO
. 17 (;KNNAI<)j
Il S.ilvHlt)re (Jt-HU. con In sua .Madre Snnti'*i*iitni
j.i'rr rri-lian» •«•nir loro wi.unonr rfRiarrnuMiU*
ricono-rrnli : i
I«»ro ni- i iliaino ili a»-i-trrr
e foi suoi primi dÌH4*epoli od Hpo#*toli, pri'nde
poi clrrnanirnli- ail un'alti.i nianifi--(a/.ionr di
ipiflln in <ni v«Mlr<ino farcia a farria *'
in<"lo ^ai'ri'c'. illnii'li» an<"li io \a<la ai| atlorarlti
la "uu pre.-«*nza l'unione (h-i due .-.j)0?*i. c in quel*
parl<* a un convito iniziale, .ramificando coni con
r«cca'*ionj*. per l'inlerc'c-.-iioiie della
}*ua,
hÌ eoinpiace anche di compier»* il primo <lei suoi
miracoli puhiiliri. HohIÌ i|IH?!*Io weiiiplico fatto a
pcrf^uadere tulli i cristiani di connitlerurc c di
FIEREZZA SINGOLARE
trattare il malrinnmio come 0(»sa flanla. Nes
suno osi profanare ciò che Dio ha voluto render»*
\l.liiatno I. II" -nll.i
t.a//-'Ita -Ir I.an«ann.- >.
ronir il Con-i^ilin . . iHral'- '!< i ' >'n/.;i Dio - ha
ronf<'rilo al co-ì-lrlto *:..niniÌ--ario .lei Popolo
naor»»; e tulli fa<*ciano inve<e >i che a o«:ni fe.Mtn
IJlvinofì'. il titillo ili Sriiza Din oni'rari(» Molivazioìii / l'«-r aver priun irnialn n» l!a lolla l ou-
«pici conforti, di <|in*IIe virtù eh
fro la r»*|Ì^'ioni'.
vrà pro<-nrare a Di») •• a (ict-ù Oi'-lo nuòvi ado-
('onn- (itolo oiioi ifij'o. non r i* nialr. Il hello
( in- l.ilviiiolf ha ri-porlo <lir (|Ui-| tilolo. lui
lo jjorlcià con ficn/./a e nio'tr«'rà ron nuovi
di nozze .«ia pur«* presente* (rer*ù con la j'ua ;ira-
zia, apporlalrije a;:li r.p(»?ii di (pie^di aiuti, di
der<* ^antamenle feconda la loro i
dovranno rcnione, <'he do
nitori. <• alla Obie^a nimvi fijrli. de.-tinati ad oi--
pt*re partecipi dell'eredità di ;iloria e di beati
tudine <'be (ic<ù stcs."4(» ci ha riconcjuislata.
sforzi (li averlo nK'rilahi.
Ma. il Sii:nor l.ilvinoiV e eonipa^ni " Senza
Dio ». credtino o non creilono eh<' Dio l'si^U'?
Forse ri^jpontleranno : h noi -iann» -ieuri rhc
Dio non esibii'. Sieconw ))erò e'è «Iella i:onte cbc
ci nre<l<'. allora noi lavoriaìiu) «on oiiui uioz/.o,
pe:i:hè. in-s-niio ci <reila più. e rosi un «rioriio
o l'altro la terra saià piena di ?^<Miza Di<» »•
Di tal ri^ìKìPla faeeìanuì -uliito la «rirala a unii
cattolici eli<' aii'Cora ahboirrain» alilo proiiK'Sse.
L'EPIFANIA
Alla na-cita di (Jesù in regioni ad orienic della
Palec^lina comparve una stella nuova ed eccezio
nale. Tra (]àu'l!i che la videro vi furono alcuni
Itr»' <liee la Iradizione) Magi, o sapicnli- i
J
ricono.-eiulijlu come un ^egno della nauseila <ic
Mespia, <*bo doveva uscire dal jjacsc di Giuda, si
allo parolo helU'. alle helU- halle dei comunisti mijscro
in viaggio alla volta della (7-iudea.
cordo il diavolo t? 1 ai'fpia franta.
Si portarono i Magi n Gerusalemme certi che
I/cscni]Mo di IvitvinofV. elu' si diehiara fiero del il grande Re dei Giudei fosse nato in questa cit
titolo onorario dì Senza Dio, ci deve confcnmre
pIic i comunisti i-ervìlori e ^chiavi di-'ili onlini
o vorrcLbcro. i eicclii, far andare d'amore c d'ae
di Mosca altro non sono clic degli impostori ai
quali nessun '..a^anluojno j)uò erivlc»-e più
tà : e appena giunti ne cercarono informazioni.
Erode, geloso ilei suo potere, radunò i 'capi dei
gaccrdoli c i dottori della Legge e li lùchic^ do
ve doveva nasccve il Moissa e ne ebbe in riisposta
che Betlemme ora la sua patria.
Allora Erode no fece avvisati i Magi ed ag
SOFFRI' PAZIENTEMENTE PER DIO
Una bambina della Santa Infanzia di 3 anni,
un giorno cacldc a terra: la sua ^rellina Marghe
giunse :« Andate, informatovi esattamente intor
no al Bambino ; quando l'abbiate trovato, fate
la sua Umanità SS. e l|a sua Mlaostà Divina-
Partirono i Magi e usciti di Gerusalemme rivi
rita, di 4 anni, aceoric stibìto. la sollevò e le dero con grande allegrezza là stella che li aveva
ii-cgu\T0T\0
SeTmò»
diede eH\ l»ere ini po' tVacqiia; poi le bagnò la gUÌAaX'i.
parte del capo dove la banihìn:: diceva aver male,
dov'era Gesù.
e prendendola siiHò sue piccole ginocclùa, men
Entrax'ono essi c airossequio d'adorazione
a G^sù ». E la piccina rit-ennc i singhiozzi.
Avvertiti poi in sogno di non tornare t ^
tre la stringeva amorosamente a sg, diceva: «Deli so il Bambino Gesù aggiunsero l'oinaggi^^ o'
soffri pazientemente per Gesìà! Per far piacere olii doni: Oro, incenso e miira.
6
—
Difalti trasH''in;ila al lii(>::o infaiiii* mi
la rirton^lò di luco A •*fol;:t)ranlr <lu* n<*««^un«
liESE
polr
; «• iiH'H-a-i a |»rr^arr vi<lr inn.ii)/.ì a
M' una «sindiii.i
mn la »|iialr hì copri, av(*r>>
<}ola il I'rrf<'ttti fatta >]M>^Iiar(' tiri «noi aliitì,
rS\»iino anlì avvifinar-il»- a «-«Ti-zioiir iU*l fìllio
d<'l Pn-fi'tto. il ipiali' |i<*rù <*a«l<lr a trrra
vita. Sron^iiirala iJal patln* ilrlTinfolirr giovane
(21 Gennaio) S. AGNESE
AjriK'.^t' f«MT orazioni' al huo Si;:norr «• rironi|»ur.
ve r.Anjirlo dir ri-^ii-MMto il ;:iovanr, il (jnal<' ,ȓ
ini>«' a grillar**: I n Dio -«ilo vi r in Cirio c in
trrra, <m1 r
il
Dio ilrj <j'i.'>tiani
\ <|ur«tr |»ar'»lr i ptnitrfii-i }>a;:anÌ tnrtlonu
a riiinor'' il popolo «-lir i-r<-Iaina. a»l alta Vtice
la morte' <lrlla ;ii«»van«'
\;:i»r'-**.
II Prrfrtlo tnrliatti. vol«-tuI»> lilM-rarr V-zni'se
ma trm»*n<l«) Tira ilri poiitrTiri. Ia-riò a nirttrr
l'orilinr in qiirlla moltiIndiiir il vie»' pr«*frlto .\«
>pa>io.
A-pa-i») r«'rr arri'inh'rr un man fiiotu r
tarv'. (h'Mlrd Ajinr-r: mn Ir fiammr -i <!ìn i'-rro, 1;|.
j^riamlo Iil»rra l.i santa, finrhr «U'I tutto >i &prn.
sri'O.
Allora \-pa-ii> «Unii- tirilinr rlir Ir
À
n'oi«.o
il capo, •'oinr «lifatti avvrnnr r l'anima «li ({iirstn
insi^fiir vrr^rilH' >alì al -no Spo-o Divino incoro-
naia di più diariiini.
ISTANTANEE
i\'incftty ÌKi si'Ko aiiìii.
^Era l'anno 303- rlclFEra cristiana. Sul trono dei
'Ocsari sedeva Oioclesiano che l'anno avanti ave
va seatenata la decima c più fiora pcrsceiizionc
contro i cristiani. c nella copitnlc del mondo
viveva una verdine che avrebbe rifulso di gloria
— Presto iiìaiìifìni
t'd il piccino se no va ìio
tamcntc vorso la cfiirsd /Kirrocrìiiale.
—
.•iii intono!
— Sì hahho — <'(l // hirirchitio
dì tQf
ìnoritarc la sorellina e prende le arie di jtn
o«
metto.
immortale per tutti i secoli: Agnese. Aveva do
dici anni appena quando fu chiesta in sposa dal
Ninetto ha dodici anni.
figlio del Prefetto di Roma. Per il rifiuto che
— Sw, Ninetto; raccogliti un momento e recita
n'ebbe il giovane si ammalò.
Scoperta dai medici la cagione di quel male
la preghiera della sera.
Il fanciullo, un po^ contrariato^ si inginocchia
ne avvisarono il padre, il quale feee rinnovare ad
presso la mamma e prega.
Agnese le offerte e le istanze del figlio, ma in-
Papà intanto fuma la pipa e legge il giornale..,
Ninetto lo guarda e prova in sè qualche cosa...
idarno.
Saputo che Agnese era cristiana e che a Cri-
eto aveva donato il suo cuore, la fece chiamare al
suo Triibunale, e con carezze e minacce cercq per
suaderla ad acconsentire ai desideri di suo figlio
Tutto fu inutile preferendo eesa cpialunque pena'
che non sa spiegarsi... Vorrebbe parlare^ ma non
osa. E
tace...
*
*
«
Ninetta ha quattordici anni.
E giorno di festa. La campana chiama per la
Messa.
La mamma lo esorta^ —Ninetto, presfo.
Prefetto, pur di rimanere del suo SignorerMinac
anehe la morte, a idoli di pietra e al fi-rlio dei
alla Messa.
dandola il Prefetto di farla trascinare iit luogo va*Inutilmente.
Il ragazzo non si muove^ anzi la
pulbfcli'co con donne di mala vita rispose: «Se
e poi guarda il padre che è tranquilla
tu conoscessi il mio Dio, non parleresti in tal mo guarda
mente
sdraiaito
sul canapé, col giornale tra mani.
do. Io che conosco la potenza del mio Signore
Oggi,
Ninetta^
oisai
niamG^ù Cnsto, disprezzo le tue minacce, sicura
iMia,
andarci io a messa, mentre papà noTV
^a%'a\lrui 12» va mai? Non è Vassistenza alla Messa un dovere
,parità, come no sacrificherò agli idoli, perohè
ho a mia difesa l'Angelo del Signere ».
per tutti i cristiani?...
9?
—
7
IL PICCOLO CATECHISMO
LA CHIESA CATTOLICA
II'AUOI.K DKI. l'AVA)
CONTRO LA BARBARIE COMUNISTA
" Il /tirt olo C.atrrhi^nio rinuin*' .'H'inprr il grantir libro, dopo il libro divintt drlla divina scrittiiru 4' 51 può ilirr in ttn rcrtit sfiuso il più gran'
N.ll.<l.-i l.iirliun ci..- vcuivano
r..vi..r »ull.. v,-<oh... .ivilla ih' libro drl mondo.
p,.pa.K., .la.a ,..-r |.ii. --<^<•11
It pirrolo ('tUi'rhi.uno,
ridotto ai minimi
tri..- .I.-I
1» "">r'n <-. mo.lr» fm
<lal .lillia.u- .Irlla pa.r r-Ialllniiana. .1 praml.-«- trrntini, proprio in'lla sìtti prima j*fif(inn, offra
in stdiizinttf vt-rn di ttitti i pritblcmi più alti di'lKian- ,Irir..|M r.. ....•.•avi;:liu.a .l. i paMon
rttmnnitn f drl momln intrro, (jufintlo a ijurllf'
«tri .l. lla ..uova r. lipi..n.-: <l<-i
^
vi .l.-lla chi'-a .Im-.-Mf in-oiiiiiia, .-li.- M>rp<- » ditmamli': C.hi ri Ufi irrato r prnhv vi ha t-rrato
-li l.uono quella
t,-, .a.l. nl.-. K--. "I.l-"'- .lai>P<-r'"<«"
fi. a ...a vit.o.i..,a r.-.i-l. n/a al
l.ari,-
fan- .-.1 in. ivili., i
'•
a"-"'!'- ^
-,'7"''"
ranli. u vi. n.- ii. ..Mrii. ii.l.. .|u. ll.. . iv.lla
itnsfrrrhbr tpirsto prr jnrnr il primo libro drl
ntotttln. Piit posto a fondatìiriitt» ili tutto, prinri" pio ili tutti*, fiitr di tutto, drU'rs-irn'. drl vivrrr ts
drl prnsan'.
.la I-Ili .lov.-vali.. -ni.;.-!-.- nuovi -lali •• nuovr na
zioni,
."i.
','r
K,,„,.,ro|»-, a fu ,M..-^. ;:u,ta aurora - l. «>-
,liv. r-a fornia <• .-.n va.ia in.- n-.l,. l- r .ulto
il „„,l,o . vo -ino
n.o.l.-rna .- forn.a an/..
rinln-.-i-io .l.lla -loria .l.lla Chu-a.
l>ai)i
fiiiono r.»-! i pn-ripin -alvaieri .l.-lla Sorinà iim ui.i. iili art- tiri primari
h' mt'uU- .piriliiali .l.-lh . ivillà ini..va. i vrn pap.M»>!' '• i
rlir
r tin'ssi al tuonilo, .foniì dntr rispo.ntr rhi' hanno
la ^(iriinzia divina tirila lu'rità.
I.a rtdtura rrlit;Ìi*sa pUi> salin' ail alti'zzr tu r-
tii:inosi\ /»(iò prrmlrrr propiirzioni va.'^lissitnf.
ma rimano srmprc in jimib), nrlla ratlicr. miVrssi'tìza, il piirttlo (.atrchismo.^
S. /i.''»-"»'"*"
l*'
ii^'uiitli visiitni, S. ionia
SI» i tin ir sur non mrntt f£rtiiali claliorazioni dì "
.sirr*», r tulli ipiiititi 1 granili ilttttitri, ì firanili mai
.-tri, i nniiidi }iriii i-hr tpiasi scnza nutn^ro a
C.hii'sa numrra nrlla sua }ilorios\ssima storia, tn
ji>ntb> i hr rosa hatìtio fatto?
=
!i' loro iK-nrinri rii/r non fiintiio .-fiiiprt-
llauntt stuih'ato a /om/n il (.ati'rhisnio <
ricono^riut.'. sr taUna an/à andarono ripagate hanno iìlusirato srmprv iùù larfiamt'nf-^' *'
di in-ratitiidinr o di p«M-.srru/H.nr, non divon- nosfimrnti' trar$tdonr rouir da ttnu minirra m*
ncro per nii'-sto nuMio 8tinial)ili o pnv.io.^e in
nanzi alla sloria voridira c alla sa-gia postcrila.
Ora si dircbln-, la storia anlicui si rinnova, di
fronte alla nuova barbarie che si M^atena sulla
Furopa r minaccia tutto il mondo civile, e co
sattrilnlr. una roufinua rirrhrzza di vrrita, ^a
tlifjoruìrrr ni a.pplirarr alla vita drl mondo ttt
ti'riì
(Hill discorso ai viiu'ilori
.Irlla j:ar:i di coltura religiosa)
me l'antica barl.aric era frutto del pa-ancsnno
e deirercsia, così la nuova è figlia del materia
lismo odierno. Essa quindi non può csM're com
COSE DI SPAGNA
terialismo- del catlolicismo cioè e dai suoi rap
A (|iiimlicì chiloini'tri da Madrid sulla
degli Angeli, il famoso Cerro de los Ange ee e i
e il centro geograifico della Spagna, ei
battuta efricacemente se non da quella civiltà o
dottrina che si oppone più recisamente al ma
presentanti e maestri, il Papa e i Vescovi, a lui
uniti nella
jr<^rar(rhia dell'unica vera chie
sa di Cristo.
Ed è combattuta appunto, e senza tregua og-
«i come ieri, dalla Chiesa e da tutti i suoi or
fani di insegnamento e di azione, sotto la gui
da del loro Capo Supremo il Papa, alla cui vo-
oe corrisponde l'opera concorde di tutto il mon
do cattolico oggi più che mai ravvivata anche
dagli orrori e dallo spettacolo sanguinario del
ia nuova barbarie.
un episodio elio jvuò essere simboli-co . ^
l'epica crociata che stanno conducendo i
naìi contro il Comunismo nemico de a civ
cristiana.
.
,
Su quella collina in faccia alla capila e,
siderata il cuore della Spagna, era stato
un gigantesco monumento al Sacro
to il cpialc era scritto: «Dio protegge a^^
gna ». Fin dal primo momento dd^a
vile le truppe governative trucidarono 1
si di quel convento, profanarono e
jl
^ol-
santuario, abbatterono il monumento, e de
PreghidTìio il Signoro, che c*illuminini a fare
lina fecero la ridotta dell'inforno.
e ricacciati dai nazionali, ì militi
sei-varono gli ultimi nastri delle loro
la sua volontà.
trici agli aparsi frantumi della Statua
S. Francesco di Sales.
proprio per dar sfogo al loro furore
ri-
Qj-\sto,
8 —
L'INFINITA PICCOLEZZA
Os>r rva|<- qii.-.i.i prinuda i- ^uu viiu- .id ntio ail u-
1 Ir;.-,-ri pi tali l.i..nrlii d..llr numi!.- parlicrlSulla spia-iria in riva al mare. Filippo, Anna Irno doro.
Opinino di i|ue.ii pi,-,oli , i.rpi un fiu.
Maria e Gianni rarooisrono toncliiglir. V"(^ no so
no di tinto Io fo-n:ie: rotondo, ovali. lundio o re\ Krcu nrll interno tb iriin prrrct Ii!>i le rorolla
•»! ben ileliiirai.i ^di iii\Ì-ÌliiIi r-ianii i* ì
lungJus^mic. ro7no una lama di coltello; ve ne gialla.
ihie iìnahnenle ricurvi di i pivt, Mi. Som,,
Jelìi'ati. i-o.-ì sottili ,*he ant'hc ;:IÌ urrlii Itiiotit *H An
na Maria perdoi),» hi
m i ,-rn-.ur ,{1
^tingiieriic i (hdi/io^i j>Ji tÌrolarÌ. I*', non ,|i mcn,»
il piccolo f'ior<'Ilino giallo, naxtiroto n«*I cuore
d<dla primola ro^^a. non «• più piccdo ,|i*i fiorii
fdii ha fatto tutti i fior* IHni? i hi ha fatto lo
iin*raviirlie che contieni' ci.i^ -iiiio d« ì più piccoli
/ioreilini? ('hi ha f.illi» ::Ii aiiiinalt |mii |m,-coIìV
(.hi ha «lato loro tulle h- mniilira. lutti irli istinti
eoi fpiali po.e>on<t miniv<T-.i. ccicarr il nntriii|i>n.
lo. difi'niler>i. viviTc'/
^ono di appuntite ed altre eon le quali si ,>otreI,.
bero quasi -iooare a billia. Ve ne nono di
di medio, di plocolc.
Ho trovalo la più In-lla _ ,«r-lu,i.a improvvi.^ai7ienlo Gianni. .
E' mia eoiK-hioIìa
dai ri/Ic.«j?i role^iti,
(.Ili ha fatto tiittf le
piò pi<ToIi'V
(^hn';ili >t<'S'iO «die ha fatto le con» più ;jrandi:
il grande ììtton !)io. chi* -a fan* tutto. Nulla è
M*«)npo piccolo o trnp|io na>i<»«t«i percli«> non ric.
a vi'th'rlo: nulla è troppo dilìicile pi'rchr mni
IifKJ>ia 4T''arlo.
quasi trasparente e oo.«ì i)iceola che a mala pena
avrebbe coperto r„n-hia del pollice di Giovanni.
I tre fanciullt vojrliono trovare altre oonehiirlie rose, dai ntle.=si colerli. Comineiare è difìiciie, ma poi; a poro a poto
occhi ^.i avvezzano
a questo poco, ed ecco che in o-ni parte scorino,
no conehf,^r],c dogni forma e coloro, sepolte ne'-
Iarena o nascoste da altre più grandi.
Giochiamo a ehi troiverù la più piccola! —^ Dire Anna Maria.
SUL CAMMINO DELLA VITA
11 via^rpiatore, for/.«ilo mio nial;;ra<lo di viaj;giare e rlj viaggiar .sempre sulla via <levastata dul
prosegue il cammino ealmo e sicuro,
Ella crede di averla trovata; non era ]>iù gros
sa di una lenticchia.
Ma ecco Filippo con la cua ultima sco
perta : 6 una concliijrlia mosca: poi o,;ro
Giovanni con una minuscola coppa di ma-
cfreperla, come nn grano rli fiamma luccnic.
Mamma — grida trionfante, ho trovato la pifi
piccola conchiglia del mondo.
Sorride la mamma; ella sa bene che vi sono altre congl.iglie antora più piccole, piccole come
granelli di polvere e altre più piccolo ancora; ce
pe vogliono parecc-hic addossate l'una all'altra
perchè rocchio possa distinguerle, ed altre più
*
Ma gii animali non possono vivere in così pie-
Si, animah invisibili... risponde la mamma
1 tre fanciulli tacciono silenziosi. TI fatto che
^o,s.^aao.
Yi 'sorprende
e ìa mamma che pur lo sa da tanto tempo pensa
come essi, che anche la infinita piccolezii di
quelle creature è un mistero meravin-ljoso
Filippo Anna Mana e Gianni potranno -^o'-
•»
»
L uomo è viaggiatore, .s^i)into in avanti da uiut
forza misteriosa, alla (piale nulla resiste, verso
il paese clic si chiama Klcrnitù.
La via gli si mostra talvolta luminosa, taPaJ.
Ua oscurata da nubi ed insidiala da nemici di
ogni sorta.
Non deve viaggiare solo. Ila bisogno di un
compagno che gli sia a fianco nel momento del
pericolo.
Vi è un compagno ehe risponde sempre:
Quel compagno è Dio!
piccine ancora.
cole ronchighe — esclama Anna Maria.
y.
ia tenìj)eHta e invasa dai ladri, non va solo.
Egli guarda, cliiania, altende: (; quando sulla
via pasfla Ja truppa armata, si uniste ad essa e
»
«
Chiamiamolo ogni giorno a noi colhi i)re<due--
l'a, poniamo per così dire la nostra mano in (piel^ divina, uniamoci spesso a Gesù nella S Co'MA\\A\V sVwvv
nemTci^^^^^^'^
insidie dei iioalrV
Ir, inizuu^ivr ed opere ilella Rustia Staili'
care, un altra volta, a chi troverà il fiore più pic- pa ìi( a loro iiiolwplicc varic/à <'or.rrr;i<>nn> tuHe
ooJo.
a questo fine allis.'iimo, .spirituale sopranna!nraì<^
£.,,.0 non è la viola mammola, nè il l>ottoncino fi portare il popolo alla pratica della religione,
d'pro. non e Ja minuscola corolla del sambuco,
le ànimo a Dio.
•
.
)ENfl ERÒ
LA SACRA FAMIGLIA MODELLO
della famiglia cristiana
m
I/ANGELICO
I. — iK)VKKt DKi (;i:Mr(iii<i
l* t'ifmitiit: Maria v (riu>i-|»|>f'. in .<ir>m*<iuio ail
ufiii prcri-^a
pcrlunn
DOMENICA DI SETTUAGESIMA
i2\ (,KNN \i<)'
K.i \nr,r/inin- <ii i (rriilili, prrftrrili
Kbrc-)
t'.lir pihni <'iaui» •'lali <lii.ini.ili .1 Iiiv(»r.ir«*
visita i̫'l Si^iiuirr allr
«ii'f «I<*l fjioriu», "«i^iiifi<'a la >«>«M/.ionr «lì ria^niiH» <li n<»i. ih'IK*
yt-rst- ria. jut 1<- \ i«- iiii-I.TÌ«»Hr «jrlla ura/.ia.
'i'tiui
«i.iiiio rliiaiiiati
a lav(»rar<* tifila vipriu
»l<-l Sijinoii*. ma iti iii«nl<» tlivrr*»»», |M-n*hr Ir ;:ra/.ir ili l)i«». -uni< i< iiti p<-ivhr liilti **'i |M>^^ano ^alvar<*. -<»iio jli>lril»nil«" p«Tj> «'Oii tliffrrrni*' iiii^ura. .Ni'-p-uiiu -i «l.iiina. -r non |»rr ruljMi -ua. Non
invidiamo «oltno rli<'
'•ono fumiti di diMii più
pr«*<'Iaii. Dio non pi^Mi-ndi* «la ntù
non il tiaf-
lif-o di-i talenti nnidatici.
Inipoiiint'' <' l'Iir rliianiJlì i-i>poi;.1 iamo. romiSaiiun'lf. alia %<»«•«• di
nio; <• I*.«
adsiini n l*.f-
<-c)/jii.
Iddio ]»adrc atiM)ro'>o. dà ad o;:uuno ìi n!<v.;^(>
per rajr«finn;i<'ir il fi'H' ultimo j>«t il »(iial«* fjimnio cHMli. ciot'
il
Paradi-o.
AFrntK' dunipic -ianio in li-mpo «appiamoct no
approf/itari'.
iiu»«(jtcu. vanno al lcm))Ìo e vi
appetta i'j**;:iitngr l'rlà del precel
lo.
Jéi'zhmc: |,ji fiiiiii^^liii >*i fortna e hÌ ttiaiilietie
in (Jiitva, pcrclir è in (nii«'-ii rh«' fi fonti» la coM*irii/i( dei ^jfnilori, chi* .-ìÌ ron'^arru la loro divina
.lulorilù, che fij cTrji ):i l'nniuiiitù <ii \Ìla e di
^aerìliri(». L odierna tli^civ.ioiie ili-lla (Uuesa fd
il roiiM'jrtn*nle hfat'elo drlb-
fami^lìr confrrma
•liKvta grandi' vrrilù ìiKc^natari djilla ( IhÌ'*.-*:i.
»'<*nd(»nr utia trinle verìln di r**prrirn/.a.
li.
ooVKHi i>Kì ; i(;id
1r<'nn*|Iiaino: I diritti j|ri ;:4'nitori tr«»vano un
"II- ni'i dirilli di Dii>, i -^-i-ndo e-r^i mi -mi-
j'iiri* «•tninifnto prr l'er-i^im/a fici ligli. mentre
Iddio ne I» il rr>':ii()rc. |)i (|||Ì |a ragione per <'lli
(ri'Hii >1 friiiH» a (rrTii^alcmno'. >en/a cfn'artje il
ronm'n>o.
I rloveri «'hr i lìgli hanno verino Dio, prulit'i'Jni'tili* -t ri-(dv4ino lud ricono-^rere l'iirigine ilivina d<d! aniorila d«'i iieiiijori, n«'lla dcdi/.ii»n'" a
I»»ro elw consisti' nidl'amarli r nella re.-lituzinnc
»li «pieile r<(i||(-citudini. sacrilìei e pr»ivvid«'nzi' <
«•-^si hanno rirwvnlo bambini «• devono re-stìtuire.
ai genitiH'i vecchi.
ìjt'zintu': l", con>'>(-gni'n/a naturale «*Iie i <loVi*ri
PRENDERE TUTTO IN BUONA PARTE
d«'i iiirli non dev<»no aver limiti né di eia ne
... paro]<'. morii od alli ohe alili ii.-^ant» ron noi.
condizione >Jìriale <• quesli senliinrnli noìi J)0tranno metlrre radici jirofonde nei Iin'o cuori .-e
K* <|iu'sla una f<JC(dIenlf* prrfiaiizionc prr j;o-
non colla 'ianlifìra/ione della festa.
dcrc sirmpic Ja pac<' v la.sciarla godere anelic
111. — |,A SA.\TIFU:A/I(fNK lì'Kl.-LA l'K-
iìi^iì altri.
Ma jnirlroi)j)0 siamo tiaseinati dalla nostra
cattiva inclinazione a j:ìudi(;arc a rovescio le pa
role ed i fatti del prossimo. ÌVoi i'rejliamo trop
po facilment<* elie le perisom» <;i manchino di ri"^uardo, cli<' non cj stimino, die althiano bielle
C
"
coiitraviclà con noi.
Ci basta «ebrgere una lieve nui)e insolila sul
viso di qualcuno, per farci supporre indinVrenza
o freddezza.
Una parola le^'<j:cra è. stata pronunziata, e noi
ne rinianianio i)iuiti.
Un imprudente ci ha ripetuto una espressio
ne sfavorevole sul nostro conto e noi non la sap
piamo dimenticare.
E così, facendo delle monlagnc di questi non
nulla, Tamieizia è turbata, o forse, perduta per
sempre, o la pace domestica conliniiamcnte mi
nata.
STA
K elemenio di conservazione dc^lla vita fami
gliare.
Dilani ogiri la vita di famiglia è ostacolala:
dalla assorjjcnte njoIli]>}iij|à delle occupazioni,
per cui si vive j>oco o punio in famiglia: dall in
saziata gara di licchezza <• di piacere, clic co-^tv
tuisc^^ l'egoismo spaven!oc--o diM noàtri tempi.
La vita così materializzala ilis-grega e dis-HH-ia
i membri della fannijlia.
La sanliflcaziom' della festa invece è come li
na parentesi clic mette un fermo nella vita di-ripata c spensierata deiruonio, e lo chiama allo
spirito di sacrificio necessario sìa per riinione dei
cuori, sia per la fusione dei sentìmenli e degli
interessi della vita dei .cingoli, in qu<^H:> che è
vita di fami,glia.
Lezione: Consideriamo la santificazione deil«
iplice e meno perspicace, se vogliamo risjKirmlar- festa conio una fortezza di difesa p^^r l'-esistoiiz^
Suvvia! l'occhio deiranìma nostra sìa piìi sem-
ci noie e colpe.
-ni il benessere delle nostre fanii"-lie;
IO
UN^ANIMA ELETTA: REVELLO MARIA
Rtn'cllo. .\veva dodici anni. A cinque .inni fcoc
la !iua prima Comunione, l/ullima eomuniunc^
la f<NN' nuora prima ili -pir.in-. Ci"»ù l'Iia vo
luta tutta per se >.
E' bollo e conso
lante coniìtatare che
nel
nosiro
CtijJÌ veniva annunziata la se»»mpar.H.i dì quiv
sta fanciulla ehe attira la no>*ira att«'ii/.ioni-. |H'r-
fioriscono
idiè eon la .••uà pur hr<*ve eHinten/a -e^nò unn
popolo
ancora
quelle virtù ehe for
>eia lumino>a r la-^'iù eM*mpi ili vila veramente
mano i Santi: è hel
cristiana.
.\aeque e>-a a (irin/ane d Alb.i »• U' H.i
lo e ci csalla incon
nera/ione alla i:ra/.i.i eo] S. H.iti»-imo ebbe niv»
trare sul nostro canimino aninu' che re
jne Maria; «• dalla \«r;:ÌMr Sajil.i imparò l.i in.
noer-ii/.a della vita e runiillà profumla p»*r euì
cano su questa ter
ra un sorrido di eie-
fu ven<'rata r stimata d.i lutti
Io, che ci spin^oru»
Kdu<*ala prfmuro?«am<'nl4* alla pi«*la da^li «»|.
4'f>iì il loro efH'nii>io
a mirare in alto e
timi jienitiiri. a einqiw anni fu ;:iuclirata dt'iitiìi
di appressarci a riee\'er"' nel -m» eu<»r«' di bim
a
ba alTauiala di Dit». t ului eh.
j)enHare che non
di—r ei.n iiiriuihi
amon' <I.ad iate <he i parjiidi xeui^aiio a mi',
pereli»"* di e-.Ì r il re^nn d'*i <Ì'di •.
Da quel primo ine>nlrn ror» (•«•"il. laiiiiua
rjua^'jriù è la nostra
dimora, ma nella .-asa del Padre nostro
clic i->la ne" eieli.
>ua
lì fli (juesle aninu' forimi.;te, aiiiieli in •ieni
bianzc umane, fu Maria Kevello. ehe più volte,
venendo a eoììoj-cen/.a di (jualehe olfesa al ^i-
«inore, anche piccola, fu udita «lire <'<)n tutta
?eniplieìtà: «Io» piutto.-^lo dì fare un pee<'ato
ho più caro morire».
Oa «lucsta espressione si comprende (juanlo
al
aindò
uni<'am4*nt<'
ad
unir-i
ni.iji;ii<ii"meiui^
Dio: e ben 1«) pi»---ono dire i familiari o
qnanli <*libero la fortuna dì eono-m-la «• prati.,
earla. eoiin* oiini mattino prr l«"mpo. aurbi' ne|.
la più cruda .-la;:i»»ne. pur «•--i inlo tli -alulr moU
to delicata, si lrova--«- pronta per re4-ar-,i alla
(Ihiesa! e (jui\i da\a
alla -ua pirla a^cul.
tanrlo la S. Me.-a. fai<'iido la -aula
Ci>munìt>,
dovesse amare il Signore e (|uanto ne zehisse la
ne e pi'eirando a lunjio
gloria coni'ebhcro a leslimoniare di lei (|ueiii
to non ordinaria». K eosi per sette anni.
ehe
la
conobbero:
« jlaì
amalo
intensamente
quanto e"è di più nolùle: Gesù. Ja Verjiine San
ta, il papà, la mamma, i superiori e Tadempimento <.rerui>oloso det tuoi doveri. Hai amato tan
to la Chiesa ehe volevi sempre bella e pulita ».
Essendo usanza nel suo paesello natio che al
cune giovani delTAzione Cattolica, fi'a le più
grandi, a turno siano occupate per la pulizia
della Chiesa panoccliiale, essa, benché molto
giovane, procurava di farsi iscrivere ncll'elenco
per avere la grazia di pulire e al)hellirc la Casa
del Signore.
E quando al termine del suo turno agli ulti
mi di marzo, espresse il desiderio di non solo
seopare e spolverare l.a Chiesa, mia anche di
lucidarne il pavimento con o^io e cera e le fu
detto che era già abbastanza lo scoparla, cosi
rispose: «Per Pasqua verrò anch'io e lucidere
mo bene il pavimento ». Ma il tuo turno è fini
to, le fu risposto, ed essa : « Non importa, verrò
il Sabato Santo con le altre; anch'io voglio la-vorare a rendere la Chiesa proprio bella beUa ».
Ma quel giorno in cui doveva rendere « pro
prio bella, bella la Chiesa » fu l'ultimo del suo
pellegiinaggio su questa terra, perchè « nel meriggj-^
Sabato Santo mentre le campane suo-
a festa la gloria di Gesù risorto, un'ani-
Isella, spiccava il yoj^p, d.A\
veifwy
di\
cereale. Si cìiiamava Maria
con una de\o/.ii»nr «'er
K di (pn^la sua pietà si vedevano ;rli elTeUÌ
nella sua vita i)ratica d'ojrni giorno, nella .sua
ol)bedieTiza ai genitori, neirardore <on cui ariempiva ai suoi di»\«'ri di Heiiiamiiia ,• \^pj_
rante dcirAzione Cattolica, e sopralutto ne| ,1,..
siderio vivamente sentito di più inlìmiiniente
unirsi a Gesù col rendersi religiosa, e lavorane
molto per l'avvento del regno di Dio nelle ani
me giovanili.
I/Azione Cattolica ctiiamata dal Samo Padre
((Pupilla dei nostri occhi» quanto non lu ainal^i
da questa pia igiovinetta?
Di lei fu ancora scrìtto « Hai amato di un amore
intcneÌ5sì.mo l'Azione Cattolica : slappiaimo oJip
con due eo'ldi alla volta hai già finito di pagare
il tesseramento per l'anno 1937»
Quanto interessamento per 1opera del^A^ionè
Cattolica, se per seguire generosamente le dirot-
tive i&uperiori coi suoi piccoli ri>aparmi. con lo
sue piccole mortificazioni già era riuscita a pro
curarsi la soddisfazione <li essere Aspirante nella
milizia di Cristo pea* -un anno che ancora era
le mani di Dio!
Ma il Signore pago dei desideri della pia
ciulla, vedendola già ricca di meriti^ pel cieJo.
iuveoe di sceglierla a sua sposa in uu oasi di pace e di preghiera, la trapianto, fiore appena
^
ni giardini.
' prolmno,
•?»<=>••
—
ir
PER LE MADRI
Vi rirortlo il iM-lliftf'iiiu» f.ilto «li MoW -«.lU.*!*»
arc|in*. ii.Érr.it»»« i (I.ill.i S. ^t rillura.
I,a wlia iij.nirr.
il c(»raf:pi<» «li ai»-
itoti M-iilrudo.^i
lire. Allora la fialia di Karaoni', <onH«*f;nando i|
(riorliclit-dda quella l<*iw*ru i;n'alura: «Prendi
- Ir di«"M' - <|ur-kio fatiriullo (* allf^'alo per me».
Madri, queftt,-
parolr rhr la prin<*ipr,sH:i di Kf?ill"
n<*par!<) a |» |m' i» a
i*<'l '^il"»
iiK*
iiniMHH'va
harhani
<|<-1
rivoU' alla madrr
di
raffi}4ura-
i'
ooiiian-lt»
II f
no
rar tiiii'-
rlii- timi- il Sifjnnrr ai «•onilori cri-
|MT iiiHi i l'iiiiil"'iii
!•»
^tiaiii o il n i qiial
cliiti-»- in liti « «i»" -
v<dr.i
*tro <li ^iiinrhi f
Io
^'*
allrva rr.
<?. I*r4*ndrlr - di-
(Id fiiinn*. I*ntvvi<lriiza vnllr e li *'
rr litri) - prrml»'!''
qiH'flo fi;ilÌo e al-
«li Ti a jMMo iiiiin-
lr\'atrlo
là virino la
prr
nlhvalrlo
fipliiiola il'^I r» .
la <^ual^^ ln>val») il
m«'-
quindi
pfr4'lir s i a ini"
<• r V o
hatnliino.
mr i»n»vò na!iiialinriih* un -' ii-o «li
l.a -«»-
iella 'li'l fiiiu iiiIU) alloia. i*ln' -i <'ra fi rmala a
[,iM-a ^^i^Ian/.a. iircmLisi ilrl|;t ro-a. ^i f'-<r avaiiù
(. domandò alla
rouM'fina
loro un fiy;li<» da
raiinf .«lilla r i > a
|M>vrr«>
il ilin^iiat:j;in
|(rin< i|h—a -r
inacTi *'
cli^-lla <liiama>-.- una domia <-liiia i"r rarro-
rrlici-i' r all'-van- iiurl faiu iullo. l'.d a\llta ri^posla aff<'imali\ a, corsi' loslo a «•liiamarc -uà ma*
Note d' Azione Cattolica
L'AZIONE CATTOLICA FEMMINILE
Sgombrato il Irrrrm) dalle ohhirzioni <'hi' -o-
glionsi fare <'onlro l'A/.ionr C.atlolira l'rminini-
r<Mlrl<*
u
qiir-.{a Irri'a «• j»<»Ì durnli «•oinpajriio drlla mi»*
jiloria la-^-u in ('irl<i !... :>
Krro il ;:ran flnr rlir vi ili)Vi'lr prt)p<Mrr
l'allt'VJrr ì
l'ijili'di.
iii'l-
l,o rau^inn-irrrli' d indo loro una soila rrlura/iiiiir rri-liana. In rhr im»doy Lo vrdremo i>>
,-r^uilo.
in modo ohi' aiida-'rro così. m:i il fatto pnn
gran M-andalo e le donne del palrizialo it>mano
elevarono una in)hile ed eh'vala proietta.
"ni
presero jx'rò che la vittoria drlle donne contra
io si potrei)!)»' ora rlrvo<'are un po' la storia
rie alla f<'dr rra dovula alla organizzazione t t
risero di organizzarsi anrliVsse.
nizzazione Calloliea Feininiiiile.
zìone furono a|»provalÌ e benedetti dal S. ^
vedere insieme eomr e (piando nartiue 1orga
Keeo in poche parole 11 fatto che diede ori^rine alla organizzazione femminile. Dal 23 al
30 aprile 190B «i era adunalo in Roma il Con
gresso .Nazionale delle Donne Italiane. Questo
Coii"^rcsso si presentò con un programma va
stissimo senza pregiudiziali religiose, poiché vi
«rano invitate le donne senza distinzione di re
ligione. Vi si trattò di tutto uiì po': educazione,
istruzÌQne, assistenza e previdenza, letteratura,
j,giene ecc.
Ma vi fu un punto in cui il diavolo mostrò la
eo(la. Sul tema della educazione una signora
presentò la mozione per la aconfessionalità delle
scuole primario con significato di esclusione dcl-
rinse^namento religioso dalle scuole elementari.
La mozione fu approvata e le poche donne di
epirilo cattolico provarono una dolorosa sorpresa.
In realtà, luiaUì, \e cose erano staVe preparate
II progetto I- gli statuti della nuova
Pio X e venne nominala eome prima Presiden e
Donna Crislina Giustiniani lìandini.
•Ciò avveniva nel 1909 e l'organi/zazione era
chiamata: UVnione fra le Donne Cnlloliche.
UN'ORA SOLA
Ho cercato la felicità nella vita elegante delle
sale e dei festini sontuosi, nello stordimento
teatri. Sono stato a tutte le feste.
Ho cercato la felicità nell'oro, nel gioco, ncHe
illusioni romantiche, ma inutilmente.
Un'ora sola dedicata ad un ammalato, al
lievo di un afflitto, mi bastò per procuranti u"
gioia più grande di tutte le gioie.
12
la di Dio e ìn«'nica<"<'Il -«rm*' ilella p.ir.ihola f»rff
huono. ma non dird«- frulli». p«-rr|j«* M<»n .mHiI'*'
)en/ierq
in huon lerrcn'».
r.osì ia panda di l)i«>. ('i vo«:IÌono \r di^poM.
lANGELICO
/iiMii : umiltà. pre«:hi«Ta. rarr»»irlimrn!4».
r«>-ilà r -inrerilà di propo-iiti.
DOMENICA DI SESSAGESIMA
TESTAMENTO DI UN SOLDATO
(31 GK-NNAIO)
II IcstaUH'Ilt»» di (*i<>iur Hor-.Ì, rrinir«> (onver-
(ito, morto sul campo. Ìia ini/i(» con (juivoi.t prò*
messa di sfolgorante \'aIor«' a-'-oIuto: •* Sii cri»
sliaiu». partecipa ai .Sacramrnlj r .-i-^ui Ir prati-
II bciiiìnaloz'c usci a écniinrtrc v. la é^ciiicnzaf
parie cadde Jungo la via c gii uccelli hi man
giarono; parte tra i aassi c «jonnogliò losto, in;i
dissecò per mancanza di umore; parte cadde ira
fe spine c queste c-re^ciutc col grano. Io soffoca
rono; ma quella che <-a<Iilo in l»n'»n Icrrcno. frut
cht' ihdla (Chiesa Catluli<*a, aponhdii'a, roniaiui.
I^-<'o l'unico dovi'rc che importa, Tuniea frlioit^i^
immancabile, l'unico hene sicuro i.. K piii
tre: «Non a<camparo la codarda scu-a di'ircsemj)io del mondo. I/amon- di Dio r invitirihUc
tificò il cento per un».
Dio ha sempre parlalo airuniaiiità in un mo
do o nell'altro: ma nel nu{>vo ir.-laincnto G-'sii
c non c'è ne<]ui/ia di uomini cln* i>ossa "opraf*
farlo, (juando lo vui»le
Cristo- il Verbo di OÌo. si ò fallo domo per animaestrarc gli uomini: la .sua eloquenza ruppe Jn
éoliliidine <lel deisevto ofrhe^{iiò n<'l!c sinapojih"'.
Quanta «icnle c'è ancora, clic pur p«>^<r.|rndiK
huoni srnlìmcnti cristiani, non osa, p»'r la pau«
ra flcl mondo, pratic.ir la H<dipion(r r traxrurii ì
in cima ai colli, sulla riva <lel mare. <'irronilai(>
dalla mollitudinc raccolta.
suoi dovrri di (>i.-liano!
Li
.adiamo
Gli A])ostoli e i loro i^uccessori continuarono
m
I ©
H
o
insulso.
lll.•.ul^o.
siamo
pm.
sceremo anzi ludl'altrui considerazione.
MOZIONI
3
timone
lunun:
fraindii nciradempimcnllo (lei nostri (hivrri i*
nessuno avrà il <'(»raj:.::io di lH'^^ar^i di noi; rro-
e continuano la missione del Maestro, j)redjeando
il Vanjvclo dovunque. Ma perchè spes.-o la paro
R
'Sto
qu(^'ilo
BIBLICHE
di
A r i rr\ & t. &
Dop Giaffa, Lydda, S. Giovanni in
Montana, fermiamo il nostro sguardo
sopra la città di « Ramleh », che trovia
mo al 23° Km. sulla strada da Giaffa a
Gerusalemme.
La stazione ferroviaria dista circa 7
minuti dalla città.
Ramleh è l'antica Arimatea, patria di
Giuseppe, il nobile decurione che depo
se il corpo di N. S. Gesù Cristo nel se
polcro che si era preparato per eè.
Nel passato Ramleh fu una città di
molto commercio fino al secolo XV; pò-
scia decadde dal suo splendore ed oggi
HtiOUv è Igitt 0-OCidsii 'JÀi
poVazìone e di circa 7,300 abitanti, nella gran
dissima parte mussulmana.
La parrocchia latina è retta dai PP. Francesca-
jii che vi hanno aperto una scuola per giovanetti.
Le hamhine invece sono educate in una scuola
dalle Suore di S. Giuseppe, che vi hanno
pure
La
dispensario.
annessa al Convento dei Francescani
codcmo, che aiutò il nobile decurione a soppeìlire il corpo di Nostro Siguorc Gesù Cristo.
Fra gli edifici più importanti vi è la Moschea
di Gianiìa ci Abiad con una torre quadrata che
ba 100 metri di lato, e laTorre dei 40 Martiri, eliti
Ila 9 metri di Iato, divisa internamente, in 5 piani
serviti da una scala e spirale che ha 110 gradini.
Dall'alto della sua terrazza si gode uno splendi
è dedicata a S. Gmseppe ^'Arimatea e a San Ni- do panorama per tutta la pianura.
—
13
CREAZIONE DEt MONDO
Il
r la
«trvaiio.
K."i-i'*va
rr;i tiii.i
inm «'-i-
allora i«<»l.ini<-ii!<- l«l«
dio.
ii iiiorulo <• lulto rio olir ò tiri iilon(1<i
fu erralo <la Dio- Vair a <lirr trailo dal
nulla. A rrrarr il iiiondti Dio impietrò
Mei giorni <1 ).
<la|»|»rima rr<-ò il C.ii'l** r la 7f»r-
rn: ma la trrra rra xuola r -riizn foi*
ma. V. tutu» «'la inirhrr.
.\rl J' jii«»i'iio 4lis«ir Iddio: i» Sia la
lurr » r la lu<"«* fu.
\r| 2" «lioriio frrr il lirmonn'ntf> (ilir
chiamò < ir|n.
Nrl 3" formò i mari r h' tiTrr r or
dinò alla trrra di produrre rrhr ver.
dc^jiiaiili <' i»iaiil<* friiltifrre.
IS^rl -V giorno <*r»'ò il
la luna c
Sfelle,
Nel 5" en-ò Ir varÌ4' npreir <ÌÌ pi'sri
chi* vivoiu) iK'iractpia. r Ir varir *ip<'<'ir di tiirnllì rhr volam» iirlTaria.
Nel 6" r<M*e rlir la Irrra produrr?»?ir
finimaìi d'ogni sptMÌr: prr ultimo errò
Vuonìoi
iioj
vidr
viiir c"hr
riif Mine
Mille le
Ir rosr »inriu*. •«»'
avrva
• fallo
^rainh'iiirntr hiiwnr.
Nel 7" inlinr riposò: r lirurdÌ!i««' r >anliiì<"ò i|ursln
elje eliiarnalo snlmtn rit>r l'iposo. (2
erano
(1) Ln parola <},'ìoi'nci :• (|ui \'iiol tliri- un /xr/cj/o i/f Irnipn . i- non
uii ^iinno di \i'iilujtiJjllro nif. Non
sappiamo però (juantu (jucsU pi-riotli <n trnipo :il)|ii;ino (lnriil<i.
(2) Il ffiorno del Sabato fu destinato al riposo e »1 fa'ti) <n Dio. Noi Xu(»v«i 'IVst;oni'nto venne diigii Apostoli
sostituito con 1:1 Domenica In memoria della Hisui rt/itnic di
PER L'ANNO NUOVO
FEDE E PROPOSITI DEI NAZIONALI
I XazKUiali app<'ìia iik's.-o jìirdr .-ni collr saero
a intta la Spagna baciarono l'oggotto di tanl'odio
•dei governativi, ])iogarono il ginocchio c alzaro
no l'inno della vittoria. Il generale Qiicipo de
Lano rsuUanto: «Su quosto' colle - dicova'" il
generalo - si elevava il monumento al Sacro Cuo
re di Gesù, al quale la Spagna era stata eon«^acrata.
I marxisti hanno mitragliato questo monumen
to e hanno profanato questo luogo, tutto distrug
gendovi. TI Cerro di Los Angeles è ora nelle
c. in venutn i«i qucslo ^^iorno.
Un aulorr. <;omiiu:iando un lihro, si traccia il
piano di quanlo vuol scrivere.
Voi ])ure. al primùpio del nuovo anno, prima
ohe una- sola dolh^ vostre azioni sia"" scritta sul
libro hìnnco clic Dio vi mette tra le mani, trac
ciatevi un piano e projìonctcvi di esservi fedeli.
Ohhligatcvi con volontà feniia a quanto vi
proponete di fare quest'anno, questo mese, que
sta settimana e dirl«»:ete seriamente le vostre in
tenzioni.
Volete che io vi indichi un soììinutrio?...
nostre mani e un nuovo monumento so.stituirà
La vostra vita deve essere piena di azioni buò
ne, e siccome ogni azione procura un po' di glo
narie ». Iddio protegga la Spagna.
pena per voi, per voi, per voi soli-
l'antico, non foss'altro che per ringraziare Iddio ria, tin po' di pena, un po' di gioia, lasciate la
gloria a Dio, date la gioia a^gli altri, tenete a
di avere liljerato la Spa^a dalle orde rivoluzio
14 —
3L ^
o m €» q K
m il b lar o 3?r n i o
... // Itltn
(/'(></« «* SOtlfC
... // mio ftfsu r l^^/ifcrt^
( UKA^EM)A
tu uomo andava sotto il p,.,.o <li jiiolt.- . lo i. n.-l
<la sofferenze in tutte le f.l.re clellVssore suo. e
^. n-o rKl.-riiii;,. Kr.,
,v.-va „,oti ,li r,l..-llinn.. .onln. Din "
se ne lamentava così:
'
Perchè o Signore, mi avele dalo laiil*- noci <• «osi pravos* •y
\a' n»ir !»|»all<* immi rr;:t.(>n,, ;|j
loro peso, non ho più forza di sopportarh*
Poi con gcsio .<^tanro. fretti hin^n «la sr il faccio -i-h ia^iianl.- ili rrixi «• mjhIÒ.
"I-'ìl'Iìo niì<» - ;:li rì-.pofM- i|
non in li hti r.iriialo «li
y
nes'iuna «h'll«* mie crrnlun* ì<> rnan«h>
4r«)< i «o-i ^r.ivoM- «la n«in pohTsi p«ni;,.
rr. "I! niid ^'i«>j:«» «• tlolcr... il
•• l«';;^«*ro... "
*• Pni<-. Si-4iir. Ili
1^^
ini»' «•i<u*ì... «• sono nn»li«*I
^ "• KMiciu- osaniinÌani4»|,. in.si,.|,„.
K ron «hn* inani Dio solli-vò Li <rori' ni'
pv.anic Milla «piale
s.-rin.i; s,.,"
•iualità. «Vediy» sog^ri,a(lili(;in,i„l
la airnoino. «(^)n«-sta eroe,- non te l'I» j
(lata io. Te la sei faMiricata «la 1,- S
an«lal«i in c. iva «li piar« ri. «Ij uoI.isiiV
(li «livtMiiin.-nti... (> «li <'ons«'jru,.,,y.,
avuU) niaialtic. pov«'rlà, rimorsi ^>
L'uomo non rispose. Eia ver.». Hip,.,..
-«• la croce e -«• la rimi.-%t' sulle sn-ill '
Il Signore additò altre croci: la croce dellVtr«/-;riV/. la croce della ii'^ìn.sia
dia, la croce dell'ira...
.
la viuw..
I .il-
.
i<io., .1, lì n,.c,.
«Basta, Signore, ho capito!» .-Jo^pirò ruoino.
E quando ad una ad una Dio cldx- se;),arato tuli,. I,. croci unianc. quelle che
i-ran
fenati- colla sua impronta, una ne r.-stò... una
che era proprio la sua, quella di cui K-li v''"
se:« Colui ohe vuol venne dietro di me, prenda la sua croce e mi se,«'na
Ma quella era piccola
»
mollo piccola. E sopratuito era cosi avvoca nell'aniore, addolcii-,
consolazioni, irradiata dalla speranza... che cpiasi non pareva più una <rnce
yuomo la raccattò e se la strinse al cuore, baciandola. La .ua anima poco prima pie„,
rivolta, mormoro intenerita: "Quanto siete buono. Signore!
LA PAROLA BUONA AGLI AMMALATI
Sapresti tu numerare quante volte promettesti
a Dio di volerlo amare, ma di amarlo davvero,
anche col sacrificio di te stesso? Ebbene dove
andarono a finire le tue promesse? Purtroppo
alla parola non corrisposero i fatti. Ma perchè?
Forse perchè il tuo cuore avesse per Dio delle
ripugnanze? Tutt'altro! In fondo al cuore il de
siderio d'amarlo c'era sempre: ciò che t'impedi
I'"ni
rezze. Dunque adesso è scomparso quel grande
ostacolo che avevi a dimo.itrarc a Dio Ì1 luo amore, od al luogo delFostacolo è 'ioitcnlrato lo
aiuto potentissimo dei dolori, i (|uaU. se sai va-
.rtcnc, ti serviranno ad amar Dio più in un
giorno adesso che prima in un anno. Credilo pu^*6, se prendi tutti i tuoi mali con rassegnazio
ne, se li prendi dalla mano di Dio e li tolleri per
far piacere a Lui, &e a Lui lì offri proprio di
va di realizzare questo desiderio erano le cose
del mondo, le poehe gioie e le seduzioni dell?
cuore, con questo solo Gli dimostrerai che Lo
vita e va tu dicendo. Ora però dal mondo sei se
parato appunto dalla malattia ohe ti affligge;
la volontà. Ti consoli questo pensiero allorqua»do ti prende la mestizia perchè non ipuoi più
zi par non abbia più per te che spine ed ama
pregare: qual preghiera più bella, piìi gradita a
Dio e più efficace, che patire per amor Suo?
gioie e seduzioni la vita non te ne oifre, chè an
ami davvero, e non solo col desiderio, ma con
15
-'' H'I»' )«' inaili
(;iovin«Ili
&
'I«-I
ilii***: I
l"»ri:o
lirlla valh-, vi rlii.inia il H<-.
(iorri'tr! l'-flli Im
anunrlt<T«r
alla
l>
rorit*. <•
•tran onorr (iiiflh» 'li-
dir, a suo ^imli/it», ino.slri
[uirr, l«i «*U4! ni.III».
ni in»
pilili [Uirr,
Io -ono PAraMo 'Irl H<'.
Vi parlo a nome «uo. Corn^tr! Forse una è la strada
ina prr/.ioM. più <ii (juaUiasi ^n-mma il prriiiio
offrilo.
i
jili <n«-
.^w
purr/./a alle mie. mani.
•
#
' Si avaì!/.;i il '^fM-oj'.flo «-ho diiT: allr mi»' man;
haJino donali» l:i lf>ro puri'/./.a 1'* nrvt drila vrlla
•
•
*
Alla rhiamafa ,1. Il'Araldo ^i radunarono alla
ri'ji;*'Ìa molli nioviiirlli. Il lìr scrndr la c*(aLt •oli
nclFa dtxsira ì'anrro M-i-ltru r in rapo la corona.
\
-
T \
V.
\
V
• y N ,-v
I,
^
in cui sogjjiorno con il mio grofcge. Ti
rAV*-'
L'Araldo grida: « O voi oiovanotti, che qui Pie-
te accorsi, alte le mani! due soli alzano le mani,
ohe si contendono il gran premio. Avanti il pn-
sorru e
a tutti e due ed ordina di avanzarsi a quello c ^
teneva le mani dietro la schiena, che si
protende due rozze mani suidice e calloi^®' ^
•
Aa
mie
mani• 1hanno perso ogni• purezza aa
4 ^^2
è morto il mio vicino ed io porgo
mio braccio ai suoi oi-fani derelitti!
uno inve<re vergog^noso le annoda dietro le spa- viglia, il Re atrinse al suo petto il
le. L'Araldo ordina « Il Re vuole vicini i due pritue un bacio alle sue ruvide
£30 I
i
»• t uro lianiui donalo tutta la ion>-
clama fra tutte le più pure.
®
'pro-
16 —
Apostolato della Preghiera
Intenzione generale per II mese di Gennaio 1937
gl'Eli KK IMKN/IDM (;KM;UAM K 1» VK-
TICOLAKI DKì. SANTI» PADUK >.
in avanti, osni aiinu. surà
|)., qui
formata rinleil-
/jon<* <rcnerale d<*l gennaio. I.'ha ^taltilita di
iniziativa lo >Icsh) Sommo Pontefici'. Si, anche
le altre inlenzionl iW>no d»'l S.inlo lenire, ma «•(>-
no state detcrminati' l'irra un anno prima, per
dar tempo alla loro divul-iazion»- in ijiiasi tulle
le lingue della Tt-rra. Nella int(-n/i«>ne d<*l cor
rente mese, si Jia «jucc^o v.intajjfiio. «he es^rndo
rimasta finora iiuJelenninata, il \ i<-ari<» di
('ri-to ha jniliilo a<-p'*l 1.ir«* .( d«'lerminarlo fìn»> ni
prim'ipio <ìi cpn'st'anno: i- ro-i tener <onl(» in
essa de«ili ultimi hi'»f>gni di Santa C.hirsa, con
tando '^iliréappog'iio alle -ne pn-^hiere delTe.
scrcito oranle dell'.-l/>o.s/<>/«/#> ilrlht
Preghianjo (hni<ju«* per 1«' intenzioni 4],.) San
L elezione delle'mani di quel hìiiiho, che si
rendeva più piceino anr-om nascondendosi dii*tro gli altri, sapendo rli av<ìrc le iiìanine callo
se e adibite a lavori manuali per l'aiiUo dei po
veri derelilti, è la più feconda definizione della
purezza, che irradiandosi dal cuore, avviluppa
tulio il corpo come un'aureola di gloria, e n^'l
caso presente è niajrtiiornit^ntc sijiniliealiva, per-
cliè comprende anche e specialnionle la carità
verso il proàiiinio.
La cai'ità di quel liimho, che non cerca i>reniio
e si occulta, è un grande campo di nieilitazione
specialmente in questo mondo troppo carico di
egoismo. I piccoli ì»en sovente sono maestri
ti
irrandi.
to Padri', anehr se a noi ìi:not«*. Siamo «.ii ini che
sono sante e car»! a (>esù.
Preirlìiamo pure « PKH 1 (.KlSTI A^il CIIK
VIVONO THA 1 .MAO.MK'rTANI > afTuidu- con
lo splendore della carila, ihdla divo/.ionr e della
castità ^i conservino r<l attirino altri alla loro
santa fede.
La ìontozzn slrs.sa nt'II'tirquiytn drlla virtù non
(levo mrflfrci in nm>rvnsionr, tiumuìa abbiamo
(xm l'oniprrso che f(li alziti t lrtnttsi .sontt il tuo-,
zo e non il jinf. e che t p/T/ unito a Dio chi s,*
trova in lotta continua colle sur inclitiaziniii i7i.
sonlinatr !ionirn,lnnc in cnor suo ed implorando'
nr timilmcntc la vittoria, di quello r/ie si trova
già in possesso di molte virtù c dimentica jorsc
di darne al Sii^nore nn tributo di riconoscenza
proporzionalo al suo stato.
Le condizioni del confusionavio.
— Che cos'è l'abito? — Una consuetudine con.
fezionata dal' sarto.
Che
Tticcetta? —
pVccoìa scure, con
cui uno provoca altri ad accogliere la sua proposta.
— asino che sarebbe? — Un cavallo che non
ha studiato.
— Che cos'è un accidente? — Un avvenimento
imprevisto,- ci,e non sta bene in bocca a nessuno.
Ciascuno s'ingegni:
Pierino sta scrivendo una pagina di calligrafia
che non e il suo torte. Si alza e va tutto buono ai
banco del Maestro:
__ Sig. Maestro, mi fa qui un 8 lei? cosi io guar
do il suo e imparo a scriverlo bene.
Il niaeslro gli disegna un bell'S, e Pierino va
trionfante al suo posto.
lamawrna gli aveva promesso una scatola di
cioccolatini se portava a casa un 8 in calligrafia.
MOVIMENTO DEMOORAFICO
DELLA PROVINCIA DI ASTI
Mfsr di
1");U>-X.\
Morti
Diff. popol.
Capo!.
41
5^
_ \n
Prov. Tolalc
IVI
232
2|t{
--, 27
277
—45
luigi CAROSSO - Direttori' Responsabile .
SGlIOLirTOrò^RÀFICA'^^
Anii.i XXXIII - N. 2 KKHHK\I«) 1937 XV Ktltz. dr "L AMICO'" ('"''«-"'/''t Sfwdiz.
iivI-'-jif#.
.
r'
fv JV' •
postale
,
lariila rli<* •» riiluc • ;i'l itn:> . ''Mii'.i <ti lif'n* tIm* il
1937:
('.aUnfh-hf
3.» • (fì'H't'titù l't'iiimi'
rtilr, l%fli t'ivr: A'. 23 - ispirtifitì A. 17 mini' A. 22 - f*Ìrritlissitnr A. 17
(iitn'"ntit W'<"
si'hiit\ Asiiiranti A. 21 - /'«/irù////.
liMidrc «•• Iffitiil*' it fJiVjin- iM pari pii^wd prr mi-
- Tolalr A. 1(>2.
s tati-^TM . \ rvnitnccil \I K UKI. l'>3(>
Le -|;ili-!ii lir. in ;:f'nrn*, »-oih> h hijh*' una
Cirf iin;t iif»Ìii. Kjipurr jiii In* Ìi* rifr<* Ii;niin» la
loro nj-.iiiin n/.ii
il:i <-"«•
p"'^-"t'<» imp'""»"' lii"-
Ic coso. TiiUo sta -aiprrflr int( npn-liirr <- tTnrrjc
Ir dnhit.» <-<iiirIu.-^i(UJÌ.
I,a rtlu!i:-li<'u «ì»»* rin<»iiianjo «jiii ;-oll<), è fjia
OKFKRTK PKK >M'KiHIvS.S! I.OCXM
Pir(» AfiJo -
Monu>ni ;;lo ai C.arliiti. I • 1''••
A favore <l*-llu (>liic-u 'dnlla Salute !..
-di
^lala puldilii-ir! 1 in ('l>irj»!i noi -ri-onu» 4h*U'h>infa- cui sono slatr ^ipi^-^r p(»r i ntvli hnvori L. 671-^^0.
Kiimarir qniudi un ma»rj;inr di l>. 186.80. di»' vm-
nia V !ni(i:ii i prc-t'iiti luiniio n coltali aiulH* i
vi ranwiiriMi. Or» però, avi ii 'it Ir cifro notto -ili
nc d'ctflinato Alila nnovu
onclii rd o^r^i-rviaiMloIr iittóiilaiiiCTitc, o^«mino po-
Chii^o da far'5Ì non appena 1<* nù(»ve
Irù ri(>voJ-arli r fariir tv-r- llo di piii inMidrrata
pormollera nno.
pjiviinrcnlHzionr •
'
considoruzionc.
Diiiraiito l'anno 19''6 >ono 'ilitli irjrl-t.rari n(4Iii
Rr(>^A STAMPA
noiMra parroricliiu : Hiiiti(t'.<!Ìani N. 35 - Matrìaiioni
N. 9 - Moirti N. 28 - Cresimati N. 32 • Primo (.o-
Oj;ni Inion ca<l,t(i)!irn dovn iiln; .preferir;: * I--'
jrrrr .«lolo «iiomaili e rivirilo ohe rie|pc.c:cJxiano il
mimicoii N. 36.
I)ensiero, iinijprontano a Lsenlinirn'ti i-ineor:
Le Sante Coniiunioiiti fililo nclll'r «ìiiigolc rfhirsr
Iria e di •Kc;Ii^ioiH'. Inveico. jnii'lroippo, -si (rcfVt
8ono le srjifin'nti :
ron.-'lalari' ohe si preferi?i'o.ìio\ jriornali. c-t un'inna-
Ncilla C[liici?a Parroiiriliiaile N. 10329
in S. Già,conio N. 10835
li illaistr'ali e riivlàto tiiil'l*al/tro clic confafccnti al
nella ^aliutc N. 2(>19
in S. Vito N. 371
ili Jiiunni come oIiti:nio qnnlidiano L"Awe.nirc d I-
Totale N. 23584.
Vita Ca1,:( lica. coinè ì!lu=itrato iper tfuilti il
not-ilro pensiero <ri.-^tiano - l'aìUoIiao.
lailia. conii'i' siilitiau'nnalT^ «iirsloiso e .po\pti(l':ii*e
Faniit^li'a 'dlie
AZ iONE GAn^rOLlCA
E' un rajno ianiponUantitM-iiino della vita parroj-
<iliiale. PiirlTOtpipo i quadri nom 'K)iio coan^pl'^itij
*
vcinide a eenite-iini 30. t-'fl
Vi't-*'
rio^ao, ideale Jper i ra-^azzi, che t,^i ae-quis^'^* ipur*"
a centt(vsiiini 30.
A<1 ojsn.i moda, :2oane ?lati'-lira, nel 1936. (
manicano 2:11 uomiini e ^'li e.CfciIiìivi d-ffU^a fjio'vcnlii
vano Ì7i .panr'oc.rJiia N. 3 eoipio d(^ L'Al^"^^t'nIre tiVI'
maiscshile, A<d opii modo ]e associazioni sono m
talia, N. 65 di Vita Oaltolica. N. 320 di
contimio inic.rcinicinto, e ciò dà bene a .operare |>rr
raiwenirc, qiianido i qtuiaidri s^^els)si poitra'inno esSrcix' coniipleta'ti.
]V. 50 di Crocifata Missionaria e lA'. 1 dcd
^
iniglia. Non •eontianvo, .^intende, .'liulfi i /p^i"^
ci che riecivono i lo:5i?oraiìi deilPAzione
Pertanto, di fronite ai 152 t6sse^^ati dell 1936, € ncminieno qiie-ldi !rhe ?ono npedifti da sntutm
])0'sisiiani'0 rc|nfii9lii-arc i isc-gueinti ta=sera(ii tpeu; il
di >e;eoi})0 uiission'aTio, ai <?.inriro]i aiblb'onati.
MiìvnrKM.: nivu \
>il
e ni'lla mia umili.t'-i^'nr riirmo l i Ì»c!l«*7./a
drll'aninia <'lie >i «'N'v.i al >uo t.rralorr, <• stMìlo
pni*j)i.
(ihil 2H Dlr-'urlji-f I93() al
licnn.iio
il lii-oiino di avvinnarnii a Dic), j)rinia rUo Egli
mi «diiami fiinri d<*l t<'mpo f «hdl»* f«d!it* nni.ilic».-
BATIKZ/VTf:
1.
iJi I ) r l i . i i l s H i . i ,
V fli Ti:.ò (riavallila
- 2 P:nn: i
<11 (hp-
l.'ano. Crii?'- o. ili AnlotìiiKM^nii Aiijr«''la —
AnnaJirarìa dì (;i(>: HalUi lialuit-lc^ ri5aj:na.
Celia Alliitia —
Tiro
..i
1 .Scliian!lÌiii I-'i-aiiro tii S«'l»a-ti.i-
iio V 'li l)\\nilr<'a Dina.
ESPERIENZE AMMONITRICI
Con N* >ii«' <Mla-lr«di iiilrrn:* la Spa-na .--l;! ini
part«*n<Ìo al m«)tnlo 4Mltoli<'o d^dlr Nv-ioni >an^uì
nos»-.,. V prr/ioM-.
\rATRIMOM:
Cnlniari ()n: l:o, Cupchn. ;*nn 1'^ rip» Maria, Uu--
^
Iii«-^na JMT i-M-nipio <dj«: il«»\r non -i M'inina«
non .si ra«io^li<-; <>. p« r dir ni«-j'li«>. >ì ratr«>;rU«\
ma non il ^jrano né il dolrt- vmi. ma ^pin** «*
?it.
leno.
ATORTI:
Insi-jina 4dn' a niill:» -••rv*' iin (-ri>iaiwv»init> dì |>a.
Aiì/iutli .\uò. Panrto. di anni HI.
rata, di vrrnirr, rmtÌiiM'Mtal«\ f«'''taii»lo. in<M»x'Ì4Mi>
CUORI
te e i^lic o<'<'orre a>solulam<*nlr un *'ri>tian<'s mo
GENEROSI
Per la (Ihiosn firlìa Madonna (lolla Saluto liaii
no offerto: Clìiaulini (»iii!st)j)jj)iiia. Miioura L. 5
— Cappollaii LiM'ia, Guardia !> — Pt'ri.>«suititi VaIrnlina, .Mossilo 5 — Coniis SinioJic. l'acmi 2
PavLini Gerardo. Zaiiol in otv^asioiie
mh- no/..
zr (ì arironlo 25 — Do Santa Antoniotta. (yolc ,•>.
Pro Asito — Monuìnonto ai Cndnfi : ('oinis
Ida, Pedi 10 — Coniis Amalia. Pexdi 5 — Pcris-
basalo >u <li una S4>da istruzioni' r^dij^iu.^a, .M'ulito
fino IM ll«' pili inlinn- fiblir«- driranima. vi^^tilo
sin<M'rani<'ntr nella <'a-:i *' nrlla «ilrada. in <dii<'{*a o
fuori, <li «liorno <' di nott<\ in privalo <• in piil>.
blico. un crisiì.in<'>^im<>. <'lie si lra<lucr tndl'ajb'nipinn^nto «'salto <• «'ontiiuio di tutti i ib^ve.ri r -m.
pralutto ncirossr'n'anza d<illa giu>li/.ia
d«dla oa.
rità.
^ulli Antonio di Val<^n,lino, Sofia 5 -- Cohnan
E la Spaj;na ci ripete la b'/.i{>ne -n tutti i toni,
in mille forme, <"On mille epl.sodi. Partieola.nnejit4x
Onc'Iio, Capelin
o<':ca0ÌOTLc 'delle sue nozze con
eloquente (pianto è avvenuto a Valenza ancora .ù
Forijio Maria 15 — Fcrij;o Gio. Balla fu Pirlro,
primi moti eomuni-vt.i sc^>ppiali in tpudla città nel
Russi t 8.
1931.
Ptr l poveri d<dla Parrocchia-, li Si<;. DanU»
Passuello di CaJalzo, all'inizio del nuovo anno,
1937. L. 50.
Un anno prima, nel 1930, si era adunato in
fiuella città il Congresso eucaristi<.o na/.ionab':
una settimana di (M'rimonie c pro-ej'ssioni con li
partecipazione edificante di un'imnnMisa molti-
A tutti, più che il nostro ringraziamento, Vau^irio che hi Sijrnore rifrompensi il cento i>er uno
tiidine, fcr\'ento di enlusiaisino. Nel maggio 1931,
Ja loro genei'osità.
Malaga vide incendiare tutte le sui' chiese e tulli
i suoi conventi e nci^uno, tranne il Vesco'vo, $i
mosse per impedi.rlo.
«Dio vuol salvare le nazioni - eomment^i « L'A.
"ANDRO' OGNI GIORNO ALLA MESSA,,
Una sera a Sant'Elena, trovandosi solo col ge mico del Clem » —: se non si salvano con la
nerale Montholon, Napoleone domanda le più mi carità, colla fede viva, sentita, con la giustizia, prò.,
nute informazioni dei" preparativi c parla della sto o lardi .saranno salvate col ferro c col fuoco»
S. Messa con ima gioia sì viva, che il generale ne Tanto di t^ue-lt^
^ VWWW
è waieiìaYÌi'^Vii3jt<fiK,
^
e
^Oglia sbaraccare e ricnslruiire a tempo. Sc ^Von
ce :
®
«Generale! Sul trono, circondato da uomini ci peiìsuadcrem» a farlo spontaneamente, sacn*
senza religione, non lo nascondo, io ebbi d&l ri ficando anche un poco il proprio io, lo dovremo
spetto umano, e della timidezza, e forse non avrei
fare domani attraverso le prove che ci stanno di
osato dire altamente:
nanzi agli oc^-hi ».
_ Io credo ! — Ma cpii, ove non vivo che per
jjte, perche nascondere ciò che penso ? Io vo<v]io
„n prete; vog-iio la Messa; voglio professare "ciò
ohe credo.
!o andrò ogni giorno alla Messa, e non faccio
vioh'iiZ''
alcuno ad accompagnarmi. Nei min e.
l a predica — chi non la intende ? — è indiri/zala su|)ralutlo al clero,, ai dirigenti dell\\.
zione Cattolica, a tiiMe le p<'rsnne iiiiftuenti, cho
hanno tempo, intelligenza, denaro, che sono ncll;,
IKKs-iibil là di pnrta.ri' un (jualsiasi sassolino alia
resi auj'az ione cristiana della società.
—
PROLETARI
COMUNISTI
E CANI BORGHESI
fa rift-nvano i
rhi* r.imfTH-fiiio
Aiulrr.-i Stiiillk
tulli i -uoi ln-ni r, il ric;ivalo
noti ai |»<iv«tì, «'«inif <'«»n!»i»li.i i] \*an.
ma all<*
drl parlilo
«1
jifo«li-
•'«•-u»il.i
UN ALLARME
CHE NON FU ASCOLTATO
K •'lato rei-ciiN-iiicnlf 4oUolìiu>ato il fallo tthc
a itrcsiilciiir drlla lte|>tiI>Mi<>a »vi/./era, è hljito c-
i*4inir
1«-U«» |,rr la quinla volta una hellissirna figura
di larioli,.,, rn d.-nl.- .• piaiiranl4-. Ton. (nuM-pini
aiirot
Mi»tla.
il )>ols4'i-\ Ìhiiio 4Niiii.iti«la.
( .Olii piiilo
3
più si r»*< ò in Ku'»»ia a farvi I'op<*rai«> i* a troilrrV 4'olà il iteli in«'ritalo "para<li<H> ^>virlico'* in
una ofTìciiia rldlrica di Mo-^-a. Ma... inali- ^lii*
n<' incoN»*. lanlo rli«* ilo\-(-ttf' far riloriui più rli'*
eattoiiro Wi Vindo tCaiiton TiriiH»)
in fr4*lla ai palrii liili «un |«- prinn- i«lr«- «liaiiM lral.
iiK'iilf rapo\-oll«'.
licinrsi Iv pili Ih-IU- hallaf:IÌ4- .h-lh, f.dr, ì\ì-\ impe
.*^4-^ini'inlo !«• «jiiali. lia lo-:»» -rriini un lihni.
dovf >i (liiiio^tra coiim* <• «|ualin<'tilc oprrni *'
<*>iitailini, in n'-iiim* roimini'^ln, M»n Ifiillali pj*«pio (li
i «apitaM^li Iralliino i loro "rn; I:i
n'jriiiH' lior-^lnv-r.
'I <*.h| uà!«• I
LA LOTTA ANTICOMUNISTA
DEL MONDO
Una lega di preg'hiere
contro il comunismo
A Livt rpool ò slata istituita da qiK'HWrcivc-
<Hrovo una I><'^a di pn-jrhirrr per r<)inl»all<'n' il
II l'ri-i.lrnir Moti., ii-M-iln .lall'uiiiilr popolo
to n. I 1H71
<|,»ve è na
ha -M-iiipn- iiwilo un m-um) n-lijiio-w
d« lla vita piihhlica. I^^li cMunhaltè cai eallolici
lo. «h-lla Iiln-rtà, opponili.1(»,Ì al -iM-ialimno ehe
rorriMiipr il p.,p„lo <• |o pnpa-m allanarchia.
I-r inlerrs-anto ricordare che la -uà fe.h: criritiu.
tia >. K. Molta la prorlaniò -iopraluilo .iltannnti*
alla Società delle .\.i/,Ìoiii n- l ?-«-.!tenihrf (h i
•lUanilu in rmim- d< lta S\ i/./,er« si oppo...,- alTaninii-H.HÌ,inr della i^u--- a m ila Kega ili (Ginevra: Il
eoiiiimi.nio rns^o
culi (li>..c -- aspira a,| ùiipiantaTsi ilappcrlutto. 1| ^no wopo è Ij, rivolu
zione iiKnidiale. Il coniunisino «<ivictico coinhatle
1idea religiosa e la ^piritnalilà in tull<- le sue
forme. | Soviet: sono re.sp(>nsaliìli d'una propa
ganda antindigiosa che nini ha l'uguale negli an
nali (h'I genere umano e <Iie g<^tla nel duoli» e
coniuniniiio ed i ni'nìi<'i di Dio. OjriU in^inbix) riuna j>ircoIa tr^v^fra i'Ik* porta rinimajjinc
nelN^ lagrime la Crisiiaiiilà. con lutti gli uomi
ni cli<« e.r<'!doiu) in Di») e inv<H*ano J>a sua giusti
d<'lla Madonna, du<' cita/Joni di Pio XI conti-o
zia >.
il couiiini>iino <• ciiuiur g-ia^'uhitorii? che dovran
no c.%8cr i*rcilal<* o«;ni «giorno.
Antiveggenza ineraviglii^sa ilei pensiero cri^<itia,
no, ohe pareva prevo-dcnc — col Papa — la tra
Una Lettera Pastorale
gedia <li Spagna, la attuale tragedia d'Kuroj)a. So
quelle parole foi^sero stale iiites<* a tempo !
deirEiDiscopato messicano
L'Epis(*opato inrssi(>ano, in una Icltt'ra pastoraÌ<i oollctiva ha ^I('n^^n<;iato IVdxicazionc socialisla della giovi-nlù c ricordato ai oattolici il do
vere di non aniret-tarc «
{/ socialismo né il co
munismo. i cui pt'rniciosi affetti sono ogf^i visi
bili in altri Paesi o ancho nel nostro ».
La lotterà ti'invina alTcrmando clic « il socia
lismo r il comunismo sono mimici irriducibili
dolla Chif^sa.».
BALSAMO MERAVIGLIOSO
Fu doniandalii? replicalanientc a Giohhe - ÌJ
co sfondolato deirAnlico Testamento - ridotto
alla miseria, privato .persino di tutta la sua fami
glia. se ricHMiliva le torture del suo unsero staio
— Se mi feriseoivi)! E^ise vengono persine a ro
dermi le earni!...
La lotta anticlericale
ciegli estremisti in Bolivia
J Sindarali operai I)olÌviaiii hanno chic^lo al
Pj"osi'<lni(e della Kepuì)hlìca una legge per la scpaa'azione della CJiiesa <lalIo Stalo, per la confi
da dei beni ecclesia^tiH?] e per la rigorosa nazionalizzaz^ione del Cl-ero.
I Vescovi boliviani hanno fallo pervenire al
Governo una Jettera eoii la quale aceusano i Sin
dacati di ispirarsi alla rloltrina isovictrica e <11 vo
lere gettare la Bolivia neQle asprezze dì una
guerra religiosa.
— -Ma rome mai sempre <'alino e
— Io ho un balsamo iiuM-aviglioso per le lorlu
re delTanima e del mio eorno! Quando e^^e mf
sanguinano ed è in tutti i momenti, non ho
che da osnlamare: a Dio \niole eo?ì!
fatta H
sua volonià! »
E Dio diede di poi aurora a Giobbe favori e
fortune!.....
Brava ponte, che vi lamentate e vi disperate
nelle mì-erfe e nelle afflizioni vostre, dite invece
le parole di sicuro coiif'irlo dolcissimo: «Dio
vuole così! Sia fatta la .«lua volontà, d
4
—
UN GRAVE PERICOLO SOCIALE
E Valcoolisììio, che purtrappo c profoiKlai!i<'ii-
I
MALCONTENTI
\t>ii j>a>'«a giorno forfr, nrl quair ognuni» d»
tc radìjcatt» amplio da noi r porla nolli- l'ainijilic
Moi non SI -ii'Tì'.! pini'c» dal hìnosnu di
torrenti di miserie.
'•tiar-ì innh'itnNMiio.
Convien ricordiiro c applicare anche ila noi
il solenne
richiamo rìvoUo (hill'intcro i*.piscopalo gtM'manico alhi nazione t^'desca <*<>nìrt»
l'ahuso dell'alcool. KiferendoM all'Enciclica del
S- Padre sui S. Cuore, con la quale il 5oniiiu> Pon
tefice atld. tava nell ellenismo la fonie dei mali
che afflifigono I xiniaTiilà e i-icliianiava i eatloliei
o nu*»
Ir:s'e cosa tju»*-4Si ^taUi «h'H anitn;», «lei eiior*'.
del earat'e^r»' clic >Ì ìanienla lii tutto t- di lutti;
ehi' si la^na <ii eiò <•)«<• «ili -i di<'e, r dt ciò <'he nun
;rli si fa r di <iò chi' non ^1Ì virn fatto.
r/uonio inal<'ont<-nto si la m <* non -«a mai f«preifican* il motivo d< l "Uii .
-nto.
al dovere ridia penitenza, i Vescovi tede^-hi, riu
Kjili trova a ridir»- su tutto «• non -a mai pre<'Ìsan' il punto ^preialr d<dla .-ua «tÌIÌim.
niti a Fulda nello scorso agosto. « atlrìitavaiio ai
cdttol'ci jra. i più officaci mozzi <li pcnitcnzci Va-
«<a irli nianelii. (aò che uli virn (>lT<'rto non gli
stinenza dall'uso del vino e (loi;li aleoolici, ch'è ne-
ser\'e: e.iò ch<' ;:li si da n*>n <• eiò di mi ahltisopia. ciò elle ^li si propone* non ^li <M»nvirne.
me di grandi peccati particolannento contro il
Epli ha hÌM>;rno di tutti» f non ><1 dirr che co.
5° e il 6"^ coinanidanK-inlo. Ivs^i raccomandavano
Kjjli si la'rna di non e?^s<M•^• amato e re.spinjri'
la astiìwnza assoluta da^li alcooUci particolarnicn.
te alla g'overitù^ premessa in<lispensabile jyer lo
^fualunque affiMto, pi'rehè non lo cr<'d<* lineerò.
.Si lagna di e5S(vr<' trascurato e non vuol arecl-
sviluppo fisico e morale della gioventù e per il
rafforzamento della volontà. JJahuso delValcool
dev essere combattuto dal pulpito^ dai giornali e
nelle pubbliche conferenze. Si organizzino tridui e missioni per combattere questa j>ìnt^a cor'
gognosa della società».
lare n<ssuna j;:<Mitile7,za, perchè le giudica .««Uggeri,
te thiiripoo.risia e <lairiiil<'ressc.
Povero malcontento ! Quanto maU' lu f^i j,
stc5<K> e agli alt.ri! Che vita triste la tua!
E pensare che potresti tanto faciliii<w„|^. e.ss<rre
felice e rendere alt.ri feIi<M. tanto faeilniente ama
re <m1 essere ajna1<i !
È POI UN GRAN MALE
ANDARE NEL MONDO?
Basterebbe un po' più di semplicità c di honià
nei tuoi rapj)porti di famiglia e (ramieizia. !
PER VOI GIOVANI
Vi rispondiamo con altre domande, dando al
la parola mondo troppo elastica quel signiiicato
che
voi
intendete darle
nella
vostra
domanda,
cioè di feste e divertimenti mondani.
•
«
*
I vostri sguardi non hanno veduto nulla di quel
lo che non avrebbero dovuto vedere? Le vostre
orecchie non hanno udito nulla di quello che non
avreboero dovuto udire?
La vostra immaginazione non ha conservato il
ricordo di quadri, di scene, d'immagini che non
eravate avvezze a vedere, scene ed immagini che,
senza avere forse alcun che di veramente sconve
niente, vi faranno abbassare gli occhi?
La vostra memoria non ha conservato e non vi
richiama dei ricordi che non osereste rammentare
dinanzi al vostro Angelo Custode?
II vostro cuore non ha provato delle emozioni
che rhanno turbalo e jìuò ancora afl'ermare, eiò
che prima ha detto sinceramente tànte volte; « io
non ho nulla da nascondere a mia madre?...
NESSUNO C'ENTRA
Abbiamo pubblicato la notizia 'de>lla conct^^ione
del (pa-^emio Nobel per la pace allo scrittore comrunista von Oasietzky.
La scelta ha proidotto la ipiù viva sorpresa in
tutto il mondo ed ha misoitato uti grande sciilpoaTc.
Ora tutti vogali ono lavarsi le inani in questa
faccenda poco pulita.
I conigiunti d^i No-hed haiino 'imbibiica/to un cotmiunioato /per notifijoaire al mondo che essi non
entrano in -questia sqftllta ; uma «oijaoeissiiiva no
tizia aiwente -die il Re idi Sve^^ia non eira [preseaile
nella eomimis^ione quando isi è idliiscaissa dia Stceilta; i -ciiicoli politici flasoiamo ca/pii^ clic nciuane-
no il governo c'-entra (nella ibanto disciu»Si?a attri
buzione ;del preonio.
Eld allora, isarà lecfita una doniaimda:
uessaj.
no ic'eutra, ehi (ha il morito dctlla ifamio^sa iscelita?
Tutti galantuodìiini — diceva iquelUo — ma
la roj)a manca!
•
Potreste voi, al ritorno da una di tali feste,
inginocchiarvi a piedi del vostro letto e recitare
(\i>vol3LmeT\ie la consueta preghiera?...
•fecondo
•a
risposta che la vostra coscienza dadi queste domande, voi sapete se....
•''male andare nel mondo
.SV' il corpo è assediato da mille disturbi, Vrmi^
ma sìa sempre alla presenza di Dio, doi^o tutti
dobbiamo correre ogni momento a rinnovare
forze.
(S. >AigoL'ttino)
IGNOMINIE
K' noto rJif oltre .ill.i tallioa
ULTIMO
r wn»
PASSO
Si tratta del «t pa»«<*<) »> o « paH'iafjj^ìo » per cocci»
lenza, (^hiello che v senza ritorno, c die lia fatto
niona cUr m «rrr.t il.il «niiiuni^mo inililaiilr «1»
iiirth-r*' in opi-ra «la i»«-r Inllo <»vr
|nitj far»*
liff-rria. \i r piir .-«Mnpn\ <•
lUr umiltà,
ineditare tanti filosofi e decider tanlc coftcicm*^
la lallioa hnil.ilin» ni'* «.iiici-ra, eh»- «lua^ Ju-ra lutti
niedieìna e di farmacia <li Ronno», e aM^^e.Wjrc imi-
Il dottor Ciillie, n<»to profeA«H>re jlella «mola <K
i l<-tilaliv i ijHM-riti •• faUi. ("."-i a"*»i'»!ianio roiitinua-
nicipale della nt<>.«i.a città, è morto p<':r rapi<Io ma
nuMitr. in Fraiiria «mI ahr»»%«-. alla ripu::n.uil«- ini-
le. Ma è da notiiivi che e;:'li, nnlla hUJi vita, non
"poHtura «li iinii pn>pa;:an«la rli«* ««tim di inninuarvi
fra i caltolit i «'»ii r« rli- ai>pan-n/,«* dì rf.dijrio**itù»
«• j-on ra-ihi<'tira/.i()n«" drlla più ampin tollf-rnii/.a,
niriilr<- in fatto Ta/icinr <i»niuni''la v f-'-nipro in-
n'iTa contc.iitato «l'in.^ej^-nare agli alli<n''Ì Farle sa
lutare di (/aleno V del eonic fronteggiare le fe{!)I>rif,
o le Ìndi?<«po^i/t(»ni o il logorio <le.gU a]^parati vita
li dei poveri nn^rtali, come F«rt<? di appni^ax far»
maelii che v<>rre!>hero csi-ere adeguati alU* noi^trO
liniauM-ntf •• dic iamo pnr»- i-.'.«-n/ialinrn:r anlin-li- niOHi-ihine nii^-erie. Kgli en» uno di <piei nu'dici olio
••ì<»?.a. li»' pr<»v«' M>n<» <M»nlinii«- <• Hp«»v^> -oiio di tuia amano tanto Parte d«4la ricetta, come quella dello
hart^oz/.a ripu;:naiit«-. <'o-Ì ci cailr M>tt*oii-Jiio ciò schede elettorali
e dello <|iat.TÌhe politiche. Non
clic i (M>nii faiin*» cantari* ai fanrìiilli
solo. Ma s'era lan<*iato in :tlaei'<' propaganda
rlrni.-ntari di HaumoK-l (S.-im-, Franria) i
partito radieo-pioeialivta e si jiroidiimava «oniinen*
(piali, pi>v<*iini. v<'n;r*»no addrMrati ad «'Knn'Ilrn' temctite laico » in eontrapjnWo a ogni inscgnamenflin'slc ijnnnninioHr ln*5<t<Mnini<':
1o di elert). Morentlo <>Ìa.s<'iiiìo |M*n«ava iid una fine
4'oside.tia «lorica: lamipa<la elu' si spegne per c«»ere
Noi f;nH'itilli .'^'•n/.a Dio
.-(•nijpr^- «• in '>»<»' ' luo-rlii
•^rn/.a rlic nulla v\ iiiipcdÌM-a
hiittiita via. e non (iamma che sappia trasvolarc a
, niiova e più alta fiamma in^i-^aurihile.
F inve<-<' no. N<'1 momento del a paS'^aggio », il
contro il «•onlajiit>
doll<M' Caille proc'urò un j)iecolo <|i^pia<*cr<' ai è^uoi
di o^rni religione
com.pa'ini dì partilo, a qnolli ehc lo <N'<*ignavano
IS'oi non <Trdiaino ali»' lm;:i«'
noi rondinriaino rimpIiM'alnJi' Jotla
dei pastori, curali v raliUini:
Dio c Gcìiii non 7-<tno dir >o<;ni
invrirtati \\yrv i cn^iluloni
Ritornollo
Fnnciiilili d<.Hlla c.la'^.''<- operaia
Venite (Solito ila roissa il»andi<'ra
Che farà mordere la polvere
A Dio 0 ai ;polonlì
nel monn iilo dolile dilezioni, porehè fosse uno de
gli anli<ili ri<-aii, a quegli altri che da lui attende,
vano, gioino per giorno, una jiom'la di materiali
smo c^'d-tico e ribelle. F>g]i cJiiamò iin prete. Ix>
volile accanto a s<», gli prese le mani c gliele st'i m-
!^c. foi'le. conte per apipoggiarsi a qiiailehe i'OS-a di
solido or che tutto crollava, e Fora dcil « pa^i^ag-
gio » era vi<'ìna a scoecare. Non parfliiva, dappri
ma ; (ippnr lutilo diceva. E chiude g*li occhi in paieci.
^eriMiameiite riconcilialo con qiiel Dio ehc prima
aveva nie.-^fio da parte e con quel prede clic aveva
eonih.aLMilo.
.
Vennero i fimcr;,ii. ix ].aiuli.Te del partito non
COME SONO RARE!
Poche po^ii/joni hanno tante croci come quella
•di una madre di famij^Iia, o dì chi dirìge una taniigXiia.
inant-aiono ; i segni degli antichi conipai^ni ciai
alti nel sole. Non ce-rlo il morto i^arebbe soi o
reagii-e
.
i.;
AXa, tra la .orpresa di tutti, nessuno de. moni
radico-soeìaiis.1 i presenti osò pronunciare
scorso. Perchè? Sentivano adunque che
Capiterà loro sovente di es&sore interrotte parec- versione era già ormai venuta a sinentirt i ^
cliie volte mentre scrivono una lettera o regola quello che e?ei avrebbero potuto dire? o non o^^
no un conto. Quale abituidinc di santità, quale im
pero Au so stasai è necesisario iper oppoiTC a que
ste piccole contrarieilà una serenità sempre ugua'le e non niosti*aii''S'i inn'paZ'ieiniti !
'Smettere il lavooro senza noia apparente, aspcttal^e senza
la fine di una conversione,
vano parlar di quelle opor- che il suo
Dio, nclF« ora undicesima)), aveva ripudiato.
Opptir l'ultimo passo del defunto, che eia s a
cofì radiealmonte diverso dal vecchio cammino
che aveva deciso dì lui per sempre, H aveva
ti a meditare che ci sarebibe stato... un'ultimo pso... anelile pei* loiro?
ripigliare con ealma il lavoro intea-rotto, è indi
zio certo che un'aninxa sa padroneggiarsi ed è
sotto la protezione di Dio.
Oh ! quanto bene fanno queste anime intorno
a loffo !... Ma come sono rare !
«Figlioli miei, coloro che entrano nelle ^ gjjja
ballo lasciano il proprio Angelo
porta e un diavolo prende subito il
6
—
LA PURIFICAZIONE DI MARIA
2 FEBBRAIO
CONTRO IL CINEMA IMMORALE
In ogni Diocrsi d*I(aiia, pi-r di--pi>>i/J„n<- drrli
l'^^c.nii Vt'.toovi si forr <> farà la J'romt•^sa con
tro U cinema imnioralo.
Ne puhhlirhi.mu» la formula porche* rimanga
srmpro più iniprc.-vsa nella mente dei r titolici f
loro ric<>r<li r(>J)l)tigo di <'i;is<Min<>:
€ In notili' tifi Piulrr
r/<7 Figliuolo <• di'Uo
Spirito Sarì/t>. .irncn.
Io con/Iaìi/Kf V rifuggo l*' iH'llivolo ompif od
osrt'ru', rotUraric. al htnnt rostunn\ alla Hortrina
(.iittolira. V alVnrdinv sorittlr.
Proìnrtto di tn>n frotiumtan- e di (iflop,Tarati
prrrlit- artrlif altri inni fn'ijm'tititm i ''inrnialo^
La festa tlollc cam/rlc. a Candelora v. antirliissi,
ina, quaJehc storico della lilur-ia prrt.-n.Ic anzi
che sia di origiiif iiimMoVw.n. Vur homo i mistrri
che SI celebrano con qucsia
purificazioino deJIa madre ora nrrucrilta
grafi t'hf tal' t'isitaii jfrtticttitm.
(.onrorrcrò a rrcarr lina /mfdtlira ttìsrirnza d*'l
pericolo elio tpn-str proirzntni rappresttitunt». al
fine di eliminare la tliffitsione a salvezza dello
anime e a salutf del popolo rristian<t :•>.
dalia k'gire di Mosò (vi^di Lt-vilo Ca'])o XII cri K9odo Capo XJI).
Maria però, pù'na di grazia, e hi'nvdofta fra lo
donjie, non
ohldigata da tale ìr^yr^. VoiN- mt-
t-avia ohbodjire sia ])cr dare a LuMi Jesoinpio d<'J)o
^rupolo con cui vanno adempiute le Jeggi della
Chiesa, sia per inculoarc alle Madri di famiglia
iJ bisogno ed il dovere di purificare e santificare
la propria vita per farsi degno strumento deUa
grazia di D.o neJPaUevarc ed educare le anime
LA PAURA DELLA CROCE
Azana, il proiileiile ma^-(nie d«'lla n'puhhJic-a
antieUMÌ<-.ale -^.pa^inola
da Madrid p<'r mov
iere Ì4i dalvo la pelle, .si è ritiralo non a Viileneia,
ove ha sede i! gov<'ino ros>o di Caljallero. ma a
Barcellona e vive ritirali), n()n rii «a se j)er amore
o per forza, nel celebre monasl(M*o Ix-ncdctlino di
Mon serrai.
Egli occupa la cella d<'M Abate, il euì ìneonfor-
dai figli che il Creatore ha affidato alle loro levolc loltuccio, sln^nne.nlo di penitenza più che dì
oure.
riposo, è stato però ©oì^litiuilo eon un sonPiee. ajn;j)io
bastanza «anta: e questo non solo per sè ma per
letto matrìinoniaile. La sala d<'<l'le ndi<''nz<> i» stala
trasformata in sala di ricMivinn'nto. I mobìli noai
Lo stesso 8i deve dire de] sccondo mistero rx;-
jnaa?onici del nuovo oepite, la emee seollipila soilile
spalliere degli alti scranni in legno massiccio è
Una madre non è mai abbastanza pura, mai ab.
nl^no.
di Ge.u
La legge pre^riveva: I] primo genito è di Dio
mJT e Giu^pe,
run sa orificio
Mana
oibedient.,conpresentano
Gel
!P Bambino al tempio e lo riscattano offrendo
-
-'«e to,.
Un grande «crittore francese osserva • Ma ne.-
«he ricattare questo Primogemito ? Bisogna dun
«pie riscattare colui che è nat« ^
c..so^na dun.
»e steaso la ficrara cMln
cattatelo, o
portava i„
Peccatore. Ri.
sono stati caìmibiati, ma in ojiiaggio agli 6<'riij)o]i
filata acieuratafmente scatlipellala.
Tutte le imnnagini religiose e liui.li gili oggetti ea
cri che si trovavano nel <5<>"vento o nell"anne,s'sa
cappella erano .siali del reslo diistrulli o, se di
valore, rubati.
La Croce fu dunque seailip eWala ! Inutile faticapoiohè qiuel segno aipiparirà ain ailtro gioirno in cie
lo, quando ili Signore verrà pcir giiuldicare tuilJti gli
uomini, coimipreso Azaaia.
-xanità ?Ecco il mistero. DRedLtorrno!!'''
perete l-go tempo p^^r^~r.
Pf-trenta denari ed abbaa.donato a^ Jo'crt'"
pJizio degli schiavi.
<>roce, il su-
LA SOFFERENZA È PREZIOSA
Una iSuora gravemente malata si lamentava uu
dì con S. Firanoeseo di Salea clie il dolore le im'pediva idi pregare e fin di meditare. Le rispoae
il Santo: « E' molto meglio star crocifissi con Cri.
Sito, che pregare il Crocifisso I ».
Se si pensa alla morte con
iSiXKKi,
u,
fitf àawNK» efie projìtto. "
E così chi soffre coir,
\
dpHa
àelle soddisfazioni,
ohe sconta maggiormente la pena dovuta al pe«fS. Francesco di SaJes) cato.
... 7
LA PREMIAZIOi'^E
DEI RURALI D'ITALIA
A un anno ili di-lan/.a, il 6 OitM*nil>rr. il Duf'
I rilnrrialn al T'-alrti Vryrnlina di Ktuua, per eoi"-
•«•i.'i:ari* pi r-i»iialin« nl<' i pn inì ai l>»Mu*i!H'!tti d«*l.
r;iirrirnllnr;t. II I)n«T
PRIMO
Adiuiu» «mI I'.v.i iK'l P.ir.nli-o i. rn-'lii- ««.miin*"-
ro una
riK'van- J iiif'TÌofÌlti
fl«*i rrt<Ti»Ili liii:-'". p.irajiouuli .li ra«*<*»»lti «lei 10.^.);
PECCATO
il ;:ran»f fu inferiori* <l«*l 2'!) jut (•••nU», 1uvji del
iiiiii ih-**»!)!"*'!'''"/-*'- l'-rj lon» p» i-
inrs-o (li <il»ar-i .!'•
iiuri ;:ianlin<. ili
-oli» allM-ni.
fruito rli.-
in
'««'ti" il fiuti.. <li un
Maniiint- - «li*-"- Ioni lililin - tlt
tutti i fntrti flf NOfK» tjiii. ma nt>n Httrtitt- it fnittu (h lVtilhrrn ti'fin >rirnzn 'l' Ì
In (jtutluriiiti''
'•
"inh-.
nniiifim l'-, iintrrrtr.
Ma il (Icniouiti, i Ih* «-lit ''*•'1" «arrialo dal l*at.;«liso r r»)n.laniial.t all'inf.-iiio prr Mip«rl»ia. itixi.iioso rUr itiiri .iM.la--r a '^'uU-n- la frli. ilà .l;i
M. perduta, pn -- la fi>ruia di >rrp. uU- r di-r a<l
2r> r U- oIiV4' -Irl 27, per Io avversila «leIJa sl»^ione. luenlre si clihe un aunienlo del
p* ' << n
Io nel <::anolureo, del 9 n<'l riso, ihd
nelli p«
Ii!te e d<'l iìf) nei fagioli.
Dopo aver parlalo deJla mvessilà <• <K'i
m
vanlajriiì degli ammassi granari, f< et un «
<. elogio della disciplina^ ^rrauiente ammirevole
di cui han dato prova i rurali d'Uaha.
('ome l'ainio scorso ora toecati> a un
^
<|..oHo .li Civita CaMollnna, p.inu. v-i..c.l..ro ile
Lcor.o
f.a i Parrai, lonore di
hi sotto pena (li morie. — .\'o - sog:f;uiuse Tasluto un iiitiammato di?coi-so c ili aprire la sliic
Kva :
pcrr.hr
ntaiifii tu (ÌH frutto tli */«''sVaUn'Vo ?
Klla risposo; — !*<'rchv Dio lo proi.
serperne - non niorrrft', n.nzi appena ne avrete gnsf^nto, clivt-rrete s'mili a. Dio conoscitori dot bene
del male al pari di Lui.
La donna, siMlolla ila lali jìarolc, si tratliene a
niirarc il vietalo frut.lo, «tendi- la mano, ne stac
ca uno c lo man-ria; poi ne porge al compagno,
olT.-rtc <Ii auro. coJla.,0 o croci po.toral, fn, le
accia..,;,zioni eli UtUi
qiic^t'an..o un alt.o Vo^eovo, il Capo ii
CaUolici ,li rito copto rlell'A. 0 1- .a
care al Duce il saluto (lolle genti doU Inip
ohe segue rescinpio di lei.
qnistato.
Nel momento flesso tulio <;angia di aspetto ag'U
^echì dei nostri progenitori. Il rimorso comincia
sentante di un Oixline religioso, o J- '
iid agitare i loiro cuori; conoscono di essere senza
^'etstimenta e pieni ili confusione si rivestono con
di fico, e ccrcaino nasc^oniilersi allo «giiar<lo
fli Dio in mezzo agli alberi del giardino.
^o-sì fu coni/inesso v\ prinio peccato: quel pec
cato ohe, trasnicisso da Adamo a tutti i suoi figli»
diede origine a tutti i mali, omle sono <tfflitt.i gli
domini n-ell'anima c nel corpo, e che ^^i chiama
comunemente peccato originale.
11 Duou prcania (piindi
,..inure-
jltnre
dell'A7Ìe..d,a agricola dell'Istituto dolio M.smoh
j
(Iella Consolala di Torino.
L'ABITO BATTESIMALE NELLA
Raccontano i miissionan che fra i
nc?i vi è questa consuetudine.
ncl battesimo si pone sul capo
'
ne consci-vato da essi con
loro vita, e quando muoiono viene t ^
« Non sposate mai una ballerina. Le donne che
han,na i piedi mìeìVigenti., non Iiaano nieufe èra
loro bara. Volendo co^ì esprime^^
I^Sta».
la innocenza che ha riacquistata
'i'omiiiMi^o Graa
.
victutta la
iiolìa
j'uomo
L'ACCORDO ITALO INGLESE
l 11 fallo «li ;:r;tii<lc iiiiportan/.a
iiih'rna/.ioiiali r >Uita la firma
Emina
r«*I.i/.iniii
< .imtnio fra
prnfiltiominì » a^'^•<•nllta a Palazzo
COMUNISMO
Oliipi il 2
IN TERRA DI MISSIONI
Come liitta la stampa fI«M paesi civili (I<'ii!i!U'ia,
il coiMunisino corca iranliciparo la grande rivolu
zione mondiale, (vedi Hxissia. Me<si<o. Spaj:iia
ed altro nazioni ).
Ma la falsa predicazione dei distruttori dell'or
dino civile cristiano non .«i limita .«o1(ì ai cosi d<M-
ti stati borghesi o capitalisli {PKiiropa e d'Ameri
ca. I falsi della dottrina comunicata sono ormai i>enetrati tra le ma^se dei poveri infedeli. In molte
reg-ioni d^jll'Afrita o dell'Asia aeeanlo ai Missio
nari del Vangelo di Cristo si trovano i Seminatori
di odio sellaci di l^nin o di Carlo Marx. |n re
centi Congressi comunisti del Sud-Afriea e (lelPIii-
dia si è votato di tentare ogni mezzo per attirannella rete comunista le masse dei j)Ovcri, dei Pa
chr rign.l«- r'da/.innì fra l'Italia e
ringliihrrra ik'I M«'dilrrran<M», •
Dopo la pe.rii'olosa ten^lt»n«' nrlle nda/.ionì drU
ria; dei malcontenti...
Prepotenza, odio^ infiiusfizia e ribellione sono
imposte con ogni sorta di viol(Miza dai eegiiaei del
bolscevismo contro la dottrina d^amore, di giu
stizia e di «antità predicata dai Missionari. Nelle
Missioni si pone argine a questa marea e.omiinista
mediante una fioritura di opere di bene niorale e
sociale che fanno capo all'Azione Catloiiea da
poco tempo sorta tra i iprimi fedeli di qiK'lb' re
gioni, I Missionari ci assicurano che la coopera
zione dei laici nella lotta ingaggiata eonlro il co-
!<• «lue Na/j<Mii. dumiitr la giK'rra abi.ssina, iiou
e'è <rhe da r;iM<'grai*>.i di un fatt<ì elle l<'ntl<' eo.^4
effieaeem<'nte ad as-4Ì<'urare la paee nel mondo o
ringraziarne la provvidi'iiza.
LE MERAVIGLIE DELLA NATURA
A Takada, nel (Giappone, il livello d<'lla iie\e
supera fli (juatlro metri i tetti delU' ea-4<'. N<'lla
niunisino dà preziosi risultali.
Lettori^ amici delle Missioni, sappiamo imj)orei
nuovi sacrifici per daire maggiori aiuti sj)irituali
e matei-ali ai nostri missionari per estendere il
Vangelo e porre un argine incrollabile corìlro la
più odiosa tirannia e schiavitù che minaccia or
mai tutto il mondo.
ORA
Cosi
DELLA
definisce
il
NOSTALGIA
maresciallo
De
Bono
Torà
della Messa al campo dei soldati nell'Africa Orientale.
« L'ora'della Messa era — scrive il quadmnviro
nel suo recente volume sull^ jjreparazione e le
prime operazioni in Etioipia, — l'ora della no
stalgia. Dal volto dei devoti si scorgeva che il loro
pensiero era fra i loro cari, ohe forse alla stessa
ora, nel'la nota chiesa, pregano per il loro amato
lontano ».
In particO'lar mo'do commovente fu una Messa
per operai.
per ab-
foto si vedono operai intenti a liberaire j fabbri
cati dal caiiico della neve e a praticane dall'alto
aperture di accesso all^^
^^^ìpOSltì (il neve non sono per
adornare la piccola eappelletta in le-
zone totalmente anomiali, j)oiirhè i'I regime dei
oTio, od anehe il semplice altare destinato alla
venti è assai aleatorio trovandosi quei paesi a ca
funzione».
La testimonianza preziosa va raccolta.
valiere tra il Paeif co e le immense pianure del
l'Asia meridionale.
If
VANGELO
<*:id»M<-. <r II l'i^Iiindo d<drimino ^iirù flalt) m**!!'mimi
morie',
d<*i
;:ran
-a<Tr«loli.
sarà
M-h<*rnil<i. 11
r<»ndann:il»>
e
K
ri^(>r^«»rà il Ict/o ;:iorno2f.
Con <|iioU* partd<'
voh'va iiiM'^iiurr ai
suo) di'«M'p<»IÌ rh<' la M)fr<Tm/.a <mÌ i patunriit*
•H>n(> condizioni in<!Ì.-p«-n-ahili p»'r la f<'rondila
did minisl4To apo'^!oli<(), per la mi^-iionr della
(Chiosa, per la saniilicazionr ilri fril*'Ii nei m'coliSf tianno prrH'^nilati» m<*, pcrsrfiiiilcraiino n'**
rhr voi. fjoan. XV, 2()J.
1.ezione: Nei contrasti «K-lla vÌIa pniliramrnlr
«•ri.sliana non dÌTiifntìelii:inio mai la /rrand*- If/.i*»tìi- di S. Paolo: «Tulli (incili che vorranno vivere
sceondo la frdc di ìWÌ^Mk patiranno la pcr^•cc^lzionc x»'. (2. '] iin. III. 12).
2. ha Croce di Gesù
-- SrMu'Jie Gosù avr.-e
parlato così chiaro della sua passione e morie,
puro i suoi Apostoli uon eai)irono nulla. E p» '*-
chcV Perchè non sapevano conciliare la
Cristo n-lio di Dio, colla fede noi liglio di Dio
Crocefissi^; perelu'- non sapevano persuaiIcrM «• >'
non si parlecii>a alla Kedcnz.ione, seii/.a parte<
paro alla Croce colla penitenza.
IJ cie<:o del Vangelo .Po-i rappresimla qm-
cecità ehe si larva qualeln- volta anche di /^»o
della» gloria di Dio.
Lezione: Questa cecità, spesso, e
Mentre Gesù si nrcicinava a Gerico, un ricco
che si trovova sulla strnfln,... ad alta voct' esria
Di ([ui il dovere .li soi-ere e -r.dare
j,,
niin(! ut viileam. la o Sijxnore, e!ie io ^^ ^
ncci's.^ilà ,delia penitenza, la «juale ^^^1 rrislo.
me ([nello ehe rimane dei
[ | _241-
mò: G(ysH, fiiilio di DavidOy ahh' pietà di me,
rS. Luna. ra|K) XVIIIÌ
KII'LESSIONI
E
LEZIONI
La S. Chiosa, sulla soglia (lolla ()uarc\<ima, si
proocoupa di preparare le aniuie alla penitonza
colla quale si compie in noi quello che manca
alla Passione di Cristo, «econdo iVspTOsi'onc di
S. Paolo. Ed è appunto per prepai*arci alla pe.ni-
tenza quaresimale clic ci -proponic il pensiero
RIFIUTO DOLOROSO
Se un nostro am co avesse con
sidcrevole acquistato un rimedio a nic
tuirci la perduta sa.ìità, nou sii
forse un gran dolore, rifiutando
gti,
^
cialmentc se l'uso di quello. inve(-e di e.seie I
tso, ci fosse assai delizioso ^
„o.
Ebbene, noi rechiamo un dolore senza
della Pa'ssioiie di Cristo,, d^lla» Croce di Gesii e
fo-rto ryìii .i^randc airamabilissiiimo
1. La Passione di Gesù. — Gesù passando per
Gerico aflTine di recarsi a Gcirusalemme, comin
stia, il farmaco salutare e delizioso c i'- ^^jo-rte di
VoUa ciie lra&c:«t\«rrtX>-
ciò a dire ai r?uoi discepoli quanto gli doveva ac-
riti della vita, della passione e '
Ge^ij, Figlio (^i Dio.
a
i
-IO
LE PARABOLE DEL VANGELO
NOTE O'AZIONE CATTOLICA
L'AZIONE CATTOLICA FEMMINILE
;IVCI' V« tlult» in l»r«-V«' 4Miinr r «(ti.nulli Ii;i-
ftjijc rnr«;aniz/,azii>iir ('.att«>lì<a
|Mw-.iaMM) ora iioian* al<'iiiu ^viluppi eli (|ii«''>la l'i^o^lìo'
>a pianta.
Naia IH'I 19(>9 \ i»<' p<T rirca lC> anni roiiiiima*
iiuMiIr pr<)::n-ili'inli> in nimn'i'o «• (jualilà di ÌmMÌI*
II'. fiiK'ln'* a\\riiiu* un fatl«> iinpoiiantr.
S<'clr\a c'oin*' Honiaim INuil^-firi- SS. lit-nrtirll*»
X\ ijuando in-:!
-or;:r\,i^a
l-\ ninit-
nil<' i^attoliiM. Aih'Ik' (|iii (loliliianit» ricv<MMf4< im
fatlo. In una puiiMìca Miiola media un
in^c»
i:nanl4' ( (M-rtanimlr nia-^-onr» i>^ò rliìrdrrc ai ntitii
nunicrof^i alunni: (Ihi di v<»Ì <• ancora tanto ini*
i -1 •
Jxm'ÌIN' di andart; a
<'«! alla (!oniunion<* ? A
«ju<'sla domanda «-i h-varono (*(M-a;:;:i<)«ainrnt<> in
j»i<'.di panM'clìi «:i<nani i-.rrìlti a ('.Ìr<-olÌ <laltolÌ4*i
4' fran<'ani<''nU~ pr4»f4'.<'<aront» la |)n>pria fiMh*.
.l/« n^'S'iurta (if'llr faiiciiilh' o>o alzarci s:*|>l»fn<'
rssr fc)ss('ro lult<' pia! inalili <mI alcun<> fn'4|U('n>
tas-ifro la (a)muni<>nr. Manravano di formazlont*
r rii or^raiiizzazionc.
Sì •(•t)nij)r('.-(' <•(>>! la nr.c(\-.sità dj ornani/./.aiv
anche le «:i<»vani. 11 .^ii';<'i'sso <l<'ll'i.stÌhi/.Ì4jn<' fu
tale elio il I*<)n(efi<M' la V(>I1<' cslcndcrr a lulla Ilalia. Ed allora rTniinK^ Donn*- canìlr,', n4inu* »•
venne ehiainata: l iiione Femminile (;;iti()li<.i, |-
ta'liana U. F, C. I. K-oniprenfieiido j due rami in.^i<'me Donne e (Giovani di Azione (^uioli<.;i
Io sono la Vite vera e il Padre mio è l'agricolto.
re. Ogni tralcio che in me non fa fnitto lo sì toglie via.
Come il tralcio non può fruttificare se non ri
mane attaccato alla Vite, cosi neppure Voi se
non rimarrete in me. Se qualcuno non rimane in
me, sarà tagliato via e si seccherà; e lo ai racco
glierà e lo si getterà nel fuoco dove hrucierà.
«
*
Il tralcio della vite è prezioso e fruttifica se ri
mane attaccato alla vite e 'dalla vite riccvc il suc-
UN FRENO POTENTE E NECESSARIO
Tulli i veicoli .sono . forniti <li
(,
pe-r editare pericoli che 01 possono inconlrare
sulle slirade. Ora anche il buon cri.sUano ha bidogno di un freno per evilare i lami i>ericoli che
troverà durante la sua vita. Questo fn^no potcjiite
e veramente necessario è il Unior dì Dio.
Esso è uno dei don-i dello Spirito Santo rice
vuto nella S. Cresima. Esso non è j>aura esage
rata dei giudizi e dei castighi di Dio, non essere
stati perdonati i nostri pew;a'ti, ma è timora fi.
gliale di offendere, di disgustare il buon Dio,
non sei-ve proprio a nulla, altro che ad ardere.
Esso e basato sul pensiero della presenza di
I^'o e cfuindi il cristiano evita ogni giorno e in
qualunque luogo si trovi; il pericolo di fare yjec-
•Co'si è di noi cristiaoii, da 'Gesù Cristo stesso raf
figurati nei tralci. Se rimarremo uniti a Lui, e da
lo, di rubare, di fare alti inipUiri, di vendicarsi
di andare ai divertimenti mondani, ecco il timor
<^o vitale; se invece inarjidisce e viene tagliato via
catì. Se si avvicina la lenlazione di -dar scanda
Lui avremo comunicato l'alimento vitale della
di Dio affacciarsi pronto alla mente e al cuore
^azia, saremo preziosi e daremo fiutti di vita eterna, Che se invece, lontani da Lui, inaodiremo
del ériistiano ecco e^fitate tante colpe e rovine
attaccati a qualsiasi bene o piacere creato, sare
mo tag'liati via dal'la Vite che è Gesù Cristo e but-
spirituali.
Quanti cristiani invece vivono mesi ed anni
senza questo fremo, hanno messo sotto i piedi il
tlwoB. ài.
e.,
tanti peccati. Povctri ciechi!
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^
12
Oh!. <^<(dania (ri.inni, qti.iulo <• grande il
lo! Perchè il oi<d<» r co>Ì ;:rand*'?
11 ciolo (> ^raiid*' come Ìl buon I)ii> ha voluto
farlo. I.a rondinella li.i la -iia ra^a. p«-rrhr
pur<' <• a-asai pi<*<'iiia: r il *»uo iii»lo m»iio 1.» «iron-
•^,1
LA
PRESENZA . INVISIBILE
xVnna Mnria o Gianni passcjx^Niino n<'l f^iardino tonrndo^'i per mano. K.-si vanno linu al prato vicino per ractog^liere inarglierito. v farno n»a/zotliiii da oiTrlrc alla mamma.
Il ciolo (• nioLlo azzurro. L'aria c calmìs.'^ìnia.
Niente può distrarre, se ai vuol pensare a qual
che cosa. Gia'nni tace, di cerio e^li pensa....
Anna Maria - chiedo improvvisamente Giovan
ili alla sorella maggiore tiiraiulola j>er una mano
- è proprio vero che il buon Dio è in ci<'l(>?
— Non soltanto nel cielo.
— E' pure qui nel giardino/
— Egili è daippcrtulto, dappertutto — ri.«iponde
Anna Maria, allargando quanto può le braccia.
— Ma io non lo vedo!
la >ua ctni-
Oihiglia; il <'oniglÌo ha una rasa, r lui -les"*»» clic
l'ha fabbricata: è il ?-u*» covile: o l'uomo pure
ha una casa, è lui slr-^so <'he av 1è fabliri<'ala con
— Egli vede te.
pietre, mattoni e legna.
Il buon Dio, invec<', abita tutto runivrrso.
— Con 1 suoi occhi?
— Il buon Din non ha occhi.
— E come può vedere allora?
— Credi tu che si poissa vedere soitanlo con
gli o<johi? Se tu fossi morto, ci sarebbero ancora
gli occhi nella tua faccia; eppure gli occhi del
le persone morte non vedono.
— Che cosa adunque occorre perche io veda,
mentre seno ancora vivo?
—
daia. Anc.lu- la kiniara ha una cas«.
Quanto è grande <• bella la casa ili D.o! lutto
ecli ha fatto, l^ijli è in tutto, couomm' tutto. v«'»]p
tutto.
Oh caro, grande, buon Dio; (|ual(' felicità è
mai p(Mi-iare che yi>Ì siete dappi'ttutto attorno a
noi, f.bc non ci abbandonate. cli<^ non possiaiuo
uscire dalla vostra casa!
La tua anima.
— Ah! e tu. Anna Maria, Thai tu pure raminia?
—
'Ccrta.niente.
— Ma io non la vedo; di che cosa è fatta?
— Questo, caro, non te Io so dire: l'anima esi
ste ma non si può vodcre come un corpo, come
«i - ' «V
un albero, come un cane.
— Come adunque sappiamo che l'anima esistc?
— Perchè possiamo pensare. Se tu non avessi
l'anima non potresti pensare.
— Ah capisco: ci sono cose che vedo ci sono
cose ehe non vedo.
I fanciulli sono oirniai giunti al prato delle
margherite ove si rinoonono festosi. Molti fio
rellini sono sbocciati da qualche giorno; quale
bel mazzo potranno comporre!
— Ah! — esclama Gianni d'improvviso — mi
è,-
Va
,per ter-
ra? Nessuno. Sarà il vento, ncwero?
— Sì caro, è il vento, venuto d'improvviso.
LA GRANDEZZA DEL ORÈATO
Coin è grande il cielo, come è immenso il nii
ero
come tutto il firmamento è
^ gp.pech:o
potenza del creatore!
Giovuiiniino mio - dice la mamma - anche
tuo cuore abita Dio.
Gianni è felice di saper ciò; si sentiva cosi
piccolo davanti all'univetiso tanto grande. Ma
fortunatamente il buon Dio ama le cose piccole
come le cose glandi, ed il cuore di un faneiuHi-
no o di una fanciullina pia è proprio ciò che
Dio ama di più.
i
—
A
O
Giariiilt»
S
TT . A. TT -A.
fxiii C^ariu«-lilaii<», ora apo»
•^lata <• (jiiin'Ii amJiioj:liJit<»si, h'\ rr;i un f;ioriio
rrcalo iK'Jla «Mila «li Sni.^, iti Horirojina, «»v«? in
mi Irovuvo ad «'fpl<*larr Ìl tiii«> Mrrvi/.io di rapilaiio, *' la MTa avrva .-.vtdu» una roufrwiij'.a in un
tratn». Dalla
jiloria d«-Ua ratl«-dra a i^uiunr-
diantr !
Non volli a-^fìMcTr alla «tnifrn'nza, mu
doravo rivcdrrr lu-lla >ua «adula ra|M>Htolo di«*
Hplriidcva di tanta Iure* nella mia UHinoria di
fanciulNi. ÌAì v«>IIi p<-rr.iò M^jiuin* fu»» alla porta
d<?iraIl»<T;jo, ove pr«-f*<^ conprdo dai auoì compa
rai. Mi prf^^'ntai allora al >uo fianco cil cpli
vodcndoini mi disaw* con un*impn-^HÌ<>uc di in^]uictudinc :
— Cho volrU' da nif, o «ipnorc?
Scusati*: vorri'i intral1<'ncnni con voi o
t mio padre ».
Mio maI{rra<lo Tanlico nome mi ora sfuggito
dalle labbra. K(b1ì tra^^alì.
— A quale «icopo?
Vestito della mìa sottana roBsa c della mia cotta
ornata di j>Ì7./^», io 4lÌHÌmp<*gnavo la mia umile
parte nei riti con emozione e fierezza. Dopo il
Vaii«r«'lo un nioiia<'t> «al» in catt<'dra c, fin dalle,
prime parole rii<* |)ronun/iò. si impuflroni d<'}£li
abitanti che
Pa^roltavano con la fac<*ia proteica
^er-w) di lui.
'rn>j)po «iiovane j>r.r ap])rez/.arc l'eloquenza di
lale parola io non ero meno couqìiwo [)er il calo
re «leila voce e la j>otenza ilei g<i«to. Artcoltavo
e contemplavo il predi<*atorc, penetralo dal h""
Hguardo «• po.<"a'iluto dai muoì accaniti. K <|uando
ilij4<*e.«M' dalla calteilra e pa^^MÒ vicino a me, nu
parv<' più che un utHiio,
Dopo la ceriiiKMiia un rle.-iinjin- riuniva gli OftpJli d<*ll\Abal«' Hatnbaud. Timido, io nii TÌn<*antuc-
eiai in un angolo, iu uxmIo però dì pot<M' conlempiare il monaco che mi uvi-va aiTa?«'inato, quan
do ìl mo Hguardo si l(icontrò con il mio.
To.hIo un tenero sorriso illununò !a sua faccia
.-«n'era; .-^i alzò, venne a m<*, mi presse la mano:
e — a<Mretto pni^Tio di me questo pie-colo levila,
— dìrt^e, dopo avermi tracciato sulla fronte una
croce d*un pollice di cui la benedizione era an
— D'un vtN'cbìo TÌcx>rdo.
imile una <*arezvia.
— LWa mi sembra mal scolta....
PcTH'bc? — risposi; — voi non «ietc ohe
•di pa&'iaggio qui: domani voi &aroLe partito;
<juc<sto scorcio di aerata è dunque il solo momen
to che ci è propizio.
Mi «^ardò e ai dceifw:
— Sia, signore! A<*eojnpa«jnatenii nella mia
•camera.
Lo scg;uii. Egli acccs^e du<^ candele che inqua•dravano
*3
il camino e mi indicò una sedia, men
tre egli restava in piedi, appoggiato al focolare.
Mio malgrado lo evocai, al vederlo fra due lumi,
tal quale un giorno all'altare si voltava verso
i fedeli.
— Dunque, signore, — diss'ogli, dopo aver at-teso un istante che io prendessi la parola, — che
^vete voi a dirmi?
— Vi prègo di ascolta/rmi, senza arrestarmi
^l'ie prime parole, — gli risijosi: devo evocare da
vanti a voi uno dei miei più vivi ricordi di in
Giacinto Fvoyson aveva, fin dalle prime nuc
parole, raddolcito la fìnionomia che voleva nnpase^ibilc: a poc^ a piKvt» .iveva dovuto sottostare
alla emozione c-.jcentc. Improvvisamente il
l)raccio si d. sto>e, la sua mano si appoggiò sulla
mìa spall-ij: Eravate voìi mormorò.
— Sì ero io : ed avevo coitservato la fierezza
dì bontà che aveva avuto por me il celebre P*
Giacinto. Ma in un giorno di dolore, appena pro
nunziai ìl suo nome mio padre mi impose sil^"
zio: questo nome ora troppo alto per venir prò*
nuneialo
decaduto!
U mio intcrlocutorc aveva aibbassato la testa.
—Ali! — sospirò come parlando a se stesso,
— l'Abate Rambaud! quello là non conobbe ^
goglio... Pur troppo il bel paissato è chiuso—
sono delle chine che non si possono risalire.
Poi, voltandosi verso di me bruscamente:
— E' poco genei-oso signore, schiacciare
vinto....! Voi avi-este dovuto tacere.
fanzia.
— No, roplicai, se revocazione dol passato p"*^
— E a quale scopo?
Voi ne giudicherete dopo avermi aiscoltato.
— Va bene, parlate!
Inoominiciai: — Verso il mio ottavo anno di
età, mìo padre, che era grande amico di un apo-
risvegl arc la vostra coscienza.
— La mia cotscienza!.. Ah! tacete... e lasoiateini-
Ero in piedi e guardai raittrùstato questa levi
na di un'alta intelligenza e di un'anilina
st-o'lo ohe voi avete conosciuto, l'Abate Rambaud,
Non potevo insistere di più: mi avvicinai a
mi annunziò, come un'alta ricompensa, che a-
soglia.
vrei a\iito Yonore di s-ervire, come £ancì"ullo del
coro, ja Messa di consacrazione della Caippella
della città del Bambino Gesù. "L'Abate Rambaud
IVla cornee ceircavo , dì .chiudere
la ptvrta^
.
.
_;_^lnn7i
ixia
cwinc
«Mieavu
tu
tv
una voce disperata lanciarmi in un singn»®
- Pregate per me!...
Il rimorso era nato... fu poi seguito ci ^
aveva tenninato la creazàione di questa cpera
destinata ad oispitare gli operai di cui la pietà
monto? Chi sa? forse a l'ora estrema
figliale manteneva presso di loro i genitori in
afferma per Lamennais.
validi.
,
dii
-
. , r
Oi<^rgio oc
ti-
_•
14 —
Nozioni Bibliche
iln Kart'ni
«ndr
.(Imi.iihì. d*'i
(piali
«ini» Ialini, 160 Ku'^i r Kl (invi. (^li al
tri soni» .Mu^HuIiiiani.
S. GIOVANNI IN MONTANA
Nel nostro viairirio attr;ivo.rs<ì ai Ltiojihi Santi
troviamo og^i nn ViIIairj;io ctOchrc prr av<T ilatt)
i natali a S. CTÌovanni liattisla. il Pr<'<'ni's<nT.
Il VM.Iap:jri(), chiamato Airi Karrm o .S. Giovanni
in Alonfana, è situato in splendida p(»sizinn<' sui
fianchi duna collina in nie/zo a vi^n<\ oiivcti ed
altri aljjcri fruttiferi. IVunicro.-e piante ornanirMlali, disseniinal<" ovun-
Ka J»arrnr<-hia lalìn.i »• r« II.i dai !'r.iucr^cani chp
hanno pur<* un.i ««'tiola prr r.iua//.i.
In allro nia;!niri<-<> f.ilihrÌ<M|ii 1«- Dnnif di Sion
hanno un edu4'aÌorii> »• -entda p«-|- ^Ì4i\.intatte Le
fan<*Ìullf drila parrotH-hia iie«-\oiui Ti^-lru/ione
dall'-
!'Van<'«*-<Mn<'
M i-^ion.nj,.
d*M-
,::itlo.
\nne-.-.o al <!on\«*nlo fian<«'-e.ui«i \i r un (fsjii'
quie fra le ahiltazioni,
conferiscono ai paese
aspetto
d'un
graìide
«riardino.
In
cfucsto
delizio-?»
angolo di tci'ra furono
Improvvisati i due su
blimi cantici, che il
Vangelo ci ha trlisniesso : il Magnificat ed il
Boncdicliis.
Sono parli<*olarmcnte
da notarsi i due luoghi,
ohe sono meta dei pollegrin<iggi e cioè la Chiesa di S. Giovanni con
l'annessa Grotta, ove la
tradizione vuole sia na
to S. Giovamii Battista
e la Chiosa della Visitazione (o Santuario del Ma
gnificat) che è pitlovcscamente appollaiato su un
altipiano roccioso, ohe si appoggia sui fianchi
della montagna.
Essa ci ricorda la Visiita di Maria ?S. a S. Flli-
saibetta e l'origine del Magnificat.
RACCOLTO
E...
zio, che come tutti gli altri Ospizi d<.| KianVcscani, j»i chiama Gasa :\ova.
In esso ricevono - eonn- a t'<'iusalenn!u*. Be
tlemme, Nazaret ecc. cordiale e larga ospitalità
gratuita o qua^i, pc.r qualche giorno, coloro che
si recano a Visitan' la Terra Santa.
RACCOLTO
C'era una volta un contadiuo che tenne chiuso
/Voi non opssìaiììo rompirrv un atto sola di vir
tù che non siu opterà dello Spirito Sunto. Chi A
tutto il suo fiTimento nel granaio, invece che seminaTe una parte per paura della crisi. Venne
una invernata pessima. Gli altri contadini, co
stretti ad un ozio foTzato, dovettero misurare il
pane, mentre l'altro ne ebhe in abbondanza.
rhr ri mrtlr in cuore qur! fausto che proviamo
por la preghiera quello stimolo che sentiamo per
Iacquisto della virtù, quel desiderio di piacere
Ma all'epoca del raccolto, i granai degli altri
a Dio col mortificare i nostri sensi ? E* sempìi-
si riempirono, ed il suo rimase vuoto.
Cosi nelle famiglie dove ci sono bambini, foirse sa stenterà un poco nell'età in cui i figli sono
piccoli e bisognosi di tutto; ma cresciuti che sia
cernente quello che noi chiamiamo Spirito buo-
che e.ontinnamenfe lavora ed opera nelle aniTne nostre.
no, capaci di lavorare, l'agiatezza entrerà in quel
le case e i genitori avranno nella loro vecchiaia
nn pane assicurato e assistenza filiale.
Nelle case invece dalle culle vuote, passati sen
za grandi preoccupazioni gli anni della giovinczza
t-a^ .
df^/Ja validità, si comincierà a sentire la vi-
.S'ara-n^^o^ tristi,
vXi
\
vrf.ch'j rì()vranno mendicare o pagare la assisten
za fli estranei.
^innovelliamo lo spirito o{ìni momento e ri.
l'osiftìno iielhi miserirordia del Signore che
«.rf-K,, '«««.
tiatìira.
CMons, Marcilo)
—
PICCOLA
e ramin^^o f»ei monli fu vi'<to ftpc«^ leggero
b- di>ipeii.M* di c<*rii r(»Tnan/.i « gialli », <'hc erano
SCINTILLA
GRANDE INCENDIO
Vi «rano ihi»- ;»;:riro!!<iri rhr av<'vaiio Ir raM*
viriiir. \iulr«a r (Giovanni. I n L'ii^riio la iin'jilir
<i. AiuIriM viiir tiM-in- una "iia ^MlUna «ial pollaio
<Ii <;iov.in!iì. Si jùaniò avaiili la porla ili rasa «*
coiiiificiò a lir»iiilolar«* :
ilrj)eirn-
*s
va a
uova la mia jialliiia. Vi pan- rlir -ia
una <-oMa »la cri-liaiii all<*tlar«* Ir «allin.- j1i «'1ì ;rl-
tri prnhr va<lam» a far 1«- uova n« l proprio poi*
Jai<i y
l.a nio;ilir «li <»iovmuii -^tctUr a s<*ntir<* in>
po' il! ««ili'H/io. poi u-<"ì aiM'li «'Afta #^ul halroii** ''
tulta iiiviprrila. «Itunaiulò all'altra roii rJii l'a— lo, la Ina tralliiia f i<» 1«' lui- uova ? . v ^iù
una "sfilza «lì iiuprop<TÌ «• «li int*uUi, a oui la inopli«' (li Amln a ri-j>os<* p«T
rìiu«\ riiicarainN» la
do.'M^..
A.iralhT<*o <li«* -i pr«>luiij:ava «• si ina-.priv:i x-ni.
j)r<' (li jMii. UM'.iroiH» i ra^jaz/.i. uscirono «jli u(HiiÌiii. (Jualciiiio tn'a da ur»a parl<.', ora dall altra, (•(»•
TliiiH'iò a tciH'i" hordoiu* all«* due donne. Il lili^io
fiì allargò o div«'nrj<' gcntvrnle.
— La!i<Mal«' andar<% p<'i: amor di Dio ! «M-onjiin-
rava il vr<'(diio padn' di Giovanni. 1*7 pon^HIiile
che per un u<no di'ldia nascere il finimondo ?
Gii animi erano ln»pp<i a<-(N'si, ed il vecchio
non fu a^'^'oltalo. Andrea i'a(^eolge di leri'a un lui-
fltone e fe* p«'r misurarlo in festa di Giovanni. <^)u«'-
il »*uo unico alini<*nlo npiritualc e. inlclh-llualc. Kc«•o rin!o.H'«i«*a/.ioii«' che lo re.M- tre volto oniÌci<la.
A Hucarewl hÌ è ne^li ^ìI<-jvhì giorni sc<»perto UH
efTorato delitto <*ln? ha ^ux'itiito r(»rrorc «li tutta
la Rumania. Il <M>ntn)llorc f«;rroviari<» Contarilinc-
M<-o «• la fua sj»Ofia furono a-maKAiuati noi loro doni»eilio e *ii scr>[»ri h«'n j)r<'Hlo che ra.<<*«a?^ino era sta
lo il loro iiglio venli<-in(|uenne stinlcnto della fa
coltà di chinii<-a alTI nivernilji di Ilucanf^t, anche
«*^IÌ pe.r (b^predarli «1<*1 <b*naro.
<^hi«*.llo che (• anc<»ra più t>rril)ile si v.
ricida e it matricida per na?*coiidere il
fe<*e a ininnti pezzi i eadav«'ri o cer«-ò
g<?rli, gellandoli india calc<i viva e in
che
avwa imparato a (K>noscer(r a
«die il par
hu(J d<'lilto
di dUtnigc<*rli acidi
s<niola. Ac-
caiiN) ai re>IÌ dei (•ail4i\«'rì fu tr«»val<» il lil»ro di
ehiinica api-i'to an<'ora d«»\'«' erano «M'ritte le pro
prietà di?^lru;igitrici di certi acidi. l'igli av<tva <doroformi/zati i suoi geaiitori e li aveva poi f>cannati.
l''inalmenl«' arr<*'>lato, eonfess«'> che avevii faU«>
andare a tutta
la radi«» percdiò non .ni inl>s.«'-
ro i rtiMiori (|uand«) egli sminuzzava i cadaveri dei
propri g«'nilori. i ipiali av«'vano iivulo torto di
c«»nfrdari.'-li clic alla Ioni m«jrt4' a\T<d»b«* fatto una
e.redità abbastanza vi-to-a. S«dleti«'att» da (pn'S'ta
iTcdilà. e:.'li .i\e\a \olnlo imposM''.-arsi pn'^to «lei
di-naro p<^r dar.-i alle orgie più r«-an«la[Iose.
Meco dov«' condu(N' la scienza -^f^nz-a Dio. Educa
to <«cn/a aN'iina !eli;:ione. tpji Ilo s^-ia^ralo uni
ti corse a prendere il foi'<'<Hie e si lo-nciò a Giovan
versitario rumeno (leU uiìiver-ilà mrn ha iniparato
ni conio uii Imfalo <*onlro il j^uo ncmi<'o elu* ri
<-h<' il metodo scientìfico per disfarsi d<^i .-^uoi gcni-
cevuto un trcmcnido <'olpo. si aldialteva al bUido
in un l'fl.'xo di sangue. Alcuni istanti d<»po. elii
gridava da una parie e <'hi i;cm«'va dall'altra. Non
loii danarosi.
Ma ariehe per (|ucslà ((naie irenKMJtla n>ii^poiisa]>ilità !
c'era alcuno clic non ne avesse buscale: ma il
più malconcio era AiidrtM die giaceva come mor
to sul terreno.
Pure venne portato ali Ospedale e dopo parec
chi giorni, guarì.
Le cose però non finirono cosi liscie. Corsero
delle querele, si fecero cause su cause c le due
disgraziale famiglie dovetici-o vendere casa e ter
reno peti- pagare le spese degli avvocati.
E tutto ciò per un uovo ! diceva il vecchio pa
dre di Giovanni.
MARIA DE HORTY
P<'r più mattine di se«:uito i devoti freiiuci'-
latori della piccola regale chiesa di S. Andrea
al Quirinale, dove si venera il corpo di S. Stani
slao Ko&tka S. J. han veduto tra loro mischiata
una bianca dama, alta, dignitosa, in portamento
sovrano, genuflessa davanti all'altare con l'oochu»
intento nel suo libro di devozione.. Entrando
uscendo di chiesa la biainea dama fu vista ogni
volta intingere le dita nell'acquasantiere e
con un l)cl segno di Croce la sua perfettameniKSENZA RELIGIONE COSA SI DIVENTA!
Sulle Alpi della Savoia un pastorello quindicen
ne che era stato accolto per carità in un casolare,
assassinò a colpi di rivoltella il guo osipite e la so
rella di lui, per depreda'PiIi del loro piccolo pecu
liturgica genuflessione.
Era la signora Maria de Horty, moglie del Red
igente, rappresentante degnissima delle donne
cristiane della cattolica Ungheria, che nel
lio.
soggiorno romano ha continuato, come a Buda
essere raggiiinto dai gendarmi aggiunse delitto a
la Messa.
Fuggito poi nella montagna, quando stava per pest, la consuetudine di assistere ogni giorno a
L'esempio sia richiamo a tante donne
delitto e si suicidò.
Coonic. iw. \m
a
giAlìlJìiU'C a simile offcralczza?? Abbandonato a se
ta società, che, dei do\^i*i rcligìo=*i si
meno
che dei bistri, orpelli e svaglii di soci
, ,
IO
Le vie di Dio
Og^i tulio il molulo guarda alla Spagna. Noi
però vi guardiamo come a una sorella <li cìvillà
c
di fede.
Gli eroismi presenti non ci nu-ravigliano. ('ono.
sciamo bene la sua storia.
Vi sono però eroismi nascosti che si compiono
in una cerchia ristreila di persone nel si'greio d«'i
cuore, che la stampa indiscreta non propala ai
quattro venti. La cattolica Spagna ha avuto <'<! ha
gli eroi di IXio come ha avuto ed ha gli croi della
patria. L'eroismo dei cadetti deli'Alcazar ha stu
pito U mondo; l'eroismo dei conti de Aldama non
stupisce le anime che conoscono l'attrattiva ch«*
Dio esercita su di esse.
Sentite.
J1 25 dicembre 1929 si serrarono per sempre le
porte del castello avito degli Aldama a San leticar
Apostolato della
Preghiera
Intenzione'generale per il mese di Febbraio 1937
- M'KINCIIK' COl.OHU cui; (;()\i:i{NAMl
I ropuM SIANO (;i ii>\'n i)\ simhho ckiS'I'IANHjv, Non -i donuiMil.i 4-on lab- inicn/ionc
fi»>a
né pic<*<»la. l'iir t(-tq»po ir.i i govor*
natori dì popoli alrntii nt-ppiir*- osano pubblica*
mcntr r'conoM'j-n'
('risl<» qiial Hr «Iri re;
altri aprrtanwnlf nt'gano lo
Dio e mi «for»
/.ano di <'"1 intni' ro in ogni anima l»> -pirito crU
.stiano: altri, an»'hi' sr arriilgono r<»n rispetto le
i'ii-Jtiani* b'ggi «li onr^^la e di giu-ti/.la. non m)iio
tuttavia prof«»ndam<*nlr <'onvinti, (Mtnformc al gvnuino spirito rri->tiano, clir per primo d«'Vt*
re ri-'penatii Id<!io <m1 eseguita «igni -uà volontn.
r. eo^ì nel mondo non v*è [laec-. Prrghianio duii.
<JU!' per il nobile seopo clie tutti i eapi di Staio
adorino e»! amino (f<'sù (.ri-<to.
de Barrameda (Cadice).
l'reiihiamo inoltrf « 1*KK LA (MOVKNTL"'
DKLL'INDLV E DKL CKVLON i.. K* n. lbi mas-
Cosa ea*a a\'A''enuto?
sima part<' pagana o maomettana. La parte mì
Nulla di straordinario, o meglio, uno straordi
nario coiniìimento dei disegni di Dio. I sette mein-
hri che componevano la famiglia avevano presa
tutti la via del chiostro.
nima cattolica è neces.«ari«) verijra
<Mlueala t
fonnata n«'lla fede cristiana da po!ei>ì difendere
dal paganesimo e dairi^^laniìsnH». e disposti alla
divina chiamata per il ^a<<''rdozio o 1ajiostolato
dei laici.
II capo, conte don Autonio de Aldama, Marche,
-se di Ayala, il 25 dicembre del 29, alla bella età
di 62 anni, celebrava la sua prima messa nella
•cappelila delle Vieitandine di Siviglia. Era assisti
to dal figlio maggiore già sacerdote e gesuita (og
gi professore alla Uni»versità G-regoriana di Roima).
Servivano all'altare altri suoi due figli, anch'es
si gesuiti — Ascollava la S. Messa la moglie,
donna Maria, che 1-icevette per prima la comunio
ne.
La s^a, nella stessa cappella, prendeva il velo
dalle mani del suo antico sposo e si consacrava
LAMPADA SPENTA
— Paragoniamo un'anima senza la grazia dì
Dio ad una lanipadina elettrica apejita. Facendo
passare la comente attraverso i fiU, quella lam
padina si accende e manda luce. 1
coii^cni
che sci*virono a far passare la corrente, furono
mezzi efficaci, simili alle cerimonie, ai riti ohe sì
usano nel conferire i Sacrajne.ntì, i (juali fanno
passare all'anima la luce di eterna vita. Iddio
benedetto, e la fanno vivore di vita divina
per sempre a Dio nella Visitazione.
BOIXETTIN O DEMOC KFA FliGO
Avevano preceduto la madre, tra le ancelle del
"S. Cuore, le uniche due figlie.
Unita in questa t^erra al servizio di Cristo Re lo
saranno con più sicurezzia anche neUa patria fu
tura.
Il 1 febbraio, il conte padre, divenuto anche
egli gesuita, spirava a Loyola, dopo aver ricevu
to il viatico dalle mani del figlio suo.
DEFILA PROVINCIA DI ASTI
Mesti di Novembre 1936.XV
Nati
Morti
Aum. popol.
stesso «\io assolto la mia missione di padre
cerdote ».
41
59
—18
218
—27
232
277
45
Mes& (iHi)
Mori tranquillo e
e appagato i miei desideri di cristiano e di sa
Caipol. Re.cii:o Prov. Totale
Gaipol. Restò Prov. ToljJjt;
.
Possa ogni padre crisiiano dire altrettanto sul Aum poipol.
71
72
—1
196
211
]^5
267
283
Ietto fli morte!
LLnf'GI CAROiSSO - Direttore, Responsahilo.
SCUOLA TIPOGRAFICA S. GIUSEPPE^'asTI
.
Aniiit XWIII N. ì - MAH/O l'V.K-W - hdiz. fio /'«AMICO s (ni#'n.5i7<») Spi'diz. in uhh. postale
•j 1
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V
1--. ji lil —
' iSii
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^r-
UN PKOBLICMA INSOLUTO
Kin da quando si pensò a predisporre ogni cosa
per rendere possibile la venula di un Cappellano,
tanto necessario in questa parrocchia, si era già fis
sata la sua residenza nella frazione di Andrazza. Na
turalmente sorse il problema dc".la casa di abitazio
ne. e sembrò sciolto col prendere in affitto una
che era giudicata adattissima. Ma purtroppo essa non
potè. airultijTio momento essere disponibile per ra
gioni che qui è inuti.e esporre.
Si corse subito ai ripari cercando altre soluzioni.
e Cella avessero una diretta assistenza spirituale, de
ve rimanere invece a
Vico
La sua collaborazione
e senìpre ed esualntcnte preziosa, ma lo scopo per il
quale è stato fatto venire, non è stato raggiunto.
Ad ogni modo si spera di poter ancora rimediare.
Solo ci si permetta di osservare che TafTetto e la
riconoscenza non si dimostrano scio con i fiiciH
entusiasmi, ma sopratutto con quelle pratiche real
tà che sono frutto anche di un po' di sacrificio. So
lo allora affetto e riconoscenza diventano sentimen
ti veramente preziosi e... sinceri.
Ma purtroppo senza risultato. Intanto il Cappellano
venne e fu accolto con entusiasmo. Giusto e dove
UN AVVERTIMENTO
roso entusiasmo per chi veniva fra noi a profondere
le sue giovanili energie a vantaggio e bene di tutti
11 piccolo contributo in denaro dovuto al Cappel
lano dalle singole famiglie come fissato prima deUa
i Parrocchiani.
sua venuta, sarà corrisposto a Pasqua in occasione
Si fece allora più assiUajite il problema dell'al-
loggpo, ed Andrazza, legata ormai da grande sim
patia per il suo Cappellano, venne senz'altro nella
della benedizione delle case.
Naturalmente quanti Io hanno già versato, non
hanno più alcun dovere per quest'anno 1937.
risoluzione di costruire una casetta, piccola se si
vuol'e, ma rispondente allo scopo.
Ma idee e propositi non bastano. Ci vuole unio
ne e concordia. E la cosa sarebbe stata facile. Il
L^A S. PAjSQUA
Celebreremo presto la grande festa cristiana cui
stiamo preparandoci con la preghiera e le istruzioni
Comune avrebbe ceduto il terreno ed il legname
necessario. Il popolo, e non solo di Andrazza, a- ' particolari nel corso di questa quaresima.
Durante la Settimana Santa ci raccog;lieremo pi^
vrebbe pensato ai materiali, alla muratura ecc. An
che mai per meditare la Passione e Morte di Gesù
che al fondo per le spese inevitabili si era già pen
sato,
, Quante opere non sono sorte così in tanti paesi,
ed anche nella nostra parrocchia non mancano bel
lissimi esempi.
Invece no-n si venne a capo di nulla. Perchè? Tan
ti lo sanno e non ci pare opportuno esporlo su que
ste pagine.
Resta solo il fatto che il Cappellano, chiamato
in Parrocchia con lo scapo che anche Andrazza
"Benedetto che volle donare tutto se stesso a noi nel
l'Eucarestia e sulla Croce.
Così con la preghiera, le istruzioni, la meditazioTie
il nostro cuore ed il nostro spirito saranno ben di
sposti a gustare tutta la gioia che porta con sè la S.
Pasqua. Particolare importanza avrà quest'anno 1^
Giornata Eucaristica che si celebra il dì deill'o"^*^^^"
dovendo essa rappresentare la preparazione della
Parrocchia al Congresso Eucaristico diocesano.
remo in seguito istruzioni oarticolari in proposito.
MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE
PER
LE
MADRI
dal 28 gennaio al i marzo 1937
BATTEZZATI — Cella Iolanda di Germano e di
Santificare
la
casa
Ecco un nobile compito che spetta alla donna.
Ticò Iride.
De Santa Valentino di Teodoro. Tinoto, e di Cle
rici Santina.
Antoniacomi Luisa e Giacinta, gemelle, di Erme
negildo. Canova, e di Coradazzi Giacinta.
che tocca a lei alimentare la fiaccola della fede e
Candotti Gina di Vasco e di Cedolin Anna.
MATRIMONI — Perissutti Gio:Batta,
La casa non c solo la prima scuola di educazione,
ma deve essere il primo santuario. Di questo spesso
ci dimentichiamo e troppe volte la madre ignora
che nella casa e rivestita di un sacerdozio regale c
Giustor.
con Cappellari Amalia, Sefa.
iMORTI — Schiaulini Elisabetta. Vescu. di anni
84.
De Pauli Giacinta, Pieri Crous, di anni 75.
Candotti Gina di Vasco, di ore 12.
CUORI GENEROSI
Per ,la Chiesa della Madonna della Salute, hanno
offerto :
la vita cristiana dei suoi.
In quante case si vive oggi la vita di preghiera ? !..
Che triste realtà è la nostra! Un soffio devasta
tore si è abbattuto sulle nostre case e ne ha soffo
cata la vita di pietà. In quante dì esse non risuona
più il nome di Dio ed invano si cercherebbe un se
gno. un piccolo segno di vita religiosa!
Non più a capo del letto l'emblema del Crocefisso
veglia e conforta i sonni e la soave figura della Ver
gine incoraggia e solleva! In altre case al segno e-
sposto per tradizione o estetica non corrisponde la
realtà della vita, e belle feste cristiane sono profa
nate, le dolci e dolorose ricorrenze non sono più
De Santa Antonietta, Cole. L. 5 — De Santa Teo
vissute con Dio. Ci si chiama cristiani, ma si vive
doro, Tinoto, festeggiando il ^battesimo del suo pri
mogenito, 5 — Cappeliari Elisa. dall'America, 10 —
La .Famiglia De Santa. Vescu, per onorare la cara
memoria di Schiaulini Elisabetta e ringraziando
quanti hanno partecipato al dolore e pregato per
rindimenticabile defunta, 25 — Fratello e sorelle An-
come non lo sì fosse. In altre case ancora si crede,
ma la vita domestica non porta più quei segni nu
triti e profondi della sua devozione.
In questo decadimento di valori religiosi la donna
ha la sua parte di colpa e non piccola. Sappia essa
tcmio, Isolina, Margherita e Maria Antoniacomi,
delle pie letture, delle preghiere in comune. Sappia
Canova, iper festeggiare il battesimo delle nuove sorélUne Luisa e Giacinta 20 — La Famiglia Clerici
Pietro^ Crous, per onorare la memoria della loro ca
ra defunta De Pauli Giacinta e ringraziando i tan
ti che con preghiere ed accompagnandola all'ultima
dimora, hanno dimostrato il loro affetto verso di
lei 30 — Perissutti Gio:Batta. Giusto, in occasione
del suo matrimonio con Cappellari Amalia. 15 —
'Candotti Vasco, per ricordare la sua piccola Gina 5
Maresia Giacomo e mogljlie Ticò Lucia, festeg
giando- il loro 5lmo di matrimonio 10.
riaccendere nella sua casa la fiaccola della fede, sap
pia alimentarla riportandovi quelle sante abitudini
vincere quell'insulso rispetto umano che ammette
nei salotti i quadri e le statue profane e vi vieta l'en
trata a quelli religiosi; senta essa la necessità di ri
donare agli anniversari, alle feste di famiglia, a tutte
le ricorrenze liete o tristi quel tono di pietà per cui
nella casa si sente l'ineffabile paternità di Dio.
PER PASSAR BENE LA QUARESIMA
Per passare bene la quaresima si deve:
1. Osservare secondo le proprie forze l'astinenza
e il digiuno prescritti dalia Cl*»esa. Tutti infatti ab
biamo bisogno di penitenza per i numerosi peccati
che abbiamo commesso durante un'annata di indif
I
GRADINI DELLA SCALA
ferenza, di oblio e spesso di debolezza colpevole.
ni superiori della scaia dire ai piti bassi: «Voi
2. Dare maggior tempo alle preghiere e alle ope
re buone. Le ofificiature della Chiesa seguite con
maggior assiduità, la Santa Messa ascoltata possi
bilmente anche nel corso della settimana, devote
eiete dei j)Overi mescliini, condannati a rimaner
letture, l'eercizio della Via Crucis^ elemosine più
E' un apologo. C'era una volta un'alta scala a
pinoli, appogiata ad un muro. Ed ecco i gradi
nel fango! ».
passava in quel momento un operaio che sor
rise e... voltò la scala, capovolgendola. Si accorse-
abbondanti date ai poveri ed altre opere di carità
saranno le pratiche più utili e meritorie.
3- Infine la,
^ sta
bilito le «predicazioniw più frequenti e adattate
sta in
P"® trovarsi in basso, hcn presto!
O^fri o domaci !
"Così è degli uomini ehe sono tulli nelle mani
^el
^ nulla possono da loro soli.
circostanza, seguite generalmente dalla benedizione.
Dobbiamo procurare di assistervi e di rianimarci
così nella fede e nelle abitudini cristiane per pre
pararci alla confessione, alla Comunione Pasquale,
CONSIDERAZIONI SULLA SITUAZIONE
DEr/TOGRAFICA
( n i-ofmìvo (Ir) <• Popolo 1 If.'iliii <1 f*U>(|ni'ntriiifMiti*
rii<lr <• ninl:i
I rr<enli provvrdim<uiti in ordine air«timcnlo
dei #<ilari eri in <>(>ntinuo e lK?neli<o e«>ntrolIo del
li.'i «v«po««lo in
jiiorni, <*(»n
i trniiini drl prohlctiia
p.'iitito sui invy./.'ì eonfennnno la natura di quo-lo a-pettn »)|*| {>l':»|>|ritia.
1ullavia r esatto chr il frnomrno <lriuo^afico
.'ittini:i- alle hani e^-«<rn/.ialmente morali r<'IÌgio«e
(lrn>(»^r;ifi(-o in Ii.iIÌ.i. i ri-'ulUili drlla mniiMi*'
;;riii
'liil K'-;:inn' «• il nunnr<io^o avvr-
dri jic»polo. <• an4-hr (|iii. uri confronto fra la cit-
nirr riu* ?«i «fTii<< ia alTocvIuo iniparrinir drlIV«a-
La intmoralifji r rinfl<^l>olimonto dri ^ani coHlumi f»! a^-i'rntuario infalli nelle ritta allravcrrto
ni inatorr.
j'hr rappr< -i nla una Irzionr di HÌnrrrilà f
«a
fruitala .1
'Mli rr. tu «• olttni< ii
li '
nostra.
!à e la <*.'inip:i;;na i <*onti tornano.
milir m.lnif<''>^ta/.ioni «• rontalti dai «(uali la rampa;:na è in ;:ran partr salvajruardala ; IVducazionr della giov<*ntii <-iltadina, la mancanza di reli-
fjionr. la mania th'l div<-rtimento di ogni lepa,
frf fli'I Hollrtlino nu-n»i!«* flrll'l'.iiiulo «mirale il dilagare della stampa amorale ed immorale,
(li slati'«l ira. il r<ipolM d'Ilalia i-onr<Tnia Ir prt - tulio r<illal)ora alla formazion<* di «jurl elima
vi.sioni <Irl jiiornal'- pari^iiiio <' ri»»»* <lir andando mal'Mi.o ««lif da prr rfTrih» l.i prcoi rupaziunn
avanti di (jur>»to pa».^<» l'Italia un giorno o Tallro Mdtanlo rL'oi-li»*a d"irÌ!idivtiluo. • solTn<*a la
Hifm-ndoni .k! un rilÌ<*vo dri 'l'rnips «.ullo ri-
a\T<'l»l»r poco da invi<Harr alla Trancia nella tra- <•<' <li*na rosfimza rjelia v(dula drlitttio-a <|imrn-
•rcdia <!<*ll<) spt»polanirnlo drilr riillr.
Dal IJUn al 1921 si c avuto il firinio <.'i<'lo in
fausto
Tiri
ilrrlitio
drilr
nascili* dir
nrl
corso
di 1-3 anni. Iia ^ìrfinalo una diniinu/ionr ijrl rorffirirnlr di fjalalil.'i d- l 9 |m j- niill;
< ,|;j1 l'JJ.j
1936. f rior nrll») p.pa/.io di 12 anni, dri 7 p<'r mil
le con un prrcjrrupantr a<M*rllrrain4'nto risprUo
al nujnero drfili anni inirrrorci tra i dur tonipi
di csauH'. Nel 1936 vi fn un aunienlo di niatrinio-
ni. 5enonrliè {in<'lie ik-I 1931 si segnalarono 32
mila matrimoni
in
più
nri funfraril i <1.'D'anno
lìro-rediMilr. elir ri>-Jil aroito in «iran partr iiifr.
eondi.
Allora, acrive il Popolo (Pltalia, vicn fatto di
chiederà»! «e la poliliea donioprufica d<^l Rcigimc,
tiranzi di*l foinanfl.in^ nft» di 1)Ìn *.
(.ontro la ratena formi^hibile di tante insijHe,
<'hr gli svihip))i della vita moderna <*entuplìcano
«lai <*ampo d<*l pensiero a fpiello dcH'ofTicina, la
('liirsa ha levato e leva <o#itanl«M»iejile la sua voce
aminonitriee.
K' dtiiKpic 5u un piano e^sonziainicnte morale,
anzi religioso che il fonomeno deve est^ere slu-
<lialo poiohe nr.s-Muna jirov\ I.leiiza ma te»» aIr j)!U»
hav^tare a risolvere il problema, se manca nclPindÌA'iduo il .senso rj'Iigio-'o tl<'Ua vi.!:' intr-a nei dnveri dei rapporti fra Dio c Puomo, fra la ar«'atura e il Orealore, nei fini e nei destini delPeesere
umano.
clic si eoncrctn in moltopli-ri provvidenze sia pra-
Bisogn/a scruotere^ rintiopidimento religioso,
correggere la morale patteggiata fra la coscienza
ticamcntc fallita; *0 il corsivista lo oonfcrnia nct-
e l'egoismo, rìaecostarsi alle fonti vere della vita,
tamcnlc 'Con nniaiv provisioni €.ul prossimo avve
nire della Patria a causa del tij)ieo fenomeno di
risalire alle orìgini.
i( egoisTuo borgliesc ».
Ben detto: e coraggiosamentc.
Bisogna cioè clic negli individui e nelle fa
miglie la fede gloriosa dei padri riviva in pro
nale faseista, che coloro che potrobibcro allevare
fondità nello spirito e nel cuore con qtiol vero
timor di Dio cha rappresonta Punica, effettiva
difesa eonlro oguì insidia e lusinga s<.>v\'ertitrjce
i bambini presentano invece i loro lu«Jsiiosi ap
e pervertitrice.
Fenonieno di egoismo tanto vero, scrive il gior
partamenti « deacrti di bimbi e popolati di cani
e eagmciite » mentre il po-polo piii bisognoso e il
prolifico.
Bisogna cìiìodc.n' a S. Giìis*'un" ìa
Il problema è ben grave e non da oggi ri- o rrgnaglìonza dì spirito: E^Ji era scmpro "•
chianiiì le vigili cure del Regime e, sopratatto, fpiale a so stosso^ sia quan-do CììVìan'lnva a (pC-'ì^'
le accorale sollenitiidini della Cliiesa.
Probleftna che investe il fenomeno di lasciare
la icani,pagna per la eì[là, il fallo oconcwmico. ma,
sopralutto, la sordità morale e rintiepidimento
Sapienza del Pa/lre^ sia. quando cscrr itava il
ìnest.i<iref orrupandosi dei lavori più umili e gros
solani.
reli,gÌ0i?'0.
E' solare che per molti appetti il fenomeno
demogralico va s-tiidiato in rapporto al fattore
Le fatiche intellettuali e quelle manuali siano
economico: tanto è vero ehe la denatalità si ma-
insieme contemperate, come due mezzi ehe con
uifesla pili allarmante nei grossi cemtrd cittadini
ducono ad un sol fine: il sen^izio di Dio nella
in confronto alla eartipa^gna, dove le sane famiglie
rurali eono numerose e fiorenti.
nutazione di S. Giuseppe.
i
MATTINA DI PASQUA
Quella biioiin sposa .iveva ijiiasi disperalo «li ve
derc quel giorno.
Lo vido... T,o vissi' e
il suo cuore è
.slato
rieiu
pilo da una gioia tale, che le senihravn essiTe ir
paradiso; da una gioia che nessuno più avrebbe
p^'tuto toglierle.
Hufuia pi*r tutli. severa pi-r se Messa ni:i tli U
'la sevi-i'ilà elle l>io si>lo \edev;i. <(uesl:i sposji sjv
;)eva che se Mio ha f;tltj» l»elli i fii l i i perche le
;m);4li li- olirono ai (oio mariti, non foss.tllro eh?
per nascondere il loro aposlolalo.
i'. il priiiui fiore era tei stessa. <-lie «apeva vivtv
.e
un
crisi ianesimo
belh»
c
j^ran'U-,
inlelii^enle
.• sicuro.
.\\eva -."apilo che un uomo rcllo ciune d sua
Quella gioia era slata ])er(). duraiuente artiuisla.
la. Da ve-nt\anni la preparav^ì, rial giorno tifi suo
matrimonio.
Malinconia <lella sua giornata dì n(>z/<'. (piando,
inginocchiala accanto a lui, ha notalo quanto fos.
se impacciato e ignorante tli cose religiose ;M)lm
«ioli sarebbe eiihMlo se non dalla navata eenlrulo,
Italia nav;il;i ove m canla l'unico C.rftlu. dell'uni
«a
(!hiesa.
Oorilinuava. dun<|ue. si-n/a stancarsi, ma aneli*
senza oll-'iu-re •iiill.i (app.iri-niciiienle. ahm-iuv') U
sua prtMiicazioiU'.
.Neppure un gioi'iio si perdelli* <raniiiml
ch'ella avrel)he voluto sujìeriore a lei. ])er poter,
lo amare senz'ombra e
.\'on si
senza riserva.
Superiore?... \o. suo marito non le era supe.
riore.
si
fa
Si
con.servn
«^oltanlo
ciò
che
si
dif^MKlc.
I\l»Ii
non aveva difeso nulla.
'iiai
lulb» il
Dio non
bene che si la quandft
uerim-ltc senipn- che e<i.
.Ac»-etlava il grande d(»lore di non i>o:ei.e a
T/aveva ])erduta in (piel momeiilo terribile che
tulli gli educatori dovrebbero ])reparare.. in (piel
momenlo in cui il giovane, non Iroyando in sé
delle convinzioni nl)baslanza profondi', non sri rea
gire all'ebrezza delle passioni nascenti.
sa
bene e
lui che ha seiiiinalo raccolga.
Kgli aveva perchrto la fede, se mal l'aveva pos.
sedula.
il
riccxcre l.i
(jmiiinione i-on iM>|in
che
.«mava e col quale avi'v.i s(»gn:ito di essere
aiiihw
latit<N
un:i »
:ii ni<).
.via lullo capila (piando l'io \nole v abbiaiiK»
...iputo nierilarcclo; anche la Miprenia delle le,
iicilà.
.\\e\a nolalo che suo marito da qualche lenipcv
{.recava, (piando andava a Messa
«/aveva perfino visto, un ^iiUMio. entrare. soh\
ueila chiesa pari'occhiale e. per rispcilare la sua
K perchè avrebbe dovuto farlo ?
La vila gli si ])resenlava come una coi)]>a l>iena delle più magnifiche promessi-; riuscita neiili
sludi, fortuna nella scvlla «Iella com])agn:i della
iiberlà. ella si era asUMiiila di entrarvi, (]uell^
sua vita !...
Che cosa
religiosi in un posto diverso da (piello in eui li
mancava
alla
sua
felicità?
sera.
A\4'va li()\alo parecchie volte alcuni suoi libri
veva messi.
Due doni.'uiche di seguilo ej^li lu pronlo i)rinia
Non era 'contrario alla fede.
l'^ra rispetlosissìmo verso i sjicerdoti; gradiva
le visite del parroco del paese, ove andava a Irascorerre le sue vacanze, accompagnava talvolta
.sua moglie alla Me.ssa; per farle piacere.
Ma vi si annoiava terribilmente, sopralutto quan.
do le prediche erano un po' lunglie.
Per questo motivo sua moglie non gli chiedeva
quasi nulla.
Sapeva che, dal marito, avrebbe ottenuto solo
ciò ch'egli avrebbe dato volontarifimenlc, e che
se una piantina doveva crescere, sarebbe cresciu
ta soltanto nel terreno della libertà assoluta.
!Ma crescerebbe mai quella pianticella?
. Avrebbe avuto la gioia di vederla fiorire una
maltina di Pasqua?
La giovane che si prepara scriamenle al matri
monio riempie l'anima sua del profumo di tutte
le virtù che si sfor/.a di acquistare; è la sua « ri
serva » d'amore, per rendere più bella la vila di
di lei
per andare alla Messa delle undii.-i. l-lbbe
anche rabililà di farsi dire:
- Spicciali, ci farai perdere .Messa!
lù'a la j)rima volla che ciuel : ci >. li univa cosi
in un pensiero nellanienle crisliaiK».
Poi. l'altro giorno h- aveva detto, sempliceinen.
le:
-
-
^ai
che ora il imstro P:u'roco mi potrebbe
a
Voglio,
ricevere ?
(pi -sl'anno comunicarmi
con
te.
I grandi
dolori sono muli, le uraml
loie
pi'.
re
'•li apri le braccia...
Oli angeli fli Dio erano .'diorno a loro...
Rd
ella
credette
che
un
cuore
di
donna
non
potesse battere come il suo senza sj)ezzarsi...
Quel niatliuo hanno riiu'vuto insieme la (^ouìu.
nione.
11 sacerdote, che sapeva, tremava, deponendo
colui che Iddio le darà da amare.
l'Ostia consacrala sulle loro labbra.
Di questa donna la « riserva era granfie. Il suo
affetto l'aveva ancora accresciuta.
Nfev veèere quelYuomo,
Sembrò alla donna che il vero malrimonio av.
veniva in quel niomen-to>,,., U\i^ vjia,l.riiuonio che
(josì sup'-TÌore per tanti altri punti di vista, ne.
C'ctfare questa inferiorità di non capire il suo do.
Vi pvuno lìt UiUa la (UlVereiw.a
Ira il finito e l'infinito...
il primo fra lutii!
Ajiorn s"!- nio^^lie cominciò a predicare con la
'' fjj ff[i('}!;ì predicazione suprejiia che si chia.
Casa iH'Ila
abitarvi...
vedersi, ma più bella e flolce ad
Lavora, lavora al migUorajiwnfo dvUn giovoti^
tù: anche il poco è qualche tosa, e Vimpecìimo^vto
del male ai giorni nostri c già un gran bene.
UN PRESTIGIATORE
CHE FA SPARIRE I LADRI
E' morto n Torino il Canonico Antonio Fran-
cliiiio noti^t-.ÌTiio in tutto il mon<l»... th ì rarr^-rali
per
strito il nontii»u;rtor«- «Irll'oiKTra inizia
ta dal Ilcalo Cafa-^-o v «viluppata cln I>on Boiwo
SajUo alla ^ì>\h* (li favorim l-u rial>ilitQiìonr
nvoralt- <lc-.i colpiti dalla umana pumi^.ia.
Al Cappellano drllr ram-ri piiiaÌTiiaric ili T^
Tino, «-anoniro D^'^faJVHi «i pn-j^mlo un giorno il
tcol Franrliino pi-r --hicMhTirli .li a%n'icin;Lre i
pn-ill.lirali più trrrrl.ili «• vrilrn- di indurli alla
r»*-ipi»*<t'n/.a.
l-iM-ria pnn-
di--'- lintrrp.ll.ito
mi -i
j:uardi :rlh- -]iaIN*.
<'osÌ riy^rlva a concpiiMan* i peccatori più in-
«hwili n<*l vizio, o poi non li ahhan<lonuva più,
li iiiutava in i*ar<MT<' c finita 1<*ipia/,ion4!, molti*
pli<!aiid<> an<*<>rii p(rr «iHsi un Ìnl<*r(v**aine.iito, una
;(r.^ÌHti*!)/.a cIh* hì morttrò «•flì(**a<*i><sima hsIÌ <*ffelli
d*'lla n-d<-n/.ioiic morale di tauli poveri caduti.
i n ilhiMre ma^i«trato asfistendo un giorno ai
pi«M«h<-tti di prcHti^jìo del ranoni<-o Frannirnn», fili
dift«4e con convinzione:
Ma lei fa anelie H]»arin- i ladri.
1% v<deva dire che l'azione di rtae<irdotale ea»
rità che il buon (^an(>ni<*o an<)ava -voltiendo vertM> tanti infelu-i. av<wa il
di soll«'\*arli dul
ia loro abbie/,i(»ne e di tra-^formarli in aulenliei
;!alantnoinini.
DOVE CADONO LE OBLIEZIONI
Hrnr. r Iri vmjia a vrd. rr roni<- mi pnvH-.mrrò.
Il irol. I''ran'--liinti. inirodollo n< IIa nlla di un
ro-i 1" alil.or.l.-.t
ttn ^inrno si itn'smtn rn'ììa sua vanwra tin indi-
V .aliiKT li-i •!! f.'"-
vidiu} ritf aìVarin v ni lin^tuf^fiio fra farilr riro-
vita <lt'l Santa ('.ttritli} tV/irs si logfio vìia
.lire f.-.- ^p.-irirr la ialKi.-.lii.Ta ,-hr tni.-vn n. mtsrrrc jkt un tanno del firan mondo. Egli jé
I>"i- •liiian/.l alla .•.iri..-ilà
.Irl.nulo. il ^i..va.M..upi Miri
,1,-1
-l-'rialo un ine/,/,..
al
(•anolalo. I" -aiutava raiiii^Iiann.-nt.- <• p.is-ava
in iiii'altrn r^'^lla.
...
• i*
Così 8Ì a<-<-atlivava la simpatia .l> cpioi
ziili li
'1'''
loro'raM. Hu-va Ir rx>n.n.i.>ioni ai parrnli r dava
lutto il pralioo suo appo-io per .olirvarli dal
loro
jilato.
Xon aii.IÒ -.a..
'-I"' l>"ro<-<-I.i ,< inqi.ilini » dc'IIr Nuov^' coniim iarono a pt^rd<-rc le
V..,; ,]ìo
av<'>vano
prcvon/.ioni
<
av« w « roniro i i)rct.i o a chic,
<n'nnzi> risin'tlosttnn'rn'l e il Inion (.liralo, ero
dendo irt<loì:inarnf Vintfnziono, gii additò il /«>.
colo Sfinhcllo ovr solevano ini:Ìnor.ihiarHÌ i suoi
pmitcnfi.
No, Siiinor rìtrato, dissi' qnt'f Sign-orv con sor
riso snrdonifo : son vcnnto per (jitos^tionaro. iin
co con lei o non per con fissarmi !
— Va ho.noy risposo il ('.tirato^ ma prima ingi
nocchiatevi qui c confiissattmi.
— !\Ia lei schcrza, signor Citrato: io non ero
do alla alla Cottfosionr!
— Non im/forfa: ronlcssatovi lo stosso!
— A/rt è impffssilìilo qiiando non ci *rc(U>!..,
Insomma^ qnvlVnomo, vinto dallo istanze del San-
'k«c in l<-llui-a li1>i i
f'""'»' T"'l" to s'inginocchiò quasi macchinaltnonto senza t;o<uno ,.on.i"o,iò a piHn,.a.-r ,li n..-1,t<.,-,«. .n rosola Iorio.
con la
VonVi oonfp-waniiii, ma ila^^idcro qniel prete
,-.hc fa i -ioohi -di prestigio.
Allora il
Fi'""'"""
il buon Curato gli jero faro il segno delln Cro
co o comineiò <i iNìerrogiirlo per la eonf"ssionc.
Questa comin-ciò nudo, ma poi finì molto bene.
premuroso in
M '^iio
santo,
nuclla
ccJla cn ei rivelava oomc sacerdote
tv
t>
Rialzatosi quolVuomo, tutto rasserenato e contonto, diodo un profondo respiro come se gli
vero emulo d^jl Beato Cafa.-ao c di Dou Bosco se liscilo un poso dal ciiorcy e rivoltosi al Santo^
nel saìiaac le niesiiì e i cuori ipiù amimalaU e f^a- colVac.conto della più profonda convinzione'.
— Padre, disse, adesso sono tranquillo... non ho
Neirinvorno del 1926 la Queet.ura di Torino piti bisogno di questionare sitila verità della fe
riusciva ad acciuffare nmo d-ei più famosi ladri do... non ho più dubbi nella mento... credo alla
inlernazioiiali, ri)eercato da Lulle le pClizic.
divinità della nostra religione!
L'indomani il canonico Franchino amdò a tro
varlo allo carceri, e naturalimonilc sì p.rescnlò
GRANELLO
coi suoi piacevoli giochi di prcisti^no.
Ogni minuto che passa è un minuto dì meno che
Meravigliato il ladiro — che era un... couipe- abbiamo
da vivere.
lente; fece al Canonico Franchino questo coniLe ore passano e ci son contate a debito, sta scrìt>
plimecito:
, ,
.
,
*19
Ma sa che lei sarebbe un ottimo borsaiuolo.
Il buon sacerdote sorrise e poi os&e.i-^ò:
So anche far sparire le maoohie che hai .?ulla
ooiscienza.
Oh! e in ohe modo?
Con l'assoliizione, che può darti la ipace del
cuore. Ma prima, s'inl-omlc, dovi eoniessarti.
to su certi orologi ; vedicimo che non trascorrano
indarno per noi, prima di addormentarci alla sera,
pensiamo come abbiamo impiegato le ore della gior
nata; e, se troviamo di aver trascurato qualche no
stro dovere per aver troppo concesso al riposo e al
sollazzo, pentiamocene e proponiamo fermamente
che ciò non succeda nel giorno seguente.
" Va
parlare col vSanto Padre!,,
Poco tempo fa un vescovo francese scrisse rispet
Ali indomani mi presento in Vaticano con i) bim
to a Pio X; — Passando io un giorno in Piazza S.
Pietro, m incontrai con un stuolo di ragazzetti, ve
nuti anch'essi in pellegrinaggio alia città eterna.
Mentre scambiavo qualche parola col capo della
comitiva^ mi accorsi che uno dei bimbi faceva il
possibile per avvicinarsi a me. Dissi pertanto al ca-
bo al fianco. Subito dopo la Santa Messa, il Santo
Padre ci ricevette nel suo stesso oratorio; prese il
bimbo per una mano c gli chiese con dolcezza:
•< E' dunque vero ciò che tu chiedi? «»
" Si. Santo Padre ! •»
" Ma hai pensato bene su ciò che devo chiedere
a Nostro Signore per le? Bisognerà lasciare il mon
do..........
• Voglio esser missionario!
soggiunse il bimbo
con franchezza.
" Kiiletti che il mondo c bello e che la tua richie.
sta può portarti alla morte e fors anche al martirio
" Voglio esser missionario »•
11 Papa, mirò teneramente il bimbo negli occhi e
iv
po che lo ostacolava: «Lo lasci un po' venire».
Il bimbo che appena contava dieci anni di età^ s'av
vicina e io accarezzando gli chiedo: «Che desideri?»
i-essi nei suoi occhi che il segreto era per me solo e
mi chinai un po' verso di lui.
«Desidererei tanto chiedere una cosa al Papa» mi
disse dimessamente all'orecchio.
«Che cosa?»
«Che domandasse al Signore, s'io potrò essere
missionario quando sarò grande».
Credendo di non aver ben inteso chiesi che ripe
tesse.
«Dica al Santo Padre che chieda al Signore s'io
potrò esser missionario quando sarò grande» ripetè
pronunziando piii distintamente ogni* parola.
11 giorno appresso, narrai al Papa l'accaduto.
Rimase il santo Vegliardo un istante pensieroso
poi, colla sua abituale bontà mi disse: «Desidero
vedere questo bmibo. Me lo conduca domani dopo
la Santa Messa e voglia anche indagare sulla sua fa
miglia ». M'aspettavo questa domanda e risposi subi
gli disse: «Vieni con me» e lo condusse al suo in
ginocchiatoio. Papa e bambino sono in ginocchio.
Il Vicario di Cristo tracciandogli paternamente un
segno di croce in fronte, proferisce queste parole:
«Cosi sia. La benedizione di Dio sìa con te ora e
nel futuro^ che tu vuoi conoscere per mezzo mio. Il
signore t'accompagni sempre nell'ora del pericolo e
abbrevi le tue sofferenze ».
^^ella cappella tutto era silenzio, solo s'udiva la
commovente preghiera del Santo Padre. Io non riu
scii a trattenere le lacrime; soltanto il futuro mis
sionario non piangeva.
to: «E' orfano e chi si cura di lui è un lontano paM'interesserò di lui senza dubbio, dica al mio se
•
praticava le virtù ninili <> nasco^\K
maruunendosi srnipre calmo, sempre sereno e
gretario che me lo rammenti » soggiunse il Santo
tranquillo^ osservando in tutto una perfetta con^
i^adre.
forniità ai voleri di Dio.
donna «diì avn*id>»* M'liiar<'iato il rapo del «serpen
ti-
innidialor**. i-mh* ibd
dnnonio.
I*..ra
jl
Mr««rtia. rior i] H<'d -ritorr, pei* la eui mcdiaz'oirt?
tulli i:li uoniitii po!4*«»MTo riae(|iii*»lar«* il perduto
dirilti» alla
CASTIGO DEL PECCATO
DI ADAMO ED EVA
« PERCHE' TANTI
NON FANNO PASQUA? »
ApiM iia
• frutto punliili.. \i|;i!ijn
pri-'C-uuit iti «lai rimordo.
I;ì \ n.
«{<'1
" I»*'
.« l«»ro. i - i« aitum n.i-
-romlrrsi al -Jii» .::u.«»"<)•»•
Ma
lililio
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rtiOf A'Iuituì, </or«'
, !•:
..
Jr/'|.
noti
il ìnitf» pruthi^a r
AfKiino trillò MU-.ii-i <lir'-ii(io: 4. La r/o/iriH rhr
mi fuii ildtn i>rr r'>m/mA'"". "i* ha pòrto fli tfu*'!
jnittn, r io w ho mnn-iitt<> >•
li
(ii--'* .l'I
imi /» fdtto
< iò ? /.
Kva rispit-r: ili
Cn ;;invatir fli
ntt'tra co/nf.^'enzti, trascur/ivn
assai faeiitnente le rttse di reli'^ione, e ipianfo
prefetti} jiasipude the noli tt/h-mpiva da pareci'hi
si /nìteva vivere hene #•// i'ssere fiaiaritiiomini .
^in il fia!anlu<>mÌMint li> i/itemlei a nel senso
che r di moda, mentre il Signore non tiene
fiainntuomo ehi non adempie in tutto i jiropri fÌO'
veri.
C.osttti prese m(*filie ed ehhe la sorte dintontrarsi in una giovane tanto /iia, dolce e mansueta
che si attirò in breve il cuor del marito, v potv
mi ha innantiata
I)i(. allora iii;il<-'li^T il j-crpriilr. mmlamiaua >nÌM Ì;irr siiHii N'n;r |>rr Iiil.la la vita. I\m
rivolto ad Kvj
li fatta sf'utirnti- è lina iu'lla risposta
nutti^ soleva dire ehe " artehe senza tante pasfiuc.
^
- ili--- l'I'l'" - r'-'rflr h-nii, sf
prrrhr
vita rli-nta.
c Mi'll'pl'rhr'ò su di fi- Iv
mi.svri(' '• fili tillanni: (irmi i tuoi filali nrl dolori'
e Sdrai sotto il dominio dol marito^.
Indi (IÌ--1' iiil Adamo: « La U;ra sarà malcdrt-
/a per rafiion fittt: rssa ti darà triboli e spirn'.
mafiet^fxiarlo a suo taientf>. .Ìil<>ra si parlò di Posqna. Alia prima proposta H marito chini* il cajto
e tacfpte: aila sectniria risptìSi' balbettatiflo ahuni
pretesti: alla terza f^i nrrvse.
Ditfto diceva di esere contento di aver fatto In
ì^asqua.
*" f'j perchè, dunque, gli domandò la sposa^ non
jMartfiirrai il
jroutr, l'avevi più fatta?,.. "
''Parte pi>r semplice trascuranza, parte per ri
sinodi eh'' in morte non riduca in polvere U ino
spetto
limano^ e parte perchè avevo un caos i
corpo, perchè sei polvere ed in polvere hai da
ritornare ».
^
rosiùenza che non sapi'vo sbrigare... **
Quindi Iddio vrsti Adanio od Eva di pelli d^i-
fliiinali e li <.'arx iò dal l^iradiso. nicltondu un CAie-
CONTRO I SENZA DIO
(jnquemila vecchi coinbailenti; cattolici,
tesUvnti eil anche ebrei, si sono riuniti a
alla sala Wafsram. i)cr prendere in esame
P'''
rieoloso e funesto niovi^mcnto dei « senza Ui
K' stalo votato il seguente ordine del
(( Cinquemila v(X<du combalLenti. riuni<t^ il ^.cnnaio 1937 alla Sala Wajrram. a
V
Tunionc palriolti-ea francese)) affermano eiivita, Tordine e la pa<M? della soc.ictù
nosx-ono e?<5ere fondati che nelle realta
li- ricordano che la civiltà francese devo i"
particolare le sue origini airideali^^'mo
constatano c-be ([urlila <-ivi!tà è uie=(sa hi
rubino, armiito di fiiunnu'jrfj; ante spada, a (Mistodire l'ingresso.
^
Per la loro uravc disohhedienza i norilri geni
tori caddero dallo stato d'innocenza ed involse
ro nella disgrazia di D o, eon sè stessi, luila,la lo
ro posterità. Ma Dio mi^.cricovaioso non volle ab
bandonare il i^enere umano e lanciarlo nella per
dizione m^jritatasi. Perciò, dopo la caduta di Aclamo
di Kva, promise che nascerebbe dalla
j)
dalle dollrine maloriali^ticlie dei
c i)roelanKino il dovere imperioso delle
faniiii'lie spirituali di unirsi strcLtaniciite
tare "insieme contro la nioiitatute
forze della barbarie: dichiarano
j^.rauo
la loro decisione di non i)ermetterc
_„ccc^
tlivitti, per nessuno, in (jiiesta lolla. i ^ coiiiu'^^
deve salvare il patrimonio spiritua
e la smessa Francia ».
LA MORTE IDEALE
L' a n n u n c i a z i o n e :
Parlarvi di morte? Ecco, non era proprio la mia
intenzione, ma ne sono in certo modo costretto,
da un dialogo intercettato in questi giorni, che vi
riferisco.
I" Signore -
Hai sentito del nostro povero ami
co. Alle II era ancora nei catfc. .ilie 11.30 era già
morto. Che bella mone! Non se ne nemmeno
accorto.
2" Signore.
- Sicuro, che beila morte, scn/a sof
ferenze. K" questa la morte ideale, che io tni augu
ro: un colpo secco ed,... amen.
Vi assicuro che mi sono sentito accapponare la
pelle, nel sentire come il grande, icvtibile problema
della morte, venga preso cosi alia leggera, da tanti
che pur furono battezzali.
Un co.po secco ed Amen? Kd aliur.i, perche la
Chiesa invoca da Dio. nelle Litanie dei Snnti: Li
beraci da una subitanea ed improvvisa morte'
li' vero che le morti improvvise, pur troppo so
no frequenti, ma non e proprio il caso di augurarla
a nessuno, neanche al peggiore dei nemici, tanto
meno a
se stessi.
Un colpo secco. E dopo? Kcco. se fosse finito
tutto, come dicono, ma non nell'intimo, gli incre
duli, sarebbe davvero ia morte ideale. Ma dopo
quel famoso colpo secco, incomincia una nuova vi
ta: l'eternilà, ia quale sarà come saremo morti se
in Grazia o disgrazia di Dio. e la nostra morte,
salvo casi provvidenziali eccezionali, sarà come In
vita che avremo vissuto.
Dopo la morte, quindi l'eternità. Se la morte e
improvvisa, e siamo in peccato mortale, senza aver
avuto il tempo di fare almeno un atto di pentimen
to, ecco allora reternità di tormenti, in parole po
vere: l'inferno.
Dunque, davvero, la morte improvvisa, non è la
morte ideale, nè per le famiglie, che si vedono strap
pati i propri cari improvvisamente, nè per l'Anima
del defunto.
•
^pira
ofìorof^a Vaìtra maftvMina
Ed allora, non invochiamola inconsciamente so
sulle pendici e nelle amgne valli,
culla una voce ancfelica divina,
pra dì noi, ma preghiamo la Provvidenza Divina di
che scende a volo dai celesti calli.
Ma siccome nel Vangelo è detto, che la morte
viene m sordina, come un ladro e di nascosto, e po
trebbe quindi anche essere improvvisa, ecco il rime
Le vaghe erbette, i fior primaverili,
le nove piante dalle gemme d'oro,
dolci si piegan, tacite, gentili,
per dare un bacio ed un saluto loro.
Scende dai cieli, splendido, solenne,
un divo Messo pien di lefj(fiadvia,
tenercela lontana.
dio: Stiamo preparati con una vita più cristiana,
più compresa degli ideali spirituali, in modo che
sempre possiamo essere pronti.
Con sempre maggior affetto — il viatore
che non augura un colpo secco a nessuno, nemmeno a quei famosi dialoganti.
che srintillante Uhm le s.m ì^Hmw
^CT'SO 1 ostello d. una \ er(iin pia,
orante, genuflessa, al del rapita,
cui diede il hcirannunzio-, a Ave Maria : )>.
La preghiera, il digiuno, Velomositia, colpisco
no la triplice radice del malv-, la suprrhia. i
•Ji, l'avarizia. Il bene fatto al prossimo nobiliterà
là nostra imperfetta penitenza. Il digiuno rinfor
za la preghiera, la preghiera rinforza il digiuno.
-
R e: S U R R i: X I T
Aìlrlu'ni! IJìns'tt i/riiì'i ilt till* i/r» ^zti 'nitrr-
SICUT
9
DIXIT
elir fMsa sri/na drl suo nono-
ih Ila sua im
rutto iliiniìitf il liiiif/o thifilo th Un (^mirt simn
pronta il tempo fin passa tra i \ isjn'ì del
r
Snhnto à<anto /• l't ffifio di nona thl satntto
(Irlhi Passimi* . rtsunini Ìii nifut lutufo a ru
miniinn
ihijto fa l'fìi tfi'ost . l(
thithi rif/ilin d'I-
In tjnimh stth ìinitn iti /'»/
trnipo t'innjtriso tra (fUi'-
v7//</.
sti dm pi-riodi rostit nisa'
n Siqunrr ♦' n roìitrìttr
f ìsiiscitnto. .1 Uri il in !
i itì chr in liturifia si diff
trmpo pnsffuah .
i 'itt i hf t'ara 11» ri : ^a (/le
H' uscito tini Si jiftli ro
f'olui <'/ir //'r noi r stato
sos//rst) al li fiuft ih lìa i rò
sto t*'nipo '• In ri fi''t ifili
frrqainti . insn:.iahih . ffi
rr. .1 ih luìd...
fos'i diif. dill \llilnia
(Juisto r if i-anto ili
/ sunti friinUi di;ili -l"'
ifili n pronuni iai'r f/iiisto
i/rido ili ifioia ai piedi del
trioìifo fili' hi i'hisn pari
non
alfhastnn::'! ti
pt trrc per ih/n- ahnin ni
troni» di hio. ì- passato nel
Dirììi
more I stilh laldira della
lìfihnton-.
C/iii sii: nini
Dolrr frstn di Pdsf/tin
in rui tutti i t-nori t ristifini
battono
nlt'anissoiìo.
!
l'rsta del fin-fdan- dowi'-
'
pari''
fantft, fai non si ijna, rome
foronn. l'Allrlaia.
rninnim i alla santa '/("•
itt r/if nr r la arda tlonii'
stico I- dri ti-tnpio santft,
nantr del tempo pasquaìr.
il tao rif'ftrdo risrcf/tia i ,
pii) indiffri'i nti < scrìidi-
Ma rironliamori rhr il t
<-f)tiir Uìi rai/ffif ti'
sto
non
mUO-
rr pia. l. risuscitati noi
ndlf aninir tristi <<l addo
lorate.
Si- direhfx- che in (/nrsto <tiorno l< f-a ni pa
ni- parlano un linffuamfio-più ehniuentr e più
maest<tHo. l'ià
risasrilato
''
'''
i profumi del fiori, pia sphndi-nti i fatu-hi
dell'aurora, pi'^t atleffre (e pri}ne mattinate
dei, eantori alati della printarera.
Tra le soleniilià delVanno, la festa di Pa
squa è quella ehe si prolanqa di più, permonito
(Per la 1' Comunione dei vostri bimbi)
pan alla rita delia ijra-tia,
non ritorniamo più alla mori»' drl prrrato.
Dopo arrrr at tarra 11> alla rrorr dò che SPaitlo eltiama i'<( uomo rrcrluf 'i. ca mminìomo per una ria tutta nuora, ccrchiamo c f/Hstiaiìio (fuanfo sia soarr il Sipnore.
Quando il rrisfo, che r nostra rita, rom-
paririi. allorti nuchr imi ,
/inrirriii" con l^ui
)iella ploria.
L'ARMA DEI CATTIVI
Monti-c il ixnuvdc inipcratoiv {.rrco Alessan
^
Troppo lusso c troppe distrazioni per il gior
no della prima Comunione, specialmente per le strargli del vclono, sotto forma di m<'dieina.
"
bimbe. Pavere creature innocenti che sono storl)eratoi"c
nascose
il
bigliotlo
sotto
il
<^'
1
'
nate dall'effusione con Gesù, per una sciocca
zalo. Il medico venne, versò la medicina e g
fiera di vanità!
Per certe famiglie - troppe - c'è in prima linea
la così detta "bella figura"' prima ancora del
Signore e delVanima delle loro bimbe
Cosi più o meno dobbiamo dire della Santa
Cresijna. Persino visini incipriati e dipinti
Potrà in tal modo essere questo un giorno di
benedizioni e di grazie per quelle creature e per
le loro famiglie?.'.
dro, era ammalato, ^di fu riforilo, \*cv
noiiima, che il suo motlioo intendeva
(Moné». L. Grassi)
porse. Egli fissò in viso il suo amico, bevve il
tenuto del bicchiere e poi gli presentò la .
Il medico era stato calunniato. « L'anomm
aveva voluto farp:li del male. L'imperatore av
voluto mostrare invece con questo alto ^ '
sprezzava le lettere anonime.
_
he lettere anonime sono l arma dei co-t
no atti di vigliaccheria brutti e. delittuos
devono sempre condannare.
'
^
10
Le inondazioni negli Stati Uniti
In seguito alle lunghe e torrenziali pioggie e al
le abbondanti nevicate negli Stati Uniti d'America,
i due grandi fiumi Mississipi e Ohio coi loro af
fluenti sono straripati su un fronte di 1.600 Km.,
devastando territori di ben 10 Stati: l"Ohio. il Kcn-
meno importanti hanno dovuto essere <:omp;ci3mcnic
evacuate.
Vi sono state più di 500 vutinic c olire un milio
ne di abitanti restarono senza teiio. I d.inni :natcriali si calcolano a circa 15 miliardi cii lite,
L.* città di Jcffersonville dì
più di 50.000 abilARti neU
io Stato di
IndÌAns, sommena quasi coinpi«lamente
dalle acque dell'Ohio, duraole le recenti inondazioni.
Si vedono solo più i tetti
delle case più alte.
tucky', l'Indiana, la Virginia. l'Arkansas. l'Illinois.
ecc.
A Cincinnati le acque dell'Ohio sono salite di
23 metri. La citta di Jeffersonville e molte altre
CHE SARA' DELLA SPAGNA?
Le profezie e le rivelazioni
di Suor Maria Rafols
Si riportano alcuni tratti delle profezie fatte dal
S. Cuore di Gesù nel 1832 alla Suora Spagnola Ma
ria Rafols:
« Mia figlia, ciò che tu scrivi ora, sarà trovato
soltanto nel mese di Gennaio del 1932 da una delle
tue figliole-... considera che tu non puoi comprende
re tutto quello che io ti dico, poiché io non lo dico
per te, ma per altri figlioli, dovendo venire il giorno
m cui saranno violentemente perseguitati. Essi avranno a che fare con un nemico avido di far scom
Il P-esidentc Rooseveld, che si occupò persona),
mente dei soccorsi, potò alTermare clic queste in-
ncmdazioni •< costituiscono la più grande catastrofe nazionale accaduta dopo la guei ra
Spagna. Gesù le rispose cosi: <i Non icinere ; quali
siano i mezzi ed i tentativi che i miei figli escogi
teranno per distruggere la fede nella Spagna, non
riusciranno mai. A tuo conforto e a tua tranquil
lità ti assicuro che per amore delle anime giuste
pure e caste che ci saranno sempre nella Spagna*
10 regnerò sempre in modo- particolare su di ^ssa
hno alla fine dei tempi ». Nell'ultima parte prean
nuncia la vittoria finale dicendo: uPiuttosto che la
sua fede vada perduta io distruggerò i popoli! Que
sto scrìtto sarà trovato quando l'ora del mio dò-mi
nio in Ispagna sarà vicina. Ma prima Io disporrò
che essa sia purificata da tutte le sue macchie. Nel
la mia amata Spagna Io devo accendere con mag
parire la religione e perfino il mio nome da ogni
gior forza il fuoco divino e da essa sarà comunicato
'angolo della terra ».
Qui è evidente che vuol riferirsi all'Associazione
3 tutto l'orbe ».
Queste profezie vennero inviate a Roma dove
dei "Senza Dio... E prosegue: « In quel tempo
dopo un serio esame, ebbero l'approvazione per la
no le immagini e vorranno cancellare da tutti gli
stampa e da quel momento tutti dovettero ammet
profaneranno e distruggeranno i templi, spezzeran
angoli, da tutti i rifugi della te«a, il. N,Qme; mjila: tere, che. st.
^evu\.
agaì
spaventosi avvenimenti spagnoli si constata ch^-
i^a
allora si lamentò col Salvatore pre-
^axidolo di allontanare tanta calamità dalla sua
profezie si sono avverate in modo impressionante.
(da « Il Cittadino » di Lodi)
n
LE PARABOLE DEL VANGELO
LE RELIQUIE
DI S. GIOVANNI" BATT. DE LA SALLE
Nel gennaio scarso le Reliquie del Santo Fon
datore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. S- Gio
vanni Battista de la Salie furono trasportate dal
<5
d
m
// l'itrlt'ii rnHr r. tr'/tiif di .S. (inu'-iiini {hil/isln l."
tfhiinit' ulte jiortf di Honitt
Belgio a Roma, dove verranno custodite nella Cap
pella della Casa Generalizia.
Ovunque, durante il lungo percorso, a Milano, a
Biella, a Torino ecc.. masse imponenti di fedeli
hanno reso omaggio alle reliquie del grande Santo,
Gesù (lis^sc;
Un tale aveva un alln'io di fi<M) piantali) nolla
vigna: andò per cin'<;arno frutti e non lu* trovò.
Perciò dÌ3sc al vignaiuolo: Ecco, son già ir,« anni
che vengo per ecrcarnc un frutto in quost'alboru
e non lo trovo: strappalo via; i)crchè mai l.irnr
ozioso il terreno ?
« CHE FAREMO SENZA GESÙ'?»
Kn, il 31) tlic'mhrc |fM() <• "<• pirroir Suorr dn
no in una città del centro della !• rancia. ^ «
poveri vecchi, allo apunmrr ilei f^ioriio
viag;;io era stato lunf^o e penoso.
„
no affamate ed intirizzite dal freddo. Po- '
Ariche noi saremo trattati come qiu'sto alhcro.
tremanti scesero dalla vetutra. Erano aspe a
e si procurò di offrire subito ad <'sse una
Dio aspetta e ci coltiva^ ma. vuole assolutaincnte spirale^ perchè si riscaldassero e si
che diamo buoni frutti; altrimenti subiremo (a
sorte del fico sterile.
'
Ma le Suore domandarono la via della Cti^
yi andrete dopo — si disse loro.
E quelle:
, , -n
tro-
— Che faremo noi qui, senza Gesù. JJove ^
NOMINATI PRELATI
DUE EX-PASTORI PROTESTANTI
J1 Santo Padre ha recentemenle nominato Suo
veremo la forza necessaria per l'opera
'
E andarono in Chiesa, aiicoltarono la S. •
e si comunicarono.
Comìinione j>rodigiosa, che inaua^urò a
prelato Domestico un ex-pastore anglicano, Pa-
l'opera og^i cos) grande e così estesa delibi
flxe Ronald Knox ordinato sacerdote fin dal 1919
—^ ha nominato poi Vescovo di una diocesi in
Suore, tutte consacrate pei nostri poveri vecc
glese, lui altro ex-pastore angligano Mons. Piskitt;
rale, sole che vivifica le anime, le soU^^^ onda
egli è stato destinato Vescovo proprio di qvicUa
città in cui visse quale pastore anglicano.
UEucaristia è il Sole della vita spirituale ^
lo, le rivolao ai piti miseri fratelli-. 1^
d'una prodigiosissima carità.
.
32
Il (Inulti «iignifM'a la i'onvrrsion»* dcizli
>l(di <• drirli ahri I)i.««'<-)»oli d< l
.
Apo-
I,f Si'rrrtf. I«* quali i'<niiiiM Ì.ini> dopo i) (
-ìgni/i<ano ^^li «M-ruIfl 4nn«ili.il>oIi drì (^itid<'i «-nntn» ('.rif^to.
Il l*rrj(izio, eh»' iinisrr <Mdl Ilos^nna in F.xel•iiiinifìea l'iMiirata xdi'nni*. rh<' f<N'r G. OJ
in ( ^«•rii'-ali'innH* nrl ^i»»rno
Palmi*.
I «• alti«* Srrrt'tr, rh«*
-ti;ni 1Ì«'ano
l'af-'iionf i!<d Si^non-.
L'alzar (h-lT Ostia sinnilìtM la rl«va/i
|i
-lo
SIGNIFICATO DEGLI ATTI
NELLA S. MESSA
('.rl>lr)
La S.
è un corn,pendio dì tiittii la vita di
(;. Cristo.
\j Introito signifi.ca il d<';>id<M*Ìo clic avevano ì
S. Padri della venuta ^cl Signore.
11 Kirio E^eison lignifica le voci degli stessi
Patriarchi e Profeti i quali domandavano a Dio
questa venuta, da tanto tempo desiderata.
11 Gloria in oxcclsis signifiea la natività del SiM-nore.
in
II I*atrr nosirr «ijinifMa 1ora/.Ì<ìnr ihd Si::no*
re ni«*ntrr pen(h*va dalla <Torr.
I! roìiifi'r (ìi-irOKtia -ignifii-a la frrita d«'Ua
lancia.
l/Aunìts ì)ri sileni/ira il
])ianlo (h*ll«' %faric
nella d<'p<»si/ione di ('ri'-to <lalla C.rore.
La ('omiinionr del Sae<-rdolf «.ijrnijìoa ]n
pollura.
11 l*<isirfiin!iìiit> signi(ì<a la Ki-urnv.ione.
Le Orazioni vMgnilìeano le pre.M'iilazioni <'(1 of
l/ifo
ferte al Tempio.
fììissa
est
sL;;riÌfiea
P A^^'cnsione.
La ìn'nftHzi<m4' <U'l San-rdotf significa In ve
Ij Epistola significa la predicazione di S. Gio
vanni Battista, chc invitava gli uomini a Cristo.
Il Griidualc significa la eonvei'ssione rlell<^ gen
ti alle preHiohe di S. Giovanni.
U'Evan^elo signifiea la predicazione dì Nostro
SigTiorc.
nula ilelh) Spirito Santo.
\,' l'^fantit'Jo
al
fine
dclhi
predii-azione »legli A,iK»stoli. (|uanto ripieni del
lo s|>-irito Sant'o. Coniineiarono a predi<iire ij
Vangi'lo pei- tutto il inoinln e I»rineìpi;irt>i)t> a
convertire tutte le ire.nti.
ÌNlOZlOIMl
A. n
o
o
r
s
bibl-iome:
S
Abbiamo detto che tutta la storia e la vita
o
t
1 e
ro
rr»
du<M' al v<'-li!)olo - Dal VJ'f>tiboln una -iola jiorla
di Betlemme ha M suo cenlro nella Basilica della
dà ai'cesM) all'interno di'lla Basilica.
Natività.
Quandi) .«i varca questa j>or[a si abbraecna con
uno<'<'hiata la j)rlina ]>arte (b-ll imIìIiì-Ìo. un rei.
Betlemme avrebbe continuato ad e-isere un oeeuTo borgo senza
il fatto della na
scita deb Salvatore.
Infatti S. Mat
langolo
metri largo 26,20
iliviso in cijique
navate da quattro
ordini di colonne
m o n ol it iche di
pietra rossa del
teo - riferendosi al
profeta Michea scri'^*e : E tu Be-
tlemane
terra
di
paese, alte 6
Giuda, non sei la
minima tra i capi
di Giuda : poiché
da te uscirà il con
dottiero, che regcrerà Israele mio
£ questo condottiero è nato a Betlemme, là o-
ye sorge la Basilica della Natività.
Qjjius-a tra J-e mura di tre conventi la Basili
ca ha
un'apertura bassa e stretta che con-
1l»,ju(, 33
me.
tri.
La navata prin
cipale
con
Sii
chiude
un'abside
si
mile a (juella delLa Grotta dete»
Natività occupa il eentro della crociera e si esten
de verso l'est.
Di questa Grotta, chc si trova sotto la Bacilica, diremo noi prossimo numero.
Una stazione internazionale di sport d'inverno: il Sestriere
Questa stazione si)oriiva. elevata a 2000 metri
sul mare, gode meritamente la fama della migliore
la " Duchi di Aosta
ne misura 52 con 270 letti
m 184 camere, distribuite su 14 piani ai quali si
'jtazionc internazionale di sporis invernali ed estivi.
accede per una rampata di 600 metri di lunghezza-
In questo punto sono d'accordo, una volta tanto,
àia la stampa francese che quella tedesca.
li Sestriere, che si può chiamare quasi una crea^Jione di Edoardo Agnelli, fig-lio del Senatore Gio
vanni. morto tragicamente per un incidente di vo-
Oltre la facilità di accesso da ok"» Capitale Eu-
Chif»»" a\yinlitnt
il montr Hinnchcl(m. 2f)23). ol
cenho il «nonic 1^"unoia (»"•
a deitta il tnonir
Si»e
VISTA liJ'-I- SKSTIUICMK
2658):
f)ieuo In pincin
Bianchelli* n Cliir«A di S. Eclootdo.
SUOI
DICI.LI^ Sin*' MONI A(iNI'-
ropea, vi hanno contribuito gli alberghi sontuosi e lo nel porto dì Genova, fu dotato dal Sen. Anelli,
di gran lusso, edificati con una grandiosità e origi oltre agli Alberghi e alle due teleferiche, di una
nalità eccezionali, sotto l'impulso del Sen. Agnelli.
L'albert'o di gran lusso «Principi di Piemonte»
ha 9 piani con 35
di altezza; la «Torre di Se
striere» misura 40 m. di altezza con 160 letti; quel-
IMPRESSIONANTI CIFRE
SULLA STRAGE IN SPAGNA
DEI SACERDOTI CATTOLICI
Nonostante tutti gli sforzi per arginare la guerra
civile in Spagna, la lotta tra i bolscevichi e i nazio
nali contìnua spietata.
Quali conseguenze abbiano avuto iinora gU av
venimenti spagnoli, specialmente nel campo religio
so, lo si desume da un impressionante calcolo sta
tistico deir«Osservatore Romano».
Prima della guerra civile il clero spagnolo era
magnihca chiesa che sorge presso la pineta
monte Bianchetta. in cui hanno lavorato
e
*
artisti. Il Sen. Agnelli la volle dedicata a S. Edoar
do, in memoria del figlio.
composto di 60 Vescovi ed Arcivescovi. 33*5°°
cerdoti e 20.640 religiosi. Il Collegio spagna o
Roma ha redatto una statistica, basata su 200 e
tere di Vescovi e Sacerdoti e sulle testimonianze
188 sacerdoti ed 8 Vescovi venuti a Roma. Da
ste testimonianze risulta che in tutta la
40 al 50 per cento di sacerdoti e di Vescovi
stati assassinati dai rossi. In nove diocesi a pc
tuale dei sacerdoti giustiziati è delVoUanta
to ed a Malaga raggiunge persino il 9° P® .
Dalle relazioni di 23 Diocesi risulta che q
le Chiese sono bruciate.
^
M
—
Note d'Azione Cattolica
LA MORTE DEL PADRE RIBERO
Dopo avere considerato come sorsero le due gran
Nella sua umile veste, nella sua scmpliciti». Padre
Kib'cro era un capo. Era il capo di una popolazione
di Associazioni Femminili Donne e Giovani d'Azio
ne Cattolica le quali formano l'Unione Femminile
Superiore Generale del Cottolengo
di circa quindicimi
la persone che a lui
obbetiivano
cieca
mente perchè in Lui
Cattolica Italiana (U. F. C. I.). vediamo ora lo scopo
della stessa U. F. C.I.
Essa esplica, dice lo Statuto, art. i.. la sua atti
vità nell'intera e filiale dipendenza dalla Santa Sede
e dagli Ecc.mi Vescovi, cooperando all'attuazione
vedevano il rappre
sentante della
e diffusione del regno di Dio. specialmente nel cam
po femminile.
Era l'erede del pa-
Evidentemente i due rami debbono svolgere il loro
apostolato ognuna nel loro campo. Cosi le Donne
nel campo delle Donne d'A. C. e le Giovani in quel
uimonio di S. Giu
seppe Cottolengo:
«m patrimonio e»
stituito da tutte 1*^
lo delle loro consorelle.
L' U. F. C. I. quindi non è un'unica associazione
miserie,
sempicemente detta ma comprende tre organizza
huii <iclla
La Gioventìi Femminile Cattolica Italiana
e propaganda della propria fede e in appoggio alle
legittime aspirazioni femminili.
L'U, F. C. I., consacrata al Sacro Cuore di Gesù
ne celebra solennemente la festaCome manifestazione esteriore della sua devozio
ne all'Apostolica sede, celebra ogni anno colla mag
gior possibile solennità la festa del Papa nel giorno
di S. Pietro (29 Giugno).
Il suo motto riassume il suo programma « Fortes
tutti
»
società,
da tutti coloro che
alla società avrebbe
ro costituito un pe
(G. F. C. L).
c) Le Universitarie Cattoliche Italiane (U.C.I.)
Questi tre rami lavorano insieme allo stesso scopo
ognuna nel loro campo d'azione diretta alla difesa
da
detriti, da tutii i rt-
zioni o rami che sono:
a) L'Unione fra le Donne Cattoliche d'Italia
(U. D. C. I.).
b)
Divi-
na Provvidenza.
so, da infelici inab-
li al lavoro e che
Santo aveva raccol
to per farne la propria famiglia. Nella sua umiltà
il giorno in cui era stato chiamato ad assumere il
comando di quella organizzazione non si era
preoccupato poiché i bisogni del presente c le ne
cessità avvenire di migliaia e migliaia di persone
erano lasciate in mano della Divina Provvidenza
Tutte le provvidenze assistenziali, tutti i servizi
sanitari, tutti i mezzi di rieducazione indicati dalla
scienza, risanamenti edilizi, nuove costruzioni, sona
sta'd realizzati nei vent'anni in cui l'umile sacerdote
in Fide ». Così il sesso debole fortificato dalla grazia
di Cristo diventa veramente il sesso forte, talmente
ha tenuto il comando della « Pìccola Casa )>. Capitali
coraggioso nella manifestazione delle sue convin
zioni religiose e nella propaganda da fare arrossire
ingenti, somme favolose sono state spese e si spendo
no tutt'ora. La fonte? La Divina Provvidenza.
ii così detto sesso forte.
LE CIFRE DI UN PONTIFICATO
In occasione dell'inizio del XVI anno del Ponti
ficato di Pio XI, « La Corrispondenza » lasciando
all'eloquente linguaggio delle cifre ogni commen
to, cosi riassume in dati statistici precisi, l'attività
A chi gli domandava di quali capitali egli dispones
se rispondeva: « Una serie di zeri davanti ai quali la
Divina Provvidenza, quando crede, mette qualche
unità »
E' morto alle 17.30 di lunedi 8 febbraio 1937, dol
cemente come ha vissuto e col sorriso di chi si sj>egne nel bacio del Signore.
Aveva ottant'anni. •
svolta dal Pontefice: 38 Concistori^ 28 encicliche_,
22 lettere decretali, 29 motu proprio, 220 costitu
zioni apostoliche, 475 lettere apostoliche, 380 lette
re, 15 omelie, 6 messaggi radiofonici, 1800 discorsi
a pellegrmi, 30 discorsi a scienziati, personalità,
Se il corpo è assediato da mille disturbi, Vanima sia sempre alla presenza di Dio, dove tutti
partecipanti a importanti congressi internazionali
dobbiamo correre ogni momento a rinnovare le
ecc., II Concordati, fra cui i Patti Lateranensì,
forze. ,
due Anni Santi e un Giubileo, 14 canonizzazioni,
la creazione della Città del Vaticano con un'at
trezzatura completa e organica, la rinnovazione
della residenza estiva di Castel Gandolfo, la costru
zione di grandi seminari a Roma e in Italia, di
monumentali palazzi ^.er i. ina;ggÌQ:ri IstlWv
tura la fabbricazione di 1202 case parrocchiali, due
grandi 'Espcesìzionì di carattere mondiale.
fS. Agoetinoj
—
•
* •.
••
IN
TERRA
l_'or3
Coim- .!a noi. cosi
i'
DI
dolla
in Missioiu- r.»ni .It-ll.i
<l-'l NtifMiu
iMiiip-in.i.
In allcsa che shinciiiUramimiirirù' vriif-inm
ad rimilaro i rainpiuiili elei nostri piii'si, il inissiciuirio affi»!;» In >.u:i i:iiiil»:ina » stisU^ni nain.
nili. !•- infallantriiHiitr
li-f volti- ni
la
fo.
15
MISSIONE
proghiiora
I.a rninpnnn stioiia. I n ni linnin della terra, a cui
lardi è arrivato il bene della ferie, sente l'invito
ehe la chiama a saliilare la M.nlre del Cielo. Si
ehiama a<'ennl<> il fi^»li»i sim; e<ni Itii s'inf^inoceliia,
eoti lui forma un soId «lupp,,. nelle mani del fì^•lio coni'iiinj4e le sue mani, e eo^li oeelii al cielo,
quasi a seguire il suono drlla campana ehe passa
neiraria, ripele .li'r Maria! (Jiianli) sarà accetto
nlla Verf*ine (piel saluto! Qiianla «ioin proetirerA
al cuore materno (juello spettjyolo. che. lropp(» <lo.
lortjsamente, viene a sostituire tali speMacoli. fatti
più rari da noi.
m"
, risiionn .U-ireco del sacro bronzo che invi,
'
''fedeli a sahilarc K Verì^ine SS., e, a volle, an.
' niù frequentemente per chiamare a raccoila
deli attorno al Missionario vernilo jier cele-vi i Sacri iMislcri o che si trova di passa^^gio.
consolante ò lo spellncolo dcll'amuenza che
•'^^''overi convorlìti sanUO Ol'fvìVL'; e come l'a pia.
cere al cuore del missionario il vedere rntlenzio.
ne che pongono ad ascoltare le sue parole e la
devozione che manifestano nelTassislere alle sa
cre funzioni.
5g / cristiani dei nostri paesi, pensa il Missiona-
pio vedessero o partecipassero ad una di queste
funzioni' non si rifiuterebbero di fornire campa0 meglio, missioiiarii, a questi popoli.
Impariamo dagl'ultimi converliti come salutare
tu Madonna, nel mese che ci ricorda la prima
volta die fu pronunciala l'Ave Maria, riaccendici'
mó il nostro fervore, e, per amore della MadonnO'
aiutiamo le Missioni.
Se potessimo ottenere coi nostri aiuti che
n labbri si schiudano n salutate la Vergine SS.,
non sarebbe per noi grande soddisfazione ?
16 - -
LO SPECCHIO UTILE
Uti poota antico narra di Taìde, donna faniorCi
in tutta la G-rcoia, clic, dopo aver brillalo <li Indlezza nella sua giovenlù. (guanto più rresiM'va ne«^li anni tanto ancno si j)ro.'»entava allo sprrrhi«>
per non vedersi invecchiare.
Ecco quello die faiuio tanti elir n<>n i iilraii*'
mai ad Cv'aniinare s>c stogai.
Apostolato della Preghiera
INTENZIONE CKNKKVI.K l'KR li.
l»I MAH/O
Por rtdnro rhr ^offrnnn pcrst'rttziimo in rtlitutrtio di ('.risto 1-.
Nell'attuale vita terrestre di prova della razxa
umana, caduta fin dall'origine, vi sarà sempre la
lotta del maic contro il bene e i buoni saran perse
sa che nella età florida e fre.-Hui ehbr mai.
guitati per il nome e per la virtù appresa dal loro
Maestro, che ha vinto il male. Molteplice e svaria
ta. secondo i tempi e i luoghi, e la lotta. Vi e la
persecuzione voluta e scatenata dagli stessi gover
natori e capi di Stato, come da anni avviene in
Allo stesso modo, so noi <*nlrassiim> spi'>.-«f in'll'anima nostra, ci spee.'.liia.'<sìiiu> >p<-»o m'Ha m»
Kussia e nel Messico; vi e quella sorda «d oscura
che uomini settari alimentano contro i più ferventi
Eppure se Taide jii foss<* ;:uar«lat;i allo -p<M-cliio, vedendo tramontata la .'»ua {linvetitii. avud»be potuto acquietare quella eo«rnÌziiMi<' tli sr >h*--
stra coscienza, prcnd<>ssim<> .-pe>M» ad
l«
nostre azioni; avremm.ì un rit<'<:n() di aii;iinM:;rn'
colpe a colpe e useronnno ina^jjilor pnMiiura di
ritogliere quelle che furono jrià comnnv'^xsc.
nella fede, escludendoli dalle dignità e cariche pub
bliche; vi è quella a punte di spillo, sopportata dai
cattolici costretti a vivere in mezzo ai non cattolici
e dai devoti derisi dai non praticanti.
Preghiamo per la perseveranza dei così persegui
tati: di essi sarà il reg^o dei cieli.
GIORNALE CATTOLICO
IN OGiS^I FAr/JIGLIA CATTOLICA
Poirliumo da «Vita Nuova» di Trieste e fac-
Preghiamo altresì <- PER LA CONVl«'RSIONE
DEGLI INDIANI D'AMERICA... Sono circa
milioni; in maggior numero nel Messico. Moltissi
mi già cattolici; ma vivendo sparsi difettano di as
sistenza spirituale.
ciaHio nostre queste considerazioni:
Non si può restare indifferenti dinanzi al fatto
MUVIMKNTO I>KM(H;KA|.|<;()
DKKLA PHOVINCIA Di \<p|
doloroso che dellf? anime cattoliche non sono in
formate — almeno una volta per settimana —
di quelle che solo le lotte ed i trionfi^ le gioi<i
a le lacrime della Chiesa nelVora- presento.
D*altro canto anche il pulpito più scintilante
non può farlo, c troppe volte lo. parole di vita
che vi scendono svaniscono in un hatt.o.r d^occhio.
Il giornale cattolico, che entra nelle famiglie
Moso di Dii'onihro I936-X\'
Capol.
e
Nati
Morti
malmninndole in una visione panoramica della
vita della Chiesa, rassodando i frutti maturati all'ombra delVahare.
Il settimanale cattolico — ha scritto Vn Oeservatore Romano » — è come il cibo intellettuale
di otto giorni, che, equamente distribuito, sazia
il popolo senza stancarlo, lo tiene al corrente del
le vicende interessami, lo illumina, lo guida, lo
persuade, lo trascina.
Ecco la funzione della stampa cattolica la necessità di appoggiarla, di diffonderla con tutti i
mezzi, eli raccomandarne gli
rhe
quelli che dànno il nerbo alle ineluttahili necessità amm-inistrative, il segno più tangi-
bile dell'avii<'izia al giornale.
\<)(y
72
2] I
267
2ìì;^
15
16
Mese di (,onnuio l'>37-X\'
parola del sacerdote, gli prepara le anime sgom
profondamente le verità imparate in chiesa, a-
71
DilT. pop
c vi resta per una intera settimana, asseconda la
brando il terreno dalle erbe maligne della pre
venzione e dell'ignoranza, aiuta ad inserire più
Krslo
r.a|,ol.
Nati
Morti
Difl*. ])op.
—
|{,.s|„
•V.-)
202
132
312
87
1 10
247
-
m
227
- Dirrtforr Rf'sponsabil,.
SCUOLA TIPOGRAFICA S. GlXJSEPreT;^^^