a03_RELAZIONE TECNICA E
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Unione Europea Regione Puglia Comune di Ostuni Servizio Ecologia Ufficio Parchi e Riserve Naturali Provincia di Brindisi POR FESR Puglia 2007/2013, Linea 4.4 - Azione 4.4.3 Interventi di valorizzazione finalizzati ad elevare la fruizione di aree ambientali omogenee individuate in piani di azione esistenti PROGETTO DI RECUPERO AMBIENTALE DELL'AREA EX "LIDO STEFAN", RINATURALIZZAZIONE DI UN TRATTO COSTIERO, REALIZZAZIONE DELLA CASA DEL MARE DEL PARCO E DEI SENTIERI BLU Area d'intervento EX AREA "LIDO STEFAN" - PARCO NATURALE REGIONALE "DUNE COSTIERE DA TORRE CANNE A TORRE SAN LEONARDO" Committente Comune di Ostuni (Br) Progetto Esecutivo Allegato 3 RELAZIONE TECNICA E CRONOPROGRAMMA Progettisti Ing. Roberto MELPIGNANO Ing. Donato BARI (Coordinatore Sicurezza in fase di Progettazione) Responsabile del Procedimento Ing. Roberto MELPIGNANO Data Giugno 2014 INDICE 1.1 Obiettivo generale del progetto e descrizione sintetica degli interventi 1 1.2 Descrizione degli interventi 2 1.3 Cronoprogramma 10 1.1 Obiettivo generale del progetto e descrizione sintetica degli interventi Con il presente progetto si intende riqualificare un’area costiera, posta a ridosso delle dune, fortemente degradata per la presenza di una struttura turistica con annesso lido, realizzata a cavallo tra gli anni ‘70-’80 e rispondente a dei canoni di una fruizione turistica di quegli anni incurante delle emergenze ambientali e paesaggistiche dei luoghi. Le strutture turistico-ricettive realizzate abusivamente, sono state trasferite alla proprietà del Comune di Ostuni. Gli interventi previsti in progetto mirano, nel loro insieme, ad attenuare e, ove possibile, cancellare i segni di degrado, creando un modello di fruizione della zona costiera a basso impatto, utile anche agli altri operatori turistici presenti nel Parco per consolidare nuove tendenze di turismo balneare che disciplinino l’accessibilità e la fruizione degli habitat costieri. Il recupero ambientale dell’area residenziale ex Lido Stefan, posta a ridosso di un cordone dunale adiacente a Masseria Morelli e ad un centinaio di metri dalla zona umida di Fiume Morelli consisterà in: − riqualificazione pavimentazioni dell’area che impermeabilizzazione attraverso hanno del suolo, lo svellimento delle determinato la completa l’eliminazione della copertura precaria della pavimentazione in cemento e l’eliminazione delle specie alloctone; − demolizione dei fabbricati abusivi e fatiscenti ed eliminazione e smaltimento delle coperture in cemento-amianto; − ripristino del cordone dunale e rinaturalizzazione del retroduna; − disciplina degli accessi alla spiaggia; − manutenzione straordinaria e recupero funzionale del fabbricato che presenta un migliore stato di conservazione da destinare a Casa del Mare, con conseguente allestimento della stessa con: ▪ un centro visita costiero del Parco, ▪ un’aula didattica, ▪ un piccolo Museo del mare, ▪ servizi igienico-sanitari. 1 − fruizione sostenibile dell’area, attraverso la realizzazione di sentieri blu per approfondire la conoscenza dell’habitat marino del posidonieto. 1.2 Descrizione degli interventi Gli interventi di seguito proposti hanno lo scopo di attenuare i segni lasciati dall’uomo sin dagli anni ‘70, attraverso demolizioni, ristrutturazioni, ripristino e rinaturalizzazione, finalizzate anche all’organizzazione di un centro servizi per la fruizione e l’ospitalità sostenibile. Interventi di riqualificazione dell’area attraverso lo svellimento delle pavimentazioni che hanno determinato la completa impermeabilizzazione del suolo, l’eliminazione della copertura precaria della pavimentazione in cemento e l’eliminazione delle specie alloctone - Come già evidenziato nella “Relazione naturalistica e d’inquadramento”, tra i fattori di degrado e tra le emergenze riscontrate nell’area d’intervento vi è la impermeabilizzate; dunque, preventivamente presenza di estese superfici all’esecuzione di tutte le altre opere previste in progetto, sarà effettuato lo svellimento di tutte le pavimentazioni in cemento e/o mattonelle. La rimozione delle pavimentazioni sarà eseguita con l’ausilio di mezzi meccanici. Relativamente agli interventi sulla vegetazione, invece, si provvederà all’eradicazione di tutte le specie esotiche ed alloctone presenti nell’area d’intervento. Tutte le operazioni appena descritte saranno realizzate, nelle zone indicate dalla Direzione Lavori, manualmente e/o mediante l’ausilio di mezzi meccanici, attrezzi e piccole macchine portate a spalla. Il materiale di risulta ed i rifiuti saranno raccolti ed accumulati in zone appositamente allestite lungo la viabilità posta in prossimità dell’area d’intervento, 2 immediatamente caricati su un mezzo autorizzato al trasporto e smaltiti in discarica autorizzata. Tutti gli interventi dovranno seguire le disposizioni impartite dalla Direzione Lavori, dai Responsabili della Sicurezza e le prescrizioni dettate in fase di valutazione d’incidenza ambientale; in particolare, bisognerà osservare il divieto di stoccaggio dei rifiuti su superfici coperte da habitat di interesse comunitario e sarà importante, in fase di allestimento delle aree di stoccaggio, evitare la contaminazione del suolo e/o della falda. Interventi di demolizione dei fabbricati abusivi e fatiscenti ed eliminazione e smaltimento delle coperture in cemento-amianto – Gli interventi di riqualificazione dell’area dell’ex Lido Stefan prevedono inoltre la demolizione di tutti i fabbricati abusivi e fatiscenti, distribuiti in maniera caotica e realizzati con materiali precari e non a norma di legge. Le operazioni di demolizione comprendono, inoltre, la bonifica e la rimozione di tutte le coperture realizzate con lastre in cemento-amianto su strutture in ferro a falde, realizzata come segue: − prelievo del campione in amianto - cemento da più punti per l'esame difrattometrico, in modo da stabilire la concentrazione di fibre d'amianto per la successiva collocazione tra le varie categorie dei rifiuti - L. n° 475 del 09.11.1988; − preparazione del piano di lavoro e di sicurezza alla USL di competenza territoriale per l'ottenimento del parere favorevole in ottemperanza a tutte le normative vigenti in materia di sicurezza, prevenzione e miglioramenti, tecniche ed obblighi per la tutela dei lavoratori e degli ambienti di lavoro, trattamento dei rifiuti; − smontaggio delle lastre, liberate da viti o chiodi badando a non provocare nessuna rottura, successivo posizionamento in quota su pallets sigillati a tenuta a cellophane, identificazione con appositi marchi sia di soffittatura che di copertura; − eventuale recupero del materassino isolante nei sacchi di polietilene, accatastamento discesa a terra e successivo smaltimento; 3 − discesa a terra dei bancali di cemento-amianto e dislocamento in area delimitata del cantiere pronti per essere smaltiti, tramite trasportatore autorizzato in discarica dichiarata conforme alle le normative vigenti alla ricezione dei rifiuti di classe 2a e categoria B detti "speciali" (nel caso in cui il valore è inferiore a 100 mg/kg), D.P.R.08.08.94. Tutti gli interventi dovranno seguire le disposizioni impartite dalla Direzione Lavori, dai Responsabili della Sicurezza e le prescrizioni dettate in fase di valutazione d’incidenza ambientale; Ripristino del cordone dunale e rinaturalizzazione del retroduna - La serie di interventi di seguito proposti hanno lo scopo di cancellare i segni delle azioni antropiche sul cordone dunale, lasciando solo ai fenomeni di natura geologica, climatica ed all’azione di onde e correnti marine, il compito di trasportare e distribuire lungo la costa i materiali sabbiosi ed incoerenti. Il compito che spetta alle opere in progetto, seguendo l’approccio dell’ingegneria naturalistica nella conservazione degli ambienti dunali, è quello di ottenere un il ripristino del cordone dunale combinato al restauro delle fitocenosi, mediante l’utilizzo di specie vegetali tipiche del luogo e riprodotte partendo da materiale di propagazione locale. L’azione sinergica di queste due tipologie d’intervento dovrebbe avere il vantaggio di innescare quasi da subito dinamiche di stabilizzazione del materiale incoerente, di deposizione di quello trasportato dalle mareggiate e dal vento e di consentire la ricolonizzazione da parte di specie vegetali alofile e psammofile delle parti di duna da tempo prive di vegetazione ed esposte ad azioni erosive e demolitive. Le opere che andranno ad essere realizzate saranno altamente compatibili dal punto di vista paesaggistico, con le valenze e gli equilibri ambientali. A seguito di rilievi ed analisi delle diverse forme di erosione agenti e delle loro interazioni critiche, sono stati progettati specifici interventi di controllo delle diverse forme di erosione e dissesto: 4 − sistemi frangivento di differente forma e dimensione, realizzati con materiali naturali (stuoie di canna e paletti di castagno); − opere di contenimento e di consolidamento delle sabbie mediante l’utilizzo di incannucciati associati a bioreti in fibra di juta. Questi interventi saranno completati dalla realizzazione di recinzioni dissuasive e da altre infrastrutture leggere descritte nei paragrafi successivi. Al termine delle operazioni appena elencate si provvederà all’impianto della vegetazione. Nei luoghi in cui non è previsto il restauro vegetazionale sarà dato agli schermi frangivento il compito di creare condizioni idonee, dal punto di vista fisico e biologico, all’affermazione naturale delle specie presenti sulla duna, limitando, così, l’intervento umano. Il restauro del cordone dunale prevede, in primo luogo, la ridefinizione del profilo della duna e dei percorsi d’accesso alla spiaggia mediante l’apporto di sabbia che sarà prelevata da punti di concentramento prossimi al luogo dell’intervento e che successivamente verrà ben compattata. Tali operazioni, sotto il diretto indirizzo della Direzione Lavori, saranno eseguite mediante l’utilizzo di opportuni mezzi meccanici per i punti di restauro facilmente accessibili e dove il quantitativo di materiale sabbioso da mobilitare risulta maggiore; nei punti, invece, più delicati, difficilmente accessibili, o dove la vegetazione e la fauna potrebbero subire disturbi o danni, si provvederà ad operazioni esclusivamente manuali, mediante la predisposizione di tavolati adagiati al suolo per facilitare il trasporto della sabbia dal punto di concentramento al punto di restauro mediante l’utilizzo di carriole. In generale, sia nel caso di uso dei mezzi meccanici che nel casi di lavoro manuale, il compattamento finale della sabbia dovrà essere eseguito attraverso battitura manuale o con rulli portati a mano. Il materiale sabbioso dovrà essere mobilitato, riposizionato e compattato, lungo il cordone dunale, così come indicato negli elaborati progettuali e, comunque, seguendo le indicazioni della DD.LL.. 5 Successivamente al rimodellamento del profilo dunale, la parte di duna prossima al mare (versante marino) sarà protetta da azioni erosive grazie alla posa in opera di georete in fibra naturale (juta) del peso di 500g/mq; la stessa sarà fissata al suolo mediante picchetti di castagno infissi per ogni mq di superficie trattata. Per assicurare definitivamente la georete al suolo, lungo il margine della stessa saranno poste delle graffe a 40 cm l’una dall’altra. Anche queste operazioni saranno eseguite manualmente prima della realizzazione delle barriere frangivento e dell’impianto della vegetazione. Lungo il versante marino del cordone dunale, si procederà alla posa in opera di georete. Si provvederà, successivamente, alla realizzazione delle barriere frangivento che avranno il compito di captare il materiale sabbioso trasportato dal vento; si seguiranno due differenti schemi d’impianto del frangivento che potranno essere utilizzati alternativamente a seconda delle tipologie e conformazioni di superfici da restaurare. Il primo prevede la realizzazione di barriere costituite da schermi montati a scacchiera, con planimetricamente moduli in quadrati modo di circa disomogeneo, 1,5-2,0 ma m di lato, tendenzialmente disposti orientati ortogonalmente alla direzione dei venti dominanti. La struttura portante sarà costituita da paletti di castagno di altezza pari ad 1 m (Ø 6-8 cm); questi saranno interrati per 30-40 cm, posti ai vertici del quadrato e collegati tra loro da tre ordini di spago di canapa (diametro 4 mm). Quindi, gli schermi, costituiti da canne pre-tessute, in modo tale da risultare permeabili al vento (presenza di vuoti pari al 50%), saranno interrati per 30-40 cm ed assicurati allo spago di canapa ed ai paletti di vertice. L’altezza fuori terra del sistema schermante sarà di 60-70 cm, salvo diverse disposizioni della DD.LL.. Particolare attenzione dovrà essere posta alla rifinitura degli spigoli che dovranno essere opportunamente rinforzati onde evitare che il vento, agente parallelamente alle barriere, possa causare danni. Il secondo schema di frangivento prevede la realizzazione di barriere parallele poste a distanza decrescente procedendo, sempre sul versante marino del cordone dunale, da mare verso l’entroterra. 6 Ogni barriera sarà realizzata con lo stesso principio di quelle descritte per lo schema a scacchiera, cioè si infiggeranno i paletti di castagno (h = 1m, Ø 6-8 cm), in linea nella sabbia e ad interdistanza di 1,5 m; questi saranno collegati da tre ordini di spago di canapa (diametro 4 mm), ai quali saranno fissati gli incannucciati pre-tessuti che saranno parzialmente interrati. La localizzazione dei frangivento ed il corretto montaggio, oltre ad essere riportati negli elaborati progettuali, dovranno seguire le indicazioni impartite dalla DD.LL.. Il restauro vegetazionale, che avverrà successivamente agli interventi di restauro fisico, e la creazione di una fascia tampone nei pressi del confine con il lido posto a sud-est dell’area di progetto, hanno rispettivamente lo scopo di ripristinare la presenza di vegetazione nei punti della duna denudati ed interessati da fenomeni erosivi e di schermare, ad opportuna distanza, l’area umida retrodunale dal disturbo proveniente dal lido confinante. Le specie utilizzate, erbacee ed arbustive, varieranno a seconda dell’ubicazione sulla duna delle superfici da restaurare (versante marino, cresta della duna, versante continentale); la scelta comunque ricadrà sulle seguenti: • Agropyron junceum (L.) Beauv.; • Pancratium maritimum L.; • Ammophila littoralis L.; • Medicago marina L.; • Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball.; • Juniperus phoenicea L. subsp. lycia Molinier et Bolòs; • Phillyrea angustifolia L.; • Pistacia lentiscus L.; • Mirtus communis L.; • Quercus ilex L.. Il numero di piante di Leccio da impiantare crescerà procedendo verso l'interno (in direzione Statale n. 379), simulando così la potenziale seriazione spaziale delle fitocenosi tipiche della fascia costiera (Kachileto, agropireto, ammofileto, ecc.). 7 Le piante, ottenute preferibilmente a partire da materiale di propagazione reperito in loco, per evitare inquinamento genetico delle fitocenosi, proverranno da vivai specializzati e certificati ai sensi delle vigenti leggi in materia forestale e saranno messe a dimora con una densità variabile a seconda che si tratti di specie erbacee alofile/psammofile e specie arbustive tipiche delle fitocenosi dalla fisionomia a macchia. Le prime (alofite e psammofite) saranno poste al piede della duna, tra gli schermi frangivento e subito dietro questi, in prossimità della cresta dunale, con una densità di 4 piante/mq; le seconde (specie arbustive) saranno impiantate a gruppi, nel retroduna, con una densità inferiore, al fine di ottenere sesti d’impianto non superiori ad 1,5 x 1,5 m. Per le specie arbustive si preferirà l’utilizzo di giovani semenzali, mentre le specie erbacee potranno essere ottenute mediante il prelievo e la moltiplicazione di parti di pianta (talee, etc.) oltre che da seme. Per gli interventi proposti si farà ricorso, preferibilmente, all’utilizzo di materiale vegetale radicato, anziché all’utilizzo di sementi, per il semplice fatto che le operazioni previste in progetto saranno eseguite tra i mesi di gennaio e marzo, quindi ben oltre il periodo più idoneo alla raccolta di semi ed alla messa a dimora degli stessi. Importante sarà, al momento delle operazioni d’impianto, non danneggiare la vegetazione esistente. Il materiale vivaistico, privo di fitopatie, dovrà avere equilibrato sviluppo e presentare un apparato radicale ben conformato (assenza di radici attorcigliate, spiralate e parassitate). Le piantine saranno allevate in contenitore (fitocella e/o vaso) e verranno collocate a dimora in buche scavate manualmente di opportune dimensioni. L’impianto verrà realizzato nel periodo di riposo vegetativo, a partire dal mese di febbraio e non oltre il mese di marzo. Subito dopo l’impianto si effettuerà una prima concimazione ed un’irrigazione con una quantità d’acqua per piantina non inferiore a 20 l. Gli interventi di restauro vegetazionale del cordone dunale risultano essere quelli più delicati in quanto il periodo previsto per l’impianto è a rischio di gelate 8 tardive e prossimo a quello di ripresa vegetativa; dunque, se non eseguito in tempo, l’impianto della vegetazione potrebbe essere vanificato dalla mancanza di attecchimento e da un elevato numero di fallanze. Dovendo operare prima con il restauro fisico, si rende necessario organizzare due o più squadre di operai, opportunamente formati o con esperienza in operazioni di questo tipo, al fine di compiere le operazioni di restauro fisico e vegetazionale del cordone dunale nel miglior modo e nei tempi precedentemente indicati in relazione (febbraio-marzo). Disciplina degli accessi alla spiaggia - Il completamento del restauro del sistema dunale necessita di opere che siano in grado di disciplinare l’attraversamento delle dune e l’accesso alla spiaggia, evitando il calpestamento della duna; quindi si provvederà alla sostituzione delle passerelle preesistenti che poggiano direttamente sulla duna, con passerelle sopraelevate utili alla corretta fruizione del litorale ed alla tutela del patrimonio naturalistico in esso contenuto. La passerella pedonale sopraelevata, che collegherà l’area della Casa del Mare (retroduna) alla spiaggia ed al lido attrezzato anche per soggetti diversamente abili, di nuova realizzazione, avrà il compito di permettere lo scavalcamento più agevole della duna da parte dei bagnanti e, nel contempo, il movimento della sabbia trasportata dal vento e l’affermarsi della vegetazione al disotto della passerella stessa; sarà realizzata in legno di pino o abete secondo gli schemi grafici presenti negli elaborati progettuali e sotto indicazioni fornite dalla DD.LL.. Detta passerella avrà pendenza longitudinale massima delle rampe pari al 7%, al fine di permettere il transito in autonomia di persone che utilizzano sedie a ruote o che spingono passeggini. Lungo le rampe con pendenza longitudinale superiore al 5%, ogni 9-10 m circa sarà realizzata una piazzola orizzontale di riposo. La passerella, opportunamente dimensionata, sarà dotata, lungo tutto il percorso, di corrimano ed avrà il piano di calpestio costituito da tavolato non piallato, con superficie ruvida e di larghezza utile variabile tra i 150 ed i 200 cm, tale da consentire l’agevole incrocio dei pedoni. Il raccordo iniziale e terminale tra pendenze e fondo pianeggiante dovrà essere realizzato in maniera tale da non 9 causare incidenti ai passanti, soprattutto ai non vedenti ed ai diversamente abili. L’andamento della passerella e le pendenze longitudinali potranno subite modifiche in fase di esecuzione dei lavori relativamente al fatto che la duna puo’ subire stagionalmente spostamenti e variazione di quota a causa delle mareggiate e degli eventi atmosferici; resta però invariabile il dato della pendenza -massima che non dovrà mai essere superiore al 7%. La passerella in progetto è state concepita secondo un sistema modulare di montaggio costituito da elementi lignei tenuti insieme da bulloneria e viteria in acciaio, utile alla sostituzione di pezzi danneggiati o reintegrazione di parti mancanti. Il legname utilizzato per la realizzazione della passerella, come anche degli altri pergolati e strutture in legno indicate in progetto, potrà essere precedentemente impregnato in autoclave o, in alternativa, sarà impregnato in loco, prima del della posa in opera, mediante l’applicazione di doppia mano di vernici protettive all’acqua. L’area interessata dal progetto sarà dotata di cartellonistica informativa, realizzata secondo gli schemi grafici degli elaborati progettuali, posta in prossimità del piede della duna, lungo la spiaggia; inoltre, si provvederà a dotare di cartellonistica i varchi ed i percorsi di accesso alla spiaggia. Interventi di manutenzione straordinaria e recupero funzionale del fabbricato che presenta un migliore stato di conservazione da destinare a Casa del Mare – Gli interventi si seguito descritti avranno lo scopo si recuperare, attraverso operazioni di ristrutturazione, il fabbricato che presenta un migliore stato di conservazione. Tale fabbricato, della estensione di circa 140 mq, escluso il porticato/veranda esterna, sarà destinato alla realizzazione della Casa del Mare, al fine di consentire la conoscenza e la corretta fruizione delle risorse ambientali presenti nel sistema mare-spiaggia-duna-retroduna. La casa del Mare rappresenterà un centro visita costiero del Parco e sarà il punto di confluenza dei sentieri esistenti dell’area umida di Fiume Morelli con i sentieri blu, di nuova realizzazione, volti alla scoperta e alla conoscenza 10 dell’habitat marino del posidonieto; al suo interno saranno, inoltre, allestiti: aule didattiche, un piccolo Museo del mare, una zona ristoro e servizi igienico-sanitari. Gli interventi di ristrutturazione inseriti nel presente progetto prevederanno: - il rifacimento del solaio in latero-cemeto, dei pavimenti e degli intonaci interni ed esterni; - il rifacimento degli infissi interni ed esterni; - la realizzazione delle nuove tramezzature interne per la ripartizione degli ambienti; - l’adeguamento degli impianti: elettrico, d’illuminazione, idrico, fognario, di condizionamento, telefonico e di cablaggio internet, di allarme; - realizzazione del pergolato (struttura in legno, vedi Elab. 4) utile allo svolgimento di attività didattiche all’aperto. L’intera area sarà recintata. N.B. Tutto quanto riportato nella presente relazione è integrato al contenuto degli altri allegati ed elaborati di progetto (compreso il Capitolato speciale d’Appalto ed il Computo metrico ed Elenco prezzi). Qualora dovessero emergere incongruenze rispetto a quanto riportato sarà la DD.LL., in accordo con il RUP e la Stazione Appaltante, a dare disposizione all’Impresa Appaltatrice per risolverle. Comunque tutte le lavorazioni indicate nel computo-metrico e nell’elenco prezzi si intendono comprensive di ogni altro onere accessorio ed opera propedeutica, seppur non esplicitate in ogni singola voce di computo, per dare il lavoro finito ed a perfetta regola d’arte. Ogni modifica e variazione rispetto ai contenuti di progettò dovrà essere autorizzata dalla DD.LL., dal RUP e dalla Stazione Appaltante. 1.3 CRONOPROGRAMMA Fase Mesi 1-2 3-4 5-6 7-8 demolizioni e svellimenti eliminazione di specie vegetali 11 alloctone ripristino manufatti edili restauro/ricostruzione del cordone dunale disciplina degli accessi alla spiaggia realizzazione di percorsi naturalistici fornitura materiali informativi e didattici collaudi 12