IL MITO DEL "CHE" IN SARDEGNA: VILLANOVAFORRU

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IL MITO DEL "CHE" IN SARDEGNA: VILLANOVAFORRU
IL MITO DEL "CHE" IN SARDEGNA: VILLANOVAFORRU, APRE LA MOSTRA
Villanovaforru 3 mar 2010 (CHB) - A cinquant'anni esatti dal celebre scatto che immortalò il Guerrillero heroico, il Consorzio turistico della Marmilla Sa
Corona Arrùbia presieduto da Alessandro Merici celebra la figura di Ernesto Che Guevara attraverso la mostra internazionale dal titolo: ¡CHE!
Revoluciòn y mercado - Ernesto Che Guevara: Rivoluzionario e Icona. L'esposizione approda in Sardegna dopo diverse tappe a spasso tra le
capitali del mondo tra cui New York, Istanbul, Londra e l'Havana. Per sei mesi, dal 5 marzo al 5 settembre, si fermerà nelle sale del Museo del Territorio di
Villanovaforru, sulla strada Lunamatrona Collinas. L'evento è organizzato della società Sa Corona Arrùbia Spa presieduta da Daniele Antonio Mascia.
La mostra è stata creata dalla curatrice indipendente Trisha Ziff (in collaborazione con ARTSblock, University of California at Riverside) che descrive così
l'allestimento: "Questa esposizione non racconta la vita del Che ma quella di una fotografia. Semplicemente quella". L'iniziativa è stata presentata questa
mattina al Museo del Territorio che, come annunciato dal presidente Merici, sarà intestato a Giovanni Pusceddu, ideatore e fondatore del Consorzio turistico.
"Anche lui è stato un grande rivoluzionario", spiega Merici: "Gli piaceva ripetere una frase celebre di Che Guevara: ognuno di noi da solo non vale nulla". E del
filo conduttore tra l'Isola e il Guerrillero heroico, ha parlato anche Daniele Antonio Mascia: "La sua immagine è riprodotta in un noto murales di Orgosolo",
commenta il presidente della società che sottolinea l'aspetto apolitico dell'iniziativa, "questa mostra mette tutti d'accordo".
Sono circa 200 gli oggetti e le riproduzioni esposti a Sa Corona Arrubia e che hanno come tema l'immagine più celebre del Che. "Un'icona che crea
curiosità", sostiene Fulvio Tocco, presidente della Provincia del Medio Campidano: "La mostra segna la volontà di uscire dal solito cliché: anche questa è una
rivoluzione". Come sottolinea il curatore della rassegna, Israel De Leon: "Non viene raccontata la vita del personaggio, ma quella della sua più celebre
fotografia". Una prospettiva che si presta a più riflessioni. Non a caso sono in programma diversi convegni che si terranno durante i sei mesi in cui la mostra
resterà aperta. "Le tematiche sono tante", assicura il direttore del Museo, Paolo Sirena, "si va dallo sfruttamento dell'immagine in politica al mito di una
figura che ha avuto modo di attecchire in diverse parti del mondo. E' fondamentale anche l'aspetto artistico di questo celebre scatto, nella Pop art e
nell'Optical, senza trascurare l'accostamento a Cristo come martire morto per una causa giusta o al mito del divo per la sua bellezza".
Era il 5 marzo del 1960 quando Alberto Dìaz Gutièrrez (1928-2001), un ex fotografo di moda conosciuto come Alberto Korda, divenuto nel frattempo
fotografo personale di Fidel Castro, scattò la rinomata immagine di Che Guevara: probabilmente la più riprodotta nella storia della fotografia. Korda
immortalò Il Guerrillero heroico mentre saliva su un podio allestito per i funerali, celebrati a l'Havana, di 140 cubani vittime di un'esplosione. Korda disse di
essere stato ispirato dall'intensità dell'espressione di Che Guevara che, a suo parere, era encabronado y dolente: corrucciato e triste. Durante il processo di
stampa, l'immagine venne ripulita dal contesto, lasciando soltanto il primo piano del rivoluzionario cubano. Ma quella che oggi è un'icona inossidabile rimase
nell'oblio per diverso tempo. Fu l'editore milanese Giangiacomo Feltrinelli (se ne fece regalare due copie dal fotografo) a diffonderla in tutto il mondo
pubblicandola sia come poster nel '67 sia, un anno dopo, come copertina del libro "Diario in Bolivia". Il ritratto divenne il simbolo della rivoluzione e della
ribellione giovanile del ‘68, ma anche il soggetto di bandiere, magliette e oggetti kitch. Ancora oggi l'immagine viene utilizzata per caricature e parodie e,
allo stesso tempo, come emblema di proteste politiche da parte dei movimenti più disparati.
La mostra, organizzata dal Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia, ripercorre la storia della diffusione di questa immagine esaminandone la sua straordinaria
potenza. L'allestimento propone opere di vari artisti tra cui Vik Muniz (Stati Uniti/Brasile), Pedro Meyer (Messico), Martin Parr (Inghilterra), Marcos Lopez
(Argentina), Annie Leibovitz (Stati Uniti), i magnifici poster originali concessi in prestito dal Center for the Study of Political Graphics di Los Angeles e oggetti
vari tra cui banner e cimeli del Che. L'iniziativa è organizzata in collaborazione con la Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna, Regione Autonoma
della Sardegna, Provincia del Medio Campidano, Fondazione Banco di Sardegna e Ultragas. La mostra è curata da Trisha Ziff in collaborazione con
ARTSblock, University of California at Riverside ,California (USA), con il supporto di: 212 Berlin, Città del Messico, Messico; Centro de la Imagen, Città del
Messico, Messico; Anglo Mexican Foundation, Messico; Zonezero.com. Principali attori e prestatori della mostra sono: Diana Diaz e la "Estate of Alberto
Korda"; Jonathan Green, director of ARTSblock, University of California at Riverside, California (Usa); Center for the Study of Political Graphics, Los Angeles,
California (Usa); Raccolta di David Kunzie, Los Angeles, California (Usa); Darrel Couturier, Couturier Gallery, Los Angeles, California (Usa).
(chartabianca, 17:50)