Tavolo con ornati

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Tavolo con ornati
Su un modello di Giovan Battista Foggini
(Firenze 1652-1725)
Tavolo con ornati
1716
Firenze, Galleria Palatina, inv. Mobili Artistici,
n. 1506
Manifattura granducale
su modello di Giovan Battista Giorgi
(notizie 1815-1851)
Tavolo con ghirlanda
di rose bianche e conchiglie
1853 ca
Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure,
inv. 573
Manifattura granducale
su modello di Niccolò Betti
(1806-1882)
Tavolo con fiori e uccelli
1855
Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure,
inv. 1859
Ultima, impegnativa realizzazione del periodo granducale, il tavolo
rappresentò la ex-manifattura di corte all’Esposizione Nazionale
di Firenze del 1861, celebrativa dell’Unità recente. Fu raffigurato
in un’incisione del Giornale dell’Esposizione qui esposto.
Final, demanding realization from the Grand Ducal period, this
table represented the former Court Workshop at the National
Exposition in Florence in 1861, celebrating the recently united Italy.
It was portrayed in an etching in the event’s Giornale here on display.
Manifattura fiorentina
Tavolo con ghirlanda di fiori e uva
ante 1862
Lisbona, Palacio de Ajuda
Enrico Bosi
(attivo dal 1858 al 1900)
Tavolo con colombe
e ghirlanda di fiori
1880 ca
Firenze, Palazzo Pitti, Appartamenti Reali,
Studio della Regina, OPP 1879, n. 272
Opificio delle Pietre Dure
su modelli di Edoardo Marchionni
(1837-1923)
intagli di Paolo Ricci
(Fiesole 1835-1892)
Giardiniera da sala
1883
Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure,
inv. 427
Giovan Battista Giorgi
(notizie 1815-1851)
Modello per tavolo
con Apollo e le Muse
1834 ca
Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure,
IDO 308
Modellino preparatorio per il grande piano in pietre dure su fondo
di lapislazzuli, destinato al granduca Leopoldo II d’Asburgo Lorena,
la cui lavorazione impegnò la manifattura di corte dal 1837 al 1850.
Preparatory model for the grand top in semi-precious stone
against lapis lazuli, intended for Grand Duke Leopold II of Hapsburg
Lorraine, which involved the efforts of the court workshop from
1837 to 1850.
Gaetano Sabatelli
(notizie dal 1842 al 1893)
Cimabue e Giotto
1847 ca
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna,
inv. Accademia, n. 486
Francesco Betti
(notizie dal 1848 al 1886)
Tavolo con coppa di fiori
1878
Vercelli, Museo Francesco Borgogna,
Museo Borgogna 1906, XIX, 19
Francesco Betti
(notizie dal 1848 al 1886)
Tavolo con composizione
di vasi, fiori e uva
1878
Vercelli, Museo Francesco Borgogna,
Museo Borgogna 1906, XIX, 21
Giovanni Scappini
(notizie dal 1873 al 1892)
Gentiluomo
in abito del Settecento
ultimo quarto del secolo XIX
Firenze, Collezione Lastrucci
Alfonso Montelatici
(attivo tra la fine del secolo XIX e gli inizi del secolo XX)
Alla fontana
inizi del secolo XX
Collezione privata
Alfonso Montelatici insieme al fratello Giovanni condusse dalla fine dell’Ottocento
un laboratorio, il cui successo internazionale fu legato all’idea di tradurre a mosaico i
dipinti naturalistici o “di genere”, che più erano graditi al pubblico del tempo. Impresa
fuori dal comune, per le dimensioni inusitatamente grandi, fu questa versione a mosaico
di Alla Fontana, dipinto di Egisto Ferroni del 1879: in questa occasione per la prima volta
si presentano insieme il modello pittorico, conservato nelle raccolte della Galleria
d’arte moderna, e la sua traduzione musiva.
Until the late 1800s,Alfonso Montelatici and his brother Giovanni ran a workshop, whose
international success was tied to the idea of translating into mosaics naturalistic and
‘genre’ paintings, which were more preferred by the public during those years. An unusual
activity, for the uncommonly large dimensions, this mosaic version of At the Fountain,
painted by Egisto Ferroni in 1879: here for the first time we have together a painting, used
as a model and housed at the Modern Art Gallery, and its mosaic version.
Egisto Ferroni
(Porto di mezzo, Signa 1835 - Firenze 1912)
Alla fontana
1879
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna,
inv. Accademia 871
Manifattura toscana
Banco per il taglio
del mosaico fiorentino
secolo XIX
Firenze, Opificio delle Pietre Dure, (s.i.)
Il banco da lavoro per il taglio delle sezioni di pietra dura si compone di una morsa dove
fissare la fetta di pietra e di un archetto di castagno. Vi è legato un filo di ferro dolce,
che a ciascun movimento dell’archetto per segare la pietra viene cosparso di abrasivo
umidificato: la loro azione combinata consente il taglio perimetrale della sezione di pietra
dura, secondo la media di un centimetro di taglio ogni cinque minuti di lavoro. Eseguito
a mano libera, il perimetro deve corrispondere esattamente a quanto previsto dal lucido
delle sezioni dell’assieme del mosaico. Per levigare i bordi e assicurarne la perfetta
coincidenza con le altre sezioni musive, al taglio con l’archetto segue una rifinitura con
lime metalliche e polvere abrasiva.
The counter for cutting sections of semi-precious stones consists in a grip, where to settle
the slice of stone, and a bow in chestnut wood. Attached is an iron wire, which for each
movement of the bow a dampened abrasive is sprinkled on while cutting the stone: their
combined action allows the stone to be cut on its sides, according to the average of a
centimetre cut every five minutes. Executed freehand, the perimeter must correspond
exactly to what is foreseen by the tracing of the overall mosaic sections. In order to smooth
the edges and ensure its perfect match with the other mosaic sections, after the bow cut
the work is finished with metal files and abrasive powder.
Adriano Cecioni
(Fontebuona, Firenze 1836 - Firenze 1886)
Ragazzi che lavorano
l’alabastro
1866-1867 ca
Milano, Pinacoteca di Brera, Reg. Cron. 7407
Manifattura toscana
su progetto di Giuseppe Stanislao Buyet
(Lione 1812 - Firenze 1882)
Randa ovale
secolo XIX
Firenze, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure,
inv. 1274
Progettato dall’ingegner Giuseppe Buyet, dal 1857 al 1882 responsabile dell’Officina
dell’Opificio, questo strumento meccanico per il taglio delle lastre destinate a piani di
tavolo aveva ‘passo’ variabile, che consentiva di ottenere perimetri ellittici più o meno
schiacciati. Nell’archivio dell’Opificio si conservano, e sono qui esposti, gli originari
progetti grafici per la realizzazione della “randa ovale”.
Designed by engineer Giuseppe Buyet, from 1857 to 1882 manager of the Officina
dell’Opificio, this mechanical instrument for stone cutting intended for table tops had a
variable ‘pass’ which allowed artisans to obtain elliptical perimeters that were flattened
to varying degrees. In the Opificio archive there are, and are here on display, the
original graphic projects for the realization of the “randa ovale” (oval cutter).