NESSUNO PUZZA COME BALDOVINO _1_

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NESSUNO PUZZA COME BALDOVINO _1_
NESSUNO PUZZA COME BALDOVINO
(tradotto dagli alunni della sezione E)
Proprio in questi giorni sul prato dei coleotteri neonati si è scatenato
l’inferno!
La primavera si è trasferita in campagna e questo significa che i piccoli
coleotteri sgusceranno via dalle loro uova.
“E poi qui è stretto e fa tremendamente caldo in questo stupido uovo”, si
lamenta una coleotterina, ansimando verso la libertà.
Anche per Baldovino è arrivato il momento del suo primo battito d’ali.
Puntellandosi con le piccole, incerte zampette, si solleva e rompe l’uovo.
Finalmente respira il profumo del prato e della primavera e così pian piano
i pensieri di Baldovino si confondono.
Che meraviglia!
Un vento leggero asciuga le sue ali. Baldovino proprio in quel momento
vede un fiore e così scopre l’appetito. Scopre la gioia: ha caldo, il suo
corpicino assume la buffa forma di una pallina e immediatamente si
avverte un leggerissimo “pfff”.
Baldovino comincia a conoscere il mondo e la vita, si rallegra del canto
degli uccelli e sente nascere in sé la gioia ad ogni incontro con un fiore.
Baldovino vive la gioia in un modo tutto suo: gli viene caldo, il suo
corpicino assume la buffa forma di una pallina e immediatamente si
avverte un leggerissimo “pfff”.
Ma il piccolo coleottero ancora non può sapere che vive la gioia a modo
suo e che le stesse cose non succedono anche agli altri.
“Al riparo, amici, un coleottero puzzone è in avvicinamento”, sente dire
un giorno da un coleottero mangione. Il coleottero mangione ed i suoi
amici, i ragazzi della banda, lanciano grida di orrore e subito se la
svignano.
“Che schifo! Non ci mancava che questa! Perfino un coleottero puzzone
sul nostro bel prato! E poi un vero coleottero puzzone!” gridano.
Baldovino si sente morire.
Ma è possibile che sia proprio lui il coleottero puzzone? Allora con la
proboscide si annusa. Annusa le sue ali, le sue sei zampette e il suo
pancino.
“No, io non puzzo, non sono il coleottero puzzone”, pensa sollevato, “io
profumo solo di Baldovino e di niente altro.”
Ma appena si avvicina poco poco agli altri coleotteri, loro cominciano
sempre, subito, a gridare: “Aiuto, aiuto! Dove è la polizia? Un coleottero
puzzone vola tra di noi!”
Prendono in giro Baldovino e ridacchiando, volano via veloci come il
vento.
Baldovino diventa triste. Vorrebbe tanto avere degli amici, vorrebbe tanto
diventare un membro della banda.
Pieno di tristezza si nasconde dietro le foglie e comincia a guardare la
banda che gioca felice. Quanto gli piacerebbe essere uno di loro.
Ma gli altri non vogliono avere nulla a che fare con un coleottero puzzone.
Allora Baldovino cerca di diventare amico del ragno, del lombrico e del
grillo.
Ma tutti lo scacciano.
“Vattene, piccolo puzzone”, gli dicono e si tappano il naso.
Lui non piace proprio a nessuno, neanche quando ci prova. Un giorno
Claudia, la vecchia lucertola, inizia a parlare con lui. Giacché non ci vede
più bene, non si accorge che sta parlando con un coleottero puzzone.
Baldovino è così felice della gentilezza della vecchia lucertola, che sente
salirgli in corpo una grande gioia. “Oh no! Per favore, no!”, pensa tra sé e
sé, ma non è capace di nasconderla. Gli viene caldo, il suo corpicino
assume la buffa forma di una pallina e immediatamente si avverte un
sommesso ma oltremodo insidioso “pfff”. “Santo cielo!”, urla spaventata
la vecchia lucertola, “corri via, piccolo, da qualche parte ci deve essere un
coleottero puzzone!”
Baldovino non ne può proprio più.
“Sono il coleottero più solo del mondo”, sospira e ancora prima che sappia
bene come gli succeda, grosse lacrime cominciano a scorrere sul suo
faccino. Baldovino piange a singhiozzi e si dispera. La banda lo sente
piangere e piano piano vola fino a lui. Ma Baldovino non può accorgersi di
loro perché è tanto disperato.
“Se almeno venisse un brutto animalaccio cattivo e mi mangiasse!”, grida
Baldovino disperato, “ un uccellaccio affamato o un serpente. Lo
preferirei, piuttosto di essere così solo e senza amici!”
Baldovino piange così forte, da ritrovarsi seduto in una pozzanghera di
lacrime.
Gli amici della banda si guardano perplessi.
Ci pensano su a lungo e poi capiscono che deve essere proprio tremendo
non avere amici e non poter giocare con nessuno.
“Ma con lui non si può giocare, non si riesce proprio a sopportare un
coleottero tanto puzzone”, e tutti si chiedono, “ma allora, cosa si può
fare?”
Qualcuno dice che si dovrebbe mettere Baldovino in lavatrice. Altri dicono
che bisognerebbe strofinarlo con il formaggio, perché il formaggio ha
proprio un buon odore.
Altri ancora, invece, pensano che la cosa migliore sarebbe mettersi un
seme di girasole nella proboscide per non sentire più quell’orribile
puzzetta.
“Tutte sciocchezze”, grida improvvisamente Pepe, il coleottero spagnolo
dell’insalata. “Io ho un’ idea!”
La banda vola via e ritorna dopo alcuni minuti.
“Baldovino, smettila di piangere!”, gridano allegri.
Baldovino alza la testa, ma siccome gli occhi sono gonfi di lacrime, vede
solo un paio di figure, ed oltre tutto, anche orribili. A prima vista non li
riconosce.
E adesso chi sono mai questi sozzoni? Di certo non possono essere quelli
della banda.
“Mi sono rotolato in un mucchio di sterco di mucca”, dice uno pieno di
orgoglio.
“Ed io mi sono legato i capelli con l’erba marcia”, dice raggiante un altro.
“ Ci siamo strofinati con le cose più sporche e puzzolenti che crescono nel
nostro prato”, spiegano ridendo, “ ora puzziamo peggio di te! Ed ora
possiamo anche giocare insieme perché il tuo odore non ci dà più fastidio”.
In effetti la banda puzza così tanto che i calici dei fiori si rinchiudono ed
una margherita per la disperazione piega la sua tenera testolina.
Baldovino è fuori di sé dalla contentezza.
E sente salire nel cuore una grande gioia. Gli viene caldo, il suo corpicino
assume la buffa forma di una pallina e sinistro arriva il solito immancabile
silenzioso ed insidioso “pfff”.
Ma nessuno se ne accorge. Nessuno ci fa caso. L’orrendo “pfff” , che
prima faceva fuggire tutti, non ha più effetto. Gli altri puzzano ancora più
tremendamente di Baldovino.
“Siete fantastici”, grida Baldovino, finalmente felice, “nessuno nella mia
vita ha mai fatto qualcosa di così carino per me, come avete fatto voi.”
Baldovino ha finalmente degli amici e non è più solo.
“Smettila”, dice (Athur), il capo della banda ridacchiando e alza la
proboscide, annusandosi, “non è poi così tremendo essere un coleottero
puzzone!”
La banda si mette in cammino.
Poi tutti insieme spiccano il volo sopra il prato, verso grandi avventure ed
anche Baldovino è finalmente con loro.