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AZIENDA ULSS 20 DI VERONA Sede legale: Via Valverde n. 42 - 37122 Verona - tel. 045/8075511 Fax 045/8075640 UFFICIO STAMPA Il Capo Ufficio Stampa Claudio Capitini PROGETTO ARCA “Assistenza, Ricerca e Cura per l’Anziano” Sabato 27 novembre Ore 8,30 – 13 Sala Conferenze Ospedale “G.Fracastoro” Alla presenza del Direttore Generale dell’Azienda Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, dell’assessore regionale alle Politiche sanitarie Luca Coletto e di Flavio Tosi, quale presidente della Conferenza dei Sindaci, presso la sala conferenze dell’ospedale “G. Fracastoro” di San Bonifacio, è stato presentato il Progetto ARCA, il cui acronimo sta ad indicare Assistenza, Ricerca e Cura per l’Anziano. Sperimentale a livello veneto e pilota a livello nazionale, il progetto, messo a punto dalla Direzione Generale unitamente ad un comitato scientifico multidisciplinare, propone un modello fortemente orientato all’integrazione delle cure e delle conoscenze, al fine di raggiungere una continuità di assistenza socio-sanitaria per tutti i cittadini anziani del territorio dell’est veronese. Gli obiettivi dichiarati sono quelli di rispondere in modo appropriato ai bisogni degli anziani fragili, mantenere l’autosufficienza e promuovere la dignità di ogni anziano, ottimizzare l’utilizzo delle risorse professionali ed economiche dell’ospedale e dei servizi territoriali. Riaffermando la centralità del cittadino fragile, per mettere a punto e seguire percorsi concreti che rispondano alle attese della persona, della sua famiglia e della comunità, il progetto Arca individua nel processo di valutazione multidimensionale, alla base di ogni rapporto tra i servizi e la singola persona, il punto di partenza di reali processi di continuità dell’assistenza. In questa prospettiva si integra con il “Progetto Scaligero” che delinea un nuovo modello assistenziale per l’anziano nell’area metropolitana veronese: l’insieme dei risultati che potranno essere raggiunti costituirà un “modello unico” di assistenza agli anziani originale e significativo. Alla luce delle attività ospedaliere e territoriali esistenti a Verona, vengono indicati progetti di assistenza, ricerca e cura da realizzare nell’immediato futuro per migliorare l’attività ospedaliera (al “Fracastoro” di San Bonifacio e al Polo ospedaliero di Marzana) e quella svolta nel territorio distrettuale a favore degli anziani fragili. Ci si propone dunque di promuovere lo sviluppo di competenze con una forte azione formativa rivolta agli operatori di ogni contesto, incentivare la creazione di un database condiviso per la messa in rete delle principali informazioni da condividere tra tutti gli attori coinvolti e valorizzare il ruolo della promozione della salute al fine di prevenire gli stati di fragilità. Viene istituito un Punto Unico di Accesso al fine di creare un sistema di risposta rapida, flessibile e chiara per l’utenza; migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’assistenza ospedaliera identificando l’area più appropriata per l’intensità di cure richiesta da ciascun paziente in una logica Ufficio Stampa: tel. 045/8075518–8076193 Fax 045/8075601 e-mail: [email protected] di integrazione ospedale-territorio; modulare l’erogazione delle cure e dei servizi secondo percorsi diagnostico-terapeutici condivisi. Nella sede distrettuale di S. Bonifacio, anche per la contiguità con la struttura ospedaliera, è stata centralizzata l’organizzazione e il coordinamento del punto unico di accesso, affidando ad un dirigente medico del Distretto la responsabilità organizzativa del sistema, secondo una logica di “cabina di regia” cui spetterà anche il compito di gestire il percorso extra-ospedaliero del paziente, predisporre l’ingresso in Ospedale di Comunità, in RSA o in Hospice e monitorare l’esito del piano assistenziale predisposto. L’elaborazione di una mappa degli anziani fragili rappresenta un fondamentale strumento di lavoro cui tutti gli attori impegnati nell’assistenza socio-sanitaria di un ambito territoriale possano fare riferimento nella pianificazione di interventi di prevenzione, assistenza ed anche di emergenza. Ci si sta adoperando altresì per ottimizzare la gestione clinica del paziente, migliorando la collaborazione tra le diverse figure professionali tramite la condivisione di percorsi diagnostico terapeutici quali la prevenzione ed il trattamento del dolore in ambito geriatrico, la prevenzione del delirium, delle cadute e della contenzione, la gestione dell’insufficienza respiratoria. Anche il Patto aziendale con i medici di medicina generale ha costituito un condiviso punto di partenza per un lavoro integrato fra i vari professionisti che assicurano l’assistenza primaria nell’ottica di realizzare sempre più la gestione integrata dei pazienti anziani fragili e la continuità dell’assistenza. Si sta provvedendo, inoltre, ad un miglioramento della cartella clinica informatizzata nella unità di Geriatria ed in quella di Lungodegenza e Riabilitazione. Considerato che la frattura di femore è un problema sanitario di grande impatto sull'ospedale e sui servizi territoriali, destinato a crescere con l'aumento della popolazione anziana, il progetto Arca prevede un percorso assistenziale del paziente anziano con frattura di femore e comorbilità attraverso un approccio integrato multidisciplinare e multiprofessionale. Un altro obiettivo è quello di valutare, con il MMG e in accordo con i familiari di pazienti anziani fragili con patologie croniche terminali o molto gravi residenti in strutture protette, l’effettiva appropriatezza del ricovero in ambito ospedaliero dell’ospite. Per dare risposta concreta a tale tipo di esigenza è stata organizzata un’attività di consulenza specialistica geriatrica presso alcune Case di Riposo, esplicata a fianco del MMG o su richiesta telefonica o attraverso accessi periodici con valutazione di pazienti anziani particolarmente fragili e con significativa gravità clinica. Si opererà la sperimentazione di gestione protetta a domicilio di pazienti anziani fragili con vario grado di disabilità dimessi dall’ospedale, affetti da patologie croniche tali da portare a ripetuti e frequenti ricoveri ospedalieri. Quanto alle cure palliative, si intende perseguire omogeneità di trattamento in cure erogate a domicilio e in tutte le strutture residenziali, con i criteri e le modalità del lavoro in equipe in raccordo con le strutture ospedaliere di riferimento, nell’ottica della obbligatoria continuità assistenziale, con una presa in carico che inizi già a livello di Pronto Soccorso e di degenza ospedaliera, fino al rinvio al domicilio sviluppando una rete solidaristica con il volontariato. 2