Equipaggiamento

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Equipaggiamento
Due giorni nel Parco Regionale dell'Adamello all'interno di un antico villaggio di montagna immerso nella natura,
nella Casa Rifugio di Alexander Langer – Amici della Natura di Saviore dell'Adamello... due giorni in autogestione!
La montagna è una grande farmacia e i montanari sono i suoi farmacisti.
Frequentare la montagna per amore della sua aria tersa, del suo cielo e delle emozioni che la vita libera e selvatica dei
suoi animali ci trasmette è solo il primo passo per chi voglia viverla pienamente. Il passo successivo è l'incontro con
le popolazioni della montagna con la loro vita... l'incontro con esperti raccoglitori di erbe, Italo & Marinella che
racconteranno delle loro esperienze con le erbe, con le piante della loro montagna, custodi di conoscenze tramandate
da tempi immemorabili... e...
un incontro speciale con la natura e le sue magie: erbe, luoghi sacri, incisioni rupestri, tradizioni,
mostra & teatro delle erbe officinali, canti & suoni arcaici!
Al Mulino visiteremo la mostra permanente sugli usi tradizionali delle erbe officinali, le raccolte di erbe,
di radici, di piante più importanti nella storia della comunità di Saviore, dal lichene islandico, all'uva ursina.
Saremo coinvolti al Teatro delle erbe, una bellissima forma espressiva di semplici rappresentazioni di erbe e
di piante con le loro proprietà... affidate a più voci di giovani!
Nella Casa-Rifugio approfondiremo la preparazione di tisane, infusi, decotti e aperitivo/digestivo per mamma e papà!
Dopo l'uscita notturna... sperimenteremo la profondità e la forza emozionale di canzoni e suoni tradizionali
con corni, tacòle, grì, campanacci, conchiglie, e tamburi Lakota, rametti di nocciolo e campanellini!
Ritrovo: sabato 30 maggio ore 7.00
presso il piazzale Scuola Media di Grignasco
Rientro: domenica 31 maggio ore 19.30 c.a. presso il piazzale Scuola Media di Grignasco.
Itinerario: Grignasco – Autostrada A4 Milano/Bergamo/Lovere/Demo/Berzo/Cevo/Saviore dell'Adamello (1210 m)
Escursione/camminata: Dosso Merlino, Santuario Rupestre nella Valle di Brata, Sentiero etrusco celtico...
tra 1200/1400 m.
Tempo di cammino: da una a due ore.
Difficoltà: E Itinerari su sentieri in terreno di vario genere (boschi, pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a
forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano).Richiedono l'attrezzatura adatta per l'escursionismo.
Equipaggiamento:
Lo zaino: borraccia, bicchiere di metallo/plastica, torcia, mantellina/ombrello, berretto/bandana,
il necessario per igiene personale (dentifricio, spazzolino...), asciugamano, tuta/pigiama,
ricambio completo più intimo, sacco lenzuolo/sacco a pelo, scarpe da ginnastica.
La tessera Socio giovane Cai, il manuale Con Noi in Montagna, la mitica maglietta ESCAI.
Facoltativo: macchina fotografica/binocolo.
Pranzo al sacco  per sabato e domenica mezzogiorno!
Cosa mi metto?
Scarponi o pedule, giacca a vento, pile/felpa...
Se desideri partecipare alla fantastica esperienza dei due giorni nella Natura
fai
compilare dal tuo genitore il modulo di autorizzazione e consegnalo entro lunedì 25 maggio presso:
●Scuola Elementare Grignasco
●Scuola Media
Grignasco
●Scuola Media/Elementare Boca
●Scuola Elementare Cavallirio
Docente sig.ra Enrica Borelli, Enrica Martina, Michela Vurro
Segreteria: sig.ra Caterina Topini – sig. Gianpietro Parenti
Segreteria: sig.ra Paola Sillani
Docente sig.re Anna Cominazzi, Carmen Luotti
● Ricorda: senza autorizzazione non potrai partecipare all’esperienza di Alpinismo Giovanile
Saremo ospiti della Casa Rifugio: l'esperienza della condivisione degli spazi e l'autogestione
della casa è estremamente educativa e formativa...
E’ importante che lo zaino e gli indumenti per i due giorni li prepari insieme ad un tuo genitore.
Porta un block notes per scrivere interessanti appunti!
La cena e la colazione si gusteranno presso la Casa Rifugio in mezza pensione.
● Per
qualsiasi Informazione :
Giovanile
 Gabriella Patriarca
puoi comunicare con l’Accompagnatore di Alpinismo
0163.835377 / 347.8034278
“La Primavera... lo sbocciare di un tenero e potente germoglio. Il risveglio della natura ed il nostro risveglio.
L'Estate... i fiori sono sbocciati improvvisamente ovunque... il fiorire come manifestazione della nostra essenza.
L'Autunno... quando i frutti sono maturi e raccontano una vita vissuta al meglio. L'autunno come maturità.
L'Inverno... riposo, eliminare ciò che non serve… come stagione di concentrazione in se stessi.”
Autorizzo mi .... figli........................................................................a partecipare ai due speciali giorni di sabato e di
domenica 30/31 maggio 2015 in Valcamonica con pernottamento presso la Casa Rifugio Alexander, integrate da
specifiche attività didattiche, escursione notturna e sono a conoscenza che il trasferimento da Grignasco alla Valle di
Saviore dell’Adamello avverrà in pullman.
Firma del Genitore
……………………
Il programma può essere suscettibile di variazione.
Per cortesia avvisare tempestivamente se dopo l’adesione, il/la figlio/a sarà impossibilitato/a a partecipare.
Grazie!
Nome scientifico
Malva Sylvestris L.
Malva Mauritiana L.
Famiglia di appartenenza Malvaceae
Nome comune: Malva
Descrizione Pianta erbacea annuale, biennale o perenne che fiorisce da maggio ad agosto. Erbacea che supera i
50 cm di altezza con fusti striati , ascendenti o prostrati ma resistenti, ramificati e legnosi alla base. Le foglie basali
hanno un lungo picciolo che diminuisce progressivamente in quelle superiori. Queste hanno lamina con base
cuoriforme e contorno a profilo circolare o pentagonale con diametro fino a 4 cm o formante 5 lobi arrotondati con
margine dentellato. I fiori, riuniti in piccoli gruppi all'ascella delle foglie, sono portati da peduncoli eretti e sono di
colore roseo. Hanno 5 petali a forma di spatola con la parte terminale più larga incisa da un'insenatura centrale e
possono raggiungere i 10x25 mm di grandezza, generalmente con tre striature violacee in senso longitudinale. I frutti
tondeggianti e appiattiti all'apice, sono poliacheni rugosi, formati da acheni reniformi giallastri, disposti in cerchio e
contenenti un seme ciascuno.
Dove cresce Negli incolti, tra i detriti, lungo i sentieri e le strade, da 0 a 1600 m.
Quando si raccoglie Si raccolgono le foglie finché sono tenere e le cime appena spuntate, i fiori appena
sbocciati e i frutti giovani prima che maturino.
In cucina Le foglie si consumano crude nelle insalate oppure nelle frittate e nella preparazione di ripieni oppure
cotte in ripieni, zuppe, risotti o minestre di riso per le quali è molto usata in alcune zone. Le foglie e le cime dei fusti,
fin dove sono tenere, si consumano lessate e condite o ripassate in padella o nelle frittate e nei ripieni. I fiori, che
hanno le stesse caratteristiche, si usano per guarnire i piatti, oppure canditi. I frutti ancora teneri sono consumati
direttamente dai ragazzini, oppure possono essere usati nelle insalate e nelle minestre; questi però vanno usati prima
che maturino perché diventano progressivamente più insipidi e duri. Anche i fusti, fino all'inizio della fioritura,
possono essere utilizzati dopo averli decorticati, consumando il midollo tenero che sta all'interno, sia crudo in insalata
che lessato e condito o anche fritto.
Proprietà Antinfiammatorie, emolliente, lassative, bechiche e vulneraria. Impacchi e lavaggi con decotti ed
estratti di malva sono utili su foruncoli e piaghe, per lenire scottature ed irritazioni dovute agli agenti atmosferici e
chimici.
Curiosità In Egitto la malva è ingrediente di un piatto nazionale, pasto comune dei contadini, la melokia.
Nel linguaggio dei fiori significa pacatezza.
Il sentiero etrusco celtico
È un itinerario archeologico–ambientale, realizzato dall’Associazione “Amici del sentiero etrusco celtico” che si
inserisce armonicamente nel percorso naturalistico della Valsaviore. E’ un trekking affascinante, che conduce i
visitatori alla scoperta dei luoghi in cui, millenni or sono, popolazioni preistoriche svilupparono la propria cultura,
basata sul rapporto tra uomo e natura. Il sentiero offre reperti e testimonianze archeologiche interessanti: megaliti e
incisioni rupestri che rievocano la memoria di culti ancestrali, legati soprattutto al serpente, alle acque, alle stelle e
alla ciclicità della natura e della vita.
PER SAPERNE DI PIÙ : La presenza celtica
I Celti erano una popolazione originaria dell’area a nord delle Alpi che si stanziò nella valle del Po nel IV secolo a.C.
Vivevano in piccole comunità dedite all’agricoltura, all’allevamento e alla lavorazione del bronzo e,
successivamente, del ferro.
L’evoluzione della metallurgia del ferro permise loro di fabbricare pregevoli asce, falci e altri attrezzi che facilitarono
la lavorazione del terreno. Da questo punto di vista Cevo rappresentava un luogo particolarmente adatto
all’insediamento. Dal dosso dell’Androla si domina la Valle Camonica e ciò rende la Valsaviore particolarmente
difendibile. Inoltre sono presenti miniere di ferro e rame e, a dispetto dell’altitudine, il clima è particolarmente mite e
soleggiato. I terreni fertili di località Molinello e delle aree adiacenti hanno consentito, fino al recente passato, la
coltivazione di frumento, segale, orzo e l’allevamento di animali (attualmente riproposti in forma sperimentale e
dimostrativa). Questi elementi propizi contribuiscono a rafforzare l’ipotesi che siano esistiti insediamenti fin dalla
preistoria.
La Valle Camonica è stata un’importante via di comunicazione tra le colonie etrusche della valle del Po e i territori
transalpini. Alcune iscrizioni ritrovate nella zona sono attribuibili al cosiddetto "alfabeto reto - etrusco", per la
somiglianza di alcuni caratteri con quelli etruschi, ma è più propriamente denominato "alfabeto camuno" o "alfabeto
di Sondrio".
Il colle dell'Androla Il colle dell’Androla si presenta, da molti punti di vista, come un probabile luogo di culto
preistorico e di osservazione del cielo. Gli indizi per tale ipotesi sono molteplici, a cominciare dalla collocazione
geografica. Il dosso è infatti in una posizione panoramica che domina a 360 gradi la Valle Camonica, la Valsaviore e
le montagne circostanti. Questo fatto, oltre a farne un naturale punto di osservazione a scopi difensivi, ne consente
l’utilizzo a fini astronomici (riferimenti solari, lunari, stellari). La cappella settecentesca può testimoniare il forte
valore simbolico del colle. Le grotte, sfruttate come cave di rame, hanno dato luogo a leggende e credenze. In
proposito il Morandini scrive:
“[…] Esaurite ed abbandonate le cave rimasero le gallerie profonde e paurose. Ebbene: quel popolo che immaginò un serpente
dall’anello d’oro, a cui nessuno osò mai avvicinarsi perché annientava collo sguardo, popolò anche quelle gallerie di streghe.
Queste fantastiche creature paurose, durante l’infuriare dei temporali, uscivano dai loro domini sotterranei e ballavano sotto le
intemperie, sui prati dell’Androla le più strane ridde infernali”. (A. Morandini, "Folklore di Valcamonica: leggende, tipi, usi,
costumi", Ed. Camuna, 1927).
Il Molinello La località Molinello si presenta come un nemeton, con una serie sovrapposta di antichi terrazzamenti
con muri a secco, presso i quali si trovano pietre posizionate in modo tale da far pensare a tombe, dolmen, menhir
spezzati e cerchi megalitici.
Una serie di pietre orientate e nelle quali sono stati ricavati dei traguardi triangolari indicano un percorso che collega
il Molinello alla fonte ferruginosa. All’incirca a metà percorso si trova un masso, chiaramente intagliato, la cui forma
ricorda la testa di un serpente, ai piedi del quale è evidente un gradino di pietra. Considerate le leggende popolari
legate al serpente, non è da scartare l’ipotesi che questo masso potesse essere un altare, posto a metà strada tra i
cerchi megalitici e la fonte ferruginosa.
Fino a tempi recenti Molinello è stato meta di annuali processioni che si snodavano per la “Viasa üsca” e, come è
noto, le tradizioni rituali cristiane si sono spesso sviluppate nei luoghi nei quali preesistevano antiche ritualità pagane.
Fonte ferrugginosa A Nord-Ovest della località Molinello si trova una fonte ferruginosa. La presenza della fonte
consente di ipotizzare un utilizzo di Molinello per pratiche di antiche cure (i druidi erano abili erboristi e altrettanto
abili medici e molte fonti sacre erano usate per cure idropiniche). Non sorprende che questa sorgente potesse
rappresentare un sito sacro in cui avvenivano rituali legati all’acqua ed alle sue proprietà terapeutiche.
Quanto sin qui descritto è solo la parte centrale del sentiero etrusco celtico, il quale, nelle sua completezza
prende avvio a Nord del colle dell’Androla per raggiungere, passando sotto le antiche miniere, il Molinello e poi il
“Dosso Merlino” di Saviore, dove nell’antichità sorgeva un castello.