Caro Johnny Depp, eccomi di nuovo da te. Anche se da te

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Caro Johnny Depp, eccomi di nuovo da te. Anche se da te
«Non so se è pazzia o genialità. Impressionante quanto spesso
questi due tratti coincidano.»
(Will Turner ne La maledizione della prima luna)
Caro Johnny Depp,
eccomi di nuovo da te. Anche se da te e con te, a dire il vero,
ci sono sempre. Ti penso, t’immagino, ti sogno... in continuazione. E i miei sogni a occhi aperti sono dei veri film,
anzi alcuni varrebbe proprio la pena di girarli, e un giorno
senz’altro lo faremo, quando io sarò la tua sceneggiatrice. Ah
già, perché forse non te l’ho detto, ma io al più presto sarò la
tua sceneggiatrice. Mi sto già preparando. Se pensi che sia
pazza, ricorda quanto spesso pazzia e genialità coincidano.
Come Jack Sparrow l’hai ampiamente dimostrato! Fidati,
sarò una geniale sceneggiatrice. Sono in gamba, sai? Ma tu in
realtà non sai. Non sai nulla di me, e invece io so tutto, ma
proprio tutto di te. Allora forse è meglio se mi presento.
Dunque, io sarò la donna della tua vita, anche se adesso
sono solo una ragazzina di tredici anni che frequenta la
quarta ginnasio di un liceo classico. Questo è perché ho iniziato la scuola un anno prima, così sono avanti di un anno,
una cosa che ti fa sentire più grande e più piccola nello stes13
so tempo. Più grande perché sono già alle superiori, mentre
le mie coetanee fanno ancora le scuole medie, più piccola...
be’, perché effettivamente sono la più giovane della classe, e
c’è sempre qualcuno che te lo fa notare e pesare in modo
poco simpatico.
Mi chiamo Sara e vivo in una villetta a schiera con un fazzoletto di giardino davanti, in un’anonima cittadina della
pianura padana dove vivere «è come ballare senza musica,
un posto dove non succede niente e non succederà mai niente», come dici tu-Gilbert descrivendo Endora in Buon compleanno Mr Grape. Quindi inutile nominarla, la cittadina,
perché tanto a te non direbbe niente e anche a me dice molto poco, e infatti appena potrò me ne andrò di qui. Nella villetta ci vivo con mia madre Anna e con i miei fratelli Scip e
Den. Scip e Den non si chiamano affatto così, questi sono
due soprannomi. Anzi, per essere precisi, sono i diminutivi
di due soprannomi.
Il più grande, anni sedici, si chiamerebbe Andrea ma l’ho
soprannominato ‘Scippatore di shampoo e di phon’ per la
sua pessima abitudine di fregare alla sottoscritta, nonché
alla madre della sottoscritta, ogni prezioso e personale prodotto per la cura del capello, nonché il phon speciale col diffusore di cui un ragazzo non avrebbe alcun bisogno, se non
avesse dei boccoli biondi che farebbero invidia a Riccioli
d’Oro... sai, quella della fiaba coi tre orsi.
Scippatore di shampoo e di phon (Scip per semplificare)
è specializzato in incursioni piratesche (persino tu dovresti
prendere esempio!) nel nostro privato universo femminile
(cioè nel bagno esclusivo mio e di mia madre). Una cosa che
non sopporto!
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Anche mia madre va su tutte le furie: «Andrea, se ti serve
uno shampoo non hai che da dirlo. Quando le cose mancano, ho avuto notizia, e te ne rendo edotto, che esistono luoghi chiamati ‘supermarket’ dove si può andare e prendere
tutto ciò che si vuole, basta pagare!» (versione sarcasticospiritosa. Mia madre sa essere molto spiritosa quando vuole). Oppure: «Accidenti, Andrea, vuoi smetterla di fregare le
mie cose? Non posso scoprire, ogni volta che sono già
bagnata sotto la doccia, che il mio shampoo non c’è più. Se
non la pianti, ti scotenno!» (versione incavolata nera. Mia
madre è molto incavolata spesso). E poi gli spiega, per l’ennesima volta, che lei usa uno shampoo caro e speciale per
capelli permanentati e colorati che a lui non serve a nulla.
Ma chissà poi se è vero che non gli serve a nulla. Ame il dubbio che Scip si sia fatto permanente e decolorazione resta.
Dico io, come fa uno ad avere per quindici anni una testa di
capelli color fieno secco, fragili, sottilissimi e lisci come il
mare in una giornata di bonaccia e poi a ritrovarsi tutto di
colpo con una cascata di riccioli biondi? Scip dice che i capelli cambiano, che prima non si poteva capire perché li teneva
cortissimi ma che poi, lasciandoli crescere, gli sono venute le
onde. In quanto al biondo, è tornato così dopo due mesi di
mare e lui dice che è genuina opera del sole e della salsedine.
Mah, chissà perché a me questo miracolo non capita! Lui mi
scippa il phon e io gli scipperei l’intera testa, a quel capellone di mio fratello. Quei boccoli fanno invidia a qualsiasi
ragazza! Io ci metto un’ora a cercare di farmi i capelli un po’
mossi e mi va pure il sangue alla testa perché, per riuscirci, li
asciugo a testa in giù, come mi ha suggerito la parrucchiera.
Il colore poi è banale, ma non preoccuparti, nei miei/nostri
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sogni sono sempre biondissima e, quando ci incontreremo,
lo sarò senz’altro perché sarò sfuggita alle proibizioni di
decolorazione materne. Ma mi sono persa e non ti ho ancora raccontato niente di Den. Be’, rimando il fratello minore
alla prossima lettera (è sempre il destino dei minori arrivare
per ultimi!). Per oggi ciao, mio amatissimo Johnny,
Tua futura biondissima sceneggiatrice
P.S. Ah, mi stavo dimenticando di dirti un’altra cosa importante su di me. Sai, oltre alla passione per la scrittura, ho
anche la passione per il disegno. Ero la pupilla della prof di
artistica alle medie. Non faceva che insistere con i miei genitori perché m’iscrivessero al liceo artistico. «Se non le fate
fare l’artistico, è un peccato mortale! Un talento sprecato è un
grande peccato!» continuava a ripetere come un predicatore invasato. L’ho molto delusa scegliendo il liceo classico,
ma per me la scrittura viene al primo posto e il disegno al
secondo. Comunque disegnare bene potrà servirmi anche
come sceneggiatrice: farò tutto da sola, compreso lo storyboard. Io lo so che in America fanno i disegni di tutte le scene,
che tutte le inquadrature del film vengono disegnate come
in una storia a fumetti. Vuoi vedere come ti disegno ne La
maledizione della prima luna?
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Eccoti qua, Johnny!
Come ti trovi? Io, magnifico come sempre!
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