Quattro le compagnie di telecomunicazione ancora in

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Quattro le compagnie di telecomunicazione ancora in
Quattro le compagnie di telecomunicazione ancora in corsa per la terza
licenza di telefonia mobile in Siria.
Alessandro Bacci
28 Marzo 2011
Lo scorso febbraio, il Ministro delle Telecomunicazioni Siriano, Mohammed Al-Jallali, ha
affermato che il prezzo minimo di riserva per la prossima asta per la terza licenza mobile in Siria
sarà di 122 milioni di dollari (5.6 miliardi di sterline siriane). Alla fine del 2010, Etisalat (UAE),
France Telecom (Francia), Qtel (Qatar), Saudi Telecom (Arabia Saudita) e Turkcell (Turchia) si
erano pre-qualificate per l’asta della licenza. Sempre a febbraio la Turkcell aveva dichiarato di
non essere più interessata all’offerta per la licenza. La ragione del suo indietreggiamento era
legata alle restrizioni del mercato siriano.
A questa fase del processo non è chiaro quale delle quattro rimanenti compagnie combatteranno
per l’acquisizione della licenza nell’asta del prossimo 12 aprile.
E’ possibile ritenere che – dato il fallimento di Etisalat nell’acquisto del 46% di Kuwait’s Zain per
12 miliardi di dollari (DH44.07 miliardi) – la compagnia degli Emirati ora probabilmente
focalizzerà la sua attenzione sulle rimanenti opportunità regionali anche se minori come la terza
licenza mobile della Siria e la quarta licenza mobile dell’Iraq. Le ragioni addotte per il fallimento
sono state le agitazioni politiche in Medio Oriente e i disaccordi tra i differenti azionisti. “Il
completamento dell’affare Zain avrebbe dato ad Etisalat il controllo di una serie di operatori in
Medio Oriente, posizionandola come operatore leader pan-regionali. Ora, il team di investitori
internazionali di Etisalat concentrerà i propri sforzi, probabilmente, nelle rimanenti minori
opportunità nella regione, come la terza licenza mobile della Siria e la quarta licenza mobile
dell’Iraq”, afferma Matthew Reed, analista di Informa Telecoms and Media, una compagnia di
ricerca. Per Etisalat, la ricerca di nuovi sbocchi è una priorità, poiché il mercato interno è
stazionario, se non in declino, a causa dell’aumento della competizione. L’affare Zain sarebbe
stato perfetto per Etisalat perchè avrebbe dato alla compagnia degli Emirati diretto accesso a
vari mercati nella regione (Iraq, Kuwait, Bahrain, Giordania). Ora Etisalat non ha altra
possibilità se non ricercare nuovi asset regionali. La nuova strategia può essere ancora
incrementata, ma senza dubbio sarà più costosa e richiederà maggior tempo.
Se la qatariota Qtel è ancora interessata in alcune attività in Siria, alcuni dubbi stanno
emergendo. “… Il processo non ci è completamente chiaro. E’ abbastanza difficile capire quanto
costerà la licenza …. Chiaramente non lo faremo se non saremo soddisfatti dalle condizioni; ci
siamo già ritirati da alcune offerte per le licenze, principalmente in Egitto e Arabia Saudita
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perché le condizioni non erano ottimali” afferma il responsabile strategico della Qtel, Jeremy
Sell. Il 27 marzo, durante il meeting generale annuale di Qatar Telecom, il Presidente della Qtel,
Sheikh Abdullah bin Mohamed bin Saud al-Thani ha confermato che “abbiamo preso la
decisione di proseguire nell’acquisto della terza licenza in Siria. Pensiamo che sia importante
essere all’interno di questo paese”. Quando gli è stato chiesto delle possibili difficoltà di investire
in Siria in seguito ai disordini politici in corso, Sheikh Abdullah ha dichiarato che non è
assolutamente preoccupato dagli eventi recenti.
I risultati finanziari più recenti di STC Group hanno mostrato una concorrenza sempre più forte
in relazione al mercato nazionale in Arabia Saudita. Alla fine del 2010 la STC ha raggiunto il 23%
di diminuzione dell’utile netto a 2,29 miliardi di rial - 610.7 milioni di dollari - mentre il margine
operativo è aumentato del 15% toccando quota 3.03 miliardi di rial. Il guadagno netto di STC è
diminuito nel 2010 del 13% fino a 9.4 miliardi di rial. Questi risultati sono in linea con quanto
atteso dagli analisti. La STC afferma che i profitti del 2010 in parte sono diminuiti a causa degli
investimenti di capitale nel mercato domestico e all’estero, nel Bahrain e in Kuwait. STC ha
acquistato la terza licenza mobile del Bahrain nel marzo 2009, per circa 240 milioni di dollari,
iniziando l’attività nel marzo 2010, mentre in Kuwait possiede il 26% del terzo operatore mobile,
VIVA. “Abbiamo già una buona attrattiva sui clienti e una crescita nei ricavi. Kuwait e Bahrain
hanno storie simili, con crescita costante e un buona gestione dei costi” afferma Ghassan
Hasbani, amministratore delle operazioni internazionali di STC. E’ probabile che la terza licenza
mobile siriana – in un mercato ancora quasi del tutto inutilizzato – sia un obiettivo che attrae
STC, che sta cercando di ampliare la propria dimensione regionale al fine di aumentare gli utili
netti.
Lo scorso mese sono emerse indiscrezioni sulle preoccupazioni di France Telecom sul prezzo e
sugli aspetti tecnici della licenza. Alcuni dirigenti di France Telecom riferirono alla Reuters che
la compagnia francese doveva ancora decidere se fare un offerta per la terza licenza siriana. “Il
processo sembra troppo basato sul prezzo della licenza, mentre abbiamo anche punti di forza da
utilizzare in termini di tecnologia e servizi” ha affermato Elie Girard, vice-presidente esecutivo
del gruppo strategia e sviluppo. Nello specifico, Girard ha sottolineato che France Telecom è
preoccupata in relazione alle frequenze che saranno offerte nell’asta. In effetti, le frequenze che
sono state vendute nell’asta di aprile sono in banda bassa, mentre i due operatori mobili
correnti, Syriatel e MTN-Syria, hanno frequenze in banda alta. Al vincitore dell’asta potrebbe
essere richiesto di costruire un costoso network per utilizzare nel modo migliore le frequenze in
banda bassa.
Il 12 aprile 2011 si avvicina e le prossime due settimane rappresentano un momento cruciale per
comprendere appieno quali saranno le compagnie realmente interessate ad entrare nel mercato
mobile siriano. Nel frattempo i clienti sperano che l’entrata di un terzo operatore possa
realmente incrementare la competizione in modo da far diminuire i prezzi. Su Facebook,
intanto, è già nato un gruppo per richiedere di boicottare le siriane Syriatel e MYN, entrambe
accusate di mantenere tariffe esorbitanti per un servizio di bassa qualità, comparato con i salari
siriani, che si aggirano in media sugli 8 dollari americani al giorno.
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