HABITAT E CRESCITA Condizioni favorevoli
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HABITAT E CRESCITA Condizioni favorevoli
HABITAT E CRESCITA Condizioni favorevoli L’habitat rappresenta l’ambiente più favorevole, più adatto allo sviluppo di un fungo, intendendo con questo termine non soltanto un tipo di terreno con un relativo tipo di vegetazione, ma anche l’insieme di tutte quelle condizioni chimico-fisiche e meteorologiche più idonee che caratterizzano un ambiente naturale. La crescita scarsa o abbondante di una specie fungina è strettamente correlata ad una combinazione ideale di tali condizioni, combinazione ideale che varia da specie a specie e che fa si che in condizioni diverse possano formarsi e svilupparsi funghi diversi. In generale, comunque i fattori determinanti un ambiente favorevole alla crescita fungina sono: - la natura del substrato organico, che dovrebbe essere ricco di zuccheri, di grassi, di composti azotati, di elementi minerali ecc.; - acidità del substrato, con valori di pH più idonei compresi tra 5 e 7; - la presenza di specie vegetali adatte; - temperature del substrato e dell’atmosfera circostante, generalmente clima caldo-umido e comunque assolutamente non ventoso. I territori a clima temperato sono certamente più favorevoli alla presenza di funghi. Basta ricordare come il micelio sia pressoché sempre affondato nel terreno per capire come sulla sua vegetazione influisca la temperatura del medesimo. Il terreno, d’altro canto, assorbe e conserva tanto più calore quanto più è di colore scuro e ricco di umidità, dal che deriva che tale tipo di terreno è più favorevole allo sviluppo fungino che non quello chiaro, calcareo, con scarse riserve d’acqua; - disponibilità abbondante d’acqua sia per la fase vegetativa che per la fase riproduttiva; - presenza di luce, spesso importante per lo sviluppo dei carpofori. Va comunque sottolineato che l’assenza di qualcuna delle condizioni sopra descritte non pregiudica in modo assoluto la formazione e lo sviluppo dei funghi, che, come spesso narrano i cercatori appassionati, possono tuttavia trovarsi anche in ambienti particolarmente ostili. Sono però infiniti i modi in cui questi fattori si combinano e influenzano a vicenda, per cui si deve ritenere che la comparsa dei “funghi”, di qualsiasi specie, sia affidata alla realizzazione di particolari condizioni termiche,idriche, di insolazione, che si combinano con una favorevole natura chimica e fisica del terreno in cui il micelio si trova a vegetare, rappresentato dai primi 15 cm sotto il livello del suolo. In linea generale si deve ritenere che una buona nascita di “funghi” è possibile se si è avuto un periodo abbastanza lungo nel quale il terreno ha mantenuto un buon grado di umidità ed una temperatura abbastanza alta, sopra lo zero, affinché il micelio si sia potuto espandere ed abbia potuto provvedere all’accumulo di sostanze nutritive da trasferire poi nel carpoforo. Sono quindi favorevoli gli inverni innevati, le primavere piovose e temperate, le estati calde e secche seguite da stagioni autunnali temperate con abbondanti precipitazioni; ma soprattutto, occorre che non subentri il vento, che seccando il terreno e l’umidità presente nell’aria, è l’elemento più contrario alla fuoriuscita dei “funghi”. I cercatori esperti attendono infatti con ansia le piogge, soprattutto a tarda estate e inizi autunno, seguite da belle giornate e notti temperate. Il micelio, per svilupparsi ha un costante bisogno di acqua. Il carpoforo, invece, a vote inizia a formarsi solo quando il micelio comincia ad accusare una certa mancanza d’acqua, quasi che, “sentendosi” prossimo ad un periodo di stasi, utilizzi le riserve alimentari accumulate producendo in fretta il frutto, necessario per la perpetuazione della specie. E’ ovviamente ben difficile che tutte le condizioni favorevoli si presentino contestualmente in modo puntuale (il micologo francese Georges Becker ha rilevato ad esempio che per il Boletus edulis, le stagioni veramente abbondanti seguono un ritmo almeno decennale) spetta quindi al cercatore individuare le varie zone particolari che si adattano alle condizioni sopra esposte. Così, ad esempio, esso può presumere che nelle stagioni fredde e umide i funghi si affaccino solo nelle radure aperte o comunque in zone esposte al sole, che se invece fa caldo ma la terra e l’aria sono asciutte, i funghi spuntino nelle zone più umide, ombrose, esposte a Nord. Di seguito si riporta un tentativo, da parte di un cercatore, di descrivere alcune tendenze verificate in anni di ricerca dei funghi ” porcini”: “Nelle annate buone, ad avvio della stagione di raccolta, i primi esemplari di “porcino si troveranno senza dubbio ad altitudini più basse. Come le coltivazioni agronomiche, anche la fruttificazione dei funghi segue un andamento dal “basso” verso l’ ”alto”, prediligendo inizialmente i boschi di castagno rispetto ad altro tipo di vegetazione. Le prime raccolte, genericamente scarse, limitate a qualche esemplare, si potranno quindi effettuare nei castagneti a 400-700 metri di altitudine. Con un ritardo di qualche giorno, si potranno poi trovare i primi esemplari nella fascia delle faggete, ad altitudine maggiore. La faggeta rappresenta la vegetazione forestale più costante, nel senso che la crescita, tra alti e bassi, continua per tutta la stagione. Contestualmente la nascita interesserà i querceti, anche ad altitudini basse, nei quali però l’abbondanza è strettamente correlata, più che in altri tipi di vegetazione, ad una piovosità accentuata. All’interno delle tipologie boschive, va poi sottolineato che i funghi seguono generalmente un andamento da zone aperte, soleggiate, a zone più fitte. I primi esemplari di funghi si troveranno nei “posti” esposti al sole, spesso tra i sassi. Solo a distanza di qualche giorno cominceranno a nascere accanto alle macchie isolate, anche di ginepro, prima esternamente ad esse e poi sempre più all’interno. Successivamente è il momento dell’erba più fitta e, ad ultimo, del sottobosco più ombroso.“ Va da sé quindi, che anche in questo caso solo l’esperienza, e quindi solo un’assidua pratica, potrà produrre risultati costanti e apprezzabili. Occorre sottolineare che le caratteristiche climatiche descritte in precedenza non si adattano perfettamente a tutte le specie di funghi; non è raro ad esempio che stagioni ricche di specie fungine delle più diverse non vedano invece la comparsa di altre specie magari più ricercate ( è il caso, ad esempio, del “Porcino” che al contrario di altre specie, ben difficilmente comparirà con abbondanza nella stagione autunnale a seguito di un’estate molto umida e piovosa). Come del resto vale non di rado la considerazione opposta, dando luogo al fenomeno dei così detti “funghi spia”, il cui ritrovamento segnala con una certa probabilità la presenza di altre determinate specie (è il caso, ad esempio, dell’Amanita muscaria rispetto al Porcino). Provincia di Piacenza – www.funghi.piacenza.it