fii`lKgM 1»
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Anno XXXIII .\. 1 - (ìK-WAIO ly^T-XV htliz, (ic tt*H AMICO " S/w*'/. in ahh. /*astalc (incnflilc) /f... S ' *1 ' ' 1^ fii'lKgM 1» A r (; r u .•♦tM'irlà trionfi la feih*. la l»onlù, la verità, la giù- i A tulli i curi r f<Mlr.Ji Ifltori di' I/ANOIvl.'^K imr^iaint» ^li aii;:iiii più Im*I1ì prr ]*;iiiiiu nuovo. Il Sijjiiorr rirolnii lutit i!rl!<* .««uo più li<*ne» (li/Joni e li ri'iiila frlici. prin4-ipultiionlo di la frlU.'ilù flir d<M•i^"i^ dallii coMriciizu dì uvcr c^einpro fallo il proprio duv4'nr' v di **4'nlirHÌ Ì" <'oii Dio <* i'oii ;:li ui>tiiini. <(ti/.ia. Eppure ci «ono tanti, anclu* buoni fedeli, ohe piMutano «-s^MTe l'organiz/.azione una cOf»a ffuper» flua, od almeno che non li riguarda, paghi di diehiararfvi buoni... prr si'. Ma non vedono estfi che i nemici «li Dio, ^ quindi deir<u*dine }*o<*iale, ai organizzano ap (^HKcda pur»' quii ln-iii v (piclh* forluiic che punto j»erehè ^anno che neirunione sta la forza giovano ad alN'viiiri* Ir diftìcoltà lUdla vita, piir- <• la vittoria? I buoni saranno sempre soprafTat- siano iisair sr<'ondo Ir li'fi^i ed i \"ol<*ri di li isolati, ([U.indo i cattivi formano un cecrcito compatto e ben allenato. Hujssia, Me.^ieo Spagna insegnino. Dio. LK .\i>S'I RK FKSTK Ai)l>ìanio lrasror,-c lictamonlt* c sanlain<'nt(' If' care del ]\alaj<' <; d«.*l CapodaniK». La ft^h' sentila e la pietà ])rolond<i elie cldu-ro a earat- lorizzarle, v^iono un ottimo auspi<-io che que^^li nobili s(Milinienti dei no.slri parro(^')iiani avran no un nuo.vo inerenienlo anche nel 19»i7. e ce lo confermano le settecento e pifi Conuniioni falle nel solo «giorno di Natale in j^.ran parte al la Mcvssa di mozzanolLe c molle in quella ilei maltìno, sexiza conlare quelle degli altri giorni. Queste sante Cojuunioni sono siate eerlo il dono 'più gradito a Ge^ù, lattosi umile pargoletto per nostro amore, ed Egli, cortaineute, «ai>rà ,ricam biarlo con quell'abhondanza «ole Lui può e sa dare. grazie eelesli che Cerio, neirilalia nostra, grazie alle olti.m<' diretlive <lel Governo, non potranno veriiieai"tìi si mili jli.-^ordini. Ciò non toglie però che non ci sì deld)a u'4ualmenle unire per lavorare con frullt». Non ))axSta inip<Mlire il male, bi^)gna anche costmire il bene. E TAzione Cattolica intende p^'*^ cisamenlc foritàare animo generose, convinte, at tive. che sapi)ìano fare dell'apostolato con l'e sempio e con le opere, portando nella società un nuovo so/Tio di vita veramente crialiana. La nostra Parj-ocehia non è certo fra le prime in fatto di organizzazione. Tuttavia ha delle buo no formazioni che promettono molto bene l'avvenire. Dlfalti, per il. 1937, conliamo i se guenti icisscratì: Sezione Mct^chile: Fanciulli Cattolici N. 27 •— AZXOiNE CATIOUCA Non dovrehhe estorci piìi un buon cristiano che non conoisca questo esercito dei cattolici mi Aspiranti N. 19. Sezione Foinniinile: Donne Cattoliche N. 3^ — Giovani Effettive N. 23 — Aspiranti N. 17 — litanti, che intendono lavorare in coopcrazione <ìeirApostolato gerarchico della Chiosa, perchè Cristo veramente regni nelle anime, nelle fami Beniamino N. 22 — Piocolissime N. 17. glie, nelle nazioni, perehè in nome Suo nella lo saranno in breve tempo. Totale Tessera$ii N. 160. I qiiadri non sono completi, ma ©periaino cihe m In E OSSERVAZIONI ChU^sn. Duraiilc la y^anta coiiiiiirioiu'. «'hi la riocvc, tiono in mano un piallino. Prrrhr? Perchè, nel caso avt\^ero a cadere iloi franunen- faweia iiUorno alla t.hiesa. «mI .i (»io\anni Oc Santa. Pitaciu. che ha fcirniti», purr ur.itnil.inien» h». tulio il ge-M» net e-sarit» |kt la ei»'.| i u/.iunp d«dla India rornier rhr eirt-onda l'-tiun «••iiie. li o la slci-àa particola consac.rata, anzi<'lir raile- a terra, siano racrolli nel piattino. Lo vuol<* il grande risj)ctlo che >i dove al SS. Sa<'rani< iU<». Ma perchè il piattino ri.-'jjonda al suo >rop<i. hi«•ogna tenci'^lo herie sotto il mentti. niui Iontan«>. come fo?>se un semplice oggetto di e<'rinionia. In Chììifero. Non j)och<' lapidi rerentinn'nte collocale, sono, si può ilire. senza Croce, perchè non può flirsi tale una crocellina di ntlnlnie pn»- jiorzioni scoIj)ìla più per ornanienio <*ln' p<'r dar (it;\. n \Min\() pdlM'V fiN SE" 11, SI 1» CKSriNO Parliamo di un ar;:«»iin*iit«> Ìmporiant<'» a-^ai • oiranle .a-^ai lra«eura'<i e lanh» diMUrM»: i li'iJppi liuli. --i %•> dif'ndo. -i>nn la mvin.t didla t"an>iglia. Non è mai >lala delta una par«d,i più iufiinu' c più .in h!'- di .jiP't.i: tn.iil E mmlrr iumatiii:! '."e Irit'.ata in riuidl/ioii • < uiuim :'li'' ninliM le un significato. Essa deve canipeggiar«' Ìkmi <listinla. de-ves-cre di grandezza propt)rzi(»nala e r;.niv.- di ni a. gli umnini al posto d'onore. Più che la lapide, è il segno ihdla Redcnzi^n** dÌ.r\.iiHi. pinta ii>n -è il IH' «•. -liii". ehc flevc distinguersi sulle tomho cristiane. pi-n hè più «rUliaiiì haniM) -cMipi'' ritenu'i i li'^lì ht-ii'-diziour, prnpiio (jiiandii ii!aii;;:\a il pan»-; n^iii h.imliitut, I' PrM\. vii!. !i/;i iit.n f;i iiiiinra:-.- il iiaii-.- iilb- rr. ;iture .lì l)i<i. • Ea rri>i aitila! "è un pr«»il«iili> ili rallivrria. r.J MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE DAL 2<S ^T>VE\1BRE AL 28 DICEMBRE è con^'guenza d'd man<al4( ntUMimo. perrlù. van no uìanJ-andi) gli uomini. E p«'i li« tanta di^russa (. «-rid non è en. a dnralura. ina par»•e;i::4'ra ; non può r-si'i"e -eiiMire fO>i : ba-ta chi' le \(di>nta uni::- BATTEZZATI: 1) Trozza Pietro eli (.)sual(Ìo e «li M irc-ia Er menegilda, 2) Antoniacomi Mario di Valcjilino, Tinolo. e ne seiruano nn po' p'ù la leuj:»* divina «• i dtMt;imi del \'ani:eb». perchè lu'.lo ( :nnhi in mej:lÌo. Si-ntile (jiie.-ln apologe»: ('.era una volta uii 4'(ìnladino che leiint* chiusi» tulio il >iio fi iinuMit'.k nel «rranaio. in\-ere cln' -«i iiiiiiarr una parU». p-^. di Pavoni Giovanna. 3) Clerici Pietro di Angelo, Dania, c di Kloepfer Anna. paura della crisi. Veniu' un'invernata pri-siui (;li adiri contadini, cnstrelli ani un oziti forzaltu doveltero mi-urare il pane, mentre 1iillro ne eb Totale nell'anno N. 35. be in abbondanza. Via airepnca dui rarcollo^ j granai degli allri MORTI : si rienij)irt)no e il suo. rimase \'Uolo. 1) Pieli Andrea, Spcecini, di anni 66. 2) iColman Antonina, Scribo, di anni 82. Titale nell'anno N. 28. r..a morale è che un operaio <lie luwi ha lin;i pai-i-crà in di-^t-n'la aiiiatezza gli anni dela sua validità; jna. pa-sati ijursti. coinini'era a stentare la vita: vecchio, sarà un mendico. Al <'ontrario (juelilo che ha una nnincroi-'a ligliiui'lanza slciitrra 0:FFERTE ALLA MADONNA DELLA fìn-chè avrà soltanto dei lia'mil)i'ni, ma «'rcsc.iiu^li SALUTE S-ohiianlini Teodoro, Lefi, L. 5 — Schiaulini Giovacchino, Lefi, 5 — Antoniacomi Angelina di Angelo, Tinolo, in occasione del battesimo del . fratellino Mario 3 — Antoniacomi Irene ed 1~ che niano questi e jtroin'.i al lavoro. .1 agiiatcz/.a enlrerà nella sua famiglia ed egli avra a-siv'urato il ipane ])er la vecchiaia. Si è -cmij)re o-^servalo che h' famiglie nnmcroie , sono -compre quelle cui non -manca mai il nec-rs.eario e qualche volta il superfluo, rolme di hcine-. dalle culride, Pixin, 5 — Maresìa Vittorina, Bortoloni, 5 dizioni e di ogni bene; iw.eiìvl\ue V ^ \oiin'!\(a per isìWn'/io Chmàs V\V del figlio Pietro — Clerici Pietro, Pere- gliia e per lo squali"^re cui sono destiniate (lluw giustizia di Dio, quando per colpa dei genitori re, 20 — Perifiisutti Anna, Moret, da Rema 10. i figli sono sempre di là d'a vcniixr. pobbiiamo la nostra riconoscenza per i lavori n&lla nostra cara Chiesa della Salute anche ai fratelli Angelo e Dante di Dania, che hanno data ^atuitamente la tinteggiatur'a alla Non si può fare sulla terra opera più grande, che dare aUa Chiesa un buon Sacerdote. — )ek/ierq •^ANGELI co 3 L'ACQUA CHE RISANA Sul magnifÌ4'o rielo di Oricnt^^ hrillaifano le. atrlle^ DtiiCorizzonte rra .tparita quella misteriota Iure che i Mnfii awvn guidati alia rapannn di liefit-mni e. .\elln Stalla fortunata, la vita seguivu .<n'ren/t infitrnti al S. ììmnhino, mimlrt' m-lla n'ggia del DOMENICA FRA LA CIRCONCISIONE E L'EPIFANIA feroce l'.rode vra un nndirvu'ui di ntphlalit ripetere <tmritato tli anlini, ttn suono di trom be, urift uralpitar di ravalli. I/etlitto (Iella ^*^trnge defili Innocenti" era -Ufi' 'l'ulta la r I;j «lo]r<>/./.a ilt'l (if-ù -la rn'l hih» a<>, iH vuol dire « Sal- vat<»rf >' ipH'-h» iMniir indica |HTriò la inif^uv IH* «' r<»p«'ra di pr(»fnnd;i infinita. tJni^«•^^aI<• nii« f+crironli.i. «Iir il fi;;li<» di J)i<>. inrarnando.-i, v«« niva a cotnpi» r«* lu'l nioiulo. Sr Miti <M)ti-*id«'i iann» ijiiffltti "c pm^iaiiK» allf inminicnrvoli |»r<»v<* di .ini(>n- rlir (ioii (.]rÌ!«!o oi Iia dato^ <'(>ntrnip]iaiu() la .««{iii^iita 1>4*Il*';&7.a, aiK'lic .•>('nipli<'('nirnt4- umana; d<d]a .tua fi;:ura: la sua jMinlà. la -tia niitr/.za, la >tia ^« lUToftità, la «•ua rnaL'naniinità. la -u.i L'»*iitiI«-/,/.a... ronn' jH>!- •iianio (•apa<'itarc*i <-1m* vi «-i.ini» dri rrif^liani che Itcstrwnniiano. vilip<'ndono (juofo Hanlissinio ni»inc? Tulli (jiiinili inrnirr ^nttianio in <'Uor«* un or lon; ;irand<' p<'i' la I»r-lrnnnia doI>l)ianin far<;i uno H{u<li<) di (oniliallt'rla. dì slì^nnaliz/.arlaf di to firmato ffuella sera. l n anfielii era sc<*sn nella ntttti\ si era acciìsta- to a S. Ciuseppf e gli avt-va detto-. "Prendi il lìamhintt e Sua Matlre e fuggi, perchè la sua vita è in /tericolo'^. V'.d allora, nel silenzio nottttrno, ni fioco rag' giti ({ella luna con la misi-ru cavalcatura che era nella stalla, la S. Famiglia premle uhhidirnte la ria dell'esilio. l.a strada è lunga, il viaggio incomodo, i peri coli della via non si contano, ma dalTaltt» la Prov videnza guida i fuggiaschi e li sottrae ai perito li. (Uimmiuano così da più gitimi. I*assan4ì il deS4'rto, si a/wostano alle Piramidi. Quella sera si fermano in una selva. I n lume brilla nella notte huiit, fra gli altissimi cedri e le frontlose juilm''. Sarà genti- amica?,.. Saranno l>riganti?... S, (liuseppe httssa trepiilantlo. Ceffi mai visti dicliiararlr ^n< rra st-n/.a (juarlinv. Ma non dobJ)ia!no rcrniani .pii. Noi dobbiamo, s<'ntirr nel si acct>slarono all'uscio socchiuso. Ma la mite bon tà di quei viaggiatori, il lamento del bimbo clif ruor»' (ulta la ri<'ono>i'<'n/a, l"aff<*tlo, la len<M'rzza clic il dol<'i.-"^i">o nome di Gciin deve suscitare in coloro elu', conosccnclolo v adorandolo come ad essi ospitale. Dio e Salvatore. r»anno <•!»<• c pari al merito nes sun onore, neiisuiia lod»'. nessuna esaltazione di colui che lia portato (jucl nome jjantissimo. Pro- nuiHcremo «juindi -«empiy» (|ue.«lo rmme col più profondo ri^petlo, r con un c;<'nso dì sincera veTierazione, con la comi»ia4*cnza die viene da un inlimo afletlo. aveva freddo e fame, fanno .sì clu' la jK*rta si apra Accantf> al focobire nrut <h>nna piange, cullan dosi la sua creatura, un piccolo bimbo tutto pi<igato nel rorpo qìta^^i morente. E* la moglie d*'l capo dei briganti, l'olla invita i pellegrini a scal darsi, e, richiesta, offre a un po' di or- (pia tiejnda. per il bagiuì del piccoUt Gesù. Quando il Bambino esce dall'acqua, tutto fre sco e ridente, la donna che piange, quasi spinta da una forza misteriosa, s'fwcosta. albi- vaschetta NON DIRE MAI ... a proposito di letture; non son piii un fan e vi immerge il suo malatino. Maria ha compas sione e prega. E la gioioi è. grande, pari alla sorpresa. Il bim bo esce dall'acqua guarito e ridente'. La donna p,~'- ciullo ..a proposito dei tuoi genitori: non capiscono da al miracolo. Gli nomini guardano meravigl^^'" •,.a proposito dei tuoi doveri: non c'è da preoc ti ed inteneriti. cuparsene ...a proposito de^le tue cadute: non ne posso nulla ...a proposito degli nitri: si arrangino • ...a proposito dei tuoi difetti: è il mio tempe ramento Quando la S. Famiglia In'.scia la spelonca debriganti^ prr riprendere il suo viaggio^ una bonda (Varmati la scorta fiìio alVestremo limite del deserto. Cè una Teibìara che sfigura le anime nostre c ...a proposito delle preghiere: non ho tempo. le fa morire alla Grazia di Dio: il pe<ccato. Ma Sono frasi micidiali che uccidano la virtù, che uccidono l'amore, che uccidono Vanima. Dunque che spengono la tua giomnezza. c'è un'aeqiia miracolosa che le può guarire senipre, se noi lo vogiliamo. Sono le iparole che, j. Confessione, il Sìacerdote pronuncia nome Gesù Cristo sull'anima pentita òhe vuol ritornire a Dio. 1 LA FORZA DELLA FEDE )ENriERd VANGELICO I n t'iiiaro indite- d«'llo -jitrih» di emiro cri stianesimo di'irli spagnoli ««ant -piritualnirntt* è la «•eguento lettera .-H'ritl.i <Ial Si;:. limando Vi* daly Kihas. di anni dì età. fi<^lii) di uno dei j)iù rieelii industriali di Bar«'«'ll<»na. dur ^to^ni prima d<*lla -na furila/ione: PRIMA DOMENICA DOPO L'EPIFANIA Barcellona 15 Ottobre 1036 (10 GENNAIO) Gesù Fanciullo che va al tempio, con Maria c Giuseppe, per adempiere il grande precetto pa« s(iualc iinpoàto dalla legge a tutti i Giudei, ci •dà una grande lezione; ci inaegna cioè l'impor tanza dei nostri doveri vercH) Dio e Tobbligo lii (A bordo del Vapore Urugruai) u Ai mi<'i ::<'nitori Kmilio \ i<lal l{iha> r Ila ria Trre^'a I orrcj» G<"ner. m (^)uan«l<» ipif^ta ra giungerà nelle vo-tre mani -are-lr ^ia informa* ti clic il giorno 14 sotn> f^tat») ^iiidi<ato davanti rendere a Lui e nel moilo da Lui voluto il dclii- a»I un Irihunale jiopolar»- «' «imd;innato a nutrtr. to culto. Ma mentre Gesù, come uomo éi assojjgetta a questa prescrizione legale, lascia traspa Il delitto «li eui mi ^i ac<u.-a <• di f.-^.t-rnii nniiu rire un raggio della sua natura divina. 1 dottori ai difiii^ori (Iella Spagna drila Religione: ej io. per il mio Dio •• i>«-r la mia Sj>aj:nn. offro la che sono nel tempio stupiscono di tanta dottri na, nè sanno come spiegare la sapienza tlelle sue vita con gioia e vero org»>j:lit»: p«'rehè in questi domande e delle sue riaposle. Dopo questo par patrimonio deli uomo, ma di I^io, Io lio doman dato a Dio ehc ^li eompi"^?»* la -ua "-anta vtdontà; ticolare Gesù « discese con essi e tornò a Naza reth e stava soggetto a loro ». Ammiriamo Ja sapienza di Gesù, ma procuria mo con animo sincero di imitare i suoi esempì. QUANTO COSTA LA S. D. N. Crediamo... divertenlc per gli studiosi <li eco nomia politica considerare gli stipendi annuali che si pappano gli impiegati della Società delle Nazioni; Segretario Generale L. 360.000; Scgretario aggiunto 240.000; Sottosegretario 210.0(M); Bibliotecario 28.000; Consiliere 112.000. Interpreti e «reviseurs» da un minimo di 50.000 a un massimo dì lOS-OO-O. Traduttori e redattori da un minimo di 54.000 a un massimo di 92.000. Segretari stenografi da un minimo di 34.000 a un massimo di 45.000. Copisti da un minimo di 36.000 a un massimo di 32.000. Messaggeri, ciclisti, ragazzi di ascensore da un minimo di 12.000 a un massimo di 16.000. In relazione al lav.oro che quei signori com piono ci pare clie... il prezzo sia un po' alto. An che se si tratta di impiegati quasi tutti prove momenti i-ajnsc'O più elu' mai <-hr la vita non ò la sua volontà è fatata il mio sacrilirio. Iimedetta sia Iddio e che rgli rejiiii in Spa;;na! Siate sicuri ehe i momi nti più fflici della mia vita sono (|ue(Sti in cui. eolla <o>rien/.a ]>nrificnta da ogni macchia e r^apendo clic nnudo |M'r iddìo mi v<>glio port^are al suo fianco. Ui<*evete la notizia della mia morie sen/.a rattristarvi, ma piulto-ito eon jiioia: Dio 1,, vuole e vejilierà per tulli voi. Perdonalrnii i brulli mo menti che vi ho cagionalo, i dispiae<TÌ che vi ho arrecato, le mie man»'anze, tulio, y. allo stesso mo do che quando Iddio mi dif'dc la vila la gioia regnò sopra di voi e rinjira/.ijisto il Signore così gioite ancora adesso giacche (jnesla ^ la Sua Sali ta volontà. Vi ringrazio infinitanient<' per l'<'durazione re ligiosa ehe mi avete impartito, i)crclj;. ad essa delibo il morire come un eiii-^liano. Hicordatevi molto di Dio ,fate ch<' i miei Iralelli si ricordino di lui e Dio vi concederà la grazia di vivere e di moriic come dei veri cristiani. I n ultimo ab braccio ed un bacio, con più amore ehe mai vi manda vostro fifflio che muore ])er Iddio e per la Snaffna. nienti dall'internazionalismo massonico. F oritaiuìo Aìrunirianuy quoM'ineffabile bHh'z^za (IpÀVani- in€b di Maria, la quale cortsla di tanti piccolìssi- \\V\\V sV compo^^ precisamente di 'tante piccole virtù, ma m vOÌori di ))io-. niezzo per inoltrarci nella via della per/e- tutte perfette che, compendiati' nella :sua questo m<'zzo diventa a sua volta il l^elVaniina, hi conferiscono un^ntti^.Utivw irr'esi- fine relativamente ai mezzi che per otfenerla vi ^libile, un incanto celeste. dobbiamo impiegare. — iJr, rlii- vojrv.i 5 il H.iinliino. m- nr ri- toriiaroTtii |t< r mi altra xi.i «1 l*»ro |»acn«-. 11 viu^fifiu <l<-i •» Hril«MiiiiH- r la loro u* i|ora/i«»n«' «!' l I^ninliiiu) <«>no un falto r un »uu- l)o)o{ un falli» a**«'a<lul<» lani» «utoIì, t* il jiiuiluilo «l'un aliri. f.illei rh<- «Inra «la iniplinio crai»ni V <hir« ià hn" alla finr il»*l njon li» ; il Mmliolo il'un |ji*nrfi. i<» (li\inn: non nirnu . ajMli»!*' )EN/IERd. II DOMENICA DOPO L'EPIFANIA (-ia^rln^dunu di noi. Siamo «h'-rni il«'i n«iHiri ra|»|»r«*4«-ntanli. i Majji, conir lor.v -liniianM» la ;;ra7.ia in*-ffrtl»il<- «rt*^ VAKGELICO . 17 (;KNNAI<)j Il S.ilvHlt)re (Jt-HU. con In sua .Madre Snnti'*i*iitni j.i'rr rri-lian» •«•nir loro wi.unonr rfRiarrnuMiU* ricono-rrnli : i I«»ro ni- i iliaino ili a»-i-trrr e foi suoi primi dÌH4*epoli od Hpo#*toli, pri'nde poi clrrnanirnli- ail un'alti.i nianifi--(a/.ionr di ipiflln in <ni v«Mlr<ino farcia a farria *' in<"lo ^ai'ri'c'. illnii'li» an<"li io \a<la ai| atlorarlti la "uu pre.-«*nza l'unione (h-i due .-.j)0?*i. c in quel* parl<* a un convito iniziale, .ramificando coni con r«cca'*ionj*. per l'inlerc'c-.-iioiie della }*ua, hÌ eoinpiace anche di compier»* il primo <lei suoi miracoli puhiiliri. HohIÌ i|IH?!*Io weiiiplico fatto a pcrf^uadere tulli i cristiani di connitlerurc c di FIEREZZA SINGOLARE trattare il malrinnmio come 0(»sa flanla. Nes suno osi profanare ciò che Dio ha voluto render»* \l.liiatno I. II" -nll.i t.a//-'Ita -Ir I.an«ann.- >. ronir il Con-i^ilin . . iHral'- '!< i ' >'n/.;i Dio - ha ronf<'rilo al co-ì-lrlto *:..niniÌ--ario .lei Popolo naor»»; e tulli fa<*ciano inve<e >i che a o«:ni fe.Mtn IJlvinofì'. il titillo ili Sriiza Din oni'rari(» Molivazioìii / l'«-r aver priun irnialn n» l!a lolla l ou- «pici conforti, di <|in*IIe virtù eh fro la r»*|Ì^'ioni'. vrà pro<-nrare a Di») •• a (ict-ù Oi'-lo nuòvi ado- ('onn- (itolo oiioi ifij'o. non r i* nialr. Il hello ( in- l.ilviiiolf ha ri-porlo <lir (|Ui-| tilolo. lui lo jjorlcià con ficn/./a e nio'tr«'rà ron nuovi di nozze .«ia pur«* presente* (rer*ù con la j'ua ;ira- zia, apporlalrije a;:li r.p(»?ii di (pie^di aiuti, di der<* ^antamenle feconda la loro i dovranno rcnione, <'he do nitori. <• alla Obie^a nimvi fijrli. de.-tinati ad oi-- pt*re partecipi dell'eredità di ;iloria e di beati tudine <'be (ic<ù stcs."4(» ci ha riconcjuislata. sforzi (li averlo nK'rilahi. Ma. il Sii:nor l.ilvinoiV e eonipa^ni " Senza Dio ». credtino o non creilono eh<' Dio l'si^U'? Forse ri^jpontleranno : h noi -iann» -ieuri rhc Dio non esibii'. Sieconw ))erò e'è «Iella i:onte cbc ci nre<l<'. allora noi lavoriaìiu) «on oiiui uioz/.o, pe:i:hè. in-s-niio ci <reila più. e rosi un «rioriio o l'altro la terra saià piena di ?^<Miza Di<» »• Di tal ri^ìKìPla faeeìanuì -uliito la «rirala a unii cattolici eli<' aii'Cora ahboirrain» alilo proiiK'Sse. L'EPIFANIA Alla na-cita di (Jesù in regioni ad orienic della Palec^lina comparve una stella nuova ed eccezio nale. Tra (]àu'l!i che la videro vi furono alcuni Itr»' <liee la Iradizione) Magi, o sapicnli- i J ricono.-eiulijlu come un ^egno della nauseila <ic Mespia, <*bo doveva uscire dal jjacsc di Giuda, si allo parolo helU'. alle helU- halle dei comunisti mijscro in viaggio alla volta della (7-iudea. cordo il diavolo t? 1 ai'fpia franta. Si portarono i Magi n Gerusalemme certi che I/cscni]Mo di IvitvinofV. elu' si diehiara fiero del il grande Re dei Giudei fosse nato in questa cit titolo onorario dì Senza Dio, ci deve confcnmre pIic i comunisti i-ervìlori e ^chiavi di-'ili onlini o vorrcLbcro. i eicclii, far andare d'amore c d'ae di Mosca altro non sono clic degli impostori ai quali nessun '..a^anluojno j)uò erivlc»-e più tà : e appena giunti ne cercarono informazioni. Erode, geloso ilei suo potere, radunò i 'capi dei gaccrdoli c i dottori della Legge e li lùchic^ do ve doveva nasccve il Moissa e ne ebbe in riisposta che Betlemme ora la sua patria. Allora Erode no fece avvisati i Magi ed ag SOFFRI' PAZIENTEMENTE PER DIO Una bambina della Santa Infanzia di 3 anni, un giorno cacldc a terra: la sua ^rellina Marghe giunse :« Andate, informatovi esattamente intor no al Bambino ; quando l'abbiate trovato, fate la sua Umanità SS. e l|a sua Mlaostà Divina- Partirono i Magi e usciti di Gerusalemme rivi rita, di 4 anni, aceoric stibìto. la sollevò e le dero con grande allegrezza là stella che li aveva ii-cgu\T0T\0 SeTmò» diede eH\ l»ere ini po' tVacqiia; poi le bagnò la gUÌAaX'i. parte del capo dove la banihìn:: diceva aver male, dov'era Gesù. e prendendola siiHò sue piccole ginocclùa, men Entrax'ono essi c airossequio d'adorazione a G^sù ». E la piccina rit-ennc i singhiozzi. Avvertiti poi in sogno di non tornare t ^ tre la stringeva amorosamente a sg, diceva: «Deli so il Bambino Gesù aggiunsero l'oinaggi^^ o' soffri pazientemente per Gesìà! Per far piacere olii doni: Oro, incenso e miira. 6 — Difalti trasH''in;ila al lii(>::o infaiiii* mi la rirton^lò di luco A •*fol;:t)ranlr <lu* n<*««^un« liESE polr ; «• iiH'H-a-i a |»rr^arr vi<lr inn.ii)/.ì a M' una «sindiii.i mn la »|iialr hì copri, av(*r>> <}ola il I'rrf<'ttti fatta >]M>^Iiar(' tiri «noi aliitì, rS\»iino anlì avvifinar-il»- a «-«Ti-zioiir iU*l fìllio d<'l Pn-fi'tto. il ipiali' |i<*rù <*a«l<lr a trrra vita. Sron^iiirala iJal patln* ilrlTinfolirr giovane (21 Gennaio) S. AGNESE AjriK'.^t' f«MT orazioni' al huo Si;:norr «• rironi|»ur. ve r.Anjirlo dir ri-^ii-MMto il ;:iovanr, il (jnal<' ,»ì ini>«' a grillar**: I n Dio -«ilo vi r in Cirio c in trrra, <m1 r il Dio ilrj <j'i.'>tiani \ <|ur«tr |»ar'»lr i ptnitrfii-i }>a;:anÌ tnrtlonu a riiinor'' il popolo «-lir i-r<-Iaina. a»l alta Vtice la morte' <lrlla ;ii«»van«' \;:i»r'-**. II Prrfrtlo tnrliatti. vol«-tuI»> lilM-rarr V-zni'se ma trm»*n<l«) Tira ilri poiitrTiri. Ia-riò a nirttrr l'orilinr in qiirlla moltiIndiiir il vie»' pr«*frlto .\« >pa>io. A-pa-i») r«'rr arri'inh'rr un man fiiotu r tarv'. (h'Mlrd Ajinr-r: mn Ir fiammr -i <!ìn i'-rro, 1;|. j^riamlo Iil»rra l.i santa, finrhr «U'I tutto >i &prn. sri'O. Allora \-pa-ii> «Unii- tirilinr rlir Ir À n'oi«.o il capo, •'oinr «lifatti avvrnnr r l'anima «li ({iirstn insi^fiir vrr^rilH' >alì al -no Spo-o Divino incoro- naia di più diariiini. ISTANTANEE i\'incftty ÌKi si'Ko aiiìii. ^Era l'anno 303- rlclFEra cristiana. Sul trono dei 'Ocsari sedeva Oioclesiano che l'anno avanti ave va seatenata la decima c più fiora pcrsceiizionc contro i cristiani. c nella copitnlc del mondo viveva una verdine che avrebbe rifulso di gloria — Presto iiìaiìifìni t'd il piccino se no va ìio tamcntc vorso la cfiirsd /Kirrocrìiiale. — .•iii intono! — Sì hahho — <'(l // hirirchitio dì tQf ìnoritarc la sorellina e prende le arie di jtn o« metto. immortale per tutti i secoli: Agnese. Aveva do dici anni appena quando fu chiesta in sposa dal Ninetto ha dodici anni. figlio del Prefetto di Roma. Per il rifiuto che — Sw, Ninetto; raccogliti un momento e recita n'ebbe il giovane si ammalò. Scoperta dai medici la cagione di quel male la preghiera della sera. Il fanciullo, un po^ contrariato^ si inginocchia ne avvisarono il padre, il quale feee rinnovare ad presso la mamma e prega. Agnese le offerte e le istanze del figlio, ma in- Papà intanto fuma la pipa e legge il giornale.., Ninetto lo guarda e prova in sè qualche cosa... idarno. Saputo che Agnese era cristiana e che a Cri- eto aveva donato il suo cuore, la fece chiamare al suo Triibunale, e con carezze e minacce cercq per suaderla ad acconsentire ai desideri di suo figlio Tutto fu inutile preferendo eesa cpialunque pena' che non sa spiegarsi... Vorrebbe parlare^ ma non osa. E tace... * * « Ninetta ha quattordici anni. E giorno di festa. La campana chiama per la Messa. La mamma lo esorta^ —Ninetto, presfo. Prefetto, pur di rimanere del suo SignorerMinac anehe la morte, a idoli di pietra e al fi-rlio dei alla Messa. dandola il Prefetto di farla trascinare iit luogo va*Inutilmente. Il ragazzo non si muove^ anzi la pulbfcli'co con donne di mala vita rispose: «Se e poi guarda il padre che è tranquilla tu conoscessi il mio Dio, non parleresti in tal mo guarda mente sdraiaito sul canapé, col giornale tra mani. do. Io che conosco la potenza del mio Signore Oggi, Ninetta^ oisai niamG^ù Cnsto, disprezzo le tue minacce, sicura iMia, andarci io a messa, mentre papà noTV ^a%'a\lrui 12» va mai? Non è Vassistenza alla Messa un dovere ,parità, come no sacrificherò agli idoli, perohè ho a mia difesa l'Angelo del Signere ». per tutti i cristiani?... 9? — 7 IL PICCOLO CATECHISMO LA CHIESA CATTOLICA II'AUOI.K DKI. l'AVA) CONTRO LA BARBARIE COMUNISTA " Il /tirt olo C.atrrhi^nio rinuin*' .'H'inprr il grantir libro, dopo il libro divintt drlla divina scrittiiru 4' 51 può ilirr in ttn rcrtit sfiuso il più gran' N.ll.<l.-i l.iirliun ci..- vcuivano r..vi..r »ull.. v,-<oh... .ivilla ih' libro drl mondo. p,.pa.K., .la.a ,..-r |.ii. --<^<•11 It pirrolo ('tUi'rhi.uno, ridotto ai minimi tri..- .I.-I 1» "">r'n <-. mo.lr» fm <lal .lillia.u- .Irlla pa.r r-Ialllniiana. .1 praml.-«- trrntini, proprio in'lla sìtti prima j*fif(inn, offra in stdiizinttf vt-rn di ttitti i pritblcmi più alti di'lKian- ,Irir..|M r.. ....•.•avi;:liu.a .l. i paMon rttmnnitn f drl momln intrro, (jufintlo a ijurllf' «tri .l. lla ..uova r. lipi..n.-: <l<-i ^ vi .l.-lla chi'-a .Im-.-Mf in-oiiiiiia, .-li.- M>rp<- » ditmamli': C.hi ri Ufi irrato r prnhv vi ha t-rrato -li l.uono quella t,-, .a.l. nl.-. K--. "I.l-"'- .lai>P<-r'"<«" fi. a ...a vit.o.i..,a r.-.i-l. n/a al l.ari,- fan- .-.1 in. ivili., i '• a"-"'!'- ^ -,'7"''" ranli. u vi. n.- ii. ..Mrii. ii.l.. .|u. ll.. . iv.lla itnsfrrrhbr tpirsto prr jnrnr il primo libro drl ntotttln. Piit posto a fondatìiriitt» ili tutto, prinri" pio ili tutti*, fiitr di tutto, drU'rs-irn'. drl vivrrr ts drl prnsan'. .la I-Ili .lov.-vali.. -ni.;.-!-.- nuovi -lali •• nuovr na zioni, ."i. ','r K,,„,.,ro|»-, a fu ,M..-^. ;:u,ta aurora - l. «>- ,liv. r-a fornia <• .-.n va.ia in.- n-.l,. l- r .ulto il „„,l,o . vo -ino n.o.l.-rna .- forn.a an/.. rinln-.-i-io .l.lla -loria .l.lla Chu-a. l>ai)i fiiiono r.»-! i pn-ripin -alvaieri .l.-lla Sorinà iim ui.i. iili art- tiri primari h' mt'uU- .piriliiali .l.-lh . ivillà ini..va. i vrn pap.M»>!' '• i rlir r tin'ssi al tuonilo, .foniì dntr rispo.ntr rhi' hanno la ^(iriinzia divina tirila lu'rità. I.a rtdtura rrlit;Ìi*sa pUi> salin' ail alti'zzr tu r- tii:inosi\ /»(iò prrmlrrr propiirzioni va.'^lissitnf. ma rimano srmprc in jimib), nrlla ratlicr. miVrssi'tìza, il piirttlo (.atrchismo.^ S. /i.''»-"»'"*" l*' ii^'uiitli visiitni, S. ionia SI» i tin ir sur non mrntt f£rtiiali claliorazioni dì " .sirr*», r tulli ipiiititi 1 granili ilttttitri, ì firanili mai .-tri, i nniiidi }iriii i-hr tpiasi scnza nutn^ro a C.hii'sa numrra nrlla sua }ilorios\ssima storia, tn ji>ntb> i hr rosa hatìtio fatto? = !i' loro iK-nrinri rii/r non fiintiio .-fiiiprt- llauntt stuih'ato a /om/n il (.ati'rhisnio < ricono^riut.'. sr taUna an/à andarono ripagate hanno iìlusirato srmprv iùù larfiamt'nf-^' *' di in-ratitiidinr o di p«M-.srru/H.nr, non divon- nosfimrnti' trar$tdonr rouir da ttnu minirra m* ncro per nii'-sto nuMio 8tinial)ili o pnv.io.^e in nanzi alla sloria voridira c alla sa-gia postcrila. Ora si dircbln-, la storia anlicui si rinnova, di fronte alla nuova barbarie che si M^atena sulla Furopa r minaccia tutto il mondo civile, e co sattrilnlr. una roufinua rirrhrzza di vrrita, ^a tlifjoruìrrr ni a.pplirarr alla vita drl mondo ttt ti'riì (Hill discorso ai viiu'ilori .Irlla j:ar:i di coltura religiosa) me l'antica barl.aric era frutto del pa-ancsnno e deirercsia, così la nuova è figlia del materia lismo odierno. Essa quindi non può csM're com COSE DI SPAGNA terialismo- del catlolicismo cioè e dai suoi rap A (|iiimlicì chiloini'tri da Madrid sulla degli Angeli, il famoso Cerro de los Ange ee e i e il centro geograifico della Spagna, ei battuta efricacemente se non da quella civiltà o dottrina che si oppone più recisamente al ma presentanti e maestri, il Papa e i Vescovi, a lui uniti nella jr<^rar(rhia dell'unica vera chie sa di Cristo. Ed è combattuta appunto, e senza tregua og- «i come ieri, dalla Chiesa e da tutti i suoi or fani di insegnamento e di azione, sotto la gui da del loro Capo Supremo il Papa, alla cui vo- oe corrisponde l'opera concorde di tutto il mon do cattolico oggi più che mai ravvivata anche dagli orrori e dallo spettacolo sanguinario del ia nuova barbarie. un episodio elio jvuò essere simboli-co . ^ l'epica crociata che stanno conducendo i naìi contro il Comunismo nemico de a civ cristiana. . , Su quella collina in faccia alla capila e, siderata il cuore della Spagna, era stato un gigantesco monumento al Sacro to il cpialc era scritto: «Dio protegge a^^ gna ». Fin dal primo momento dd^a vile le truppe governative trucidarono 1 si di quel convento, profanarono e jl ^ol- santuario, abbatterono il monumento, e de PreghidTìio il Signoro, che c*illuminini a fare lina fecero la ridotta dell'inforno. e ricacciati dai nazionali, ì militi sei-varono gli ultimi nastri delle loro la sua volontà. trici agli aparsi frantumi della Statua S. Francesco di Sales. proprio per dar sfogo al loro furore ri- Qj-\sto, 8 — L'INFINITA PICCOLEZZA Os>r rva|<- qii.-.i.i prinuda i- ^uu viiu- .id ntio ail u- 1 Ir;.-,-ri pi tali l.i..nrlii d..llr numi!.- parlicrlSulla spia-iria in riva al mare. Filippo, Anna Irno doro. Opinino di i|ue.ii pi,-,oli , i.rpi un fiu. Maria e Gianni rarooisrono toncliiglir. V"(^ no so no di tinto Io fo-n:ie: rotondo, ovali. lundio o re\ Krcu nrll interno tb iriin prrrct Ii!>i le rorolla •»! ben ileliiirai.i ^di iii\Ì-ÌliiIi r-ianii i* ì lungJus^mic. ro7no una lama di coltello; ve ne gialla. ihie iìnahnenle ricurvi di i pivt, Mi. Som,, Jelìi'ati. i-o.-ì sottili ,*he ant'hc ;:IÌ urrlii Itiiotit *H An na Maria perdoi),» hi m i ,-rn-.ur ,{1 ^tingiieriic i (hdi/io^i j>Ji tÌrolarÌ. I*', non ,|i mcn,» il piccolo f'ior<'Ilino giallo, naxtiroto n«*I cuore d<dla primola ro^^a. non «• più piccdo ,|i*i fiorii fdii ha fatto tutti i fior* IHni? i hi ha fatto lo iin*raviirlie che contieni' ci.i^ -iiiio d« ì più piccoli /ioreilini? ('hi ha f.illi» ::Ii aiiiinalt |mii |m,-coIìV (.hi ha «lato loro tulle h- mniilira. lutti irli istinti eoi fpiali po.e>on<t miniv<T-.i. ccicarr il nntriii|i>n. lo. difi'niler>i. viviTc'/ ^ono di appuntite ed altre eon le quali si ,>otreI,. bero quasi -iooare a billia. Ve ne nono di di medio, di plocolc. Ho trovalo la più In-lla _ ,«r-lu,i.a improvvi.^ai7ienlo Gianni. . E' mia eoiK-hioIìa dai ri/Ic.«j?i role^iti, (.Ili ha fatto tiittf le piò pi<ToIi'V (^hn';ili >t<'S'iO «die ha fatto le con» più ;jrandi: il grande ììtton !)io. chi* -a fan* tutto. Nulla è M*«)npo piccolo o trnp|io na>i<»«t«i percli«> non ric. a vi'th'rlo: nulla è troppo dilìicile pi'rchr mni IifKJ>ia 4T''arlo. quasi trasparente e oo.«ì i)iceola che a mala pena avrebbe coperto r„n-hia del pollice di Giovanni. I tre fanciullt vojrliono trovare altre oonehiirlie rose, dai ntle.=si colerli. Comineiare è difìiciie, ma poi; a poro a poto occhi ^.i avvezzano a questo poco, ed ecco che in o-ni parte scorino, no conehf,^r],c dogni forma e coloro, sepolte ne'- Iarena o nascoste da altre più grandi. Giochiamo a ehi troiverù la più piccola! —^ Dire Anna Maria. SUL CAMMINO DELLA VITA 11 via^rpiatore, for/.«ilo mio nial;;ra<lo di viaj;giare e rlj viaggiar .sempre sulla via <levastata dul prosegue il cammino ealmo e sicuro, Ella crede di averla trovata; non era ]>iù gros sa di una lenticchia. Ma ecco Filippo con la cua ultima sco perta : 6 una concliijrlia mosca: poi o,;ro Giovanni con una minuscola coppa di ma- cfreperla, come nn grano rli fiamma luccnic. Mamma — grida trionfante, ho trovato la pifi piccola conchiglia del mondo. Sorride la mamma; ella sa bene che vi sono altre congl.iglie antora più piccole, piccole come granelli di polvere e altre più piccolo ancora; ce pe vogliono parecc-hic addossate l'una all'altra perchè rocchio possa distinguerle, ed altre più * Ma gii animali non possono vivere in così pie- Si, animah invisibili... risponde la mamma 1 tre fanciulli tacciono silenziosi. TI fatto che ^o,s.^aao. Yi 'sorprende e ìa mamma che pur lo sa da tanto tempo pensa come essi, che anche la infinita piccolezii di quelle creature è un mistero meravin-ljoso Filippo Anna Mana e Gianni potranno -^o'- •» » L uomo è viaggiatore, .s^i)into in avanti da uiut forza misteriosa, alla (piale nulla resiste, verso il paese clic si chiama Klcrnitù. La via gli si mostra talvolta luminosa, taPaJ. Ua oscurata da nubi ed insidiala da nemici di ogni sorta. Non deve viaggiare solo. Ila bisogno di un compagno che gli sia a fianco nel momento del pericolo. Vi è un compagno ehe risponde sempre: Quel compagno è Dio! piccine ancora. cole ronchighe — esclama Anna Maria. y. ia tenìj)eHta e invasa dai ladri, non va solo. Egli guarda, cliiania, altende: (; quando sulla via pasfla Ja truppa armata, si uniste ad essa e » « Chiamiamolo ogni giorno a noi colhi i)re<due-- l'a, poniamo per così dire la nostra mano in (piel^ divina, uniamoci spesso a Gesù nella S Co'MA\\A\V sVwvv nemTci^^^^^^'^ insidie dei iioalrV Ir, inizuu^ivr ed opere ilella Rustia Staili' care, un altra volta, a chi troverà il fiore più pic- pa ìi( a loro iiiolwplicc varic/à <'or.rrr;i<>nn> tuHe ooJo. a questo fine allis.'iimo, .spirituale sopranna!nraì<^ £.,,.0 non è la viola mammola, nè il l>ottoncino fi portare il popolo alla pratica della religione, d'pro. non e Ja minuscola corolla del sambuco, le ànimo a Dio. • . )ENfl ERÒ LA SACRA FAMIGLIA MODELLO della famiglia cristiana m I/ANGELICO I. — iK)VKKt DKi (;i:Mr(iii<i l* t'ifmitiit: Maria v (riu>i-|»|>f'. in .<ir>m*<iuio ail ufiii prcri-^a pcrlunn DOMENICA DI SETTUAGESIMA i2\ (,KNN \i<)' K.i \nr,r/inin- <ii i (rriilili, prrftrrili Kbrc-) t'.lir pihni <'iaui» •'lali <lii.ini.ili .1 Iiiv(»r.ir«* visita iÌ«'l Si^iiuirr allr «ii'f «I<*l fjioriu», "«i^iiifi<'a la >«>«M/.ionr «lì ria^niiH» <li n<»i. ih'IK* yt-rst- ria. jut 1<- \ i«- iiii-I.TÌ«»Hr «jrlla ura/.ia. 'i'tiui «i.iiiio rliiaiiiati a lav(»rar<* tifila vipriu »l<-l Sijinoii*. ma iti iii«nl<» tlivrr*»»», |M-n*hr Ir ;:ra/.ir ili l)i«». -uni< i< iiti p<-ivhr liilti **'i |M>^^ano ^alvar<*. -<»iio jli>lril»nil«" p«Tj> «'Oii tliffrrrni*' iiii^ura. .Ni'-p-uiiu -i «l.iiina. -r non |»rr ruljMi -ua. Non invidiamo «oltno rli<' '•ono fumiti di diMii più pr«*<'Iaii. Dio non pi^Mi-ndi* «la ntù non il tiaf- lif-o di-i talenti nnidatici. Inipoiiint'' <' l'Iir rliianiJlì i-i>poi;.1 iamo. romiSaiiun'lf. alia %<»«•«• di nio; <• I*.« adsiini n l*.f- <-c)/jii. Iddio ]»adrc atiM)ro'>o. dà ad o;:uuno ìi n!<v.;^(> per rajr«finn;i<'ir il fi'H' ultimo j>«t il »(iial«* fjimnio cHMli. ciot' il Paradi-o. AFrntK' dunipic -ianio in li-mpo «appiamoct no approf/itari'. iiu»«(jtcu. vanno al lcm))Ìo e vi appetta i'j**;:iitngr l'rlà del precel lo. Jéi'zhmc: |,ji fiiiiii^^liii >*i fortna e hÌ ttiaiilietie in (Jiitva, pcrclir è in (nii«'-ii rh«' fi fonti» la coM*irii/i( dei ^jfnilori, chi* .-ìÌ ron'^arru la loro divina .lulorilù, che fij cTrji ):i l'nniuiiitù <ii \Ìla e di ^aerìliri(». L odierna tli^civ.ioiie ili-lla (Uuesa fd il roiiM'jrtn*nle hfat'elo drlb- fami^lìr confrrma •liKvta grandi' vrrilù ìiKc^natari djilla ( IhÌ'*.-*:i. »'<*nd(»nr utia trinle verìln di r**prrirn/.a. li. ooVKHi i>Kì ; i(;id 1r<'nn*|Iiaino: I diritti j|ri ;:4'nitori tr«»vano un "II- ni'i dirilli di Dii>, i -^-i-ndo e-r^i mi -mi- j'iiri* «•tninifnto prr l'er-i^im/a fici ligli. mentre Iddio ne I» il rr>':ii()rc. |)i (|||Ì |a ragione per <'lli (ri'Hii >1 friiiH» a (rrTii^alcmno'. >en/a cfn'artje il ronm'n>o. I rloveri «'hr i lìgli hanno verino Dio, prulit'i'Jni'tili* -t ri-(dv4ino lud ricono-^rere l'iirigine ilivina d<d! aniorila d«'i iieiiijori, n«'lla dcdi/.ii»n'" a I»»ro elw consisti' nidl'amarli r nella re.-lituzinnc »li «pieile r<(i||(-citudini. sacrilìei e pr»ivvid«'nzi' < «•-^si hanno rirwvnlo bambini «• devono re-stìtuire. ai genitiH'i vecchi. ìjt'zintu': l", con>'>(-gni'n/a naturale «*Iie i <loVi*ri PRENDERE TUTTO IN BUONA PARTE d«'i iiirli non dev<»no aver limiti né di eia ne ... paro]<'. morii od alli ohe alili ii.-^ant» ron noi. condizione >Jìriale <• quesli senliinrnli noìi J)0tranno metlrre radici jirofonde nei Iin'o cuori .-e K* <|iu'sla una f<JC(dIenlf* prrfiaiizionc prr j;o- non colla 'ianlifìra/ione della festa. dcrc sirmpic Ja pac<' v la.sciarla godere anelic 111. — |,A SA.\TIFU:A/I(fNK lì'Kl.-LA l'K- iìi^iì altri. Ma jnirlroi)j)0 siamo tiaseinati dalla nostra cattiva inclinazione a j:ìudi(;arc a rovescio le pa role ed i fatti del prossimo. ÌVoi i'rejliamo trop po facilment<* elie le perisom» <;i manchino di ri"^uardo, cli<' non cj stimino, die althiano bielle C " coiitraviclà con noi. Ci basta «ebrgere una lieve nui)e insolila sul viso di qualcuno, per farci supporre indinVrenza o freddezza. Una parola le^'<j:cra è. stata pronunziata, e noi ne rinianianio i)iuiti. Un imprudente ci ha ripetuto una espressio ne sfavorevole sul nostro conto e noi non la sap piamo dimenticare. E così, facendo delle monlagnc di questi non nulla, Tamieizia è turbata, o forse, perduta per sempre, o la pace domestica conliniiamcnte mi nata. STA K elemenio di conservazione dc^lla vita fami gliare. Dilani ogiri la vita di famiglia è ostacolala: dalla assorjjcnte njoIli]>}iij|à delle occupazioni, per cui si vive j>oco o punio in famiglia: dall in saziata gara di licchezza <• di piacere, clic co-^tv tuisc^^ l'egoismo spaven!oc--o diM noàtri tempi. La vita così materializzala ilis-grega e dis-HH-ia i membri della fannijlia. La sanliflcaziom' della festa invece è come li na parentesi clic mette un fermo nella vita di-ripata c spensierata deiruonio, e lo chiama allo spirito di sacrificio necessario sìa per riinione dei cuori, sia per la fusione dei sentìmenli e degli interessi della vita dei .cingoli, in qu<^H:> che è vita di fami,glia. Lezione: Consideriamo la santificazione deil« iplice e meno perspicace, se vogliamo risjKirmlar- festa conio una fortezza di difesa p^^r l'-esistoiiz^ Suvvia! l'occhio deiranìma nostra sìa piìi sem- ci noie e colpe. -ni il benessere delle nostre fanii"-lie; IO UN^ANIMA ELETTA: REVELLO MARIA Rtn'cllo. .\veva dodici anni. A cinque .inni fcoc la !iua prima Comunione, l/ullima eomuniunc^ la f<NN' nuora prima ili -pir.in-. Ci"»ù l'Iia vo luta tutta per se >. E' bollo e conso lante coniìtatare che nel nosiro CtijJÌ veniva annunziata la se»»mpar.H.i dì quiv sta fanciulla ehe attira la no>*ira att«'ii/.ioni-. |H'r- fioriscono idiè eon la .••uà pur hr<*ve eHinten/a -e^nò unn popolo ancora quelle virtù ehe for >eia lumino>a r la-^'iù eM*mpi ili vila veramente mano i Santi: è hel cristiana. .\aeque e>-a a (irin/ane d Alb.i »• U' H.i lo e ci csalla incon nera/ione alla i:ra/.i.i eo] S. H.iti»-imo ebbe niv» trare sul nostro canimino aninu' che re jne Maria; «• dalla \«r;:ÌMr Sajil.i imparò l.i in. noer-ii/.a della vita e runiillà profumla p»*r euì cano su questa ter ra un sorrido di eie- fu ven<'rata r stimata d.i lutti Io, che ci spin^oru» Kdu<*ala prfmuro?«am<'nl4* alla pi«*la da^li «»|. 4'f>iì il loro efH'nii>io a mirare in alto e timi jienitiiri. a einqiw anni fu ;:iuclirata dt'iitiìi di appressarci a riee\'er"' nel -m» eu<»r«' di bim a ba alTauiala di Dit». t ului eh. j)enHare che non di—r ei.n iiiriuihi amon' <I.ad iate <he i parjiidi xeui^aiio a mi', pereli»"* di e-.Ì r il re^nn d'*i <Ì'di •. Da quel primo ine>nlrn ror» (•«•"il. laiiiiua rjua^'jriù è la nostra dimora, ma nella .-asa del Padre nostro clic i->la ne" eieli. >ua lì fli (juesle aninu' forimi.;te, aiiiieli in •ieni bianzc umane, fu Maria Kevello. ehe più volte, venendo a eoììoj-cen/.a di (jualehe olfesa al ^i- «inore, anche piccola, fu udita «lire <'<)n tutta ?eniplieìtà: «Io» piutto.-^lo dì fare un pee<'ato ho più caro morire». Oa «lucsta espressione si comprende (juanlo al aindò uni<'am4*nt<' ad unir-i ni.iji;ii<ii"meiui^ Dio: e ben 1«) pi»---ono dire i familiari o qnanli <*libero la fortuna dì eono-m-la «• prati., earla. eoiin* oiini mattino prr l«"mpo. aurbi' ne|. la più cruda .-la;:i»»ne. pur «•--i inlo tli -alulr moU to delicata, si lrova--«- pronta per re4-ar-,i alla (Ihiesa! e (jui\i da\a alla -ua pirla a^cul. tanrlo la S. Me.-a. fai<'iido la -aula Ci>munìt>, dovesse amare il Signore e (|uanto ne zehisse la ne e pi'eirando a lunjio gloria coni'ebhcro a leslimoniare di lei (|ueiii to non ordinaria». K eosi per sette anni. ehe la conobbero: « jlaì amalo intensamente quanto e"è di più nolùle: Gesù. Ja Verjiine San ta, il papà, la mamma, i superiori e Tadempimento <.rerui>oloso det tuoi doveri. Hai amato tan to la Chiesa ehe volevi sempre bella e pulita ». Essendo usanza nel suo paesello natio che al cune giovani delTAzione Cattolica, fi'a le più grandi, a turno siano occupate per la pulizia della Chiesa panoccliiale, essa, benché molto giovane, procurava di farsi iscrivere ncll'elenco per avere la grazia di pulire e al)hellirc la Casa del Signore. E quando al termine del suo turno agli ulti mi di marzo, espresse il desiderio di non solo seopare e spolverare l.a Chiesa, mia anche di lucidarne il pavimento con o^io e cera e le fu detto che era già abbastanza lo scoparla, cosi rispose: «Per Pasqua verrò anch'io e lucidere mo bene il pavimento ». Ma il tuo turno è fini to, le fu risposto, ed essa : « Non importa, verrò il Sabato Santo con le altre; anch'io voglio la-vorare a rendere la Chiesa proprio bella beUa ». Ma quel giorno in cui doveva rendere « pro prio bella, bella la Chiesa » fu l'ultimo del suo pellegiinaggio su questa terra, perchè « nel meriggj-^ Sabato Santo mentre le campane suo- a festa la gloria di Gesù risorto, un'ani- Isella, spiccava il yoj^p, d.A\ veifwy di\ cereale. Si cìiiamava Maria con una de\o/.ii»nr «'er K di (pn^la sua pietà si vedevano ;rli elTeUÌ nella sua vita i)ratica d'ojrni giorno, nella .sua ol)bedieTiza ai genitori, neirardore <on cui ariempiva ai suoi di»\«'ri di Heiiiamiiia ,• \^pj_ rante dcirAzione Cattolica, e sopralutto ne| ,1,.. siderio vivamente sentito di più inlìmiiniente unirsi a Gesù col rendersi religiosa, e lavorane molto per l'avvento del regno di Dio nelle ani me giovanili. I/Azione Cattolica ctiiamata dal Samo Padre ((Pupilla dei nostri occhi» quanto non lu ainal^i da questa pia igiovinetta? Di lei fu ancora scrìtto « Hai amato di un amore intcneÌ5sì.mo l'Azione Cattolica : slappiaimo oJip con due eo'ldi alla volta hai già finito di pagare il tesseramento per l'anno 1937» Quanto interessamento per 1opera del^A^ionè Cattolica, se per seguire generosamente le dirot- tive i&uperiori coi suoi piccoli ri>aparmi. con lo sue piccole mortificazioni già era riuscita a pro curarsi la soddisfazione <li essere Aspirante nella milizia di Cristo pea* -un anno che ancora era le mani di Dio! Ma il Signore pago dei desideri della pia ciulla, vedendola già ricca di meriti^ pel cieJo. iuveoe di sceglierla a sua sposa in uu oasi di pace e di preghiera, la trapianto, fiore appena ^ ni giardini. ' prolmno, •?»<=>•• — ir PER LE MADRI Vi rirortlo il iM-lliftf'iiiu» f.ilto «li MoW -«.lU.*!*» arc|in*. ii.Érr.it»»« i (I.ill.i S. ^t rillura. I,a wlia iij.nirr. il c(»raf:pi<» «li ai»- itoti M-iilrudo.^i lire. Allora la fialia di Karaoni', <onH«*f;nando i| (riorliclit-dda quella l<*iw*ru i;n'alura: «Prendi - Ir di«"M' - <|ur-kio fatiriullo (* allf^'alo per me». Madri, queftt,- parolr rhr la prin<*ipr,sH:i di Kf?ill" n<*par!<) a |» |m' i» a i*<'l '^il"» iiK* iiniMHH'va harhani <|<-1 rivoU' alla madrr di raffi}4ura- i' ooiiian-lt» II f no rar tiiii'- rlii- timi- il Sifjnnrr ai «•onilori cri- |MT iiiHi i l'iiiiil"'iii !•» ^tiaiii o il n i qiial cliiti-»- in liti « «i»" - v<dr.i *tro <li ^iiinrhi f Io ^'* allrva rr. <?. I*r4*ndrlr - di- (Id fiiinn*. I*ntvvi<lriiza vnllr e li *' rr litri) - prrml»'!'' qiH'flo fi;ilÌo e al- «li Ti a jMMo iiiiin- lr\'atrlo là virino la prr nlhvalrlo fipliiiola il'^I r» . la <^ual^^ ln>val») il m«'- quindi pfr4'lir s i a ini" <• r V o hatnliino. mr i»n»vò na!iiialinriih* un -' ii-o «li l.a -«»- iella 'li'l fiiiu iiiIU) alloia. i*ln' -i <'ra fi rmala a [,iM-a ^^i^Ian/.a. iircmLisi ilrl|;t ro-a. ^i f'-<r avaiiù (. domandò alla rouM'fina loro un fiy;li<» da raiinf .«lilla r i > a |M>vrr«> il ilin^iiat:j;in |(rin< i|h—a -r inacTi *' cli^-lla <liiama>-.- una domia <-liiia i"r rarro- rrlici-i' r all'-van- iiurl faiu iullo. l'.d a\llta ri^posla aff<'imali\ a, corsi' loslo a «•liiamarc -uà ma* Note d' Azione Cattolica L'AZIONE CATTOLICA FEMMINILE Sgombrato il Irrrrm) dalle ohhirzioni <'hi' -o- glionsi fare <'onlro l'A/.ionr C.atlolira l'rminini- r<Mlrl<* u qiir-.{a Irri'a «• j»<»Ì durnli «•oinpajriio drlla mi»* jiloria la-^-u in ('irl<i !... :> Krro il ;:ran flnr rlir vi ili)Vi'lr prt)p<Mrr l'allt'VJrr ì l'ijili'di. iii'l- l,o rau^inn-irrrli' d indo loro una soila rrlura/iiiiir rri-liana. In rhr im»doy Lo vrdremo i>> ,-r^uilo. in modo ohi' aiida-'rro così. m:i il fatto pnn gran M-andalo e le donne del palrizialo it>mano elevarono una in)hile ed eh'vala proietta. "ni presero jx'rò che la vittoria drlle donne contra io si potrei)!)»' ora rlrvo<'are un po' la storia rie alla f<'dr rra dovula alla organizzazione t t risero di organizzarsi anrliVsse. nizzazione Calloliea Feininiiiile. zìone furono a|»provalÌ e benedetti dal S. ^ vedere insieme eomr e (piando nartiue 1orga Keeo in poche parole 11 fatto che diede ori^rine alla organizzazione femminile. Dal 23 al 30 aprile 190B «i era adunalo in Roma il Con gresso .Nazionale delle Donne Italiane. Questo Coii"^rcsso si presentò con un programma va stissimo senza pregiudiziali religiose, poiché vi «rano invitate le donne senza distinzione di re ligione. Vi si trattò di tutto uiì po': educazione, istruzÌQne, assistenza e previdenza, letteratura, j,giene ecc. Ma vi fu un punto in cui il diavolo mostrò la eo(la. Sul tema della educazione una signora presentò la mozione per la aconfessionalità delle scuole primario con significato di esclusione dcl- rinse^namento religioso dalle scuole elementari. La mozione fu approvata e le poche donne di epirilo cattolico provarono una dolorosa sorpresa. In realtà, luiaUì, \e cose erano staVe preparate II progetto I- gli statuti della nuova Pio X e venne nominala eome prima Presiden e Donna Crislina Giustiniani lìandini. •Ciò avveniva nel 1909 e l'organi/zazione era chiamata: UVnione fra le Donne Cnlloliche. UN'ORA SOLA Ho cercato la felicità nella vita elegante delle sale e dei festini sontuosi, nello stordimento teatri. Sono stato a tutte le feste. Ho cercato la felicità nell'oro, nel gioco, ncHe illusioni romantiche, ma inutilmente. Un'ora sola dedicata ad un ammalato, al lievo di un afflitto, mi bastò per procuranti u" gioia più grande di tutte le gioie. 12 la di Dio e ìn«'nica<"<'Il -«rm*' ilella p.ir.ihola f»rff huono. ma non dird«- frulli». p«-rr|j«* M<»n .mHiI'*' )en/ierq in huon lerrcn'». r.osì ia panda di l)i«>. ('i vo«:IÌono \r di^poM. lANGELICO /iiMii : umiltà. pre«:hi«Ta. rarr»»irlimrn!4». r«>-ilà r -inrerilà di propo-iiti. DOMENICA DI SESSAGESIMA TESTAMENTO DI UN SOLDATO (31 GK-NNAIO) II IcstaUH'Ilt»» di (*i<>iur Hor-.Ì, rrinir«> (onver- (ito, morto sul campo. Ìia ini/i(» con (juivoi.t prò* messa di sfolgorante \'aIor«' a-'-oIuto: •* Sii cri» sliaiu». partecipa ai .Sacramrnlj r .-i-^ui Ir prati- II bciiiìnaloz'c usci a écniinrtrc v. la é^ciiicnzaf parie cadde Jungo la via c gii uccelli hi man giarono; parte tra i aassi c «jonnogliò losto, in;i dissecò per mancanza di umore; parte cadde ira fe spine c queste c-re^ciutc col grano. Io soffoca rono; ma quella che <-a<Iilo in l»n'»n Icrrcno. frut cht' ihdla (Chiesa Catluli<*a, aponhdii'a, roniaiui. I^-<'o l'unico dovi'rc che importa, Tuniea frlioit^i^ immancabile, l'unico hene sicuro i.. K piii tre: «Non a<camparo la codarda scu-a di'ircsemj)io del mondo. I/amon- di Dio r invitirihUc tificò il cento per un». Dio ha sempre parlalo airuniaiiità in un mo do o nell'altro: ma nel nu{>vo ir.-laincnto G-'sii c non c'è ne<]ui/ia di uomini cln* i>ossa "opraf* farlo, (juando lo vui»le Cristo- il Verbo di OÌo. si ò fallo domo per animaestrarc gli uomini: la .sua eloquenza ruppe Jn éoliliidine <lel deisevto ofrhe^{iiò n<'l!c sinapojih"'. Quanta «icnle c'è ancora, clic pur p«>^<r.|rndiK huoni srnlìmcnti cristiani, non osa, p»'r la pau« ra flcl mondo, pratic.ir la H<dipion(r r traxrurii ì in cima ai colli, sulla riva <lel mare. <'irronilai(> dalla mollitudinc raccolta. suoi dovrri di (>i.-liano! Li .adiamo Gli A])ostoli e i loro i^uccessori continuarono m I © H o insulso. lll.•.ul^o. siamo pm. sceremo anzi ludl'altrui considerazione. MOZIONI 3 timone lunun: fraindii nciradempimcnllo (lei nostri (hivrri i* nessuno avrà il <'(»raj:.::io di lH'^^ar^i di noi; rro- e continuano la missione del Maestro, j)redjeando il Vanjvclo dovunque. Ma perchè spes.-o la paro R 'Sto qu(^'ilo BIBLICHE di A r i rr\ & t. & Dop Giaffa, Lydda, S. Giovanni in Montana, fermiamo il nostro sguardo sopra la città di « Ramleh », che trovia mo al 23° Km. sulla strada da Giaffa a Gerusalemme. La stazione ferroviaria dista circa 7 minuti dalla città. Ramleh è l'antica Arimatea, patria di Giuseppe, il nobile decurione che depo se il corpo di N. S. Gesù Cristo nel se polcro che si era preparato per eè. Nel passato Ramleh fu una città di molto commercio fino al secolo XV; pò- scia decadde dal suo splendore ed oggi HtiOUv è Igitt 0-OCidsii 'JÀi poVazìone e di circa 7,300 abitanti, nella gran dissima parte mussulmana. La parrocchia latina è retta dai PP. Francesca- jii che vi hanno aperto una scuola per giovanetti. Le hamhine invece sono educate in una scuola dalle Suore di S. Giuseppe, che vi hanno pure La dispensario. annessa al Convento dei Francescani codcmo, che aiutò il nobile decurione a soppeìlire il corpo di Nostro Siguorc Gesù Cristo. Fra gli edifici più importanti vi è la Moschea di Gianiìa ci Abiad con una torre quadrata che ba 100 metri di lato, e laTorre dei 40 Martiri, eliti Ila 9 metri di Iato, divisa internamente, in 5 piani serviti da una scala e spirale che ha 110 gradini. Dall'alto della sua terrazza si gode uno splendi è dedicata a S. Gmseppe ^'Arimatea e a San Ni- do panorama per tutta la pianura. — 13 CREAZIONE DEt MONDO Il r la «trvaiio. K."i-i'*va rr;i tiii.i inm «'-i- allora i«<»l.ini<-ii!<- l«l« dio. ii iiiorulo <• lulto rio olir ò tiri iilon(1<i fu erralo <la Dio- Vair a <lirr trailo dal nulla. A rrrarr il iiiondti Dio impietrò Mei giorni <1 ). <la|»|»rima rr<-ò il C.ii'l** r la 7f»r- rn: ma la trrra rra xuola r -riizn foi* ma. V. tutu» «'la inirhrr. .\rl J' jii«»i'iio 4lis«ir Iddio: i» Sia la lurr » r la lu<"«* fu. \r| 2" «lioriio frrr il lirmonn'ntf> (ilir chiamò < ir|n. Nrl 3" formò i mari r h' tiTrr r or dinò alla trrra di produrre rrhr ver. dc^jiiaiili <' i»iaiil<* friiltifrre. IS^rl -V giorno <*r»'ò il la luna c Sfelle, Nel 5" en-ò Ir varÌ4' npreir <ÌÌ pi'sri chi* vivoiu) iK'iractpia. r Ir varir *ip<'<'ir di tiirnllì rhr volam» iirlTaria. Nel 6" r<M*e rlir la Irrra produrr?»?ir finimaìi d'ogni sptMÌr: prr ultimo errò Vuonìoi iioj vidr viiir c"hr riif Mine Mille le Ir rosr »inriu*. •«»' avrva • fallo ^rainh'iiirntr hiiwnr. Nel 7" inlinr riposò: r lirurdÌ!i««' r >anliiì<"ò i|ursln elje eliiarnalo snlmtn rit>r l'iposo. (2 erano (1) Ln parola <},'ìoi'nci :• (|ui \'iiol tliri- un /xr/cj/o i/f Irnipn . i- non uii ^iinno di \i'iilujtiJjllro nif. Non sappiamo però (juantu (jucsU pi-riotli <n trnipo :il)|ii;ino (lnriil<i. (2) Il ffiorno del Sabato fu destinato al riposo e »1 fa'ti) <n Dio. Noi Xu(»v«i 'IVst;oni'nto venne diigii Apostoli sostituito con 1:1 Domenica In memoria della Hisui rt/itnic di PER L'ANNO NUOVO FEDE E PROPOSITI DEI NAZIONALI I XazKUiali app<'ìia iik's.-o jìirdr .-ni collr saero a intta la Spagna baciarono l'oggotto di tanl'odio •dei governativi, ])iogarono il ginocchio c alzaro no l'inno della vittoria. Il generale Qiicipo de Lano rsuUanto: «Su quosto' colle - dicova'" il generalo - si elevava il monumento al Sacro Cuo re di Gesù, al quale la Spagna era stata eon«^acrata. I marxisti hanno mitragliato questo monumen to e hanno profanato questo luogo, tutto distrug gendovi. TI Cerro di Los Angeles è ora nelle c. in venutn i«i qucslo ^^iorno. Un aulorr. <;omiiu:iando un lihro, si traccia il piano di quanlo vuol scrivere. Voi ])ure. al primùpio del nuovo anno, prima ohe una- sola dolh^ vostre azioni sia"" scritta sul libro hìnnco clic Dio vi mette tra le mani, trac ciatevi un piano e projìonctcvi di esservi fedeli. Ohhligatcvi con volontà feniia a quanto vi proponete di fare quest'anno, questo mese, que sta settimana e dirl«»:ete seriamente le vostre in tenzioni. Volete che io vi indichi un soììinutrio?... nostre mani e un nuovo monumento so.stituirà La vostra vita deve essere piena di azioni buò ne, e siccome ogni azione procura un po' di glo narie ». Iddio protegga la Spagna. pena per voi, per voi, per voi soli- l'antico, non foss'altro che per ringraziare Iddio ria, tin po' di pena, un po' di gioia, lasciate la gloria a Dio, date la gioia a^gli altri, tenete a di avere liljerato la Spa^a dalle orde rivoluzio 14 — 3L ^ o m €» q K m il b lar o 3?r n i o ... // Itltn (/'(></« «* SOtlfC ... // mio ftfsu r l^^/ifcrt^ ( UKA^EM)A tu uomo andava sotto il p,.,.o <li jiiolt.- . lo i. n.-l <la sofferenze in tutte le f.l.re clellVssore suo. e ^. n-o rKl.-riiii;,. Kr., ,v.-va „,oti ,li r,l..-llinn.. .onln. Din " se ne lamentava così: ' Perchè o Signore, mi avele dalo laiil*- noci <• «osi pravos* •y \a' n»ir !»|»all<* immi rr;:t.(>n,, ;|j loro peso, non ho più forza di sopportarh* Poi con gcsio .<^tanro. fretti hin^n «la sr il faccio -i-h ia^iianl.- ili rrixi «• mjhIÒ. "I-'ìl'Iìo niì<» - ;:li rì-.pofM- i| non in li hti r.iriialo «li y nes'iuna «h'll«* mie crrnlun* ì<> rnan«h> 4r«)< i «o-i ^r.ivoM- «la n«in pohTsi p«ni;,. rr. "I! niid ^'i«>j:«» «• tlolcr... il •• l«';;^«*ro... " *• Pni<-. Si-4iir. Ili 1^^ ini»' «•i<u*ì... «• sono nn»li«*I ^ "• KMiciu- osaniinÌani4»|,. in.si,.|,„. K ron «hn* inani Dio solli-vò Li <rori' ni' pv.anic Milla «piale s.-rin.i; s,.," •iualità. «Vediy» sog^ri,a(lili(;in,i„l la airnoino. «(^)n«-sta eroe,- non te l'I» j (lata io. Te la sei faMiricata «la 1,- S an«lal«i in c. iva «li piar« ri. «Ij uoI.isiiV (li «livtMiiin.-nti... (> «li <'ons«'jru,.,,y., avuU) niaialtic. pov«'rlà, rimorsi ^> L'uomo non rispose. Eia ver.». Hip,.,.. -«• la croce e -«• la rimi.-%t' sulle sn-ill ' Il Signore additò altre croci: la croce dellVtr«/-;riV/. la croce della ii'^ìn.sia dia, la croce dell'ira... . la viuw.. I .il- . i<io., .1, lì n,.c,. «Basta, Signore, ho capito!» .-Jo^pirò ruoino. E quando ad una ad una Dio cldx- se;),arato tuli,. I,. croci unianc. quelle che i-ran fenati- colla sua impronta, una ne r.-stò... una che era proprio la sua, quella di cui K-li v''" se:« Colui ohe vuol venne dietro di me, prenda la sua croce e mi se,«'na Ma quella era piccola » mollo piccola. E sopratuito era cosi avvoca nell'aniore, addolcii-, consolazioni, irradiata dalla speranza... che cpiasi non pareva più una <rnce yuomo la raccattò e se la strinse al cuore, baciandola. La .ua anima poco prima pie„, rivolta, mormoro intenerita: "Quanto siete buono. Signore! LA PAROLA BUONA AGLI AMMALATI Sapresti tu numerare quante volte promettesti a Dio di volerlo amare, ma di amarlo davvero, anche col sacrificio di te stesso? Ebbene dove andarono a finire le tue promesse? Purtroppo alla parola non corrisposero i fatti. Ma perchè? Forse perchè il tuo cuore avesse per Dio delle ripugnanze? Tutt'altro! In fondo al cuore il de siderio d'amarlo c'era sempre: ciò che t'impedi I'"ni rezze. Dunque adesso è scomparso quel grande ostacolo che avevi a dimo.itrarc a Dio Ì1 luo amore, od al luogo delFostacolo è 'ioitcnlrato lo aiuto potentissimo dei dolori, i (|uaU. se sai va- .rtcnc, ti serviranno ad amar Dio più in un giorno adesso che prima in un anno. Credilo pu^*6, se prendi tutti i tuoi mali con rassegnazio ne, se li prendi dalla mano di Dio e li tolleri per far piacere a Lui, &e a Lui lì offri proprio di va di realizzare questo desiderio erano le cose del mondo, le poehe gioie e le seduzioni dell? cuore, con questo solo Gli dimostrerai che Lo vita e va tu dicendo. Ora però dal mondo sei se parato appunto dalla malattia ohe ti affligge; la volontà. Ti consoli questo pensiero allorqua»do ti prende la mestizia perchè non ipuoi più zi par non abbia più per te che spine ed ama pregare: qual preghiera più bella, piìi gradita a Dio e più efficace, che patire per amor Suo? gioie e seduzioni la vita non te ne oifre, chè an ami davvero, e non solo col desiderio, ma con 15 -'' H'I»' )«' inaili (;iovin«Ili & 'I«-I ilii***: I l"»ri:o lirlla valh-, vi rlii.inia il H<-. (iorri'tr! l'-flli Im anunrlt<T«r alla l> rorit*. <• •tran onorr (iiiflh» 'li- dir, a suo ^imli/it», ino.slri [uirr, l«i «*U4! ni.III». ni in» pilili [Uirr, Io -ono PAraMo 'Irl H<'. Vi parlo a nome «uo. Corn^tr! Forse una è la strada ina prr/.ioM. più <ii (juaUiasi ^n-mma il prriiiio offrilo. i jili <n«- .^w purr/./a alle mie. mani. • # ' Si avaì!/.;i il '^fM-oj'.flo «-ho diiT: allr mi»' man; haJino donali» l:i lf>ro puri'/./.a 1'* nrvt drila vrlla • • * Alla rhiamafa ,1. Il'Araldo ^i radunarono alla ri'ji;*'Ìa molli nioviiirlli. Il lìr scrndr la c*(aLt •oli nclFa dtxsira ì'anrro M-i-ltru r in rapo la corona. \ - T \ V. \ V • y N ,-v I, ^ in cui sogjjiorno con il mio grofcge. Ti rAV*-' L'Araldo grida: « O voi oiovanotti, che qui Pie- te accorsi, alte le mani! due soli alzano le mani, ohe si contendono il gran premio. Avanti il pn- sorru e a tutti e due ed ordina di avanzarsi a quello c ^ teneva le mani dietro la schiena, che si protende due rozze mani suidice e calloi^®' ^ • Aa mie mani• 1hanno perso ogni• purezza aa 4 ^^2 è morto il mio vicino ed io porgo mio braccio ai suoi oi-fani derelitti! uno inve<re vergog^noso le annoda dietro le spa- viglia, il Re atrinse al suo petto il le. L'Araldo ordina « Il Re vuole vicini i due pritue un bacio alle sue ruvide £30 I i »• t uro lianiui donalo tutta la ion>- clama fra tutte le più pure. ® 'pro- 16 — Apostolato della Preghiera Intenzione generale per II mese di Gennaio 1937 gl'Eli KK IMKN/IDM (;KM;UAM K 1» VK- TICOLAKI DKì. SANTI» PADUK >. in avanti, osni aiinu. surà |)., qui formata rinleil- /jon<* <rcnerale d<*l gennaio. I.'ha ^taltilita di iniziativa lo >Icsh) Sommo Pontefici'. Si, anche le altre inlenzionl iW>no d»'l S.inlo lenire, ma «•(>- no state detcrminati' l'irra un anno prima, per dar tempo alla loro divul-iazion»- in ijiiasi tulle le lingue della Tt-rra. Nella int(-n/i«>ne d<*l cor rente mese, si Jia «jucc^o v.intajjfiio. «he es^rndo rimasta finora iiuJelenninata, il \ i<-ari<» di ('ri-to ha jniliilo a<-p'*l 1.ir«* .( d«'lerminarlo fìn»> ni prim'ipio <ìi cpn'st'anno: i- ro-i tener <onl(» in essa de«ili ultimi hi'»f>gni di Santa C.hirsa, con tando '^iliréappog'iio alle -ne pn-^hiere delTe. scrcito oranle dell'.-l/>o.s/<>/«/#> ilrlht Preghianjo (hni<ju«* per 1«' intenzioni 4],.) San L elezione delle'mani di quel hìiiiho, che si rendeva più piceino anr-om nascondendosi dii*tro gli altri, sapendo rli av<ìrc le iiìanine callo se e adibite a lavori manuali per l'aiiUo dei po veri derelilti, è la più feconda definizione della purezza, che irradiandosi dal cuore, avviluppa tulio il corpo come un'aureola di gloria, e n^'l caso presente è niajrtiiornit^ntc sijiniliealiva, per- cliè comprende anche e specialnionle la carità verso il proàiiinio. La cai'ità di quel liimho, che non cerca i>reniio e si occulta, è un grande campo di nieilitazione specialmente in questo mondo troppo carico di egoismo. I piccoli ì»en sovente sono maestri ti irrandi. to Padri', anehr se a noi ìi:not«*. Siamo «.ii ini che sono sante e car»! a (>esù. Preirlìiamo pure « PKH 1 (.KlSTI A^il CIIK VIVONO THA 1 .MAO.MK'rTANI > afTuidu- con lo splendore della carila, ihdla divo/.ionr e della castità ^i conservino r<l attirino altri alla loro santa fede. La ìontozzn slrs.sa nt'II'tirquiytn drlla virtù non (levo mrflfrci in nm>rvnsionr, tiumuìa abbiamo (xm l'oniprrso che f(li alziti t lrtnttsi .sontt il tuo-, zo e non il jinf. e che t p/T/ unito a Dio chi s,* trova in lotta continua colle sur inclitiaziniii i7i. sonlinatr !ionirn,lnnc in cnor suo ed implorando' nr timilmcntc la vittoria, di quello r/ie si trova già in possesso di molte virtù c dimentica jorsc di darne al Sii^nore nn tributo di riconoscenza proporzionalo al suo stato. Le condizioni del confusionavio. — Che cos'è l'abito? — Una consuetudine con. fezionata dal' sarto. Che Tticcetta? — pVccoìa scure, con cui uno provoca altri ad accogliere la sua proposta. — asino che sarebbe? — Un cavallo che non ha studiato. — Che cos'è un accidente? — Un avvenimento imprevisto,- ci,e non sta bene in bocca a nessuno. Ciascuno s'ingegni: Pierino sta scrivendo una pagina di calligrafia che non e il suo torte. Si alza e va tutto buono ai banco del Maestro: __ Sig. Maestro, mi fa qui un 8 lei? cosi io guar do il suo e imparo a scriverlo bene. Il niaeslro gli disegna un bell'S, e Pierino va trionfante al suo posto. lamawrna gli aveva promesso una scatola di cioccolatini se portava a casa un 8 in calligrafia. MOVIMENTO DEMOORAFICO DELLA PROVINCIA DI ASTI Mfsr di 1");U>-X.\ Morti Diff. popol. Capo!. 41 5^ _ \n Prov. Tolalc IVI 232 2|t{ --, 27 277 —45 luigi CAROSSO - Direttori' Responsabile . SGlIOLirTOrò^RÀFICA'^^ Anii.i XXXIII - N. 2 KKHHK\I«) 1937 XV Ktltz. dr "L AMICO'" ('"''«-"'/''t Sfwdiz. iivI-'-jif#. . r' fv JV' • postale , lariila rli<* •» riiluc • ;i'l itn:> . ''Mii'.i <ti lif'n* tIm* il 1937: ('.aUnfh-hf 3.» • (fì'H't'titù l't'iiimi' rtilr, l%fli t'ivr: A'. 23 - ispirtifitì A. 17 mini' A. 22 - f*Ìrritlissitnr A. 17 (iitn'"ntit W'<" si'hiit\ Asiiiranti A. 21 - /'«/irù////. liMidrc «•• Iffitiil*' it fJiVjin- iM pari pii^wd prr mi- - Tolalr A. 1(>2. s tati-^TM . \ rvnitnccil \I K UKI. l'>3(> Le -|;ili-!ii lir. in ;:f'nrn*, »-oih> h hijh*' una Cirf iin;t iif»Ìii. Kjipurr jiii In* Ìi* rifr<* Ii;niin» la loro nj-.iiiin n/.ii il:i <-"«• p"'^-"t'<» imp'""»"' lii"- Ic coso. TiiUo sta -aiprrflr int( npn-liirr <- tTnrrjc Ir dnhit.» <-<iiirIu.-^i(UJÌ. I,a rtlu!i:-li<'u «ì»»* rin<»iiianjo «jiii ;-oll<), è fjia OKFKRTK PKK >M'KiHIvS.S! I.OCXM Pir(» AfiJo - Monu>ni ;;lo ai C.arliiti. I • 1''•• A favore <l*-llu (>liic-u 'dnlla Salute !.. -di ^lala puldilii-ir! 1 in ('l>irj»!i noi -ri-onu» 4h*U'h>infa- cui sono slatr ^ipi^-^r p(»r i ntvli hnvori L. 671-^^0. Kiimarir qniudi un ma»rj;inr di l>. 186.80. di»' vm- nia V !ni(i:ii i prc-t'iiti luiniio n coltali aiulH* i vi ranwiiriMi. Or» però, avi ii 'it Ir cifro notto -ili nc d'ctflinato Alila nnovu onclii rd o^r^i-rviaiMloIr iittóiilaiiiCTitc, o^«mino po- Chii^o da far'5Ì non appena 1<* nù(»ve Irù ri(>voJ-arli r fariir tv-r- llo di piii inMidrrata pormollera nno. pjiviinrcnlHzionr • ' considoruzionc. Diiiraiito l'anno 19''6 >ono 'ilitli irjrl-t.rari n(4Iii Rr(>^A STAMPA noiMra parroricliiu : Hiiiti(t'.<!Ìani N. 35 - Matrìaiioni N. 9 - Moirti N. 28 - Cresimati N. 32 • Primo (.o- Oj;ni Inion ca<l,t(i)!irn dovn iiln; .preferir;: * I--' jrrrr .«lolo «iiomaili e rivirilo ohe rie|pc.c:cJxiano il mimicoii N. 36. I)ensiero, iinijprontano a Lsenlinirn'ti i-ineor: Le Sante Coniiunioiiti fililo nclll'r «ìiiigolc rfhirsr Iria e di •Kc;Ii^ioiH'. Inveico. jnii'lroippo, -si (rcfVt 8ono le srjifin'nti : ron.-'lalari' ohe si preferi?i'o.ìio\ jriornali. c-t un'inna- Ncilla C[liici?a Parroiiriliiaile N. 10329 in S. Già,conio N. 10835 li illaistr'ali e riivlàto tiiil'l*al/tro clic confafccnti al nella ^aliutc N. 2(>19 in S. Vito N. 371 ili Jiiunni come oIiti:nio qnnlidiano L"Awe.nirc d I- Totale N. 23584. Vita Ca1,:( lica. coinè ì!lu=itrato iper tfuilti il not-ilro pensiero <ri.-^tiano - l'aìUoIiao. lailia. conii'i' siilitiau'nnalT^ «iirsloiso e .po\pti(l':ii*e Faniit^li'a 'dlie AZ iONE GAn^rOLlCA E' un rajno ianiponUantitM-iiino della vita parroj- <iliiale. PiirlTOtpipo i quadri nom 'K)iio coan^pl'^itij * vcinide a eenite-iini 30. t-'fl Vi't-*' rio^ao, ideale Jper i ra-^azzi, che t,^i ae-quis^'^* ipur*" a centt(vsiiini 30. A<1 ojsn.i moda, :2oane ?lati'-lira, nel 1936. ( manicano 2:11 uomiini e ^'li e.CfciIiìivi d-ffU^a fjio'vcnlii vano Ì7i .panr'oc.rJiia N. 3 eoipio d(^ L'Al^"^^t'nIre tiVI' maiscshile, A<d opii modo ]e associazioni sono m talia, N. 65 di Vita Oaltolica. N. 320 di contimio inic.rcinicinto, e ciò dà bene a .operare |>rr raiwenirc, qiianido i qtuiaidri s^^els)si poitra'inno esSrcix' coniipleta'ti. ]V. 50 di Crocifata Missionaria e lA'. 1 dcd ^ iniglia. Non •eontianvo, .^intende, .'liulfi i /p^i"^ ci che riecivono i lo:5i?oraiìi deilPAzione Pertanto, di fronite ai 152 t6sse^^ati dell 1936, € ncminieno qiie-ldi !rhe ?ono npedifti da sntutm ])0'sisiiani'0 rc|nfii9lii-arc i isc-gueinti ta=sera(ii tpeu; il di >e;eoi})0 uiission'aTio, ai <?.inriro]i aiblb'onati. MiìvnrKM.: nivu \ >il e ni'lla mia umili.t'-i^'nr riirmo l i Ì»c!l«*7./a drll'aninia <'lie >i «'N'v.i al >uo t.rralorr, <• stMìlo pni*j)i. (ihil 2H Dlr-'urlji-f I93() al licnn.iio il lii-oiino di avvinnarnii a Dic), j)rinia rUo Egli mi «diiami fiinri d<*l t<'mpo f «hdl»* f«d!it* nni.ilic».- BATIKZ/VTf: 1. iJi I ) r l i . i i l s H i . i , V fli Ti:.ò (riavallila - 2 P:nn: i <11 (hp- l.'ano. Crii?'- o. ili AnlotìiiKM^nii Aiijr«''la — AnnaJirarìa dì (;i(>: HalUi lialuit-lc^ ri5aj:na. Celia Alliitia — Tiro ..i 1 .Scliian!lÌiii I-'i-aiiro tii S«'l»a-ti.i- iio V 'li l)\\nilr<'a Dina. ESPERIENZE AMMONITRICI Con N* >ii«' <Mla-lr«di iiilrrn:* la Spa-na .--l;! ini part«*n<Ìo al m«)tnlo 4Mltoli<'o d^dlr Nv-ioni >an^uì nos»-.,. V prr/ioM-. \rATRIMOM: Cnlniari ()n: l:o, Cupchn. ;*nn 1'^ rip» Maria, Uu-- ^ Iii«-^na JMT i-M-nipio <dj«: il«»\r non -i M'inina« non .si ra«io^li<-; <>. p« r dir ni«-j'li«>. >ì ratr«>;rU«\ ma non il ^jrano né il dolrt- vmi. ma ^pin** «* ?it. leno. ATORTI: Insi-jina 4dn' a niill:» -••rv*' iin (-ri>iaiwv»init> dì |>a. Aiì/iutli .\uò. Panrto. di anni HI. rata, di vrrnirr, rmtÌiiM'Mtal«\ f«'''taii»lo. in<M»x'Ì4Mi> CUORI te e i^lic o<'<'orre a>solulam<*nlr un *'ri>tian<'s mo GENEROSI Per la (Ihiosn firlìa Madonna (lolla Saluto liaii no offerto: Clìiaulini (»iii!st)j)jj)iiia. Miioura L. 5 — Cappollaii LiM'ia, Guardia !> — Pt'ri.>«suititi VaIrnlina, .Mossilo 5 — Coniis SinioJic. l'acmi 2 PavLini Gerardo. Zaiiol in otv^asioiie mh- no/.. zr (ì arironlo 25 — Do Santa Antoniotta. (yolc ,•>. Pro Asito — Monuìnonto ai Cndnfi : ('oinis Ida, Pedi 10 — Coniis Amalia. Pexdi 5 — Pcris- basalo >u <li una S4>da istruzioni' r^dij^iu.^a, .M'ulito fino IM ll«' pili inlinn- fiblir«- driranima. vi^^tilo sin<M'rani<'ntr nella <'a-:i *' nrlla «ilrada. in <dii<'{*a o fuori, <li «liorno <' di nott<\ in privalo <• in piil>. blico. un crisiì.in<'>^im<>. <'lie si lra<lucr tndl'ajb'nipinn^nto «'salto <• «'ontiiuio di tutti i ib^ve.ri r -m. pralutto ncirossr'n'anza d<illa giu>li/.ia d«dla oa. rità. ^ulli Antonio di Val<^n,lino, Sofia 5 -- Cohnan E la Spaj;na ci ripete la b'/.i{>ne -n tutti i toni, in mille forme, <"On mille epl.sodi. Partieola.nnejit4x Onc'Iio, Capelin o<':ca0ÌOTLc 'delle sue nozze con eloquente (pianto è avvenuto a Valenza ancora .ù Forijio Maria 15 — Fcrij;o Gio. Balla fu Pirlro, primi moti eomuni-vt.i sc^>ppiali in tpudla città nel Russi t 8. 1931. Ptr l poveri d<dla Parrocchia-, li Si<;. DanU» Passuello di CaJalzo, all'inizio del nuovo anno, 1937. L. 50. Un anno prima, nel 1930, si era adunato in fiuella città il Congresso eucaristi<.o na/.ionab': una settimana di (M'rimonie c pro-ej'ssioni con li partecipazione edificante di un'imnnMisa molti- A tutti, più che il nostro ringraziamento, Vau^irio che hi Sijrnore rifrompensi il cento i>er uno tiidine, fcr\'ento di enlusiaisino. Nel maggio 1931, Ja loro genei'osità. Malaga vide incendiare tutte le sui' chiese e tulli i suoi conventi e nci^uno, tranne il Vesco'vo, $i mosse per impedi.rlo. «Dio vuol salvare le nazioni - eomment^i « L'A. "ANDRO' OGNI GIORNO ALLA MESSA,, Una sera a Sant'Elena, trovandosi solo col ge mico del Clem » —: se non si salvano con la nerale Montholon, Napoleone domanda le più mi carità, colla fede viva, sentita, con la giustizia, prò., nute informazioni dei" preparativi c parla della sto o lardi .saranno salvate col ferro c col fuoco» S. Messa con ima gioia sì viva, che il generale ne Tanto di t^ue-lt^ ^ VWWW è waieiìaYÌi'^Vii3jt<fiK, ^ e ^Oglia sbaraccare e ricnslruiire a tempo. Sc ^Von ce : ® «Generale! Sul trono, circondato da uomini ci peiìsuadcrem» a farlo spontaneamente, sacn* senza religione, non lo nascondo, io ebbi d&l ri ficando anche un poco il proprio io, lo dovremo spetto umano, e della timidezza, e forse non avrei fare domani attraverso le prove che ci stanno di osato dire altamente: nanzi agli oc^-hi ». _ Io credo ! — Ma cpii, ove non vivo che per jjte, perche nascondere ciò che penso ? Io vo<v]io „n prete; vog-iio la Messa; voglio professare "ciò ohe credo. !o andrò ogni giorno alla Messa, e non faccio vioh'iiZ'' alcuno ad accompagnarmi. Nei min e. l a predica — chi non la intende ? — è indiri/zala su|)ralutlo al clero,, ai dirigenti dell\\. zione Cattolica, a tiiMe le p<'rsnne iiiiftuenti, cho hanno tempo, intelligenza, denaro, che sono ncll;, IKKs-iibil là di pnrta.ri' un (jualsiasi sassolino alia resi auj'az ione cristiana della società. — PROLETARI COMUNISTI E CANI BORGHESI fa rift-nvano i rhi* r.imfTH-fiiio Aiulrr.-i Stiiillk tulli i -uoi ln-ni r, il ric;ivalo noti ai |»<iv«tì, «'«inif <'«»n!»i»li.i i] \*an. ma all<* drl parlilo «1 jifo«li- •'«•-u»il.i UN ALLARME CHE NON FU ASCOLTATO K •'lato rei-ciiN-iiicnlf 4oUolìiu>ato il fallo tthc a itrcsiilciiir drlla lte|>tiI>Mi<>a »vi/./era, è hljito c- i*4inir 1«-U«» |,rr la quinla volta una hellissirna figura di larioli,.,, rn d.-nl.- .• piaiiranl4-. Ton. (nuM-pini aiirot Mi»tla. il )>ols4'i-\ Ìhiiio 4Niiii.iti«la. ( .Olii piiilo 3 più si r»*< ò in Ku'»»ia a farvi I'op<*rai«> i* a troilrrV 4'olà il iteli in«'ritalo "para<li<H> ^>virlico'* in una ofTìciiia rldlrica di Mo-^-a. Ma... inali- ^lii* n<' incoN»*. lanlo rli«* ilo\-(-ttf' far riloriui più rli'* eattoiiro Wi Vindo tCaiiton TiriiH») in fr4*lla ai palrii liili «un |«- prinn- i«lr«- «liaiiM lral. iiK'iilf rapo\-oll«'. licinrsi Iv pili Ih-IU- hallaf:IÌ4- .h-lh, f.dr, ì\ì-\ impe .*^4-^ini'inlo !«• «jiiali. lia lo-:»» -rriini un lihni. dovf >i (liiiio^tra coiim* <• «|ualin<'tilc oprrni *' <*>iitailini, in n'-iiim* roimini'^ln, M»n Ifiillali pj*«pio (li i «apitaM^li Iralliino i loro "rn; I:i n'jriiiH' lior-^lnv-r. 'I <*.h| uà!«• I LA LOTTA ANTICOMUNISTA DEL MONDO Una lega di preg'hiere contro il comunismo A Livt rpool ò slata istituita da qiK'HWrcivc- <Hrovo una I><'^a di pn-jrhirrr per r<)inl»all<'n' il II l'ri-i.lrnir Moti., ii-M-iln .lall'uiiiilr popolo to n. I 1H71 <|,»ve è na ha -M-iiipn- iiwilo un m-um) n-lijiio-w d« lla vita piihhlica. I^^li cMunhaltè cai eallolici lo. «h-lla Iiln-rtà, opponili.1(»,Ì al -iM-ialimno ehe rorriMiipr il p.,p„lo <• |o pnpa-m allanarchia. I-r inlerrs-anto ricordare che la -uà fe.h: criritiu. tia >. K. Molta la prorlaniò -iopraluilo .iltannnti* alla Società delle .\.i/,Ìoiii n- l ?-«-.!tenihrf (h i •lUanilu in rmim- d< lta S\ i/./,er« si oppo...,- alTaninii-H.HÌ,inr della i^u--- a m ila Kega ili (Ginevra: Il eoiiiimi.nio rns^o culi (li>..c -- aspira a,| ùiipiantaTsi ilappcrlutto. 1| ^no wopo è Ij, rivolu zione iiKnidiale. Il coniunisino «<ivictico coinhatle 1idea religiosa e la ^piritnalilà in tull<- le sue forme. | Soviet: sono re.sp(>nsaliìli d'una propa ganda antindigiosa che nini ha l'uguale negli an nali (h'I genere umano e <Iie g<^tla nel duoli» e coniuniniiio ed i ni'nìi<'i di Dio. OjriU in^inbix) riuna j>ircoIa tr^v^fra i'Ik* porta rinimajjinc nelN^ lagrime la Crisiiaiiilà. con lutti gli uomi ni cli<« e.r<'!doiu) in Di») e inv<H*ano J>a sua giusti d<'lla Madonna, du<' cita/Joni di Pio XI conti-o zia >. il couiiini>iino <• ciiuiur g-ia^'uhitorii? che dovran no c.%8cr i*rcilal<* o«;ni «giorno. Antiveggenza ineraviglii^sa ilei pensiero cri^<itia, no, ohe pareva prevo-dcnc — col Papa — la tra Una Lettera Pastorale gedia <li Spagna, la attuale tragedia d'Kuroj)a. So quelle parole foi^sero stale iiites<* a tempo ! deirEiDiscopato messicano L'Epis(*opato inrssi(>ano, in una Icltt'ra pastoraÌ<i oollctiva ha ^I('n^^n<;iato IVdxicazionc socialisla della giovi-nlù c ricordato ai oattolici il do vere di non aniret-tarc « {/ socialismo né il co munismo. i cui pt'rniciosi affetti sono ogf^i visi bili in altri Paesi o ancho nel nostro ». La lotterà ti'invina alTcrmando clic « il socia lismo r il comunismo sono mimici irriducibili dolla Chif^sa.». BALSAMO MERAVIGLIOSO Fu doniandalii? replicalanientc a Giohhe - ÌJ co sfondolato deirAnlico Testamento - ridotto alla miseria, privato .persino di tutta la sua fami glia. se ricHMiliva le torture del suo unsero staio — Se mi feriseoivi)! E^ise vengono persine a ro dermi le earni!... La lotta anticlericale ciegli estremisti in Bolivia J Sindarali operai I)olÌviaiii hanno chic^lo al Pj"osi'<lni(e della Kepuì)hlìca una legge per la scpaa'azione della CJiiesa <lalIo Stalo, per la confi da dei beni ecclesia^tiH?] e per la rigorosa nazionalizzaz^ione del Cl-ero. I Vescovi boliviani hanno fallo pervenire al Governo una Jettera eoii la quale aceusano i Sin dacati di ispirarsi alla rloltrina isovictrica e <11 vo lere gettare la Bolivia neQle asprezze dì una guerra religiosa. — -Ma rome mai sempre <'alino e — Io ho un balsamo iiuM-aviglioso per le lorlu re delTanima e del mio eorno! Quando e^^e mf sanguinano ed è in tutti i momenti, non ho che da osnlamare: a Dio \niole eo?ì! fatta H sua volonià! » E Dio diede di poi aurora a Giobbe favori e fortune!..... Brava ponte, che vi lamentate e vi disperate nelle mì-erfe e nelle afflizioni vostre, dite invece le parole di sicuro coiif'irlo dolcissimo: «Dio vuole così! Sia fatta la .«lua volontà, d 4 — UN GRAVE PERICOLO SOCIALE E Valcoolisììio, che purtrappo c profoiKlai!i<'ii- I MALCONTENTI \t>ii j>a>'«a giorno forfr, nrl quair ognuni» d» tc radìjcatt» amplio da noi r porla nolli- l'ainijilic Moi non SI -ii'Tì'.! pini'c» dal hìnosnu di torrenti di miserie. '•tiar-ì innh'itnNMiio. Convien ricordiiro c applicare anche ila noi il solenne richiamo rìvoUo (hill'intcro i*.piscopalo gtM'manico alhi nazione t^'desca <*<>nìrt» l'ahuso dell'alcool. KiferendoM all'Enciclica del S- Padre sui S. Cuore, con la quale il 5oniiiu> Pon tefice atld. tava nell ellenismo la fonie dei mali che afflifigono I xiniaTiilà e i-icliianiava i eatloliei o nu*» Ir:s'e cosa tju»*-4Si ^taUi «h'H anitn;», «lei eiior*'. del earat'e^r»' clic >Ì ìanienla lii tutto t- di lutti; ehi' si la^na <ii eiò <•)«<• «ili -i di<'e, r dt ciò <'he nun ;rli si fa r di <iò chi' non ^1Ì virn fatto. r/uonio inal<'ont<-nto si la m <* non -«a mai f«preifican* il motivo d< l "Uii . -nto. al dovere ridia penitenza, i Vescovi tede^-hi, riu Kjili trova a ridir»- su tutto «• non -a mai pre<'Ìsan' il punto ^preialr d<dla .-ua «tÌIÌim. niti a Fulda nello scorso agosto. « atlrìitavaiio ai cdttol'ci jra. i più officaci mozzi <li pcnitcnzci Va- «<a irli nianelii. (aò che uli virn (>lT<'rto non gli stinenza dall'uso del vino e (loi;li aleoolici, ch'è ne- ser\'e: e.iò ch<' ;:li si da n*>n <• eiò di mi ahltisopia. ciò elle ^li si propone* non ^li <M»nvirne. me di grandi peccati particolannento contro il Epli ha hÌM>;rno di tutti» f non ><1 dirr che co. 5° e il 6"^ coinanidanK-inlo. Ivs^i raccomandavano Kjjli si la'rna di non e?^s<M•^• amato e re.spinjri' la astiìwnza assoluta da^li alcooUci particolarnicn. te alla g'overitù^ premessa in<lispensabile jyer lo ^fualunque affiMto, pi'rehè non lo cr<'d<* lineerò. .Si lagna di e5S(vr<' trascurato e non vuol arecl- sviluppo fisico e morale della gioventù e per il rafforzamento della volontà. JJahuso delValcool dev essere combattuto dal pulpito^ dai giornali e nelle pubbliche conferenze. Si organizzino tridui e missioni per combattere questa j>ìnt^a cor' gognosa della società». lare n<ssuna j;:<Mitile7,za, perchè le giudica .««Uggeri, te thiiripoo.risia e <lairiiil<'ressc. Povero malcontento ! Quanto maU' lu f^i j, stc5<K> e agli alt.ri! Che vita triste la tua! E pensare che potresti tanto faciliii<w„|^. e.ss<rre felice e rendere alt.ri feIi<M. tanto faeilniente ama re <m1 essere ajna1<i ! È POI UN GRAN MALE ANDARE NEL MONDO? Basterebbe un po' più di semplicità c di honià nei tuoi rapj)porti di famiglia e (ramieizia. ! PER VOI GIOVANI Vi rispondiamo con altre domande, dando al la parola mondo troppo elastica quel signiiicato che voi intendete darle nella vostra domanda, cioè di feste e divertimenti mondani. • « * I vostri sguardi non hanno veduto nulla di quel lo che non avrebbero dovuto vedere? Le vostre orecchie non hanno udito nulla di quello che non avreboero dovuto udire? La vostra immaginazione non ha conservato il ricordo di quadri, di scene, d'immagini che non eravate avvezze a vedere, scene ed immagini che, senza avere forse alcun che di veramente sconve niente, vi faranno abbassare gli occhi? La vostra memoria non ha conservato e non vi richiama dei ricordi che non osereste rammentare dinanzi al vostro Angelo Custode? II vostro cuore non ha provato delle emozioni che rhanno turbalo e jìuò ancora afl'ermare, eiò che prima ha detto sinceramente tànte volte; « io non ho nulla da nascondere a mia madre?... NESSUNO C'ENTRA Abbiamo pubblicato la notizia 'de>lla conct^^ione del (pa-^emio Nobel per la pace allo scrittore comrunista von Oasietzky. La scelta ha proidotto la ipiù viva sorpresa in tutto il mondo ed ha misoitato uti grande sciilpoaTc. Ora tutti vogali ono lavarsi le inani in questa faccenda poco pulita. I conigiunti d^i No-hed haiino 'imbibiica/to un cotmiunioato /per notifijoaire al mondo che essi non entrano in -questia sqftllta ; uma «oijaoeissiiiva no tizia aiwente -die il Re idi Sve^^ia non eira [preseaile nella eomimis^ione quando isi è idliiscaissa dia Stceilta; i -ciiicoli politici flasoiamo ca/pii^ clic nciuane- no il governo c'-entra (nella ibanto disciu»Si?a attri buzione ;del preonio. Eld allora, isarà lecfita una doniaimda: uessaj. no ic'eutra, ehi (ha il morito dctlla ifamio^sa iscelita? Tutti galantuodìiini — diceva iquelUo — ma la roj)a manca! • Potreste voi, al ritorno da una di tali feste, inginocchiarvi a piedi del vostro letto e recitare (\i>vol3LmeT\ie la consueta preghiera?... •fecondo •a risposta che la vostra coscienza dadi queste domande, voi sapete se.... •''male andare nel mondo .SV' il corpo è assediato da mille disturbi, Vrmi^ ma sìa sempre alla presenza di Dio, doi^o tutti dobbiamo correre ogni momento a rinnovare forze. (S. >AigoL'ttino) IGNOMINIE K' noto rJif oltre .ill.i tallioa ULTIMO r wn» PASSO Si tratta del «t pa»«<*<) »> o « paH'iafjj^ìo » per cocci» lenza, (^hiello che v senza ritorno, c die lia fatto niona cUr m «rrr.t il.il «niiiuni^mo inililaiilr «1» iiirth-r*' in opi-ra «la i»«-r Inllo <»vr |nitj far»* liff-rria. \i r piir .-«Mnpn\ <• lUr umiltà, ineditare tanti filosofi e decider tanlc coftcicm*^ la lallioa hnil.ilin» ni'* «.iiici-ra, eh»- «lua^ Ju-ra lutti niedieìna e di farmacia <li Ronno», e aM^^e.Wjrc imi- Il dottor Ciillie, n<»to profeA«H>re jlella «mola <K i l<-tilaliv i ijHM-riti •• faUi. ("."-i a"*»i'»!ianio roiitinua- nicipale della nt<>.«i.a città, è morto p<':r rapi<Io ma nuMitr. in Fraiiria «mI ahr»»%«-. alla ripu::n.uil«- ini- le. Ma è da notiiivi che e;:'li, nnlla hUJi vita, non "poHtura «li iinii pn>pa;:an«la rli«* ««tim di inninuarvi fra i caltolit i «'»ii r« rli- ai>pan-n/,«* dì rf.dijrio**itù» «• j-on ra-ihi<'tira/.i()n«" drlla più ampin tollf-rnii/.a, niriilr<- in fatto Ta/icinr <i»niuni''la v f-'-nipro in- n'iTa contc.iitato «l'in.^ej^-nare agli alli<n''Ì Farle sa lutare di (/aleno V del eonic fronteggiare le fe{!)I>rif, o le Ìndi?<«po^i/t(»ni o il logorio <le.gU a]^parati vita li dei poveri nn^rtali, come F«rt<? di appni^ax far» maelii che v<>rre!>hero csi-ere adeguati alU* noi^trO liniauM-ntf •• dic iamo pnr»- i-.'.«-n/ialinrn:r anlin-li- niOHi-ihine nii^-erie. Kgli en» uno di <piei nu'dici olio ••ì<»?.a. li»' pr<»v«' M>n<» <M»nlinii«- <• Hp«»v^> -oiio di tuia amano tanto Parte d«4la ricetta, come quella dello hart^oz/.a ripu;:naiit«-. <'o-Ì ci cailr M>tt*oii-Jiio ciò schede elettorali e dello <|iat.TÌhe politiche. Non clic i (M>nii faiin*» cantari* ai fanrìiilli solo. Ma s'era lan<*iato in :tlaei'<' propaganda rlrni.-ntari di HaumoK-l (S.-im-, Franria) i partito radieo-pioeialivta e si jiroidiimava «oniinen* (piali, pi>v<*iini. v<'n;r*»no addrMrati ad «'Knn'Ilrn' temctite laico » in eontrapjnWo a ogni inscgnamenflin'slc ijnnnninioHr ln*5<t<Mnini<': 1o di elert). Morentlo <>Ìa.s<'iiiìo |M*n«ava iid una fine 4'oside.tia «lorica: lamipa<la elu' si spegne per c«»ere Noi f;nH'itilli .'^'•n/.a Dio .-(•nijpr^- «• in '>»<»' ' luo-rlii •^rn/.a rlic nulla v\ iiiipcdÌM-a hiittiita via. e non (iamma che sappia trasvolarc a , niiova e più alta fiamma in^i-^aurihile. F inve<-<' no. N<'1 momento del a paS'^aggio », il contro il «•onlajiit> doll<M' Caille proc'urò un j)iecolo <|i^pia<*cr<' ai è^uoi di o^rni religione com.pa'ini dì partilo, a qnolli ehc lo <N'<*ignavano IS'oi non <Trdiaino ali»' lm;:i«' noi rondinriaino rimpIiM'alnJi' Jotla dei pastori, curali v raliUini: Dio c Gcìiii non 7-<tno dir >o<;ni invrirtati \\yrv i cn^iluloni Ritornollo Fnnciiilili d<.Hlla c.la'^.''<- operaia Venite (Solito ila roissa il»andi<'ra Che farà mordere la polvere A Dio 0 ai ;polonlì nel monn iilo dolile dilezioni, porehè fosse uno de gli anli<ili ri<-aii, a quegli altri che da lui attende, vano, gioino per giorno, una jiom'la di materiali smo c^'d-tico e ribelle. F>g]i cJiiamò iin prete. Ix> volile accanto a s<», gli prese le mani c gliele st'i m- !^c. foi'le. conte per apipoggiarsi a qiiailehe i'OS-a di solido or che tutto crollava, e Fora dcil « pa^i^ag- gio » era vi<'ìna a scoecare. Non parfliiva, dappri ma ; (ippnr lutilo diceva. E chiude g*li occhi in paieci. ^eriMiameiite riconcilialo con qiiel Dio ehc prima aveva nie.-^fio da parte e con quel prede clic aveva eonih.aLMilo. . Vennero i fimcr;,ii. ix ].aiuli.Te del partito non COME SONO RARE! Poche po^ii/joni hanno tante croci come quella •di una madre di famij^Iia, o dì chi dirìge una taniigXiia. inant-aiono ; i segni degli antichi conipai^ni ciai alti nel sole. Non ce-rlo il morto i^arebbe soi o reagii-e . i.; AXa, tra la .orpresa di tutti, nessuno de. moni radico-soeìaiis.1 i presenti osò pronunciare scorso. Perchè? Sentivano adunque che Capiterà loro sovente di es&sore interrotte parec- versione era già ormai venuta a sinentirt i ^ cliie volte mentre scrivono una lettera o regola quello che e?ei avrebbero potuto dire? o non o^^ no un conto. Quale abituidinc di santità, quale im pero Au so stasai è necesisario iper oppoiTC a que ste piccole contrarieilà una serenità sempre ugua'le e non niosti*aii''S'i inn'paZ'ieiniti ! 'Smettere il lavooro senza noia apparente, aspcttal^e senza la fine di una conversione, vano parlar di quelle opor- che il suo Dio, nclF« ora undicesima)), aveva ripudiato. Opptir l'ultimo passo del defunto, che eia s a cofì radiealmonte diverso dal vecchio cammino che aveva deciso dì lui per sempre, H aveva ti a meditare che ci sarebibe stato... un'ultimo pso... anelile pei* loiro? ripigliare con ealma il lavoro intea-rotto, è indi zio certo che un'aninxa sa padroneggiarsi ed è sotto la protezione di Dio. Oh ! quanto bene fanno queste anime intorno a loffo !... Ma come sono rare ! «Figlioli miei, coloro che entrano nelle ^ gjjja ballo lasciano il proprio Angelo porta e un diavolo prende subito il 6 — LA PURIFICAZIONE DI MARIA 2 FEBBRAIO CONTRO IL CINEMA IMMORALE In ogni Diocrsi d*I(aiia, pi-r di--pi>>i/J„n<- drrli l'^^c.nii Vt'.toovi si forr <> farà la J'romt•^sa con tro U cinema imnioralo. Ne puhhlirhi.mu» la formula porche* rimanga srmpro più iniprc.-vsa nella mente dei r titolici f loro ric<>r<li r(>J)l)tigo di <'i;is<Min<>: € In notili' tifi Piulrr r/<7 Figliuolo <• di'Uo Spirito Sarì/t>. .irncn. Io con/Iaìi/Kf V rifuggo l*' iH'llivolo ompif od osrt'ru', rotUraric. al htnnt rostunn\ alla Hortrina (.iittolira. V alVnrdinv sorittlr. Proìnrtto di tn>n frotiumtan- e di (iflop,Tarati prrrlit- artrlif altri inni fn'ijm'tititm i ''inrnialo^ La festa tlollc cam/rlc. a Candelora v. antirliissi, ina, quaJehc storico della lilur-ia prrt.-n.Ic anzi che sia di origiiif iiimMoVw.n. Vur homo i mistrri che SI celebrano con qucsia purificazioino deJIa madre ora nrrucrilta grafi t'hf tal' t'isitaii jfrtticttitm. (.onrorrcrò a rrcarr lina /mfdtlira ttìsrirnza d*'l pericolo elio tpn-str proirzntni rappresttitunt». al fine di eliminare la tliffitsione a salvezza dello anime e a salutf del popolo rristian<t :•>. dalia k'gire di Mosò (vi^di Lt-vilo Ca'])o XII cri K9odo Capo XJI). Maria però, pù'na di grazia, e hi'nvdofta fra lo donjie, non ohldigata da tale ìr^yr^. VoiN- mt- t-avia ohbodjire sia ])cr dare a LuMi Jesoinpio d<'J)o ^rupolo con cui vanno adempiute le Jeggi della Chiesa, sia per inculoarc alle Madri di famiglia iJ bisogno ed il dovere di purificare e santificare la propria vita per farsi degno strumento deUa grazia di D.o neJPaUevarc ed educare le anime LA PAURA DELLA CROCE Azana, il proiileiile ma^-(nie d«'lla n'puhhJic-a antieUMÌ<-.ale -^.pa^inola da Madrid p<'r mov iere Ì4i dalvo la pelle, .si è ritiralo non a Viileneia, ove ha sede i! gov<'ino ros>o di Caljallero. ma a Barcellona e vive ritirali), n()n rii «a se j)er amore o per forza, nel celebre monasl(M*o Ix-ncdctlino di Mon serrai. Egli occupa la cella d<'M Abate, il euì ìneonfor- dai figli che il Creatore ha affidato alle loro levolc loltuccio, sln^nne.nlo di penitenza più che dì oure. riposo, è stato però ©oì^litiuilo eon un sonPiee. ajn;j)io bastanza «anta: e questo non solo per sè ma per letto matrìinoniaile. La sala d<'<l'le ndi<''nz<> i» stala trasformata in sala di ricMivinn'nto. I mobìli noai Lo stesso 8i deve dire de] sccondo mistero rx;- jnaa?onici del nuovo oepite, la emee seollipila soilile spalliere degli alti scranni in legno massiccio è Una madre non è mai abbastanza pura, mai ab. nl^no. di Ge.u La legge pre^riveva: I] primo genito è di Dio mJT e Giu^pe, run sa orificio Mana oibedient.,conpresentano Gel !P Bambino al tempio e lo riscattano offrendo - -'«e to,. Un grande «crittore francese osserva • Ma ne.- «he ricattare questo Primogemito ? Bisogna dun «pie riscattare colui che è nat« ^ c..so^na dun. »e steaso la ficrara cMln cattatelo, o portava i„ Peccatore. Ri. sono stati caìmibiati, ma in ojiiaggio agli 6<'riij)o]i filata acieuratafmente scatlipellala. Tutte le imnnagini religiose e liui.li gili oggetti ea cri che si trovavano nel <5<>"vento o nell"anne,s'sa cappella erano .siali del reslo diistrulli o, se di valore, rubati. La Croce fu dunque seailip eWala ! Inutile faticapoiohè qiuel segno aipiparirà ain ailtro gioirno in cie lo, quando ili Signore verrà pcir giiuldicare tuilJti gli uomini, coimipreso Azaaia. -xanità ?Ecco il mistero. DRedLtorrno!!''' perete l-go tempo p^^r^~r. Pf-trenta denari ed abbaa.donato a^ Jo'crt'" pJizio degli schiavi. <>roce, il su- LA SOFFERENZA È PREZIOSA Una iSuora gravemente malata si lamentava uu dì con S. Firanoeseo di Salea clie il dolore le im'pediva idi pregare e fin di meditare. Le rispoae il Santo: « E' molto meglio star crocifissi con Cri. Sito, che pregare il Crocifisso I ». Se si pensa alla morte con iSiXKKi, u, fitf àawNK» efie projìtto. " E così chi soffre coir, \ dpHa àelle soddisfazioni, ohe sconta maggiormente la pena dovuta al pe«fS. Francesco di SaJes) cato. ... 7 LA PREMIAZIOi'^E DEI RURALI D'ITALIA A un anno ili di-lan/.a, il 6 OitM*nil>rr. il Duf' I rilnrrialn al T'-alrti Vryrnlina di Ktuua, per eoi"- •«•i.'i:ari* pi r-i»iialin« nl<' i pn inì ai l>»Mu*i!H'!tti d«*l. r;iirrirnllnr;t. II I)n«T PRIMO Adiuiu» «mI I'.v.i iK'l P.ir.nli-o i. rn-'lii- ««.miin*"- ro una riK'van- J iiif'TÌofÌlti fl«*i rrt<Ti»Ili liii:-'". p.irajiouuli .li ra«*<*»»lti «lei 10.^.); PECCATO il ;:ran»f fu inferiori* <l«*l 2'!) jut (•••nU», 1uvji del iiiiii ih-**»!)!"*'!'''"/-*'- l'-rj lon» p» i- inrs-o (li <il»ar-i .!'• iiuri ;:ianlin<. ili -oli» allM-ni. fruito rli.- in '««'ti" il fiuti.. <li un Maniiint- - «li*-"- Ioni lililin - tlt tutti i fntrti flf NOfK» tjiii. ma nt>n Httrtitt- it fnittu (h lVtilhrrn ti'fin >rirnzn 'l' Ì In (jtutluriiiti'' '• "inh-. nniiifim l'-, iintrrrtr. Ma il (Icniouiti, i Ih* «-lit ''*•'1" «arrialo dal l*at.;«liso r r»)n.laniial.t all'inf.-iiio prr Mip«rl»ia. itixi.iioso rUr itiiri .iM.la--r a '^'uU-n- la frli. ilà .l;i M. perduta, pn -- la fi>ruia di >rrp. uU- r di-r a<l 2r> r U- oIiV4' -Irl 27, per Io avversila «leIJa sl»^ione. luenlre si clihe un aunienlo del p* ' << n Io nel <::anolureo, del 9 n<'l riso, ihd nelli p« Ii!te e d<'l iìf) nei fagioli. Dopo aver parlalo deJla mvessilà <• <K'i m vanlajriiì degli ammassi granari, f< et un « <. elogio della disciplina^ ^rrauiente ammirevole di cui han dato prova i rurali d'Uaha. ('ome l'ainio scorso ora toecati> a un ^ <|..oHo .li Civita CaMollnna, p.inu. v-i..c.l..ro ile Lcor.o f.a i Parrai, lonore di hi sotto pena (li morie. — .\'o - sog:f;uiuse Tasluto un iiitiammato di?coi-so c ili aprire la sliic Kva : pcrr.hr ntaiifii tu (ÌH frutto tli */«''sVaUn'Vo ? Klla risposo; — !*<'rchv Dio lo proi. serperne - non niorrrft', n.nzi appena ne avrete gnsf^nto, clivt-rrete s'mili a. Dio conoscitori dot bene del male al pari di Lui. La donna, siMlolla ila lali jìarolc, si tratliene a niirarc il vietalo frut.lo, «tendi- la mano, ne stac ca uno c lo man-ria; poi ne porge al compagno, olT.-rtc <Ii auro. coJla.,0 o croci po.toral, fn, le accia..,;,zioni eli UtUi qiic^t'an..o un alt.o Vo^eovo, il Capo ii CaUolici ,li rito copto rlell'A. 0 1- .a care al Duce il saluto (lolle genti doU Inip ohe segue rescinpio di lei. qnistato. Nel momento flesso tulio <;angia di aspetto ag'U ^echì dei nostri progenitori. Il rimorso comincia sentante di un Oixline religioso, o J- ' iid agitare i loiro cuori; conoscono di essere senza ^'etstimenta e pieni ili confusione si rivestono con di fico, e ccrcaino nasc^oniilersi allo «giiar<lo fli Dio in mezzo agli alberi del giardino. ^o-sì fu coni/inesso v\ prinio peccato: quel pec cato ohe, trasnicisso da Adamo a tutti i suoi figli» diede origine a tutti i mali, omle sono <tfflitt.i gli domini n-ell'anima c nel corpo, e che ^^i chiama comunemente peccato originale. 11 Duou prcania (piindi ,..inure- jltnre dell'A7Ìe..d,a agricola dell'Istituto dolio M.smoh j (Iella Consolala di Torino. L'ABITO BATTESIMALE NELLA Raccontano i miissionan che fra i nc?i vi è questa consuetudine. ncl battesimo si pone sul capo ' ne consci-vato da essi con loro vita, e quando muoiono viene t ^ « Non sposate mai una ballerina. Le donne che han,na i piedi mìeìVigenti., non Iiaano nieufe èra loro bara. Volendo co^ì esprime^^ I^Sta». la innocenza che ha riacquistata 'i'omiiiMi^o Graa . victutta la iiolìa j'uomo L'ACCORDO ITALO INGLESE l 11 fallo «li ;:r;tii<lc iiiiportan/.a iiih'rna/.ioiiali r >Uita la firma Emina r«*I.i/.iniii < .imtnio fra prnfiltiominì » a^'^•<•nllta a Palazzo COMUNISMO Oliipi il 2 IN TERRA DI MISSIONI Come liitta la stampa fI«M paesi civili (I<'ii!i!U'ia, il coiMunisino corca iranliciparo la grande rivolu zione mondiale, (vedi Hxissia. Me<si<o. Spaj:iia ed altro nazioni ). Ma la falsa predicazione dei distruttori dell'or dino civile cristiano non .«i limita .«o1(ì ai cosi d<M- ti stati borghesi o capitalisli {PKiiropa e d'Ameri ca. I falsi della dottrina comunicata sono ormai i>enetrati tra le ma^se dei poveri infedeli. In molte reg-ioni d^jll'Afrita o dell'Asia aeeanlo ai Missio nari del Vangelo di Cristo si trovano i Seminatori di odio sellaci di l^nin o di Carlo Marx. |n re centi Congressi comunisti del Sud-Afriea e (lelPIii- dia si è votato di tentare ogni mezzo per attirannella rete comunista le masse dei j)Ovcri, dei Pa chr rign.l«- r'da/.innì fra l'Italia e ringliihrrra ik'I M«'dilrrran<M», • Dopo la pe.rii'olosa ten^lt»n«' nrlle nda/.ionì drU ria; dei malcontenti... Prepotenza, odio^ infiiusfizia e ribellione sono imposte con ogni sorta di viol(Miza dai eegiiaei del bolscevismo contro la dottrina d^amore, di giu stizia e di «antità predicata dai Missionari. Nelle Missioni si pone argine a questa marea e.omiinista mediante una fioritura di opere di bene niorale e sociale che fanno capo all'Azione Catloiiea da poco tempo sorta tra i iprimi fedeli di qiK'lb' re gioni, I Missionari ci assicurano che la coopera zione dei laici nella lotta ingaggiata eonlro il co- !<• «lue Na/j<Mii. dumiitr la giK'rra abi.ssina, iiou e'è <rhe da r;iM<'grai*>.i di un fatt<ì elle l<'ntl<' eo.^4 effieaeem<'nte ad as-4Ì<'urare la paee nel mondo o ringraziarne la provvidi'iiza. LE MERAVIGLIE DELLA NATURA A Takada, nel (Giappone, il livello d<'lla iie\e supera fli (juatlro metri i tetti delU' ea-4<'. N<'lla niunisino dà preziosi risultali. Lettori^ amici delle Missioni, sappiamo imj)orei nuovi sacrifici per daire maggiori aiuti sj)irituali e matei-ali ai nostri missionari per estendere il Vangelo e porre un argine incrollabile corìlro la più odiosa tirannia e schiavitù che minaccia or mai tutto il mondo. ORA Cosi DELLA definisce il NOSTALGIA maresciallo De Bono Torà della Messa al campo dei soldati nell'Africa Orientale. « L'ora'della Messa era — scrive il quadmnviro nel suo recente volume sull^ jjreparazione e le prime operazioni in Etioipia, — l'ora della no stalgia. Dal volto dei devoti si scorgeva che il loro pensiero era fra i loro cari, ohe forse alla stessa ora, nel'la nota chiesa, pregano per il loro amato lontano ». In particO'lar mo'do commovente fu una Messa per operai. per ab- foto si vedono operai intenti a liberaire j fabbri cati dal caiiico della neve e a praticane dall'alto aperture di accesso all^^ ^^^ìpOSltì (il neve non sono per adornare la piccola eappelletta in le- zone totalmente anomiali, j)oiirhè i'I regime dei oTio, od anehe il semplice altare destinato alla venti è assai aleatorio trovandosi quei paesi a ca funzione». La testimonianza preziosa va raccolta. valiere tra il Paeif co e le immense pianure del l'Asia meridionale. If VANGELO <*:id»M<-. <r II l'i^Iiindo d<drimino ^iirù flalt) m**!!'mimi morie', d<*i ;:ran -a<Tr«loli. sarà M-h<*rnil<i. 11 r<»ndann:il»> e K ri^(>r^«»rà il Ict/o ;:iorno2f. Con <|iioU* partd<' voh'va iiiM'^iiurr ai suo) di'«M'p<»IÌ rh<' la M)fr<Tm/.a <mÌ i patunriit* •H>n(> condizioni in<!Ì.-p«-n-ahili p»'r la f<'rondila did minisl4To apo'^!oli<(), per la mi^-iionr della (Chiosa, per la saniilicazionr ilri fril*'Ii nei m'coliSf tianno prrH'^nilati» m<*, pcrsrfiiiilcraiino n'** rhr voi. fjoan. XV, 2()J. 1.ezione: Nei contrasti «K-lla vÌIa pniliramrnlr «•ri.sliana non dÌTiifntìelii:inio mai la /rrand*- If/.i*»tìi- di S. Paolo: «Tulli (incili che vorranno vivere sceondo la frdc di ìWÌ^Mk patiranno la pcr^•cc^lzionc x»'. (2. '] iin. III. 12). 2. ha Croce di Gesù -- SrMu'Jie Gosù avr.-e parlato così chiaro della sua passione e morie, puro i suoi Apostoli uon eai)irono nulla. E p» '*- chcV Perchè non sapevano conciliare la Cristo n-lio di Dio, colla fede noi liglio di Dio Crocefissi^; perelu'- non sapevano persuaiIcrM «• >' non si parlecii>a alla Kedcnz.ione, seii/.a parte< paro alla Croce colla penitenza. IJ cie<:o del Vangelo .Po-i rappresimla qm- cecità ehe si larva qualeln- volta anche di /^»o della» gloria di Dio. Lezione: Questa cecità, spesso, e Mentre Gesù si nrcicinava a Gerico, un ricco che si trovova sulla strnfln,... ad alta voct' esria Di ([ui il dovere .li soi-ere e -r.dare j,, niin(! ut viileam. la o Sijxnore, e!ie io ^^ ^ ncci's.^ilà ,delia penitenza, la «juale ^^^1 rrislo. me ([nello ehe rimane dei [ | _241- mò: G(ysH, fiiilio di DavidOy ahh' pietà di me, rS. Luna. ra|K) XVIIIÌ KII'LESSIONI E LEZIONI La S. Chiosa, sulla soglia (lolla ()uarc\<ima, si proocoupa di preparare le aniuie alla penitonza colla quale si compie in noi quello che manca alla Passione di Cristo, «econdo iVspTOsi'onc di S. Paolo. Ed è appunto per prepai*arci alla pe.ni- tenza quaresimale clic ci -proponic il pensiero RIFIUTO DOLOROSO Se un nostro am co avesse con sidcrevole acquistato un rimedio a nic tuirci la perduta sa.ìità, nou sii forse un gran dolore, rifiutando gti, ^ cialmentc se l'uso di quello. inve(-e di e.seie I tso, ci fosse assai delizioso ^ „o. Ebbene, noi rechiamo un dolore senza della Pa'ssioiie di Cristo,, d^lla» Croce di Gesii e fo-rto ryìii .i^randc airamabilissiiimo 1. La Passione di Gesù. — Gesù passando per Gerico aflTine di recarsi a Gcirusalemme, comin stia, il farmaco salutare e delizioso c i'- ^^jo-rte di VoUa ciie lra&c:«t\«rrtX>- ciò a dire ai r?uoi discepoli quanto gli doveva ac- riti della vita, della passione e ' Ge^ij, Figlio (^i Dio. a i -IO LE PARABOLE DEL VANGELO NOTE O'AZIONE CATTOLICA L'AZIONE CATTOLICA FEMMINILE ;IVCI' V« tlult» in l»r«-V«' 4Miinr r «(ti.nulli Ii;i- ftjijc rnr«;aniz/,azii>iir ('.att«>lì<a |Mw-.iaMM) ora iioian* al<'iiiu ^viluppi eli (|ii«''>la l'i^o^lìo' >a pianta. Naia IH'I 19(>9 \ i»<' p<T rirca lC> anni roiiiiima* iiuMiIr pr<)::n-ili'inli> in nimn'i'o «• (jualilà di ÌmMÌI* II'. fiiK'ln'* a\\riiiu* un fatl«> iinpoiiantr. S<'clr\a c'oin*' Honiaim INuil^-firi- SS. lit-nrtirll*» X\ ijuando in-:! -or;:r\,i^a l-\ ninit- nil<' i^attoliiM. Aih'Ik' (|iii (loliliianit» ricv<MMf4< im fatlo. In una puiiMìca Miiola media un in^c» i:nanl4' ( (M-rtanimlr nia-^-onr» i>^ò rliìrdrrc ai ntitii nunicrof^i alunni: (Ihi di v<»Ì <• ancora tanto ini* i -1 • Jxm'ÌIN' di andart; a <'«! alla (!oniunion<* ? A «ju<'sla domanda «-i h-varono (*(M-a;:;:i<)«ainrnt<> in j»i<'.di panM'clìi «:i<nani i-.rrìlti a ('.Ìr<-olÌ <laltolÌ4*i 4' fran<'ani<''nU~ pr4»f4'.<'<aront» la |)n>pria fiMh*. .l/« n^'S'iurta (if'llr faiiciiilh' o>o alzarci s:*|>l»fn<' rssr fc)ss('ro lult<' pia! inalili <mI alcun<> fn'4|U('n> tas-ifro la (a)muni<>nr. Manravano di formazlont* r rii or^raiiizzazionc. Sì •(•t)nij)r('.-(' <•(>>! la nr.c(\-.sità dj ornani/./.aiv anche le «:i<»vani. 11 .^ii';<'i'sso <l<'ll'i.stÌhi/.Ì4jn<' fu tale elio il I*<)n(efi<M' la V(>I1<' cslcndcrr a lulla Ilalia. Ed allora rTniinK^ Donn*- canìlr,', n4inu* »• venne ehiainata: l iiione Femminile (;;iti()li<.i, |- ta'liana U. F, C. I. K-oniprenfieiido j due rami in.^i<'me Donne e (Giovani di Azione (^uioli<.;i Io sono la Vite vera e il Padre mio è l'agricolto. re. Ogni tralcio che in me non fa fnitto lo sì toglie via. Come il tralcio non può fruttificare se non ri mane attaccato alla Vite, cosi neppure Voi se non rimarrete in me. Se qualcuno non rimane in me, sarà tagliato via e si seccherà; e lo ai racco glierà e lo si getterà nel fuoco dove hrucierà. « * Il tralcio della vite è prezioso e fruttifica se ri mane attaccato alla vite e 'dalla vite riccvc il suc- UN FRENO POTENTE E NECESSARIO Tulli i veicoli .sono . forniti <li (, pe-r editare pericoli che 01 possono inconlrare sulle slirade. Ora anche il buon cri.sUano ha bidogno di un freno per evilare i lami i>ericoli che troverà durante la sua vita. Questo fn^no potcjiite e veramente necessario è il Unior dì Dio. Esso è uno dei don-i dello Spirito Santo rice vuto nella S. Cresima. Esso non è j>aura esage rata dei giudizi e dei castighi di Dio, non essere stati perdonati i nostri pew;a'ti, ma è timora fi. gliale di offendere, di disgustare il buon Dio, non sei-ve proprio a nulla, altro che ad ardere. Esso e basato sul pensiero della presenza di I^'o e cfuindi il cristiano evita ogni giorno e in qualunque luogo si trovi; il pericolo di fare yjec- •Co'si è di noi cristiaoii, da 'Gesù Cristo stesso raf figurati nei tralci. Se rimarremo uniti a Lui, e da lo, di rubare, di fare alti inipUiri, di vendicarsi di andare ai divertimenti mondani, ecco il timor <^o vitale; se invece inarjidisce e viene tagliato via catì. Se si avvicina la lenlazione di -dar scanda Lui avremo comunicato l'alimento vitale della di Dio affacciarsi pronto alla mente e al cuore ^azia, saremo preziosi e daremo fiutti di vita eterna, Che se invece, lontani da Lui, inaodiremo del ériistiano ecco e^fitate tante colpe e rovine attaccati a qualsiasi bene o piacere creato, sare mo tag'liati via dal'la Vite che è Gesù Cristo e but- spirituali. Quanti cristiani invece vivono mesi ed anni senza questo fremo, hanno messo sotto i piedi il tlwoB. ài. e., tanti peccati. Povctri ciechi! ® ¥ \^\w: . ; ' f j, ; N'/-i ., • ,.:x\ '4\ '• ,!• %; - Vr.-" <'K im •- KM- r ♦ yt^3J5Si ì:n4a>1 '' VV ^••-^ -, ~-i-:- -l^- •"• ^ 12 Oh!. <^<(dania (ri.inni, qti.iulo <• grande il lo! Perchè il oi<d<» r co>Ì ;:rand*'? 11 ciolo (> ^raiid*' come Ìl buon I)ii> ha voluto farlo. I.a rondinella li.i la -iia ra^a. p«-rrhr pur<' <• a-asai pi<*<'iiia: r il *»uo iii»lo m»iio 1.» «iron- •^,1 LA PRESENZA . INVISIBILE xVnna Mnria o Gianni passcjx^Niino n<'l f^iardino tonrndo^'i per mano. K.-si vanno linu al prato vicino per ractog^liere inarglierito. v farno n»a/zotliiii da oiTrlrc alla mamma. Il ciolo (• nioLlo azzurro. L'aria c calmìs.'^ìnia. Niente può distrarre, se ai vuol pensare a qual che cosa. Gia'nni tace, di cerio e^li pensa.... Anna Maria - chiedo improvvisamente Giovan ili alla sorella maggiore tiiraiulola j>er una mano - è proprio vero che il buon Dio è in ci<'l(>? — Non soltanto nel cielo. — E' pure qui nel giardino/ — Egili è daippcrtulto, dappertutto — ri.«iponde Anna Maria, allargando quanto può le braccia. — Ma io non lo vedo! la >ua ctni- Oihiglia; il <'oniglÌo ha una rasa, r lui -les"*»» clic l'ha fabbricata: è il ?-u*» covile: o l'uomo pure ha una casa, è lui slr-^so <'he av 1è fabliri<'ala con — Egli vede te. pietre, mattoni e legna. Il buon Dio, invec<', abita tutto runivrrso. — Con 1 suoi occhi? — Il buon Din non ha occhi. — E come può vedere allora? — Credi tu che si poissa vedere soitanlo con gli o<johi? Se tu fossi morto, ci sarebbero ancora gli occhi nella tua faccia; eppure gli occhi del le persone morte non vedono. — Che cosa adunque occorre perche io veda, mentre seno ancora vivo? — daia. Anc.lu- la kiniara ha una cas«. Quanto è grande <• bella la casa ili D.o! lutto ecli ha fatto, l^ijli è in tutto, couomm' tutto. v«'»]p tutto. Oh caro, grande, buon Dio; (|ual(' felicità è mai p(Mi-iare che yi>Ì siete dappi'ttutto attorno a noi, f.bc non ci abbandonate. cli<^ non possiaiuo uscire dalla vostra casa! La tua anima. — Ah! e tu. Anna Maria, Thai tu pure raminia? — 'Ccrta.niente. — Ma io non la vedo; di che cosa è fatta? — Questo, caro, non te Io so dire: l'anima esi ste ma non si può vodcre come un corpo, come «i - ' «V un albero, come un cane. — Come adunque sappiamo che l'anima esistc? — Perchè possiamo pensare. Se tu non avessi l'anima non potresti pensare. — Ah capisco: ci sono cose che vedo ci sono cose ehe non vedo. I fanciulli sono oirniai giunti al prato delle margherite ove si rinoonono festosi. Molti fio rellini sono sbocciati da qualche giorno; quale bel mazzo potranno comporre! — Ah! — esclama Gianni d'improvviso — mi è,- Va ,per ter- ra? Nessuno. Sarà il vento, ncwero? — Sì caro, è il vento, venuto d'improvviso. LA GRANDEZZA DEL ORÈATO Coin è grande il cielo, come è immenso il nii ero come tutto il firmamento è ^ gp.pech:o potenza del creatore! Giovuiiniino mio - dice la mamma - anche tuo cuore abita Dio. Gianni è felice di saper ciò; si sentiva cosi piccolo davanti all'univetiso tanto grande. Ma fortunatamente il buon Dio ama le cose piccole come le cose glandi, ed il cuore di un faneiuHi- no o di una fanciullina pia è proprio ciò che Dio ama di più. i — A O Giariiilt» S TT . A. TT -A. fxiii C^ariu«-lilaii<», ora apo» •^lata <• (jiiin'Ii amJiioj:liJit<»si, h'\ rr;i un f;ioriio rrcalo iK'Jla «Mila «li Sni.^, iti Horirojina, «»v«? in mi Irovuvo ad «'fpl<*larr Ìl tiii«> Mrrvi/.io di rapilaiio, *' la MTa avrva .-.vtdu» una roufrwiij'.a in un tratn». Dalla jiloria d«-Ua ratl«-dra a i^uiunr- diantr ! Non volli a-^fìMcTr alla «tnifrn'nza, mu doravo rivcdrrr lu-lla >ua «adula ra|M>Htolo di«* Hplriidcva di tanta Iure* nella mia UHinoria di fanciulNi. ÌAì v«>IIi p<-rr.iò M^jiuin* fu»» alla porta d<?iraIl»<T;jo, ove pr«-f*<^ conprdo dai auoì compa rai. Mi prf^^'ntai allora al >uo fianco cil cpli vodcndoini mi disaw* con un*impn-^HÌ<>uc di in^]uictudinc : — Cho volrU' da nif, o «ipnorc? Scusati*: vorri'i intral1<'ncnni con voi o t mio padre ». Mio maI{rra<lo Tanlico nome mi ora sfuggito dalle labbra. K(b1ì tra^^alì. — A quale «icopo? Vestito della mìa sottana roBsa c della mia cotta ornata di j>Ì7./^», io 4lÌHÌmp<*gnavo la mia umile parte nei riti con emozione e fierezza. Dopo il Vaii«r«'lo un nioiia<'t> «al» in catt<'dra c, fin dalle, prime parole rii<* |)ronun/iò. si impuflroni d<'}£li abitanti che Pa^roltavano con la fac<*ia proteica ^er-w) di lui. 'rn>j)po «iiovane j>r.r ap])rez/.arc l'eloquenza di lale parola io non ero meno couqìiwo [)er il calo re «leila voce e la j>otenza ilei g<i«to. Artcoltavo e contemplavo il predi<*atorc, penetralo dal h"" Hguardo «• po.<"a'iluto dai muoì accaniti. K <|uando ilij4<*e.«M' dalla calteilra e pa^^MÒ vicino a me, nu parv<' più che un utHiio, Dopo la ceriiiKMiia un rle.-iinjin- riuniva gli OftpJli d<*ll\Abal«' Hatnbaud. Timido, io nii TÌn<*antuc- eiai in un angolo, iu uxmIo però dì pot<M' conlempiare il monaco che mi uvi-va aiTa?«'inato, quan do ìl mo Hguardo si l(icontrò con il mio. To.hIo un tenero sorriso illununò !a sua faccia .-«n'era; .-^i alzò, venne a m<*, mi presse la mano: e — a<Mretto pni^Tio di me questo pie-colo levila, — dìrt^e, dopo avermi tracciato sulla fronte una croce d*un pollice di cui la benedizione era an — D'un vtN'cbìo TÌcx>rdo. imile una <*arezvia. — LWa mi sembra mal scolta.... PcTH'bc? — risposi; — voi non «ietc ohe •di pa&'iaggio qui: domani voi &aroLe partito; <juc<sto scorcio di aerata è dunque il solo momen to che ci è propizio. Mi «^ardò e ai dceifw: — Sia, signore! A<*eojnpa«jnatenii nella mia •camera. Lo scg;uii. Egli acccs^e du<^ candele che inqua•dravano *3 il camino e mi indicò una sedia, men tre egli restava in piedi, appoggiato al focolare. Mio malgrado lo evocai, al vederlo fra due lumi, tal quale un giorno all'altare si voltava verso i fedeli. — Dunque, signore, — diss'ogli, dopo aver at-teso un istante che io prendessi la parola, — che ^vete voi a dirmi? — Vi prègo di ascolta/rmi, senza arrestarmi ^l'ie prime parole, — gli risijosi: devo evocare da vanti a voi uno dei miei più vivi ricordi di in Giacinto Fvoyson aveva, fin dalle prime nuc parole, raddolcito la fìnionomia che voleva nnpase^ibilc: a poc^ a piKvt» .iveva dovuto sottostare alla emozione c-.jcentc. Improvvisamente il l)raccio si d. sto>e, la sua mano si appoggiò sulla mìa spall-ij: Eravate voìi mormorò. — Sì ero io : ed avevo coitservato la fierezza dì bontà che aveva avuto por me il celebre P* Giacinto. Ma in un giorno di dolore, appena pro nunziai ìl suo nome mio padre mi impose sil^" zio: questo nome ora troppo alto per venir prò* nuneialo decaduto! U mio intcrlocutorc aveva aibbassato la testa. —Ali! — sospirò come parlando a se stesso, — l'Abate Rambaud! quello là non conobbe ^ goglio... Pur troppo il bel paissato è chiuso— sono delle chine che non si possono risalire. Poi, voltandosi verso di me bruscamente: — E' poco genei-oso signore, schiacciare vinto....! Voi avi-este dovuto tacere. fanzia. — No, roplicai, se revocazione dol passato p"*^ — E a quale scopo? Voi ne giudicherete dopo avermi aiscoltato. — Va bene, parlate! Inoominiciai: — Verso il mio ottavo anno di età, mìo padre, che era grande amico di un apo- risvegl arc la vostra coscienza. — La mia cotscienza!.. Ah! tacete... e lasoiateini- Ero in piedi e guardai raittrùstato questa levi na di un'alta intelligenza e di un'anilina st-o'lo ohe voi avete conosciuto, l'Abate Rambaud, Non potevo insistere di più: mi avvicinai a mi annunziò, come un'alta ricompensa, che a- soglia. vrei a\iito Yonore di s-ervire, come £ancì"ullo del coro, ja Messa di consacrazione della Caippella della città del Bambino Gesù. "L'Abate Rambaud IVla cornee ceircavo , dì .chiudere la ptvrta^ . . _;_^lnn7i ixia cwinc «Mieavu tu tv una voce disperata lanciarmi in un singn»® - Pregate per me!... Il rimorso era nato... fu poi seguito ci ^ aveva tenninato la creazàione di questa cpera destinata ad oispitare gli operai di cui la pietà monto? Chi sa? forse a l'ora estrema figliale manteneva presso di loro i genitori in afferma per Lamennais. validi. , dii - . , r Oi<^rgio oc ti- _• 14 — Nozioni Bibliche iln Kart'ni «ndr .(Imi.iihì. d*'i (piali «ini» Ialini, 160 Ku'^i r Kl (invi. (^li al tri soni» .Mu^HuIiiiani. S. GIOVANNI IN MONTANA Nel nostro viairirio attr;ivo.rs<ì ai Ltiojihi Santi troviamo og^i nn ViIIairj;io ctOchrc prr av<T ilatt) i natali a S. CTÌovanni liattisla. il Pr<'<'ni's<nT. Il VM.Iap:jri(), chiamato Airi Karrm o .S. Giovanni in Alonfana, è situato in splendida p(»sizinn<' sui fianchi duna collina in nie/zo a vi^n<\ oiivcti ed altri aljjcri fruttiferi. IVunicro.-e piante ornanirMlali, disseniinal<" ovun- Ka J»arrnr<-hia lalìn.i »• r« II.i dai !'r.iucr^cani chp hanno pur<* un.i ««'tiola prr r.iua//.i. In allro nia;!niri<-<> f.ilihrÌ<M|ii 1«- Dnnif di Sion hanno un edu4'aÌorii> »• -entda p«-|- ^Ì4i\.intatte Le fan<*Ìullf drila parrotH-hia iie«-\oiui Ti^-lru/ione dall'- !'Van<'«*-<Mn<' M i-^ion.nj,. d*M- ,::itlo. \nne-.-.o al <!on\«*nlo fian<«'-e.ui«i \i r un (fsjii' quie fra le ahiltazioni, conferiscono ai paese aspetto d'un graìide «riardino. In cfucsto delizio-?» angolo di tci'ra furono Improvvisati i due su blimi cantici, che il Vangelo ci ha trlisniesso : il Magnificat ed il Boncdicliis. Sono parli<*olarmcnte da notarsi i due luoghi, ohe sono meta dei pollegrin<iggi e cioè la Chiesa di S. Giovanni con l'annessa Grotta, ove la tradizione vuole sia na to S. Giovamii Battista e la Chiosa della Visitazione (o Santuario del Ma gnificat) che è pitlovcscamente appollaiato su un altipiano roccioso, ohe si appoggia sui fianchi della montagna. Essa ci ricorda la Visiita di Maria ?S. a S. Flli- saibetta e l'origine del Magnificat. RACCOLTO E... zio, che come tutti gli altri Ospizi d<.| KianVcscani, j»i chiama Gasa :\ova. In esso ricevono - eonn- a t'<'iusalenn!u*. Be tlemme, Nazaret ecc. cordiale e larga ospitalità gratuita o qua^i, pc.r qualche giorno, coloro che si recano a Visitan' la Terra Santa. RACCOLTO C'era una volta un contadiuo che tenne chiuso /Voi non opssìaiììo rompirrv un atto sola di vir tù che non siu opterà dello Spirito Sunto. Chi A tutto il suo fiTimento nel granaio, invece che seminaTe una parte per paura della crisi. Venne una invernata pessima. Gli altri contadini, co stretti ad un ozio foTzato, dovettero misurare il pane, mentre l'altro ne ebhe in abbondanza. rhr ri mrtlr in cuore qur! fausto che proviamo por la preghiera quello stimolo che sentiamo per Iacquisto della virtù, quel desiderio di piacere Ma all'epoca del raccolto, i granai degli altri a Dio col mortificare i nostri sensi ? E* sempìi- si riempirono, ed il suo rimase vuoto. Cosi nelle famiglie dove ci sono bambini, foirse sa stenterà un poco nell'età in cui i figli sono piccoli e bisognosi di tutto; ma cresciuti che sia cernente quello che noi chiamiamo Spirito buo- che e.ontinnamenfe lavora ed opera nelle aniTne nostre. no, capaci di lavorare, l'agiatezza entrerà in quel le case e i genitori avranno nella loro vecchiaia nn pane assicurato e assistenza filiale. Nelle case invece dalle culle vuote, passati sen za grandi preoccupazioni gli anni della giovinczza t-a^ . df^/Ja validità, si comincierà a sentire la vi- .S'ara-n^^o^ tristi, vXi \ vrf.ch'j rì()vranno mendicare o pagare la assisten za fli estranei. ^innovelliamo lo spirito o{ìni momento e ri. l'osiftìno iielhi miserirordia del Signore che «.rf-K,, '«««. tiatìira. CMons, Marcilo) — PICCOLA e ramin^^o f»ei monli fu vi'<to ftpc«^ leggero b- di>ipeii.M* di c<*rii r(»Tnan/.i « gialli », <'hc erano SCINTILLA GRANDE INCENDIO Vi «rano ihi»- ;»;:riro!!<iri rhr av<'vaiio Ir raM* viriiir. \iulr«a r (Giovanni. I n L'ii^riio la iin'jilir <i. AiuIriM viiir tiM-in- una "iia ^MlUna «ial pollaio <Ii <;iov.in!iì. Si jùaniò avaiili la porla ili rasa «* coiiiificiò a lir»iiilolar«* : ilrj)eirn- *s va a uova la mia jialliiia. Vi pan- rlir -ia una <-oMa »la cri-liaiii all<*tlar«* Ir «allin.- j1i «'1ì ;rl- tri prnhr va<lam» a far 1«- uova n« l proprio poi* Jai<i y l.a nio;ilir «li <»iovmuii -^tctUr a s<*ntir<* in> po' il! ««ili'H/io. poi u-<"ì aiM'li «'Afta #^ul halroii** '' tulta iiiviprrila. «Itunaiulò all'altra roii rJii l'a— lo, la Ina tralliiia f i<» 1«' lui- uova ? . v ^iù una "sfilza «lì iiuprop<TÌ «• «li int*uUi, a oui la inopli«' (li Amln a ri-j>os<* p«T rìiu«\ riiicarainN» la do.'M^.. A.iralhT<*o <li«* -i pr«>luiij:ava «• si ina-.priv:i x-ni. j)r<' (li jMii. UM'.iroiH» i ra^jaz/.i. uscirono «jli u(HiiÌiii. (Jualciiiio tn'a da ur»a parl<.', ora dall altra, (•(»• TliiiH'iò a tciH'i" hordoiu* all«* due donne. Il lili^io fiì allargò o div«'nrj<' gcntvrnle. — La!i<Mal«' andar<% p<'i: amor di Dio ! «M-onjiin- rava il vr<'(diio padn' di Giovanni. 1*7 pon^HIiile che per un u<no di'ldia nascere il finimondo ? Gii animi erano ln»pp<i a<-(N'si, ed il vecchio non fu a^'^'oltalo. Andrea i'a(^eolge di leri'a un lui- fltone e fe* p«'r misurarlo in festa di Giovanni. <^)u«'- il »*uo unico alini<*nlo npiritualc e. inlclh-llualc. Kc«•o rin!o.H'«i«*a/.ioii«' che lo re.M- tre volto oniÌci<la. A Hucarewl hÌ è ne^li ^ìI<-jvhì giorni sc<»perto UH efTorato delitto <*ln? ha ^ux'itiito r(»rrorc «li tutta la Rumania. Il <M>ntn)llorc f«;rroviari<» Contarilinc- M<-o «• la fua sj»Ofia furono a-maKAiuati noi loro doni»eilio e *ii scr>[»ri h«'n j)r<'Hlo che ra.<<*«a?^ino era sta lo il loro iiglio venli<-in(|uenne stinlcnto della fa coltà di chinii<-a alTI nivernilji di Ilucanf^t, anche «*^IÌ pe.r (b^predarli «1<*1 <b*naro. <^hi«*.llo che (• anc<»ra più t>rril)ile si v. ricida e it matricida per na?*coiidere il fe<*e a ininnti pezzi i eadav«'ri o cer«-ò g<?rli, gellandoli india calc<i viva e in che avwa imparato a (K>noscer(r a «die il par hu(J d<'lilto di dUtnigc<*rli acidi s<niola. Ac- caiiN) ai re>IÌ dei (•ail4i\«'rì fu tr«»val<» il lil»ro di ehiinica api-i'to an<'ora d«»\'«' erano «M'ritte le pro prietà di?^lru;igitrici di certi acidi. l'igli av<tva <doroformi/zati i suoi geaiitori e li aveva poi f>cannati. l''inalmenl«' arr<*'>lato, eonfess«'> che avevii faU«> andare a tutta la radi«» percdiò non .ni inl>s.«'- ro i rtiMiori (|uand«) egli sminuzzava i cadaveri dei propri g«'nilori. i ipiali av«'vano iivulo torto di c«»nfrdari.'-li clic alla Ioni m«jrt4' a\T<d»b«* fatto una e.redità abbastanza vi-to-a. S«dleti«'att» da (pn'S'ta iTcdilà. e:.'li .i\e\a \olnlo imposM''.-arsi pn'^to «lei di-naro p<^r dar.-i alle orgie più r«-an«la[Iose. Meco dov«' condu(N' la scienza -^f^nz-a Dio. Educa to <«cn/a aN'iina !eli;:ione. tpji Ilo s^-ia^ralo uni ti corse a prendere il foi'<'<Hie e si lo-nciò a Giovan versitario rumeno (leU uiìiver-ilà mrn ha iniparato ni conio uii Imfalo <*onlro il j^uo ncmi<'o elu* ri <-h<' il metodo scientìfico per disfarsi d<^i .-^uoi gcni- cevuto un trcmcnido <'olpo. si aldialteva al bUido in un l'fl.'xo di sangue. Alcuni istanti d<»po. elii gridava da una parie e <'hi i;cm«'va dall'altra. Non loii danarosi. Ma ariehe per (|ucslà ((naie irenKMJtla n>ii^poiisa]>ilità ! c'era alcuno clic non ne avesse buscale: ma il più malconcio era AiidrtM die giaceva come mor to sul terreno. Pure venne portato ali Ospedale e dopo parec chi giorni, guarì. Le cose però non finirono cosi liscie. Corsero delle querele, si fecero cause su cause c le due disgraziale famiglie dovetici-o vendere casa e ter reno peti- pagare le spese degli avvocati. E tutto ciò per un uovo ! diceva il vecchio pa dre di Giovanni. MARIA DE HORTY P<'r più mattine di se«:uito i devoti freiiuci'- latori della piccola regale chiesa di S. Andrea al Quirinale, dove si venera il corpo di S. Stani slao Ko&tka S. J. han veduto tra loro mischiata una bianca dama, alta, dignitosa, in portamento sovrano, genuflessa davanti all'altare con l'oochu» intento nel suo libro di devozione.. Entrando uscendo di chiesa la biainea dama fu vista ogni volta intingere le dita nell'acquasantiere e con un l)cl segno di Croce la sua perfettameniKSENZA RELIGIONE COSA SI DIVENTA! Sulle Alpi della Savoia un pastorello quindicen ne che era stato accolto per carità in un casolare, assassinò a colpi di rivoltella il guo osipite e la so rella di lui, per depreda'PiIi del loro piccolo pecu liturgica genuflessione. Era la signora Maria de Horty, moglie del Red igente, rappresentante degnissima delle donne cristiane della cattolica Ungheria, che nel lio. soggiorno romano ha continuato, come a Buda essere raggiiinto dai gendarmi aggiunse delitto a la Messa. Fuggito poi nella montagna, quando stava per pest, la consuetudine di assistere ogni giorno a L'esempio sia richiamo a tante donne delitto e si suicidò. Coonic. iw. \m a giAlìlJìiU'C a simile offcralczza?? Abbandonato a se ta società, che, dei do\^i*i rcligìo=*i si meno che dei bistri, orpelli e svaglii di soci , , IO Le vie di Dio Og^i tulio il molulo guarda alla Spagna. Noi però vi guardiamo come a una sorella <li cìvillà c di fede. Gli eroismi presenti non ci nu-ravigliano. ('ono. sciamo bene la sua storia. Vi sono però eroismi nascosti che si compiono in una cerchia ristreila di persone nel si'greio d«'i cuore, che la stampa indiscreta non propala ai quattro venti. La cattolica Spagna ha avuto <'<! ha gli eroi di IXio come ha avuto ed ha gli croi della patria. L'eroismo dei cadetti deli'Alcazar ha stu pito U mondo; l'eroismo dei conti de Aldama non stupisce le anime che conoscono l'attrattiva ch«* Dio esercita su di esse. Sentite. J1 25 dicembre 1929 si serrarono per sempre le porte del castello avito degli Aldama a San leticar Apostolato della Preghiera Intenzione'generale per il mese di Febbraio 1937 - M'KINCIIK' COl.OHU cui; (;()\i:i{NAMl I ropuM SIANO (;i ii>\'n i)\ simhho ckiS'I'IANHjv, Non -i donuiMil.i 4-on lab- inicn/ionc fi»>a né pic<*<»la. l'iir t(-tq»po ir.i i govor* natori dì popoli alrntii nt-ppiir*- osano pubblica* mcntr r'conoM'j-n' ('risl<» qiial Hr «Iri re; altri aprrtanwnlf nt'gano lo Dio e mi «for» /.ano di <'"1 intni' ro in ogni anima l»> -pirito crU .stiano: altri, an»'hi' sr arriilgono r<»n rispetto le i'ii-Jtiani* b'ggi «li onr^^la e di giu-ti/.la. non m)iio tuttavia prof«»ndam<*nlr <'onvinti, (Mtnformc al gvnuino spirito rri->tiano, clir per primo d«'Vt* re ri-'penatii Id<!io <m1 eseguita «igni -uà volontn. r. eo^ì nel mondo non v*è [laec-. Prrghianio duii. <JU!' per il nobile seopo clie tutti i eapi di Staio adorino e»! amino (f<'sù (.ri-<to. de Barrameda (Cadice). l'reiihiamo inoltrf « 1*KK LA (MOVKNTL"' DKLL'INDLV E DKL CKVLON i.. K* n. lbi mas- Cosa ea*a a\'A''enuto? sima part<' pagana o maomettana. La parte mì Nulla di straordinario, o meglio, uno straordi nario coiniìimento dei disegni di Dio. I sette mein- hri che componevano la famiglia avevano presa tutti la via del chiostro. nima cattolica è neces.«ari«) verijra <Mlueala t fonnata n«'lla fede cristiana da po!ei>ì difendere dal paganesimo e dairi^^laniìsnH». e disposti alla divina chiamata per il ^a<<''rdozio o 1ajiostolato dei laici. II capo, conte don Autonio de Aldama, Marche, -se di Ayala, il 25 dicembre del 29, alla bella età di 62 anni, celebrava la sua prima messa nella •cappelila delle Vieitandine di Siviglia. Era assisti to dal figlio maggiore già sacerdote e gesuita (og gi professore alla Uni»versità G-regoriana di Roima). Servivano all'altare altri suoi due figli, anch'es si gesuiti — Ascollava la S. Messa la moglie, donna Maria, che 1-icevette per prima la comunio ne. La s^a, nella stessa cappella, prendeva il velo dalle mani del suo antico sposo e si consacrava LAMPADA SPENTA — Paragoniamo un'anima senza la grazia dì Dio ad una lanipadina elettrica apejita. Facendo passare la comente attraverso i fiU, quella lam padina si accende e manda luce. 1 coii^cni che sci*virono a far passare la corrente, furono mezzi efficaci, simili alle cerimonie, ai riti ohe sì usano nel conferire i Sacrajne.ntì, i (juali fanno passare all'anima la luce di eterna vita. Iddio benedetto, e la fanno vivore di vita divina per sempre a Dio nella Visitazione. BOIXETTIN O DEMOC KFA FliGO Avevano preceduto la madre, tra le ancelle del "S. Cuore, le uniche due figlie. Unita in questa t^erra al servizio di Cristo Re lo saranno con più sicurezzia anche neUa patria fu tura. Il 1 febbraio, il conte padre, divenuto anche egli gesuita, spirava a Loyola, dopo aver ricevu to il viatico dalle mani del figlio suo. DEFILA PROVINCIA DI ASTI Mesti di Novembre 1936.XV Nati Morti Aum. popol. stesso «\io assolto la mia missione di padre cerdote ». 41 59 —18 218 —27 232 277 45 Mes& (iHi) Mori tranquillo e e appagato i miei desideri di cristiano e di sa Caipol. Re.cii:o Prov. Totale Gaipol. Restò Prov. ToljJjt; . Possa ogni padre crisiiano dire altrettanto sul Aum poipol. 71 72 —1 196 211 ]^5 267 283 Ietto fli morte! LLnf'GI CAROiSSO - Direttore, Responsahilo. SCUOLA TIPOGRAFICA S. GIUSEPPE^'asTI . Aniiit XWIII N. ì - MAH/O l'V.K-W - hdiz. fio /'«AMICO s (ni#'n.5i7<») Spi'diz. in uhh. postale •j 1 li:'- - V 1--. ji lil — ' iSii I* V fi ly ^ar ^r- UN PKOBLICMA INSOLUTO Kin da quando si pensò a predisporre ogni cosa per rendere possibile la venula di un Cappellano, tanto necessario in questa parrocchia, si era già fis sata la sua residenza nella frazione di Andrazza. Na turalmente sorse il problema dc".la casa di abitazio ne. e sembrò sciolto col prendere in affitto una che era giudicata adattissima. Ma purtroppo essa non potè. airultijTio momento essere disponibile per ra gioni che qui è inuti.e esporre. Si corse subito ai ripari cercando altre soluzioni. e Cella avessero una diretta assistenza spirituale, de ve rimanere invece a Vico La sua collaborazione e senìpre ed esualntcnte preziosa, ma lo scopo per il quale è stato fatto venire, non è stato raggiunto. Ad ogni modo si spera di poter ancora rimediare. Solo ci si permetta di osservare che TafTetto e la riconoscenza non si dimostrano scio con i fiiciH entusiasmi, ma sopratutto con quelle pratiche real tà che sono frutto anche di un po' di sacrificio. So lo allora affetto e riconoscenza diventano sentimen ti veramente preziosi e... sinceri. Ma purtroppo senza risultato. Intanto il Cappellano venne e fu accolto con entusiasmo. Giusto e dove UN AVVERTIMENTO roso entusiasmo per chi veniva fra noi a profondere le sue giovanili energie a vantaggio e bene di tutti 11 piccolo contributo in denaro dovuto al Cappel lano dalle singole famiglie come fissato prima deUa i Parrocchiani. sua venuta, sarà corrisposto a Pasqua in occasione Si fece allora più assiUajite il problema dell'al- loggpo, ed Andrazza, legata ormai da grande sim patia per il suo Cappellano, venne senz'altro nella della benedizione delle case. Naturalmente quanti Io hanno già versato, non hanno più alcun dovere per quest'anno 1937. risoluzione di costruire una casetta, piccola se si vuol'e, ma rispondente allo scopo. Ma idee e propositi non bastano. Ci vuole unio ne e concordia. E la cosa sarebbe stata facile. Il L^A S. PAjSQUA Celebreremo presto la grande festa cristiana cui stiamo preparandoci con la preghiera e le istruzioni Comune avrebbe ceduto il terreno ed il legname necessario. Il popolo, e non solo di Andrazza, a- ' particolari nel corso di questa quaresima. Durante la Settimana Santa ci raccog;lieremo pi^ vrebbe pensato ai materiali, alla muratura ecc. An che mai per meditare la Passione e Morte di Gesù che al fondo per le spese inevitabili si era già pen sato, , Quante opere non sono sorte così in tanti paesi, ed anche nella nostra parrocchia non mancano bel lissimi esempi. Invece no-n si venne a capo di nulla. Perchè? Tan ti lo sanno e non ci pare opportuno esporlo su que ste pagine. Resta solo il fatto che il Cappellano, chiamato in Parrocchia con lo scapo che anche Andrazza "Benedetto che volle donare tutto se stesso a noi nel l'Eucarestia e sulla Croce. Così con la preghiera, le istruzioni, la meditazioTie il nostro cuore ed il nostro spirito saranno ben di sposti a gustare tutta la gioia che porta con sè la S. Pasqua. Particolare importanza avrà quest'anno 1^ Giornata Eucaristica che si celebra il dì deill'o"^*^^^" dovendo essa rappresentare la preparazione della Parrocchia al Congresso Eucaristico diocesano. remo in seguito istruzioni oarticolari in proposito. MOVIMENTO DELLA POPOLAZIONE PER LE MADRI dal 28 gennaio al i marzo 1937 BATTEZZATI — Cella Iolanda di Germano e di Santificare la casa Ecco un nobile compito che spetta alla donna. Ticò Iride. De Santa Valentino di Teodoro. Tinoto, e di Cle rici Santina. Antoniacomi Luisa e Giacinta, gemelle, di Erme negildo. Canova, e di Coradazzi Giacinta. che tocca a lei alimentare la fiaccola della fede e Candotti Gina di Vasco e di Cedolin Anna. MATRIMONI — Perissutti Gio:Batta, La casa non c solo la prima scuola di educazione, ma deve essere il primo santuario. Di questo spesso ci dimentichiamo e troppe volte la madre ignora che nella casa e rivestita di un sacerdozio regale c Giustor. con Cappellari Amalia, Sefa. iMORTI — Schiaulini Elisabetta. Vescu. di anni 84. De Pauli Giacinta, Pieri Crous, di anni 75. Candotti Gina di Vasco, di ore 12. CUORI GENEROSI Per ,la Chiesa della Madonna della Salute, hanno offerto : la vita cristiana dei suoi. In quante case si vive oggi la vita di preghiera ? !.. Che triste realtà è la nostra! Un soffio devasta tore si è abbattuto sulle nostre case e ne ha soffo cata la vita di pietà. In quante dì esse non risuona più il nome di Dio ed invano si cercherebbe un se gno. un piccolo segno di vita religiosa! Non più a capo del letto l'emblema del Crocefisso veglia e conforta i sonni e la soave figura della Ver gine incoraggia e solleva! In altre case al segno e- sposto per tradizione o estetica non corrisponde la realtà della vita, e belle feste cristiane sono profa nate, le dolci e dolorose ricorrenze non sono più De Santa Antonietta, Cole. L. 5 — De Santa Teo vissute con Dio. Ci si chiama cristiani, ma si vive doro, Tinoto, festeggiando il ^battesimo del suo pri mogenito, 5 — Cappeliari Elisa. dall'America, 10 — La .Famiglia De Santa. Vescu, per onorare la cara memoria di Schiaulini Elisabetta e ringraziando quanti hanno partecipato al dolore e pregato per rindimenticabile defunta, 25 — Fratello e sorelle An- come non lo sì fosse. In altre case ancora si crede, ma la vita domestica non porta più quei segni nu triti e profondi della sua devozione. In questo decadimento di valori religiosi la donna ha la sua parte di colpa e non piccola. Sappia essa tcmio, Isolina, Margherita e Maria Antoniacomi, delle pie letture, delle preghiere in comune. Sappia Canova, iper festeggiare il battesimo delle nuove sorélUne Luisa e Giacinta 20 — La Famiglia Clerici Pietro^ Crous, per onorare la memoria della loro ca ra defunta De Pauli Giacinta e ringraziando i tan ti che con preghiere ed accompagnandola all'ultima dimora, hanno dimostrato il loro affetto verso di lei 30 — Perissutti Gio:Batta. Giusto, in occasione del suo matrimonio con Cappellari Amalia. 15 — 'Candotti Vasco, per ricordare la sua piccola Gina 5 Maresia Giacomo e mogljlie Ticò Lucia, festeg giando- il loro 5lmo di matrimonio 10. riaccendere nella sua casa la fiaccola della fede, sap pia alimentarla riportandovi quelle sante abitudini vincere quell'insulso rispetto umano che ammette nei salotti i quadri e le statue profane e vi vieta l'en trata a quelli religiosi; senta essa la necessità di ri donare agli anniversari, alle feste di famiglia, a tutte le ricorrenze liete o tristi quel tono di pietà per cui nella casa si sente l'ineffabile paternità di Dio. PER PASSAR BENE LA QUARESIMA Per passare bene la quaresima si deve: 1. Osservare secondo le proprie forze l'astinenza e il digiuno prescritti dalia Cl*»esa. Tutti infatti ab biamo bisogno di penitenza per i numerosi peccati che abbiamo commesso durante un'annata di indif I GRADINI DELLA SCALA ferenza, di oblio e spesso di debolezza colpevole. ni superiori della scaia dire ai piti bassi: «Voi 2. Dare maggior tempo alle preghiere e alle ope re buone. Le ofificiature della Chiesa seguite con maggior assiduità, la Santa Messa ascoltata possi bilmente anche nel corso della settimana, devote eiete dei j)Overi mescliini, condannati a rimaner letture, l'eercizio della Via Crucis^ elemosine più E' un apologo. C'era una volta un'alta scala a pinoli, appogiata ad un muro. Ed ecco i gradi nel fango! ». passava in quel momento un operaio che sor rise e... voltò la scala, capovolgendola. Si accorse- abbondanti date ai poveri ed altre opere di carità saranno le pratiche più utili e meritorie. 3- Infine la, ^ sta bilito le «predicazioniw più frequenti e adattate sta in P"® trovarsi in basso, hcn presto! O^fri o domaci ! "Così è degli uomini ehe sono tulli nelle mani ^el ^ nulla possono da loro soli. circostanza, seguite generalmente dalla benedizione. Dobbiamo procurare di assistervi e di rianimarci così nella fede e nelle abitudini cristiane per pre pararci alla confessione, alla Comunione Pasquale, CONSIDERAZIONI SULLA SITUAZIONE DEr/TOGRAFICA ( n i-ofmìvo (Ir) <• Popolo 1 If.'iliii <1 f*U>(|ni'ntriiifMiti* rii<lr <• ninl:i I rr<enli provvrdim<uiti in ordine air«timcnlo dei #<ilari eri in <>(>ntinuo e lK?neli<o e«>ntrolIo del li.'i «v«po««lo in jiiorni, <*(»n i trniiini drl prohlctiia p.'iitito sui invy./.'ì eonfennnno la natura di quo-lo a-pettn »)|*| {>l':»|>|ritia. 1ullavia r esatto chr il frnomrno <lriuo^afico .'ittini:i- alle hani e^-«<rn/.ialmente morali r<'IÌgio«e (lrn>(»^r;ifi(-o in Ii.iIÌ.i. i ri-'ulUili drlla mniiMi*' ;;riii 'liil K'-;:inn' «• il nunnr<io^o avvr- dri jic»polo. <• an4-hr (|iii. uri confronto fra la cit- nirr riu* ?«i «fTii<< ia alTocvIuo iniparrinir drlIV«a- La intmoralifji r rinfl<^l>olimonto dri ^ani coHlumi f»! a^-i'rntuario infalli nelle ritta allravcrrto ni inatorr. j'hr rappr< -i nla una Irzionr di HÌnrrrilà f «a fruitala .1 'Mli rr. tu «• olttni< ii li ' nostra. !à e la <*.'inip:i;;na i <*onti tornano. milir m.lnif<''>^ta/.ioni «• rontalti dai «(uali la rampa;:na è in ;:ran partr salvajruardala ; IVducazionr della giov<*ntii <-iltadina, la mancanza di reli- fjionr. la mania th'l div<-rtimento di ogni lepa, frf fli'I Hollrtlino nu-n»i!«* flrll'l'.iiiulo «mirale il dilagare della stampa amorale ed immorale, (li slati'«l ira. il r<ipolM d'Ilalia i-onr<Tnia Ir prt - tulio r<illal)ora alla formazion<* di «jurl elima vi.sioni <Irl jiiornal'- pari^iiiio <' ri»»»* <lir andando mal'Mi.o ««lif da prr rfTrih» l.i prcoi rupaziunn avanti di (jur>»to pa».^<» l'Italia un giorno o Tallro Mdtanlo rL'oi-li»*a d"irÌ!idivtiluo. • solTn<*a la Hifm-ndoni .k! un rilÌ<*vo dri 'l'rnips «.ullo ri- a\T<'l»l»r poco da invi<Harr alla Trancia nella tra- <•<' <li*na rosfimza rjelia v(dula drlitttio-a <|imrn- •rcdia <!<*ll<) spt»polanirnlo drilr riillr. Dal IJUn al 1921 si c avuto il firinio <.'i<'lo in fausto Tiri ilrrlitio drilr nascili* dir nrl corso di 1-3 anni. Iia ^ìrfinalo una diniinu/ionr ijrl rorffirirnlr di fjalalil.'i d- l 9 |m j- niill; < ,|;j1 l'JJ.j 1936. f rior nrll») p.pa/.io di 12 anni, dri 7 p<'r mil le con un prrcjrrupantr a<M*rllrrain4'nto risprUo al nujnero drfili anni inirrrorci tra i dur tonipi di csauH'. Nel 1936 vi fn un aunienlo di niatrinio- ni. 5enonrliè {in<'lie ik-I 1931 si segnalarono 32 mila matrimoni in più nri funfraril i <1.'D'anno lìro-rediMilr. elir ri>-Jil aroito in «iran partr iiifr. eondi. Allora, acrive il Popolo (Pltalia, vicn fatto di chiederà»! «e la poliliea donioprufica d<^l Rcigimc, tiranzi di*l foinanfl.in^ nft» di 1)Ìn *. (.ontro la ratena formi^hibile di tante insijHe, <'hr gli svihip))i della vita moderna <*entuplìcano «lai <*ampo d<*l pensiero a fpiello dcH'ofTicina, la ('liirsa ha levato e leva <o#itanl«M»iejile la sua voce aminonitriee. K' dtiiKpic 5u un piano e^sonziainicnte morale, anzi religioso che il fonomeno deve est^ere slu- <lialo poiohe nr.s-Muna jirov\ I.leiiza ma te»» aIr j)!U» hav^tare a risolvere il problema, se manca nclPindÌA'iduo il .senso rj'Iigio-'o tl<'Ua vi.!:' intr-a nei dnveri dei rapporti fra Dio c Puomo, fra la ar«'atura e il Orealore, nei fini e nei destini delPeesere umano. clic si eoncrctn in moltopli-ri provvidenze sia pra- Bisogn/a scruotere^ rintiopidimento religioso, correggere la morale patteggiata fra la coscienza ticamcntc fallita; *0 il corsivista lo oonfcrnia nct- e l'egoismo, rìaecostarsi alle fonti vere della vita, tamcnlc 'Con nniaiv provisioni €.ul prossimo avve nire della Patria a causa del tij)ieo fenomeno di risalire alle orìgini. i( egoisTuo borgliesc ». Ben detto: e coraggiosamentc. Bisogna cioè clic negli individui e nelle fa miglie la fede gloriosa dei padri riviva in pro nale faseista, che coloro che potrobibcro allevare fondità nello spirito e nel cuore con qtiol vero timor di Dio cha rappresonta Punica, effettiva difesa eonlro oguì insidia e lusinga s<.>v\'ertitrjce i bambini presentano invece i loro lu«Jsiiosi ap e pervertitrice. Fenonieno di egoismo tanto vero, scrive il gior partamenti « deacrti di bimbi e popolati di cani e eagmciite » mentre il po-polo piii bisognoso e il prolifico. Bisogna cìiìodc.n' a S. Giìis*'un" ìa Il problema è ben grave e non da oggi ri- o rrgnaglìonza dì spirito: E^Ji era scmpro "• chianiiì le vigili cure del Regime e, sopratatto, fpiale a so stosso^ sia quan-do CììVìan'lnva a (pC-'ì^' le accorale sollenitiidini della Cliiesa. Probleftna che investe il fenomeno di lasciare la icani,pagna per la eì[là, il fallo oconcwmico. ma, sopralutto, la sordità morale e rintiepidimento Sapienza del Pa/lre^ sia. quando cscrr itava il ìnest.i<iref orrupandosi dei lavori più umili e gros solani. reli,gÌ0i?'0. E' solare che per molti appetti il fenomeno demogralico va s-tiidiato in rapporto al fattore Le fatiche intellettuali e quelle manuali siano economico: tanto è vero ehe la denatalità si ma- insieme contemperate, come due mezzi ehe con uifesla pili allarmante nei grossi cemtrd cittadini ducono ad un sol fine: il sen^izio di Dio nella in confronto alla eartipa^gna, dove le sane famiglie rurali eono numerose e fiorenti. nutazione di S. Giuseppe. i MATTINA DI PASQUA Quella biioiin sposa .iveva ijiiasi disperalo «li ve derc quel giorno. Lo vido... T,o vissi' e il suo cuore è .slato rieiu pilo da una gioia tale, che le senihravn essiTe ir paradiso; da una gioia che nessuno più avrebbe p^'tuto toglierle. Hufuia pi*r tutli. severa pi-r se Messa ni:i tli U 'la sevi-i'ilà elle l>io si>lo \edev;i. <(uesl:i sposji sjv ;)eva che se Mio ha f;tltj» l»elli i fii l i i perche le ;m);4li li- olirono ai (oio mariti, non foss.tllro eh? per nascondere il loro aposlolalo. i'. il priiiui fiore era tei stessa. <-lie «apeva vivtv .e un crisi ianesimo belh» c j^ran'U-, inlelii^enle .• sicuro. .\\eva -."apilo che un uomo rcllo ciune d sua Quella gioia era slata ])er(). duraiuente artiuisla. la. Da ve-nt\anni la preparav^ì, rial giorno tifi suo matrimonio. Malinconia <lella sua giornata dì n(>z/<'. (piando, inginocchiala accanto a lui, ha notalo quanto fos. se impacciato e ignorante tli cose religiose ;M)lm «ioli sarebbe eiihMlo se non dalla navata eenlrulo, Italia nav;il;i ove m canla l'unico C.rftlu. dell'uni «a (!hiesa. Oorilinuava. dun<|ue. si-n/a stancarsi, ma aneli* senza oll-'iu-re •iiill.i (app.iri-niciiienle. ahm-iuv') U sua prtMiicazioiU'. .Neppure un gioi'iio si perdelli* <raniiiml ch'ella avrel)he voluto sujìeriore a lei. ])er poter, lo amare senz'ombra e .\'on si senza riserva. Superiore?... \o. suo marito non le era supe. riore. si fa Si con.servn «^oltanlo ciò che si dif^MKlc. I\l»Ii non aveva difeso nulla. 'iiai lulb» il Dio non bene che si la quandft uerim-ltc senipn- che e<i. .Ac»-etlava il grande d(»lore di non i>o:ei.e a T/aveva ])erduta in (piel momeiilo terribile che tulli gli educatori dovrebbero ])reparare.. in (piel momenlo in cui il giovane, non Iroyando in sé delle convinzioni nl)baslanza profondi', non sri rea gire all'ebrezza delle passioni nascenti. sa bene e lui che ha seiiiinalo raccolga. Kgli aveva perchrto la fede, se mal l'aveva pos. sedula. il riccxcre l.i (jmiiinione i-on iM>|in che .«mava e col quale avi'v.i s(»gn:ito di essere aiiihw latit<N un:i » :ii ni<). .via lullo capila (piando l'io \nole v abbiaiiK» ...iputo nierilarcclo; anche la Miprenia delle le, iicilà. .\\e\a nolalo che suo marito da qualche lenipcv {.recava, (piando andava a Messa «/aveva perfino visto, un ^iiUMio. entrare. soh\ ueila chiesa pari'occhiale e. per rispcilare la sua K perchè avrebbe dovuto farlo ? La vila gli si ])resenlava come una coi)]>a l>iena delle più magnifiche promessi-; riuscita neiili sludi, fortuna nella scvlla «Iella com])agn:i della iiberlà. ella si era asUMiiila di entrarvi, (]uell^ sua vita !... Che cosa religiosi in un posto diverso da (piello in eui li mancava alla sua felicità? sera. A\4'va li()\alo parecchie volte alcuni suoi libri veva messi. Due doni.'uiche di seguilo ej^li lu pronlo i)rinia Non era 'contrario alla fede. l'^ra rispetlosissìmo verso i sjicerdoti; gradiva le visite del parroco del paese, ove andava a Irascorerre le sue vacanze, accompagnava talvolta .sua moglie alla Me.ssa; per farle piacere. Ma vi si annoiava terribilmente, sopralutto quan. do le prediche erano un po' lunglie. Per questo motivo sua moglie non gli chiedeva quasi nulla. Sapeva che, dal marito, avrebbe ottenuto solo ciò ch'egli avrebbe dato volontarifimenlc, e che se una piantina doveva crescere, sarebbe cresciu ta soltanto nel terreno della libertà assoluta. !Ma crescerebbe mai quella pianticella? . Avrebbe avuto la gioia di vederla fiorire una maltina di Pasqua? La giovane che si prepara scriamenle al matri monio riempie l'anima sua del profumo di tutte le virtù che si sfor/.a di acquistare; è la sua « ri serva » d'amore, per rendere più bella la vila di di lei per andare alla Messa delle undii.-i. l-lbbe anche rabililà di farsi dire: - Spicciali, ci farai perdere .Messa! lù'a la j)rima volla che ciuel : ci >. li univa cosi in un pensiero nellanienle crisliaiK». Poi. l'altro giorno h- aveva detto, sempliceinen. le: - - ^ai che ora il imstro P:u'roco mi potrebbe a Voglio, ricevere ? (pi -sl'anno comunicarmi con te. I grandi dolori sono muli, le uraml loie pi'. re '•li apri le braccia... Oli angeli fli Dio erano .'diorno a loro... Rd ella credette che un cuore di donna non potesse battere come il suo senza sj)ezzarsi... Quel niatliuo hanno riiu'vuto insieme la (^ouìu. nione. 11 sacerdote, che sapeva, tremava, deponendo colui che Iddio le darà da amare. l'Ostia consacrala sulle loro labbra. Di questa donna la « riserva era granfie. Il suo affetto l'aveva ancora accresciuta. Nfev veèere quelYuomo, Sembrò alla donna che il vero malrimonio av. veniva in quel niomen-to>,,., U\i^ vjia,l.riiuonio che (josì sup'-TÌore per tanti altri punti di vista, ne. C'ctfare questa inferiorità di non capire il suo do. Vi pvuno lìt UiUa la (UlVereiw.a Ira il finito e l'infinito... il primo fra lutii! Ajiorn s"!- nio^^lie cominciò a predicare con la '' fjj ff[i('}!;ì predicazione suprejiia che si chia. Casa iH'Ila abitarvi... vedersi, ma più bella e flolce ad Lavora, lavora al migUorajiwnfo dvUn giovoti^ tù: anche il poco è qualche tosa, e Vimpecìimo^vto del male ai giorni nostri c già un gran bene. UN PRESTIGIATORE CHE FA SPARIRE I LADRI E' morto n Torino il Canonico Antonio Fran- cliiiio noti^t-.ÌTiio in tutto il mon<l»... th ì rarr^-rali per strito il nontii»u;rtor«- «Irll'oiKTra inizia ta dal Ilcalo Cafa-^-o v «viluppata cln I>on Boiwo SajUo alla ^ì>\h* (li favorim l-u rial>ilitQiìonr nvoralt- <lc-.i colpiti dalla umana pumi^.ia. Al Cappellano drllr ram-ri piiiaÌTiiaric ili T^ Tino, «-anoniro D^'^faJVHi «i pn-j^mlo un giorno il tcol Franrliino pi-r --hicMhTirli .li a%n'icin;Lre i pn-ill.lirali più trrrrl.ili «• vrilrn- di indurli alla r»*-ipi»*<t'n/.a. l-iM-ria pnn- di--'- lintrrp.ll.ito mi -i j:uardi :rlh- -]iaIN*. <'osÌ riy^rlva a concpiiMan* i peccatori più in- «hwili n<*l vizio, o poi non li ahhan<lonuva più, li iiiutava in i*ar<MT<' c finita 1<*ipia/,ion4!, molti* pli<!aiid<> an<*<>rii p(rr «iHsi un Ìnl<*r(v**aine.iito, una ;(r.^ÌHti*!)/.a cIh* hì morttrò «•flì(**a<*i><sima hsIÌ <*ffelli d*'lla n-d<-n/.ioiic morale di tauli poveri caduti. i n ilhiMre ma^i«trato asfistendo un giorno ai pi«M«h<-tti di prcHti^jìo del ranoni<-o Frannirnn», fili dift«4e con convinzione: Ma lei fa anelie H]»arin- i ladri. 1% v<deva dire che l'azione di rtae<irdotale ea» rità che il buon (^an(>ni<*o an<)ava -voltiendo vertM> tanti infelu-i. av<wa il di soll«'\*arli dul ia loro abbie/,i(»ne e di tra-^formarli in aulenliei ;!alantnoinini. DOVE CADONO LE OBLIEZIONI Hrnr. r Iri vmjia a vrd. rr roni<- mi pnvH-.mrrò. Il irol. I''ran'--liinti. inirodollo n< IIa nlla di un ro-i 1" alil.or.l.-.t ttn ^inrno si itn'smtn rn'ììa sua vanwra tin indi- V .aliiKT li-i •!! f.'"- vidiu} ritf aìVarin v ni lin^tuf^fiio fra farilr riro- vita <lt'l Santa ('.ttritli} tV/irs si logfio vìia .lire f.-.- ^p.-irirr la ialKi.-.lii.Ta ,-hr tni.-vn n. mtsrrrc jkt un tanno del firan mondo. Egli jé I>"i- •liiian/.l alla .•.iri..-ilà .Irl.nulo. il ^i..va.M..upi Miri ,1,-1 -l-'rialo un ine/,/,.. al (•anolalo. I" -aiutava raiiii^Iiann.-nt.- <• p.is-ava in iiii'altrn r^'^lla. ... • i* Così 8Ì a<-<-atlivava la simpatia .l> cpioi ziili li '1''' loro'raM. Hu-va Ir rx>n.n.i.>ioni ai parrnli r dava lutto il pralioo suo appo-io per .olirvarli dal loro jilato. Xon aii.IÒ -.a.. '-I"' l>"ro<-<-I.i ,< inqi.ilini » dc'IIr Nuov^' coniim iarono a pt^rd<-rc le V..,; ,]ìo av<'>vano prcvon/.ioni < av« w « roniro i i)rct.i o a chic, <n'nnzi> risin'tlosttnn'rn'l e il Inion (.liralo, ero dendo irt<loì:inarnf Vintfnziono, gii additò il /«>. colo Sfinhcllo ovr solevano ini:Ìnor.ihiarHÌ i suoi pmitcnfi. No, Siiinor rìtrato, dissi' qnt'f Sign-orv con sor riso snrdonifo : son vcnnto per (jitos^tionaro. iin co con lei o non per con fissarmi ! — Va ho.noy risposo il ('.tirato^ ma prima ingi nocchiatevi qui c confiissattmi. — !\Ia lei schcrza, signor Citrato: io non ero do alla alla Cottfosionr! — Non im/forfa: ronlcssatovi lo stosso! — A/rt è impffssilìilo qiiando non ci *rc(U>!.., Insomma^ qnvlVnomo, vinto dallo istanze del San- 'k«c in l<-llui-a li1>i i f'""'»' T"'l" to s'inginocchiò quasi macchinaltnonto senza t;o<uno ,.on.i"o,iò a piHn,.a.-r ,li n..-1,t<.,-,«. .n rosola Iorio. con la VonVi oonfp-waniiii, ma ila^^idcro qniel prete ,-.hc fa i -ioohi -di prestigio. Allora il Fi'""'""" il buon Curato gli jero faro il segno delln Cro co o comineiò <i iNìerrogiirlo per la eonf"ssionc. Questa comin-ciò nudo, ma poi finì molto bene. premuroso in M '^iio santo, nuclla ccJla cn ei rivelava oomc sacerdote tv t> Rialzatosi quolVuomo, tutto rasserenato e contonto, diodo un profondo respiro come se gli vero emulo d^jl Beato Cafa.-ao c di Dou Bosco se liscilo un poso dal ciiorcy e rivoltosi al Santo^ nel saìiaac le niesiiì e i cuori ipiù amimalaU e f^a- colVac.conto della più profonda convinzione'. — Padre, disse, adesso sono tranquillo... non ho Neirinvorno del 1926 la Queet.ura di Torino piti bisogno di questionare sitila verità della fe riusciva ad acciuffare nmo d-ei più famosi ladri do... non ho più dubbi nella mento... credo alla inlernazioiiali, ri)eercato da Lulle le pClizic. divinità della nostra religione! L'indomani il canonico Franchino amdò a tro varlo allo carceri, e naturalimonilc sì p.rescnlò GRANELLO coi suoi piacevoli giochi di prcisti^no. Ogni minuto che passa è un minuto dì meno che Meravigliato il ladiro — che era un... couipe- abbiamo da vivere. lente; fece al Canonico Franchino questo coniLe ore passano e ci son contate a debito, sta scrìt> plimecito: , , . , *19 Ma sa che lei sarebbe un ottimo borsaiuolo. Il buon sacerdote sorrise e poi os&e.i-^ò: So anche far sparire le maoohie che hai .?ulla ooiscienza. Oh! e in ohe modo? Con l'assoliizione, che può darti la ipace del cuore. Ma prima, s'inl-omlc, dovi eoniessarti. to su certi orologi ; vedicimo che non trascorrano indarno per noi, prima di addormentarci alla sera, pensiamo come abbiamo impiegato le ore della gior nata; e, se troviamo di aver trascurato qualche no stro dovere per aver troppo concesso al riposo e al sollazzo, pentiamocene e proponiamo fermamente che ciò non succeda nel giorno seguente. " Va parlare col vSanto Padre!,, Poco tempo fa un vescovo francese scrisse rispet Ali indomani mi presento in Vaticano con i) bim to a Pio X; — Passando io un giorno in Piazza S. Pietro, m incontrai con un stuolo di ragazzetti, ve nuti anch'essi in pellegrinaggio alia città eterna. Mentre scambiavo qualche parola col capo della comitiva^ mi accorsi che uno dei bimbi faceva il possibile per avvicinarsi a me. Dissi pertanto al ca- bo al fianco. Subito dopo la Santa Messa, il Santo Padre ci ricevette nel suo stesso oratorio; prese il bimbo per una mano c gli chiese con dolcezza: •< E' dunque vero ciò che tu chiedi? «» " Si. Santo Padre ! •» " Ma hai pensato bene su ciò che devo chiedere a Nostro Signore per le? Bisognerà lasciare il mon do.......... • Voglio esser missionario! soggiunse il bimbo con franchezza. " Kiiletti che il mondo c bello e che la tua richie. sta può portarti alla morte e fors anche al martirio " Voglio esser missionario »• 11 Papa, mirò teneramente il bimbo negli occhi e iv po che lo ostacolava: «Lo lasci un po' venire». Il bimbo che appena contava dieci anni di età^ s'av vicina e io accarezzando gli chiedo: «Che desideri?» i-essi nei suoi occhi che il segreto era per me solo e mi chinai un po' verso di lui. «Desidererei tanto chiedere una cosa al Papa» mi disse dimessamente all'orecchio. «Che cosa?» «Che domandasse al Signore, s'io potrò essere missionario quando sarò grande». Credendo di non aver ben inteso chiesi che ripe tesse. «Dica al Santo Padre che chieda al Signore s'io potrò esser missionario quando sarò grande» ripetè pronunziando piii distintamente ogni* parola. 11 giorno appresso, narrai al Papa l'accaduto. Rimase il santo Vegliardo un istante pensieroso poi, colla sua abituale bontà mi disse: «Desidero vedere questo bmibo. Me lo conduca domani dopo la Santa Messa e voglia anche indagare sulla sua fa miglia ». M'aspettavo questa domanda e risposi subi gli disse: «Vieni con me» e lo condusse al suo in ginocchiatoio. Papa e bambino sono in ginocchio. Il Vicario di Cristo tracciandogli paternamente un segno di croce in fronte, proferisce queste parole: «Cosi sia. La benedizione di Dio sìa con te ora e nel futuro^ che tu vuoi conoscere per mezzo mio. Il signore t'accompagni sempre nell'ora del pericolo e abbrevi le tue sofferenze ». ^^ella cappella tutto era silenzio, solo s'udiva la commovente preghiera del Santo Padre. Io non riu scii a trattenere le lacrime; soltanto il futuro mis sionario non piangeva. to: «E' orfano e chi si cura di lui è un lontano paM'interesserò di lui senza dubbio, dica al mio se • praticava le virtù ninili <> nasco^\K maruunendosi srnipre calmo, sempre sereno e gretario che me lo rammenti » soggiunse il Santo tranquillo^ osservando in tutto una perfetta con^ i^adre. forniità ai voleri di Dio. donna «diì avn*id>»* M'liiar<'iato il rapo del «serpen ti- innidialor**. i-mh* ibd dnnonio. I*..ra jl Mr««rtia. rior i] H<'d -ritorr, pei* la eui mcdiaz'oirt? tulli i:li uoniitii po!4*«»MTo riae(|iii*»lar«* il perduto dirilti» alla CASTIGO DEL PECCATO DI ADAMO ED EVA « PERCHE' TANTI NON FANNO PASQUA? » ApiM iia • frutto punliili.. \i|;i!ijn pri-'C-uuit iti «lai rimordo. I;ì \ n. «{<'1 " I»*' .« l«»ro. i - i« aitum n.i- -romlrrsi al -Jii» .::u.«»"<)•»• Ma lililio ; rtiOf A'Iuituì, </or«' , !•: .. Jr/'|. noti il ìnitf» pruthi^a r AfKiino trillò MU-.ii-i <lir'-ii(io: 4. La r/o/iriH rhr mi fuii ildtn i>rr r'>m/mA'"". "i* ha pòrto fli tfu*'! jnittn, r io w ho mnn-iitt<> >• li (ii--'* .l'I imi /» fdtto < iò ? /. Kva rispit-r: ili Cn ;;invatir fli ntt'tra co/nf.^'enzti, trascur/ivn assai faeiitnente le rttse di reli'^ione, e ipianfo prefetti} jiasipude the noli tt/h-mpiva da pareci'hi si /nìteva vivere hene #•// i'ssere fiaiaritiiomini . ^in il fia!anlu<>mÌMint li> i/itemlei a nel senso che r di moda, mentre il Signore non tiene fiainntuomo ehi non adempie in tutto i jiropri fÌO' veri. C.osttti prese m(*filie ed ehhe la sorte dintontrarsi in una giovane tanto /iia, dolce e mansueta che si attirò in breve il cuor del marito, v potv mi ha innantiata I)i(. allora iii;il<-'li^T il j-crpriilr. mmlamiaua >nÌM Ì;irr siiHii N'n;r |>rr Iiil.la la vita. I\m rivolto ad Kvj li fatta sf'utirnti- è lina iu'lla risposta nutti^ soleva dire ehe " artehe senza tante pasfiuc. ^ - ili--- l'I'l'" - r'-'rflr h-nii, sf prrrhr vita rli-nta. c Mi'll'pl'rhr'ò su di fi- Iv mi.svri(' '• fili tillanni: (irmi i tuoi filali nrl dolori' e Sdrai sotto il dominio dol marito^. Indi (IÌ--1' iiil Adamo: « La U;ra sarà malcdrt- /a per rafiion fittt: rssa ti darà triboli e spirn'. mafiet^fxiarlo a suo taientf>. .Ìil<>ra si parlò di Posqna. Alia prima proposta H marito chini* il cajto e tacfpte: aila sectniria risptìSi' balbettatiflo ahuni pretesti: alla terza f^i nrrvse. Ditfto diceva di esere contento di aver fatto In ì^asqua. *" f'j perchè, dunque, gli domandò la sposa^ non jMartfiirrai il jroutr, l'avevi più fatta?,.. " ''Parte pi>r semplice trascuranza, parte per ri sinodi eh'' in morte non riduca in polvere U ino spetto limano^ e parte perchè avevo un caos i corpo, perchè sei polvere ed in polvere hai da ritornare ». ^ rosiùenza che non sapi'vo sbrigare... ** Quindi Iddio vrsti Adanio od Eva di pelli d^i- fliiinali e li <.'arx iò dal l^iradiso. nicltondu un CAie- CONTRO I SENZA DIO (jnquemila vecchi coinbailenti; cattolici, tesUvnti eil anche ebrei, si sono riuniti a alla sala Wafsram. i)cr prendere in esame P''' rieoloso e funesto niovi^mcnto dei « senza Ui K' stalo votato il seguente ordine del (( Cinquemila v(X<du combalLenti. riuni<t^ il ^.cnnaio 1937 alla Sala Wajrram. a V Tunionc palriolti-ea francese)) affermano eiivita, Tordine e la pa<M? della soc.ictù nosx-ono e?<5ere fondati che nelle realta li- ricordano che la civiltà francese devo i" particolare le sue origini airideali^^'mo constatano c-be ([urlila <-ivi!tà è uie=(sa hi rubino, armiito di fiiunnu'jrfj; ante spada, a (Mistodire l'ingresso. ^ Per la loro uravc disohhedienza i norilri geni tori caddero dallo stato d'innocenza ed involse ro nella disgrazia di D o, eon sè stessi, luila,la lo ro posterità. Ma Dio mi^.cricovaioso non volle ab bandonare il i^enere umano e lanciarlo nella per dizione m^jritatasi. Perciò, dopo la caduta di Aclamo di Kva, promise che nascerebbe dalla j) dalle dollrine maloriali^ticlie dei c i)roelanKino il dovere imperioso delle faniiii'lie spirituali di unirsi strcLtaniciite tare "insieme contro la nioiitatute forze della barbarie: dichiarano j^.rauo la loro decisione di non i)ermetterc _„ccc^ tlivitti, per nessuno, in (jiiesta lolla. i ^ coiiiu'^^ deve salvare il patrimonio spiritua e la smessa Francia ». LA MORTE IDEALE L' a n n u n c i a z i o n e : Parlarvi di morte? Ecco, non era proprio la mia intenzione, ma ne sono in certo modo costretto, da un dialogo intercettato in questi giorni, che vi riferisco. I" Signore - Hai sentito del nostro povero ami co. Alle II era ancora nei catfc. .ilie 11.30 era già morto. Che bella mone! Non se ne nemmeno accorto. 2" Signore. - Sicuro, che beila morte, scn/a sof ferenze. K" questa la morte ideale, che io tni augu ro: un colpo secco ed,... amen. Vi assicuro che mi sono sentito accapponare la pelle, nel sentire come il grande, icvtibile problema della morte, venga preso cosi alia leggera, da tanti che pur furono battezzali. Un co.po secco ed Amen? Kd aliur.i, perche la Chiesa invoca da Dio. nelle Litanie dei Snnti: Li beraci da una subitanea ed improvvisa morte' li' vero che le morti improvvise, pur troppo so no frequenti, ma non e proprio il caso di augurarla a nessuno, neanche al peggiore dei nemici, tanto meno a se stessi. Un colpo secco. E dopo? Kcco. se fosse finito tutto, come dicono, ma non nell'intimo, gli incre duli, sarebbe davvero ia morte ideale. Ma dopo quel famoso colpo secco, incomincia una nuova vi ta: l'eternilà, ia quale sarà come saremo morti se in Grazia o disgrazia di Dio. e la nostra morte, salvo casi provvidenziali eccezionali, sarà come In vita che avremo vissuto. Dopo la morte, quindi l'eternità. Se la morte e improvvisa, e siamo in peccato mortale, senza aver avuto il tempo di fare almeno un atto di pentimen to, ecco allora reternità di tormenti, in parole po vere: l'inferno. Dunque, davvero, la morte improvvisa, non è la morte ideale, nè per le famiglie, che si vedono strap pati i propri cari improvvisamente, nè per l'Anima del defunto. • ^pira ofìorof^a Vaìtra maftvMina Ed allora, non invochiamola inconsciamente so sulle pendici e nelle amgne valli, culla una voce ancfelica divina, pra dì noi, ma preghiamo la Provvidenza Divina di che scende a volo dai celesti calli. Ma siccome nel Vangelo è detto, che la morte viene m sordina, come un ladro e di nascosto, e po trebbe quindi anche essere improvvisa, ecco il rime Le vaghe erbette, i fior primaverili, le nove piante dalle gemme d'oro, dolci si piegan, tacite, gentili, per dare un bacio ed un saluto loro. Scende dai cieli, splendido, solenne, un divo Messo pien di lefj(fiadvia, tenercela lontana. dio: Stiamo preparati con una vita più cristiana, più compresa degli ideali spirituali, in modo che sempre possiamo essere pronti. Con sempre maggior affetto — il viatore che non augura un colpo secco a nessuno, nemmeno a quei famosi dialoganti. che srintillante Uhm le s.m ì^Hmw ^CT'SO 1 ostello d. una \ er(iin pia, orante, genuflessa, al del rapita, cui diede il hcirannunzio-, a Ave Maria : )>. La preghiera, il digiuno, Velomositia, colpisco no la triplice radice del malv-, la suprrhia. i •Ji, l'avarizia. Il bene fatto al prossimo nobiliterà là nostra imperfetta penitenza. Il digiuno rinfor za la preghiera, la preghiera rinforza il digiuno. - R e: S U R R i: X I T Aìlrlu'ni! IJìns'tt i/riiì'i ilt till* i/r» ^zti 'nitrr- SICUT 9 DIXIT elir fMsa sri/na drl suo nono- ih Ila sua im rutto iliiniìitf il liiiif/o thifilo th Un (^mirt simn pronta il tempo fin passa tra i \ isjn'ì del r Snhnto à<anto /• l't ffifio di nona thl satntto (Irlhi Passimi* . rtsunini Ìii nifut lutufo a ru miniinn ihijto fa l'fìi tfi'ost . l( thithi rif/ilin d'I- In tjnimh stth ìinitn iti /'»/ trnipo t'innjtriso tra (fUi'- v7//</. sti dm pi-riodi rostit nisa' n Siqunrr ♦' n roìitrìttr f ìsiiscitnto. .1 Uri il in ! i itì chr in liturifia si diff trmpo pnsffuah . i 'itt i hf t'ara 11» ri : ^a (/le H' uscito tini Si jiftli ro f'olui <'/ir //'r noi r stato sos//rst) al li fiuft ih lìa i rò sto t*'nipo '• In ri fi''t ifili frrqainti . insn:.iahih . ffi rr. .1 ih luìd... fos'i diif. dill \llilnia (Juisto r if i-anto ili / sunti friinUi di;ili -l"' ifili n pronuni iai'r f/iiisto i/rido ili ifioia ai piedi del trioìifo fili' hi i'hisn pari non alfhastnn::'! ti pt trrc per ih/n- ahnin ni troni» di hio. ì- passato nel Dirììi more I stilh laldira della lìfihnton-. C/iii sii: nini Dolrr frstn di Pdsf/tin in rui tutti i t-nori t ristifini battono nlt'anissoiìo. ! l'rsta del fin-fdan- dowi'- ' pari'' fantft, fai non si ijna, rome foronn. l'Allrlaia. rninnim i alla santa '/("• itt r/if nr r la arda tlonii' stico I- dri ti-tnpio santft, nantr del tempo pasquaìr. il tao rif'ftrdo risrcf/tia i , pii) indiffri'i nti < scrìidi- Ma rironliamori rhr il t <-f)tiir Uìi rai/ffif ti' sto non mUO- rr pia. l. risuscitati noi ndlf aninir tristi <<l addo lorate. Si- direhfx- che in (/nrsto <tiorno l< f-a ni pa ni- parlano un linffuamfio-più ehniuentr e più maest<tHo. l'ià risasrilato '' ''' i profumi del fiori, pia sphndi-nti i fatu-hi dell'aurora, pi'^t atleffre (e pri}ne mattinate dei, eantori alati della printarera. Tra le soleniilià delVanno, la festa di Pa squa è quella ehe si prolanqa di più, permonito (Per la 1' Comunione dei vostri bimbi) pan alla rita delia ijra-tia, non ritorniamo più alla mori»' drl prrrato. Dopo arrrr at tarra 11> alla rrorr dò che SPaitlo eltiama i'<( uomo rrcrluf 'i. ca mminìomo per una ria tutta nuora, ccrchiamo c f/Hstiaiìio (fuanfo sia soarr il Sipnore. Quando il rrisfo, che r nostra rita, rom- paririi. allorti nuchr imi , /inrirriii" con l^ui )iella ploria. L'ARMA DEI CATTIVI Monti-c il ixnuvdc inipcratoiv {.rrco Alessan ^ Troppo lusso c troppe distrazioni per il gior no della prima Comunione, specialmente per le strargli del vclono, sotto forma di m<'dieina. " bimbe. Pavere creature innocenti che sono storl)eratoi"c nascose il bigliotlo sotto il <^' 1 ' nate dall'effusione con Gesù, per una sciocca zalo. Il medico venne, versò la medicina e g fiera di vanità! Per certe famiglie - troppe - c'è in prima linea la così detta "bella figura"' prima ancora del Signore e delVanima delle loro bimbe Cosi più o meno dobbiamo dire della Santa Cresijna. Persino visini incipriati e dipinti Potrà in tal modo essere questo un giorno di benedizioni e di grazie per quelle creature e per le loro famiglie?.'. dro, era ammalato, ^di fu riforilo, \*cv noiiima, che il suo motlioo intendeva (Moné». L. Grassi) porse. Egli fissò in viso il suo amico, bevve il tenuto del bicchiere e poi gli presentò la . Il medico era stato calunniato. « L'anomm aveva voluto farp:li del male. L'imperatore av voluto mostrare invece con questo alto ^ ' sprezzava le lettere anonime. _ he lettere anonime sono l arma dei co-t no atti di vigliaccheria brutti e. delittuos devono sempre condannare. ' ^ 10 Le inondazioni negli Stati Uniti In seguito alle lunghe e torrenziali pioggie e al le abbondanti nevicate negli Stati Uniti d'America, i due grandi fiumi Mississipi e Ohio coi loro af fluenti sono straripati su un fronte di 1.600 Km., devastando territori di ben 10 Stati: l"Ohio. il Kcn- meno importanti hanno dovuto essere <:omp;ci3mcnic evacuate. Vi sono state più di 500 vutinic c olire un milio ne di abitanti restarono senza teiio. I d.inni :natcriali si calcolano a circa 15 miliardi cii lite, L.* città di Jcffersonville dì più di 50.000 abilARti neU io Stato di IndÌAns, sommena quasi coinpi«lamente dalle acque dell'Ohio, duraole le recenti inondazioni. Si vedono solo più i tetti delle case più alte. tucky', l'Indiana, la Virginia. l'Arkansas. l'Illinois. ecc. A Cincinnati le acque dell'Ohio sono salite di 23 metri. La citta di Jeffersonville e molte altre CHE SARA' DELLA SPAGNA? Le profezie e le rivelazioni di Suor Maria Rafols Si riportano alcuni tratti delle profezie fatte dal S. Cuore di Gesù nel 1832 alla Suora Spagnola Ma ria Rafols: « Mia figlia, ciò che tu scrivi ora, sarà trovato soltanto nel mese di Gennaio del 1932 da una delle tue figliole-... considera che tu non puoi comprende re tutto quello che io ti dico, poiché io non lo dico per te, ma per altri figlioli, dovendo venire il giorno m cui saranno violentemente perseguitati. Essi avranno a che fare con un nemico avido di far scom Il P-esidentc Rooseveld, che si occupò persona), mente dei soccorsi, potò alTermare clic queste in- ncmdazioni •< costituiscono la più grande catastrofe nazionale accaduta dopo la guei ra Spagna. Gesù le rispose cosi: <i Non icinere ; quali siano i mezzi ed i tentativi che i miei figli escogi teranno per distruggere la fede nella Spagna, non riusciranno mai. A tuo conforto e a tua tranquil lità ti assicuro che per amore delle anime giuste pure e caste che ci saranno sempre nella Spagna* 10 regnerò sempre in modo- particolare su di ^ssa hno alla fine dei tempi ». Nell'ultima parte prean nuncia la vittoria finale dicendo: uPiuttosto che la sua fede vada perduta io distruggerò i popoli! Que sto scrìtto sarà trovato quando l'ora del mio dò-mi nio in Ispagna sarà vicina. Ma prima Io disporrò che essa sia purificata da tutte le sue macchie. Nel la mia amata Spagna Io devo accendere con mag parire la religione e perfino il mio nome da ogni gior forza il fuoco divino e da essa sarà comunicato 'angolo della terra ». Qui è evidente che vuol riferirsi all'Associazione 3 tutto l'orbe ». Queste profezie vennero inviate a Roma dove dei "Senza Dio... E prosegue: « In quel tempo dopo un serio esame, ebbero l'approvazione per la no le immagini e vorranno cancellare da tutti gli stampa e da quel momento tutti dovettero ammet profaneranno e distruggeranno i templi, spezzeran angoli, da tutti i rifugi della te«a, il. N,Qme; mjila: tere, che. st. ^evu\. agaì spaventosi avvenimenti spagnoli si constata ch^- i^a allora si lamentò col Salvatore pre- ^axidolo di allontanare tanta calamità dalla sua profezie si sono avverate in modo impressionante. (da « Il Cittadino » di Lodi) n LE PARABOLE DEL VANGELO LE RELIQUIE DI S. GIOVANNI" BATT. DE LA SALLE Nel gennaio scarso le Reliquie del Santo Fon datore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. S- Gio vanni Battista de la Salie furono trasportate dal <5 d m // l'itrlt'ii rnHr r. tr'/tiif di .S. (inu'-iiini {hil/isln l." tfhiinit' ulte jiortf di Honitt Belgio a Roma, dove verranno custodite nella Cap pella della Casa Generalizia. Ovunque, durante il lungo percorso, a Milano, a Biella, a Torino ecc.. masse imponenti di fedeli hanno reso omaggio alle reliquie del grande Santo, Gesù (lis^sc; Un tale aveva un alln'io di fi<M) piantali) nolla vigna: andò per cin'<;arno frutti e non lu* trovò. Perciò dÌ3sc al vignaiuolo: Ecco, son già ir,« anni che vengo per ecrcarnc un frutto in quost'alboru e non lo trovo: strappalo via; i)crchè mai l.irnr ozioso il terreno ? « CHE FAREMO SENZA GESÙ'?» Kn, il 31) tlic'mhrc |fM() <• "<• pirroir Suorr dn no in una città del centro della !• rancia. ^ « poveri vecchi, allo apunmrr ilei f^ioriio viag;;io era stato lunf^o e penoso. „ no affamate ed intirizzite dal freddo. Po- ' Ariche noi saremo trattati come qiu'sto alhcro. tremanti scesero dalla vetutra. Erano aspe a e si procurò di offrire subito ad <'sse una Dio aspetta e ci coltiva^ ma. vuole assolutaincnte spirale^ perchè si riscaldassero e si che diamo buoni frutti; altrimenti subiremo (a sorte del fico sterile. ' Ma le Suore domandarono la via della Cti^ yi andrete dopo — si disse loro. E quelle: , , -n tro- — Che faremo noi qui, senza Gesù. JJove ^ NOMINATI PRELATI DUE EX-PASTORI PROTESTANTI J1 Santo Padre ha recentemenle nominato Suo veremo la forza necessaria per l'opera ' E andarono in Chiesa, aiicoltarono la S. • e si comunicarono. Comìinione j>rodigiosa, che inaua^urò a prelato Domestico un ex-pastore anglicano, Pa- l'opera og^i cos) grande e così estesa delibi flxe Ronald Knox ordinato sacerdote fin dal 1919 —^ ha nominato poi Vescovo di una diocesi in Suore, tutte consacrate pei nostri poveri vecc glese, lui altro ex-pastore angligano Mons. Piskitt; rale, sole che vivifica le anime, le soU^^^ onda egli è stato destinato Vescovo proprio di qvicUa città in cui visse quale pastore anglicano. UEucaristia è il Sole della vita spirituale ^ lo, le rivolao ai piti miseri fratelli-. 1^ d'una prodigiosissima carità. . 32 Il (Inulti «iignifM'a la i'onvrrsion»* dcizli >l(di <• drirli ahri I)i.««'<-)»oli d< l . Apo- I,f Si'rrrtf. I«* quali i'<niiiiM Ì.ini> dopo i) ( -ìgni/i<ano ^^li «M-ruIfl 4nn«ili.il>oIi drì (^itid<'i «-nntn» ('.rif^to. Il l*rrj(izio, eh»' iinisrr <Mdl Ilos^nna in F.xel•iiiinifìea l'iMiirata xdi'nni*. rh<' f<N'r G. OJ in ( ^«•rii'-ali'innH* nrl ^i»»rno Palmi*. I «• alti«* Srrrt'tr, rh«* -ti;ni 1Ì«'ano l'af-'iionf i!<d Si^non-. L'alzar (h-lT Ostia sinnilìtM la rl«va/i |i -lo SIGNIFICATO DEGLI ATTI NELLA S. MESSA ('.rl>lr) La S. è un corn,pendio dì tiittii la vita di (;. Cristo. \j Introito signifi.ca il d<';>id<M*Ìo clic avevano ì S. Padri della venuta ^cl Signore. 11 Kirio E^eison lignifica le voci degli stessi Patriarchi e Profeti i quali domandavano a Dio questa venuta, da tanto tempo desiderata. 11 Gloria in oxcclsis signifiea la natività del SiM-nore. in II I*atrr nosirr «ijinifMa 1ora/.Ì<ìnr ihd Si::no* re ni«*ntrr pen(h*va dalla <Torr. I! roìiifi'r (ìi-irOKtia -ignifii-a la frrita d«'Ua lancia. l/Aunìts ì)ri sileni/ira il ])ianlo (h*ll«' %faric nella d<'p<»si/ione di ('ri'-to <lalla C.rore. La ('omiinionr del Sae<-rdolf «.ijrnijìoa ]n pollura. 11 l*<isirfiin!iìiit> signi(ì<a la Ki-urnv.ione. Le Orazioni vMgnilìeano le pre.M'iilazioni <'(1 of l/ifo ferte al Tempio. fììissa est sL;;riÌfiea P A^^'cnsione. La ìn'nftHzi<m4' <U'l San-rdotf significa In ve Ij Epistola significa la predicazione di S. Gio vanni Battista, chc invitava gli uomini a Cristo. Il Griidualc significa la eonvei'ssione rlell<^ gen ti alle preHiohe di S. Giovanni. U'Evan^elo signifiea la predicazione dì Nostro SigTiorc. nula ilelh) Spirito Santo. \,' l'^fantit'Jo al fine dclhi predii-azione »legli A,iK»stoli. (|uanto ripieni del lo s|>-irito Sant'o. Coniineiarono a predi<iire ij Vangi'lo pei- tutto il inoinln e I»rineìpi;irt>i)t> a convertire tutte le ire.nti. ÌNlOZlOIMl A. n o o r s bibl-iome: S Abbiamo detto che tutta la storia e la vita o t 1 e ro rr» du<M' al v<'-li!)olo - Dal VJ'f>tiboln una -iola jiorla di Betlemme ha M suo cenlro nella Basilica della dà ai'cesM) all'interno di'lla Basilica. Natività. Quandi) .«i varca questa j>or[a si abbraecna con uno<'<'hiata la j)rlina ]>arte (b-ll imIìIiì-Ìo. un rei. Betlemme avrebbe continuato ad e-isere un oeeuTo borgo senza il fatto della na scita deb Salvatore. Infatti S. Mat langolo metri largo 26,20 iliviso in cijique navate da quattro ordini di colonne m o n ol it iche di pietra rossa del teo - riferendosi al profeta Michea scri'^*e : E tu Be- tlemane terra di paese, alte 6 Giuda, non sei la minima tra i capi di Giuda : poiché da te uscirà il con dottiero, che regcrerà Israele mio £ questo condottiero è nato a Betlemme, là o- ye sorge la Basilica della Natività. Qjjius-a tra J-e mura di tre conventi la Basili ca ha un'apertura bassa e stretta che con- 1l»,ju(, 33 me. tri. La navata prin cipale con Sii chiude un'abside si mile a (juella delLa Grotta dete» Natività occupa il eentro della crociera e si esten de verso l'est. Di questa Grotta, chc si trova sotto la Bacilica, diremo noi prossimo numero. Una stazione internazionale di sport d'inverno: il Sestriere Questa stazione si)oriiva. elevata a 2000 metri sul mare, gode meritamente la fama della migliore la " Duchi di Aosta ne misura 52 con 270 letti m 184 camere, distribuite su 14 piani ai quali si 'jtazionc internazionale di sporis invernali ed estivi. accede per una rampata di 600 metri di lunghezza- In questo punto sono d'accordo, una volta tanto, àia la stampa francese che quella tedesca. li Sestriere, che si può chiamare quasi una crea^Jione di Edoardo Agnelli, fig-lio del Senatore Gio vanni. morto tragicamente per un incidente di vo- Oltre la facilità di accesso da ok"» Capitale Eu- Chif»»" a\yinlitnt il montr Hinnchcl(m. 2f)23). ol cenho il «nonic 1^"unoia (»"• a deitta il tnonir Si»e VISTA liJ'-I- SKSTIUICMK 2658): f)ieuo In pincin Bianchelli* n Cliir«A di S. Eclootdo. SUOI DICI.LI^ Sin*' MONI A(iNI'- ropea, vi hanno contribuito gli alberghi sontuosi e lo nel porto dì Genova, fu dotato dal Sen. Anelli, di gran lusso, edificati con una grandiosità e origi oltre agli Alberghi e alle due teleferiche, di una nalità eccezionali, sotto l'impulso del Sen. Agnelli. L'albert'o di gran lusso «Principi di Piemonte» ha 9 piani con 35 di altezza; la «Torre di Se striere» misura 40 m. di altezza con 160 letti; quel- IMPRESSIONANTI CIFRE SULLA STRAGE IN SPAGNA DEI SACERDOTI CATTOLICI Nonostante tutti gli sforzi per arginare la guerra civile in Spagna, la lotta tra i bolscevichi e i nazio nali contìnua spietata. Quali conseguenze abbiano avuto iinora gU av venimenti spagnoli, specialmente nel campo religio so, lo si desume da un impressionante calcolo sta tistico deir«Osservatore Romano». Prima della guerra civile il clero spagnolo era magnihca chiesa che sorge presso la pineta monte Bianchetta. in cui hanno lavorato e * artisti. Il Sen. Agnelli la volle dedicata a S. Edoar do, in memoria del figlio. composto di 60 Vescovi ed Arcivescovi. 33*5°° cerdoti e 20.640 religiosi. Il Collegio spagna o Roma ha redatto una statistica, basata su 200 e tere di Vescovi e Sacerdoti e sulle testimonianze 188 sacerdoti ed 8 Vescovi venuti a Roma. Da ste testimonianze risulta che in tutta la 40 al 50 per cento di sacerdoti e di Vescovi stati assassinati dai rossi. In nove diocesi a pc tuale dei sacerdoti giustiziati è delVoUanta to ed a Malaga raggiunge persino il 9° P® . Dalle relazioni di 23 Diocesi risulta che q le Chiese sono bruciate. ^ M — Note d'Azione Cattolica LA MORTE DEL PADRE RIBERO Dopo avere considerato come sorsero le due gran Nella sua umile veste, nella sua scmpliciti». Padre Kib'cro era un capo. Era il capo di una popolazione di Associazioni Femminili Donne e Giovani d'Azio ne Cattolica le quali formano l'Unione Femminile Superiore Generale del Cottolengo di circa quindicimi la persone che a lui obbetiivano cieca mente perchè in Lui Cattolica Italiana (U. F. C. I.). vediamo ora lo scopo della stessa U. F. C.I. Essa esplica, dice lo Statuto, art. i.. la sua atti vità nell'intera e filiale dipendenza dalla Santa Sede e dagli Ecc.mi Vescovi, cooperando all'attuazione vedevano il rappre sentante della e diffusione del regno di Dio. specialmente nel cam po femminile. Era l'erede del pa- Evidentemente i due rami debbono svolgere il loro apostolato ognuna nel loro campo. Cosi le Donne nel campo delle Donne d'A. C. e le Giovani in quel uimonio di S. Giu seppe Cottolengo: «m patrimonio e» stituito da tutte 1*^ lo delle loro consorelle. L' U. F. C. I. quindi non è un'unica associazione miserie, sempicemente detta ma comprende tre organizza huii <iclla La Gioventìi Femminile Cattolica Italiana e propaganda della propria fede e in appoggio alle legittime aspirazioni femminili. L'U, F. C. I., consacrata al Sacro Cuore di Gesù ne celebra solennemente la festaCome manifestazione esteriore della sua devozio ne all'Apostolica sede, celebra ogni anno colla mag gior possibile solennità la festa del Papa nel giorno di S. Pietro (29 Giugno). Il suo motto riassume il suo programma « Fortes tutti » società, da tutti coloro che alla società avrebbe ro costituito un pe (G. F. C. L). c) Le Universitarie Cattoliche Italiane (U.C.I.) Questi tre rami lavorano insieme allo stesso scopo ognuna nel loro campo d'azione diretta alla difesa da detriti, da tutii i rt- zioni o rami che sono: a) L'Unione fra le Donne Cattoliche d'Italia (U. D. C. I.). b) Divi- na Provvidenza. so, da infelici inab- li al lavoro e che Santo aveva raccol to per farne la propria famiglia. Nella sua umiltà il giorno in cui era stato chiamato ad assumere il comando di quella organizzazione non si era preoccupato poiché i bisogni del presente c le ne cessità avvenire di migliaia e migliaia di persone erano lasciate in mano della Divina Provvidenza Tutte le provvidenze assistenziali, tutti i servizi sanitari, tutti i mezzi di rieducazione indicati dalla scienza, risanamenti edilizi, nuove costruzioni, sona sta'd realizzati nei vent'anni in cui l'umile sacerdote in Fide ». Così il sesso debole fortificato dalla grazia di Cristo diventa veramente il sesso forte, talmente ha tenuto il comando della « Pìccola Casa )>. Capitali coraggioso nella manifestazione delle sue convin zioni religiose e nella propaganda da fare arrossire ingenti, somme favolose sono state spese e si spendo no tutt'ora. La fonte? La Divina Provvidenza. ii così detto sesso forte. LE CIFRE DI UN PONTIFICATO In occasione dell'inizio del XVI anno del Ponti ficato di Pio XI, « La Corrispondenza » lasciando all'eloquente linguaggio delle cifre ogni commen to, cosi riassume in dati statistici precisi, l'attività A chi gli domandava di quali capitali egli dispones se rispondeva: « Una serie di zeri davanti ai quali la Divina Provvidenza, quando crede, mette qualche unità » E' morto alle 17.30 di lunedi 8 febbraio 1937, dol cemente come ha vissuto e col sorriso di chi si sj>egne nel bacio del Signore. Aveva ottant'anni. • svolta dal Pontefice: 38 Concistori^ 28 encicliche_, 22 lettere decretali, 29 motu proprio, 220 costitu zioni apostoliche, 475 lettere apostoliche, 380 lette re, 15 omelie, 6 messaggi radiofonici, 1800 discorsi a pellegrmi, 30 discorsi a scienziati, personalità, Se il corpo è assediato da mille disturbi, Vanima sia sempre alla presenza di Dio, dove tutti partecipanti a importanti congressi internazionali dobbiamo correre ogni momento a rinnovare le ecc., II Concordati, fra cui i Patti Lateranensì, forze. , due Anni Santi e un Giubileo, 14 canonizzazioni, la creazione della Città del Vaticano con un'at trezzatura completa e organica, la rinnovazione della residenza estiva di Castel Gandolfo, la costru zione di grandi seminari a Roma e in Italia, di monumentali palazzi ^.er i. ina;ggÌQ:ri IstlWv tura la fabbricazione di 1202 case parrocchiali, due grandi 'Espcesìzionì di carattere mondiale. fS. Agoetinoj — • * •. •• IN TERRA l_'or3 Coim- .!a noi. cosi i' DI dolla in Missioiu- r.»ni .It-ll.i <l-'l NtifMiu iMiiip-in.i. In allcsa che shinciiiUramimiirirù' vriif-inm ad rimilaro i rainpiuiili elei nostri piii'si, il inissiciuirio affi»!;» In >.u:i i:iiiil»:ina » stisU^ni nain. nili. !•- infallantriiHiitr li-f volti- ni la fo. 15 MISSIONE proghiiora I.a rninpnnn stioiia. I n ni linnin della terra, a cui lardi è arrivato il bene della ferie, sente l'invito ehe la chiama a saliilare la M.nlre del Cielo. Si ehiama a<'ennl<> il fi^»li»i sim; e<ni Itii s'inf^inoceliia, eoti lui forma un soId «lupp,,. nelle mani del fì^•lio coni'iiinj4e le sue mani, e eo^li oeelii al cielo, quasi a seguire il suono drlla campana ehe passa neiraria, ripele .li'r Maria! (Jiianli) sarà accetto nlla Verf*ine (piel saluto! Qiianla «ioin proetirerA al cuore materno (juello spettjyolo. che. lropp(» <lo. lortjsamente, viene a sostituire tali speMacoli. fatti più rari da noi. m" , risiionn .U-ireco del sacro bronzo che invi, ' ''fedeli a sahilarc K Verì^ine SS., e, a volle, an. ' niù frequentemente per chiamare a raccoila deli attorno al Missionario vernilo jier cele-vi i Sacri iMislcri o che si trova di passa^^gio. consolante ò lo spellncolo dcll'amuenza che •'^^''overi convorlìti sanUO Ol'fvìVL'; e come l'a pia. cere al cuore del missionario il vedere rntlenzio. ne che pongono ad ascoltare le sue parole e la devozione che manifestano nelTassislere alle sa cre funzioni. 5g / cristiani dei nostri paesi, pensa il Missiona- pio vedessero o partecipassero ad una di queste funzioni' non si rifiuterebbero di fornire campa0 meglio, missioiiarii, a questi popoli. Impariamo dagl'ultimi converliti come salutare tu Madonna, nel mese che ci ricorda la prima volta die fu pronunciala l'Ave Maria, riaccendici' mó il nostro fervore, e, per amore della MadonnO' aiutiamo le Missioni. Se potessimo ottenere coi nostri aiuti che n labbri si schiudano n salutate la Vergine SS., non sarebbe per noi grande soddisfazione ? 16 - - LO SPECCHIO UTILE Uti poota antico narra di Taìde, donna faniorCi in tutta la G-rcoia, clic, dopo aver brillalo <li Indlezza nella sua giovenlù. (guanto più rresiM'va ne«^li anni tanto ancno si j)ro.'»entava allo sprrrhi«> per non vedersi invecchiare. Ecco quello die faiuio tanti elir n<>n i iilraii*' mai ad Cv'aniinare s>c stogai. Apostolato della Preghiera INTENZIONE CKNKKVI.K l'KR li. l»I MAH/O Por rtdnro rhr ^offrnnn pcrst'rttziimo in rtlitutrtio di ('.risto 1-. Nell'attuale vita terrestre di prova della razxa umana, caduta fin dall'origine, vi sarà sempre la lotta del maic contro il bene e i buoni saran perse sa che nella età florida e fre.-Hui ehbr mai. guitati per il nome e per la virtù appresa dal loro Maestro, che ha vinto il male. Molteplice e svaria ta. secondo i tempi e i luoghi, e la lotta. Vi e la persecuzione voluta e scatenata dagli stessi gover natori e capi di Stato, come da anni avviene in Allo stesso modo, so noi <*nlrassiim> spi'>.-«f in'll'anima nostra, ci spee.'.liia.'<sìiiu> >p<-»o m'Ha m» Kussia e nel Messico; vi e quella sorda «d oscura che uomini settari alimentano contro i più ferventi Eppure se Taide jii foss<* ;:uar«lat;i allo -p<M-cliio, vedendo tramontata la .'»ua {linvetitii. avud»be potuto acquietare quella eo«rnÌziiMi<' tli sr >h*-- stra coscienza, prcnd<>ssim<> .-pe>M» ad l« nostre azioni; avremm.ì un rit<'<:n() di aii;iinM:;rn' colpe a colpe e useronnno ina^jjilor pnMiiura di ritogliere quelle che furono jrià comnnv'^xsc. nella fede, escludendoli dalle dignità e cariche pub bliche; vi è quella a punte di spillo, sopportata dai cattolici costretti a vivere in mezzo ai non cattolici e dai devoti derisi dai non praticanti. Preghiamo per la perseveranza dei così persegui tati: di essi sarà il reg^o dei cieli. GIORNALE CATTOLICO IN OGiS^I FAr/JIGLIA CATTOLICA Poirliumo da «Vita Nuova» di Trieste e fac- Preghiamo altresì <- PER LA CONVl«'RSIONE DEGLI INDIANI D'AMERICA... Sono circa milioni; in maggior numero nel Messico. Moltissi mi già cattolici; ma vivendo sparsi difettano di as sistenza spirituale. ciaHio nostre queste considerazioni: Non si può restare indifferenti dinanzi al fatto MUVIMKNTO I>KM(H;KA|.|<;() DKKLA PHOVINCIA Di \<p| doloroso che dellf? anime cattoliche non sono in formate — almeno una volta per settimana — di quelle che solo le lotte ed i trionfi^ le gioi<i a le lacrime della Chiesa nelVora- presento. D*altro canto anche il pulpito più scintilante non può farlo, c troppe volte lo. parole di vita che vi scendono svaniscono in un hatt.o.r d^occhio. Il giornale cattolico, che entra nelle famiglie Moso di Dii'onihro I936-X\' Capol. e Nati Morti malmninndole in una visione panoramica della vita della Chiesa, rassodando i frutti maturati all'ombra delVahare. Il settimanale cattolico — ha scritto Vn Oeservatore Romano » — è come il cibo intellettuale di otto giorni, che, equamente distribuito, sazia il popolo senza stancarlo, lo tiene al corrente del le vicende interessami, lo illumina, lo guida, lo persuade, lo trascina. Ecco la funzione della stampa cattolica la necessità di appoggiarla, di diffonderla con tutti i mezzi, eli raccomandarne gli rhe quelli che dànno il nerbo alle ineluttahili necessità amm-inistrative, il segno più tangi- bile dell'avii<'izia al giornale. \<)(y 72 2] I 267 2ìì;^ 15 16 Mese di (,onnuio l'>37-X\' parola del sacerdote, gli prepara le anime sgom profondamente le verità imparate in chiesa, a- 71 DilT. pop c vi resta per una intera settimana, asseconda la brando il terreno dalle erbe maligne della pre venzione e dell'ignoranza, aiuta ad inserire più Krslo r.a|,ol. Nati Morti Difl*. ])op. — |{,.s|„ •V.-) 202 132 312 87 1 10 247 - m 227 - Dirrtforr Rf'sponsabil,. SCUOLA TIPOGRAFICA S. GlXJSEPreT;^^^
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