Susanna Ronconi, e` stata militante delle associazioni eversive e

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Susanna Ronconi, e` stata militante delle associazioni eversive e
Atti Parlamentari
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AI RESOCONTI
Susanna Ronconi, è stata militante
delle associazioni eversive e terroriste Brigate Rosse e Prima Linea, ed è stata
condannata con sentenza definitiva a 12
anni di reclusione per concorso nel duplice omicidio di Giuseppe Mazzola e
Graziano Giralucci –:
se il Ministro sia a conoscenza dei
fatti sopra esposti;
se ritenga che nel mondo della prevenzione della tossicodipendenza non esistano personalità con titoli scientifici almeno pari a quelli di Susanna Ronconi e
se non ritenga necessario revocare la nomina alla luce delle gravi responsabilità
penali e morali di chi ha partecipato ad un
omicidio e ha militato in organizzazioni
terroristiche che volevano sovvertire il nostro ordinamento costituzionale. (4-01967)
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta orale:
MARIO RICCI. — Al Ministro dello
sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
l’ACI è stato riconosciuto come Ente
Pubblico non economico grazie al ruolo
sociale svolto nel campo della mobilità e
della tutela di interessi generali, nonché
per lo svolgimento per conto dello Stato
dei cosiddetti « servizi delegati »;
la sua attività si delinea lungo due
direttrici fondamentali: quella della gestione del Pubblico Registro Automobilistico e le convenzioni Tasse automobilistiche, e quella più propriamente istituzionale legata alla mission statutaria (tutela
degli interessi generali legati all’automobilismo, associazionismo, educazione stradale eccetera);
in relazione allo svolgimento delle
funzioni delegate dallo Stato, il servizio,
anche grazie alla professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici del settore, si è
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sempre più adeguato alla esigenze del
cittadino di avere una Pubblica Amministrazione capace di garantire un servizio
di qualità, fornendo anche un valido apporto agli Enti Territoriali ed alle Forze di
Polizia. Fondamentale l’attività dell’Ente
per quanto riguarda il controllo delle tasse
automobilistiche, nelle gestione degli errori dovuti a disguidi dovuti all’attività di
terzi (Poste, Lottomatica, utenti eccetera) e
dei tentativi di elusione ed evasione fiscale
garantendo alle Regioni il gettito relativo;
l’ente ha avuto un disavanzo di 30
milioni di euro nel bilancio dell’anno 2006,
coperto intaccando fortemente l’avanzo di
amministrazione;
da fonti sindacali si apprende che
tale disavanzo sarebbe determinato da una
gestione dispendiosa delle risorse (consulenze, stipendi a dirigenti esterni, ripianamento del bilancio di società collegate
eccetera);
in particolare negli ultimi anni si
sarebbero indirizzate ingenti risorse finanziarie verso le società controllate. Quasi
100 milioni di euro di ripianamenti e
acquisizioni che, secondo tali fonti, non
hanno portato nulla alle economie dell’Ente (si pensi all’AciGlobal e alla Ventura
Spa);
dubbi sono stati avanzati dalle organizzazione sindacali sia sotto il profilo
circa il ruolo di tali società, in virtù anche
delle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea in tema di affidamenti in
House, sia rispetto alle modalità di nomina
esterna di direttori generali (in particolare
quella di direttore generale della istituenda Direzione Commerciale ACI) e dirigenti generali di persone a poche settimane dalla pensione;
il Tar del Lazio ha pubblicato lo
scorso 23 ottobre la sentenza n. 10838/06,
che ha condannato l’ACI a rivedere i suoi
assetti di Federazione Sportiva Automobilistica, sottolineando l’imperfezione degli
organi statutari dell’Ente in quanto non
garantiscono la giusta partecipazione dei
rappresentanti del mondo dello sport automobilistico;
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su La Stampa del 31 ottobre 2006 si
legge che l’Ente ha espresso, invece di
uniformarsi alla norma la volontà di abbandonare la sua qualità di Federazione
Sportiva, statutariamente prevista –:
se il Ministro sia conoscenza della
situazione in cui versa l’Ente e che giudizio ne dia;
se, qualora accertasse la veridicità
delle affermazioni in premessa, intenda
intervenire per ripristinare una situazione
di corretta gestione al fine di tutelare,
oltre che i lavoratori e le lavoratrici, anche
tutti i cittadini a cui va garantito non solo
un servizio migliore, ma anche la certezza
che l’ACI possa svolgere funzioni di tutela
e rappresentanza nel campo della mobilità.
(3-00492)
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gennaio 2006 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica la norma
Tecnica europea UNI EN 8180;
il comma V dell’articolo 2 del decreto
ministeriale 26 ottobre 2005 stabiliva che
entro 60 giorni dalla entrata in vigore il
Direttore Generale dello sviluppo produttivo e competitività avrebbe emanato un
decreto circa le modalità di svolgimento
delle verifiche e i criteri generali delle
prescrizioni di adeguamento –:
quale sia l’intenzione del Ministero
circa l’emanazione del previsto decreto
direttoriale di cui alla premessa;
quali siano i tempi previsti e le
eventuali problematiche impeditive eventualmente intercorse.
(5-00496)
Interrogazioni a risposta scritta:
Interrogazione a risposta in Commissione:
VANNUCCI e LULLI. — Al Ministro
dello sviluppo economico. — Per sapere –
premesso che:
la salvaguardia della sicurezza dei
cittadini è valore primario dell’attività di
governo;
la sicurezza degli utenti di apparecchi di sollevamento installati in edifici
civili rientra nella fattispecie di cui sopra;
con decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162 è stata
recepita la direttiva 95/16/CE riguardante
il miglioramento della sicurezza negli
ascensori;
con decreto ministeriale 26 ottobre
2005 avente per oggetto: « Miglioramento
della sicurezza degli impianti di ascensori
installati negli edifici civili precedentemente alla data di entrata in vigore della
direttiva 95/16/CE » si sono stabilite norme
di adeguamento per il miglioramento della
sicurezza degli ascensori installati antecedentemente la direttiva medesima;
con decreto del Direttore Generale
del Ministero attività produttive del 16
LO MONTE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa.
— Per sapere – premesso che:
l’Esercito Italiano è formato nella
stragrande maggioranza dei quadri da personale proveniente dalle Regioni Meridionali;
la Sicilia è, tra le Regioni meridionali,
quella che più contribuisce a garantire una
presenza di risorse umane necessarie al
funzionamento di una organizzazione
strutturata esclusivamente su base volontaria;
dal punto di vista dello sviluppo del
territorio, l’attuale dislocazione delle
Forze Armate penalizza fortemente la Sicilia poiché allontana sistematicamente i
giovani dalle comunità locali. Questo porta
a dare ricchezza ad altri territori nazionali
a volte già sviluppati facendo perdere ai
territori di provenienza dei giovani la
possibilità di beneficiare degli investimenti
nel settore della sicurezza;
un diverso approccio avrebbe come
conseguenza indiretta il risveglio economico delle zone su citate grazie all’afflusso
di denaro contante proveniente dagli emo-
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lumenti delle reclute e dei quadri permanenti; porterebbe inoltre all’incremento
turistico della zona per le periodiche visite
di amici e parenti dei militari ed, in ultimo
la possibilità di impiegare il personale
militare in attività di controllo del territorio e delle coste con evidenti economie
di spesa ed efficienza nei servizi;
insediare, o meglio riattivare una
delle tante strutture presenti nel territorio
idonee ad ospitare un R.A.V. (Reparto
Addestramento Volontari) creerebbe indubbiamente sviluppo in un territorio per
tanti versi penalizzato;
dal punto di vista militare non dovrebbero esserci difficoltà alla riattivazione poiché si tratta di caserme scuola e
non di reparti operativi;
la Sicilia, nell’anno 2005, si è collocata, a livello nazionale, al secondo posto
(dopo la Campania) per il suo contributo
di « volontari in ferma prefissata di 1
anno » (VFP 1) con ben 17.389 arruolati.
L’isola mantiene una posizione di rilievo,
terzo posto dopo la Campania e la Puglia,
quando si considera la categoria « volontari in servizio permanente » (VSP), con
ben 2.863 volontari. Tale posizione si conserva quando si considera la categoria di
« volontari in ferma breve » (VFB) con ben
3.757 arruolati dopo la Campania e la
Puglia;
non si può sottacere che, a fronte di
un cosı̀ cospicuo contributo, la ricaduta in
termini di presenza nell’Isola delle sopra
menzionate categorie di militari si riduca
a poche centinaia di unità. Una discrepanza – questa – che non sembra trovare
giustificazioni di ordine geopolitico e di
orientamento di impiego in termini di
esigenze del territorio. Sembra logico infatti che il centro strategico, ai fini di
stabilità e di pace, debba essere orientato,
diversamente al passato, ad uno spostamento verso Sud. Da qui l’importanza
strategica della Sicilia e la conseguente
positiva incidenza di una più rispondente
dislocazione delle forze;
fino ad oggi non si è avuto alcun
confronto con i quadri della Difesa in
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quanto il Ministro competente non ha mai
riferito sull’argomento presso le competenti Commissioni Parlamentari cosı̀ come
previsto dall’articolo 3 comma 3 del decreto legislativo n. 464 del 1997 –:
quale sia lo stato di attuazione della
riforma strutturale delle Forze armate,
prevista dal decreto legislativo n. 464 del
1997 e quali provvedimenti i Ministri interrogati abbiano intenzione di assumere
al fine di una possibile riapertura di
reparti di addestramento reclute in strutture già presenti nel territorio siciliano.
(4-01951)
QUARTIANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
risulta da notizie di stampa (Italia
Oggi 18 novembre 2006) che Terna stia
partecipando alla gara internazionale per
l’acquisizione della rete elettrica delle Filippine;
non appare chiara quale sia la logica
industriale che presiede all’eventuale acquisizione di questa rete, specie considerando il ruolo pubblico di Terna e la sua
principale fonte di fatturato, ossia le tariffe elettriche italiane pagate dai nostri
consumatori;
a giudizio dell’interrogante sarebbe
pertanto logico auspicare una maggiore
trasparenza delle ricadute di operazioni
internazionali di Terna per i consumatori
italiani;
posto che sussiste una strategia complessiva che guida i programmi di investimento di Terna, in presenza di un mercato
interno caratterizzato da colli di bottiglia
che condizionano il meccanismo di formazione dei prezzi interni dell’elettricità
(zone di mercato) e le opportunità di
investimento nei Paesi del mediterraneo
che più si inquadrerebbero in una strategia di diversificazione dei canali di approvvigionamento del mercato elettrico
italiano;
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il quadro complessivo di riferimento
dovrebbe essere il piano industriale di
Terna;
a quanto risulta all’interrogante,
Terna si accinge a varare un piano di
riorganizzazione interna, che riflette
orientamenti già noti oltre un anno fa,
prima cioè dell’unificazione di Terna e
GRTN a giudizio dell’interrogante di fatto
ignorando i nuovi orientamenti industriali
di Terna, enunciati agli inizi del 2006;
dalle notizie a disposizione non si
tratterebbe di una nuova organizzazione,
resasi necessaria in considerazione della
nuova collocazione di Terna sul mercato
nazionale (come nuova società indipendente) ed internazionale (potenziale nuovo
soggetto investitore in infrastrutture di
trasporto collegate alle prospettive, in
chiave euromediterranea, di evoluzione del
mercato elettrico italiano ed europeo),
bensı̀ di un processo di riposizionamento
interno di determinati profili professionali,
in una logica aziendale interna orientata
più agli aspetti gestionali che a quelli
industriali, che rischia di non premiare la
crescita del know how specialistico in
grado di conferire a Terna una posizione
di eccellenza fra gli operatori dei sistemi
elettrici di trasmissione a livello europeo e
mondiale –:
se il Ministero competente sia stato
informato del progetto di sviluppo industriale di Terna, come concessionario
esclusivo delle attività di trasmissione e
come azienda a controllo pubblico, in
relazione al mandato che le proviene dall’atto di concessione ed alle esigenze di
progressiva apertura del mercato elettrico
italiano ed europeo;
quali logiche gestionali ed organizzative corrispondenti vengano adottate da
Terna per perseguire gli obiettivi aziendali
e di miglioramento del funzionamento del
mercato elettrico italiano, e quali misure
non meramente finanziarie il Governo
intenda adottare per favorire lo sviluppo
industriale di Terna, anche sul piano organizzativo coerente con gli obiettivi di un
piano industriale orientato al raggiungi-
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mento di posizioni di eccellenza a livello
europeo ed internazionale.
(4-01968)
TURCI e CREMA. — Al Ministro dello
sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
il 16 ottobre 2006 è stato pubblicato
dall’ISVAP il regolamento n. 5, concernente la disciplina dell’attività di intermediazione assicurativa e riassicurativa, per
l’attuazione delle norme contenute del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209
(codice delle assicurazioni private);
il regolamento suddetto contiene normative che secondo gli interroganti rendono in concreto impraticabile l’intermediazione assicurativa in regime di plurimandato, cosı̀ come previsto dall’articolo 8
della legge sulle liberalizzazioni del mercato assicurativo;
il sindacato nazionale agenti assicurativi ha inoltrato all’Antitrust osservazioni su tale regolamento, denunziandone
le gravi limitazioni alla libertà di concorrenza;
sempre lo stesso sindacato lamenta
una grave intromissione da parte dell’ISVAP nei rapporti tra gli agenti e le
compagnie mandanti, allo scopo di rendere ancor meno libero e concorrenziale il
mercato assicurativo, con grave abuso del
potere regolamentare che non trova alcun
riscontro nel decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209;
i regolamenti costituiscono fonte di
normazione secondaria attuativi e specificativi delle norme primarie contenute in
leggi o altre fonti ad esse equiparate e non
una normazione autonoma ed indipendente che può estendere la sua disciplina
a temi ed istituti non previsti dalla fonte
primaria;
gli agenti assicurativi hanno sempre
appoggiato le iniziative di liberalizzazione
e di difesa dei consumatori proposte dal
Governo, pur denunciandone l’insuffi-
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cienza ed hanno promosso una giornata di
sciopero contro la bozza di regolamento
ISVAP;
le strisce retroriflettenti hanno
un’enorme efficacia in termini di riduzione della sinistrosità stradale –:
l’associazione che rappresenta gli
agenti assicurativi ha inoltrato ricorso al
TAR del Lazio, chiedendo la sospensiva
per lo stesso;
se non ritenga di modificare le decisioni espresse in occasione delle citate
interrogazioni alla luce degli inconfutabili
dati relativi all’efficacia di tali strumenti.
i tempi di consultazione e pubblicazione del suddetto regolamento hanno di
fatto impedito qualsiasi concertazione;
(2-00284)
il 1o gennaio 2007 dovrebbe entrare
in vigore la nuova normativa –:
Interrogazione a risposta in Commissione:
quali iniziative normative intenda assumere sulle materie disciplinate dal regolamento ISVAP, e soprattutto se intenda
proporre una proroga oltre la data del 31
dicembre 2006 per tutti gli adempimenti
previsti dal regolamento, con particolare
riguardo a quelli burocratici e di iscrizione
e/o trasferimento al nuovo albo, avviando
nel contempo una attenta valutazione sui
contenuti del regolamento stesso.
(4-01973)
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TRASPORTI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il
Ministro dei trasporti, per sapere – premesso che:
il Sottosegretario Annunziata rispondendo alle interrogazioni n. 5-00427 e
n. 5-00429 riguardanti l’obbligo dell’uso
delle strisce retroriflettenti per i camion
ha confermato l’opportunità dell’obbligo
dell’installazione di dette strisce per i
veicoli di nuova immatricolazione, ma di
non imporre tale obbligo al parco circolante;
a giudizio dell’interpellante tale
cisione dimostra l’assenza da parte
Governo di una strategia concreta
contrastare il grave fenomeno sociale
l’incidentalità stradale;
dedel
per
del-
« Barbieri ».
FRONER e BARBI. — Al Ministro dei
trasporti, al Ministro delle infrastrutture. —
Per sapere – premesso che:
nella mattina di mercoledı̀ 13 dicembre 2006 verso le ore 5,35 si è verificato un
grave incidente ferroviario sulla linea del
Brennero, causato dalla scontro tra due
treni merci e nell’incidente sono deceduti
i macchinisti dei treni coinvolti;
l’incidente si è verificato all’altezza
della fermata di Borghetto sull’Adige tra
Ala e Peri sulla tratta Verona-Trento;
l’incidente è avvenuto a causa di un tamponamento un treno merci ha tamponato
un altro merci fermo ad un semaforo
rosso all’altezza della fermata di Borghetto;
la linea del Brennero è al momento
bloccata e i pendolari vengono trasferiti su
pullman sostitutivi e, dalle notizie diffuse,
ci sono fonti che indicano come possibilità
la chiusura del traffico sulla contigua
Statale del Brennero, che in quel tratto
corre parallela alla ferrovia, per organizzare meglio gli interventi;
i primi testimoni arrivati sul posto
parlano di uno scontro violentissimo, con
pezzi di treno scaraventati a grande distanza;
una delle ipotesi è che si sia trattato
di un errore umano. Il conducente di uno
dei due treni merci potrebbe non aver
rispettato un segnale di fermata, tamponando qualche chilometro più avanti l’altro treno merci a sua volta fermo a un
semaforo rosso;