islanda - Unicredit

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islanda - Unicredit
Political Risk & Country Analysis
Ottobre, 2013
ISLANDA – Guida Paese
ISLANDA
Superficie: 103.000 km²
Città principali: Reykjavík (capitale), Kópavogur, Hafnarfjörður, Akureyri
Popolazione ed età media: 315,3 mila, 36,2 anni
Lingue: islandese
Fonte: CIA, The World Factbook, 2013
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Agenzie di rating
S&P’s
Moody’s
Fitch
SACE 1
Contesto operativo
Fare business 2
Competitività 2
Corruzione 2
Rating
Outlook
BBBBAA3
BBB0/7
Stabile
Negativo
Stabile
Opportunità per il business internazionale 3
-
Classificazione
14° (su 185 paesi)
31° (su 148 paesi)
1° (su 176 paesi)
Dati macroeconomici
2011
PIL ($ mld)
2012
Punti di debolezza
2013s
14
13
14
43.875
41.863
44.149
Variazione del PIL (%)
2,7
1,4
2,0
Inflazione (%)
4,0
5,2
4,0
Disoccupazione (%)
7,4
5,8
4,7
Bilancio Pubblico (% PIL)
-5,6
-3,4
-1,7
122,71
128,99
124,42
PIL pro-capite ($)
Cambio ISK/USD
Fonte: IHS Global Insight, ottobre 2013
Interscambio € mln
2011
2012
Export Italia
84,4
79,4
Import Italia
81,5
65,3
Saldo Italia
2,9
14
Fonte: Istat, ottobre 2013
1
Condizioni di assicurabilità: i Paesi sono classificati in 8 categorie di rischio da 0 a
7, dove 0 rappresenta il minimo rischio, mentre 7 il massimo.
Fare business: World Bank, Doing Business 2013
Competitività: World Economic Forum, Global Competitiveness Index 2014
Corruzione: Transparency International, Corruption Perception Index 2012
3
L’indicatore è una media delle valutazioni espresse nelle singole sezioni del
documento.
2
UniCredit – Political Studies
pag. 1
Rimozione anticipata dei
vincoli di capitale potrebbe
minare la stabilità del
sistema finanziario: il
governo islandese ha imposto
rigide restrizioni ai movimenti
di valuta per evitare una fuga
di capitali all’indomani della
crisi bancaria del 2008.
Anche se le restrizioni sui
capitali hanno messo fine “al
circolo vizioso svalutazioneinflazione”, creano distorsioni
allocative e soprattutto
impediscono al paese di
rientrare sui mercati
internazionali dei capitali.
Tuttavia, una rimozione
anticipata di tali vincoli
potrebbe portare ad una fuga
di capitali.
Debito privato: prima della
crisi le banche concedevano
mutui ad un tasso legato
all’inflazione. Quando
l’inflazione è schizzata al
12,7%, i debiti delle famiglie
sono aumentati
esponenzialmente (108% nel
2013).
Punti di forza
Posizione: vanta una
posizione strategica a metà
strada tra l'Europa e il Nord
America.
Incentivi agli IDE: viene
considerata uno dei paesi più
business-friendly d’Europa.
Stabilità politica e coesione
sociale: la società gode di
elevati standard di vita.
Forza lavoro istruita: la
popolazione è giovane,
istruita, poliglotta. Con il 22%
della popolazione al di sotto
dei 15 anni, l'Islanda ha la
popolazione più giovane
d'Europa.
Sistema fiscale: l’imposta sui
profitti di impresa al 20% è
una delle più basse dei paesi
OCSE. Vengono offerti rimborsi
nel settore cinematografico.
Energia a prezzi
competitivi: poiché il 100%
dell'energia è prodotta da
fonti idroelettriche e risorse
geotermiche, il Paese è in
grado di soddisfare il
fabbisogno energetico delle
industrie a prezzi
competitivi.
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Ottobre, 2013
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ISLANDA – Guida Paese
QUADRO POLITICO
Contesto politico
Indicatori politico-sociali
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati
Economist Intelligence Unit, 2013
QUADRO ECONOMICO
Contesto economico
Composizione del GDP 2012
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati CIA, The
World Factbook, 2013
Political Studies
1) Scenario politico.
Dalla primavera del 2013, l’Islanda è guidata da un Governo di centro-destra
formato dal Partito dell’Indipendenza e dal Partito Progressista del Primo Ministro
Gunnlaugsson. Il centro-sinistra, al potere durante la precedente legislatura, pur
portando l’economia del Paese su una traiettoria di ripresa, ha dovuto scontare
l’insoddisfazione dell’elettorato verso le misure di consolidamento economico.
2) Tematiche attuali.
Nel 2008, a seguito del collasso delle tre maggiori banche del Paese, la corona
islandese si è deprezzata dell’80% rispetto all’Euro, in un anno il debito pubblico è
aumentato dal 30% a oltre il 110% del PIL, l’inflazione ha toccato il 12,7% e
l’economia è entrata in recessione (il PIL è crollato del 6,6%). Per affrontare questi
problemi il precedente governo di centro-sinistra:
 ha dovuto procedere ad un rifinanziamento su vasta scala del sistema creditizio
nazionale, nazionalizzando le banche in difficoltà (è nata una controversia
internazionale, riguardo ai clienti olandesi e inglesi delle banche islandesi, che a
differenza di quelli islandesi non sono stati tutelati);
 avviato un programma di riforme e consolidamento economico per il risanamento
dei conti pubblici in cambio di un aiuto di $2,1 mld da parte dell’FMI;
 introdotto stretti controlli ai movimenti di capitale.
Gli islandesi nello stesso periodo hanno avviato un'iniziativa popolare per redigere la
loro nuova carta costituzionale. Un esperimento di democrazia partecipata concluso
con successo nel 2012 quando la nuova Costituzione è entrata in vigore.
3) Scenari futuri.
I partiti vincitori delle elezioni, sebbene vengano ancora considerati come i
“responsabili” della crisi del 2008, sono riusciti a ritornare al potere con un programma
che mira a sostenere le famiglie sulle quali ancora grava un forte livello di debito
privato (108% nel 2013), attraverso la cancellazione dei debiti sui mutui ipotecari.
Nel medio termine, l'attenzione si concentrerà inoltre sull’impegno del Governo a
mantenere il trend di crescita dell’economia ed a ripristinare la fiducia dei mercati
internazionali, necessaria ai fini del ritorno degli IDE ai livelli pre-crisi.
1) Elementi di forza.
 Ripresa economica nonostante la crisi bancaria del 2008: partire dal 2011,
nonostante le difficoltà, l’economia è uscita dalla recessione ed è cresciuta del
2,7% nel 2011 e del 1,4% nel 2012, la disoccupazione dopo una prima impennata
al 8% nel 2009 si è assestata al 5,8% nel 2012, la bilancia dei pagamenti è
costantemente in positivo. Inoltre, i tagli alla spesa pubblica hanno permesso un
veloce risanamento del disavanzo di bilancio (dal 5,6% nel 2011 ad un atteso
1,7% nel 2013), anche se il debito pubblico rimane alto (superiore al 120% del
PIL), l’inflazione si è normalizzata (prevista al 4% nel 2013). La corona islandese si
è deprezzata del 40% in termini reali, ciò ha ridotto il costo del lavoro,
compensando gli aumenti salariali e incoraggiando l’afflusso di investimenti diretti.
2) Elementi di debolezza.
 Rischio fuga di capitali: il Governo vorrebbe eliminare i controlli sui movimenti di
capitale (istituiti nel 2008 per assicurarsi che i capitali stranieri non lasciassero il
Paese all’indomani del collasso bancario). Il rischio però è che allentando tali
controlli si verifichi una fuga di capitali e ciò faccia crollare la moneta locale. I
creditori stranieri hanno circa $ 7,2 mld bloccati in Islanda.
 Secondo la Banca centrale il settore privato non ha abbastanza valuta estera per
ripagare i propri debiti in scadenza ($ 5,8 mld) da qui al 2018. Il problema è che il
surplus delle partite correnti previsto da qui al 2018 non raggiunge neppure la metà
di tale cifra. Esiste quindi un buco di riserve in valuta, pari al 20% del PIL.
3) Scenari futuri.
La ripresa economica dimostra come l’economia islandese goda di una discreta
salute nonostante tutte le difficoltà. Tuttavia, la mancanza di valuta estera nel Paese
è fonte di apprensione per il Governo, la cui volontà sarebbe quella di permettere una
più libera circolazione dei capitali, senza che questo provochi un sell-off della corona
islandese. Il Governo sta cercando di ottenere che i creditori stranieri accettino
svalutazioni sul debito in modo che il paese possa allentare i controlli sui capitali e
non avere un sell-off della valuta nazionale.
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Ottobre, 2013
Political Risk & Country Analysis
ISLANDA – Guida Paese
INTERSCAMBIO COMMERCIALE - IDE
Import dall’Italia per settori (€ mln,
2012)
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati ICE/IME,
2013
1) Scambi con l’Italia.
Le relazioni commerciali tra Italia e Islanda hanno registrato un saldo positivo a
favore dell’Italia nel 2012 pari a €14 mln. Le esportazioni italiane sono state pari a
€ 79,4 mln mentre le importazioni sono state pari a € 65,3 mln.
2) Import settoriale dall’Italia.
L’Italia esporta per lo più prodotti della metallurgia, macchinari e apparecchiature,
apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche,
prodotti alimentari e prodotti chimici.
3) Interscambio e Investimenti Diretti Esteri (IDE).
Nel 2011, le esportazioni islandesi verso il resto del mondo hanno raggiunto i € 3,9
mld, in crescita rispetto al 2010 quando le esportazioni sono state pari a € 3,3 mld.
L’export islandese è concentrato in due settori, pesca ed industria dell’alluminio,
che insieme rappresentano oltre il 90% delle esportazioni del Paese. A partire dal
2009, il saldo della bilancia commerciale, che è stato spesso negativo, ha iniziato a
registrare importanti surplus, a seguito del deprezzamento del tasso di cambio.
L’Unione europea è stabilmente il primo partner commerciale dell’Islanda, con una
quota rispettivamente del 78,3% delle esportazioni e del 46% delle importazioni.
Il Governo vuole ripristinare la fiducia dei mercati internazionali, necessaria ai fini
del ritorno degli investimenti diretti esteri ai livelli pre-crisi.
QUADRO OPERATIVO
Contesto operativo
1) Contesto operativo.
L'Islanda è una piccola economia aperta. Gli investitori stranieri sono attratti da una
tassa sui profitti di impresa relativamente bassa (20%) e dai costi competitivi
dell’energia elettrica. Nel 2013, l'Islanda e la Cina hanno concluso un accordo di
libero scambio che elimina i dazi sulle esportazioni islandesi per il mercato cinese.
L’Accordo si configura come il primo di questo tipo tra la Cina ed un paese europeo.
L'accordo mira a far diventare l'Islanda un hub di trasporto per le rotte tra l'Asia e
l'Europa attraverso l'Artico. I controlli valutari rimangono un ostacolo non
indifferente per gli investitori stranieri. La decisione dell'Islanda di abbandonare la sua
domanda di adesione all'Ue nel 2013 ha anche creato incertezza e rischia di
danneggiare la fiducia nel paese come destinazione di investimento. Reykjavik
continuerà però a mantenere una proficua relazione con l’Ue, sulla base dell’Accordo
dello Spazio economico europeo (SEE) e della Cooperazione Schengen. Secondo il
Doing Business 2013, l’Islanda si colloca al 14° posto su 185 paesi, mentre per il
Global Competitiveness Report 2014 si classifica al 31° posto su 148 paesi.
2) Pagamenti e riscossioni.
Le procedure per la risoluzione delle cause di insolvenza durano in media 1 anno. Il
tasso di recupero per il creditore ammonta a 85 centesimi sul dollaro. L’Islanda è al
11° posto nella classifica Doing Business 2013 per quanto concerne la facilità nel
risolvere casi di insolvenza.
Principali indicatori DB 2013
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Bank, Doing Business
2013 (0 = migliore performance)
Political Studies
I 5 fattori maggiormente problematici per fare business
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Economic Forum, the Global
Competitiveness Report 2013-2014. *Classifica stilata in base alle risposte
ricevute dagli imprenditori operanti in loco intervistati.
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Political Risk & Country Analysis
ISLANDA – Guida Paese
Political Studies
Political Studies:
Francesca Nenci (Head of Political Studies)
Political Risk & Country Analysis*:
Angelica Attolico (Political Analyst);
Luciano Mario Bencivinni (Political Analyst);
Esra Gulfidan (Political Analyst);
Alessia Messina (Political Analyst).
* Political Risk & Country Analysis monitora regolarmente l’area dell’Europa Centro-orientale (AT, BA, BG, CZ, DE, EE, HR,
HU, LT, LV, PL, RO, RU, SK, SLO, SRB, TR, UA), ed altre regioni del mondo tra cui l’ Asia, l’ Africa, il Medio Oriente e l’America
del Sud.
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UniCredit - Public Affairs
Political Studies
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