Menù storico dell`Unità d`Italia

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Menù storico dell`Unità d`Italia
Menù storico dell’Unità d’Italia
Per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia il nostro ristorante propone da marzo 2011
le ricette storiche della metà del 1800 e i piatti preferiti di chi la storia in quegli anni
l’ha costruita…
ANTIPASTI:
•
Tartare di salsiccia di Bra spiedino grigliato della stessa
(Se la salsiccia si fregia di essere il più antico insaccato italiano, Bra, in Piemonte vanta un altro
primato: è l’unica città a produrla di vitello. Un blasone nato per regia concessione nel 1847 . . . )
•
Finanziera piemontese servita su sfoglia di voul au vent
(La finanziera è un piatto della tradizione piemontese, di origini molto antiche ed incerte. Si deve il
nome ai funzionari d’alto rango dello stato sabaudo che vestivano, per l’appunto, la finanziera e che
gradivano molto questa piatto: le loro mogli preparavano questo piatto con le parti del pollo che avevano
ricevuto in dono dalle famiglie contadine della campagna, che si volevano così ingraziare i loro potenti
mariti. Nel Piemonte dell’800 è un piatto diffuso, raffinato, inserito nei pranzi eleganti e di grandi
occasioni, come le nozze, le celebrazioni ufficiali e i pranzi di gala . . . )
PRIMI:
Risotto alla Cavour: risotto Carnaroli al burro e parmigiano, infornato con
uova frittellate e servito con ristretto d’arrosto
(“Oggi abbiamo fatto la storia e adesso andiamo a mangiare.” Questa celebre frase pronunciata da
Cavour il 26 aprile 1859, dopo aver letto l’orgoglioso proclama di guerra contro l’Austria, lascia
intendere tutto lo spirito di questo diplomatico abilissimo, appassionato di buona tavola oltre che di
buona politica. . . . )
Cavour riteneva che il gusto del suo riso veniva esaltato se annaffiato da una bottiglia di
Barolo.
Maccheroni alla Garibaldina: maccheroni napoletani con frutti di mare,
seppie e gamberi conditi con pomodoro e leggermente piccanti
(Per molto tempo si attribuirono al colore scelto da Garibaldi per le divise dei suoi soldati valenze di
coraggio e sacrificio…si seppe poi che la scelta fu un caso: quella tela rossa era una partita di stoffa di
poco prezzo comprata dall’eroe a Montevideo e destinata in origine alle divise dei macellai di Buenos
Aires . . .)
SECONDI:
Manzo fassone alla Vialardi
(Giovanni Vialardi è stato un cuoco italiano, autore di un famoso trattato di cucina.. A vent’anni divenne
aiutante di cucina della Real Casa Savoia, al servizio del principe Carlo Alberto che, salito al trono nel
1831, ufficializzò le sue mansioni con Regio Biglietto del seguente tenore: “ L'esattezza e la fedeltà con
cui Giovanni Vialardi ammesso nel 1824 al Nostro Servizio attende al disimpegno dei propri doveri ha
incontrato il Nostro gradimento, di cui ci siamo disposti a dargliene un contrassegno con stabilirlo
aiutante di cucina della Reale Nostra Casa coll'annuo stipendio di lire novecento sessanta.” )
Uova alla Umberto I: fondi di carciofi con uova sode, Monglas bollente a
condimento e qualche scaglia di tartufo bianchetto
(Umberto I fu Re d'Italia dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide
d'Asburgo. Il suo regno fu contrassegnato da diversi eventi, che produssero opinioni e sentimenti
opposti. . . )
DOLCI:
La torta di Mazzini
(Un dolce alle mandorle. . . era il prediletto dal grande genovese, padre degli ideali e dei movimenti
repubblicani del Risorgimento. Nel 1835, dall'esilio svizzero, lontano per un breve momento dal pensiero
e dall'ispirazione dei moti rivoluzionari, ne inviò la ricetta, con un'affettuosa lettera, alla madre Maria
Drago . . .)
Dolce al Bicerin: gianduja, caffè, crema di latte e nocciole tonde di Langa
(Il Bicerin è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca
"bavareisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di
caffè, cioccolato e crema di latte. .Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti
separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fiur (l’odierno cappuccino), pur e barba
(caffè e cioccolato), ’n poc ’d tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È
stata quest’ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Il tutto veniva accompagnato
da dei "bagnati", dolcezze artigianali di ben 14 specie).
Il menù proposto è alla carta, per gruppi si può organizzare un menù degustazione.