CINA – Guida Paese Punti di debolezza Punti di forza

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CINA – Guida Paese Punti di debolezza Punti di forza
Political Risk & Country Analysis
Novembre, 2015
CINA – Guida Paese
CINA
Superficie: 9.596.960 km²
Città principali: Pechino (la capitale), Shanghai, Canton, Chongqing
Popolazione ed età media: 1,36 mld, 36,8 anni
Fonte: CIA, The World Factbook, 2015
Lingue: cinese mandarino (ufficiale). La variante denominata
cantonese viene parlata nella parte sud del paese
Forma di governo: Repubblica popolare
Agenzie di rating
Rating
Outlook
AAAa3
A+
2/7
Stabile
Stabile
Stabile
S&P’s
Moody’s
Fitch
SACE 1
Contesto operativo
Fare business 2
Competitività 2
Corruzione 2
Dati macroeconomici
Opportunità per il business internazionale 3
-
Classificazione
84° (su 189 paesi)
28° (su 140 paesi)
100° (su 175 paesi)
Punti di debolezza
2014
2015s
2016s
2017s
PIL ($ mld)
10.431
11.048
11.585
12.592
PIL pro-capite ($)
7.690
8.120
8.480
9.190
Variazione del PIL (% )
7,4
6,8
6,4
5,9
Consumi privati (% PIL)
37,7
38,1
38,7
39,3
Consumi privati (% )
7,7
7,1
6,8
6,8
Inflazione (% )
2,1
1,7
2,4
2,4
Bilancio Pubblico(% PIL)
-1,8
-2,6
-3,0
-3,1
Debito pubblico (% PIL)
14,9
16,7
18,7
20.4
Cambio CNY/USD
6,14
6,24
6,40
6,35
Demografia: rapido
invecchiamento della
popolazione e assenza di
adeguate protezioni
sociali.
Tensioni sociali: possibili
tensioni legate alle
ineguaglianze ed ai
mancati standard
istituzionali democratici.
Fonte: Economist Intelligence Unit, ottobre 2015
Interscambio € mln
2013
2014
Export Italia
9.843
10.494
Import Italia
23.071
25.055
Saldo Italia
-13.228
-14.561
Rallentamento
economico: necessario
ribilanciamento
economico e
reindirizzamento dei
fattori di crescita.
Forza lavoro: l’età media
dell’operaio cinese è oggi
di 49 anni e la
produttività è scesa di un
terzo.
Punti di forza
Mercato interno: classe
media e medio-alta più
ampia del mondo.
Tendenze culturali:
l’occidentalizzazione della
società dal punto di vista
dei consumi e la ricerca
della qualità trasformano
alcune tipologie di
prodotti italiani in
benchmark per il
consumatore.
Logistica: le direttrici
Asia-Europa sono oramai
in grado di soddisfare
qualsiasi richiesta.
Riserve valutarie ingenti.
Inquinamento.
Fonte: Istat, ottobre 2015
Corruzione.
1
Condizioni di assicurabilità: i Paesi sono classificati in 8 categorie di rischio da 0 a
7, dove 0 rappresenta il minimo rischio, mentre 7 il massimo.
Fare business: World Bank, Doing Business 2016
Competitività: World Economic Forum, Global Competitiveness Index 2015/6
Corruzione: Transparency International, Corruption Perception Index 2014
3
L’indicatore è una media delle valutazioni espresse nelle singole sezioni del
documento.
2
UniCredit – Political Studies
pag. 1
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Novembre, 2015
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CINA – Guida Paese
QUADRO POLITICO
Contesto politico
Indicatori politico-sociali
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati Economist
Intelligence Unit, 2015
QUADRO ECONOMICO
Contesto economico
Composizione del PIL 2014
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati CIA, The
World Factbook, 2015
Political Studies
1) Scenario politico.
La nuova leadership cinese insediatasi nel 2012 è composta dal Presidente Xi Jinping,
già segretario del Partito – e dal Premier Li Keqiang. Il Presidente Xi Jinping ha
assunto anche la carica di Capo della Commissione militare riunendo quindi in se le tre
pricipali cariche del paese. La nuova dirigenza rimarrà in carica per i prossimi 10
anni.
2) Tematiche attuali.
Fin dal suo insediamento la nuova leadership ha esplicitato chiaramente quali sono gli
obiettivi futuri del paese; il cambio di modello economico, con il passaggio verso un
sistema basato sui consumi interni e sulle produzioni tecnologicamente più
avanzate capaci di generare più valore per ogni singola unità di prodotto dovrà
ridisegnare il volto del paese senza far perdere al partito comunista la presa sul potere.
Per fare ciò la nuova dirigenza ha ribadito come sia “determinante” il ruolo del
mercato. Altri aspetti su cui si sta focalizzando la dirigenza cinese sono:
 la lotta alla corruzione, portata fino ai livelli più alti;
 l’inquinamento, tenendo conto della grave situazione e muovendosi al contempo
verso l’utilizzo di nuove tecnologie;
 la politica estera, attraverso una nuova assertività ed il progetto “one belt, one
road” teso ad aumentare l’influenza e l’impronta di Pechino in tutta l’Eurasia.
 Il recente quinto plenum ha ulteriormente specificato questi indirizzi. Tra le misure
più importanti (operative dal 2016): la totale abolizione della politica del figlio unico
e un’ulteriore spinta al processo di urbanizzazione, mentre sotto il profilo economico si
ribadisce la necessità di spingere verso l’innovazione tecnologica.
3) Scenari futuri.
Non si prevedono rischi politici importanti nel breve periodo. La vera sfida per il
Partito comunista relativamente alla stabilità politica interna, sarà quella di capire, in
un percorso di rallentamento dell’economia, a quanto potere è disposta a rinunciare
per mantenere la sua presa nel paese. Nel 2017 quando avrà luogo il nuovo
congresso il premier Li Keqiang, a causa della recente crisi finanziaria, potrebbe essere
sostituito e prendere l’incarico di Presidente dell’Assemblea. Due i probabili sostituti
Wang Qishan, potentissimo capo dell’anticorruzione e Zhang Gaoli, attuale
vicepresidente.
1) Elementi di forza.
 L’immenso mercato interno - il ceto medio più ampio del mondo è il nuovo
mercato da penetrare in tutte le sue sfaccettature.
 Politica monetaria particolarmente prudente, la lieve svalutazione non ha
innescato, come avrebbe potuto se protratta, una guerra valutaria.
 Riserve valutarie ingenti (più di $3,5 mld) che insieme al surplus della bilancia
commerciale rappresentano sul medio-lungo periodo una garanzia verso possibili shock
asimmetrici.
2) Elementi di debolezza.
 Un eccessivo rallentamento economico (rispetto alle previsioni) innescherebbe
meccanismi di reazione che - saldandosi ai problemi finanziari delle municipalità e
delle province da un lato ed al triplo rischio di bolla: investimenti, credito e real
estate; rischierebbe di provocare uno squilibrio complesso da gestire.
 Disparità economiche regionali massicce e non facilmente compensabili tra l’area
costiera fortemente sviluppata e in certi casi ormai al limite della crescita, ed un’area
interna che non riesce a garantire tassi di crescita adeguati e che inoltre grava con il
peso del suo mancato sviluppo sull’indebitamento locale.
3) Scenari futuri.
Il futuro economico della Cina dipenderà da come saprà riorientare il suo modello di
crescita e reinterpretarlo alla luce delle sue nuove esigenze. Dirigere la crescita non più
sugli investimenti esteri e le esportazioni ma sui consumi interni e su produzioni
tecnologicamente avanzate è una strada che per essere percorsa necessita di riforme
profonde e graduali che devono investire tutti i campi e che devono necessariamente
imporre modifiche a variabili socio-economiche non sempre sotto il controllo diretto
del partito comunista. La recente crisi finanziaria, forte nei numeri, un po’ meno
nell’impatto interno, vista la limitata esposizione al mercato, mostra quanto possano
amplificarsi i problemi che erompono dalla Cina. L’internazionalizzazione dello Yuan da
un lato, e la presenza sempre più forte della Cina come investitore internazionale
dall’altro ci mostreranno una Cina sempre più attore economico internazionale.
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CINA – Guida Paese
INTERSCAMBIO COMMERCIALE - IDE
Import dall’Italia per settori ( % ,
2014)
1) Scambi con l’Italia.
Per quanto riguarda il 2014, l’intescambio bilaterale ha totalizzato circa € 35,5 mld,
con esportazioni italiane pari a €10,4 mld (-5,7%), ed importazioni di €25,1 mld (+8%).
2) Import settoriale dall’Italia.
Per quanto concerne l’import cinese dall’Italia, i settori trainanti si confermano: la
meccanica strumentale, seguita dalla moda, dagli autoveicoli e dai mezzi di
trasporto, dai prodotti chimici e dalla metallurgia e dai prodotti in metallo.
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati SACE, 2015
Principali Paesi investitori (% , 2014)
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati Invest in
China, 2015
3) Interscambio e Investimenti Diretti Esteri (IDE).
Nel 2014 l'interscambio commerciale con il resto del mondo è ammontato
complessivamente a € 3.239 mld, con esportazioni in crescita dell’16,9% sullo stesso
periodo dell’anno precedente ed importazioni in aumento del 13,1%. L’interscambio
della Germania con la Cina nel 2014 è stato pari a €150 mld con esportazioni pari a
€74,5 mld (+11,3 rispetto al 2013) ed importazioni pari a €79,3 mld (+6,4%).
Nel 2014 il flusso di IDE in Cina ha raggiunto la quota di $119,6 mld. Il principale
investitore è Hong Kong seguito Singapore, Taiwan ed il Giappone. Relativamente ai
settori il manifatturiero con il 43,2% si conferma quello di testa seguita da Real Estate
(20,9%) e dai servizi finanziari (6,2%). Il flusso di IDE cinesi verso l’estero nel 2014 ha
raggiunto $116 mld.
I flussi di IDE netti italiani in Cina nel 2014 sono stati pari a €88 mln, in netto calo
rispetto al 2013 quando il valore dei flussi è stato di €403 mln. In termini di stock dal
2003 al 2014 il valore è pari a €8,3 mld. Dal punto di vista settoriale, gli investimenti
italiani sono abbastanza diversificati, con quote significative per la meccanica e il
tessile. La tendenza del governo ad agevolare produzioni ad elevato valore aggiunto
può essere di sicuro beneficio per le aziende italiane.
Nel paese sono presenti numerose aree che godono di diverse tipologie di incentivi, le
più importanti sono concentrate lungo la costa ma è verso l’interno che il governo
punta per creare nuove aree di sviluppo.
QUADRO OPERATIVO
Contesto operativo
1) Contesto operativo.
Sebbene favorevole agli investitori esteri, il contesto operativo risulta viziato dalla
corruzione, dalla burocrazia inefficiente e dalla scarsa trasparenza del sistema
giudiziario. Buone le infrastrutture nelle aree costiere mentre risultano più carenti
nell’entroterra. Secondo il Doing Business 2016, l'economia cinese si colloca al 84°
posto su 189 paesi, mentre per il Global Competitiveness Report 2015/6 si
classifica al 28° posto su 140 paesi.
2) Pagamenti e riscossioni.
I pagamenti elettronici sono molto diffusi, mentre l’assegno è utilizzato nelle
transazioni con il Governo. Le procedure per la risoluzione delle cause di insolvenza
durano in media 1,7 anni. Il tasso di recupero per il creditore ammonta a 36,2
centesimi sul dollaro. La Cina è al 55° posto nella classifica Doing Business 2016 per
quanto concerne la facilità nel risolvere casi di insolvenza.
Principali indicatori DB 2016
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Bank, Doing Business
2016 (0 = migliore performance).
Political Studies
I 5 fattori maggiormente problematici per fare business
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Economic Forum, the Global
Competitiveness Report 2015-2016. *Classifica stilata in base alle risposte ricevute
dagli imprenditori operanti in loco intervistati.
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CINA – Guida Paese
PRESENZA UNICREDIT
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Political Risk & Country Analysis*:
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Luciano Mario Bencivinni (Political Analyst);
Andrea Bucolo (Political Analyst);
Valentino De Bernardis (Political Analyst);
Esra Gulfidan (Political Analyst);
Alessia Messina (Political Analyst).
* Political Risk & Country Analysis monitora regolarmente l’area dell’Europa Centro-orientale (AT, AZ, BA, BG, CZ, DE, HR,
HU, PL, RO, RU, SK, SLO, SRB, TR, UA), ed altre regioni del mondo tra cui l’Asia, il Medioriente e Nord Africa, l’Africa
subsahariana e l’America del Sud.
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