La principessa di papà - Premio Letterario Santa Margherita

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La principessa di papà - Premio Letterario Santa Margherita
Caro papà,
E’ tanto tempo che non ci sentiamo, sono passati talmente tanti anni che forse non riesci neanche ad
immaginarti come sono diventata. Magari però ti stai domandando perché ti sto scrivendo, soprattutto,
perché proprio adesso. Sai , da poco sono tornata in Italia e qualche giorno fa sono stata alla tua vigna, là sui
colli fuori città. Mi sono fermata ad osservare come i lavoranti vi ci dedicassero con tutte le loro forze. Mi
sembra ieri, che da bambina delle elementari mi portavi a potare le viti insieme a te. Mi infilavi dei guanti
grandi come i tuoi e mi insegnavi ad usare le forbici. E quando veniva il momento di raccogliere i grappoli
d’uva, era una gioia per me. Finalmente la tua Chardonnay a Pergola Trentina dava i suoi frutti e sarebbe
arrivata l’ora della vendemmia. Mi facevi assaggiare il dolce mosto, fatto dal succo di quegli acini e poi,
giorno dopo giorno, seguivamo il corso della fermentazione. Ricordo ancora quando in Dicembre
stappavamo la prima bottiglia di vino del nuovo anno. Insieme alla mamma, cucinavamo tutti e tre il risotto
di mare, che dicevi sempre ci stava a pennello con il tuo vino bianco.
Mentre osservavo, poggiata al bagagliaio della mia Ford, quanto fosse cresciuta la vigna, mi è sembrato di
vederti. In sella alla tua moto a quattro ruote, salivi per il pendio che divideva un primo gruppo di filari più
anziani, da un secondo di più giovani. I tuoi capelli neri di una volta sono ingrigiti, ma la fisionomia è
sempre la stessa. Anche la voce. Che risuonava tra tutte le altre. Mi è sembrato mi parlasse.
Ti ho lasciato questa lettera nella buca della posta, al numero 74 di via San Giovanni, la tua bella villetta che
tutti ti invidiavano da giovane. Forse la stai tenendo in mano. Magari non sei neanche arrivato a leggere la
prima riga e hai strappato via questo foglio, appena hai capito che si trattava di me. O magari sei andato fino
in fondo per leggerlo, questo forse non lo saprò mai. Il fatto è che quando ti ho visto, mi è sembrato di fare
un tuffo nel passato. A quando ero la tua bella principessa, che ogni domenica a tavola doveva bere un quarto
del tuo bicchiere di Chardonnay. Ho vissuto per vent’anni in America e per me è sempre stato difficile
trovare tutte le tipologie di vino italiano, però ricordo benissimo quando per la prima volta invitai a cena un
mio amico, che si presentò con una bottiglia di Chardonnay Vigneti delle Dolomiti, per me fu un colpo al
cuore. Stavo cucinando proprio il nostro piatto preferito, tuo e mio, e quel vino era perfetto per
accompagnarlo. Forse è da quella sera che non smetto di pensarti. E’ da quella sera che ho una gran voglia di
parlarti. Ho provato a telefonarti miriadi di volte, ma quando la mamma veniva a rispondere, la voce mi
mancava sempre. E così desistevo, tornando alla mia vita. E tu, ci pensavi mai alla principessa di papà?
Adesso ti starai chiedendo cosa sono tornata a fare. Cosa voglio da te. Io da te non voglio nulla. Vent’anni fa
mi dicesti che se fossi uscita da casa tua non sarei più dovuta tornare, e io non l’ho fatto. Non sono venuta a
bussare alla tua porta. Per te è sempre stato assurdo pensare che io volessi fare l’attrice di Musical e che
sognassi Broadway, preferivi continuassi l’attività di famiglia, o che almeno scegliessi un lavoro normale,
ma io avevo in mente solo l’arte, perciò sono andata negli stati uniti a diciotto anni. Ti sembrerà strano, ma
io lì mi sono diplomata in canto, ballo e recitazione e ho lavorato con tantissimi personaggi di un certo
livello. Ho guadagnato abbastanza da potermi permettere una casa a due piani e assicurarmi una buona
pensione. Poi, ho deciso di investire alcuni soldi in un vigneto di Merlot in Veneto, nella zona di Lison-
Pramaggiore, per questo sono tornata. Altrimenti non sarei mai passata di qua, per non avere la tentazione di
venire a disturbarti. Ti ho deluso. Non sono più tua figlia. Non è vero? Oh papà, vorrei solo che tu non la
pensassi più così e che potessi essere fiero di me, della tua bambina.
Ma questo non accadrà mai. Tu sei più testardo di un mulo, come ha sempre detto mamma. Come avrai
immaginato, non ho bisogno di soldi, né di alcun tipo di aiuto, vorrei solo che tu passassi in Veneto, nella
mia cascina, ti ho lasciato l’indirizzo scritto sulla busta. Vorrei che tu e la mamma veniste da me. Io
cucinerei gli spaghetti con fagiolini e pomodori secchi e vi farei bere il mio Merlot Selva Maggiore. Sarebbe
come tornare bambina per me.
Se vorrai, io ti aspetterò per due settimane, fino all’ultimo spererò nella vostra presenza. Altrimenti, se non
verrete capirò, capirò che tra noi sarà finita per sempre. E io per sempre, la domenica, continuerò a cucinare
il tuo risotto di mare con i calamari, i gamberetti e le vongole fresche, come mi hai insegnato tu. E lo
bagnerò con il tuo Chardonnay Vigneti delle Dolomiti. Che resterà sempre il mio vino preferito, quello della
mia infanzia. Quello che ha il sapore della mia famiglia. E il profumo del tuo amore.
La principessa di papà