Pallagrello galeotto Alessandro, aitante assicuratore quarantenne

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Pallagrello galeotto Alessandro, aitante assicuratore quarantenne
Pallagrello galeotto
Alessandro, aitante assicuratore quarantenne, da un po’ di tempo aveva adocchiato
una splendida bruna con occhi verdi. La incontrava, di tanto in tanto, da “Renatino”,
piccolo locale del centro storico che accoglieva, molto dignitosamente, tutti i
dannati della pausa pranzo come lui. Quando arrivava, lei era già lì. Mangiava
poco:un primo o un secondo, della frutta, sempre accompagnati da un bicchiere di
vino. Renato, il “patron” del ristorante, con una complicità tutta maschile, gli aveva
confidato che era una commercialista e che lavorava in uno dei numerosi studi della
zona, ma nulla più: la ragazza era di poche parole. La cosa andò avanti ancora per
qualche mese: lui arrivava, lei dopo un po’ andava via: possibile che non si trovasse il
modo di “attaccare bottone”?Fosse stato più giovane, sarebbe andato dritto a
sedersi al suo tavolo ma aveva già una spruzzatina di bianco tra i capelli, non gli
sembrava il caso e poi avrebbe rischiato di compromettere tutto. Nemmeno Renato,
nonostante l’amicizia, volle aiutarlo ad organizzare un qualche piano di conquista
perché, a quanto pare, la ragazza non passava inosservata, in molti avevano chiesto
la sua complicità e lui non voleva fare torto a nessuno dei suoi clienti.. Un giorno di
novembre, piovoso come non mai, Alessandro arrivò tutto trafelato e fradicio di
pioggia. Il locale era pieno, e c’era un solo tavolo libero che lui si precipitò ad
occupare. Proprio quel giorno non poteva rischiare di rimanere digiuno, aveva
dovuto risolvere molti problemi di lavoro in mattinata e sentiva più che mai il
bisogno di rilassarsi. Diede uno sguardo alla sala per vedere dove si fosse
accomodata la ragazza dagli occhi verdi ma lei non c’era. Si materializzò
all’improvviso, anche lei fradicia di pioggia. Diede uno sguardo smarrito alla sala in
cerca di Renatino, rimase qualche secondo incerta sul da farsi e poi udì una voce
squillante:- Prego, signorina, si accomodi qui, il tavolo è grande, in due staremo
benissimo. - Alessandro aveva colto l’attimo e, finalmente, grazie a Giove pluvio, era
fatta! La ragazza dagli occhi verdi era seduta accanto a lui, ora doveva soltanto darsi
da fare per rendere “fruttuoso”quell’incontro senza scadere nella banalità. Arrivò
Renatino e, con una strana espressione di stupore e complicità, disse: - Che ne dite
se vi porto un po’ di quell’ottimo maialino nero casertano all’anice stellato?—Per
me va bene—rispose la ragazza-- purchè accompagnato da un buon pallagrello,
magari quello delle cantine di papà!- Alessandro fu d’accordo, anche perché lui era
un patito della carne di maiale e Renatino confidò che nella sua cantina non
mancavano mai né il Pallagrello né il Casavecchia delle Cantine De Lise di Castel
Campagnano. Iniziò tre Alessandro e Margherita che, nel frattempo si erano
presentati, una conversazione vivace e allegra, come tra vecchi amici legati da
interessi comuni ed una passione: il vino. Alessandro, infatti, aveva incominciato a
frequentare un corso di sommelier in una famosa enoteca della zona e Margherita
era “figlia d’arte “ perché suo padre era proprietario di un’azienda vinicola molto
rinomata che produceva il Pallagrello ed il Casavecchia due vitigni autoctoni del
casertano che proprio lui aveva riscoperto. Complice anche il maialino nero, quella
pausa pranzo fu una delizia sotto tutti i punti di vista. Alessandro e Margherita, da
quel giorno, pranzarono spesso insieme in un tavolo che Renatino tenne riservato
sempre apposta per loro e, in occasione di “Cantine aperte”furono gli ospiti d’onore
di una memorabile cena nella quale fu servito un eccellente maialino nero all’anice
stellato preparato da Renatino.