leggere, sa però capire che le rap- presentazioni

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leggere, sa però capire che le rap- presentazioni
blow up
leggere, sa però capire che le rappresentazioni della morte (uno
scheletro con la falce), o la rappresentazione del Purgatorio (gente
che prega e che esce dalle fiamme,
come se lievitasse) e, peggio, dell’Inferno (diavoli con picche e forconi
che ti tengono nel fuoco eterno)
vogliono insegnare la retta o la cattiva via, la salvezza dei corpi (le
anime sono irrappresentabili) o il
loro tormento senza fine. Per i particolari poi si poteva sfogliare la
Commedia, poi detta “divina”, dove
però è molto interessante l’Inferno,
meno il Purgatorio, meno ancora il
Paradiso d’una noia mortale. E così
fino di seguito, nella gloria religiosa
sino ai giorni nostri, con un’apoteosi nel Rinascimento e nel Manierismo. Con dell’ottima pittura, con
pittura media, con pittura assolutamente brutta. Gesù ha spesso occhi
cerulei, come se fosse stato uno
svedese, ed è sempre bello e aitante
(e se, invece, fosse stato piccolo e
bruttino?), vestito con un manto
rosso. La Madonna, invece, col
manto blu e sempre bella di una
bellezza dolente, perché spesso nel
suo cuore sono infilzati sette pugnali e, comunque, sotto il piede
nudo c’è quasi sempre una serpe
minacciosa. San Giuseppe vale meno: è vecchietto, calvo, sempre in
disparte, impacciato, che non sa cosa fare, salvo qualche volta piallare
un legno. Direi un santo inespressivo. Inespressivo anche san Sebastiano (soldato romano di Narbona,
martirizzato sotto Diocleziano nel
IV secolo) che rimane impassibile,
quasi distratto, legato al palo e trafitto da un nugolo di frecce. Sembra aspettare l’autobus che ritarda,
lievemente incavolato. Nella chiesa
di san Magno, a Legnano, navata
destra, c’è un san Pietro martire
-non l’apostolo, uno minore- del
Luini (1556) che brancola nel boa tu per tu con avis | marzo 2012
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