Informazioni - Liceo Golgi

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IL PURGATORIO
Il Purgatorio è la seconda delle tre cantiche della Divina Commedia di Dante
Alighieri, scritta all’inizio del ‘300. Questo mondo è collocato nell'emisfero australe
ed è costruito ribaltato rispetto all’inferno; ha la forma di tronco di pandoro.
Quando Lucifero (portatore di luce, dal latino LUX FERO), il più bello degli angeli, si
ribellò a Dio perché voleva essere superiore, venne scaraventato sulla terra.
Cadendo provocò una voragine fino al centro della terra, creando così la montagna
del purgatorio. Prima di Dante l’idea di Purgatorio non esisteva; solo con il Concilio
di Lione del 1274 entra a far parte della dottrina cattolica. Dante affronta il cammino
di purificazione attraverso il Purgatorio e viene accompagnato dal poeta latino
Virgilio, anima collocata nel limbo dell’Inferno perché morto senza battesimo.
I peccatori che prima di morire si sono pentiti delle loro malvagie azioni, devono
purificarsi attraverso la salita del Purgatorio, fino a giungere nell’Eden; quindi queste
anime sono già salve perché destinate al paradiso. Tuttavia, un'anima, per entrare
nell'Eden, deve prima immergersi in due fiumi sacri: il primo è il Lete, le cui acque
lavano il peccatore dalle memorie di tutte le colpe commesse, mentre il secondo è
l’Eunoè, le cui acque invece fanno tornare alla memoria dell'anima tutto il bene
compiuto in vita. Dopodiché, l'anima accede davvero al Paradiso, cioè alla
beatitudine eterna
Il purgatorio è diviso in antipurgatorio, purgatorio e paradiso terrestre.
L’antipurgatorio si divide in: morti scomunicati (collocati sulla spiaggia alla base del
monte), pigri e morti per violenza. Segue poi la Valletta dei Principi o Valletta Fiorita,
dove si trova la porta per entrare nel purgatorio vero e proprio.
Il purgatorio è diviso in sette cornici che rappresentano i vizi capitali:
1. Superbia: esagerata stima di sé
2. Invidia: malcontento per la felicità altrui
3. Ira: impeto rabbioso ed incontrollato
4. Accidia: pigrizia
5. Avarizia: eccessivo attaccamento al denaro
6. Gola: amore smisurato per il cibo
7. Lussuria: amore che eccede nella misura
Le cornici vanno salendo dal peccato più grave a quello più lieve e ciascuna è
custodita da un angelo che rappresenta la virtù opposta a ciascun peccato. Per ogni
cornice vi è una pena diversa per le anime, regolata (come anche nell'Inferno) dalla
“Legge del contrappasso” che impone una pena simile o contraria al peccato. Per
questo, i superbi sono condannati a camminare reggendo sulle spalle degli enormi e
pesantissimi massi, che li costringono a camminare col volto basso (mentre in vita si
ergevano altezzosi), gli invidiosi hanno le palpebre cucite col fil di ferro (mentre in
vita guardavano con malignità i beni altrui), gli iracondi sono immersi in un fumo
nerissimo che li acceca (come in vita erano accecati dal "fumo" della rabbia), gli
accidiosi sono costretti a correre perennemente, senza mai fermarsi (mentre in vita
si rilassavano nell'ozio), gli avari hanno il volto costantemente e totalmente immerso
nella terra (come in vita erano immersi nel denaro, che è un bene di terra), i golosi
sono costretti a sopportare impietosamente la fame e la sete (mentre in vita
abbondavano nel banchettare) e i lussuriosi sono sempre immersi in fiamme ardenti
(come in vita erano immersi nelle "fiamme" della passione).
La porta d’ingresso del Purgatorio è composta da tre scalini che rappresentano i tre
momenti della confessione:
1. Il primo è bianco e simboleggia il pentimento
2. Il secondo è nero e simboleggia la confessione
3. Il terzo è rosso e simboleggia la carità
Questa porta è vigilata dall’angelo guardiano che sta sulla soglia di diamante e tiene
in mano una spada luminosissima; indossa un manto color cenere che simboleggia
l’umiltà ed estrae due chiavi, una d’oro e una d’argento spiegando che la prima è più
preziosa e la seconda più difficile da usare.