La crisi fa bene al Gruppo Lonati

Transcript

La crisi fa bene al Gruppo Lonati
ECONOMIA
GIORNALE DI BRESCIA VENERDÌ 1 AGOSTO 2014
«Qui pane fresco»
il Sindacato
solleva dubbi
BRESCIA Il Sindacato panificatori
di Brescia interviene sulla delibera regionale in merito al provvedimento
attuativoalla Legge 10/2013 «Disposizioni in materia di promozione e tutela dell’attività di panificazione». Delibera con cui viene definito il contrassegno «Qui pane fresco». «Verificando il provvedimento - però, fa notare
sta in Camera di Commercio i panifici e altri esercizi formalmente in regola «potranno avere il "Qui pane fresco" e all’interno vendere anche prodotti surgelati, dorati, conservati»
senza differenziazioni al banco. Furibondi si dicono il presidente del sindacato Mensi e dell’Associazione
Mattinzoli.
il sindacato in una nota - e rileggendo
la legge regionale ha riscontrato l’inganno che è stato subdolamente inferto». I panificatori e l’Associazione
Artigiani si erano invece spesi per ottenere «due obiettivi: tutelare u panifici artigianali che producono il pane
fresco e il consumatore finale». Oggi
invecea fronte di una semplice richie-
La crisi fa bene al Gruppo Lonati
29
GRUPPO LONATI
Bilancio
Dati in milioni di euro
Dal 2009 ad oggi il fatturato medio è cresciuto del 50% rispetto ai 5 anni precedenti
Nel 2013 vendite a 249 milioni con l’utile che sfiora i 20. Bene anche il 2014
BRESCIA E’ un mezzo paradosso, qualcosa che a prima
vista si fa fatica a comprendere, ma così è: da quando è
scoppiata quella che chiamiamo «crisi» il Gruppo Lonati
non è mai andato così bene.
Il maggior produttore mondiale (ormai quasi monopolista planetario) di macchine
per calze da uomo e donna,
nelperiodo 2005-2009 ha registrato un fatturato annuo medio di 100 milioni. Dal 2010 al
2013 la vendita di macchine
per calze è di 150 milioni mediamente l’anno e l’esercizio
in corso dovrebbe confermare, con qualche ritocco all’insù, questo dato.
In realtà, a ragionarci bene,
trovate qui quanto ogni tanto
si scrive. E cioè: c’è stata crisi
e crisi, e mentre noi in Italia - abbiamo
sofferto e soffriamo - in molte
altre parti del
Mondo c’è
una richiesta
di macchine
per fare calze
che non è mai
stata così alta.
Il benessere sta
toccando nuovefette di Mondo, è calze,
collant e maglieria trovano
nuovi mercati. Dentro questo trend, certamente ci sta la
capacità innovativa del Gruppo presieduto da Ettore Lonati e c’è la scomparsa dal mercato di produttori marginali,
ma - e come detto - la verità è
che negli ultimi anni il Gruppo sta crescendo col turbo innestato.
Ettore Lonati, presidente e
a.d. del Gruppo, ha presentato ieri il bilancio 2013 prima
della pausa feriale. Con lui il
nipote Francesco (figlio dello
scomparso Tiberio) che è direttore generale della capogruppo, il figlio Riccardo (che
segue la Dinema, elettronica
e illuminazione) e il direttore
finanziarioMassimo Barbieri.
In realtà il bilancio è doppio:
quello della capogruppo Lonati di San Polo (che è poi
quello che dà il tono all’intero esercizio) e il consolidato
che sintetizza la molteplici attività del Gruppo. Le vendite
della capogruppo sono passate da 127 a 156 milioni. Tradotto in numero di macchine
significa esser passati da 7 mila a 9 mila. Siamo lontani dal
record (13 mila macchine)
del 2011, ma anche questi volumi sono considerati «soddisfacenti». Come sempre, e a
maggior ragione nel caso dei
Lonati, è decisivo l’export.
L’85% delle macchine prodotte ha preso la strada della Cina (che si prende il 28% del
fatturato), quindi la Turchia
(quasi 18%), ma stanno diventando interessanti anche gli
Stati Uniti (12%) che
sembrano essersi
destati da un lungo torpore manifatturiero.
I conti del
consolidato
portanoiricavi a 249 milioni
(+16%
sull’anno prima). In questo
perimetro entra l’intero arcipelago Lonati. E quindi la capogruppo,
quindi la Santoni e la Dinema. Poi c’è il settore immobiliare, tutt’altro che trascurabile che opera con la storica Tre
Stelle e la Morgante fra le altre: immobili da mettere a
reddito. C’è l’agroalimentare
(il gruppo piacentino Valtidone, al 30%, ma anche le cascine a Remedello e Gambara
con 1200 vacche da latte, tutto dato agli Ambrosi); ci sono
i centri commerciali, la partecipazione al 50% nel gruppo
Alfa Acciai e quindi (ma qualcosa è rimasto fuori) la Vittoria srl, la società costituita
con i francesi per gestire strutture socio assistenziali, la prima delle quali sarà l’ex Poliambulanza. Risultato finale: 19,7 milioni di utile netto.
Gianni Bonfadini
2013
Fatturato
2012
249,7
216,1
Ammortamenti
14,0
15,0
Saldo Fin. Netto
-4,1
5,4
Cash Flow
33,7
20,3
Utile Netto
19,7
5,3
1.269
1.282
Dipendenti
Nel mondo
■ Il gruppo
Lonati esporta
l’85% della
propria
produzione. In
alto da dx:
Riccardo, Ettore
e Francesco
Lonati e
Massimo
Barbieri
3
Entro giugno 2015 pronta l’ex Poliambulanza
L’annuncio di Ettore Lonati. 117 posti letto per anziani in joint con i francesi
L’emblema del
Gruppo che si
innalza a San Polo
BRESCIA Un gruppo concentrato storicamente sulla meccanica
e in parte sulla siderugia, con diversificazioni ormai storiche
nell’immobiliare. Più recente l’ingresso nell’agroalimentare (il
gruppo piacentino Valtidone)
dove i Lonati hanno il 30%, quota
analoga l’Ambrosi Casearia, il
40% la famiglia valsabbina Franzoni. Ma la diversificazione continua. L’idea è quella di entrare nella gestione di residenze per anziani, la versione aggiornata delle case di riposo. Si parte da Brescia
dove i Lonati (tramite la Morgante srl) avevano rilevato l’immobile ex Poliambulanza di via Calata-
fimi. Anni di impasse e ai primi
dell’anno scorso il cambio di destinazione accettato dal Comune: da ospedale in residenza per
anziani con 117 posti letto.
Adesso i Lonati devono correre.
Entro maggio-giugno 2015 la
nuova struttura dovrà essere
pronta. Il cantiere è stato aperto,
la gru innalzata. La Morgante resterà titolare dell’immobile ma la
gestione della nuova struttura sarà della Vittoria srl, una società
con i Lonati al 30% e la restante
parte della Segesta-Korian, colosso francese del settore con 321
strutture in gestione e 34 mila posti letto.
L’idea di fondo della famiglia bresciana è di valutare a fondo questo settore e per questo - ha detto
Ettore Lonati - vogliamo entrare
nella gestione. L’ex Poliambulanza dovrebbe essere la prima di
una serie di operazioni della Vittoria srl. Per restare alla città, pare ci sia un mercato potenziale di
4 mila clienti, ma anche in provincia sembra esserci una domanda
anche qui potenzialmente alta,
soprattutto nell’area Ovest. Si
stanno esaminando diverse opzioni. L’impressione è che a breve possa esserci qualche annuncio sull’avvio di nuove operaziogi.bo.
ni.
La Famiglia, nuovo cda. Bertoni esce di scena
L’ex a.d. Luigi Lotta ora guida la coop. Presentato un piano finanziario alle banche
Dall’archivio un’immagine di Luigi Lotta
VQpRoVFuEFHeMsTnfMbOud9YvRqKqSiQZIfHn3/NGs8=
BRESCIA Antonio Bertoni lascia il Centro
Studi La Famiglia. Dopo la messa in liquidazione di 11 cooperative riconducibili a al consorzio nato nel1953 da un’idea di padre Ottorino Marcolini, lo storico presidente de La Famiglia passa il testimone a Luigi Lotta, ex sindaco di Coccaglio.
L’ex amministratore delegato della coop di
via Crocifissa di Rosa guiderà così un nuovo
cdaridotto da nove a cinque consiglieri. Oltre
a Lotta, quindi, toccherà al vicepresidente
Pierluigi Monterosso,a Dario Brambilla (precedentemente nominato liquidatore di alcune coop del gruppo), a Francesco Maltempi e
a Fabrizio Spassini portare a termine un pro-
getto di risanamento finanziario del Centro
Studi. Secondo alcune indiscrezioni, in collaborazione con il professionista Marco Gregorini, La Famiglia ha già presentato alle banche un piano di rientro del debito (stimato
intorno ai 130 milioni di euro), che una volta
ricevuto il benestare degli istituti di credito
permetterà alla cooperativa bresciana di avviare un progetto industriale di più ampio respiro mirato alla cessione di circa 320 alloggi
e di aree residenziali in portafoglio al gruppo
di coop de La Famiglia.
L’uscita di Antonio Bertoni dal Centro Studi
La Famiglia arriva a due mesi dall’inchiesta
aperta dalla Procura di Bergamo su una serie
di operazioni immobiliari condotte dal numero uno di Ubi Banca, Franco Polotti, proprio con la coop di via Crocifissa. Inparticolare,sotto la lente degli inquirenti c’è un mutuo
di 16 milioni che il Banco di Brescia ha concesso al Centro Studi La Famiglia per l’acquisto di un’area sulla quale era prevista la costruzione della nuova sede. Quel terreno era
della Interim, società riconducibile alla famiglia dello stesso Polotti (ai tempi presidente
del Banco di Brescia) e per questo motivo secondo l’accusa - rivela un conflitto di interessi tra le parti in causa.
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@ giornaledibrescia.it