atti di controllo e di indirizzo - La Camera dei Deputati
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Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8031 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 208. 2007 Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. PAG. Beni e attività culturali. ATTI DI INDIRIZZO: Interrogazioni a risposta scritta: Mozioni: Lucchese ................................... 1-00222 8033 Zacchera ................................... 4-04880 8042 Delfino ...................................... 1-00223 8034 Conte Giorgio .......................... 4-04894 8043 Catone ....................................... 4-04897 8043 Ciocchetti .................................. 4-04904 8043 2-00735 8044 Zacchera ................................... 4-04877 8045 Brusco ....................................... 4-04892 8045 Affari esteri. Russo Paolo ............................. 4-04906 8046 Interpellanza: Pili ............................................. 4-04908 8046 Risoluzione in Commissione: XIII e VIII Commissione: Marinello .................................. 7-00275 8035 Interpellanza: ATTI DI CONTROLLO: Rositani ..................................... Presidenza del Consiglio dei ministri. Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta scritta: Taglialatela ............................... Paniz ......................................... 4-04895 2-00734 8037 8039 Giustizia. Interrogazione a risposta in Commissione: Interrogazione a risposta scritta: Zacchera ................................... Economia e finanze. 4-04879 8039 Vico ........................................... 5-01487 8058 Zacchera ................................... 4-04876 8059 Zacchera ................................... 4-04878 8060 Bocchino ................................... 4-04884 8060 Interrogazioni a risposta scritta: Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta orale: Ronconi .................................... 3-01240 8039 Fasolino .................................... 3-01242 8040 Interrogazioni a risposta scritta: Caruso ....................................... 4-04885 8060 Grimoldi ................................... 4-04888 8061 Pellegrino .................................. 4-04875 8040 Russo Paolo ............................. 4-04905 8062 Giordano ................................... 4-04900 8041 Caruso ....................................... 4-04907 8062 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza. Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8032 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 PAG. Interno. Riforme e innovazioni nella pubblica amministrazione. Interpellanza: Burgio ....................................... 2-00733 8065 3-01239 8066 Conte Giorgio .......................... 4-04874 8067 Napoli Angela .......................... 4-04882 8068 Amoruso ................................... 4-04896 8068 Oliva .......................................... 4-04902 8069 Interrogazione a risposta orale: Castiello .................................... 5-01490 4-04899 8078 Trasporti. Interrogazione a risposta in Commissione: 5-01491 5-01489 8079 8069 Fallica ....................................... 4-04891 8080 8070 Oliva .......................................... 4-04903 8081 Università e ricerca. 4-04901 8071 Interrogazione a risposta in Commissione: Caparini .................................... Pubblica istruzione. 5-01488 8081 Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta orale: 3-01241 8072 Interrogazione a risposta in Commissione: Garagnani ................................. Pisicchio .................................... Interrogazioni a risposta scritta: Interrogazione a risposta scritta: Volontè ...................................... 8078 Salute. Ricci Mario .............................. Interrogazioni a risposta in Commissione: Lamorte .................................... 4-04889 Interrogazione a risposta scritta: Lavoro e previdenza sociale. Burgio ....................................... Interrogazione a risposta scritta: Catanoso ................................... Interrogazioni a risposta scritta: Aurisicchio ............................... PAG. 5-01486 8072 Interrogazioni a risposta scritta: Pedrizzi ..................................... 4-04872 8072 Ceccuzzi .................................... 4-04873 8074 Germanà ................................... 4-04881 8075 Galante ..................................... 4-04886 8077 Garagnani ................................. 4-04898 8077 Catanoso ................................... 4-04883 8082 Iacomino ................................... 4-04887 8083 Catanoso ................................... 4-04890 8083 Russo Paolo ............................. 4-04893 8084 Apposizione di una firma ad una risoluzione ........................................................... 8085 Apposizione di una firma ad una interpellanza ........................................................... 8085 Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8033 AI RESOCONTI ATTI DI INDIRIZZO Mozioni: La Camera, premesso che: con decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 115 del 20 maggio 2003, è stata istituita l’Autorità portuale di Trapani, ai sensi dell’articolo 6, comma 8 della legge 28 gennaio 1994, n. 84; l’istituzione dell’Autorità portuale rappresenta non solo per Trapani ma per tutta la provincia e per la Sicilia una grande opportunità di sviluppo e di crescita non solo economica ma anche culturale; la presenza dell’Autorità portuale ha determinato un grande sviluppo del territorio sia attraverso l’attività propria del porto sia come ritorno d’immagine, di prestigio e di decoro, che ha avuto il suo apice con l’America’s Cup dello scorso anno; la gestione dell’Autorità portuale si è dimostrata pertanto un valore aggiunto alle potenzialità del territorio, come supporto tecnico-logistico sia in termini di attività commerciale, sia anche per la realizzazione di importanti opere strutturali per la sicurezza, il potenziamento e l’operatività del porto di Trapani; lo sviluppo del porto di Trapani, non solo commerciale, ma anche turistico, garantisce notevoli prospettive occupazionali ed importanti elementi per la crescita economica e culturale della provincia di Trapani; l’Autorità portuale di Trapani assieme alle altre quattro Autorità portuali della Sicilia (Palermo, Messina, Catania, Augusta) faranno parte in futuro di una Autorità portuale di Sistema (Sistema Sud Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 o Sicilia), cosı̀ come già al Senato è in discussione una proposta di legge in materia; con la realizzazione del corridoio ferroviario Berlino-Palermo, i porti di Trapani e provincia saranno la porta d’ingresso del Mediterraneo, in relazione anche all’avvio nel 2010 dell’area di libero scambio del Mediterraneo; attorno al porto di Trapani veda riuniti i porti di Marsala, Mazara del Vallo, Egadi e Castellammare del Golfo per una reciproca sinergia e surrogazione; con nota del Ministero dei trasporti – direzione generale per le infrastrutture della navigazione marittima e interna – del 6 agosto 2007 viene comunicato l’avvio del procedimento per la soppressione dell’Autorità portuale di Trapani, riferito al triennio 2003-2004-2005, a norma dell’articolo 6, comma 10, della legge 28 gennaio 1994, n. 84; con nota dell’Autorità portuale di Trapani del 10 agosto 2007 il presidente chiede l’annullamento in autotutela del procedimento avviato; l’Autorità portuale di Trapani ha a suo tempo trasmesso una dettagliata relazione che riporta i dati dell’anno 2005 completi e attendibili perché tutti documentabili e non desunti da acquisizioni estemporanee a titolo puramente statistico, non impegnativo, che spesso vengono da più parti forniti; il volume di traffico di merci per l’anno 2005 nel porto di Trapani supera i tre milioni di tonnellate annue al netto del 90 per cento delle rinfuse liquide o a 200 mila Twenty-Feet Equivalent Unit (TEU), dimostrando la insussistenza dei presupposti per una ipotesi di procedimento di soppressione, tanto più che essendo il dato fornito relativo all’ultima annualità del triennio, si registrerebbe, anche in caso di ipotetici valori inferiori anomali per i primi due anni, una progressione favorevole, indice dell’inequivocabile ritorno alla Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8034 AI RESOCONTI normalità e conseguentemente del valore più consono attribuibile al reale movimento delle merci; infine considerato che il comma 989, articolo 1, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007) autorizza il Governo ad adottare per le Autorità portuali entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, un Regolamento volto a rivedere i criteri per la istituzione delle Autorità portuali e la verifica del possesso dei requisiti previsti per la conferma o la loro eventuale soppressione, tenendo conto della rilevanza nazionale e internazionale dei porti, del collegamento con le reti strategiche nazionali e internazionali, del volume dei traffici e della capacità di autofinanziamento; impegna il Governo a porre fine alla vertenza instaurata in quanto la stessa, in riferimento alle considerazioni sopra esposte, non ha motivo di essere perseguita, tenuto conto del volume di traffico di merci, dell’iniziativa legislativa in atto al Senato volta e rivedere i criteri che disciplinano le Autorità portuali, considerato che il Governo non ha ancora emanato il Regolamento di cui al comma 989, articolo 1, della legge 296/ 2006 e che in regime di vacatio legis derivante da responsabilità del Governo sarebbe quantomeno opportuna una moratoria che consenta di avere punti di riferimento legislativi certi, in presenza di eventuali dubbiose interpretazioni di cui all’articolo 6, comma 8, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, poiché con l’assenza dell’Autorità portuale lo sviluppo del territorio subirebbe un grave danno e verrebbe preclusa ogni possibilità di crescita economica, sociale e culturale. (1-00222) « Lucchese, D’Alia, Drago, Romano, Ruvolo ». La Camera, premesso che: ad oggi risultano ancora inapplicate parti importanti della legge 257 del Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 1992, la cui approvazione stabiliva la cessazione dell’estrazione d’amianto proibendone l’uso, e prevedeva in particolare la mappatura della presenza della sostanza nel territorio e il conseguente piano di bonifica e di registrazione dei soggetti esposti; per le sue caratteristiche di resistenza e flessibilità, il nostro Paese ha utilizzato con largo impiego l’amianto in molteplici attività industriali e nel settore dell’edilizia; l’amianto è una sostanza altamente nociva che arreca gravissimi effetti nocivi alla salute dell’uomo, provocando malattie mortali ai soggetti che ne subiscono i danni dall’esposizione continuativa; sono state moltissime le patologie e i casi di decessi che si sono verificati negli ultimi anni riconducibili alla respirazione delle fibre d’amianto e le previsioni per il futuro non sono per niente incoraggianti; il territorio piemontese risulta ancora essere area altamente critica per il crescendo numero di casi di patologie tumorali neoplasie e malattie collegate all’esposizione dell’aminato, per la presenza degli ex stabilimenti Eternit di Casale Monferrato e dı̀ Cavagnolo; impegna il Governo: ad assumere tutti gli atti in suo potere per far rispettare le parti ancora inapplicate della legge 257 del 1992 ad attivare una campagna di sensibilizzazione ed informazione sulle patologie asbestocorrelate e sui diritti previsti dalla legislazione vigente per i cittadini e dei lavoratori esposti alle sostanza nocive prodotte dall’amianto; a prevedere agevolazioni tributarie e contributi speciali per il risanamento e la messa in sicurezza di tutti gli edifici e di tutte le strutture pubbliche e private in cui sia riscontrata la presenza di amianto. (1-00223) « Delfino, Volontè ». Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8035 AI RESOCONTI Risoluzione in Commissione: La XIII e VIII Commissione, considerato che: il Corpo forestale dello Stato in una nota dell’11 settembre ha comunicato che dal 1o gennaio al 2 settembre 2007 si sono verificati complessivamente 7.797 incendi boschivi che hanno percorso 127.151 ettari, di cui 61.100 boscati e 66.051 non boscati; rispetto allo stesso periodo del 2006, quando i roghi erano stati 4.596, si assista ad un aumento del 70 per cento del numero degli incendi. Aumenta del 270 per cento rispetto al 2006 la superficie totale percorsa dalle fiamme; la mappa dei roghi identifica la Campania come la regione con il maggior numero di eventi dannosi con 1.707 incendi. Seguono la Calabria (1.614), il Lazio (591), la Sardegna (553), la Toscana (547), la Puglia (402), la Basilicata (389), il Piemonte (324), la Sicilia (313); per quel che riguarda il triste primato della maggiore superficie percorsa dal fuoco, esso spetta alla Calabria con 9.608 ettari, seguita da Abruzzo (7.972), Campania (7.967) e Sardegna (6.868); sempre alla data del 2 settembre sono 18 le persone che hanno perso la vita tra le fiamme; la gran parte degli incendi si sono concentrati nella terza decade del mese di agosto 2007, complice la prolungata siccità, le temperature decisamente più elevate della media ed il vento di scirocco; come in un bollettino di guerra il 21 agosto si sono registrati 248 roghi con più di 3.000 chiamate ai numeri di emergenza ambientale gestiti dal Corpo forestale dello Stato; il 22, 236 incendi e più di 6.000 chiamate; il 23, 304 i roghi e più di 9.000 le chiamate; il 24, 316 i roghi e più di 6.000 le chiamate; il 25, 264 i roghi e più di 5000 le chiamate; il 26, 339 i roghi ed 11.000 le chiamate; il 27, 276 i roghi più di 12.000 le chiamate; il 28, 264 i roghi e 5000 le chiamate; il 29, 222 i roghi e più di 3.000 le chiamate; il 30, 439 i roghi e più di 6.000 le chiamate; il 31, 349 i roghi e più di 6.000 le chiamate; il 1o settembre, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 162 i roghi e 3.700 chiamate; il 2 settembre 159 i roghi e più di 4.000 chiamate; a queste cifre bisogna aggiungere gli incendi verificatisi in Sicilia che il Corpo Forestale non gestisce; secondo i dati forniti a fine agosto dal Ministero dell’ambiente tramite l’APAT (Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente) dai roghi italiani si sono levate sette milioni e mezzo circa di tonnellate di CO2, una quantità di gas serra equivalente a quella emessa ogni anno dall’industria nella produzione di sostanze chimiche. In altre parole, è come se fosse finito in atmosfera il 5 per cento dell’impegno attuale di riduzione di emissioni nazionali, ai sensi del Protocollo di Kyoto; l’aggressione del fuoco ha riguardato in particolare i Parchi nazionali e le aree protette con 679 incendi che hanno interessato oltre 19mila gli ettari di vegetazione; il costo dell’attività di prevenzione e spegnimento è stato valutato dal Ministero dell’economia in circa 600 milioni di euro, solo negli ultimi quindici anni, a partire dal Decreto legge 377 del 1994; a questa somma ordinaria vanno aggiunti gli interventi straordinari per il funzionamento dei velivoli Canadair e degli elicotteri antincendio e per il personale dei vigili del fuoco e del corpo forestale; tali interventi sono quantificabili negli ultimi anni in una somma di circa 400 milioni portando la cifra complessiva a circa 1 miliardo di euro; le somme stanziate in Finanziaria per l’ordinaria attività antincendio sono scese dai 66 milioni di euro del 2004 (a seguito di un 2003 disastroso), ai 28 milioni nel 2006, ai 10 per il 2007; negli ultimi sette anni sono state denunciate per il reato di incendio boschivo 2.641 persone a piede libero; 105 sono state arrestate; di queste circa il 45 per cento sono state condannate, per il restante 55 per cento c’è stata l’assoluzione o l’archiviazione del caso; nei sette anni trascorsi dall’introduzione dello specifico reato (articolo 423 bis del codice penale, che prevede da 4 a 10 anni) si è avuta una sola condanna definitiva; nella Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8036 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 gran parte dei casi gli imputati hanno scelto il patteggiamento o il reato è stato derubricato; per il 2007 vi sono 243 denunciati a piede libero e 8 arrestati; schio di alluvioni catastrofiche; il valore del mantenimento del bosco andrebbe anche economicamente valutato come « danno evitato »; la legge quadro in materia di incendi boschivi, la n. 353 del 2000, dispone che i comuni debbano censire annualmente, tramite apposito catasto, i terreni percorsi dal fuoco, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato, in modo da applicare con esattezza i vincoli previsti; tali vincoli prevedono: divieto (forse eccessivo) di pascolo per 10 anni; divieto di modifica di destinazione d’uso per 15 anni; divieto di attività edilizie per 10 anni; divieto di attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale per i 5 anni successivi all’incendio, vincolando tali opere all’autorizzazione del Ministero dell’ambiente. Si consideri che a tali divieti è attribuita una importanza assoluta tanto che sono ritenuti nulli gli atti di compravendita che non riportino in modo espresso il divieto. Secondo un recente studio elaborato dal Corpo Forestale dello Stato, a sette anni di distanza dall’approvazione della legge, solo il 12 per cento dei comuni italiani ha elaborato la mappatura dei terreni bruciati; tale studio evidenzia come nelle regioni meridionali maggiormente colpite dalle fiamme nessuno o quasi nessun comune abbia predisposto il catasto incendi; nonostante le carenze di personale del Corpo Forestale, della Protezione civile e dei Vigili del fuoco, la mancanza di risorse adeguate, le difficoltà burocratiche e di coordinamento con le autorità regionali, va dato atto alle strutture messe in campo in Italia di essere state in grado di evitare un totale disastro come quello avvenuto in Grecia nel medesimo periodo, con intere regioni devastate ed oltre 60 morti; le strutture hanno quindi funzionato; viceversa forti perplessità sono state sollevate in relazione al personale precario utilizzato per lo spegnimento ed anche per i successivi rimboschimenti, contrattualizzato in base al lavoro svolto; non sono prive di fondamento le accuse secondo cui taluni soggetti possano aver creato, appiccando incendi, le proprie future occasioni di lavoro; la dottrina ecologista più avveduta riconosce alle aree forestale, oltre al valore del bosco e dei terreni in sé, un ulteriore elemento sino ad oggi non quantificato economicamente: il valore di « area di ricarica » dell’aria e dell’acqua; i boschi, in particolare di montagna, restituiscono alla pianura ed ai suoi abitanti i due preziosi elementi, sino ad oggi considerati res nullius o quasi; questo fa sı̀ che la manutenzione dei boschi sia elemento essenziale per la vita umana; va inoltre considerato che le aree percorse dal fuoco sono estremamente sensibili al dilavamento (oltre che alla perdita di suolo fertile) prodotto dalle acque meteoriche, incrementando il ri- poiché la percentuale dei piromani sul totale della popolazione è assolutamente risibile, è evidente che dietro gli incendi vi sia anche un coacervo di interessi economici per i quali la predisposizione del catasto dei terreni percorsi dal fuoco è un ostacolo; è preoccupante osservare che le regioni maggiormente colpite sono quelle con il minor numero di terreni accatastati ed anche con una forte presenza di criminalità organizzata; pertanto va lodata la decisione del Governo di procedere con poteri sostitutivi, sia pure sotto la spinta dell’emergenza, nella redazione del catasto incendi, ma va stigmatizzato il fatto che per tali attività gli enti locali non hanno mai ricevuto né sostegno, né risorse; impegnano il Governo: ad adottare con urgenza ogni utile iniziativa, individuando le risorse necessarie, per garantire la piena funzionalità ed il completamento degli organici del Corpo Forestale dello Stato, della Protezione civile e dei Vigili del fuoco; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8037 AI RESOCONTI ad assegnare risorse certe e pluriennali per l’attività di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi e per l’attuazione del catasto dei terreni percorsi dagli incendi; a rafforzare la gestione centralizzata delle emergenze incendi, al fine dell’utilizzo ottimale di uomini e mezzi; ad introdurre disposizioni generali che prevedano criteri premiali sulla base degli « incendi evitati » per il personale precario o contrattualizzato a tempo non indeterminato utilizzato per le attività di spegnimento degli incendi boschivi e per i successivi rimboschimenti o, in alternativa, che limitino l’utilizzo di tale personale, con i medesimi criteri premiali, alla sola attività di prevenzione; ad introdurre un sistema premiale in favore degli imprenditori dei settori agricolo, dell’allevamento estensivo e dello sfruttamento del bosco, anch’esso basato sul criterio « dell’incendio evitato » nelle aree di propria competenza; a riconoscere all’agricoltura, alla silvicoltura ed alla pastorizia la funzione di presidio del territorio e di mantenimento delle « aree di ricarica » dell’aria e dell’acqua; a portare il minimo di pena per gli incendi boschivi gravi e colposi dall’attuale anno e mezzo a tre anni; portare il minimo di pena per gli incendi dolosi a cinque anni dai tre attuali; ad introdurre un’aggravante specifica per il caso in cui l’evento provochi morti, feriti o grave pericolo alle persone; a prevedere per i presunti responsabili di incendi il rito processuale direttissimo cosı̀ da favorire pene veloci ed esemplari; a rafforzare il più possibile l’attività di prevenzione anche mediante rilevazione satellitare degli incendi boschivi ed introduzione di sensori antincendio o telecamere nelle aree verdi maggiormente sensibili e pregiate; ad utilizzare, nei mesi estivi e su base volontaria, i giovani che svolgono il Ser- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 vizio civile, per l’attività di prevenzione degli incendi nelle aree più sensibili, riconoscendo anche ad essi un bonus per gli « incendi evitati »; a stimolare la ricerca da parte degli enti scientifici nazionali al fine di migliorare le capacità di prevenzione e spegnimento degli incendi; a riconsiderare il ruolo delle associazioni ambientaliste per quanto riguarda il ruolo di prevenzione antincendio nelle aree ad esse affidate; a ridurre il divieto di pascolo nelle aree percorse dagli incendi da dieci ad un massimo di due anni. (7-00275) « Marinello, Stradella, Misuraca, Di Cagno Abbrescia, Fasolino, Giuseppe Fini, Giro, Grimaldi, Licastro Scardino, Lupi, Minardo, Mondello, Osvaldo Napoli, Romele, Paolo Russo ». * * * ATTI DI CONTROLLO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Interrogazione a risposta scritta: TAGLIALATELA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: con la legge n. 887 del 22 dicembre 1984 al comma 18 dell’articolo 11 veniva autorizzata la spesa di 130 miliardi di lire per l’anno 1985 in modo da dare inizio agli interventi per consentire l’adeguamento del sistema di trasporto intermodale nelle zone interessate dal fenomeno del bradisismo; la somma venne all’epoca assegnata al Presidente della giunta regionale della Campania, commissario straordinario di governo; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8038 AI RESOCONTI il consiglio regionale della Campania approvò nella seduta del 26 marzo 1985 un programma di interventi infrastrutturali relativi al potenziamento delle vie di fuga dell’area flegrea qualora si verificassero ulteriori calamità naturali; in tale programma, ancora oggi parzialmente realizzato, di opere preventivate per quanto riguarda il porto di Pozzuoli nulla era previsto se non il collegamento dello stesso con gli assi viari già esistenti; con più decreti del Presidente del consiglio dei ministri il presidente della regione Campania è stato nominato e prorogato quale commissario liquidatore della gestione fuori bilancio istituita per attuare il programma ex articolo 11 della legge n. 887 del 1984; con l’utilizzo dei poteri commissariali si sta tuttora procedendo (sebbene non vi sia più uno stato di reale emergenza) alla programmazione ed alla realizzazione di tutta una serie di opere pubbliche che, ad avviso dell’interrogante, nulla hanno a che vedere con lo spirito della legge n. 887 del 1984 con cui fu consentito l’adeguamento del sistema di trasporto intermodale e che avvengono in totale dispregio della normativa ambientale ed urbanistica vigente nei campi flegrei (piano territoriale paesistico, piano regolatore generale); Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 la realizzazione di tale opera avviene senza che sia stata motivata la scelta progettuale e senza che sia stato redatto uno studio meteo-marino complessivo che riguardi l’ambito dell’attuale assetto portuale ai fini di un probabile ed eventuale fenomeno di insabbiamento che potrebbe verificarsi a seguito della sua esecuzione con gravi danni all’ambiente ed alle attività economiche operanti all’interno del porto –: quali provvedimenti si intendano adottare per verificare se si siano verificati atti contrari alla legge nazionale ed europea vigente; se non si ritenga opportuno considerare ormai superata la necessità di avere una gestione commissariale degli interventi sull’area interessata. (4-04895) * * * AFFARI ESTERI Interpellanza: Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, il Ministro dei trasporti, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che: vengono realizzati collettori fognari in un’area a protezione integrale, vengono bonificati siti militari inquinati, si realizzano parchi archeologici ed il porto turistico. Il tutto – consta all’interrogante – senza che tali opere fossero mai state approvate dal Consiglio Regionale come prevede la legge n. 887 del 1984; il 18 settembre 2007 un caccia F-16 americano, proveniente e di stanza nella base di Aviano (Pordenone), impegnato in una normale esercitazione, precipitava in Val di Zoldo, in provincia di Belluno; in riferimento all’intervento di trasformazione urbana in atto nel porto di Pozzuoli, per la realizzazione del porto turistico, il prolungamento del molo Caligoliano per circa 360 metri per un’altezza di oltre 6 metri rappresenta – secondo l’interrogante – l’opera di più alto impatto ambientale finora realizzata senza tener conto della normativa ambientale nazionale ed europea; conseguentemente si è verificata una situazione di significativa pericolosità per l’incolumità e la salute di cittadini italiani e, in particolare, di cittadini della Val di Zoldo –: a seguito del disastro si diffondeva una sostanza tossica e cancerogena, denominata idrazina, trasportata nel velivolo; se il volo in questione fosse autorizzato e, in particolare, se fosse autorizzato il trasporto di una sostanza tossica e cancerogena come l’idrazina; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8039 AI RESOCONTI quali iniziative intenda assumere perché sia vietato il volo nel territorio italiano di aeromobili che trasportano sostanze tossiche o cancerogene. (2-00734) « Paniz ». Interrogazione a risposta scritta: ZACCHERA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 se in ogni caso non si ritenga doveroso raccomandare al governo venezuelano l’osservanza dei diritti umani fondamentali per tutti i detenuti nelle carceri venezuelane ed in special modo per quelli di nazionalità italiana. (4-04879) * * * AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE più volte sulla stampa e su diversi siti internet è stata sottolineata la condizione di estrema violenza in cui si vive nelle carceri sudamericane, soprattutto in Brasile ed in Venezuela; Interrogazioni a risposta orale: ad esempio, in Venezuela vi è in media più di un morto al giorno (400 detenuti morti in carcere l’anno scorso su di una popolazione carceraria di circa 19.000 detenuti, di norma uccisi in scontri e risse tra i prigionieri); il 14 aprile del 2004 si è verificata una frana alle falde del monte Subasio, causata con ogni probabilità dall’attività estrattiva di una cava oggi dimessa; di fatto nelle prigioni venezuelane vigono leggi non scritte di controllo negli istituti di pena da parte di bande criminali, che controllano anche con una sorta di « pizzo » interno sia l’introduzione di generi di conforto che versamenti economici a favore dei detenuti inviati dall’esterno; vi sono alcune decine di detenuti di nazionalità italiana e che è difficile contattarli per le nostre autorità diplomatiche anche per la loro distribuzione nel paese –: quanti siano ad oggi i detenuti in Venezuela di nazionalità italiana, se il livello di assistenza da parte delle nostre autorità consolari sia giudicato soddisfacente, se vengano versati ai detenuti – con che mezzo e con quale entità – sussidi di sopravvivenza tenuto conto della durezza del sistema carcerario; in particolare se siano stati segnalati episodi di violenza a loro danno e – nel caso di detenuti in cattive condizioni di salute – se sia loro assicurato un adeguato livello di assistenza medica; RONCONI. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: la vicenda risulta ancora più grave perché la frana di Torgiovannetto interessa un’area compresa nel Parco regionale del Subasio, patrimonio mondiale dell’Unesco, che dovrebbe essere soggetta a vincoli di tutela e protezione ambientale; con un’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri è stato previsto lo stanziamento di risorse destinate al ripristino della strada provinciale n. 249 nel territorio del comune di Assisi (Perugia) inagibile a causa della frana; il provvedimento ha assegnato alla Regione Umbria 2,5 milioni di euro a carico del Fondo della protezione civile per gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza della zona della frana, da utilizzare in tempi brevi per effettuare i lavori necessari a rendere percorribile la strada provinciale n. 249 ed eliminare finalmente i gravi disagi causati alla popolazione della zona dalla sua interruzione; tuttavia a distanza di tre anni dalla chiusura della strada provinciale 249 non è dato di sapere ancora quando si tornerà ad una normale viabilità; uno studio predisposto per la provincia di Perugia prevede la demolizione di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8040 AI RESOCONTI un opificio industriale esistente, lo smantellamento del muro in terra armata realizzato nel 2006 a protezione della ex S.S. 444 e la realizzazione di un nuovo muro in terra armata di dimensioni e lunghezze adeguate; questo progetto ha già sollevato una serie di dubbi circa la sua validità prima di tutto perché crea un vero e proprio disastro ambientale per l’intera area della montagna senza che si sia affrontato il problema della sistemazione definitiva dell’area della cava; risulterebbero, inoltre, spesi fino ad oggi circa 4,3 milioni di euro senza ottenere risultati apprezzabili in termini di viabilità e vivibilità per i cittadini che hanno subito il danno della chiusura della strada –: se sia a conoscenza del progetto commissionato dalla provincia di Perugia, quale sia il suo giudizio a riguardo e quali iniziative urgenti intenda adottare per risolvere un problema che si trascina da tre anni e che deturpa una parte di un’area considerata, come detto in premessa, patrimonio dell’Unesco. (3-01240) FASOLINO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: la discarica ubicata in località Macchia Soprana del Comune di Serre insiste su area di eccezionale valenza idrogeologica, posta com’è al centro di un sistema che coinvolge tutto il bacino del Sele; da più parti tecniche ed istituzionali, è stato sempre sostenuto che il paventato pericolo di inquinamento delle falde è ipotesi remota, anzi assolutamente inesistente e fuorviante; considerato invece che nel corso di recenti lavori di sistemazione e manutenzione della discarica, per la precisione nel terzo invaso, alla profondità di 30 metri è venuto allo scoperto un corso di falda peraltro frettolosamente e fraudolentemente ricoperto e occultato; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 a prescindere dalle responsabilità penali tutte da accertare viene cosı̀ smascherata la più volte sbandierata sicurezza della discarica che, invece, alla luce dei nuovi eventi presenta tutte le caratteristiche di una potenziale pericolosissima fonte di inquinamento chimico e batteriologico del più importante sistema idrogeologico dell’Italia meridionale; la rete che fa capo al corso del Sele provvede sia al fabbisogno potabile di una preponderante parte della provincia di Salerno, una delle più estese d’Italia, sia alle necessità irrigue di tutta la valle del Sele cui fa capo una delle agricolture più avanzate d’Europa, con una produzione destinata al mondo intero (derivati del latte, ortaggi, mais, fragole, carciofi); il rinvenimento di un corso di falda in piena discarica in realtà non deve sorprendere nessuno: sarebbe bastato parlare con la gente del posto che nessuno ha mai voluto ascoltare. La zona della discarica è stata sempre associata nei ricordi e nella tradizione popolare con una straordinaria ricchezza di acqua. Molte case sono dotate di pozzi artesiani. Il nome della contrada è esemplarmente indicativo, ed è « Fontana della Noce » –: se non intenda porre in essere l’unico provvedimento che un Governo responsabile è chiamato ad adottare: la chiusura immediata della discarica di Serre. Inoltre, un atto formale di pubbliche scuse da parte sua e del Governo a una popolazione duramente e ingiustamente colpita. (3-01242) Interrogazioni a risposta scritta: PELLEGRINO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: il Monte Cervati, con i suoi 1.898 metri rappresenta la vetta più importante da un punto di vista paesaggistico e ambientale del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8041 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 nel corso dell’anno, sono tanti i turisti che si recano nel territorio del Cervati, per apprezzare questo spettacolo della natura, derivante, in particolare, dalla presenza di diversi faggeti, i quali rappresentano l’emblema di questa area del Parco Nazionale; la suddetta area è stata oggetto nei primi anni ’70 di uno straordinario progetto urbanistico a firma degli architetti Gazzola-Isolera che tutelava il parco dagli interessi speculativi, consentendo la realizzazione di una delle prime aree protette della Toscana; il giorno 29 agosto 2007, all’interno di questo territorio, e precisamente nella località Gravocciole, sono iniziati lavori che prevedono l’abbattimento di 460 alberi di faggio secolari; dal 1970 – con la definizione d’area a parco di Rimigliano, la sua inclusione nel PRG e l’apertura al pubblico nel maggio del 1973 di quella che avrebbe dovuto essere la prima parte del Parco – ad oggi si è assistito ad un progressivo abbandono del progetto originario; la deplorevole attuazione del piano di abbattimento, sovrapponendosi alle notizie di prima pagina che hanno riportato la morte di migliaia di ettari di macchia mediterranea andati in fumo all’interno del Parco Nazionale con i numerosissimi incendi che si sono verificati su questo territorio durante tutto il periodo estivo, crea la necessità di avviare un’azione di costruzione dell’area boschiva e non di devastazione; inoltre, nei Comuni di Piaggine (Salerno) e Sanza (Salerno), sono in fase di esame ed approvazione diversi piani di abbattimento della superfice boschiva, i quali possono provocare ulteriori danni al territorio e al patrimonio paesaggistico –: se, il Governo, intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario alla sospensione dei piani di abbattimento. (4-04875) GIORDANO. — Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: il parco di Rimigliano è un’area di circa 650 ettari nel Comune di San Vincenzo (Livorno), nella quale si ritrovano alcuni chilometri di spiaggia non deturpata da costruzioni abusive; all’interno di quest’area, verso est, vi è un’ampia distesa di campi dove fino ad un secolo e mezzo fa c’era il « lago di Rimigliano » popolato da fauna ittica e meta di uccelli palustri; nella legislatura 1994-1999 la maggioranza del consiglio comunale di San Vincenzo (Livorno) decideva di sciogliere definitivamente il precedente organismo di gestione consortile e di entrare a far parte della S.p.A. dei Parchi della Val di Cornia; nel 1996, senza un reale coinvolgimento della popolazione, il consiglio comunale approvò una variante che individuava per quattro complessi edilizi (alcuni interni, altri ai confini del parco), la modifica della destinazione d’uso da edilizia residenziale a ricettività turisticoalberghiera, avviando in tal modo il processo di smantellamento del progetto originario; il comune di San Vincenzo (Livorno) con il Piano Strutturale (1998) ha diviso il Parco di Rimigliano in cinque comparti, e prevede per la Tenuta (la parte più estesa dell’intero parco) un carico edilizio pesantissimo: un nuovo maxi-albergo di 45.000 metri cubi, una sala congressi per altri 9.000 metri cubi e ricettività turistica per i 45.000 metri cubi di volumetrie esistenti (casolari e granai appartenuti ai Romanov), mentre tutto il terreno (anche le aree boschive) fu dichiarato non espropriabile e soggetto ad edificazione, diventando appetibile alla speculazione degli interessi turistici e immobiliari; ad impedire momentaneamente la realizzazione del maxi albergo, subentrò la vicenda della Parmalat – poiché l’intera area di Rimigliano era stata acquistata Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8042 AI RESOCONTI dalla Parmatour di Callisto Tanzi e della figlia Francesca – il loro fallimento bloccò il tutto fino al dicembre 2004 quando si è tenuta l’asta fallimentare che ha visto prevalere una cordata d’imprenditori che con soli 23 milioni di euro si sono aggiudicati la proprietà della Tenuta; nel frattempo il 3 agosto 2005 il Consiglio Comunale ha approvato una nuova delibera « Avvio del procedimento per una variante al Piano Strutturale » nella quale si mantiene l’attuale carico edilizio, e si aggiunge la possibilità di edificare nell’area altri 9.000 metri cubi senza specificare le destinazioni d’uso delle nuove volumetrie. A riguardo è intervenuto il presidente della Società dei Parchi Val di Cornia che ha evidenziato come la nuova previsione sia soggetta « alle stesse logiche del passato e con il rischio di produrre danni ancora peggiori »; persino nella fascia a mare si è giunti ad intaccare la protezione con la dichiarazione di non esproprio per otto ettari di prati attorno ai poderi dei Della Gherardesca e con un progetto del maggio 2006, per la « valorizzazione » della fascia a mare di Rimigliano approvato dal Consiglio Comunale, che prevede: a) l’illuminazione ampi tratti della pineta; notturna per b) l’aumento del numero dei servizi igienici e delle docce sulle dune; c) la messa in posa di nuove condotte idriche per permettere un enorme aumento dei consumi (alla tubazione esistente da 3/4, si aggiungono 2 tubazioni una da due pollici e una da tre destinate vagamente allo « sviluppo » dell’area); la Soprintendenza di Pisa ha dichiarato con nota del 5 ottobre 1998, successivamente ribadita, che qualsiasi nuova edificazione nell’area non è compatibile con l’ambiente; gli atti sopra richiamati non solo prevedono nuove edificazioni ma costituiscono le premesse per una nuova e massiccia antropizzazione dell’area con la Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 conseguente rottura dell’equilibrio naturale della zona e la perdita definitiva delle sue caratteristiche; la speculazione di Rimigliano e le scelte urbanistiche del Comune di San Vincenzo (Livorno) sono state più volte al centro di numerosi interventi e di vere e proprie denunce pubblicate dalla stampa nazionale (La Repubblica, L’Espresso, Il Manifesto, Corriere della Sera) –: se sia a conoscenza della minaccia che grava sull’area suddetta; quali iniziative urgenti intenda mettere in atto affinché venga evitato un risultato speculativo e devastante in un’area di elevato valore naturale, storico, ecologico e paesaggistico. (4-04900) * * * BENI E ATTIVITÀ CULTURALI Interrogazioni a risposta scritta: ZACCHERA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: nel febbraio 2007 l’ENIT ha emanato un bando per la richiesta di disponibilità al trasferimento in mobilità volontaria presso l’Agenzia stessa di dipendenti pubblici presso altre amministrazioni; risulta all’interrogante che ad oggi non sarebbero stati presi contatti ufficiali tra la direzione ENIT e coloro che hanno chiesto il trasferimento e che chi ha contattato personalmente ENIT per ottenere informazioni si è sentito rispondere che è ancora prematuro sapere quali siano i prescelti per i trasferimenti e quando verranno attivati; risulta altresı̀ all’interrogante che in almeno otto casi – relativamente al livello funzionariale « base » C1 – vi siano stati invece contatti « ufficiosi » con alcuni richiedenti –: quante persone abbiano chiesto il trasferimento ad ENIT a seguito del bando del febbraio scorso; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8043 AI RESOCONTI se i candidati al trasferimento siano stati contattati o meno, con quale ordine di priorità ed in base a quali criteri; se risultino essere state esercitate pressioni su ENIT per la scelta di questo o quel candidato al trasferimento ed in questo caso quali provvedimenti abbia preso il Ministro per evitare indebite interferenze. (4-04880) GIORGIO CONTE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: sulla base della legge finanziaria in vigore e negli indirizzi relativi al decreto di Programmazione Economico e Finanziaria 2007, tutti i Ministeri stanno apportando consistenti risparmi di spese, non essenziali, allo scopo di risanare le finanze pubbliche; i servizi navali di tutte le Forze dell’Ordine sono a disposizione, da tempo e con ottimi risultati, anche del Ministero per i beni e le attività culturali ai fini della cooperazione ai compiti d’istituto per la tutela del patrimonio archeologico e artistico nazionale –: se corrisponda al vero che la Sovrintendenza Archeologica di Padova – « Nucleo Nausicaa » sarebbe in procinto di acquisire una vecchia motovedetta denominata CP2015, radiata per vetustà da parte dal Corpo delle Capitanerie di Porto di Venezia, con oltre 35 anni di età e pertanto assai pericolosa per l’incolumità del personale e la navigazione, allo scopo di costituire un ennesimo nucleo iniziale di un nuovo servizio navale archeologico, di cui nessuno sente la necessità, e i cui oneri di gestione andrebbero a gravare sulle spese correnti fisse di un Ministero che già fatica a reperire le risorse per il restauro e la catalogazione dei reperti archeologici e storici già rinvenuti; oneri di gestione non indifferenti, dato l’alto costo della manutenzione, del carburante, dell’ormeggio oltre a quelli derivanti dall’ob- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 bligo di assunzione di personale specializzato abilitato alla condotta, trattandosi di imbarcazione da lavoro –: se intenda, qualora dovesse corrispondere al vero quanto sopra esposto, assumere provvedimenti ed eventualmente quali (disciplinari, rotazione, avvicendamento) nei confronti dei funzionari responsabili di tale autonoma iniziativa, qualora sussistano profili di responsabilità. (4-04894) CATONE. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: gli indirizzi presenti nel documento di programmazione economico finanziario 2007 impongono, nell’ottica di risanamento della finanza pubblica, il contenimento delle spese dei ministeri; i servizi navali delle forze dell’ordine sono a disposizione del Ministero per i beni e le attività culturali per le attività istituzionali, per la tutela del Patrimonio Archeologico ed Artistico Nazionale –: se risponda a verità che la sovrintendenza di Padova – Nucleo Nausicaa – sarebbe in procinto di acquistare la motovedetta denominata CP2015, vecchia di 35 anni, radiata dalla Capitaneria di Porto di Venezia poiché pericolosa per la navigazione e per il personale di bordo, allo scopo di costituire un servizio navale archeologico, degli altissimi oneri gestionali (manutenzione, ormeggio, personale specializzato per la condotta, carburante) che graverebbero sulle spese correnti fisse a scapito delle già esigue risorse per il restauro e la catalogazione dei reperti archeologici; infine, qualora ciò dovesse rispondere al vero, se e quali provvedimenti intenda assumere nei confronti dei responsabili dell’iniziativa. (4-04897) CIOCCHETTI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. — Per sapere – premesso che: la Commissione Paritetica tra lo Stato e le Autonomie locali, istituita con Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8044 AI RESOCONTI decreto del Ministro per i beni e le attività culturali del 21 giugno 2007 (in attuazione di quanto disposto dall’avviso pubblico del 27 marzo 2007) è stata incaricata di valutare, secondo criteri di oggettività e trasparenza, i progetti che hanno ottenuto il cofinanziamento di cui all’avviso pubblico precedentemente citato (27 marzo 2007), in attuazione di quanto disposto dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007 articolo 1 commi 1136 e 1137) che istituisce un fondo di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008, 2009, al fine di sostenere interventi in materia di attività culturali svolte sul territorio nazionale; in alcuni casi, tali progetti sembrerebbero non essere altro che l’assemblaggio di iniziative già esistenti nei territori di riferimento e, pertanto, privi del necessario carattere innovativo; alcuni dei soggetti identificati come attuatori delle varie iniziative non presenterebbero le normali caratteristiche di accertata professionalità; nell’ambito di alcune regioni, sarebbero stati ammessi al suddetto cofinanziamento singoli progetti in aggiunta a quelli aventi caratteristiche di generalità; in alcuni casi, sarebbero stati finanziati progetti la cui realizzazione futura dipenderebbe da soggetti non ancora ufficialmente costituiti; la quota di cofinanziamento a carico delle autonomie locali, in qualche caso, risulterebbe come nuovo impegno finanziario, mentre, in realtà, si tratterebbe solo di contributi consolidati ordinariamente attribuiti alle strutture interessate –: se tutto ciò premesso corrisponda al vero e, in tal caso, quali siano stati i criteri di oggettività e trasparenza a cui si è ispirata la suddetta Commissione Paritetica, giacché di tali criteri nessun richiamo è contenuto nel decreto di assegnazione emanato dal Ministro per i beni e le attività culturali in data 19 luglio 2007; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 se, alla luce di quanto sopra, ritenga che sia stato utile sottrarre tali significative risorse al normale sostegno accordato alle attività di spettacolo, di cui sono a tutti note le oggettive e ricorrenti difficoltà di carattere finanziario. (4-04904) * * * ECONOMIA E FINANZE Interpellanza: Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che: la Banca d’Italia ha deciso di ristrutturare i suoi uffici territoriali con la previsione, tra l’altro, di chiudere ben trentatré filiali; tra le trentatré filiali ci sono anche quelle delle province di Rieti, Terni e Frosinone che rappresentano geograficamente la fascia centrale tra le regioni dell’Umbria, del Lazio e dell’Abruzzo; la postazione più vicina per gli operatori reatini e per i ventuno dipendenti è quella dell’Aquila che dista ben sessanta chilometri di strada tortuosa e che comunque fa parte di altra regione; per raggiungere Roma (dal capoluogo reatino dista più di novanta chilometri) non vi sono collegamenti rapidi ed efficienti; l’inevitabile trasferimento di ventuno dipendenti con relative famiglie rappresenta un ulteriore colpo alla già precaria situazione economica ed occupazionale –: se non ritenga opportuno – ferma restando l’autonomia della Banca d’Italia – di intervenire sul Governatore della Banca d’Italia per richiamare la sua attenzione sulla particolare situazione della provincia di Rieti allo scopo di chiedere almeno l’istituzione di una Unità dedicata alla Vigilanza Bancaria e Finanziaria o di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8045 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 una succursale specializzata nel trattamento del contante, organismi questi previsti nel nuovo piano organizzativo. assumere una cadenza limitata, in ciò potenzialmente creando anche un danno verso l’Erario –: (2-00735) perché non si sia proceduto ad una più equilibrata distribuzione del personale già esistente e che cosa si intenda fare per permettere agli uffici del VCO di poter disporre di un numero di personale adeguato alle necessità ricordando che questa provincia confina con la Svizzera attraverso tre valichi di frontiera, ma anche con la stazione ferroviaria internazionale di Domodossola dove il numero degli autotreni in transito via Iselle si è moltiplicato in questi ultimi anni, anche perché la Svizzera ha parzialmente imposto il loro carico via ferrovia nell’attraversamento da Basilea al Sempione e quindi i camion devono essere sdoganati allo scalo di Domo 2, ciò infatti comporta molto lavoro per la dogana ossolana e ben poche risorse disponibili per le mansioni affidate all’ex ufficio UTF. (4-04877) « Rositani ». Interrogazioni a risposta scritta: ZACCHERA. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: nell’anno 1992 e seguenti è stata creata ed ha poi preso corpo la provincia del Verbano Cusio Ossola, staccandola da quella di Novara. Conseguentemente sono stati istituiti o ripartiti i diversi servizi dello Stato già presenti sul territorio; in particolare l’UTF (Ufficio tecnico di Finanza) era composto per l’allora intera provincia di Novara da un contingente di una ventina di unità che in gran parte però, per i fini di istituto, già gravitavano come attività prevalenti di lavoro nell’attuale territorio del VCO; le attività di controllo svolte dall’UTF si contraddistinguono infatti nel controllo delle centraline e dei contatori elettrici, nella verifica per le licenze di produzione di alcolici, il controllo sulle forniture di gasolio agevolato eccetera; in questi anni, però, quando si è istituito a Domodossola l’Ufficio Unico per le Dogane relativo al VCO, si è constatato come solo 2 dipendenti dell’ex ufficio UTF di Novara siano stati effettivamente trasferiti, mentre – nonostante l’evidente riduzione del lavoro – circa 20 addetti sono rimasti aggregati alla sede di Novara; numerose sono state in questi anni le segnalazioni da parte sindacale per questa sproporzione di personale che, nonostante la buona volontà di alcuni dipendenti dell’Ufficio dogane che si sono assunti questo onere, è del tutto insufficiente a sostenere il lavoro richiesto; è pertanto evidente che i controlli richiesti all’ufficio e le verifiche possono BRUSCO e FERRIGNO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che: il 25 ottobre 2005, il direttore dell’Agenzia delle entrate ha disposto l’avvio di una procedura selettiva per l’assunzione di 1.500 funzionari (terza area funzionale – fascia retributiva F1), con contratto di formazione e lavoro della durata di 24 mesi (progetto « Iride »). Le prime assunzioni sono avvenute il 22 giugno 2006, data dalla quale sono entrate in vigore le relative graduatorie di merito; la legge finanziaria per l’anno 2007 ha prorogato il termine di scadenza delle graduatorie al 31 dicembre 2008 superando il termine di validità originariamente previsto in 18 mesi; il comma 530 dell’articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 ha disposto che, al fine di potenziare l’azione di contrasto dell’evasione e dell’elusione tributaria, una parte delle nuove assunzioni Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8046 AI RESOCONTI di personale dell’amministrazione economico-finanziaria venga destinata alle Agenzie fiscali, utilizzando « graduatorie formate a seguito di procedure selettive già espletate »; l’Ufficio centrale di Roma dell’Agenzia delle entrate ha espresso la volontà di indire un nuovo bando di concorso che provocherebbe, se confermato, la decadenza della graduatoria attualmente valida e in scadenza tra circa venti mesi; ad avviso degli interroganti tale scelta si pone, tra l’altro, in evidente contrasto con la citata disposizione della legge finanziaria, e confligge con le regole di trasparenza, buon andamento, efficacia ed efficienza che debbono informare l’attività della pubblica amministrazione, anche nella considerazione dei costi e dei tempi necessari per lo svolgimento di un nuovo concorso; se non ritenga opportuno adottare provvedimenti urgenti volti a prevedere che l’Agenzia delle entrate proceda allo scorrimento delle graduatorie valide in base alla legge finanziaria per il 2007 sino al 31 dicembre 2008 con conseguente assunzione degli idonei del concorso bandito nel 2005, anziché porre in essere una nuova procedura di concorso; se non ritenga opportuno inoltre provvedere affinché altre amministrazioni pubbliche (quali Agenzia delle dogane, Agenzia del demanio, Agenzia del territorio e Inail), per professionalità compatibili con quelle relative ai concorsi in oggetto, attingano alle graduatorie degli idonei nei concorsi già espletati, ai sensi dell’articolo 9 della legge 16 gennaio 2003, n. 3. (4-04892) PAOLO RUSSO. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: il signor M. N., nato a Nola il 10 giugno 1970 affetto da sindrome di Pickwick è stato riconosciuto invalido con totale e permanente inabilità lavorativa al Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 100 per cento (codice 04 – 100 per cento) con decreto n. 1599 del 2005 della II Commissione del Distretto 73 ASL Napoli 4, riconoscimento confermato dalla Commissione medica provinciale di verifica del Ministero dell’economia e delle finanze (pratica 004934/1 dell’11 gennaio 2007); di conseguenza il predetto risulta titolare di un assegno mensile di euro 243,00 che corrisponde all’importo che viene riconosciuto anche a chi risulta invalido al 75 per cento, il quale invece può ancora in qualche modo lavorare; allo stesso signor Marotta, comunque, nonostante l’invalidità al 100 per cento e la conseguente inabilità al lavoro è preclusa la possibilità di percepire sia gli assegni familiari sia l’indennità di accompagnamento poichè per il tipo di malattia risulta che possa compiere « gli atti quotidiani della vita » –: se non ritenga opportuno intervenire per modificare la normativa di riferimento in modo da differenziare l’assegno di invalidità in progressione col livello d’invalidità e d’inabilità e riconoscere gli assegni familiari a chi è inabile al 100 per cento; quali ulteriori provvedimenti intenda adottare, nello specifico, per consentire ai soggetti affetti da sindrome di Pickwick e che risultano invalidi al 100 per cento di beneficiare anche dell’indennità di accompagnamento. (4-04906) PILI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro delle politiche europee. — Per sapere – premesso che: la regione Sardegna attraverso l’utilizzo di fondi comunitari ha finanziato una campagna di pubblicità istituzionale; si richiamano, a fini di maggior chiarezza e completezza, le norme europee in materia di fondi comunitari, e in particolare: il regolamento (CE) n. 438/2001 della Commissione del 2 marzo 2001 recante modalità di applicazione del rego- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8047 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 lamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi nell’ambito dei fondi strutturali; munità europee attraverso l’imputazione al bilancio comunitario di una spesa indebita »; il regolamento (CE) n. 2355/2002 della Commissione del 27 dicembre 2002 che modifica il regolamento (CE) n. 438/ 2001 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo dei contributi concessi nell’ambito dei fondi strutturali; le disposizioni relative alla gestione dei fondi europei; il regolamento (CE) n. del Consiglio del 26 maggio modifica il regolamento (CE) n. recante disposizioni generali strutturali; 1105/2003 2003 che 1260/1999 sui fondi il regolamento (CE) n. 1145/2003 della Commissione del 27 giugno 2003 che modifica il regolamento (CE) n. 1685/2000 per quanto riguarda le norme di ammissibilità al cofinanziamento da parte dei fondi strutturali; il regolamento (CE) n. 448/2004 della Commissione del 10 marzo 2004 che modifica il regolamento (CE) n. 1685/2000 recante disposizioni di applicazione del regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio per quanto riguarda l’ammissibilità delle spese concernenti le operazioni cofinanziate dai fondi strutturali e che revoca il regolamento (CE) n. 1145/2003; il regolamento (CE) n. 2035/2005 della Commissione del 12 dicembre 2005 che modifica il regolamento (CE) n. 1681/ 1994 relativo alle irregolarità e al recupero delle somme indebitamente pagate nell’ambito del finanziamento delle politiche strutturali nonché all’organizzazione di un sistema d’informazione in questo settore, il cui articolo 1-bis dispone: « ai fini del presente regolamento si applicano le seguenti definizioni: 1) “irregolarità”: qualsiasi violazione di una disposizione del diritto comunitario, derivante dall’azione o dall’omissione di un operatore economico, che ha o avrebbe l’effetto di arrecare un pregiudizio al bilancio generale delle co- si richiamano altresı̀: il regolamento (CE) n. 1260/1999 del 21 giugno 1999, recante disposizioni generali sui fondi strutturali, in particolare l’articolo 34, paragrafo 3; l’approvazione del por Sardegna intervenuta con decisione C (2004) 5191 e successive modifiche; le norme nazionali ed europee relative alla concorrenza e le disposizioni del Trattato CE; il regolamento (CE) n. 1/2003 del Consiglio del 16 dicembre 2002 concernente l’applicazione delle regole di concorrenza di cui agli articoli 81 e 82 del Trattato; il potere di monitoraggio e controllo del Ministero dell’economia relativamente ai fondi comunitari; la campagna di pubblicità istituzionale è cofinanziata dal Fesr nell’ambito del por Sardegna 2000-2006, misura 4.5 – « potenziare e qualificare l’industria turistica della Sardegna », linea d’azione 4.5.d « promozione del prodotto turistico Sardegna » – Assessorato del turismo, artigianato e commercio: upb (unità previsionale di base) S07.027 capitolo 07055, euro 5.460.000 (conto residui), euro 4.677.000 (conto competenze), fondi por; capitolo 07056 euro 825.000 (conto competenze), euro 964.000 (conto residui), fondi regionali por; upb S07.020 capitolo 07047 euro 2.000.000; la regione Sardegna ha bandito apposita gara per l’affidamento di un servizio di pubblicità istituzionale che prevede: appalto del servizio di progettazione e realizzazione di una campagna promozionale della Sardegna e della realizzazione di iniziative di comunicazione istituzionale a carattere pubblicitario e in particolare: a) creazione dello slogan identificativo della campagna; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8048 AI RESOCONTI b) realizzazione di una campagna pubblicitaria televisiva e radiofonica, con ideazione e produzione dei relativi spot televisivi e radiofonici; c) ideazione, realizzazione ed inserzione sulla stampa più quotata in ambito locale di uno o più messaggi aventi ad oggetto l’immagine della Sardegna e le differenti tipologie di prodotto della sua offerta turistica; d) progettazione di una strategia sul web; e) ideazione, realizzazione e affissione di cartelli pubblicitari, opuscoli, brochure, guide, eccetera; per la gara si prevede un importo a base d’asta e importo contrattuale di euro 18.700.000, Iva esclusa, per 1 anno, con facoltà di rinnovo della regione alle medesime condizioni o a condizioni migliorative, per ulteriori 2 anni, per ulteriori euro 18.700.000,00 Iva esclusa per ciascun anno – complessivi euro 56.100.000,00 Iva esclusa; nell’ambito della stessa gara un concorrente, la società Saatchi&Saatchi, indicava due giorni prima della presentazione delle offerte il nome della società subappaltatrice del 30 per cento dello stesso servizio; nel capitolato d’appalto era previsto: « dichiarazione di subappalto: nel caso di ricorso al subappalto – come meglio regolamentato al successivo articolo 19 – deve essere anche fornita l’indicazione delle parti dell’offerta che, in caso di aggiudicazione, si intende subappaltare a terzi fino ad un massimo del 30 per cento dell’importo contrattuale; nel caso di r.t.i. non formalmente costituito, tale dichiarazione dovrà essere sottoscritta da tutte le imprese raggruppande »; la società subappaltatrice preindicata risultava essere il consorzio media factory composto da soggetti quasi tutti già in rapporti con la società Tiscali e allo stesso consorzio veniva affidata l’esecuzione delle seguenti attività per un importo non su- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 periore al 30 per cento dell’appalto stesso: ideazione, management editoriale, produzione e distribuzione del canale tematico multipiattaforma denominato Sardegna multichannel, come da dettagliato progetto allegato contenuto nell’offerta tecnica da pagina 119 a pagina 148; in modo secondo l’interrogante del tutto anomalo nella gara era stato indicato da parte della società Saatchi il nome del consorzio subappaltante (Sardegna media factory) quando invece la norma prevedeva la sola indicazione della volontà subappaltatrice e l’entità stessa del subappalto e le relative prestazioni cosı̀ enunciate: Sardegna multichannel; un canale televisivo; un canale satellitare; un canale digitale; un iptv internet provider tv; tv mobile ovvero i videotelefoni; una multipiattaforma di contenuti on demand; la commissione di gara, nella seduta del 21 novembre 2006, ha aggiudicato in via provvisoria l’appalto al rti Saatchi&Saatchi srl – Equinox srl, e conseguentemente alla subappaltante consorzio media factory; in data 28 dicembre 2006 è stata istituita presso il Consiglio regionale della Sardegna la « Commissione d’inchiesta sull’affidamento della campagna pubblicitaria e istituzionale della regione » incaricata di accertare lo svolgimento dell’iter valutativo della gara d’appalto di cui all’oggetto; la procura della Repubblica di Cagliari ha aperto apposita inchiesta sulla stessa gara e la stessa risulta essere ancora in corso; il responsabile del procedimento in data 7 agosto 2007 ha formalizzato l’annullamento della gara per palesi vizi nell’espletamento della stessa; considerate le argomentazioni e il dispositivo contenuto nel provvedimento di annullamento della stessa gara appare utile ai fini dell’interrogazione riportarne integralmente degli stralci rilevanti: « ... ritenuto che il responsabile del procedimento non può non tenere conto Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8049 AI RESOCONTI delle affermazioni liberamente rese dai Commissari innanzi alla Commissione Consiliare d’inchiesta attestanti circostanze non presenti nei verbali di gara che hanno costituito i presupposti per l’aggiudicazione definitiva. Né si può pretendere che il responsabile del procedimento, dopo siffatte dichiarazioni, agisca come se non fossero state rese sino a quando il giudice ordinario non si sia definitivamente pronunciato in merito. I principi di buon andamento (articolo 97 Costituzione), quelli di economicità e trasparenza (articolo 1 legge n. 241 del 1990), nonché quello di riconduzione della responsabilità del provvedimento finale in capo al responsabile del procedimento (articoli 4-6 legge n. 241 del 1990), implicano necessariamente il riconoscimento in capo a quest’ultimo di un autonomo margine di valutazione rispetto a concomitanti procedimenti (anche giurisdizionali) inerenti alla medesima vicenda. Questi, dunque, può non procedere all’aggiudicazione definitiva o disporne l’annullamento in via di autotutela quando, come nella specie, non sia stato ancora stipulato il contratto, allorché la regolarità del procedimento di gara sia gravemente messa in dubbio dalle affermazioni rese dagli stessi commissari, pur se ancora sub iudice la relativa vicenda. Tanto più quando si prospetta il concreto pericolo di un grave pregiudizio economico per l’Ente amministrato derivante da una spesa che risulterebbe indebitamente erogata ove le illegittimità ammesse da alcuni commissari venissero confermate dal giudice ordinario. Una conferma di tale potere è data dall’articolo 6 lettera e) legge n. 241 del 1990 ai sensi del quale il responsabile del procedimento può discostarsi dalle risultanze dell’istruttoria indicandone la motivazione nel provvedimento finale; ritenuto di dover procedere all’annullamento in via di autotutela in considerazione delle anomalie riscontrate, della gravità delle stesse, della loro incidenza sul procedimento di gara, della sussistenza di gravi vizi di illegittimità che inficiano la Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 procedura, nonché delle ragioni di interesse pubblico prevalenti rispetto all’aspettativa della ditta aggiudicataria e delle altre imprese concorrenti; ritenuto che sussistono diversi profili di illegittimità ciascuno dei quali da solo idoneo a determinare l’annullamento in via di autotutela dell’intera procedura di gara: 1. Violazione dei principi e delle norme in tema di verbalizzazione delle operazioni di gara: 1.1. Risulta dal verbale di gara n. 3 che al termine della seduta dell’8 novembre 2006, « il presidente riconvoca la Commissione per il giorno 9 novembre 2006 ore 10.00 al fine di procedere alla discussione ed all’attribuzione dei punteggi delle offerte presentate ». Il verbale n. 4 del 9 novembre 2006 dà atto del fatto che nella mattinata « la Commissione procede ad una analisi sintetica delle offerte, per poi procedere alla discussione » e, nel pomeriggio, « alla conclusione della discussione la Commissione, non riuscendo a raggiungere una decisione condivisa, aggiorna i propri lavori al giorno 10 novembre 2006 », senza però specificare se una votazione vi sia stata o meno e, in caso affermativo, l’esito della votazione, se siano state formulate delle proposte, dei giudizi. Tutto ciò costituisce violazione dell’obbligo di verbalizzazione analitica, in specie di fasi determinanti per il procedimento quali una votazione, ciò costituisce un principio generale dell’ordinamento, non solo quindi nei limiti minimi previsti dal codice dei contratti (TAR Parma, 28 maggio 2007, n. 385); in forza di tale principio la verbalizzazione delle operazioni di gara deve essere completa e descrivere con sufficiente precisione ed analiticità tutte le attività compiute (TAR Parma, 28 maggio 2007, n. 385; Cons. Stato, Sez. V, 2 settembre 2005, n. 4463), condizione questa indispensabile per poter garantire il principio di trasparenza e di par condicio; onde è illegittimo il verbale che « non consente il sindacato sulla coerenza logica della determinazione al fine Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8050 AI RESOCONTI di eliminare in radice ogni sospetto di parzialità e di non correttezza » (TAR Lazio, Sez. II, 14 maggio 2003, n. 4215); le irregolarità concernenti l’attività di verbalizzazione comportano l’invalidità degli atti qualora tali carenze producano, come nella specie, « un’incertezza assoluta sulle operazioni svoltesi durante la seduta » (TAR Pescara 7 marzo 2007, n. 221). Infatti, « la laconicità della verbalizzazione amputa sensibilmente le possibilità di controllo e sindacato giurisdizionale, oltre a delineare un metodo contrastante con l’esigenza di rispetto del canone di piena partecipazione che comunque connota il collegio perfetto ed illumina il modus operandi della commissione anche quando essa decide di procedere a maggioranza » (Cons. Stato, Sez. VI, 22 marzo 2004, n. 1458). Risultano, altresı̀, violati l’articolo 107 decreto legislativo n. 163 del 2006 ai sensi del quale « la commissione redige un verbale, sottoscritto da tutti i suoi componenti che espone le ragioni delle scelte effettuate in ordine ai meriti di ciascun progetto, le osservazioni pertinenti e tutti i chiarimenti necessari al fine di dare conto delle valutazioni finali », e l’articolo 16 del capitolato per il quale « tutte le fasi di gara e le operazioni eseguite dalla Commissione verranno registrate in appositi verbali ». Tale lacunosità nella verbalizzazione costituisce di per sé motivo di illegittimità dell’operato della Commissione di gara che risulta del tutto inidoneo ed insufficiente a rappresentare gli elementi minimi necessari ad illustrare le operazioni effettuate in quella seduta dall’organo tecnico di gara, onde non è necessario proporre la querela di falso (TAR Piemonte, Sez. II, 14 aprile 2003, n. 598); 1.2. Il fatto poi che nella seduta appositamente convocata per l’attribuzione dei punteggi, dopo la discussione sulle offerte non sia stata raggiunta una « decisione condivisa » fa intendere che effettivamente una votazione in quella sede ci sia stata, ma che l’esito non sia stato accettato da tutti i commissari. Peraltro, l’esito di detta votazione avrebbe dovuto essere immediatamente registrato, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 essendo del tutto irrilevante il mancato raggiungimento di un consenso unanime. Al riguardo, giova il richiamo alla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. VI, 22 marzo 2004, n. 1458 che ha considerato illegittimo il verbale di gara quando da esso « non è dato sapere se siano state formulate una o più proposte di attribuzione del punteggio da parte del presidente della commissione, se non ne sia stata formulata alcuna (ogni commissario potrebbe aver provveduto ad indicare un proprio punteggio) ovvero rispetto a punteggi formulati da ciascuno si sia provveduto all’eliminazione del punteggio più alto e del più basso, ovvero se si sia proceduto a voto palese o segreto sulle proposte, se le proposte alternative o ulteriori fossero per attribuzione di punteggi più alti o più bassi di quelli definitivamente approvati, se uno o più commissari si siano astenuti »; 1.3. Che nella seduta del 9 novembre si sia votato è confermato, seppure con qualche contraddizione, dalla trascrizione delle audizioni rese innanzi alla Commissione di inchiesta dai commissari... omissis... (pagina 40 « ... la votazione è avvenuta qualche giorno prima ... credo il giorno 8 o il giorno 9 »; e pagina 1 della successiva verbalizzazione, riferendosi, poi, ad una seconda votazione: « in quella seconda votazione... credo che la Saatchi&Saatchi risultava seconda o terza »; pagina 7: « ...poi la Commissione... ha ritenuto giusto tenere la votazione del 9 novembre... Quello del 9 novembre è stato veramente un vero confronto, ognuno di noi diceva le motivazioni... Ecco perché poi la commissione ha ritenuto giusto tenere conto di quella votazione »; pagina 30: « noi il 9, in virtù della votazione che avevamo fatto, avevamo già una società, avevamo già dato... un punteggio dove da quel punteggio chiaramente si evinceva che la prima classificata... era la Saatchi&Saatchi »); ...omissis... (pagina 30: « ...abbiamo fatto una prima votazione in cui ha vinto Saatchi & Saatchi, una seconda votazione in cui non ha vinto Saatchi & Saatchi, e una richiesta di non tenere conto di questa seconda votazione Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8051 AI RESOCONTI e di tornare alla prima »; pagine 43, 44: « ...il 9 novembre abbiamo votato... il giorno 15, alle ore 13 abbiamo votato e... la votazione ha dato “un esito diverso da quella del 9 novembre...” Alle 15 e 30 siamo tornati in Commissione ed è stato proposto di annullare la votazione... e di ritenere valida quella del 9 novembre...); ...omissis... (pagina 3: « da questa prima votazione è risultata vincitrice la ditta Saatchi&Saatchi. ...Quindi questa seduta è stata sospesa e praticamente si è iniziati nuovamente dall’inizio. ...la mattina hanno deciso di provare a fare un’altra votazione, quindi una seconda votazione c’è stata... e alla fine è risultata vincitrice... questa ditta Meccan. Questo è avvenuto di mattina. Il pomeriggio tutti insieme consensualmente hanno ritenuto che questa votazione fosse appunto da non prendere neanche in considerazione poiché viziata... »); ...omissis... (pagina 10: « anche se non sono stati registrati credo che abbiamo anche espresso dei voti, un’ipotesi di voti »); ...omissis... (pagina 6 « dopo una settimana ci siamo rivisti sostanzialmente e ognuno ha confermato i propri voti di fatto »). 1.4. L’illegittimità derivante dalla mancata verbalizzazione delle operazioni di voto nella seduta del 9 novembre 2006 non viene meno (né può ritenersi sanata) anche laddove si tenesse conto di quanto riferito da alcuni commissari innanzi alla Commissione di inchiesta secondo i quali nella riunione del 15 novembre 2006 (verbale n. 6) – dopo una seconda votazione nella quale la Saatchi & Saatchi non sarebbe risultata prima – si sarebbe deciso di riportare l’esito della votazione avvenuta il 9 novembre. Il verbale del 9 novembre, infatti, non esplicita le ragioni per le quali il voto allora dato sarebbe stato ritenuto non valido. Il verbale del 15 novembre, d’altronde, non chiarisce se i voti ivi indicati siano stati espressi in quella riunione per la prima volta o se siano stati riportati i punteggi assegnati in una seduta precedente, né indica i motivi per i quali sarebbe stata considerata non valida la seconda votazione del 15 mattina e si sarebbe deciso di ritornare su una votazione precedente (del 9 novembre) già Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 ritenuta non valida dalla stessa Commissione. In ogni caso, la Commissione non avrebbe potuto dichiarare come avvenuta il 15 una votazione effettuata invece il 9 novembre: infatti, « se è vero che, in linea di principio, è possibile che la verbalizzazione delle operazioni poste in essere da un organo collegiale non sia contestuale alle operazioni che dovrebbe documentare, tuttavia... è indispensabile che la verbalizzazione stessa trovi riferimento in ciascuna delle riunioni tenute » (TAR Lazio, Sez. II, 14 maggio 2003, n. 4215). 1.5. Inoltre, l’operato della Commissione nella seduta del 15 novembre – sia che abbia proceduto ad un ulteriore votazione rispetto a quella del 9 novembre, sia che si sia limitata a riportare il risultato del voto effettuato il 9 novembre – comporta una violazione dei princı̀pi di trasparenza e di continuità al quale deve essere informato l’operato della Commissione di gara. Il principio di continuità « ha lo scopo di evitare pericoli di deviazioni nella valutazione delle offerte » (Cons. Stato, Sez. IV, 23 febbraio 1990, n. 129) ed impedisce alla Commissione di disporre « rinnovazioni di alcun tipo » delle operazioni svolte (TAR Napoli, Sez. I, 23 febbraio 1995, n. 44); « Il principio di continuità della gara, dettato dall’articolo 71 del regolamento di contabilità di stato per gli incanti... è espressione dei più generali princı̀pi di buon andamento, imparzialità, trasparenza e correttezza dell’operato dell’amministrazione, mira a garantire che le operazioni di gara si svolgano con imparzialità, nel rispetto della par condicio dei concorrenti, e senza il sospetto di favoritismi » (Cons. Stato, Sez. VI, 16 novembre 2000, n. 6128). « La violazione del principio della continuità del procedimento di gara di appalto di opere pubbliche comporta l’invalidità della gara a prescindere dalla verifica delle conseguenze pratiche » (Cons. Stato, Sez. IV, 15 luglio 1992, n. 689). Il principio di continuità può essere anche derogato ma, in tal caso, è necessario che la commissione di gara ne indichi le ragioni (ciò che nella Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8052 AI RESOCONTI specie non è avvenuto), onde consentire il controllo del suo operato, fugando ogni sospetto di parzialità. 2. Violazione dei principi e delle norme in tema di verbalizzazione delle operazioni di gara, sotto altro profilo. Anche a prescindere dall’illegittimità derivante dalla mancata verbalizzazione delle operazioni di valutazione e di voto del 9 novembre 2006, costituisce autonomo motivo di illegittimità, da solo idoneo a determinare l’annullamento in via di autotutela delle operazioni di gara e delle aggiudicazioni provvisoria e definitiva, la totale incertezza delle modalità di ricostruzione dei punteggi dei singoli commissari. Nel verbale n. 9 del 17 gennaio 2007, ad integrazione del precedente verbale del 15 novembre 2006, che riportava soltanto il punteggio complessivo della Commissione, vengono riportati anche i punteggi assegnati per ogni singola voce e per ogni concorrente da ciascun commissario. Il verbale, si limita ad affermare che « i singoli voti espressi, a suo tempo, da ciascun commissario sono quelli indicati nel documento allegato, per far parte integrante e sostanziale del presente verbale ». Il responsabile del procedimento ha aggiudicato definitivamente dopo tale integrazione, ritenendo che i Commissari avessero fedelmente trascritto i voti assegnati nella votazione del 9 novembre 2006. Successivamente è invece emerso il fondato dubbio sulla effettiva corrispondenza tra i voti che si assumono trascritti e quelli effettivamente dati dai commissari in quella seduta. Infatti, dinanzi alla Commissione di inchiesta è stato prodotto solo il prospetto di una seconda votazione (dove la Saatchi & Saatchi era arrivata terza) e non anche il brogliaccio originale della votazione che vedeva la Saatchi&Saatchi come vincitrice. È emersa inoltre una generalizzata incertezza sulle modalità di ricostruzione della suddetta votazione. Infatti, ...omissis... alla domanda se nella seduta del 17 gennaio 2007 vi fosse una minuta di come ciascun commissario si era espresso o se ognuno si fosse portato da casa la propria, ha risposto « che io ricordi non era uno degli Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 allegati della Commissione, non ricordo che il segretario avesse annotato in maniera formale i voti di ciascuno » (pagine 8, 9); « avevamo già espresso una votazione che era stata sommata e immediata, e aveva, dato quel risultato, dopo lo stesso risultato è emerso evidentemente dalla annotazione che singoli commissari avevano, se non esisteva negli atti del segretario » (pagina 9); con riguardo alla seduta del 15 novembre, « ...il commissario alla fine esprimeva il voto corrispondente alla valutazione ma non ricordo che sia stato annotato di volta in volta di nuovo a che cosa corrispondeva » (pagina 5 della seconda parte del verbale) e con riguardo alla seduta del 17 gennaio 2007: « ...io perlomeno non sarei stata in grado con precisione estrema di ripetere la votazione » (pagina 7); « ...abbiamo ricostruito sulla base dei punteggi attribuiti che evidentemente ognuno di noi aveva » (pagina 6 della seconda parte del verbale); ...omissis... ha affermato: « ...chi ha fatto lo specchietto di tutte quelle votazioni credo sia stato ...omissis... Ora io non ricordo se poi... quello specchietto con tutti i numeri sia stato trasmesso al Segretario della Commissione per riportarlo agli atti » (pagina 19). ...omissis..., però ha contraddetto questa circostanza affermando che « all’inizio i voti di ciascun Commissario non sono stati verbalizzati, alla fine è stato verbalizzato solo il totale » (pagina 9). Ed... il segretario della Commissione « ...semplicemente al computer io raccoglievo i voti e poi con una tabella excel si sono fatti i calcoli e si è avuto il risultato definitivo... Io ho tutti i file informato elettronico. La seconda votazione ho degli elementi cartacei » (pagina 1 della cassetta n. 11/2). Poi, però, innanzi alla Commissione di inchiesta ha depositato (con nota 20 marzo 2007, prot. n. 3802 a sua firma) solo il prospetto relativo ad una seconda votazione (non verbalizzata) nella quale la Saatchi&Saatchi non era risultata prima in graduatoria. Non ha mai depositato invece il prospetto o la tabella della votazione poi ritenuta valida dalla Commissione. ...omissis... alla domanda su come fossero stati originariamente registrati i Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8053 AI RESOCONTI voti dei singoli commissari (poi riportati nel verbale del 17 gennaio 2007), ha risposto: « i commissari li hanno espressi oralmente e sono stati trascritti dal segretario » (pagina 25); « credo che lo stesso ha trascritto i voti di ciascuno e poi ha fatto la somma » (pagina 26); la minuta del verbale recante i voti di ciascun commissario « è esistita, non so se esista, perché erano atti, come dire, appunti che il segretario della Commissione prendeva, sommava e poi trasferiva a noi dicendo su questo aspetto la votazione ha dato questo risultato » (pagina 26); « ...mi farò carico di dire al... segretario della Commissione... che, se queste minute esistono, ne produca copia in Commissione » (pagina 27). Tale copia, come si è detto, non è mai stata prodotta. Nella seduta del 17 gennaio 2007, « abbiamo ricostruito, utilizzando anche degli appunti, le votazioni che ciascuno di noi aveva dato. Quindi siamo arrivati all’unanimità... ad esplicitare in maniera più analitica le valutazioni e le decisioni... le ricostruzioni delle nostre decisioni precedenti, le ricordavamo... Io non avevo preso appunti, qualche altro li aveva presi evidentemente... » (pagina 39). Dunque, ...omissis... afferma che il 17 gennaio 2007 ciascun commissario ha ricostruito il voto in base a suoi appunti personali, ...omissis... dichiara di non avere preso appunti, ...omissis... assume che i suoi voti sarebbero risultati da un prospetto redatto dal ...omissis... e trasmesso al segretario della Commissione. ...omissis... però afferma che era stato verbalizzato solo il voto finale e non quello dei singoli commissari. Il segretario della Commissione a sua volta non ha mai prodotto il brogliaccio di quella votazione. Mancando la prova della sicura corrispondenza tra i voti dati nella seduta del 9 novembre 2006 e quelli riportati nella seduta del 17 gennaio 2007, si può dire che la Commissione in quest’ultima seduta abbia operato una ripetizione del procedimento di verbalizzazione, in contrasto con il principio, più volte sottolineato dalla giurisprudenza, secondo cui è impossibile integrare il verbale con dichiarazioni successive dei medesimi verbalizzanti, stante Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 « l’irripetibililtà del procedimento di verbalizzazione » (TAR Catania, 12 febbraio 2001, n. 304); infatti, l’idoneità del verbale ad assolvere la sua funzione viene meno allorché « la sua redazione non accompagni lo svolgimento delle singole operazioni compiute dall’organo collegiale o quantomeno non intervenga in un momento immediatamente successivo tale da escludere errori od omissioni, quanto alla ricostruzione dell’iter valutativo » (TAR Lazio, sezione II, 14 maggio 2003, n. 4215). Un altro orientamento giurisprudenziale più restrittivo esclude in ogni caso « la sanatoria ex post delle operazioni di una gara d’appalto pubblico, anche nel caso in cui si accerti che il seggio di gara abbia informalmente espletato alcuni adempimenti senza debita verbalizzazione, in quanto un siffatto accertamento, oltre ad essere del tutto inattendibile, soprattutto quando non trovi un oggettivo riscontro nei verbali delle operazioni, implica un’inammissibile giustificazione postuma di tutte le determinazioni assunte » (TAR Palermo, 22 febbraio 2000, n. 370); ritenuto che sussistono ragioni di pubblico interesse che impongono l’annullamento dell’aggiudicazione e delle operazioni di gara in via di autotutela, in quanto le circostanze sopra esposte incidono sul procedimento di gara rendendo impossibile verificare se l’offerta prescelta dalla Commissione sia effettivamente quella migliore ed economicamente più vantaggiosa per l’Amministrazione. Tali ragioni di interesse pubblico si concretizzano altresı̀ nella tutela della parità di trattamento dei partecipanti alla gara, e nell’interesse pubblico alla trasparenza ed imparzialità dell’azione amministrativa. Un ulteriore motivo di interesse pubblico è dato dalla tutela dell’immagine dell’Amministrazione regionale; ritenuto che l’interesse pubblico all’annullamento in via di autotutela sia certamente prevalente rispetto all’interesse della ditta aggiudicataria alla esecuzione del servizio, in considerazione, tra l’altro, del fatto che il servizio non è ancora iniziato, che il contratto non è stato sti- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8054 AI RESOCONTI pulato, onde non si è radicata e consolidata in capo ad essa una situazione definitiva di vantaggio; ritenuto inoltre che l’interesse pubblico all’annullamento in via di autotutela sia prevalente anche rispetto all’interesse delle altre imprese in graduatoria a conseguire l’aggiudicazione del servizio, sia per le ragioni innanzi indicate, sia perché queste non possono vantare una posizione consolidata; considerato che, trattandosi di aggiudicazione basata su apprezzamenti discrezionali (metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa) a seguito dell’annullamento in via di autotutela è necessario rinnovare l’intero procedimento di gara a partire dalla stessa fase della presentazione delle offerte (TAR Napoli, sezione I, 13 dicembre 2004, n. 18898), essendo ciò imposto dall’esigenza di tutelare la segretezza delle offerte ed il principio della par condicio (Cons. Stato, sezione IV, 10 giugno 2004, n. 3731; idem, 7 giugno 2004, n. 3617; TAR Aosta, 16 febbraio 2005, n. 25; TAR Parma, 13 dicembre 2004, n. 788); considerato che le gravi illegittimità nella verbalizzazione, la violazione dei principi di trasparenza, la avvenuta sottoscrizione da parte dei commissari dissenzienti dei verbali di gara, nonostante da questi non risultassero le circostanze successivamente addotte innanzi alla Commissione di inchiesta, la invocata (davanti alla Commissione di inchiesta) situazione di incompatibilità di uno dei commissari, rendono opportuno e necessario procedere alla sostituzione dei commissari di gara anche ai sensi dell’articolo 21-quinquies 1. 7 agosto 1990, n. 241; ritenute non condivisibili ed infondate le osservazioni formulate dalla ditta aggiudicataria con memoria protocollata il 20 luglio 2007 con il n. 9736 e con successiva memoria protocollata il 31 luglio 2007 con il n. 0010094. In particolare: 1. Il presente provvedimento non può considerarsi adottato oltre un « termine Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 ragionevole » rispetto all’aggiudicazione. Tale non può considerarsi il periodo di 6 mesi; tanto più, in considerazione del fatto che non è ancora intervenuta la stipula del contratto, dell’importo dell’appalto, del fatto che alcune delle illegittimità inficianti le operazioni di gara sono emerse con tutta la loro evidenza dopo l’acquisizione dei verbali della Commissione regionale di inchiesta; 2. Il presente provvedimento non è « dettato esclusivamente dalla necessità d dare seguito alle conclusioni raggiunte dalla Commissione consiliare al termine della propria attività » (come si sostiene a pagina 5 della prima memoria della Saatchi&Saatchi). Tiene piuttosto anche conto delle dichiarazioni rese dai commissari di gara e dal segretario innanzi alla Commissione di inchiesta costituita con ordine del giorno 28 dicembre 2006, n. 34. Tali dichiarazioni hanno fatto emergere con tutta la loro evidenza la gravità dei sopra indicati vizi di violazione dei principi e delle norme in tema di verbalizzazione, già presenti nei verbali di gara; 3. Quanto alla mancata verbalizzazione della votazione del 9 novembre 2006, non è condivisibile la tesi formulata da Saatchi&Saatchi nella seconda memoria (pagine 2-8) secondo cui si tratterebbe di atti riconducibili agli interna corporis qualificabile come « tentativo di esprimere una fase di evoluzione della discussione (ma sempre interna alla discussione stessa e non espressione di volontà definitiva) » nella « auspicata volontà di conseguire una decisione unanimemente condivisa all’interno della Commissione sulla valutazione dei progetti presentati dalle dite concorrenti ». Invero, il fatto che il verbale del 9 novembre 2006 parli di mancato raggiungimento di una « decisione condivisa » nella seduta appositamente fissata per la discussione e l’attribuzione dei punteggi delle offerte presentate fa intendere in modo inequivocabile che: a) in quella sede si era giunti effettivamente all’attribuzione dei punteggi (ed alla formazione di una graduatoria); Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8055 AI RESOCONTI b) il risultato finale di tale votazione non è stato accettato da alcuni commissari; c) non è stato applicato il principio per il quale la valutazione complessiva di ciascuna offerta doveva necessariamente essere la risultante della media dei punteggi (o valutazioni) di ciascun commissario. Evidentemente la Commissione ha ritenuto che fosse necessario raggiungere una valutazione unanime o comunque sganciata dalla media dei punteggi assegnati dai singoli commissari. Di qui l’illegittimità della mancata verbalizzazione la quale non poteva non dare conto dell’esito di tale votazione. Non potrebbe infatti considerarsi legittimo l’operato della Commissione che ripeta più volte la medesima votazione finché questa non dia il risultato più gradito ad uno o più commissari, dando atto a verbale solo dell’ultima votazione. Tale metodo, infatti, sarebbe contrario ai principi di trasparenza, buona amministrazione e continuità e non sarebbe idoneo a garantire la par condicio. Neppure è condivisibile il tentativo (seconda memoria della Saatchi&Saatchi) di riportare la ravvisata esigenza di completezza della verbalizzazione ad un inesistente principio di resocontazione stenografica. Pur senza richiedersi una resocontazione stenografica, i verbali di gara devono consentire di ricostruire con sufficiente precisione ed analiticità l’operato della Commissione nelle singole sedute di gara, potendosi solo in tal modo garantire il rispetto del principio di trasparenza dell’operato della P.A. Tali regole sulla verbalizzazione trovano fondamento non solo nel codice degli appalti (al quale la memoria fa esclusivamente riferimento), ma anche nei principi generali dell’ordinamento (TAR Parma, 28 maggio 2007, n. 385) e nell’articolo 16 del capitolato che impone di registrare in appositi verbali tutte le fasi di gara e le operazioni eseguite dalla Commissione. Né le carenze della verbalizzazione possono considerarsi sanate dalla sottoscrizione del verbale da pare dei commissari. Infatti, « è irrilevante Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 la sottoscrizione del verbale da parte di tutti i commissari, in quanto tale doveroso adempimento riguarda unicamente la sua riconducibilità ad essi, ma non vale ad integrare elementi che nel documento sono del tutto mancanti » (TAR Piemonte Sez. II, 14 aprile 2003, n. 598). fondamento non solo nel codice degli appalti (al quale la memoria fa esclusivamente riferimento), ma anche nei principi generali dell’ordinamento (TAR Parma, 28 maggio 2007, n. 385) e nell’articolo 16 del capitolato che impone di registrare in appositi verbali tutte le fasi di gara e le operazioni eseguite dalla Commissione; 4. Quanto alla integrazione successiva delle risultanze delle votazioni con l’indicazione del voto fornito da ciascun componente la Commissione, questa non doveva portare, come ritenuto a pagina 9 della prima memoria della Saatchi&Saatchi ad una « riapertura dell’istruttoria che si sarebbe svolta in condizioni completamente diverse da quelle originarie e tali da non garantire l’imparzialità di tutti i componenti della Commissione » e neppure può considerarsi come una deliberazione avente valore non « meramente certificativo ma formalmente costitutivo », onde sarebbe « irrilevante la modalità della percezione ricordo delle tessere del mosaico » come asserito a pagina 11 della seconda memoria. In realtà, essendo già state aperte le buste contenenti l’offerta economica, la Commissione non poteva in alcun modo procedere ad una rinnovata valutazione dell’offerta tecnica, né ad una modifica dei punteggi individuali a suo tempo formulati. Ed è proprio la mancata verbalizzazione delle modalità attraverso le quali è stato recuperato il voto dei singoli commissari che determina una incertezza assoluta, non consentendo di verificare se quello contenuto nella tabella allegata al verbale del 17 gennaio 2007 sia una fedele riproduzione di quanto avvenuto in passato o non piuttosto una inammissibile rinnovata espressione di punteggi o comunque una non fedele ripetizione. Né questa lacuna ed incompletezza può essere sostituita dal fatto che il verbale del 17 gennaio 2007 sia stato sottoscritto da tutti i componenti la Commissione (come si Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8056 AI RESOCONTI afferma a pagina 9 della seconda memoria). Tale sottoscrizione, infatti, vale soltanto a ricondurre ai commissari quanto da essi dichiarato in quella seduta, ma nulla assicura in ordine alla corrispondenza con il voto espresso da ciascun commissario nella seduta di più di due mesi prima (novembre 2006): « il verbale di gara, pur essendo atto pubblico che fa fede fino a querela di falso, non per ciò solo preclude qualunque altro accertamento sui fatti in esso descritti, giacché ... non fa fede pure delle valutazioni compiute né esclude la possibilità di errori in tale operazione » (C.si, 13 giugno 2005, n. 353; idem, 20 gennaio 2003, n. 21); 6. Quanto all’interesse della Saatchi&Saatchi ad eseguire il servizio oggetto di gara, questo, per quanto comprensibile, deve considerarsi recessivo rispetto all’interesse pubblico sopra indicato. In tale prospettiva non può configurarsi in capo ad essa un ingiusto danno all’immagine. Un danno all’immagine lo subirebbe invece la Regione se la gara non venisse annullata in conseguenza di quanto sopra rappresentato. L’annullamento in via di autotutela non comporta la perdita del finanziamento, atteso che la somma di euro 11.926.000 provenienti dai Fondi strutturali potrà essere recuperata come può evincersi dalla nota dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, prot. n. 15111/XI.2.5 del 3 agosto 2007; determina per le motivazioni sopra meglio esposte: Art. 1 di annullare la determinazione n. 23 del 23 gennaio 2007 di aggiudicazione definitiva, gli atti della Commissione di gara e tutti gli atti presupposti; in data 26 aprile 2006 la regione Sardegna, attraverso un avviso pubblico, invitava i soggetti privati alla presentazione di progetti relativi alla stessa tipologia di intervento riscontrati successivamente nel subappalto della società Saatchi & Saatchi; la regione Sardegna nello stesso avviso indicava con precisione un obiettivo Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 da perseguire nella predisposizione di un progetto analogo o simile a quello che successivamente sarebbe stato indicato dalla società vincitrice della gara suddetta per la realizzazione di una multipiattaforma multidigitale; tale obiettivo veniva cosı̀ di seguito esplicitato: « 2.2.6.2 laboratorio “produzione collaborativa di programmi televisivi multi-piattaforma” – la produzione e distribuzione di programmi televisivi richiede notevoli investimenti e viene tradizionalmente svolta in modo centralizzato, al contrario del web dove la pubblicazione di contenuti si basa su un modello altamente distribuito. Adattare un siffatto modello al contesto televisivo aprirebbe la strada ad una produzione dei programmi decentralizzata e aperta al contributo di molti. Sarebbe possibile realizzare a costi contenuti canali televisivi tematici su cui troverebbero spazio, ad esempio, artisti emergenti (concerti, cortometraggi, piece teatrali, eccetera), comunità scientifiche (seminari, lezioni, esperimenti, eccetera), associazioni culturali, organizzazioni turistiche, eccetera; Ulteriori fattori giustificano l’interesse verso tale modello: l’ampliamento del numero di canali televisivi reso possibile dalla tecnologia digitale (a cui ancora non corrisponde un’altrettanto ricco ampliamento dell’offerta di contenuti), la produzione video ormai da tempo alla portata del mercato consumer, la facilità di condivisione dei contenuti grazie alle reti a larga banda; l’idea alla base del laboratorio è creare una piattaforma che contribuisca a decentralizzare la produzione dei programmi televisivi attraverso un processo collaborativo e distribuito. Tale processo si avvarrebbe di: (1) un sistema di content management distribuito, che farebbe da collettore verso una comunità di fornitori di contenuti (sia creati ex-novo che già disponibili in rete); Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8057 AI RESOCONTI (2) un servizio di media-on demand che renderebbe accessibile l’insieme dei contenuti attraverso una molteplicità di piattaforme (pc, mobile, iptv); (3) un sistema di aggregazione intelligente in grado di generare dei programmi televisivi per vari tipi di piattaforme (terrestre, satellitare, mobile); (4) un sistema di valutazione selettiva dei contenuti basato sul feedback degli utenti stessi; (5) un sistema di validazione preventiva dei contenuti, atto a garantire il gestore del servizio sia sul piano legale che della proprietà intellettuale. »; nel mese di agosto 2006 l’autorità di gestione ammetteva il progetto del consorzio media factory, lo stesso del subappalto, e sostanzialmente con lo stesso progetto per la realizzazione di una multipiattaforma multimediale digitale, satellitare, web, iptv e mobile; a novembre 2006, stesso periodo di aggiudicazione della gara sulla pubblicità istituzionale, il consorzio media factory veniva inserito come primo gruppo di partenariato nella selezione dei progetti suscettibili di punteggio premiale per partecipare ai bandi por misura 3.5 industria con la seguente formulazione: « al primo gruppo Sardinia media factory, potrebbero essere aggregate le imprese che intendono realizzare un centro di produzioni multimediali e un’integrazione degli operatori della comunicazione, dei contenuti digitali e delle rispettive tecnologie in modo da condividere strutture di produzione, laboratori ma anche contatti e opportunità di business, anche in collaborazione con soggetti istituzionali (università, CRS4, eccetera) del distretto ict regionale. »; in data 2 agosto 2007 la giunta regionale approvava un non meglio precisato elenco di iniziative e che dallo stesso si evince un titolo riconducibile alla sottomisura relativa al progetto di Multipiattaforma multimediale con l’indicazione di un punteggio premiale per la partecipazione al successivo bando; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 in data 14 agosto veniva pubblicato il bando per 70.000.000 di euro incrementabili a discrezione della giunta con i fondi 2007-2013 con il quale si fissano anche le premialità relative al partenariato; il progetto di multipiattaforma risulta essere desueto, ormai superato e riconducibile alla sfera privatistica dell’economia; tale multipiattaforma non avrebbe nessuna attinenza con le finalità istituzionali della regione Sardegna ed esula dalle competenze della regione stessa; i fondi europei e pubblici in generale non possono contemplare la realizzazione e gestione di siffatta piattaforma tecnologica; l’eventuale know-how non sarebbe sostanzialmente nella disponibilità dei soggetti pubblici che avrebbero concorso al finanziamento ma finirebbe per essere patrimonio intellettuale scientifico soggettivo della società consorzio delegata alla sua realizzazione e quindi commercializzabile solo tra privati; per lo stesso progetto multimediale multipiattaforma risulterebbero essere stati attivati due possibili canali finanziari che l’interrogante giudica anomali, senza che nessuno ne dichiarasse anticipatamente il perseguimento e quindi perseguendo di fatto un sostanziale doppio finanziamento per un unico progetto; nessuno dei soggetti pubblici preposti ha rilevato l’esistenza e l’illegittimità di tale « anomalo » comportamento; va considerato che tale « anomalo comportamento » potrebbe ancora provocare un danno economico rilevante alla gestione dei fondi comunitari della regione Sardegna e dello Stato italiano; se quanto riportato fosse riscontrato dagli organismi competenti si configurerebbe, ad avviso dell’interrogante, come un potenziale aggiramento ai danni della regione stessa e dell’Unione europea –: se non ritengano necessario aprire un’urgente verifica sui fatti richiamati; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8058 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 se non ritengano indispensabile attivarsi perché sia bloccato con somma urgenza ogni possibile utilizzo anomalo di fondi comunitari relativamente a piattaforme multimediali di possibile utilità privatista e non pubblica; protesta di varie Camere Penali locali e con uno sciopero degli avvocati del Foro di Catanzaro il giorno 4 giugno 2007 con presa di posizione dell’Unione delle Camere Penali Italiane (vedi delibera del 16 maggio 2007); se – fatti salvi gli accertamenti di competenza della magistratura o degli organi dell’Unione europea – gli uffici ministeriali coinvolti non abbiano ravvisato nelle procedure in esame gli estremi di elementi in grado di alterare il mercato della libera concorrenza e in particolar modo quello dell’informazione; anche molti Magistrati hanno segnalato, con denunce al Consorzio e richiami al Ministero (vedi ad esempio Tribunale di Venezia, Pinerolo, Agrigento, eccetera), lo stato di disagio causato dal nuovo tipo di contratto, dovendo – ad esempio – ricordare a memoria le fasi processuali, non essendo – a distanza di tempo – in possesso dei verbali di udienza ovvero in possesso del solo verbale sintetico del Cancelliere a causa della mancata consegna delle trascrizioni; se in tali episodi si sia configurato un eventuale omesso controllo da parte di uffici statali deputati alla verifica di procedure; se non ritengano i ministri – ferma restando l’autonomia regionale – di dover intervenire con somma urgenza per evitare che, ove ne sussistano i presupposti, lo Stato italiano sia destinatario di una procedura d’infrazione comunitaria, o di altre eventuali responsabilità. (4-04908) * * * GIUSTIZIA Interrogazione a risposta in Commissione: VICO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: dal 16 novembre 2006 il servizio di verbalizzazione delle udienze penali è stato appaltato a livello nazionale ad un unico Consorzio; sono stati riscontrati, sin da subito, mancanza di qualità nelle trascrizioni, oltreché gravissimi disservizi e ritardi (nonostante in molti Tribunali vengano dati termini di consegna diversi da quelli stabiliti dal contratto !), provati dalle penalità applicate al Consorzio aggiudicatario dell’appalto e culminati con documenti di si ritiene leso, in molti casi, il diritto di difesa degli imputati; molti Magistrati – soprattutto G.I.P. – sono costretti ad affidare a periti esterni le trascrizioni di delicati procedimenti per mancanza di disponibilità da parte del Consorzio ad intervenire in tempi brevi ovvero dove non esistono impianti di fonoregistrazione – tra l’altro forniti, con regolare contratto, da azienda facente parte dell’R.T.I. – aumentando cosı̀ i costi della Giustizia, ma assicurando per lo meno un servizio efficiente; ancora oggi, a distanza di quasi un anno dalla partenza del contratto e nonostante le ripetute promesse di immediata attivazione da parte del Consorzio, si riscontra la non entrata in funzione del portale telematico – tranne che in qualche località ben visibile agli occhi del Ministro (vedi Roma) – che avrebbe dovuto essere il quid pluris del nuovo sistema di trascrizione e doveva essere il vero impianto innovativo di questo contratto; ancora oggi si riscontra che, in talune parti di Italia (vedi Calabria e Sicilia), risultano scoperte di personale le Aule Giudiziarie, ritenendo – di conseguenza – che il Consorzio aggiudicatario del contratto abbia attestato il falso al momento Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8059 AI RESOCONTI della formulazione dell’offerta tecnica, avendo dichiarato la completa copertura del territorio nazionale; ancora oggi, oltreché ad un continuo viavai di persone all’interno degli Uffici e delle Aule giudiziarie senza alcun giuramento di rito (peraltro richiesto dal contratto), si verificano casi di dipendenti sottopagati o, addirittura, « a nero »; si riscontra una lesione della privacy poiché si è persa la rintracciabilità del trascrittore, molto spesso non presente nell’Aula del dibattimento, mancando quasi dappertutto la firma apposta dallo stesso sotto la trascrizione, rischiando di causare la nullità del verbale stesso (come recitano gli articoli dal 134 al 142 del codice di procedura penale); si ha notizia di file di trascrizione che circolano liberamente su internet, viaggiando – senza protezione – da un capo all’altro dell’Italia, col pericolo di un’intrusione da parte di hackers senza scrupoli o con interessi specifici, soprattutto per i più delicati procedimenti; risulta evidente la presenza di numerosissime ditte sub-appaltatrici del contratto, inseritesi dopo la stipula dello stesso, mentre il capitolato ed il bando ne prevedevano l’elencazione ab origine e non in corso d’opera; si può pensare che, alla scadenza naturale del contratto – due anni – vi potrà essere una situazione di monopolio in questo settore, non avendo alcun’altra azienda un fatturato specifico per poter partecipare all’eventuale futura gara e rendendo cosı̀ il Consorzio attualmente detentore del contratto unico in grado di dettare regole economiche e tecniche; risultano ancora senza giusta collocazione molti degli addetti delle ditte che, precedentemente al nuovo contratto, lavoravano con professionalità e puntualità all’interno dei nostri Tribunali; a seguito di precedente interrogazione del 1o marzo 2007, il Ministro rispondeva in data 25 giugno 2007 che tutto Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 andava per il meglio, non vivendo evidentemente quotidianamente la vita all’interno dei Tribunali e non conoscendo appieno ovvero conoscendolo per interposta persona la formulazione del contratto –: quali provvedimenti il Ministro del lavoro e della previdenza sociale intenda assumere per tutelare tutti i lavoratori delle tante aziende locali che svolgevano il servizio di fonoregistrazione e trascrizione e che dal 16 novembre 2006 sono stati privati della loro occupazione e per tutelare i tanti lavoratori che all’interno del Consorzio Astrea-Lutech operano quotidianamente in condizioni di estrema precarietà, se non proprio senza alcun diritto sancito dallo Statuto dei Lavoratori; quali provvedimenti il Ministro della giustizia intenda assumere per rimuovere questa gravissima situazione affinché lo stesso diritto di difesa sia garantito a tutti i cittadini, ripristinando un sistema « certo » di assegnazione del servizio a livello locale o distrettuale; per risolvere le inadempienze contrattuali, e della fornitura di servizio dell’appalto nei confronti della pubblica amministrazione; per assicurare la copertura della parte di territorio nazionale privo del servizio di fonoregistrazione e trascrizione attraverso le unità lavorative che operavano con le ditte estromesse dalla gara nazionale e mai rimpiazzate con altri lavoratori dal Consorzio aggiudicatario. (5-01487) Interrogazioni a risposta scritta: ZACCHERA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: risulta all’interrogante – che ne ha avuto copia in conoscenza – come in data 8 settembre 2007 il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria OSAPP abbia inviato al Ministro, ai Gruppi politici ed a numerosi parlamentari una lunga « lettera aperta » sulla situazione nelle carceri italiane e sull’impiego della Polizia Penitenziaria nei diversi Istituti di pena; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8060 AI RESOCONTI nella lettera si sottolinea come da ormai 8 anni non siano state operate variazioni nelle diverse piante organiche ciò comportando spesso una impossibilità nel seguire adeguatamente le necessità della popolazione carceraria che – per esempio a seguito del recente indulto – è molto variata a seconda delle zone del Paese sia in numero che per specifiche caratteristiche; viene lamentata una sostanziale mancanza di dialogo tra Amministrazione penitenziaria e le rappresentanze sindacali del personale; il numero dei detenuti sta nettamente aumentando e peraltro ciò è in linea con le promesse del Ministro dell’interno per avere « tolleranza zero » nei confronti della criminalità organizzata e della stessa microcriminalità –: quali iniziative intenda prendere il Ministro in merito alle problematiche sollevate dai Sindacati di categoria della Polizia penitenziaria e specificatamente dall’OSAPP e se quanto sostenuto dalla scrivente Organizzazione sindacale abbia riscontri oggettivi e rappresenti quindi la difficile realtà delle carceri italiane. (4-04876) ZACCHERA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: la stampa locale (vedi La Stampa del 7 settembre 2007) ha dato ampio spazio ad una iniziativa assunta dai sindacati autonomi della Polizia penitenziaria operante nel carcere Cerialdo di Cuneo che, oltre a voler organizzare un sit-in di protesta, paventano l’avvio di uno sciopero della fame degli agenti per protestare contro quelle che vengono lamentate come gravi mancanze nella gestione del carcere, tanto da chiedere anche il trasferimento della Dirigenza; di tale situazione sarebbe stato informato anche il ministero –: se quanto esposto dai gruppi sindacali abbia fondamento ed in questo caso Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 che cosa si stia operando per venire incontro alle richieste del personale; se sia stata avviata da parte del Ministero una operazione di controllo ispettivo o di verifica; se non si ritenga comunque utile predisporre una accurata ispezione al carcere stesso al fine di valutare se quanto sollevato dalle predette Organizzazioni sindacali sull’andamento del carcere di Cuneo abbia obbiettivo fondamento, prendendo le conseguenti, eventualmente necessarie decisioni. (4-04878) BOCCHINO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: nell’ambito della riforma universitaria con riferimento al decreto del Presidente della Repubblica n. 328 del 5 giugno 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 190 del 17 agosto 2001, si evidenzia nell’articolo 46 comma 2 e 3 un’oggettiva carenza circa l’attribuzione delle competenze all’ingegnere civile e ambientale iscritto alla sezione B dell’ordine professionale di appartenenza; tale mancanza normativa sta comportando e comporterà non pochi disagi ai neolaureati, i quali, una volta iscritti all’albo di appartenenza, non sono in grado di comprendere le limitazioni in ambito progettuale derivanti dall’uso di « metodologie standardizzate », cosı̀ come richiamato dall’articolo 46 comma 3 lettera a, n. 3 del decreto del Presidente della Repubblica –: se non ritenga opportuno prendere i provvedimenti del caso per chiarire la norma e le modalità concrete di applicazione della stessa. (4-04884) CARUSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: il detenuto Adamo Pisapia, nato a Salerno il 13/02/1970, attualmente ristretto presso la casa di reclusione di Padova ha più volte sollecitato istanza di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8061 AI RESOCONTI trasferimento presso gli istituti penitenziari di Ariano Irpino, Melfi, Roma, Potenza o comunque qualsiasi istituto non lontano da Salerno, la sua città di residenza; la richiesta è collegata a ragioni strettamente familiari; Adamo Pisapia ha infatti genitori anziani, che, a causa della distanza geografica, non riescono a garantirgli la relazione e l’affettività familiare di cui attualmente ha estremo bisogno, vista sua la condizione di fragilità psicologica; a tal proposito, già in data 10/11/ 2006, la direzione dell’istituto penitenziario di Padova ha ritenuto opportuno sottoporlo ad un periodo di Osservazione Psichiatrica presso l’apposita area sanitaria « M. Zagarolo » della c.c. di Livorno; al termine dell’Osservazione, i responsabili del servizio psichiatrico accertavano che « il Pisapia non ha manifestato significative elevazioni della quota ansiosa se si esclude la preoccupazione relativa ad un eventuale rientro presso il carcere di provenienza. Al riguardo ha espresso ripetutamente l’insofferenza e il mancato adattamento in detta struttura a causa della lontananza dai familiari; gli stessi sanitari concludevano la relazione affermando che « sarebbe opportuno, per ridurre il disagio psicologico e migliorare l’adattamento all’ambiente carcerario, un eventuale trasferimento del Pisapia in un Istituto più vicino ai suoi familiari »; in data 29 maggio 2007 l’equipe di osservazione e trattamento della casa di reclusione di Padova, nella relazione di sintesi dell’ipotesi trattamentale, sottoscritta dall’educatore, l’assistente sociale, l’Ispettore Capo di Polizia penitenziaria, l’Esperto psicologo e il direttore coordinatore area pedagogica, afferma che « questa equipe prende atto delle difficoltà personali incontrate dal detenuto nell’aderire alle offerte trattamentali propostegli Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 in questo Istituto. In considerazione dei disagi vissuti ed esternati e della sua richiesta specifica di avvicinamento ai familiari, si considera opportuno sostenere la persona in tale sua aspirazione per consentirgli di vivere la detenzione in maniera più adeguata e rispondere ai suoi bisogni effetti »; tale relazione di sintesi di osservazione veniva successivamente approvata in data 06 agosto 2007 dal Magistrato di Sorveglianza di Padova con decreto n. 291 del 2007 R. Prog. Tratt. –: se non ritenga opportuno sollecitare la competente Direzione Amministrativa Penitenziaria affinché venga predisposto in tempi brevi il trasferimento del detenuto presso un istituto più prossimo alla residenza della famiglia. (4-04885) GRIMOLDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: nel recente passato della città di Locri rientra il tragico assassinio di Francesco Fortugno ex primario del Pronto Soccorso di Locri (Asl 9), compiuto il 16 ottobre 2005 per mano della ’ndrangheta mentre ricopriva la carica di vicepresidente del consiglio regionale della Calabria; incriminato come mandante dell’omicidio, è risultato essere Alessandro Marcianò insieme al figlio, collega di lavoro sia di Francesco Fortugno sia della consorte della vittima, Maria Grazia Laganà, Vice Direttore Sanitario e responsabile del personale nella Asl 9 di Locri, fatta oggetto a sua volta di varie minacce di morte; nel corso del 2006 viene deciso lo scioglimento e commissariamento della Asl 9 di Locri per infiltrazioni mafiose; nel frattempo il Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, titolare della indagine sull’omicidio Fortugno, ha accettato un nuovo incarico che lo vede vicedirettore dell’Ufficio legislativo del Ministero della giustizia; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8062 AI RESOCONTI il trasferimento non è stato certamente privo di conseguenza per le strutture giudiziarie di Reggio Calabria e di Locri, afflitte da gravi carenze di organico che ne impediscono il pieno funzionamento ed oggetto di richieste di chiarezza e di ispezioni; nel frattempo mancano risposte all’omicidio, alla diffusa illegalità, alle connivenze mafiose all’interno della stessa Asl accertate da un documento ufficiale inspiegabilmente tenuto segreto; nello scorso mese di luglio, la trasmissione televisiva « W l’Italia diretta » di Riccardo Iacona è tornata ad occuparsi dell’omicidio Fortugno, mettendo in risalto la difficoltà delle indagini e i troppi misteri ancora irrisolti, legati alle infiltrazioni stratificate della criminalità organizzata nella regione Calabria; la procura di Catanzaro, dopo aver aperto un’inchiesta parallela che vede coinvolta la politica nazionale per un presunto utilizzo distorto di fondi pubblici, è stata recentemente oggetto di una ispezione ministeriale –: quali iniziative il Ministro intenda adottare per sopperire alle gravi carenze di organico e strutturali esistenti presso le strutture giudiziarie di Reggio Calabria e di Locri e garantire che le indagini proseguano ad ogni livello ed in ogni direzione; quali siano le risultanze della indagine ministeriale disposta lo scorso mese di luglio presso la Procura di Catanzaro. (4-04888) PAOLO RUSSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: l’organico di Polizia Penitenziaria previsto per la Casa Circondariale di Palmi, come da decreto del 2001 è di 121 unità, stilato sulla presenza XI della popolazione detenuta che all’epoca era di circa 120 detenuti; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 dall’ultima relazione del Comandante di Reparto, risulta che ad oggi nonostante la popolazione carceraria sia lievitata a circa 220 detenuti l’organico di Polizia Penitenziaria, in controtendenza con l’aumento dei predetti sia attualmente di circa 172 unità di cui 50 in distacco presso altre sedi, 8 in missione e 4 allievi ufficiali; tale situazione, nell’ultimo periodo, è anche degenerata poiché, per poter assicurare i livelli minimi di sicurezza dell’istituto, il personale ha dovuto effettuare turni di 12 ore continuativi e sono stati addirittura richiamati in servizio delle unità che si trovavano in congedo ordinario; la cosa è ancor più grave se si considera che per la tipologia di detenuti reclusi (elevato indice di sorveglianza, alta e media sicurezza) presso la Casa Circondariale predetta sia arrivati, addirittura, ad impiegare nel turno pomeridiano solo 6 unità sulle 18 previste e nel turno notturno 5 sulle 12 previste; tale condizione è stata più volte denunciata e portata all’attenzione del Ministro interrogato, del Sottosegretario alla giustizia e di altre alte Autorità dalla Confederazione Lavoratori Polizia Penitenziaria senza sortire ancora alcun esito –: quali iniziative intenda assumere nell’immediato al fine di garantire all’istituto i livelli minimi di sicurezza previsti dalla legge; quali provvedimenti ulteriori intenda assumere affinché sia rispettata la dignità del personale di polizia penitenziaria che con spirito di sacrificio ed abnegazione sta sacrificando la propria vita personale al di là di ogni obbligo contrattuale e per fare sentire agli stessi la Pubblica Amministrazione non distante e poco presente alle continue istanze che si levano dall’istituto. (4-04905) CARUSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: in data 1o aprile 2004 sono stati tratti in arresto in Italia due esuli turchi presunti Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8063 AI RESOCONTI membri dell’organizzazione DHKP-C, Avni Er e Zeynep Kilic durante un’operazione repressiva di dimensioni internazionali organizzata dalle Autorità turche in collaborazione con le Autorità di vari Stati europei che ha portato all’incriminazione di 82 persone nella sola Turchia e altre 59 tra Germania, Olanda, Belgio e Italia; il 20 dicembre 2006 si è concluso a Perugia il processo di primo grado, che ha visto gli esuli turchi condannati rispettivamente a 7 e 5 anni di carcere, a causa del loro lavoro di contro-informazione sulla politica repressiva dello Stato turco, in particolar modo sulle condizioni drammatiche di vita dei prigionieri politici rinchiusi nelle carceri turche di tipo-F; si fa presente che gli altri inquisiti nella medesima inchiesta in Europa sono stati tutti rilasciati e altrettanto è avvenuto in Turchia; mentre il 7 maggio Clemente Mastella, Ministro di giustizia ha firmato l’estradizione verso la Germania di Zeynep, ed è di giugno la richiesta di estradizione per Avni avanzata direttamente dalle autorità turche; le Autorità turche accusano Avni Er per la contestazione portata nel 2000 al ministro degli esteri turco in visita al Parlamento europeo a Bruxelles, contestazione in cui vennero mostrate le foto dell’assalto militare del 1999 al carcere di Ankara nel corso del quale 10 prigionieri politici vennero torturati a morte; in 7 anni di proteste estreme contro l’isolamento carcerario portate avanti con l’unica arma a loro disposizione, cioè lo sciopero della fame, nelle carceri turche sono morti 122 detenuti mentre più di 600 sono rimasti invalidi a vita; il timore per Avni Er e Zeynep Kilic è che al loro arrivo in Turchia essi vengano immediatamente incarcerati e torturati. Avni Er e Zeynep Kilic non possono essere consegnati alla Turchia, paese in cui essi rischiano la vita; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 secondo le indicazioni di Amnesty International e di tutte le organizzazioni internazionali sui diritti umani ancor oggi nelle carceri turche viene usata sistematicamente la tortura e lo stupro: durante il periodo di detenzione senza alcun contatto con l’esterno, polizia e gendarmeria praticano nei confronti dei detenuti ogni tipo di violenza, con anche elettroshock a genitali e seni; difatti il processo di democratizzazione dello Stato turco va formalmente avanti, nonostante, nella realtà, i diritti umani e le elementari regole di democrazia siano violate sistematicamente; anche nei rapporti recenti di Amnesty International sulla Turchia si sottolinea come siano « continuate a pervenire segnalazioni di tortura, che hanno evidenziato il crescente impiego di metodi che non lasciano segni visibili sul corpo. I detenuti hanno continuato ad essere sottoposti a trattamenti quali scosse elettriche, sospensione per le braccia e la falaka (percosse sotto la pianta dei piedi). Altri metodi di tortura e di maltrattamenti regolarmente segnalati comprendono gravi percosse, abusi sessuali, l’essere colpiti con violenti getti d’acqua fredda pressurizzata, l’essere denudati durante gli interrogatori, minacce di morte e di stupro, altre torture psicologiche, privazione del sonno, del cibo, di qualsiasi bevanda e la proibizione ad usare i servizi igienici. Secondo i rapporti, le donne e le ragazze arrestate hanno subito frequentemente stupri e abusi di tipo sessuale »; il rapporto di Amnesty del 2003 segnala ad esempio la vicenda di « Hamdiye Aslan: donna circa di 37 anni madre di cinque figli, fermata a marzo a Mardin, nella provincia di Kýzýltepe e trattenuta per due giorni presso la sezione antiterrorismo della polizia di Mardin. Secondo quanto riferito, la donna è stata spogliata e sodomizzata con un manganello, bendata e minacciata, schernita quando ha supplicato i suoi torturatori. Hamdiye Aslan è stata trattenuta nella prigione di Mardin per quasi tre mesi fino al mo- Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8064 AI RESOCONTI mento del rilascio in attesa del processo. I referti medici hanno confermato le sue denunce di tortura. Il procuratore di Mardin ha aperto un’indagine su cinque agenti di polizia accusati di averla torturata, mentre l’Ordine dei medici turco ha aperto una procedura contro due medici che avevano precedentemente dichiarato che la donna non era stata torturata »; nel medesimo rapporto si segnalano altre decine di casi, come ad esempio le torture subite da « Tekin Demir arrestato insieme al figlio, tenuto bendato, denudato, per diversi giorni ha ricevuto scosse elettriche, è stato colpito con getti d’acqua fredda, percosso e minacciato, gli sono stati strappati i capelli e i baffi, le dita sono state ustionate con acqua bollente, le mani fratturate con gli stivali mentre giaceva sul pavimento »; i rapporti inoltre evidenziano come « le vittime di tortura che hanno tentato di portare le loro denunce in tribunale hanno continuato ad incontrare grossi ostacoli. Poiché i detenuti erano frequentemente bendati, non era possibile identificare i torturatori. Spesso i referti medici che provavano l’avvenuta tortura sono stati distrutti e i medici che hanno documentato la tortura sono stati minacciati. L’intimidazione delle vittime e dei testimoni e un clima generalizzato di timore hanno anche contribuito a mantenere l’impunità, cosı̀ come ha fatto la riluttanza dei procuratori ad indagare sul comportamento dei membri delle forze di sicurezza »; l’isolamento nelle prigioni di massima sicurezza ha continuato ad essere oggetto di forte critica da parte delle organizzazioni internazionali in difesa dei diritti umani: le autorità turche infatti hanno proseguito nella costruzione di ulteriori penitenziari di tipo F e ad aggiungere, alle carceri già costruite, nuove sezioni in cui i dormitori sono stati sostituiti con piccole celle. Migliaia di reclusi nelle prigioni di tipo F subiscono uno stato di detenzione crudele, tenuti in isolamento prolungato o in isolamento a piccoli gruppi, trattamenti che possono configu- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 rarsi come inumani o degradanti, che disattendono sistematicamente le raccomandazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura; gli scioperi della fame contro le carceri di tipo F sono continuati e nel corso dell’anno hanno causato la morte di altre decine di detenuti. Sono giunte diverse segnalazioni circa i maltrattamenti subiti dai detenuti all’interno delle prigioni di tipo F, ma si sono rivelate difficili da verificare a causa dell’accesso limitato a tali strutture. Sotto la scure della censura è finita finanche l’ex presidente della commissione parlamentare sui diritti umani, Sema Piskinsut, rimossa dall’incarico non appena ha dichiarato che la tortura in Turchia è pratica sistematica: Piskinsut ha anche scritto un libro sulla tortura, per il quale ha subito l’incriminazione da parte del tribunale per la sicurezza dello stato; più in generale sono centinaia i rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani, partiti politici e sindacati che per aver denunciato le condizioni drammatiche di vita nelle prigioni di tipo F sono stati incriminati secondo l’articolo 169 del codice penale per complicità con organizzazioni armate illegali; anche gli arresti di Avni Er e Zeynep Kilic rientrano in questa casistica, tant’è che gli arresti e le perquisizioni si sono svolte esclusivamente nelle sedi rappresentative di associazioni democratiche ed il materiale sequestrato come prova della loro presunta attività eversiva sono nella maggior parte dei casi, semplici dossier, volantini e materiale informativo sulle condizioni di vita nelle prigioni di tipo F; fra i vari aspetti segnalati nel rapporto della Commissione europea sulla Turchia, emerge l’ancora preoccupante influenza dei militari nella società civile e nella politica, e i « casi di tortura fuori dai centri di detenzione », le « violazioni dei diritti umani nel sud-est curdo », i casi di « impunità » di « maltrattamenti da parte delle guardie carcerarie » e « l’applicazione troppo estesa dell’isolamento per i prigionieri »; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8065 AI RESOCONTI per questi motivi, l’estradizione di Avni Er e Zeynep Kilic verso la Turchia, sarebbe ancor più grave sapendo che questo paese pratica nelle sue carceri la tortura e l’isolamento; si ricorda che violano il diritto internazionale non soltanto i Paesi che ricorrono a tortura e maltrattamenti, ma anche i governi che rimpatriano persone ben conoscendo il rischio di tortura cui esse vengono cosı̀ esposte; Louise Arbour, alto commissario dell’ONU per i diritti umani, ha inoltre dichiarato, nel maggio 2006, di ritenere che le eventuali garanzie diplomatiche non possano costituire una protezione efficace contro la tortura e i maltrattamenti, cosı̀ come Thomas Hammarberg, commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani, ha rilevato, nel giugno 2006, che le garanzie diplomatiche non sono credibili e non si sono dimostrate efficaci in merito ad un caso analogo di rifugiati politici turchi per i quali il Belgio ha rifiutato di concedere l’estradizione –: se non ritenga il ministro opportuno attenersi per i casi di Avni Er e Zeynep Kilic al dispositivo di diritto comunitario e internazionale per il quale l’estradizione non può essere autorizzata se vi è un pericolo concreto di violare una norma imperativa del diritto internazionale pubblico, quale il divieto della tortura o di altre pene e trattamenti disumani e degradanti. (4-04907) * * * INTERNO Interpellanza: I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’interno, per sapere – premesso che: il Comune di Scicli, in provincia di Ragusa, ha ospitato per anni nel suo territorio una discarica comprensoriale Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 presso la quale hanno conferito i propri rifiuti, oltre allo stesso, i limitrofi comuni di Modica, Ispica e Pozzallo; detta discarica comprensoriale ha ospitato i rifiuti di un comprensorio che per popolazione supera di quattro volte quella dei residenti; non senza incomprensioni e critiche da parte dei cittadini di Scicli le rappresentanze dell’Ente hanno sempre assunto un comportamento responsabile e rispettoso dei preminenti interessi generali evitando i conflitti che fra gli Enti Pubblici sono nel tempo insorti per il rifiuto opposto dai comuni limitrofi di trovare nel territorio del comprensorio altre soluzioni stante le dimensioni ridotte della discarica di Scicli; il disagio sopportato nel corso di questi anni dalla comunità di Scicli è stato enorme: di tipo ambientale; di ordine sanitario insistendo la discarica a un chilometro dal centro urbano della città; di ordine economico e finanziario, avendo accumulato il Comune, in qualità di ente gestore, un credito di oltre 11 milioni, oltre le rivalutazioni di legge, da parte degli altri comuni conferitori, mettendo l’Ente in grave condizione economica finanziaria; tutto ciò ha determinato un crescendo di proteste e di insofferenza tra la popolazione; lo scorso mese di giugno la discarica comprensoriale si è esaurita e, d’intesa con la Prefettura, i comuni di Modica, Ispica e Pozzallo (non quello di Scicli, a cui è stato consentito di continuare ad utilizzare tale impianto) hanno fatto convergere i loro rifiuti nella vicina e più capiente discarica di Vittoria; il 30 giugno 2007 si conviene tra l’ATO di Ragusa, i comuni interessati e la Prefettura di realizzare una nuova piccola vasca all’interno della discarica di Scicli da utilizzare insieme previo il rispetto di condizioni che ad oggi non sono state rispettate; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8066 AI RESOCONTI il Consiglio Comunale aperto ai cittadini, tenuto il giorno 9 luglio 2007, ha chiesto al Sindaco, alla Provincia Regionale di Ragusa ed al Presidente dell’ATO che nessun comune, oltre a quello di Scicli, utilizzi la discarica di Scicli; l’amministrazione comunale, facendo proprie le istanze del Consiglio Comunale stesso, delle forze politiche e delle associazioni, si è dichiarata disponibile ad assumere per intero il carico economico necessario alla realizzazione dell’ampliamento; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 ciò si configura – a giudizio degli interpellanti – come un comportamento repressivo e irrispettoso del diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero –: quale sia il giudizio del Ministro interpellato sui fatti in parola; se il Ministro interpellato non intraveda, nell’accaduto, un atteggiamento, da parte della prefettura di Ragusa, gravemente lesivo dei diritti della comunità ed irrispettoso della comunità e delle Istituzioni di Scicli. tuttavia, a distanza di pochi mesi, né lo stato di agitazione della cittadinanza né la convocazione di un consiglio comunale aperto al pubblico sono serviti a concretizzare tale inclinazione; (2-00733) l’11 settembre 2007 diverse associazioni e forze politiche e sociali hanno dunque deciso di realizzare un presidio democratico presso la discarica di San Biagio e di impedire l’arrivo dei camion provenienti da Modica, Ispica e Pozzallo; CASTIELLO e NESPOLI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: il libero accesso della cittadinanza al sito è stato ostacolato con un posto di blocco della Polizia, che ha fermato diverse macchine di manifestanti, chiedendo a ciascuno di essi dove stesse andando, per quale scopo e quale ruolo ricoprisse; in tale circostanza è stato a più persone imposto di lasciare la macchina in prossimità del posto di blocco e di proseguire a piedi – al fine di raggiungere il sito in questione – per quattro chilometri; davanti ai cancelli della discarica, a dispetto di una presenza di manifestanti non superiore alle quaranta unità, era presente un dispiegamento di oltre cento unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri; una cosı̀ consistente mobilitazione di Forze dell’ordine appare, a giudizio degli interpellanti, spropositata ed ha nei fatti impedito il libero accesso al sito da parte di tutti coloro che volevano aderire al presidio; « Burgio, Cacciari, Rocchi ». Acerbo, Interrogazione a risposta orale: a tutti i militari volontari in ferma breve i quali abbiano portato a compimento i tre anni di servizio senza note di demerito viene da sempre garantito l’incorpamento nelle Forze di Polizia nonché nel Corpo nazionale dei « Vigili del Fuoco »; il Corpo nazionale dei « Vigili del Fuoco », a causa delle dotazioni organiche inadeguate e sottodimensionate, ha recentemente richiesto al Ministero della difesa oltre alle unità vincitori di concorso anche l’incorpamento di quelli, sebbene non vincitori, ma comunque ritenuti idonei; le leggi vigenti prevedono che il 40 per cento delle assunzioni vengano riservate al personale proveniente dai Volontari in carriera militare; la Legge Finanziaria ha previsto l’assunzione, per le dotazioni organiche dei Vigili del Fuoco, di 600 unità; allo scopo, si è inizialmente provveduto a scorrere le quattro graduatorie concorsuali attualmente vigenti senza tener in alcun modo conto della riserva del 40 per cento precedentemente menzionata; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8067 AI RESOCONTI ai fini delle assunzioni non sono stati considerati le 88 unità V.f.b. del « 5o Concorso – 3o Bando » finanché già sottoposti alla visita medica finale come previsto dall’articolo 10, comma 3, decreto del Presidente della Repubblica n. 332 del 1997; agli inizi di luglio corrente anno si è avuta notizia che le 600 assunzioni avrebbero compreso sia una percentuale uguale di concorrenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi già espletati, sia i primi 52 classificati V.f.b. del « 5o Concorso –3o Bando »; pare che il contingente di assunzioni sia stato elevato, a corso già iniziato, a 652 unità complessive ma, di questo numero, non ne facciano parte gli ulteriori 36 V.f.b. del « 5o Concorso – 3o Bando »; gli stessi, alla pari degli altri 52 classificati, hanno comunque prestato servizio, per 3 anni, lontano dalle rispettive famiglie assolvendo a ruoli e funzioni delicate nonché pericolose; a fine luglio è stato firmato il Decreto di Stabilizzazione del precariato (Vigili Discontinui) da parte del Ministro dell’interno; per la fine del 2007 saranno circa 3.000 i pensionamenti previsti per il personale operativo –: quali celeri iniziative il Governo intenda adottare al fine di rivalutare la posizione delle ulteriori 36 Unità V.f.b. del « 5o Concorso – 3o Bando » stranamente escluse dal Corso attualmente in atto, sebbene dichiarati precedentemente idonei e già sottoposti a visita medica, tanto da giungere, al pari dei 52 già avviati, anche alla loro effettiva e definitiva incorporazione. (3-01239) Interrogazioni a risposta scritta: GIORGIO CONTE. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: la città di Vicenza, come noto, è interessata dal progetto di ampliamento Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 della presenza di truppe statunitensi, per cui è prevista la realizzazione di una nuova base in una parte del sedime aeroportuale militare « Dal Molin »; la città è oramai quotidianamente interessata da pesanti azioni di disturbo e di contestazione, con ripercussioni sul piano della serena e civile convivenza e della sicurezza dei cittadini; le cronache hanno riportato diversi episodi di intimidazioni e di minacce a esponenti degli stessi movimenti e ad amministratori e rappresentanti politici; le preposte autorità di Pubblica sicurezza hanno sempre, con un’accondiscendenza che appare oramai eccessiva agli occhi dell’opinione pubblica, autorizzato ogni forma di manifestazione e di dissenso, anche quando queste interferivano con attività e iniziative proprie della città e della comunità vicentina; nella settimana dal 7 al 15 settembre 2007 Vicenza è stata interessata da varie manifestazioni di contestazione promosse dal fronte del « NO DAL MOLIN », culminate con l’irruzione di un gruppo di manifestanti all’interno dell’area militare dell’aeroporto; in occasione di tale manifestazione il Questore di Vicenza ha voluto trattare con i manifestanti, tra cui molti esponenti dell’area dei cosiddetti centri sociali del Nord Est, e di fronte alla minaccia del taglio della recinzione militare con cesoie, ha autorizzato l’ingresso nell’area aeroportuale di un certo numero di manifestanti muniti di attrezzi agricoli al fine di piantumare simbolicamente alcuni alberi; nella stessa circostanza il Questore ha offerto la mano in segno di saluto al leader dei centri sociali del Nord-Est Luca Casarini, il quale si è rifiutato di ricambiarlo; il gesto del Questore, ancorché di buona educazione, è stato rivolto a chi è noto alle cronache e alla magistratura per gravi atti di devastazione, turbative e offese all’ordine pubblico, ponendo quindi, ad avviso dell’interrogante, l’autorevolezza e la dignità delle istituzioni in condizioni di sudditanza e imbarazzo –: Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8068 AI RESOCONTI come il Ministro dell’interno giudichi l’episodio particolare e più in generale l’operato del Questore di Vicenza, definito oramai anche dagli organi di stampa « amico dei movimenti », sulle vicende legate all’ampliamento della base e alle manifestazioni intimidatorie, di disobbedienza e di protesta ad esso collegate; quali iniziative intenda intraprendere il Ministro dell’interno per garantire una oggettiva valutazione della situazione dell’ordine pubblico nella città di Vicenza; se il Ministro dell’interno intenda provvedere al potenziamento degli organici delle forze di Polizia, in modo particolare la DIGOS del capoluogo berico, sempre più interessato da fenomeni di protesta di chiara matrice eversiva. (4-04874) ANGELA NAPOLI. — Al Ministro dell’interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: in Calabria non esistono oasi immuni dalla presenza della criminalità organizzata e che non necessitino, quindi, di uomini e mezzi impegnati al relativo contrasto; le relazioni antimafia e le numerose inchieste, tra le quali « Galassia » ed altre recenti, hanno evidenziato la pericolosità delle cosche della ’ndrangheta del territorio cirotano (Crotone), le quali, peraltro, hanno dimostrato di riuscire anche a penetrare nelle locali Istituzioni pubbliche; il 6 agosto 2007 è stato ucciso Vincenzo Pirillo, ritenuto dagli inquirenti elemento di primo piano del « locale » di Cirò, retta dal clan Farao Marincola che ha la supremazia in quel territorio; l’agguato, di chiaro stampo mafioso, di Vincenzo Pirillo, è avvenuto ad opera di due sicari, in un ristorante nel pieno centro di Cirò Marina, dove il presunto boss si trovava a pranzo con familiari ed amici; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 nell’agguato sono rimaste ferite altre sei persone, tra le quali una bambina di 11 anni; non è la prima volta che la guerra tra cosche della ’ndrangheta fa scorrere fiumi di sangue nel territorio crotonese; non v’è dubbio che le cosche mafiose del crotonese sono organizzate « militarmente » il che le rende capaci ad esercitare sul territorio qualsiasi tipo di pressione, creando nello stesso una vera « emergenza sicurezza »; occorre ricordare anche che sono stati oggetto di atti intimidatori numerosi rappresentanti delle Istituzioni nonché proprietari di alcune società imprenditoriali che risiedono nel territorio crotonese; l’interrogante ha, altresı̀, già segnalato l’insufficienza dell’organico della DDA di Catanzaro, alla luce della competenza della stessa sui territori di ben quattro province calabresi, tra le quali anche quella di Crotone; a fronte di quanto sopra all’interrogante sembra che ci sia una sottovalutazione della potenzialità della ’ndrangheta e di tutte le sue collusioni nell’intera provincia di Crotone –: quali urgenti iniziative intendano attuare, per le parti di competenza, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini che vivono a Crotone e provincia e al fine di garantire l’attività di contrasto alle cosche della ’ndrangheta di quel territorio. (4-04882) AMORUSO. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: la sera del 17 settembre a Bisceglie c’è stato un attentato a colpi di pistola contro un commerciante, rimasto gravemente ferito ai fianchi e alle braccia e salvato in extremis dal pronto intervento di alcuni passanti; l’episodio ha causato nella cittadinanza biscegliese un rinnovato e grave senso di preoccupazione in una città che Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8069 AI RESOCONTI sta conoscendo una preoccupante escalation di episodi criminosi, da tre sparatorie nel mese di luglio a un violento tentativo di rapina a danno di una inerme casalinga nel mese di settembre; l’emergenza a Bisceglie si inserisce in quadro locale più complessivo che vede anche gli altri maggiori centri del nord barese (Barletta, Andria e Trani) assistere a gravi fatti criminali –: quali siano le cause di questa preoccupante recrudescenza criminale, con specifica attenzione alla realtà di Bisceglie, nel Nord Barese e quali urgenti iniziative intenda intraprendere per combattere il fenomeno. (4-04896) OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: nei giorni scorsi in Sicilia sono stati compiuti gravissimi atti intimidatori nei confronti di esponenti del mondo imprenditoriale; in particolare si è registrata una escalation di attentati legati al racket delle estorsioni considerato che Andrea Vecchio, presidente dell’Associazione nazionale costruttori di Catania, ha subito quattro attentati in soli quattro giorni, che a Marco Venturi, presidente della Camera di commercio di Caltanissetta, è stata recapitata una busta contenente pallottole e che a Giuseppe Catanzaro, presidente di Confindustria di Agrigento, è stato dato alle fiamme l’impianto di trattamento rifiuti di cui è titolare; accanto ai pochi imprenditori che con coraggio si ribellano al racket rischiando la propria vita e quella dei propri cari, molti altri, la maggior parte, sono costretti a cedere al ricatto della criminalità per non mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella delle loro famiglie –: quali misure il Governo intenda intraprendere al fine di garantire che gli Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 imprenditori in Sicilia possano esercitare la loro attività liberamente e proficuamente; quali ulteriori e immediati strumenti il Ministro interrogato abbia intenzione di mettere in atto per fronteggiare l’emergenza legata al racket delle estorsioni. (4-04902) * * * LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE Interrogazioni a risposta in Commissione: AURISICCHIO, SCOTTO e BUFFO. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: negli stabilimenti delle aziende Imeva e Galvacenter di Benevento, che operano nel settore metalmeccanico per la produzione e zincatura dei manufatti ferrosi per le barriere stradali, è in atto da tempo una dura vertenza in merito al mancato rispetto della normativa in materia di sicurezza ed inquadramento del personale, che ha indotto le organizzazioni sindacali ad effettuare numerose pubbliche denunce ed a richiedere l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro e di tutte le autorità competenti per garantire il rispetto dei diritti e della salute dei lavoratori; con nota del 2 marzo 2007 l’Assessore al lavoro della Regione Campania rivolgeva alle Direzioni Regionale e Provinciale del lavoro la sollecitazione a svolgere presso gli stabilimenti una verifica ispettiva e a riferire circa i provvedimenti adottati; analoga richiesta di notizie ed informazioni veniva rivolta il 27 marzo 2007 dalla Sottosegretaria di Stato Rosa Rinaldi alla Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del lavoro e della previdenza sociale; tale nota veniva riscontrata dalla Direzione Generale per l’Attività Ispettiva in Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8070 AI RESOCONTI data 14 maggio 2007 comunicando quanto segue: « l’Imeva spa, che occupa 120 unità operative, ha rilevato in toto la ditta Galvacenter srl. L’Imeva spa ha stipulato, ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276, con la Cooperativa Beneventana Lavoro scarl, un contratto di appalto ″ per la gestione di parte del proprio magazzino di articoli grezzi in stoccaggio su piazzale esterno in vista del trattamento di zincatura, ovvero il prelievo dei colli, movimentazione e sospensione degli articoli grezzi alle postazioni di carico ″ per la sola fascia oraria dalle 14,00 alle 22,00. Gli ordini di carico del materiale grezzo vengono impartiti, ad inizio turno, direttamente dall’Imeva, senza alcun intervento in merito all’organizzazione del servizio della Cooperativa Beneventana. Per questi motivi la Direzione Provinciale del Lavoro di Benevento, ritenendo che l’appalto tra l’Imeva e la suddetta Cooperativa sia stato stipulato senza il rispetto dei requisiti di cui all’articolo 29 del decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276, ha inviato apposita informativa alla locale Procura della Repubblica, seguendo la procedura stabilita dall’articolo 15 del decreto legisislativo del 23 aprile 2004, n. 124, per l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge »; successivamente l’Imeva spa per il tramite della Confindustria di Benevento ha fatto sapere alla RSU aziendale ed alle organizzazioni sindacali provinciali di essere pronta a proseguire la trattativa « essendo cessato il comportamento illecito mediante l’annullamento del contratto di appalto con la Cooperativa Beneventana Lavoro » e « avendo provveduto a stipulare un nuovo contratto di appalto che prevede l’affidamento di tutte le operazioni di carico per ciascun turno lavorativo in capo alla Cooperativa » (per l’intero periodo lavorativo nei due turni dalle 6,00 alle 14,00 e dalle 14,00 alle 22,00) come certificato dal verbale di ottemperanza redatto a seguito di nuova visita ispettiva da parte del S.I.L. provinciale; risulta tuttavia agli interroganti che permane la presenza nel processo produt- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 tivo di lavoratori risultanti formalmente alle dipendenze della Cooperativa Beneventana Lavoro ma di fatto inseriti stabilmente nella organizzazione produttiva, professionale e del lavoro della Imeva spa e nei turni lavorativi stabiliti dalla stessa Imeva, posti sotto il controllo e la direzione dei dirigenti della Imeva, unitamente (e nella stessa filiera produttiva) ai lavoratori dipendenti Imeva. Per di più questa situazione risulta adesso estesa all’intero periodo lavorativo, dalle 6,00 alle 22,00. D’altra parte non potrebbe essere altrimenti per la semplice ragione che la filiera tecnico-produttiva-organizzativa è unica e non scindibile per distinte ed autonome operazioni; il meccanismo sopra illustrato produce però l’effetto di non garantire ai lavoratori il dovuto trattamento economico retributivo e contributivo, di escludere gli stessi dalla contrattazione di II livello e dalla possibilità di usufruire degli istituti migliorativi disciplinati, nonché dalla « tutela reale » in quanto si è fatto in modo che i dipendenti della Cooperativa Beneventana Lavoro non superassero il numero di 15 unità –: quali iniziative intenda assumere per tutelare i diritti e la sicurezza dei lavoratori che operano all’interno dell’azienda Imeva spa di Benevento; se non ritenga necessario, in considerazione delle risultanze divergenti delle verifiche ispettive finora operate sul luogo di lavoro, di disporre ulteriori e mirati sopralluoghi ispettivi direttamente ad opera della Direzione Generale per l’Attività Ispettiva. (5-01490) BURGIO. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: molti infermieri che lavorano nell’amministrazione penitenziaria siciliana vivono da anni in condizioni di disagio e precariato; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8071 AI RESOCONTI a titolo di esempio può citarsi la vicenda dai signori Salvatore Frascianella e Sandra Sciandrone che, dal 1989 svolgono la professione di infermieri a parcella presso la Casa di Reclusione di San Cataldo (Caltanissetta); nel corso degli anni le ore di lavoro contrattualmente stabilite sono state progressivamente ridotte fino a giungere ad un minimo di cinque ore giornaliere, senza diritto a ferie, malattia, maternità, tredicesima né trattamento di fine rapporto mentre solo da pochi anni è loro riconosciuto il 2 per cento sul 12 per cento da versare alla cassa previdenziale; l’attività svolta prevede che la presenza in servizio venga rilevata con timbratura del cartellino tramite orologio segnatempo e che i turni siano regolati tramite ordine di servizio della direzione; tuttavia il rapporto di lavoro, inizialmente stipulato nella forma di contratto di collaborazione, coordinata e continuativa si è trasformato, con l’istituzione dell’ordine professionale degli infermieri, in un rapporto libero professionale; il decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230 (« riordino della medicina penitenziaria a norma dell’articolo 5 della legge 30 novembre 1998 n. 419) ha sancito il passaggio di competenza della medicina penitenziaria alle USL, lasciando prevedere la possibilità che coloro i quali fossero stati assunti fuori ruolo, vivendo in condizioni di disagio analoghe a quelle descritte, potessero finalmente essere assunti in ruolo –: quali urgenti iniziative intenda assumere, in relazione a quanto descritto in premessa, per assicurare il superamento delle situazioni di precariato sopra esemplificate eventualmente destinando le opportune risorse per la stipula di contratti a tempo indeterminato tali da garantire tutti i diritti minimi tradizionalmente riservati ai lavoratori dipendenti. (5-01491) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 Interrogazione a risposta scritta: LAMORTE. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: in data 25 maggio 2007, si è svolta, presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, una riunione fra il Presidente del Comitato di Coordinamento Istituzionale per le Politiche del Lavoro, dottor Giannino Romaniello, e il Sottosegretario di Stato, dottoressa Rosa Rinaldi, al fine di affrontare e risolvere l’annoso problema del riconoscimento dei contributi figurativi per i cosiddetti « lavoratori socialmente utili auto finanziati »; sulla base di quanto concordato nel corso della predetta riunione, si sarebbe convenuto di riconoscere il diritto degli LSU autofinanziati ad avere pari trattamento rispetto agli LSU « storici », giacché non si può incidere, negativamente, su posizioni giuridiche già acquisite; il problema dei mancati versamenti dei contributi figurativi ai lavoratori socialmente utili, impegnati dagli enti locali in progetti autofinanziati, è stato più volte posto all’attenzione delle amministrazioni interessate, quali la Regione, l’INPS e il Ministero del lavoro e della previdenza sociale; il comma 9 dell’articolo 7 della legge 23 luglio 1991, n. 223, sancisce che i lavoratori socialmente utili, senza alcuna distinzione di tipologia, hanno diritto all’acquisizione dei requisiti assicurativi, necessari per maturare il diritto al pensionamento; tale diritto non è ancora riconosciuto ai circa 600 lavoratori impegnati nelle attività socialmente utili a carico degli enti (confronta articolo 11, comma 4, decreto legislativo n. 468 del 1997); in ambito regionale, sono presenti numerosi lavoratori che, avendo raggiunto i limiti di età pensionabile, sono in attesa del riconoscimento dei requisiti che consentono di esercitare il diritto al pensionamento, cosı̀ come stabilito dal decreto legislativo n. 468 del 1997; Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8072 AI RESOCONTI occorre convocare un immediato tavolo di concertazione, al fine di favorire l’adozione di soluzioni normative in grado si sanare la posizione dei circa 600 LSU della Basilicata; ad avviso dell’interrogante, è inammissibile che istituzioni pubbliche vengano meno ad un dovere essenziale a tutela di una categoria di lavoratori che opera già in situazione di continua precarietà –: quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per sbloccare tale incresciosa situazione che umilia, oltremisura, una categoria di lavoratori già fortemente penalizzata. (4-04901) * * * PUBBLICA ISTRUZIONE Interrogazione a risposta orale: VOLONTÈ. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: secondo quanto pubblicato a pagina 18 dal quotidiano Il Giornale di giovedı̀ 20 settembre, risulterebbe distribuito in alcuni istituti scolastici del Nord un testo, scritto da un insegnante di Napoli, dal titolo inequivocabile: « Il Piccolo Ateo – anti catechismo per i giovani che non si vogliono fare fregare »; obiettivo dell’autore è quello di convertire all’ateismo le giovani generazioni utilizzando argomentazioni grossolane e brutali aggressioni alla tradizione cristiana –: quali siano gli istituti scolastici in cui è stato distribuito il manuale e se ritenga opportuno che nelle scuole, sia pure nell’ambito della loro autonomia, venga distribuito materiale quale quello descritto in premessa. (3-01241) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 Interrogazione a risposta in Commissione: GARAGNANI e STRADELLA. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: nei giorni scorsi i responsabili del Polo scolastico di Ovada, con lettera circolare, chiedono a tutte le famiglie di versare euro 7 per ogni alunno della scuola d’obbligo per il pagamento della polizza assicurativa infortuni e R.C.; la citata polizza è stata sottoscritta dalle autorità scolastiche senza alcuna consultazione con le famiglie e senza alcuna trasparenza sulla trattativa; l’onere assicurativo dovrebbe essere a carico dell’Ente scolastico trattandosi tra l’altro di scuola dell’obbligo; la richiesta non trova corrispondenza in altre aree della Provincia –: quali provvedimenti intenda assumere il Ministro per impedire che un nuovo balzello, frutto di fiscalità creativa ed ingiusta, gravi sulle famiglie degli scolari ovadesi. (5-01486) Interrogazioni a risposta scritta: PEDRIZZI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: nel 1977 con la legge 517 in Italia sono state eliminate le classi differenziali per studenti disabili; nell’ultima finanziaria, è stato eliminato il condizionamento del numero degli insegnanti di sostegno al numero degli studenti normodotati (fino all’anno scolastico 2006/2007 il numero degli insegnanti di sostegno per istituto doveva rispettare il rapporto 1:138); relativamente all’attribuzione dei posti di sostegno, la normativa vigente, cosı̀ come richiamata dalla Circolare Ministeriale n. 51 del 12 giugno 2007, attribuisce al Ministero della pubblica istruzione il potere di adeguare l’organico di diritto (il numero degli insegnanti di sostegno non può superare il rapporto 1:138) all’organico di fatto, corrispondente quest’ultimo Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8073 AI RESOCONTI alle effettive esigenze delle istituzioni scolastiche, il numero degli insegnanti di sostegno richiesto dalle scuole relativo al bisogno reale degli studenti disabili autorizzando perciò richieste di posti in deroga al rapporto 1:138, per aumentare il numero degli insegnanti di sostegno nelle scuole; la mancata attribuzione di tali posti in deroga di fatto cancella e nega il diritto fondamentale all’educazione e all’istruzione dei ragazzi disabili, diritto sancito dalla Costituzione e richiamato dalla legge 104 del 1992; negazione che equivale a isolamento per le fasce più deboli, ghettizzazione e premessa alla regressione umana, personale e sociale; nell’anno scolastico 2007/2008 a fronte di un aumento del 5 per cento (circa 10.000 alunni certificati in più) della popolazione scolastica con disabilità corrisponde una diminuzione di insegnanti di sostegno (5.000 insegnanti in meno) determinata esclusivamente dalla necessità di dover dar corso ad un’imposizione del Ministro dell’economia e delle finanze senza tener conto che la « necessità » e la « gravità » delle situazioni superano di fatto il vincolo squisitamente economico imposto e che il Ministro dell’economia e delle finanze si deve semplicemente adoperare per attuare quegli scostamenti che sono necessari per garantire il diritto allo studio agli alunni diversamente abili; nella scuola secondaria di secondo grado, l’alunno che usufruisce del rapporto 1:1 (un insegnante di sostegno per uno studente disabile) ha diritto a 18 ore settimanali di sostegno contro le 30-36 ore effettive di lezioni, ore che sono insufficienti specialmente per quegli alunni che seguono un piano di lavoro differenziato; in un’intervista, il vice Ministro della pubblica istruzione, Mariangela Bastico, ha affermato che ci sarà un insegnante di sostegno in più ogni due nuovi studenti disabili (significa che uno studente disabile deve avere l’insegnate di sostegno per 9 ore settimanali), attuando questo, non si considera più la persona con i Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 suoi bisogni, tutt’altro, le esigenze degli alunni disabili diventano secondarie, diventa invece basilare il fattore puramente numerico; gli insegnanti di sostegno sono figure professionali specializzate che in molte realtà territoriali rappresentano l’unica risorsa umana e culturale per favorire la crescita personale e sociale degli alunni diversamente abili; considerato che da diversi anni, in ordine alla definitiva attribuzione degli insegnanti di sostegno, si registrano purtroppo, da parte del Ministero e quindi degli Uffici Scolastici Regionali, operazioni di riduzioni del personale di sostegno creando l’incresciosa quanto paradossale situazione di dover portare avanti azioni di protesta e/o azioni giudiziali da parte delle famiglie per vedere garantito il diritto allo studio dei propri figli; nell’anno scolastico 2006/2007 nella sola provincia di Messina ci sono stati sei ricorsi di genitori alla Magistratura e cinque appelli del Ministero della pubblica istruzione; anche per l’anno scolastico 20072008, inopinatamente il Ministero della pubblica istruzione ha ridotto le assegnazioni dei posti in deroga, dopo averli autorizzati in base alla normativa richiamata in premessa; tale decisione risulta inaccettabile ove si consideri che le riduzioni in questione sono frutto di decisioni di carattere economico – finanziario e calpestano i principi generali già richiamati che sono determinanti per la crescita personale di ogni soggetto; il Ministro, con questa politica di tagli, acuisce le difficoltà delle famiglie dei minori disabili, che vedono le istituzioni come un nemico contro cui lottare e non un punto di riferimento in caso di bisogno e inoltre trasmette agli studenti « normodotati » il subdolo messaggio che il compagno di classe disabile è un peso per la collettività; alcune istituzioni scolastiche, non riuscendo ad avere le giuste ore di sostegno, stanno realizzando i laboratori H Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8074 AI RESOCONTI dove gli insegnati di sostegno raggruppano gli studenti con la programmazione differenziata, cosı̀ facendo, dopo trenta anni si riaprono le « vecchie classi differenziali » –: se intenda promuovere un intervento urgente affinché il Ministero della pubblica istruzione ripristini immediatamente le giuste e necessarie assegnazioni di posti di sostegno in tutte le province e affinché il numero delle ore di sostegno da assegnare agli alunni non sia vincolato a nessun tipo di parametro statistico ed economico ma sia affidato solo al gruppo di lavoro (neuropsichiatra, psicologo, assistente sociale, docenti) che opera all’interno di ogni singola scuola cosı̀ come stabilito dall’articolo 5 comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 e affinché venga eliminato il pasticcio, tutto italiano, dell’organico di diritto e l’organico di fatto. (4-04872) CECCUZZI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: la Costituzione italiana tutela e promuove il diritto all’istruzione di ogni ordine e grado; 79 bambini sono iscritti, per l’anno scolastico 2007-2008, presso la Scuola dell’Infanzia di San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena e facente parte dell’Istituto Scolastico Comprensivo di Montalcino; l’organico di diritto della scuola dell’infanzia di San Quirico d’Orcia risulta essere di due sezioni più un insegnante, per un totale complessivo di cinque insegnanti; le sezioni di tale scuola risultano composte rispettivamente da 26 alunni (sezione A), 27 alunni (sezione B) e 26 alunni (sezione C) per quanto riguarda l’orario antipomeridiano. Per ciò che concerne invece l’orario pomeridiano, a causa della mancanza di un insegnante, po- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 tranno essere attivate soltanto due sezioni e conseguentemente 23 bambini non potranno essere accolti; negli ultimi anni il comune di San Quirico d’Orcia è stato interessato da una costante crescita demografica. Nell’ultimo anno scolastico la locale Scuola dell’Infanzia ha registrato un incremento di richieste del 25 per cento; la popolazione di San Quirico d’Orcia è caratterizzata da un numero consistente di nuclei familiari provenienti dall’estero. 21 bambini, figli di immigrati e pari al 27 per cento degli iscritti totali, frequentano attualmente la Scuola dell’Infanzia. Una situazione che presenta inevitabilmente problematiche di integrazione, inserimento oltre a quelle di carattere linguistico e di apprendimento; le famiglie di San Quirico d’Orcia sono costrette a far fronte a disagi, legati soprattutto agli impegni lavorativi; l’amministrazione comunale di San Quirico ha perseguito, negli ultimi anni, politiche mirate per l’infanzia al fine di sviluppare ed implementare servizi in grado di rispondere ai bisogni ed alle esigenze delle famiglie; è in questo contesto che è stato istituito, nell’anno 2004, un servizio educativo domiciliare che accoglie bambini dai 12 ai 36 mesi; tale livello di politiche educative è ora seriamente compromesso stante la negazione per 23 bambini del diritto inviolabile di frequentare l’orario pomeridiano della Scuola dell’Infanzia, al pari di tutti gli altri alunni della propria comunità con una conseguente e grave interruzione della continuità educativa; i problemi di organico della Scuola dell’Infanzia (che non permettono di attivare una terza sezione per l’orario antipomeridiano e pomeridiano) risalgono ormai ad alcuni anni fa e sono sempre stati tempestivamente segnalati agli organi competenti (a partire dall’Ufficio scolastico della Regione Toscana); Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8075 AI RESOCONTI negli anni scorsi sono state attivate, per far fronte agli evidenti problemi di organico, soluzioni ed interventi temporanei che non sono riusciti a risolvere, in maniera definita, la suddetta questione; si è svolto martedı̀ 18 settembre, presso i locali della Scuola dell’Infanzia di San Quirico d’Orcia, il consiglio comunale straordinario sulle problematiche di organico ed al quale hanno preso parte numerosi cittadini; il consiglio comunale ha approvato un atto di indirizzo che dà mandato al sindaco di intraprendere tutte le iniziative per garantire che la Scuola dell’Infanzia possa assolvere pienamente al compito primario dell’educazione e della formazione dei bambini; in data 12 settembre 2007 il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Siena, dottor Luigi Sebastiani, ha inviato una nota alla direzione regionale scolastica per la Toscana affinché la stessa potesse prendere compiutamente in esame la problematica sollevata dal Comune di San Quirico e pertanto riconoscendo di fatto l’esistenza del problema –: quali provvedimenti urgenti, ed anche transitori, intenda intraprendere per assicurare che a tutti i bambini della Scuola dell’Infanzia di San Quirico d’Orcia venga data per l’anno 2007-2008; quali provvedimenti intenda intraprendere affinché nella Scuola dell’Infanzia di San Quirico d’Orcia vengano assicurate modalità organizzative permanenti per cui, a partire dall’anno scolastico 2008-2009, sia garantita a tutti i bambini del comune la possibilità di frequentare sia l’orario antipomeridiano che quello pomeridiano nel quadro delle rinnovate esigenze del tessuto demografico e sociale locale. (4-04873) GERMANÀ, LISI, CROSETTO, CARFAGNA, BERNARDO, DI CENTA, ROSSO, CAMPA, LUCIANO ROSSI, FLORESTA, DI CAGNO ABBRESCIA, TORTOLI, PELINO, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 FABBRI, ROMELE, BALDELLI, STAGNO D’ALCONTRES, MISURACA, NAN, LENNA, PONZO, LAZZARI, OSVALDO NAPOLI, APREA, VERRO, GIUDICE, FASOLINO, CECCACCI RUBINO, RAO, ROMAGNOLI, FEDELE, PAROLI, FRATTA PASINI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, PALUMBO, ZORZATO, MORMINO, MARRAS, VITALI, MINARDO, DRAGO, D’ALIA, BAIAMONTE, BOCCIARDO, MAZZARACCHIO, DI VIRGILIO, BERTOLINI, PICCHI, FALLICA, CESARO, STRADELLA, BRIGUGLIO, FRASSINETTI, BONO, CONSOLO, GAMBA, FOTI, PEDRIZZI, BRIGANDÌ, GOISIS, ALESSANDRI, BODEGA, LUPI, SANTELLI, GRIMALDI, RAVETTO e BRUSCO. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: nel 1977 con la legge 517 in Italia sono state eliminate le classi differenziali per studenti disabili; nell’ultima Finanziaria, saggiamente, è stato eliminato il condizionamento del numero degli insegnanti di sostegno al numero degli studenti normodotati (fino all’anno scolastico 2006-2007 il numero degli insegnanti di sostegno per istituto doveva rispettare il rapporto 1:138); relativamente all’attribuzione dei posti di sostegno, la normativa vigente, cosı̀ come richiamata dalla C.M n. 51 del 12 giugno 2007, attribuisce al Ministero della pubblica istruzione il potere di adeguare l’organico di diritto (il numero degli insegnanti di sostegno non può superare il rapporto 1:138) all’organico di fatto, corrispondente quest’ultimo alle effettive esigenze delle istituzioni scolastiche, il numero degli insegnanti di sostegno richiesto dalle scuole relativo al bisogno reale degli studenti disabili, autorizzando perciò richieste di posti in deroga al rapporto 1:138, per aumentare il numero degli insegnanti di sostegno nelle scuole; la mancata attribuzione di tali posti in deroga di fatto cancella e nega il diritto fondamentale all’educazione e all’istruzione dei ragazzi disabili, diritto sancito dalla Costituzione e richiamato dalla legge Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8076 AI RESOCONTI 104/92. Tutto ciò equivale ad un grave isolamento per le fasce più deboli, ghettizzazione e premessa alla regressione umana, personale e sociale; in quest’anno scolastico 2007-2008, a fronte di un aumento del 5 per cento (circa 10.000 alunni certificati in più) della popolazione scolastica con disabilità, corrisponde una diminuzione di insegnanti di sostegno (5.000 insegnanti in meno) determinata esclusivamente dalla necessità di dover dar corso ad un’imposizione del Ministro dell’economia, senza tener conto che la necessità e la gravità delle situazioni superano di fatto il vincolo squisitamente economico imposto e che il Ministro dell’economia si deve semplicemente adoperare per attuare quegli scostamenti che sono necessari per garantire il diritto allo studio agli alunni diversamente abili; nella scuola secondaria di secondo grado, l’alunno che usufruisce del rapporto 1 : 1 (un insegnante di sostegno per uno studente disabile) ha diritto a 18 ore settimanali di sostegno contro le 30-36 ore effettive di lezioni, ore che sono insufficienti specialmente per quegli alunni che seguono un piano di lavoro differenziato; in un’intervista, il vice ministro Bastico ha affermato che ci sarà un insegnante di sostegno in più ogni due nuovi studenti disabili (significa che uno studente disabile deve avere l’insegnante di sostegno per 9 ore settimanali). Tale situazione, però, ponendo una forte attenzione al fattore prettamente numerico, trascurerebbe la persona con i suoi bisogni, per cui le esigenze degli alunni disabili risulterebbero secondarie; gli insegnanti di sostegno sono figure professionali specializzate che, in molte realtà territoriali, rappresentano l’unica risorsa umana e culturale per favorire la crescita personale e sociale degli alunni diversamente abili; purtroppo, da diversi anni, in ordine alla definitiva attribuzione degli insegnanti di sostegno, si registrano, da parte del Ministero della pubblica istruzione e Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 quindi degli Uffici scolastici regionali, operazioni di riduzioni del personale di sostegno, creando l’incresciosa quanto paradossale situazione di dover portare avanti azioni di protesta e/o azioni giudiziali da parte delle famiglie per vedere garantito il diritto allo studio dei propri figli; nell’anno scolastico 2006-2007, ad esempio, nella sola provincia di Messina ci sono stati sei ricorsi da parte di genitori alla Magistratura e cinque appelli del Ministero della pubblica istruzione; anche per l’anno scolastico 20072008, inopinatamente il Ministero della pubblica istruzione ha ridotto le assegnazioni dei posti in deroga, dopo averli autorizzati in base alla normativa richiamata in premessa. Tale decisione risulta inaccettabile ove si consideri che le riduzioni in questione sono frutto di decisioni di carattere economico-finanziario e calpestano i princı̀pi generali già richiamati che sono determinanti per la crescita personale di ogni soggetto; il Ministro, attraverso questa politica di tagli, acuisce le difficoltà delle famiglie dei minori disabili, che vedono le istituzioni come un nemico contro cui lottare e non un punto di riferimento in caso di bisogno e inoltre trasmette agli studenti « normodotati » il subdolo messaggio che il compagno di classe disabile è un peso per la collettività; alcune istituzioni scolastiche, non riuscendo ad avere le giuste ore di sostegno, stanno realizzando i laboratori H dove gli insegnanti di sostegno raggruppano gli studenti con la programmazione differenziata, ritornando alle anacronistiche « classi differenziali » –: se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente ripristinare immediatamente le giuste e necessarie assegnazioni di posti di sostegno in tutte le province e che il numero delle ore di sostegno da assegnare agli alunni non sia vincolato a nessun tipo di parametro statistico ed economico ma sia affidato solo al gruppo di lavoro (neuropsichiatra, psicologo, assistente sociale, Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8077 AI RESOCONTI docenti) che opera all’interno di ogni singola scuola cosı̀ come stabilito dall’articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 e che venga eliminato il pasticcio, tutto italiano, dell’organico di diritto e l’organico di fatto. (4-04881) GALANTE e TRANFAGLIA. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: la legge Finanziaria del 27 dicembre 2006, numero 296, al comma 611 istituisce l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica ed al comma 612 la fa subentrare nelle funzioni e nei compiti finora svolti da INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione ed Innovazione per la Ricerca Educativa) e dagli IRRE (Istituti Regionali di Ricerca Educativa) contestualmente soppressi; il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 gennaio 2007 ha nominato i commissari straordinari dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica col compito di assicurare l’avvio delle attività dell’Agenzia; nomina con scadenza 30 giugno 2007 già prorogata al 31 dicembre 2007; i ricercatori ed altri lavoratori dell’istituto ex Indire usufruiscono da anni di contratti precari in quanto già il suddetto Istituto non era dotato di un fondo ordinario adeguato e gestiva un bilancio determinato in larghissima parte di fondi straordinari per progetti; tutti i lavoratori dell’ex Indire e degli ex IRRE sono estremamente preoccupati del protrarsi di questa situazione di straordinarietà, anche perché da giugno scorso c’è stata un’interruzione della trattativa sindacale; a parere degli interroganti, questa situazione è intollerabile e deve essere superata al più presto, anche nel rispetto di quanto già deciso nella Legge Finanziaria 2007 –: se intenda farsi garante della ripresa della trattativa sindacale; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 a che punto sia la definizione del Regolamento e della pianta organica dell’istituenda Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica; entro quando questi dati verranno portati a conoscenza dei lavoratori interessati, delle organizzazioni sindacali e dell’opinione pubblica in generale; se possa e voglia fin d’ora quantificare il fondo da inserire nella Legge Finanziaria per il 2008, prevedendo il quale potrà essere assicurato l’avvio della sua attività. (4-04886) GARAGNANI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: l’applicazione nelle varie regioni delle leggi concernenti il diritto allo studio, pur nella piena consapevolezza dell’autonomia delle regioni nel settore summenzionato, comporta, secondo l’interrogante, che la diversità di applicazione del menzionato diritto sul territorio nazionale pone il problema del dovere dello Stato di garantire in ogni regione ai cittadini la fruizione di diritti essenziali quali vitto, alloggio, trasporti e libertà di scelta del percorso educativo non dal punto di vista quantitativo ma in particolare nell’ottica di usufruire di un diritto essenziale che non può costituire solamente appannaggio degli abitanti di alcune regioni e non di altri; a parte l’ovvia considerazione sull’evoluzione del concetto di diritto allo studio da un ruolo eminentemente assistenziale all’elargizione di veri e propri buoni scuola alle famiglie con la conseguente possibilità di effettuare determinate opzioni culturali per i propri figli, rimane il fatto che esistono regioni che attraverso lo strumento del buono scuola, Lombardia e Veneto ad esempio, hanno stanziato per il corrente anno scolastico cifre significative a favore delle famiglie che iscrivono i figli alle scuole paritarie (46 e 20 milioni Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8078 AI RESOCONTI di euro rispettivamente) a fronte di un contributo limitatissimo pari a poco più del 2 per cento su una cifra di 19 milioni, previsto, ad esempio, dalla regione EmiliaRomagna, per non parlare di altre realtà regionali dove non esiste alcun tipo di intervento in questa delicata ed essenziale materia –: se non ritenga opportuno assumere iniziative che, senza ledere l’autonomia regionale, definiscano livelli minimi di assistenza validi per tutto il territorio nazionale, trattandosi a parere dell’interrogante, di diritti essenziali che debbono essere garantiti. (4-04898) * * * RIFORME E INNOVAZIONI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 è in corso un processo di riordino in seno alla Pubblica Amministrazione e nella scuola italiana –: se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di valorizzare il titolo di Dottore di Ricerca nella Pubblica Amministrazione nonché per sfruttare le competenze specialistiche acquisite nell’ottica dell’attuazione della « qualità » dei servizi e delle prestazioni; se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di valorizzare il titolo di Dottore di Ricerca nella scuola di ogni ordine e grado con particolare riferimento alle figure della dirigenza. (4-04889) * * * SALUTE Interrogazione a risposta scritta: CATANOSO. — Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: Interrogazione a risposta scritta: la figura del Dottore di Ricerca, oltre a godere di scarsa attenzione e conoscenza presso l’opinione pubblica e i non « addetti ai lavori », trova sempre meno peso e considerazione nell’ambito di rilevanti settori statali; il dolcificante chimico conosciuto come « aspartame » non è stato approvato per l’utilizzo negli alimenti fino al 1981. Per oltre otto anni la FIDA (Food and Drug Administration – Amministrazione degli Alimenti e dei Medicinali) ha rifiutato di approvarne l’uso a causa delle gravi conseguenze (convulsioni e tumori al cervello) che questa sostanza aveva provocato negli animali da laboratorio; la situazione in cui verte il nostro sistema Paese richiede necessarie e rapide misure rivolte ad investire in innovazione, ricerca e giovani; l’esistenza di figure fortemente professionalizzate e votate alla dirigenza di settori strategici della pubblica amministrazione è avvertita sempre più come una necessità; i principi di Salisburgo, con i Bologna Seminars del 2005 e la strategia di Lisbona del 2000, mettono in luce gli aspetti peculiari che la figura di « ricercatore in formazione » ha in sé; PISICCHIO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: secondo denunce fatte anche dalle associazioni dei consumatori, l’aspartame causa danni « lenti e silenziosi » in tutte quelle persone che non hanno reazioni immediate e che non hanno, quindi un motivo per evitarlo. Potrebbero essere necessari uno, cinque, dieci, o più anni, ma alla lunga si manifesteranno gravi problemi (alcuni reversibili e altri no) per tutte quelle persone che ne fanno uso abituale. Nel dolcificante, utilizzato, peral- Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8079 AI RESOCONTI tro in molti medicinali, infatti, sono presenti alcune sostanze altamente nocive, in primo luogo il metanolo; il metanolo è un veleno mortale, si ricorderà, infatti, che causò la morte e la cecità di molti consumatori di vino qualche anno fa. All’interno del corpo il metanolo si trasforma in acido formico ed in formaldeide. Che è una neurotossina mortale. Una valutazione dell’EPA (enviromental Protection agency – Agenzia per la protezione ambientale – USA) sul metanolo dichiara che il metanolo « viene considerato un veleno ad accumulo, grazie al bassissimo tasso di escrezione una volta assorbito. Nel corpo, il metanolo viene ossidato in formaldeide ed acido formico; entrambi questi metaboliti sono tossici ». I ricercatori dell’EPA raccomandano un limite massimo di consumo di 7,8 mg al giorno. Un litro di bevanda dolcificata con aspartame contiene circa 56 mg di metanolo. I consumatori abituali di prodotti contenenti aspartame consumano fino a 250 mg di metanolo al giorno, 32 volte il limite massimo suggerito dall’EPA –: quali iniziative intenda intraprendere per tutelare i consumatori dai pericoli derivanti dall’uso dell’aspartame. (4-04899) * * * TRASPORTI Interrogazione a risposta in Commissione: MARIO RICCI e OLIVIERI. — Al Ministro dei trasporti, al Ministro delle infrastrutture. — Per sapere – premesso che: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 comprensibili conflitti di competenza e rimbalzi di responsabilità, tanto da consentire al potentato economico locale di costituire una società privata, la Comecam, di Franza Vincenzo, Cuzzucrea Aldo e Mobilia Filippo, col fine di sostituirsi all’Ente Regionale per la gestione del Punto Franco; nel Piano Regolatore del porto, redatto dall’Autorità Portuale di Messina, non esiste alcun riferimento al Punto Franco mentre, paradossalmente, il piano strategico regionale, da poco definito, prevede l’attivazione del Punto Franco di Messina; il Molo Norimberga, insistente nell’area individuata per il Punto Franco, attraverso ingenti spese di risorse pubbliche è stato indebitamente adattato e messo al servizio degli armatori privati per l’attracco delle navi ro-ro, creando situazioni di pericolo al personale e ai viaggiatori delle navi FF.SS. e impedendo diversi utilizzi con ricadute meno « personalizzate » ad uso e consumo dei gruppi privati che da tempo immemore sfruttano le risorse cittadine senza garantire alcun ritorno utile alla comunità; al momento l’unico porto italiano che gode del Punto Franco, oltre al Porto Franco di Trieste, riconosciuto e autorizzato dalla Comunità Europea, è quello di Messina; in posizione strategica anche per le piccole e medie imprese (come dichiarato dal Prof. Victor Ukmar, massima autorità del settore in Italia) per ricevere il traffico mercantile proveniente dal Mediterraneo, dall’Africa subsahariana e dall’Oriente Asiatico; La Regione Sicilia con Decreto Presidenziale 270/A del 10 novembre 1953 istituiva l’Ente Autonomo Portuale di Messina per la Attuazione del Punto Franco, con riferimento alla Legge n. 191 del 15 novembre 1951 da ritenersi ancora vigente; in prospettiva di incombente costituzione, nel prossimo 2010, dell’area di libero scambio del Mediterraneo, Messina potrebbe realizzare un unico potente hub commerciale per tutto il « Mare Nostrum » e rilanciare l’economia dell’intera regione attraverso il trasporto marittimo e i centri di stoccaggio in Zona Franca; da oltre cinquant’anni il progetto di sicuro sviluppo resta impantanato fra in- in tale prospettiva, in occasione di una riunione alla Presidenza del Consiglio Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8080 AI RESOCONTI dei Ministri, tenutasi il 27 maggio 2003, il Comune di S. Filippo (in provincia di Messina), d’intesa con l’Ente Autonomo Portuale e gli altri soggetti istituzionalmente interessati, ha voluto fortemente promuovere l’effettiva realizzazione del Punto Franco mettendo a disposizione le proprie strutture e l’area costiera per consentire le necessaria espansione del progetto, in analogia a quanto già avvenuto a Trieste, in ambito del proprio territorio comunale che rientra nella competenza portuale di Messina; il Presidente del Consiglio Romano Prodi, in occasione della sua visita in Cina, ha dichiarato: « l’Italia possiede i requisiti per diventare la porta dell’Oriente, dalla Cina noi abbiamo sei giorni di navigazione in meno rispetto ad Amburgo e Rotterdam ma il 70 per cento di merci cinesi e delle prime lavorazioni si svolge in quei porti. Questo significa essere tagliati fuori dallo sviluppo, l’Italia porta d’Europa vuol dire che quegli sbarchi, quelle lavorazioni, i centri di stoccaggio e di servizi devono venire in Italia. Bisogna dunque potenziare ed attrezzare i porti italiani per strappare a quelli olandesi il primato del traffico commerciale proveniente dall’Oriente »; nell’ultima finanziaria sono stati previsti cento milioni di euro per la realizzazione di zone franche per lo sviluppo del meridione –: quali iniziative s’intendano intraprendere per superare il cinquantenario immobilismo e incentivare l’immediata realizzazione del Punto Franco che la città di Messina non può permettersi di non sfruttare. (5-01489) Interrogazioni a risposta scritta: FALLICA. — Al Ministro dei trasporti. — Per sapere – premesso che: il trasporto ferroviario nazionale in particolare per le tratte che percorrono il Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 Mezzogiorno d’Italia e le isole, versa in una situazione di degrado divenuto intollerabile; i forti disagi per i passeggeri causati: dai frequenti ritardi con cui i treni giungono a destinazione, dai servizi igienici in pessime condizioni, dalla scarsa pulizia delle vetture dimostrano l’estrema inefficienza con cui il management di Trenitalia gestisce il servizio ferroviario del nostro Paese; un recente esempio in negativo è stato rappresentato dal treno espresso Torino-Villa San Giovanni, partito il 29 luglio 2007 dalla stazione di Torino alle ore 19,50 e arrivato alla stazione di Villa San Giovanni, in Calabria, alle ore 19,30 del giorno dopo, con quasi nove ore di ritardo sulla tabella di marcia; i treni Eurostar che percorrono le tratte meridionali della rete ferroviaria, sono equipaggiati con vetture il più delle volte obsolete, con aria condizionata malfunzionante, spesso senza vagone ristorante e con personale di bordo insufficiente; tutto questo avviene mentre il transito sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria è fortemente rallentato per il prolungarsi eccessivo dei lavori di ammodernamento, il che determina una complessiva situazione di difficoltà dei trasporti di persone e merci, per il sud e per la Sicilia –: quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di garantire standard di collegamenti accettabili anche per il Mezzogiorno d’Italia e per le isole; quali iniziative, inoltre, intenda assumere per tutelare i viaggiatori di fronte alle inadempienze ed ai disservizi di Trenitalia, che dovrebbe tenere in maggior conto i diritti e le esigenze degli utenti; se non ritenga infine opportuno ed urgente attivare le procedure per chiedere le dimissioni e provvedere alla sostituzione dei massimi responsabili di Trenitalia. (4-04891) Atti Parlamentari — XV LEGISLATURA — ALLEGATO B 8081 AI RESOCONTI OLIVA, LO MONTE, NERI, RAO e REINA. — Al Ministro dei trasporti, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che: l’orario di Trenitalia s.p.a. relativo al secondo semestre del 2007 ha previsto una significativa riduzione del numero dei treni a lunga percorrenza tra la Sicilia e il resto d’Italia; in seguito ad una interrogazione dei sottosegretari interroganti, il Ministro Bianchi nei fatti si è formalmente impegnato, nel corso della seduta della Camera dei Deputati del 27 giugno 2007, ad attivarsi per consentire il ripristino di alcune o di tutte le corse soppresse; il piano industriale 2007-2011 del Gruppo Ferrovie dello Stato, fotografando la situazione di grande divario della rete ferroviaria italiana tra Centro-Nord e Sud, sembra voler abbandonare il Sud e privilegiare le tratte più remunerative del Nord; la indeterminatezza del piano industriale delle Ferrovie dello Stato, lascia spazio ad un possibile disimpegno del gruppo riguardo alle tratte a lunga percorrenza; le scelte strategiche intraprese dal Gruppo Ferrovie dello Stato, finalizzate a migliorare i bilanci della società, non devono assolutamente aumentare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud, ed isolare definitivamente la Sicilia –: quali iniziative concrete il Ministro dei trasporti abbia intrapreso e intenda intraprendere per dare seguito alle promesse di ristabilimento delle tratte a lunga percorrenza tra la Sicilia e il resto d’Italia; quali azioni il Ministro dell’economia e delle finanze, azionista unico del Gruppo Ferrovie dello Stato, abbia intenzione di promuovere per far in modo che il piano industriale 2007-2011 della società, che detiene il monopolio del trasporto su rotaia, non contribuisca a marginalizzare il Sud. (4-04903) * * * Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 UNIVERSITÀ E RICERCA Interrogazione a risposta in Commissione: CAPARINI, STUCCHI, GOISIS, GRIMOLDI e PINI. — Al Ministro dell’università e della ricerca, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: il 4 e il 5 settembre 2007 si sono tenute le prove di ammissione per l’iscrizione al primo anno di corso, relative all’anno accademico 2007-2008, per le facoltà a numero chiuso per accedere ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in odontoiatria; la legge 2 agosto 1999, n. 264, recante « Norme in materia di accessi ai corsi universitari », ha disciplinato ex novo la materia degli accessi universitari per quanto concerne i corsi a numero programmato – in ottemperanza alle indicazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionale 23-27 novembre 1998, n. 383, e in ottemperanza anche a reiterate richieste del Parlamento, sia nelle Commissioni che in Aula, affinché il Governo assumesse l’iniziativa di disciplinare con legge formale la materia dell’accesso ai corsi a numero programmato; alla prova di ammissione che prevedeva 80 quesiti a risposta chiusa, di cui 2 palesemente erronei (il 2,5 per cento dei quesiti posti) hanno partecipato circa 70.000 studenti, per 7.000 posti disponibili nelle 37 sedi italiane; l’errore nella stesura delle domande ha determinato un’accelerazione delle indagini avviate nel periodo 2002-2006 nelle Università di Bari, Chieti, Messina e Ancona, relative alle preselezioni per l’accesso alle facoltà di medicina e chirurgia e di odontoiatria a numero chiuso; la Procura della Repubblica di Catanzaro ha ritenuto di intervenire per il test di medicina della locale Università, rilevando buste aperte e palesi manomissioni dei risultati e avviando pertanto una indagine; Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8082 AI RESOCONTI dalle indagini condotte dalla Guardia di finanza è emerso un sistema capillare di « aiuti esterni », anche attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari, che avrebbe coinvolto una cinquantina di candidati all’esame e che farebbe capo ad un’organizzazione collegata con personale interno degli atenei coinvolti; l’ipotesi investigativa ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa ai danni dello Stato; l’accaduto mette in serio dubbio la veridicità delle prove di ammissione e la loro attendibilità rendendo probabile un significativo numero di ricorsi dall’esito quantomeno imprevedibile per l’amministrazione; è inaccettabile la logica per cui alla mancanza di strutture e mezzi adeguati si risponda, al fine di garantire adeguati standard formativi, tagliando il numero di studenti che possono accedere ai corsi universitari; pur riconoscendo la necessità di dover « regolare » l’accesso in facoltà particolarmente ambite dagli studenti, sarebbe opportuno elaborare altri criteri meno discriminanti e penalizzanti di quelli vigenti, ma più validi sotto il profilo formativo e che garantisca a tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni di partenza, l’accesso ai saperi ed alle conoscenze; le notizie di questi giorni sono solo le ennesime dimostrazioni di un sistema che non funziona, basato su clientelismo e favoritismi –: quali iniziative intraprenderà per garantire la corretta valutazione dei candidati; se abbia intenzione di avviare una indagine interna al Ministero per accertare i responsabili degli errori nella prova di medicina e se ritenga utile che si avvalga ancora di tali collaboratori. (5-01488) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 Interrogazioni a risposta scritta: CATANOSO. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: il contributo previdenziale sulle borse di studio percepite dai dottorandi di ricerca – il cui lordo è stato fissato euro 10.561,54 con decreto ministeriale 14 dicembre 1998 – è passato dal 12 per cento del 1999 al 20 per cento del 2007 con salti biennali; tale passaggio comporta la possibilità di accantonare maggiori contributi nella Gestione Separata INPS ed è di per sé un fatto positivo; il disagio che ne risulta – sebbene appaia esiguo (si tratta di una cifra che oscilla tra i 10 e i 20 euro mensili) – va ad incidere su una cifra già percepita come iniqua dagli studenti nel confronto con il panorama europeo e, per lo più, in contrasto con le attese del Paese; l’aumento dell’aliquota previdenziale di fatto si traduce in una riduzione del netto percepito dagli studenti, abbassando ulteriormente una borsa che è già fortemente insufficiente; in vari atenei italiani sta nascendo una protesta degli studenti di dottorato; l’associazione A.D.I. (Associazione Dottorandi e dottori di ricerca Italiani) ha lanciato una campagna dal titolo « se potessi avere 1.000 euro al mese » rivolta ad alzare di fatto il minimo della borsa (www.dottorato.it/milleeuro); il Governo, nelle figure del Presidente e di autorevoli esponenti, tra cui il Ministro in indirizzo, ha più volte manifestato la convinzione che è cruciale per il Paese investire in ricerca e nelle giovani generazioni –: se non ritenga opportuno individuare, nell’ambito della prossima legge finanziaria per il 2008, un apposito capitolo di spesa destinato a coprire l’aumento di prelievo previdenziale subito dalle borse di dottorato, eventualmente recuperando Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8083 AI RESOCONTI risorse dai fondi che gli atenei hanno dovuto restituire allo Stato per effetto del cosiddetto decreto « tagliaspese »; se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di modificare l’importo della borsa di studio stabilito dal 1998 in un minimo di euro 10.561,54 ma che, nelle intenzioni del legislatore, doveva adeguarsi nel corso degli anni. (4-04883) IACOMINO e DE CRISTOFARO. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: ogni anno gli studenti per accedere alla Facoltà di Medicina e Chirurgia sono sottoposti a prove selettive con test che spesso non rispondono, sia sul piano della correttezza della loro formulazione che della trasparenza, agli obiettivi di meritocrazia e qualità della nostra Università; tali prove selettive di accesso, nonostante in linea con le norme comunitarie, minano il diritto allo studio, sancito dalla costituzione, e alla scuola di massa consentendo maggiori possibilità soltanto a chi ha più strumenti finanziari e a chi si trova in un ordine sociale vantaggioso. Infatti numerosi sono i corsi preparatori alla prova che in questi anni si sono moltiplicati e che implicano impegni economici delle famiglie e che non a tutti è dato avere; nelle prove di ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia (anno accademico 2007-2008) si sono verificati errori di formulazione a due specifici quesiti confermati anche dal Ministro dell’università e della ricerca; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 ruzione e che il Ministro dell’università e della ricerca abbia individuato in Taranto la sede dove maggiormente il fenomeno si è consumato –: se il Governo intenda assumere iniziative legislative tendenti a restituire il diritto allo studio a tutti gli studenti italiani cosı̀ come avviene in altri paesi europei, come la Francia per esempio, dando cosı̀ un’autentica interpretazione dell’indirizzo comunitario al fine di garantire il sacrosanto diritto allo studio dei giovani studenti. (4-04887) CATANOSO. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: la figura del Dottore di Ricerca, oltre a godere di scarsa attenzione e conoscenza presso l’opinione pubblica e i non « addetti ai lavori », trova sempre meno peso e considerazione nell’ambito di rilevanti settori statali; la situazione in cui verte il nostro sistema Paese richiede necessarie e rapide misure rivolte ad investire in innovazione, ricerca e giovani; l’esistenza di figure fortemente professionalizzate e votate alla dirigenza di settori strategici, quali quelli della ricerca e dell’innovazione, è avvertita sempre più come una necessità; i princı̀pi di Salisburgo, con i Bologna Seminars del 2005 e la strategia di Lisbona del 2000, mettono in luce gli aspetti peculiari che la figura di « ricercatore in formazione » ha in sé –: nella Facoltà di Medicina e Chirurgia di Napoli si sono verificati episodi poco trasparenti, tra i quali la consegna ad alcuni studenti del plico aperto contenente i quesiti; se non intenda intraprendere urgenti iniziative da un punto di vista normativo al fine di valorizzare il titolo di Dottore di Ricerca nell’Università per quanto compete l’assegnazione dei contratti di docenza a termine e degli assegni di ricerca; si è accertato come in diverse Facoltà italiane, come riportato dai quotidiani, la trasparenza della prova sia stata vanificata dall’imbroglio e da atti di cor- se non si reputi necessario procedere ad una valutazione dei titoli preferenziali per l’accesso ai concorsi di ricercatore, in particolare riguardo al peso specifico del Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8084 AI RESOCONTI titolo di Dottore di Ricerca e di eventuali borse post-dottorato nella prevista regolamentazione dei concorsi per il reclutamento straordinario; se non ritenga opportuno istituire figure dirigenziali negli enti pubblici e privati di Ricerca che richiedano il predetto titolo; se non intenda rivisitare il rapporto tra la formazione ricevuta nell’ambito del dottorato e le scuole di specializzazione. (4-04890) PAOLO RUSSO e CESARO. — Al Ministro dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che: il 4 e 5 settembre 2007 nei 37 atenei di tutt’Italia si sono tenute le prove di ammissione per accedere ai corsi di laurea a numero chiuso di medicina e chirurgia ed odontoiatria cui hanno partecipato circa 70.000 studenti per 7000 posti disponibili; è di questi giorni la notizia, cui la stampa nazionale ha dato grande risalto, dell’errore compiuto dal Ministero nella redazione dei test di ammissione. Nello specifico è emerso che la domanda 71 e la 79 del test di ammissione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia erano completamente erronee in quanto la prima presentava più risposte possibili ed alla seconda addirittura non era possibile rispondere con nessuna delle cinque soluzioni proposte. Da ciò la decisione, paradossale, del Ministero di annullare i due quesiti e di ritenere valida la prova sostenuta che verrà pertanto valutata non su 80 quesiti ma su 78; si aggiunga a ciò che anche i test di ammissione ad odontoiatria presentavano errori alle domande 41 e 52 ma in questo caso le conseguenze sono e saranno maggiori poiché non essendosi la Commissione accorta del problema ha stilato e provveduto a pubblicare le graduatorie considerando come valide anche le risposte date ai quesiti formulati in maniera errata; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 negli stessi giorni altri scandali hanno colpito molte Università Italiane: a Catanzaro la Procura ha avviato un’indagine su alcuni plichi di test universitari risultati aperti da cui si ipotizza siano stai sottratti i test ancor prima della prova attitudinale; a Bari a seguito di una accurata indagine svolta dalla Guardia di Finanza è emerso invece che operava un comitato d’affari composto da personale interno, amministrativo e docente, che in cambio di elargizioni in danaro garantiva agli studenti di superare la prova senza problemi. Le indagini hanno portato alla luce una vera e propria organizzazione criminale, la quale, azionando meccanismi corruttivi che sembra coinvolgano in maniera pesante anche il corpo docente, consentiva dietro pagamento di somme vicine ai trentamila euro di essere ammessi al corso di laurea prescelto; l’ipotesi investigativa ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla truffa ai danni dello Stato; emerge, inoltre dall’analisi comparativa dei dati dei vari Atenei Italiani che inspiegabilmente alcune Università abbiano gli studenti più bravi d’Italia come quella di Messina, già al centro di note vicende giudiziarie, che addirittura superano anche la media nazionale; le anomalie sembrano comunque coinvolgere moltissimi altri atenei per cui hanno cominciato a moltiplicarsi le denunce di errori materiali ed anomalie come quelle accertate presso l’Università Cattolica di Milano, ove i candidati hanno evidenziato come nell’aula dove si svolgeva la prova siano arrivate decine di buste in più rispetto ai partecipanti e che le stesse transitavano liberamente tra l’esterno e l’interno dell’aula; tale complesso di situazioni di palese illegalità, di errori materiali e di presumibili scorrettezze mette in serio dubbio la veridicità delle prove e la loro attendibilità nonché l’evidente disparità di trattamento tra uno studente e l’altro, ed hanno dimostrato che il meccanismo di Atti Parlamentari XV LEGISLATURA — — ALLEGATO B 8085 AI RESOCONTI selezione non è in grado di accertare le competenze ed il grado di professionalità degli studenti né tantomeno di rappresentare un efficace strumento di selezione in quanto le domande proposte, talvolta, non hanno alcun nesso disciplinare con la materia di laurea; tale situazione rende probabile prevedere che gli studenti esclusi ricorreranno innanzi ai Tribunali amministrativi al fine di vedere tutelate le proprie ragioni; tali giudizi, come negli anni passati, nei quali si ci è poi apprestati a varare un provvedimento di sanatoria, si concluderanno sicuramente con un esito sfavorevole per l’amministrazione competente; a tal proposito le associazioni studentesche si sono mobilitate per dare battaglia mobilitandosi con proteste presso tutti gli atenei –: se non ritenga nell’ambito dei suoi poteri ispettivi e di controllo di avviare un’indagine interna al fine di valutare e verificare le irregolarità di quanto esposto in premessa; se non ritenga opportuno, viste le anomalie in merito alle vicende sopra esposte, annullare le prove di accesso che si sono svolte nei giorni scorsi per dar prova della legittimità e della trasparenza delle procedure seguite; se non intenda, per l’anno accademico in corso, adottare un provvedimento Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 20 SETTEMBRE 2007 ad hoc al fine di superare sul nascere eventuali azioni legali che farebbero perno sulle irregolarità sopra denunciate; quali iniziative intenda assumere nell’immediato al fine di disciplinare l’iscrizione negli atenei italiani con criteri e metodi diversi da quelli vigenti che tengano in considerazione i curricula dei candidati e la loro preparazione specifica per arrivare ad un sistema che eviti per il futuro, dubbi perplessità e preoccupazioni e che impedisca ai più meritevoli di esercitare il diritto costituzionalmente garantito alla loro istruzione. (4-04893) Apposizione di una firma ad una risoluzione. La risoluzione in commissione Tassone n. 7-00271, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2007, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sanza. Apposizione di una firma ad una interpellanza. La interpellanza urgente Meloni ed altri n. 2-00695, pubblicata nell’allegato B ai resoconti della seduta del 2 agosto 2007, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Raisi. Stabilimenti Tipografici Carlo Colombo S. p. A. € 1,08 *15ALB0002080* *15ALB0002080*