Preghiera marzo 2013 - Abbazia di Maguzzano
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Preghiera marzo 2013 - Abbazia di Maguzzano
Abbazia di Maguzzano 16 marzo 2013 Preghiera ecumenica prière œcumenique ecumenical prayer ökumenisches Gebet oración ecuménica Tema: Fu crocifisso, morì e fu sepolto 1 ∙ Introduzione: Tema del percorso meditativo della preghiera ….. 2 ∙ Poesia in siciliano: Mi cunsignò un saccu, Diu, ….. 3 ∙ Chiediamo alle Chiese di smettere di competere fra loro e cominciare a vivere davvero il Vangelo. Infatti, non rendiamo testimonianza alle dinamiche di potere nelle nostre Chiese, ma a Cristo. Ci impegniamo a non concentrarci sulla controversia fra testimonianza verbale e non verbale: azione e parola dovrebbero procedere tenendosi per mano. 4 ∙ Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, veni Sancte Spiritus) 5 ∙ Presentazione immagine Crocifisso di don Franco Patruno 6 ∙ Oculi nostri ad Dominum Jesum, oculi nostri ad Dominum nostrum 7 ∙ Letture bibliche 8 ∙ Silenzio meditazione 9 ∙ Preghiera: O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce: anch’io l’ho costruita con i miei peccati! La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere, è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente. Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre. Tu sei il volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la tua limpida luce. Dentro di me c’è tanto egoismo: vieni con la tua sconfinata carità. Dentro di me c’è rancore e malignità: vieni con la tua mitezza e la tua umiltà. Signore, il peccatore da salvare sono io: il figlio prodigo che deve tornare, sono io! Signore, concedimi il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con te e la gioia in te. Amen. (Card. Angelo Comastri) 10 ∙ Domine Deus Filius Patris, dona nobis pacem. Domine Deus Filius Patris, miserere nobis 11 ∙ Preghiere spontanee di intercessione intercalate con canto: In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum, (2x) 12 ∙ Padre nostro 13 ∙ Benedizione 14 ∙ Per crucem et passionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. (2x) Per sanctam resurrectionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. Tema del percorso meditativo della preghiera di questa sera sono le parole: “fu crocifisso, morì e fu sepolto” del credo apostolico, primo simbolo cristiano, che esprime tutte le verità fondamentali della nostra fede in maniera molto sintetica. Simbolo in cui si riconoscono tutte le chiese cristiane. In questi giorni di preparazione alla Pasqua volgiamo quindi lo sguardo alla croce di Cristo, poiché questa è la via ineludibile che tutti dobbiamo percorrere per giungere alla meta della nostra beata speranza: alla risurrezione e alla gioia eterna. Se Cristo non fosse risorto, sarebbe vana la nostra fede, ci dice san Paolo. Se Gesù Cristo non ci avesse detto che non ci chiama più servi, ma amici; e che non c'è amico più grande di colui che da la propria vita per i suoi amici. Se Gesù quindi non avesse per dono dato liberamente la propria vita, se non fosse morto in croce, non ci sarebbe la Pasqua. Il tragico venerdì Santo, il Sabato Santo con il suo misterioso silenzio, ci conducono alla domenica di Pasqua, alla Pasqua di risurrezione. Vediamo davanti a noi la croce, e il pensiero corre al venerdì Santo. Ascoltiamo insieme una poesia in dialetto siciliano, che ci parla del seme, seme di cui più volte ci parla Gesù nei vangeli. Seme che sotto terra si trasforma, muore per diventare altro, per diventare pianta. Come Cristo è morto per diventare il frumento, il pane di vita per noi. Come noi cristiani dobbiamo morire a noi stessi un poco ogni giorno, per farci cibo per i nostri fratelli. E pensiamo al Sabato Santo. Proseguiremo con un'immagine moderna e abbastanza provocatoria del crocifisso, e poi con una scelta di testi biblici, da meditare in silenzio. Lo Spirito Santo ispirerà pensieri, preghiere, che chi desidera potrà anche esprimere ad alta voce per condividerle tra tutti noi. Della poesia avete la traduzione sul foglio e la potete quindi ascoltare nell'originale in dialetto e seguire con gli occhi in italiano. Terza assemblea ecumenica europea, Sibiu, settembre 2007 Chiediamo alle Chiese di smettere di competere fra loro e cominciare a vivere davvero il Vangelo. Infatti, non rendiamo testimonianza alle dinamiche di potere nelle nostre Chiese, ma a Cristo. Ci impegniamo a non concentrarci sulla controversia fra testimonianza verbale e non verbale: azione e parola dovrebbero procedere tenendosi per mano. Matteo era un bambino di poco più di due anni. Curioso di tutto, osservatore attento, silenzioso e pensoso. Sua madre stava scrivendo la tesi di laurea, in parte a mano, in parte colla macchina da scrivere. Non erano tempi di personal computer. Più di trent'anni fa. E Matteo, sul suo tavolino piccolo di fianco alla scrivania, riempiva fogli di segni minuti che imitavano la scrittura che vedeva tracciare dalla mamma. E come se lui chiedeva alla mamma che cosa era un certo segno, una lettera, una parola scritta da lei, e la mamma gliela leggeva, così anche lui “leggeva” con sicurezza ciò che aveva “scritto” quando la mamma glielo chiedeva. Un giorno in treno, Matteo di fronte al finestrino cercava di disegnare sul suo blocco tutto ciò che vedeva scorrere davanti a sé: case, macchine, alberi, persone..... tutto..... Cercava di fissare tutto, di tradurre tutto in segni. Velocemente, ma tutto l'essenziale, tutto veniva fissato sulla carta. In semplici figure geometriche o linee aperte. Solo dopo aver riempito diversi fogli e dopo che il treno aveva acquistato troppa velocità lontano dalla città, aveva lasciato cadere la matita.... Anni dopo, questa mamma ha visto il crocifisso di don Franco Patruno e ha avuto un sobbalzo: In questo foglio è contenuto tutto, in piccoli segni, di cui solo alcuni sono per noi decifrabili a prima vista, come: “opprimono nel nostro” ….. “della” …. forse un “intorno”...., ma tutto il resto? Segni minuti e ordinati, che ci fanno subito pensare a scrittura, che vorremmo poter decifrare. E sopra a questi piccoli segni, che si erge in alto fino alla cima del foglio, un'immagine. Di certo, anche don Franco aveva “visto” - come il piccolo Matteo dal finestrino del treno - ciò che ha fissato sul foglio con segni di potente forza evocativa: Gesù Cristo crocifisso, il Salvatore. Disegno e “scrittura”, cifre che ci lasciano vedere attraverso, velatamente, ciò che non possiamo vedere direttamente, ma che così assume un'evidenza diversa. Pensiamo un attimo alla Sindone, al telo sul quale è forse davvero misteriosamente rimasta impressa un'immagine del corpo di Cristo, al contatto del corpo con il telo. Segno somigliante, cioè icona, la sindone. Quella che Benedetto XVI. ha chiamato la “icona del Sabato Santo”. L'immagine di don Franco che abbiamo davanti è indubbiamente diversa, eppure è come una traccia, lasciata non dal corpo di Cristo, ma dall'urgenza di don Franco di penetrare il mistero del dolore e della morte di Cristo, segno “tracciato” sulla tela. L'immane dolore di Cristo, meditato da don Franco, dolore che sembra “urlare” con tutte le forze da questi segni duri, lacerati e laceranti. Il rosso del sangue – e contemporaneamente dell'amore - e il blu che sfuma fino a un freddo turchese sono i colori predominanti. A destra come un cuore rosso straziato, stretto intorno da segni blu e azzurri, freddi, appuntiti: è come l'urlo di Gesù di fronte all'abisso immane della violenza umana, che scaturisce dal suo cuore ribollente d'amore: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.” Grumi di dolore e di sangue dappertutto. Dalla mano sinistra stilla il sangue, goccia a goccia. Una possibile interpretazione. Il corpo di Cristo come un tronco, con le braccia informi, rami stillanti sangue e dolore, tese verso l'alto, oltre il limite del foglio. È tracciato in nero, con segni netti e duri. E più di metà del foglio è coperta di segni che sembrano, e in parte sono, leggibilmente, scrittura. Un immagine provocatoria, senza nulla di superficialmente consolatorio. Attraverso questo “velo” , “scritto” e disegnato da don Franco, possiamo percepire qualcosa che va oltre il visibile, oltre il leggibile. La croce, il crocifisso e la Sacra Scrittura. Oltre, al di là, il mistero della nostra fede. Mistero che continuiamo a contemplare con l'aiuto dei testi biblici. Abbazia di Maguzzano 16 marzo 2013 Preghiera ecumenica prière œcumenique ecumenical prayer ökumenisches Gebet oración ecuménica Tema: Fu crocifisso, morì e fu sepolto - Letture bibliche Nm 21,4-9 Gli Israeliti lasciarono il monte Or e si misero in marcia in direzione del mar Rosso, per passare a fianco della frontiera del territorio degli Edomiti. Per strada il popolo si scoraggiò e si mise a protestare contro Dio e contro Mosè. Dicevano: 'Perché ci avete fatto lasciare l'Egitto? Per farci morire nel deserto? Siamo senza pane e senz'acqua, e ci è ormai venuta la nausea per la manna, un cibo da miseria!'. Il Signore mandò contro di loro serpenti velenosi, i quali morsero un gran numero d'Israeliti, che morirono. Il resto del popolo andò da Mosè e gli disse: 'Abbiamo fatto male a criticare il Signore e a criticare te. Ma tu prega il Signore perché allontani da noi i serpenti'. Mosè supplicò il Signore per il popolo. Allora il Signore disse a Mosè: 'Fa' un serpente di metallo e fissalo in cima a una pertica. Chi sarà morso da un serpente e guarderà quello di metallo, salverà la propria vita!'. Mosè fuse un serpente di bronzo e lo pose in cima a una pertica. Da allora, chiunque veniva morso da un serpente e guardava il serpente di bronzo, restava in vita. Gv 3,14-15 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Gv 12,21-33 Fra quelli che erano andati a Gerusalemme per la festa c'erano alcuni Greci. Essi si avvicinarono a Filippo (che era di Betsàida, città della Galilea) e gli dissero: 'Signore, vogliamo conoscere Gesù'. Filippo lo disse ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: 'L'ora è venuta. Il Figlio dell'uomo sta per essere innalzato alla gloria. Se il seme di frumento non finisce sottoterra e non muore, non porta frutto. Se muore, invece, porta molto frutto. Ve l'assicuro. Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono. E chi serve me sarà onorato dal Padre'. Gesù disse ancora: 'Sono profondamente turbato. Che devo fare? Dire al Padre: fammi evitare questa prova? Ma è proprio per quest'ora che sono venuto. Padre, glorifica il tuo nome! Allora una voce disse dal cielo: 'L'ho glorificato, e lo glorificherò ancora'. La gente sentì e alcuni dissero: 'È un tuono'. Altri dicevano: 'No, è un angelo che gli ha parlato'. Gesù rispose: 'Quella voce non era per me, ma per voi. Ora comincia il giudizio per questo mondo: ora il demonio, il capo di questo mondo, sta per essere buttato fuori. E quando sarò innalzato dalla terra, attirerò a me tutti gli uomini'. Gesù diceva: 'Quando sarò innalzato' per far capire che sarebbe morto su una croce. Sal 86,19-20 Santo d'Israele, tu sei nostro re! - Un giorno hai parlato in una visione, - e hai detto ai tuoi fedeli: 'Ho offerto il mio aiuto ad un eroe, - ho innalzato un giovane - sopra il mio popolo. Gv 15,1-5; 8-10; 12-13; 16-17 Gesù disse ancora: 'Io sono la vera vite. Il Padre mio è il contadino. Ogni ramo che è in me e non dà frutto, egli lo taglia e getta via, e i rami che danno frutto, li libera da tutto ciò che impedisce frutti più abbondanti. Voi siete già liberati grazie alla parola che vi ho annunziato. Rimanete uniti a me, e io rimarrò unito a voi. … Io sono la vite. Voi siete i tralci. Se uno rimane unito a me e io a lui, egli produce molto frutto; senza di me non potete far nulla. La gloria del Padre mio risplende quando voi portate molto frutto e diventate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Se metterete in pratica i miei comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in pratica i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore. ...amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto duraturo....Questo io vi comando: amatevi gli uni gli altri. Sal 22,2-3 Dio mio, Dio mio, perché mi hai – abbandonato? - Perché rimani lontano e non mi aiuti? - Perché non ascolti il mio pianto? - Di giorno grido, mio Dio, - e tu non rispondi, - anche di notte, e non trovo pace. Gv 19,1-22 Allora Pilato prese Gesù e lo fece frustare. I soldati intrecciarono una corona di rami spinosi, gliela misero in testa e gli gettarono sulle spalle un mantello rosso. Poi si avvicinavano a lui e dicevano: 'Ti saluto, re dei Giudei!' e gli davano schiaffi. Pilato uscì un'altra volta dal palazzo e disse - Ora ve lo porto qui fuori, perché sappiate che io non trovo nessun motivo per condannarlo. Gesù venne fuori, con la corona di spine e il mantello rosso. Pilato disse: - Ecco l'uomo. - I capi dei sacerdoti e le guardie lo videro e cominciarono a gridare: - Crocifiggilo! Mettilo in croce! - Pilato allora disse: - Prendetelo e mettetelo voi in croce. Per me, non ha fatto nulla di male. - Essi risposero: - Noi abbiamo la nostra Legge: secondo la Legge dev'essere condannato a morte, perché ha detto di essere il Figlio di Dio. - Sentendo queste parole, Pilato si spaventò. Entrò di nuovo nel palazzo e disse a Gesù: - Da dove vieni? - ma Gesù non rispose. Allora Pilato gli disse: - Non dici nulla? Non sai che io ho il potere di liberarti e il potere di farti crocifiggere? - Gesù replicò: - Non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato da Dio. Perciò chi mi ha messo nelle tue mani è più colpevole di te. - Pilato allora cercò in tutti i modi di mettere Gesù in libertà. Ma i suoi accusatori gridavano: - Se liberi quest'uomo, non sei fedele all'imperatore! Chi si proclama re è nemico dell'imperatore. - Quando Pilato udì queste parole, fece condurre fuori Gesù. Poi si mise seduto su una tribuna nel luogo chiamato 'Lastricato' (in ebraico 'Gabbatà'). Era la vigilia della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse alla folla: - Ecco il vostro re! - Ma quelli gridarono: - A morte! A morte! Crocifiggilo! - Pilato disse: - Devo far morire in croce il vostro re? - I capi dei sacerdoti risposero: - Il nostro re è uno solo: l'imperatore.- Allora Pilato lasciò Gesù nelle loro mani perché fosse crocifisso. Allora le guardie presero Gesù e lo fecero andare fuori della città costringendolo a portare la croce sulle spalle; giunsero al posto chiamato 'Cranio', che in ebraico si dice 'Gòlgota'; e lo inchiodarono alla croce. Con lui crocifissero altri due, uno da una parte e uno dall'altra. Gesù era in mezzo. Pilato scrisse il cartello e lo fece mettere sulla croce. C'era scritto: 'Gesù di Nàzaret, il re dei Giudei'. Molti lessero il cartello, perché il posto dove avevano crocifisso Gesù era vicino a Gerusalemme, e il cartello era scritto in tre lingue: in ebraico, in latino e in greco. perciò i capi dei sacerdoti dissero a Pilato: - Non scrivere: Il re dei Giudei; scrivi che lui ha detto: Io sono il re dei Giudei. Ma Pilato rispose: - Basta; quello che ho scritto, ho scritto. Gv 15,9; 12-13 Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore... amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Mt 27, 51-52; 54 Allora il grande velo appeso nel Tempio si squarciò in due, da cima a fondo. La terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono e molti credenti tornarono in vita. …. L'ufficiale romano e gli altri soldati che con lui facevano la guardia a Gesù si accorsero del terremoto e di tutto quel che accadeva. Pieni di spavento, essi dissero: 'Quest'uomo era davvero Figlio di Dio!'. Lc 23,34 'Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno'. At 13, 7-29 Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi non hanno capito che Gesù era il Salvatore. Eppure, condannando Gesù, senza saperlo, hanno realizzato quelle profezie che si leggono ogni sabato. Non hanno trovato alcun motivo per poterlo condannare, ma hanno chiesto a Pilato di condannarlo a morte. Così, hanno portato a termine tutto quello che i profeti avevano scritto su Gesù. In seguito, qualcuno ha tolto Gesù dalla croce e lo ha messo in un sepolcro. Is 53,3-10 Noi l'abbiamo rifiutato e disprezzato; - come un uomo pieno di sofferenze - e di dolore. - Come uno che fa ribrezzo a guardarlo, - che non vale niente, - e non lo abbiamo tenuto in considerazione. - Eppure egli ha preso su di sé le nostre - malattie, - si è caricato delle nostre sofferenze, - e noi pensavamo che Dio - lo avesse castigato, percosso e umiliato. - Invece egli è stato ferito - per le nostre colpe, - è stato schiacciato per i nostri peccati. - Egli è stato punito, - e noi siamo stati salvati. - Egli è stato percosso, - e noi siamo guariti. - Noi tutti eravamo come pecore smarrite, - ognuno seguiva la sua strada. - Ma il Signore ha fatto pesare su di lui - le colpe di tutti noi.- Egli si è lasciato maltrattare, - senza opporsi e senza aprir bocca, - docile come un agnello - condotto al macello, - muto come una pecora davanti ai tosatori. - È stato arrestato, - giudicato e condannato, - ma chi si è preoccupato per lui? - È stato eliminato dal mondo dei vivi, - colpito a morte - per i peccati del suo popolo. - È stato sepolto con i criminali, - si è trovato con i ricchi nella tomba. - Eppure non aveva commesso alcun delitto, - non aveva ingannato nessuno. - Ma il Signore ha voluto castigarlo - e lo ha fatto soffrire. - Lui, suo servo, ha dato la vita - come un sacrificio per gli altri; - avrà discendenza e vivrà a lungo. - Realizzerà il progetto del Signore. Gv 10,11-18 Io sono il buon pastore. Il buon pastore è pronto a dare la vita per le sue pecore. Chi fa il guardiano solo per mestiere, quando vede venire il lupo, lascia le pecore e scappa, perché le pecore non sono sue. Così il lupo le rapisce e le disperde. Questo accade perché il guardiano non è pastore: lavora solo per denaro e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore: io conosco le mie pecore ed esse conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre. E per queste pecore io do la vita. Ho anche altre pecore, che non sono in questo recinto. Anche di quelle devo diventare pastore. Udranno la mia voce, e diventeranno un unico gregge con un solo pastore. Per questo il Padre mi ama, perché io offro la mia vita, e poi la riprendo. Nessuno me la toglie; sono io che la offro di mia volontà. Io ho il potere di offrirla e di riaverla: questo è il comando che il Padre mi ha dato'. 1. Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, veni Sancte Spiritus. (Vieni Santo Spirito , accendi il fuoco del tuo amore. Vieni Santo Spirito, vieni ...) 2. Oculi nostri ad Dominum Jesum, oculi nostri ad Dominum nostrum. (I nostri occhi al Signore Gesù, i nostri occhi a nostro Signore) 3. Domine Deus Filius Patris, dona nobis pacem. Domine Deus Filius Patris, miserere nobis. (Signore Dio Figlio del Padre, dona a noi la pace. Signore Dio Figlio del Padre, abbi misericordia di noi) 4. In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum, in manus tuas, Pater, commendo spiritum meum. (Nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito) 5. Per crucem et passionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. Per crucem et passionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. Per sanctam resurrectionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. (Con la tua croce e la tua passione. Liberaci Signore, ... Con la tua santa resurrezione. Liberaci Signore, ...) _ _ 1. Veni Sancte Spiritus, tui amoris ignem accende. Veni Sancte Spiritus, veni Sancte Spiritus. (Vieni Santo Spirito , accendi il fuoco del tuo amore. Vieni Santo Spirito, vieni ...) 2. Oculi nostri ad Dominum Jesum, oculi nostri ad Dominum nostrum. (I nostri occhi al Signore Gesù, i nostri occhi a nostro Signore) 3. Domine Deus Filius Patris, dona nobis pacem. Domine Deus Filius Patris, miserere nobis. (Signore Dio Figlio del Padre, dona a noi la pace. Signore Dio Figlio del Padre, abbi misericordia di noi) 4. In manus tuas, Pater, commendo spiritum meum, in manus tuas, Pater, commendo spiritum meum. (Nelle tue mani, Padre, consegno il mio spirito) 5. Per crucem et passionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. Per crucem et passionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. Per sanctam resurrectionem tuam. Libera nos Domine, libera nos Domine, libera nos Domine, Domine. (Con la tua croce e la tua passione. Liberaci Signore, ... Con la tua santa resurrezione. Liberaci Signore, ...)