Etude pour la Sainteté SCHEDA ARTISTICA

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“Essere santi è perdere il controllo, rinunciare al peso, e il peso è
organizzare la propria dimensione. […] Chi non ha mai pensato
alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna”.
Carmelo Bene, Nostra Signora dei Turchi
“Per esperienza interiore intendo ciò che abitualmente vien
detta esperienza mistica […] E dico subito che essa non conduce
ad alcun posto tranquillo, ma in un luogo di smarrimento, di
non-senso”.
Georges Bataille, L’esperienza interiore
Etude pour la Sainteté
Danza, teatro e concerto
Scheda
Etude pour la Sainteté è un lavoro sullo smarrimento.
Sulla scorta delle suggestioni iconografiche emerse dagli archivi dell’ospedale Salpêtrière di Parigi - prigione, manicomio e
poi, nell’800, sede dei primi studi sull’isteria - Erika Di Crescenzo si avventura nei canali sotterranei e misteriosi dove si
incrociano e confondono erotismo ed estasi, misticismo e demenza, follia e beatitudine. Per perdersi in cerca di santità.
Era il 1881 quando uscì la prima edizione dei ritratti fotografici della Salpêtrière: i corpi scomposti, le pose innaturali, le mani
contorte, i volti deformati dei pazienti isterici del dottor Charcot sconvolsero l’intera società, e non solo quello scientifico.
L’abisso oscuro potenzialmente rivelato anche da un singolo gesto – incontrollato, osceno, quasi “alieno” - apriva una nuova
strada al teatro e alla rappresentazione dell’interiorità. Una strada che da Antonin Artaud (con il suo rifiuto della Parola a
teatro) porta fino a Pina Bausch o, più di recente, alla ricerca su corpo, malattia e follia condotta da un coreografo come
Alain Platel.
Certo, le influenze rintracciabili in un lavoro sul binomio santità-follia sono tante e potenti. Ma nel pozzo fondo della
Salpêtrière, Erika Di Crescenzo si cala portando con sé due guide in particolare: non per farsi luce e ritrovare l’uscita, ma per
aiutarsi a smarrirla.
Da una parte ci sono le riflessioni filosofiche di Georges Bataille, un pensiero spezzato, che sistematicamente si affaccia sul
baratro del non-senso e si ritrae, condannandosi all’incompiutezza: la dèpense, il “sacro spreco” o sacrificio, che comprende
anche la sfera dell’erotismo, è per Bataille l’unica via d’uscita alla dittatura dell’utile, verso un’intuizione di trascendenza.
Dall’altra parte c’è l’amato Carmelo Bene, con la sua aspirazione alla nolontà, alla dimenticanza di sé, a una mistica demenza
che, sola, può condurci fuori dalla sciagurata progettualità dell’esistenza verso una nuova innocenza.
Il sacrificio erotico di Bataille e l’ideale beniano di inettitudine, incarnato dalla figura del “santo idiota”, sono dunque le icone
a cui si rivolgono le preghiere della giovane novizia, donna-bambina oscenamente innocente. In scena, l’isteria diventa così
un’orazione senza parole in cui è il corpo, intermittente, messo a nudo, danzato e dichiarato come la più onesta offerta del
sé, a urlare il suo appello ad essere amato.
Etude pour la Sainteté nasce grazie a una borsa di studio del Festival Insoliti di Torino, che ha permesso a Erika Di Crescenzo
di partecipare, tra il 2009 ed il 2010, al Programma di Composizione e Ricerca Coreografica diretto da Myriam Gourfink
presso la Fondation Royaumont di Parigi.
Una prima versione del lavoro ha vinto il premio alla migliore coreografia “Cortoindanza 2010”, ricevendo un sostegno alla
produzione da parte del centro T.Off di Cagliari. Successivamente il lavoro si è sviluppato attraverso molteplici fasi di
residenze tra Francia, Svizzera e Italia assumendo la forma di un’opera- concerto che, nelle diverse versioni, si è avvalsa della
collaborazione di apprezzati musicisti internazionali: il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, il sassofonista Raffaele
Casarano, l’organista Marco Cortinovis, la cantante Anne Rodier, il sassofonista John Menoud, il chitarrista Evan Gardner, il
sassofonista e live electronics Gianni Denitto.
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“Sull’orlo della tomba danzava la sua commedia con una gioia
che le impediva di scorgere il baratro”.
Georges Bataille, L'Histoire de l'érotisme
Etude pour la Sainteté
Di Erika Di Crescenzo
regia e interprete principale Erika Di Crescenzo
composizione e interpretazione musicale al piano Marco Cortinovis
canto Anne Rodier
disegno luci: Gianni Melis
produzione: Cie La Bagarre (Torino), Centro Daiva Jyoti (Torino), Fondation Royaumont (Parigi),
Tersicorea T.Off (Cagliari)
collaborazione: Ass. Time in Jazz (Berchidda), Cie Jilles Jobin (Ginevra), Neopost Ahrrt (Ginevra),
Centre National de la Danse (Parigi), Officine Caos (Torino), Fondation Chateau de la Napoule
(Cannes), Festival Insoliti (Torino)
Durata 60 min.
Foto Andrea Macchia e Angelo Bellotti
Link Video Promo
1° Versione - Evan Gardner : http://www.youtube.com/watch?v=fP-QC-ggkgg
2° Versione - Evan Gardner + Anne Rodier : http://www.youtube.com/watch?v=0WD26C2fFJ8
3° Versione - John Menoud : http://www.youtube.com/watch?v=fNPGjiyZ7sU
4° Versione - Marco Cortinovis + Anne Rodier: http://www.youtube.com/watch?v=Mes6QkhY9pQ
5° Versione - Antonello Salis: http://www.youtube.com/watch?v=VVoRpgREYCM#t=57
http://www.youtube.com/watch?v=2nG85B3_coU#t=35
http://youtu.be/lhb-WbSz02w?list=UUkVTEVoeNMYnlaRbW2OHcRg
http://youtu.be/lhb-WbSz02w
7° Versione – video editing: http://youtu.be/qU3YM2te6nQ?list=UUkVTEVoeNMYnlaRbW2OHcRg
Link al Video della Versione Proposta
4° Versione - Marco Cortinovis + Anne Rodier: http://www.youtube.com/watch?v=Mes6QkhY9pQ
Contatti
Distribuzione
Cie La Bagarre
www.cielabagarre.com
Rebis Production
www.rebisproducton.com
Erika Di Crescenzo – 340 5434897 – [email protected]
Giorgia Marino – ufficio stampa – 340 6730113 – [email protected]
Rebis Production – distribuzione – 348 8962700 – [email protected]
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Voci
Su l’Ospedale La Salpêtrière
Erika Di Crescenzo affonda lo sguardo e la materialità del corpo dell’attrice in quell’inferno terreno che fu l’Ospedale della
Salpêtrière, dove furono ammassate dal XVII secolo, gli scarti del femminile. Da questo annientamento affiorava la potenza
dello scarto, una rinascita di tutto ciò che era stato represso e si facevano strada suoni, gesti, ribelli fremiti del corpo,
diaboliche convulsioni, sguardi pieni di un nuovo incanto. Lo scarto, il rifiuto, come in tanti rituali arcaici, prometteva una
nuova origine. Nel magma di questa materia, osceno e innocenza s’intrecciano al punto che le peccatrici condannate
all’inferno conquistano una più pura santità. Di Crescenzo, sprofondando in questo abisso di teatralità, sperimenta la fusione
di tutti i linguaggi del teatro, dal suono strumentale a quello del corpo e della voce, dal delicato ricamo di piccoli gesti alla
esplosione tumultuosa delle pulsioni dell’intero corpo, dalle sonorità del buio e del silenzio ai bagliori espressivi dei disegni
di luce. Costruisce così forme che hanno la veste dell’inaudito e la potenza del rigenerante.
Fernando Mastropasqua
Su Erika Di Crescenzo
Erika Di Crescenzo è una mattatrice naturale, dotata di una voce in bilico tra prosa attoriale d'antan e om mistico, e
corredata da una gestualità sospesa tra danza libera, epifanie eroiche e seduzioni giocose. La sua deflagrante potenza
inventiva ha generato, sin dall'inizio, effetti sconcertanti già a partire dai soggetti sociopolitici, tenuti insieme da filastrocche,
non-sense, tableaux vivants erotici e finte interviste a icone pop, come in The Fish, ideato per ETI-Spazi per la Danza
Contemporanea. Atipico anche il tema di Etude pour la Sainteté, in cui indaga i rapporti tra sessualità, isteria, estasi e
santità, con l'aiuto di baedeker qualificati come George Bataille e gli archivi sull'isteria della Salpêtrière di Parigi. In
quest'ultimo lavoro, di cui Di Crescenzo è regista, coreografa ed interprete solista, balza agli occhi la nuova normativa che
disciplina le sue intuizioni drammaturgiche convogliandole, in modo tenace e mirato, su un unico obbiettivo.
Claudia Allasia
Su Etude pour la Sainteté
Quando la piccola novizia dagli occhi inquieti (Erika) si toglie silenziosamente le mutandine per poi strozzarle in un nodo di
castità al di sopra della testa reclina, tutti noi “pubblico” dimentichiamo l’ipotesi “santifica” della serata e ci abbandoniamo
ad un latente erotismo in punta di piedi, figlio dell’insanità sociale frammista a quella mentale.
Erika Di Crescenzo duetta con la creazione. Estetica. Sonora. Coreografica. Mette una se stessa spudorata al centro d’una
leggiadria possibile, d’uno sberleffo accidentale, d’una gioia elastica. Canta e suona e danza come per caso, ma nello stesso
tempo, ci fa capire che tutto è lì per sua volontà. Per una scelta virtuosa: c’è ironia e immediatezza, in quello che fa. C’è
l’artigianato e il pop. La classicità dell’ ”adesso basta, si fa come piace a me!”. E piace anche a noi, quello che succede. Ciò
che vediamo e sentiamo. Ciò che intuiamo essere un modo di “tessere” lo stare in scena.
Michele Di Mauro
Erika Di Crescenzo in bilico tra sacro e profano
Incanta il nuovo lavoro di Erika Di Crescenzo, vista di recente da Klp anche a Ravenna per Ammutinamenti con "La Bagarre".
Incanta, in questo “Etude pour la Sainteté”, la capacità di portarci su quel limite sottile che separa follia e santità, con
leggerezza e sorrisi, con intensità e forza. La Di Crescenzo ci accompagna in un mondo di solare pazzia, dove solo il corpo
riesce ad esprimere il marasma interiore di paure e desideri. La parola non si trova, escono versi, suoni mozzati. Ma il corpo,
lui sì, sa cosa deve dire. Oggetto del lavoro è sì il corpo, santificato e nudo allo stesso tempo. Ma anche il dubbio che la
santità sia più carnale di quando siamo disposti a credere. “Etude pour la Sainteté”, un lavoro "eretico ed erotico alla
maniera di G. Bataille". La danza di Erika Di Crescenzo è diretta, senza mediazioni. Tanto da riportare a sensazioni
dell’adolescenza. Così in scena si ritrovano le contraddizioni di quell’universo femminile sconosciuto al mondo esterno. La
ricerca d’amore e il desiderio di trovare il proprio spazio. Follia e santità. Labile il confine. Ed "Etude pour la Sainteté" lo
conferma.
Silvia Limone – Krapp’s Last Post
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COMPAGNIA LA BAGARRE
La Compagnia La Bagarre opera nel campo della ricerca teatrale dal 2011, sotto la
direzione di Erika Di Crescenzo. Si avvale della collaborazione di numerosi professionisti
del teatro, della musica, della filosofia, della danza ed è promossa dal Centro Daiva Jyoti
– Studi Yoga, Ricerca Olistica e Arti Teatrali.
Cie La Bagarre >>> Il termine La Bagarre è un libero melange italofrancese tra Blague
(scherzo) e Guerre (guerra) che definisce "le botte da orbi in un clima di festa". Ironia,
grottesco e smarrimento del sé. La traduzione italiana del termine evoca la lotta
animata. Ma è anche la blague, la barzelletta. E soprattutto le botte, in un momento
dove tante se ne ricevono, ma altre si ha voglia di darne. La battaglia come habitat è
metafora del teatro come rovesciamento, crudeltà, oscenità, carnevale, illusione,
ribellione, risate, unica fede e molto altro.
Il campo di battaglia: “La Bagarre” è una ricerca in progress, che inizia nel 2011 con il solo per danzatrice e fisarmonica. “Il
poeta deve gettare il suo corpo nella lotta”, scrive Pasolini. “Abitare la battaglia è l’espressione che più mi riguarda”, scrive
Carmelo Bene. Nella battaglia si evoca un teatro feroce, osceno, rivoluzionario, in un immaginario personale votato alla
condivisione.
CV - ERIKA DI CRESCENZO:
Artista atipica e de-genere. Evita le etichette, perché i generi ama frequentarli tutti –
danza contemporanea, performance, improvvisazione, musica, prosa – distillandone poi
la propria personale via al teatro. Lavora come danzatrice e attrice per coreografi e
registi (Barbara Altissimo/Torino, Pietro Balla/Torino, Simonetta Pusceddu/Cagliari,
Marco Carniti/Roma, Lucie Eidenbenz/Ginevra), ma soprattutto è autrice e regista di se
stessa e degli attori, danzatori e musicisti con cui di volta in volta collabora.
Formatasi come danzatrice classica presso il Balletto Teatro di Torino, ha approfondito lo
studio della danza contemporanea e teatro in Italia, Francia e Svizzera con maestri come
Miryam Gourfink, Yann Marussich, Frey Faust, Ruth Zaporah, Simone Forti, Giovanni Di
Cicco, Raffaella Giordano, Alessandro Certini, Julien Hamilton, Judith Malina, Malou
Airaudo, Michele Di Mauro, Clode Coldì, Charlotte Zerbey, Francesco Burroni. Dal 2006 é direttrice artistica e insegnante di
teatro-danza presso il Centro Daiva Jyoti, sede di attività di ricerca e insegnamento nell’ambito dello Yoga, delle Discipline
Olistiche e delle Arti Teatrali. La formazione da danzatrice, gli studi universitari in antropologia e teatro, la pratica dello yoga
e l’esperienza in improvvisazione teatrale sono i tasselli di un percorso eterogeneo che approda, nel 2011, alla nascita di Cie
La Bagarre. Se negli anni passati Erika aveva già avuto modo di cimentarsi con la regia e la scrittura drammaturgica, con
Officina Tribalico o in progetti autonomi, mettendo in scena sue creazioni come Asfissia (2007), The Whale’s Rib Cage
(2008), Queenz (2008), The Fish (vincitore del bando Spazi per la Danza Contemporanea Piemonte 2009), è però con il solo
per danzatrice e fisarmonica La Bagarre, presentato nel 2010, che si delineano in modo più consapevole il suo peculiare
metodo creativo e la sua poetica. Ecco dunque che La Bagarre diventa il punto di svolta di una ricerca la cui matrice
fondamentale è l’utilizzo sinergico di corpo, voce e musica dal vivo, in uno scambio continuo e mutevole, mai cristallizzato
neanche al momento di andare in scena. Lo smarrimento è il nucleo tematico principale attorno a cui ruota la ricerca di Erika
negli ultimi anni. Smarrimento come esperienza mistica ed erotica (in Etude pour la Sainteté, ispirato agli studi sull’isteria
della Salpêtrière) o come dimenticanza di sé che prefigura la morte (in Per il Bene di Carmelo, dedicato all’amato Carmelo
Bene). Erotismo e morte, spinta vitale del desiderio e aspirazione all’annullamento di sé, disperata esuberanza e nichilismo
sono i termini di una feconda antitesi racchiusi nel concetto di smarrimento. Del resto è di un’intuitiva unione degli opposti
che si nutre la poetica di Erika Di Crescenzo: sacro-profano, santità-oscenità, innocenza-indecenza, armonia-deformità,
follia-beatitudine. Il tutto offerto – nel senso artaudiano del termine – attraverso il corpo: un corpo di danzatrice che,
nonostante la grande esperienza, non si mostra mai muscolare o “tecnico”, ma si concede quasi inerme a indicare una via di
conoscenza emotiva e intuitiva.
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CV MARCO CORTINOVIS:
(Bergamo) Marco Cortinovis è organista diplomato al Conservatorio Nazionale di Musica
di Bologna. Ha vinto il primo premio d’organo al Conservatorio Nazionale “G.
Frescobaldi” di Ferrara. Successivamente ha proseguito i propri studi con Frédéric
Desenclos al Conservatorio d' Orléans, dove ha vinto il primo premio regionale. Fa parte
del progetto di ricerca Voix Célestes, creato dalla Fondation Royaumont per la riscoperta
e la diffusione della musica sacra francese del XIX secolo. Come solista, ha partecipato a
numerosi festival in Italia e Francia. Come accompagnatore ha suonato con il rinomato
Coro Euridice di Bologna et con alcune formazioni corali sotto la direzione di Bernard
Tétu. E’ titolare della classe di organo scrittura musicale dell’ Accademia S.Cecilia di
Bergamo.
CV ANNE RODIER:
(Parigi) Anne Rodier è soprano lirico. Oltre a numerose medaglie d’oro in canto e musica
da camera, ha vinto diversi concorsi internazionali che le hanno aperto la via della
carriera lirica. Ha studiato con Mady Mesplé, Montserrat Caballé, Laura Sarti e Denise
Dupleix e si esibisce nel repertorio lirico sulle più grandi scene francesi (opéras de Paris,
Marseille, Rennes, Reims, Avignon, Massy, Besançon, Saint-Etienne, Lille) ed
internazionali (Thailandia, Cina, Giappone). Si interessa particolarmente alla musica
contemporanea ed è all’origine di creazioni mondiali diffuse in Francia ed all’estero.
Lo spettacolo è stato presentato nei seguenti luoghi:
FONDATION ROYAUMONT Parigi AGOSTO 2009 - OTTOBRE 2009 - DICEMBRE 2009 – MARZO 2010
Festival INSOLITI Torino DICEMBRE 2009
Festival CORTOINDANZA Cagliari – Vince il 1° premio nella versione di 10 minuti - GIUGNO 2010
CIE JILLES JOBIN Ginevra - LUGLIO 2010
Festival AMMUTINAMENTI ANTICORPI Ravenna - SETTEMBRE 2010
Festival LA BEQUEE Brest - OTTOBRE 2010
Residenza presso TIME IN JAZZ Berchidda - NOVEMBRE 2010
Festival INSOLITI Torino - DICEMBRE 2010
Festival SHORT TIME Berchidda - DICEMBRE 2010
NEO POST HARRT Ginevra - GENNAIO 2011
TIME IN JAZZ Berchidda - MAGGIO 2011
Festival OPERE SOMMERSE Cagliari - GIUGNO 2011
CND (Centro Nazionale della Danza) Parigi - GIUGNO 2011
FONDATION ROYAUMONT Parigi - GIUGNO 2011
FONDATION ROYAUMONT Parigi - OTTOBRE 2011
FONDATION LA NAPOULE Canne - OTTOBRE 2011
Festival TORINOSPIRITUALITA’ – SETTEMBRE 2011
Teatro CAVALLERIZZA REALE Torino – MAGGIO 2012
Teatro GARYBALDI Settimo Torinese – MAGGIO 2013
Festival MORENICA Chiaverano (To) – OTTOBRE 2013
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Scheda tecnica audio/luci
Spazio scenico :
il lavoro è adatto a teatri che presentano una scena ribassata (no palcoscenico all’italiana).
In caso di pavimenti non in perfette condizioni e necessario un tappeto di danza della grandezza della scena.
Generalmente non sono richieste quinte e fondali. Decidiamo in funzione dello spazio. Tenere a disposizione una quadratura
completa. Si richiede un pianoforte a coda.
N. 2 rocchetti movibili da traliccio tipo aliscaff (o alternative)
Audio :
amplificazione completa adeguata alla sala
N. 1 Mixer audio almeno 6cn + aux monitor
N. 2 DI, meglio attive
N. 2 monitor
N. 1 microfono per pianoforte
N. 1 sm58 con asta microfonica
Il musicista ha una postazione in mezzo al pubblico, generalmente in seconda fila centro-sinistra palco. Bisogna quindi fargli
arrivare 2 cn. L.R. bilanciati alla sua postazione
Necessita inoltre di un piccolo tavolo per computer ed effetti, adattato tra le sedie
Normalmente vengono inibiti 4 posti platea
Tutti i cablaggi adeguati al montaggio
Luci :
mixer luci manuale 24/48
Dimmer minimo 24cn. 2,5kw
N. 6 superlucciole 8 gradi 75w
N. 6/8 ETC zum 25/50 750w In alternativa 50gr. O 36gr. per spazi alti
N. 12 par 64/cp62 porta gel
N. 4 par 64/cp60 porta gel
N. 12 pc 1000w completi di bandiere e porta gel
N. 6 fondografi assimetrici (o alternative) in caso non si utilizzi la quadratura nera
N. 2 basette da terra per etc
N. 1 struttura per tagli danza 3 posizioni 2mt h.
Cablaggi necessari all’allestimento
Scala o trabatello per il montaggio
Elettricista responsabile per tutto il montaggio
Lo spazio dovrà essere libero da ingombri
È gradita un lavaggio palco alla fine dell’allestimento
Per qualsiasi informazione o chiarimento potete contattare:
Gianni Melis – 3493323435
Mail: [email protected]
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