Le lingue del diritto

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Le lingue del diritto
Pubblicato il ‘Lessico giuridico italiano-tedesco-francese’ dello studioso ticinese Alfredo Snozzi
Le lingue del diritto
Oltre diecimila termini e
locuzioni per più di 1’300
pagine: il volume non è solo
un indispensabile strumento
per chi deve studiare il diritto,
ma anche un viaggio
nel trilinguismo elvetico
di Ivo Silvestro
L’aggettivo colossale se lo merita tutto, il
‘Lessico giuridico italiano-tedesco-francese’ da poco pubblicato da Casagrande
insieme alla Helbing Lichtenhahn Verlag di Basilea: 1’328 pagine con oltre diecimila termini e locuzioni del linguaggio
giuridico, politico e amministrativo.
La prima domanda che poniamo all’autore del volume – il ticinese Alfredo
Snozzi, per trent’anni docente di traduzione giuridica all’Università di Ginevra – è quanto tempo abbia dedicato a
quest’opera. «Un lavoro decennale, forse
anche più» ci risponde il giurista nato a
Muralto nel 1945, precisando comunque
che «la parte fondamentale, quella in italiano con le definizioni, prende intorno
alle seicento pagine». Il resto del libro è
rappresentato dagli indici in francese e
tedesco, indici che hanno anche loro richiesto un certo tempo: «Con le equivalenze tra le lingue, ci sono voluti circa sei
mesi di lavoro» spiega Snozzi.
La stesura del ‘Lessico giuridico’ è iniziata dunque da dieci anni, prima dei quali
Snozzi ha dovuto raccogliere la documentazione: «Uno schedario di circa
ventimila termini, frutto di trent’anni di
insegnamento».
La Confederazione già dispone di una
vasta banca dati terminologica plurilingue – il Termdat, accessibile anche online – ma, spiega Snozzi, questo archivio,
al contrario del suo lessico, non riguarda
specificatamente il linguaggio giuridico,
linguaggio nel quale le parole sono molto
importanti: utilizzare una parola invece
di un’altra – e magari due parole solitamente considerate sinonimi, come multa e contravvenzione – può avere conseguenze anche importanti.
Il lavoro di traduzione giuridica, spiega
Snozzi, «presuppone una precisione terminologica abbastanza spinta». Uno dei
problemi – presente peraltro anche nella
traduzione di testi non giuridici – riguarda «i cosiddetti falsi amici: parole di due
lingue che sono molto simili, se non addirittura identiche, ma che hanno due significati diversi». Un esempio di falso
amico giuridico «è il francese ‘recours’:
normalmente lo si traduce con ‘ricorso’,
ma in alcuni contesti significa ‘regresso’,
ad esempio di un assicuratore che si rifà
sull’assicurato», e in quei casi tradurre
‘recours’ con ‘ricorso’ stravolgerebbe
completamente il senso della frase.
Alfredo Snozzi, oltre che docente universitario, è stato anche capo del Servizio di
legislazione e del Servizio di traduzione
in lingua italiana della Cancelleria federale. Di errori simili ne ha incontrati tanti, nelle leggi svizzere? «Parecchi. Anche
perché ero anche segretario della Commissione di redazione del parlamento,
Snozzi
commissione trilingue che controlla tutti i testi di legge prima della votazione finale. E mi ricordo errori abbastanza evidenti, con il francese che dice una cosa, il
tedesco un’altra e l’italiano un’altra ancora». Errori che a volte capita rimangano anche nelle versioni ufficiali, e non
sempre, osserva Snozzi, a essere sbaglia-
ta è la versione italiana: «Addirittura il
Tribunale federale in alcune sentenza ha
dato ragione al testo italiano».
Il ‘Lessico giuridico’ contiene riferimenti
non solo al diritto svizzero, ma anche a
quelli italiano, francese e tedesco. Quali
le differenze? «Abbiamo realtà istituzionali analoghe, e anche terminologica-
mente l’italiano giuridico della Svizzera
coincide direi per l’80 per cento con l’italiano giuridico dell’Italia». Per il rimanente 20, capita che un termine indichi
due realtà molto diverse, e anche che due
termini diversi indichino la stessa cosa. E
capita di dover tradurre da italiano a italiano.