cos`è l`agricoltura biologica

Transcript

cos`è l`agricoltura biologica
cos'è l'agricoltura biologica
home >> cos'è l'agricoltura biologica
COS'È L'AGRICOLTURA BIOLOGICA
01 - Origini ed evoluzioni dell’agricoltura biologica
02 - Cenni storici
03 - Rudolf Steiner e l’agricoltura biodinamica
04 - L’agricoltura organica di Sir Albert Howard
05 - Il metodo organico biologico di Rusch-Muller
06 - L’azienda biologica di Alfonzo Draghetti
07 - Il metodo Lamaire-Boucher
08 - L’agricoltura organico-minerale di F.Garofalo
09 - L’agricoltura naturale di Masanubu Fukuoka
10 - Permacoltura di Mollison e Holmegreen
11 - IFOAM
12 - L’agricoltura biologica dell’Unione Europea
Le produzioni biologiche sono le manifestazioni più evidenti di un nuovo modo di fare
agricoltura, più attento ai possibili effetti negativi sulla salute dell'uomo e sull'ambiente.
Possiamo definire l'agricoltura biologica come "quell'insieme di tecniche agronomiche
fondate sulle naturali interazioni tra organismi viventi, pedoclima e azione dell'uomo e
che escludono l'impiego di prodotti chimici di sintesi."
Si tratta di un sistema produttivo spesso assai sofisticato, che mette al primo posto non
la produzione fine a se stessa (produrre più possibile), ma la produttività nella
salvaguardia della salute dell'uomo e dell'ambiente in cui vive.
Nata ad inizio secolo più con connotati filosofici e ideali che come tecnica agronomica
a se stante, l'agricoltura biologica è passata in questi ultimi anni da fenomeno d'élite a
movimento di massa: sono sempre di più gli agricoltori che scelgono questo modello
produttivo per le loro aziende.
Non esiste un'unica scuola del biologico alla quale fare riferimento; le diverse
impostazioni, comunque, sono basate su una serie di criteri comuni.
Semplificando si può dire che nell’agricoltura biologica vigono i seguenti principi:
a) Rispettare l’equilibrio tra piante, insetti, funghi, animali, uomo ed ambiente.
b) La fertilità del suolo è mantenuta (o aumentata) mediante:
• adeguate rotazioni;
• uso di letame o altra sostanza organica;
• tecniche del sovescio, dell’inerbimento, delle lavorazioni minime o, comunque,
rispettose della vita del terreno;
• materiale compostato; ecc.
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (1 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
c) il controllo degli insetti dannosi è attuato con:
• coltivazione di cultivar resistenti;
• Ricorso ai naturali predatori dei fitofagi;
• Lancio di maschi sterili;
• Cattura massale;
• Confusione sessuale;
• Uso di batteri e virus letali per i parassiti;
• Impiego di insetticidi naturali;
• Utilizzo di estratti e macerati vegetali;
• Creazione di ambienti semi-naturali;
• Adeguate pratiche agronomiche (concimazioni, potature, ecc.).
d) il controllo dei parassiti vegetali è attuato con:
• Coltivazione di cultivar resistenti;
• Uso di sostanze naturali caratterizzate da bassissima o nulla tossicità verso l'uomo
(zolfo, rame, carbonato di calcio, propoli, ecc.);
• Adeguate pratiche agronomiche (forma d'allevamento, potature, ecc.).
e) il controllo delle infestanti avviene anche tramite:
• Lavorazioni del terreno adeguate; - Sfalcio in prefioritura;
• Pascolo;
• Pirodiserbo; - ecc.
Nella seconda metà di questo secolo, l'agricoltura ha subito mutamenti più profondi e
radicali di quanto non fosse avvenuto nei secoli precedenti.
La logica della massima produzione, le tecnologie sempre più sofisticate, la drastica
riduzione e spesso la scomparsa della civiltà rurale hanno determinato
l'industrializzazione dell'agricoltura.
È cresciuto così l'impatto ambientale e sociale dell'attività agricola, che era sempre
stata custode di equilibri biologici e culturali.
La drastica riduzione della sostanza organica, la riduzione dell'attività biologica ed il
progres-sivo isterilimento dei suoli,
l'erosione dei terreni declivi, l'abbassamento delle falde,
la quasi scomparsa delle varietà locali e della diversità biologica,
l'appiattimento del paesaggio, l'esplosione di nuove malattie sempre più virulente e
meno controllabili,
la subordinazione dell'agricoltura alle scelte dell'industria e del grande commercio,
l'espropriazione di una cultura e di conoscenze millenarie...
sono solo alcune delle conseguenze registrate in questi ultimi cinque decenni.
L'agricoltura biologica non è un'agricoltura di sostituzione, in cui al posto di un prodotto
chimico di sintesi si utilizza un prodotto naturale, ma è il tentativo di ristabilire equilibri
compromessi per dare un futuro alle nuove generazioni.
1) ORIGINI ED EVOLUZIONI DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA [top]
(elaborazione su testi di Lauretta Madotto)
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (2 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
2) Cenni storici [top]
Le origini storiche dell’agricoltura biologica risalgono all’inizio del secolo scorso,
quando iniziano ad emergere i primi problemi legati ad una diversa impostazione e
gestione dell’azienda agraria.
La nascita dell’industria chimica dei concimi, la meccanizzazione, l’utilizzo di sementi
selezionate, già allora posero in evidenza alcuni problemi legati all’impossibilità per
l’agricoltore di riutilizzare le proprie sementi, all’aumento delle malattie del bestiame tra
cui la sterilità, alla maggiore suscettibilità delle piante a diverse malattie, e in generale i
critici osservavano uno scadimento della qualità dei prodotti agricoli.
Su questi problemi a partire dagli anni ’20 si sviluppano alcuni teorie che cercano di
dare delle risposte alternative all’orientamento che l’agricoltura stava prendendo.
Lo sviluppo autonomo delle varie teorie, che presentano però diversi punti concordanti,
rende difficile se non impossibile individuare una origine univoca all’attuale concezione
dell’agricoltura biologica, permettendo al massimo di ricondurle a tre scuole di pensiero
principali.
La prima poggia sulle teorie antroposofiche dell’austriaco Rudolf Steiner, divulgate
negli anni venti in Germania e Svizzera, ha prevalentemente origine filosofica e ha
portato allo sviluppo dell’agricoltura biodinamica.
Il secondo filone è il più corposo e raccoglie il metodo “organico” di Howard e i sui
sviluppi, il metodo “organico biologico” di Muller, l’impostazione “fisiologica” di
Draghetti, il metodo Lamaire-Boucher di coltivazione dei cereali e il metodo “organicominerale” del professor Garofalo.
Una terza scuola di pensiero è orientata a recuperare l’armonia naturale e l’equilibrio
degli ambienti coltivati; si spinge più in là dei metodi citati in precedenza, poiché una
volta raggiunto l’equilibrio del sistema aziendale, non prevede interventi esterni
dell’uomo che non siano la raccolta dei prodotti.
A tale filone si possono ricondurre la concezione di Fukuoka e la permacoltura di
Mollison.
A parte vanno considerati i contributi di Haussmann e dell’ANOG che pur presentando
alcuni principi comuni all’agricoltura biologica, vanno ricondotti più propriamente ai
metodi contemplati dall’agricoltura integrata.
Tutti questi contributi, profondamente diversi nella soluzione applicativa identificata,
presentano una base interpretativa comune.
Innanzitutto la centralità del ruolo della sostanza organica nell’ambito della fertilità del
suolo, condizione per una buona sanità delle piante coltivate e della qualità dei prodotti
ottenuti.
Tutti ritenevano che il decadimento della qualità dei prodotti fosse strettamente
correlato all’utilizzo di fertilizzanti chimici.Tale decadimento qualitativo provocava una
più facile vulnerabilità alle malattie degli animali allevati con quegli alimenti e una
minore fecondità. Inoltre le piante coltivate risultavano più facilmente soggette a
malattie. Anche le qualità nutritive ed organolettiche dei prodotti destinati
all’alimentazione umana risultavano inferiori a quelle ottenute prima dell’introduzione
dei concimi chimici.
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (3 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
Oltre ad evidenziare il ruolo della sostanza organica, tutti questi metodi hanno in
comune la volontà di produrre alimenti di qualità elevata sia per l’uomo sia per gli
animali d’allevamento.
Comune e anche la critica alla specializzazione delle aziende agrarie, alla monocoltura
ed alla tecniche intensive di produzione.
Altro elemento comune è dato dalla volontà di svolgere una produzione agricola di
qualità in piena armonia con i ritmi naturali, nel rispetto dell’ambiente, evitandone il
degrado e l’inquinamento.
3) Rudolf Steiner e l’Agricoltura Biodinamica [top]
L’agricoltura biodinamica nasce nel 1924 e si basa sulle teorie di Rudolf Steiner,
fondatore dell’antroposofia.
Critico sulla moderna cultura scientifica, che dal secolo XVI in poi, privilegiando una
conoscenza della realtà astrattamente materiale aveva perso di vista la conoscenza
integrale, fatta anche da una conoscenza spirituale.
“Dall’antico passato ad oggi l’uomo ha guadagnato via via una chiarezza sempre
maggiore dei suoi sensi fisici e della sua conoscenza scientifica, chiudendosi sempre
più all’altra conoscenza, fino a dimenticarla del tutto, e a negarla rabbiosamente, una
volta perduta….E, strano a dirsi, con questa perdita, l’uomo è divenuto
temporaneamente anche maldestro nell’adempimento dei suoi compiti sociali (Steiner,
1932)[1].
La scienza ufficiale rinunciando a questa “conoscenza integrale della realtà” ha perso
per Steiner la capacità di proporre soluzioni idonee rispetto ai problemi che l’uomo si
trova ad affrontare. Qualsiasi attività umana deve tendere ad uno sviluppo armonico
che sia in grado di sviluppare l’elemento spirituale. Questo è possibile solo attraverso
una indagine spirituale.
Nell’introduzione alle conferenze sull’agricoltura tenute a Dornach il 20 giugno 1924
Steiner afferma:
“…si osserva proprio che ora sta degenerando non soltanto lo sviluppo morale
dell’umanità, ma anche l’operato dell’uomo nei riguardi della Terra e di tutto quanto
vive su di essa; tutto ha preso un carattere di rapida degenerazione…proprio
l’agricoltura quella che, sotto l’influsso della concezione materialistica, si è allontanata
dai principi razionali. Pochissimi sanno che nel corso degli ultimi decenni si è verificato
in agricoltura il fatto che tutti i prodotti di cui ci nutriamo stanno degenerando, e lo
fanno con un ritmo estremamente veloce” (Steiner, 1979)[2].
Steiner parte dalla concezione che tutto quanto esiste sulla terra è interconnesso con
quanto avviene nell’intero cosmo e quindi se non si conoscono e non si tiene conto di
queste interrelazioni è impossibile intervenire in maniera armonica ed efficace sulla
realtà.
In agricoltura quindi per Steiner non si può agire solo in funzione delle leggi biologiche,
ma bisogna andare oltre, considerando le forze, gli impulsi ed i principi organizzatori
che agiscono nelle sostanze e tra le sostanze .
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (4 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
La trattazione di Steiner ha uno scopo preciso, in polemica con quanto la scienza
agronomica si proponeva come indagine di studio, diceva:
“Oggi si indaga per trovare che cosa possa dimostrarsi produttivo per l’agricoltore, il
che significa in ultima analisi cercare dei metodi per rendere quantitativamente
abbondante e redditizia la produzione nella massima misura possibile. Di molto altro
non ci si occupa …. L’agricoltore sbarra gli occhi dalla meraviglia quando con qualche
accorgimento raggiunge un momentaneo grande successo, se vede delle enormi
patate, dei prodotti voluminosi, direi gonfi. Però egli non indaga “oltre”, pensa non sia
importante.
Invece è importante che i prodotti raggiungono l’uomo per aiutarlo il più possibile nella
sua esistenza. Si può coltivare frutta dall’aspetto bellissimo, sia nei campi sia nel
frutteto, ma l’uomo ne avrà soltanto un mero riempimento dello stomaco, non avrà
frutta che favorisca la sua esistenza interiore. Purtroppo oggi la scienza non è capace
di giungere fino al punto di dare all’uomo il miglior genere di nutrimento per il suo
organismo, perché essa non trova affatto la via che può condurre a questa
meta” (Steiner, 1979)[3].
Per raggiungere questo scopo Steiner sviluppa il suo pensiero nel ciclo di otto
conferenze pubblicate nel libro “Impulsi scientifici –Spirituali per il progresso
dell’agricoltura”.
Per Steiner innanzitutto l’azienda và considerata come un’entità “conchiusa” concepita
cioè come una specie di individualità a se stante inoltre è importante che l’azienda
ospiti al suo interno le stesse diversificazioni che si riscontrano nell’ambiente naturale:
“Si ottiene veramente molto per l’agricoltura ripartendo in modo giusto bosco,
piantagioni frutticole, arbusti e stagni con la loro naturale ricchezza di funghi, anche se
si debba per questo ridurre un poco l’area complessiva del terreno messo a coltura. In
ogni caso non è affatto economico sfruttare il terreno al punto che scompaia tutto
quanto ho nominato, con il pretesto puramente speculativo di una maggiore superficie
coltivabile. Quel che vi si può coltivare in più è dannoso in misura molto maggiore di
quello che può dare la superficie tolta alle altre attività. In un esercizio tanto legato alla
natura come una fattoria non è possibile trovarsi bene senza vedere nella giusta
prospettiva i nessi che mette in opera la natura stessa e le azioni reciproche in seno
all’economia naturale” (Steiner, 1979)[4].
Altro elemento è dato dall’importanza della concimazione che per Steiner ha lo scopo
non tanto di fornire elementi nutritivi ma quello soprattutto di conferire al terreno un
certo grado di vitalità e questo non è possibile farlo attraverso la concimazione
minerale.
”lo si può fare solo usando sostanza organica e portandola in una condizione tale da
farla agire organizzando e vivificando l’elemento solido della terra”[5].
Ne deriva l’importanza che in una azienda ha il patrimonio zootecnico che se
giustamente calcolato è in grado di produrre la giusta quantità di letame.
Steiner afferma “L’azienda è sana in quanto sia in grado di procurarsi il letame
attingendo al proprio patrimonio zootecnico” (Steiner, 1979)[6]; inoltre gli animali che
vivono in una determinata azienda nutrendosi di ciò che quella azienda produce
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (5 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
forniranno il letame più indicato per concimare il terreno su cui quella pianta cresce.
E’ per questo che Steiner afferma che
“il bisogno eventuale di utilizzare letame proveniente da un’altra azienda va
considerato come un medicamento per un’agricoltura già malata” (Steiner, 1979) [7].
E’ importante quando si parla di concimazione capire che non si tratta di aggiungere
solo sostanze di cui la pianta ha bisogno ma bisogna aggiungere anche “forze vitali”.
“Queste forze vitali” che sono più importanti che le sostanze come tali hanno lo scopo
di far assorbire alla pianta le sostanze che provengono dal cosmo ma devono essere
assorbite solo dopo che esse sono state irradiate dal cosmo al terreno.
Queste sostanze necessarie in quantità minime (diluizioni omeopatiche) ma di
fondamentale importanza potrebbero divenire indisponibili in quanto con una
concimazione irrazionale rendiamo la terra incapace di assorbire direttamente dal
cosmo queste sostanze, ed è per questo che nell’agricoltura biodinamica vengono
usati dei particolari preparati a base di fiori di achillea, fiori di camomilla, ortica,
corteccia di quercia, fiori di tarassaco e infiorescenze di valeriana, che aggiunti al
letame hanno lo scopo di regolare ed intensificare l’azione che il concime esercita sulla
vita del terreno.
Per l’accrescimento delle piante il principio cardine è che non si può comprendere la
vita delle piante senza considerare che tutto quanto esiste sulla Terra è soltanto un
riflesso di ciò che avviene nel cosmo.
Per Steiner l’influenza del cosmo sulla vita della terra avviene attraverso l’elemento
siliceo e l’elemento calcareo. Nell’elemento siliceo operano le forze di Saturno, Giove e
Marte; in quello calcareo operano Luna, Venere e Mercurio. L’azione cosmica di
Venere Mercurio e Luna attraverso l’elemento calcareo influenzano le parti deputate
alla riproduzione, mentre Marte, Giove e Saturno attraverso l’elemento siliceo
permettono che le sostanze nelle piante si trasformino in alimento per l’uomo e
l’animale.
E’ per questo che per Steiner
“l’abc per giudicare l’intero processo di accrescimento della pianta sta nel sapere
sempre riconoscere che cosa in esso è cosmico e che cosa è terrestre, nel come si
possa rendere un terreno atto a condensare in sé le forze cosmiche e a trattenerle
piuttosto nella radice o nelle foglie, oppure come si possa affinare tali forze cosmiche in
modo che arrivino fino ai fiori, colorandoli, oppure giungano fino ai frutti per
compenetrarli con un delicato sapore”[8].
La crescita delle piante, quindi, è influenzata dalle fasi lunari, dalla posizione della luna
rispetto alle costellazioni dello zodiaco e da altri ritmi cosmici; a seconda dell’organo
per cui la pianta viene coltivata c’è un periodo idoneo per eseguire le varie operazioni
colturali.
Sulle infestanti
“Il punto non è tanto giungere a una definizione dell’erbaccia, quanto di farsi un
concetto del come si possano eliminare da una certa zona le erbe che non vi si
vogliano…Dalla luna discende verso la pianta un’intensa e organizzatrice forza
cosmica, affinché esse vengano aiutate anche in relazione a quanto legato al seme; la
forza di crescita viene così intensificata fino a diventare forza di riproduzione” (Steiner,
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (6 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
1979)[9].
Quindi per Steiner è possibile sviluppare le forze antagoniste alla forza lunare
responsabili dello sviluppo delle infestanti.
Per far ciò basta raccogliere i semi delle piante che non si vogliono, si bruciano e le
ceneri cosi ottenute essendo un concentrato delle forze antagoniste alle lunari,
spargendole sul terreno anche se in modeste quantità sono in grado di inibire lo
sviluppo dell’erba indesiderata.
Stesso concetto viene applicato ai parassiti
4) L’Agricoltura Organica di Sir Albert Howard [top]
Il lavoro di Howard, ricercatore inglese, prese avvio da una serie di ricerche da lui
condotte in India volte a chiarire quali fossero le cause che stavano determinando, sia
per le piante coltivate che per gli animali, una maggiore suscettibilità agli attacchi
parassitari e alle malattie.
Da questa prima serie di esperimenti egli concluse che la causa della maggiore
suscettibilità delle piante e degli animali ad ammalarsi aveva una stretta correlazione
con la diminuita fertilità del suolo dovuta a tecniche colturali inadeguate e che avevano
provocato la distruzione di un equilibrio ecologico.
La seconda serie di esperimenti da lui effettuata riguardava lo studio delle nuove
varietà. Anche con questa nuova sperimentazione giunse alla conclusione che la
fertilità del suolo era il fattore determinante affinché queste nuove varietà potessero
estrinsecare appieno le proprie potenzialità.
Partendo da queste conclusioni lo studio di Howard si concentrò su quale fosse il
fondamento della fertilità del suolo e su quale fosse il sistema migliore per conservarla.
L’approccio di Howard aveva un taglio strettamente scientifico, ma era molto critico nei
confronti della metodologia che la ricerca scientifica aveva assunto in Occidente.
Venivano espresse perplessità sulla metodologia di sperimentazione in quanto Howard
riteneva che l’utilizzo di piccole parcelle faceva perdere di vista la complessità
dell’azienda agricola ed il legame con il bestiame.
Inoltre l’importanza crescente della chimica in agricoltura introduceva metodologie,
secondo Howard, inadatte allo studio delle piante in quanto la vitalità del terreno, la
salute degli animali e la qualità dei prodotti, sono parametri misurabili solo in parte.
Altra osservazione critica riguardava il fatto che le scienze agrarie si stavano
spezzettando in osservazioni specialistiche particolari, approfondendo l’indagine ma
restringendo il campo, facendo perdere di vista le relazioni che collegano ogni singolo
aspetto con il tutto, in sintesi si dimenticava la base ecologica delle scienze agrarie.
A sostegno di questa tesi veniva spesso citato il caso della patata, che in Gran
Bretagna diventava sempre più suscettibile agli attacchi di peronospora,
dell’Heterodera rostochiensis (oggi Globodera rostochiensis) e di vari virus. Il
fenomeno non si manifestava negli orti famigliari.
La ricerca britannica cercava di risolvere i problemi nei suoi singoli aspetti. Nessuno
secondo Howard cercava la causa del fenomeno nel suo complesso, dovuto
all’indebolimento causato dalla riduzione della sostanza organica nel terreno.
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (7 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
Infine Howard sosteneva che l’applicazione in un’azienda agraria di parametri
economici tendenti a valutare il profitto in ogni singola annata faceva perdere di vista
nel lungo periodo gli stessi risultati economici legati necessariamente alla fertilità del
suolo.
A suo avviso occorreva indirizzare l’agricoltura ad ottenere prodotti di qualità e non a
produrre sempre di più, a scapito della fertilità del suolo.
Dalla traduzione effettuata dalla Milenkovich (1990) nel libro “Origine e sviluppo
dell’agricoltura ecologica in Europa”[10] riporto due brani molto indicativi del pensiero
di Howard.
Sulla metodologia d’indagine:
”invece di spezzare l’oggetto della ricerca in parti tra loro separate e di fare ricerche nel
campo dell’agricoltura con i metodi analitici delle scienze matematiche e chimiche,
dovremmo impadronirci di una considerazione sintetica cercando di riconoscere il ciclo
naturale e non cucire insieme cose che non hanno relazione l’una con l’altra”.
Sulla fertilizzazione:
”La fertilità del suolo è uno stato che si origina dall’operare dei cicli naturali, cioè dal
regolare svolgimento dei cicli, dall’accettazione e dall’applicazione del primo
fondamento dell’agricoltura deve sempre esserci una perfetta compensazione tra i
processi di crescita e quelli di morte. La conseguenza di uno stato di armonia è un
terreno vivente, buoni raccolti di buona qualità e un patrimonio zootecnico sano. La
chiave per ottenere un suolo fertile ed un’agricoltura fiorente è l’humus”.
Haward, osservando i sistemi di coltivazione adottati in oriente, che avevano permesso
di mantenere inalterata per millenni la fertilità del suolo, concluse che per poter
intervenire correttamente occorreva imitare i processi che avvengono in natura, ove
sono sempre presenti gli animali e non esistono monoculture; inoltre il suolo è sempre
coperto di vegetazione e c’è sempre compensazione tra crescita e morte.
In oriente si era mantenuta per millenni la fertilità naturale grazie alla restituzione al
terreno di tutti i residui animali e vegetali in modo da favorire la formazione di humus.
La ricerca sulla fertilità del suolo effettuato presso l’istituto da lui fondato in India, portò
alla formulazione del processo di compostazione “Indore”: un procedimento di
compostazione dei residui organici,con lo scopo di migliorare la fertilità del suolo,
aumentare il contenuto in humus, migliorare la nutrizione delle piante che per Haward
è importante che avvenga indirettamente tramite la microflora del terreno e la simbiosi
con le micorrize piuttosto che con la somministrazione di concimi minerali.
Alle micorrizie, che per svilupparsi necessitano di un buon contenuto di humus,
Haward assegna un ruolo importante nell’influenzare uno sviluppo vigoroso delle
piante e una maggiore resistenza alle malattie.
Il metodo di compostazione Indore consisteva di diversi strati : il primo di residui
vegetali, il secondo formato da residui di stallatico, ricoperto da uno strato di terra
bagnata di liquame con ceneri per attivare il processo di decomposizione.
Il cumulo ripetendo i vari strati doveva raggiungere un’altezza di un metro e mezzo.
Andavano scavati nel cumulo tre solchi paralleli per favorire l’areazione, inoltre il
cumulo va sempre tenuto inumidito e dopo tre giorni inizia lo sviluppo di microrganismi,
quindi il cumulo va ribaltato e tenuto umido fino alla formazione del humus e solo allora
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (8 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
poteva essere portato in campo.
Lo scopo di questo sistema di compostazione non è solo di arricchire il terreno di
sostanze nutritive ma di arricchirlo di microrganismi.
5) Il Metodo organico biologico di Rusch-Muller [top]
Hans Muller, in Svizzera, a cavallo tra le due guerre volse il suo interesse alle piccole
aziende che le teorie economiche del tempo consideravano prossime all’estinzione,
fondando dapprima il movimento contadino nazionale e in seguito rivolse maggiore
attenzione ai problemi legati alla produzione per far sì che le piccole aziende non
venissero estromesse dal mercato.
Innanzitutto si pose il problema dell’ipofertilità del bestiame, arrivando alla conclusione
che la responsabilità era da imputare alla concimazione minerale delle foraggere.
Consigliò quindi di non effettuarla più ottenendo ottimi risultati. Il lavoro di Muller
poggiava sulle ricerche del dottor Rusch.
Dalle ricerche sull’attività dei microrganismi del suolo, Rusch arrivò ad elaborare
l’ipotesi secondo la quale le sostanze nutritive non verrebbero assorbite dalla pianta
solo sottoforma di ioni minerali, ma anche di macromolecole, e concluse che i
mediatori di questo assorbimento fossero i microrganismi. Tra i vari microrganismi del
terreno particolare importanza rivestivano i batteri dell’acido lattico che come alcune
ricerche microbiologiche avevano evidenziato erano presenti sia nel suolo che nella
pianta che nell’uomo.
Quindi per Rusch per tutelare la fertilità del suolo andavano nutriti e stimolati i
microrganismi e questo poteva essere fatto solo con la concimazione organica. Inoltre
ricavò la convinzione che per misurare la fertilità del suolo non era sufficiente un’analisi
quantitativa ma era necessaria un’analisi qualitativa.
Il test utilizzato per valutare la fertilità del terreno, è suddiviso in due parti, una
qualitativa che determina l’intensità dell’attività microbica ed una qualitativa che
esamina il tipo di microrganismi presenti.
La prima parte permette previsioni sulle rese, la seconda permette previsioni sulla
qualità dei prodotti ottenuti.
La qualità biologica del suolo è quindi direttamente correlata con il contenuto in batteri
lattici.
Da questo test derivarono alcune indicazioni pratiche per gli agricoltori, come l’utilizzo
dei residui vegetali e animali senza precedente compostazione; i residui venivano
portati in campo per fargli subire una compostazione sulla superficie del suolo.
Questo sistema detto anche di compostazione superficiale si differenzia dalla maggior
parte dei metodi biologici, e scaturisce dall’osservazione che se il letame è
immagazzinato e compostato a temperature superiori ai 20° gradi, perde valore
fertilizzante.
Altre pratiche, che scaturiscono dalla base microbiologiche del metodo Rusch-Muller,
riguardano le lavorazioni del terreno che devono essere superficiali per non alterarne il
profilo, e l’utilizzo di “humus ferment” cioè di una coltura di batteri del suolo e sostanze
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (9 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
nutritive destinata a stimolare la vitalità del terreno e la radicazione delle piantine,
inoltre viene utilizzato per la concia biologica del materiale di propagazione.
6) L’Azienda Biologica di Alfonso Draghetti [top]
Il contributo dato da Alfonso Draghetti, esplicitato nel 1948 con la pubblicazione di
“Principi di fisiologia dell’azienda agraria”, partono dalla necessità di ridefinire il compito
delle scienze agrarie e dell’agronomo.
Critico verso la metodologia imperante, che ha perso di vista l’organismo aziendale nel
suo complesso, e della ricerca, che analizza gli elementi aziendali indipendentemente
uno dall’altro rivolta soprattutto alla produzione economica, Draghetti individua la causa
di ciò soprattutto nella scoperta dei concimi e del motore, che furono ritenuti il segnale
della definitiva emancipazione della tradizionale agricoltura, nell’agricoltura industriale
e del superamento delle leggi biologiche per una produzione libera e illimitata,
attraverso mezzi di produzione artificiali. Questa concezione ha portato ad una azienda
economica che preferisce usare mezzi di produzione artificiali, più onerosi, in
sostituzione di quelli biologici e naturali in gran parte gratuiti.
Draghetti ripercorrendo l’evoluzione dell’agricoltura individua tre tipologie di azienda
agraria:
- l’azienda agraria come “organizzazione di sfruttamento delle risorse naturali e
gratuite” che traduce in prodotti mercantili la ricchezza naturale della terra. E’ l’azienda
tipica delle prime fasi di colonizzazione di paesi ricchi di risorse naturali ma che come
tale non dura nel tempo.
- L’azienda come “organizzazione di trasformazione del lavoro intensivo e dei concimi
chimici d’importazione” dove vengono trascurate le risorse chimiche del terreno. Per
Draghetti questa è un’agricoltura poco informata delle leggi biologiche della fertilità,
persegue un indirizzo mineralista, più o meno larvato, avvalendosi della fertilità
naturale come acquisizione quasi soltanto spontanea”. Draghetti prosegue “Si devono
indubbiamente riconoscere a questo tipo di azienda i grandissimi progressi dell’ultimo
secolo, chiamato, appunto perché fondato sulle macchine e sui concimi minerali,
secolo della meccanica e della chimica. Ma non meno grandi i difetti che le vanno
riconosciuti, per la creazione di organismi esageratamente sensibili alle crisi di
disponibilità dei concimi, delle macchine e dei carburanti, come l’ultima guerra ha
dimostrato, con il rapido e fatale declino della produzione, nei paesi più caratteristici di
questa agricoltura, al primo verificarsi di avvenimenti contrari.
- L’azienda come “vero e proprio organismo biologicamente autoctono, che richiede
soltanto la restituzione di quanto si esporta con la produzione mercantile”, e la via che
deve seguire la restituzione non è quella diretta del terreno, ma quella indiretta della
materia organica circolante (Draghetti, 1948)[11].
E’ questa l’azienda che Draghetti definisce biologica che “cessa di essere un
meccanismo trasformatore di materie prime, con basso rendimento in prodotti
mercantili, per assumere l’organizzazione perfetta di una vera entità simbiotica e
vitale” (Draghetti, 1948).
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (10 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
Da questa concezione deriva che l’azienda agraria per Draghetti non va considerata
esclusivamente come un terreno da coltivare a seconda delle indicazioni del mercato,
ma va considerata come un
“organismo da allevare o, eventualmente da sanare nel presupposto fondamentale di
raggiungere la normalità, non di una o di poche ma di tutte le sue funzioni” (Draghetti,
1948)[12].
A tale scopo, lo strumento di analisi è la fisiologia agraria, che ci permette di studiare
l’azienda agraria nel suo complesso organizzativo che include tutti i suoi elementi
(terreno, piante animali, concimi microrganismi macchine, uomo) al contrario, studiati in
genere in singole discipline separate come fattori singoli e indipendenti.
Per Draghetti nella azienda agraria biologica la vera essenza dell’azienda è
rappresentata dalla sostanza organica, sia come materia vivente e rigenerativa
rappresentata dalle piante, sia come materia morta costitutiva rappresentata
dall’apparato digestivo-nutritivo del terreno.
Accanto a questi sistemi si colloca il sistema elaboratore dato dagli animali che
trasformano la materia organica viva in materia organica morta.
L’azienda al pari di un individuo è provvisto di un sistema produttivo e uno circolatorio.
Il sistema circolatorio a sua volta è suddiviso in piccola circolazione rappresentata dalla
sostanza organica che cade direttamente sul terreno sotto forma di foglie, rami ecc., e
da una grande circolazione, determinata dall’apparato digerente degli animali, che
apporta sostanza organica tramite le feci.
Nell’azienda progredita di Draghetti, alla piccola circolazione è demandata soprattutto
la funzione di nutrire i microrganismi mineralizzatori, mentre la grande circolazione
riveste il ruolo di generatore di materia organica specificatamente umogena capace di
restaurare innanzitutto il tessuto connettivo della fertilità del terreno. L’humus che
deriva dalla piccola circolazione è in prevalenza humus nutritivo, l’humus che deriva
dalla grande circolazione è un humus durevole che oltre ad assolvere la funzione
nutritiva ha una decisa influenza sull’ambiente chimico-fisico del terreno.
Per Draghetti, una corretta gestione dell’azienda agraria presuppone la conoscenza:
- dell’organo della fertilità del terreno, che da una parte dovrà adempiere alla sua
funzione di digestione delle riserve minerali insolubili del terreno fondamentale,
assimilandole nella massa organica e microbica, dall’altra adempire alla sua funzione
di nutrizione mediante la mineralizzazione della sostanza organica.
- del sistema generatore della materia organica, ossia delle coltura agrarie non sotto
l’aspetto economico ma sotto il più importante aspetto fisiologico (Draghetti, 1948)[13].
A seconda della funzione nella circolazione aziendale vengono distinte le:
• colture umogene specifiche, quelle colture capaci di alimentare sia la piccola
circolazione, con una quantità notevole di residui organici integri capaci di alimentare
una microflora molto numerosa, sia la grande circolazione con la loro produzione
foraggera che attraverso la trasformazione subita in stalla costituiscono la parte
preponderante dell’humus nutritivo, grazie al loro alto contenuto di sostanze azotate e
principi minerali nutritivi. Queste colture fondamentali per la fertilità aziendale devono
avvicendarsi su tutti gli appezzamenti dell’azienda mentre il letame da loro derivato
viene utilizzato seguendo le rotazioni colturali.
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (11 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
• colture umogene funzionali sono rappresentate da quelle colture i cui residui in
presenza della stalla vengono trasformati in letame (es. cereali da granella). Le colture
umogene funzionali hanno soprattutto il compito di arricchire la circolazione di materie
cellulosiche e lignificate e sono responsabili della produzione di humus durevole.
• colture umocarenti sono invece le colture il cui contributo alla circolazione della
materia organica è minimo o nullo. Per Draghetti queste sono in genere le coltivazioni
considerate miglioratrici così definite non in funzione della
loro influenza fisiologica ma in funzione della fertilità residua che lasciano sul terreno
grazie a grosse anticipazioni da loro ricevute con la pratica colturale e non interamente
utilizzate (Draghetti,1948)[14].
L’alternanza dei primi due gruppi di colture, contribuiscono in maniera diversa alla
circolazione della fertilità aziendale (produzione di humus durevole e di humus
nutritivo) e diviene il presupposto indispensabile per ottenere una fertilità generale
dell’azienda biologica.
Il terzo gruppo di colture entra nelle rotazioni dell’azienda di Draghetti con il compito di
regolare e moderare l’influenza dei due gruppi visti precedentemente.
Un utilizzo corretto dell’avvicendamento e delle rotazioni colturali unite alla presenza
dell’allevamento del bestiame e quindi della presenza della stalla sono gli elementi
indispensabili per l’evoluzione dell’organismo aziendale dal tipo primitivo dominato
dalla piccola circolazione al tipo progredito in cui sulla piccola circolazione predomina
la grande circolazione.
La mancanza della stalla, e quindi della grande circolazione, è per Draghetti un forma
aziendale “aberrante” incapace di imprimere quella perennità propria delle aziende
complete
7) Il metodo Lamaire-Boucher [top]
Lamaire (1884-1972) si occupò all’inizio della qualità del grano e intraprese un’attività
di selezione ritenendo che il grano prodotto in Francia, all’inizio del secolo, fosse un
grano di mediocre qualità.
Inoltre studiò l’applicazione della concimazione del magnesio al frumento. I suoi studi
presto lo portarono a collaborare con il dottor Boucher, studioso dell’humus.
Identificarono così in un alga oceanica il Lithotamnium calcareum, un potenziale
fertilizzante da utilizzare in alternativa ai concimi chimici e ai pesticidi che in quegli anni
si diffondevano e che per i due studiosi erano responsabili dell’alterazione
dell’equilibrio delle piante coltivate nonché della diminuzione della fertilità del suolo e
del scadimento della qualità dei prodotti.
Questa scoperta portò i due ricercatori ad elaborare in seguito una serie di principi
generali per un metodo di agricoltura biologica .
Nacque così nel 1959 il metodo Lamaire-Boucher. L’equilibrio delle aziende coltivate
con questo sistema si ottiene utilizzando concimi organici compostati a cui si aggiunge
sempre il Camagol H: una farina ottenuta dalla macinazione del Lithotamnium
calcareum che ha lo scopo di equilibrare il letame. favorire l’assorbimento dell’urea e lo
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (12 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
sviluppo della flora microbica.
Al Lithothamnium calcareum, la cui composizione risulta ricca soprattutto in carbonato
di calcio, carbonato di magnesio e di microelementi, viene inoltre riconosciuta la
funzione di sostanza attivante di quel processo, ipotizzato da L. Kevran, in cui in
particolari processi vitali si verificherebbero delle trasmutazioni da un elemento ad un
altro.
Il Camagol H, insieme altre sostanze naturali, viene anche utilizzato per la difesa delle
piante.
Il sistema di Lamaire-Boucher si caratterizza inoltre per l’utilizzo, in sostituzione
dell’aratro nelle lavorazioni, di un coltivatore, denominato Actisol, che a differenza
dell’aratura non inverte gli strati di terreno.
La sua funzione di smuovere e arieggiare il terreno viene ottenuta con lavorazioni non
superiori a 25 cm.
8) L’agricoltura organico-minerale di F. Garofalo [top]
Nel 1969 nasce in Italia, l’Associazione Suolo e Salute, di cui l’ispiratore principale fu il
professore Francesco Garofalo, docente di fitoiatria dell’Università di Torino.
Prendendo spunto sia da alcune pratiche proposte da Draghetti, proponendo come
concimazione la sostanza organica integrata con concimi minerali durante la
maturazione delle composte, che dal metodo Lamaire-Boucher, utilizzando il
Litothamnium come integratore, Garofalo arrivò alla definizione del metodo di
agricoltura organico-minerale.
Le pratiche del disciplinare di produzione, nel caso della concimazione, prevedevano in
via preliminare un’analisi del terreno per verificare la quantità di sostanza organica, di
anidride fosforica e ossido di potassio assimilabili, nonché la reazione del terreno (pH),
come base per l’organizzazione produttiva aziendale. Il fondamento della
concimazione è la sostanza organica ritenendo che la quantità di humus sia l’elemento
indispensabile per una fertilità durevole.
I metodi di controllo delle erbe infestanti si basano su rotazioni equilibrate,
consociazioni colturali e pacciamatura con segatura, paglia, torba. Inoltre viene
consigliato l’utilizzo di trifoglio repens, specie nelle colture arboree dove offre un effetto
pacciamante e fertilizzante dovuto ai rizobi.
La difesa delle colture dai parassiti vegetali ed animali si attua con sostanze o preparati
di origine vegetale e di prodotti ammessi come il verderame e zolfo bagnabile. Sono
esclusi i prodotti tossici e gli antiparassitari di sintesi come fosforganici e
ditiocarbammati.
La misura dell’acido ascorbico, prodotto dai microrganismi del terreno, all’interno dei
tessuti vegetali (parenchima clorofilliano), nell’esocarpo e nell’endocarpo dei frutti, è il
parametro utilizzato come indice di un terreno contenente microflora attiva, quindi di un
suolo in salute.
9) L’agricoltura naturale di Masanubu Fukuoka [top]
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (13 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
M. Fukuoka, nasce nel 1913, in un piccolo villaggio agricolo dell’isola di Shikoku, nel
sud del Giappone,e studia microbiologia come fitopatologo.
All’età di venticinque anni, come lui stesso dice nell’introduzione del libro “La fattoria
biologica”(Fukuoka, 1992)[15], si rende conto che gli uomini non erano più realmente
umani e che la natura non era più realmente naturale.
Questa consapevolezza lo porta a mettere in discussione tutto quanto ha studiato e
con esso il sistema agricolo della società industriale.
Secondo Fukuoka si è perso negli ultimi anni il vero ruolo dell’agricoltura che non può
essere ricondotto al solo produrre cibo ma deve essere una attività volta soprattutto ad
avvicinare l’uomo alla natura e quindi contribuire ad elevarlo spiritualmente.
Fukuoka fa una critica molto articolata all’agricoltura industriale e alle basi scientifiche
ed economiche che la sostengono.
Critico verso le conoscenze scientifiche che ci danno l’illusione di conoscere la natura
senza considerare che una conoscenza di singoli aspetti finisce per far perdere di vista
il significato del tutto, portandoci ad azioni che servono solo a distruggere la natura.
“Quel biosistema vivente e olistico che è la natura non può essere sezionato,
scomposto in più parti. Una volta frazionato muore; o piuttosto, coloro che studiano un
frammento di natura, studiano qualcosa che è morto…
L’uomo commette un grave errore quando raccoglie dati e trae conclusioni
frammentarie da una natura morta e smembrata e afferma di “conoscere”, “usare”, o
“conquistare” la natura…L’uomo usa un metodo sbagliato per comprenderla…
dobbiamo perciò renderci conto dell’insignificanza della conoscenza e della azione
umana, e cominciare ad afferrare il loro senso di inutilità e di futilità” (Fukuoka, 1992).
[16]
L’agricoltura industriale secondo Fukuoka non è servita né a produrre più cibo né a
rendere più stabile la vita degli agricoltori né a migliorare la qualità del cibo.
In compenso ha sempre di più reso l’attività agricola forte consumatrice di energia,
aumentato i costi di produzione distruggendo la fertilità naturale della terra, peggiorato
la qualità degli alimenti.
Gli economisti che sostengono la teoria della divisione internazionale del lavoro hanno
stabilito sia cosa è giusto che si coltivi sia quale sia il giusto prezzo delle derrate
alimentari. Il contadino è comunque espropriato di tutte le decisioni; non decide né
cosa coltivare né il prezzo dei mezzi di produzione.
a questo modo di agire la natura risponde con la propria morte.
Su come viene deciso cosa produrre Fukuoka scrive:
“...la produzione del raccolto nell’ambito dell’ecosistema non è un problema che può
essere risolto da un bollettino amministrativo” (Fukuoka, 1992).[17]
Fukuoka nella sua analisi distingue tre tipi di agricoltura.
- Agricoltura naturale Mahayana (agricoltura naturale pura): E’ una agricoltura che si
basa esclusivamente sulle forze e sulle risorse naturali. In questa agricoltura l’uomo
mette se stesso al servizio della natura, ne diventa un tutt’uno. In termini olistici questa
agricoltura è sempre superiore all’agricoltura scientifica e all’agricoltura naturale
organica. L’agricoltura naturale pura e l’agricoltura scientifica non sono nemmeno
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (14 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
paragonabili in quanto una è un’agricoltura perfetta l’altra è un’agricoltura che si basa
sulle conoscenze umane e quindi sempre assai limitate.
- Agricoltura naturale Hinayana (agricoltura naturale organica) Questa agricoltura
appartiene alla stesso mondo dell’agricoltura scientifica in quanto entrambe vengono
verificate da un conoscenza analitica. “Le due fondamentalmente differiscono e sono
diametralmente opposte nella percezione del pensiero e nella direzione della ricerca”.
Mentre l’agricoltura naturale organica (Hinayia) cerca “di eliminare le conoscenze e
l’azione umana per dedicarsi al maggior uso possibile delle sole forze della natura.
L’agricoltura scientifica “usa i poteri della natura e aggiunge le conoscenze le azioni
umane nello sforzo di creare un modo superiore di coltivare. Secondo Fukuoka
l’agricoltura scientifica eccelle in condizioni innaturali create dall’uomo. In condizioni
naturali l’agricoltura naturale organica Hinayana darà risultati altrettanto buoni se non
superiori.
- L’agricoltura scientifica pratica costantemente l’innaturale senza la minima
preoccupazione. L’innaturalezza dell’agricoltura scientifica conduce direttamente
all’incompletezza, e per questo che i suoi risultati sono sempre distorti o, tutt’al più,
solo di utilità locale (Fukuoka, 1992)[18].
Il metodo di coltivazione naturale proposto da Fukuoka si basa su quattro principi
fondamentali di seguito riportati.
Non Arare in quanto la terra si lavora da sola grazie alle radici, all’attività dei
microrganismi, dei lombrichi. La lavorazione della terra destruttura il terreno e,
rendendo le particelle sempre più piccole, finisce per indurire il suolo e ottenere il
risultato contrario allo scopo che ci si era prefissati che era quello di aumentare la
porosità e con essa il contenuto di aria e di acqua.
“Non c’è bisogno di arare o migliorare un terreno perché la natura sta lavorando per
esso con i propri metodi da migliaia di anni. L’uomo ha legato le mani alla natura e ha
preso le redini dell’aratro. Ma si tratta sempre di una mera imitazione della
natura” (Fukuoka, 1992)[19].
Non fertilizzare Le piante dipendono dal terreno per crescere e se il terreno viene
lasciato a se stesso è in grado di conservare la propria fertilità grazie ai cicli che in
essa si compiono.Il terreno pullula di vita l’utilizzo dei fertilizzanti chimici interferisce
con questo sistema. I fertilizzanti provocano una crescita accelerata dei raccolti ma nel
contempo diminuiscono la resistenza delle piante rendendole incapaci di affrontare
eventuali ostacoli che incontreranno nel loro sviluppo. Inoltre è ormai dimostrato che
molto del concime chimico non viene utilizzato dalle piante. A questo proposito
Fukuoka porta l’esempio della concimazione con solfato di ammonio nelle risaie
giapponesi, in cui il 30% viene denitrificato ad opera dei microrganismi del terreno e
disperso nell’atmosfera. Inoltre più del 70% dei fertilizzanti, come il solfato ammonico, il
perfofato e il solfato di potassio, sono composti da acido solforico, che una volta in
soluzione rendendo acidi i terreni, danneggiando e uccidendo i microrganismi del suolo.
La concimazione, inoltre, che interessa solo un numero limitato di elementi ha reso
carente il terreno di molti oligoelementi che sempre più spesso vengono individuati
come responsabili della scarsità dei raccolti.
“Aggiungere una quantità elevata di un fertilizzante rende un altro fertilizzante
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (15 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
inefficace. Quando gli scienziati si metteranno seriamente a studiare queste relazioni,
allora potremmo essere certi di evitare errori terribili” (Fukuoka, 1992)[20].
Per poter coltivare senza l’ausilio di fertilizzanti con successo è necessario che i campi
non vengano né arati né sarchiati. E’ importante osservare la natura per creare degli
ambienti di coltivazione che il più possibile si avvicinino a questo sistema. Nel sistema
proposto da Fukuoka la restituzione di quanto viene tolto con l’asportazione dei raccolti
deve avvenire con avvicendamento delle colture, con lo spargimento sul terreno dei
residui colturali e con i residui animali conseguenza dell’allevamento allo stato libero
delle varie specie.
Non sarchire né con le macchine né con i diserbanti. In natura non esistono erbacce.
Queste piante svolgono un ruolo fondamentale nella fertilità del suolo e nell’equilibrio
dell’ecostistema. Qualora la presenza di alcune pinte interferisca con il corretto
svolgimento di alcune operazioni più che eliminare le erbe indesiderate si può,
utilizzando le diverse proprietà delle piante, sostituirle con altri tipi di piante. In questa
concezione il calendario delle semine è il miglior modo naturale di controllo delle erbe
indesiderate: se il terreno è sempre coperto da vegetazione queste piante non hanno
modo di svilupparsi.
Non usare pesticidi. La natura, lasciata operare in libertà crea un saldo equilibrio in cui
la presenza di insetti e malattie non assume mai proporzioni preoccupanti. Questo
unito a coltivazioni sane e robuste consente di ridurre al minimo le perdite dei raccolti a
causa di malattie e insetti.
Fukuoka partendo da questi quattro principi propone tutta una serie di accorgimenti su
come gestire una fattoria naturale.
Citandone qui solo alcuni:
La presenza di una fascia boschiva che dovrebbe essere utilizzata come fonte diretta o
indiretta di fertilizzanti organici.
L’importanza di una fascia frangivento, perché offre protezione contro i danni provocati
dal vento, mantiene la fertilità del suolo, migliora l’ambiente. Gli alberi che vanno
utilizzati a questo scopo sono in genere ad accrescimento rapido.
Il ruolo centrale dell’associazione e della successione delle colture nello spazio e nel
tempo, che porta, in una fattoria naturale, a che gli alberi da frutto, gli ortaggi, i cereali
e le altre produzioni a incidere permanentemente sulla terra, conservando la fertilità del
suolo.
Per impiantare un frutteto non servono lavori di dissodamento e livellamento visto che
hanno per lo più lo scopo di dare una configurazione ai campi tale da consentire la
meccanizzazione delle operazioni di spargimento dei fertilizzanti e dei pesticidi.
Nella coltivazione naturale l’unica importante operazione consiste nella raccolta dei
frutti. Non andrebbe mai piantato un frutteto specializzato. Andrebbero piantati alberi
decidui, insieme ad alberi sempreverdi e alberi da sovescio come l’acacia, che produce
fertilizzante azotato o altre specie che servono ad arricchire il terreno di altri elementi.
Inoltre il sottobosco deve sempre essere coperto da leguminose da sovescio o da altre
erbe che arricchiscono il terreno. Si possono inoltre coltivare foraggere e all’interno del
frutteto può trovare spazio un orto, inoltre si può consentire al bestiame e pollame di
pascolare liberamente nel terreno. Non dovendo più effettuare operazioni meccaniche
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (16 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
la potatura non è più necessaria, ma per poter far ciò l’importante è far crescere
naturalmente l’albero fin dall’inizio, perchè se la forma dell’albero viene alterata, allora
diventerà indispensabile una potatura sempre più complessa.
L’allevamento animale in una fattoria naturale ha la forma del libero pascolo.
A differenza dei metodi precedenti, in Fukuoka non si rileva alcuna importanza
attribuita al letame circa il mantenimento della fertilità del suolo.
10) La Permacoltura di Mollison e Holmegreen [top]
Alla fine degli anni 70 due australiani, Bill Mollison e Dave Holmegreen, elaborano una
metodologia molto vicina alle concezioni di Fukuoka.
L’obiettivo di questo metodo è quello di instaurare un sistema di agricoltura permanete
in cui siano ridotte al minimo le operazioni colturali di semina, lavorazioni e
concimazioni. Ciò è possibile, solo dopo aver raggiunto un meccanismo di
autoregolazione, quindi in ambienti scarsamente contaminati da metodi intensivi di
produzione.
Si tratta di un vero e proprio sistema coltivato per il quale occorre ricreare un sistema
che sia vicino a quello naturale e che consenta uno sfruttamento ottimale delle
sostanze nutritive, dell’acqua, del suolo e della luce del sole, motore energetico di tutti
gli ecosistemi (Milenkovic, 1990)[21].
Come in un ecosistema naturale, occorre combinare tutti gli elementi del sistema tra di
loro ed occorre diminuire al minimo l’impiego di lavoro esterno, ma soprattutto di
energia esterna, per ottimizzare la resa di ognuna delle specie presenti ed,
ovviamente, del sistema nel suo complesso.
In tale lavoro, che è soprattutto di organizzazione e gestione, occorre tener presente la
polifunzionalità degli elementi, che caratterizzano gli ambienti naturali, cioè che ogni
elemento svolge più funzioni e ogni funzione è svolta da più elementi.
Il ruolo dell’uomo è quello di far funzionare, ma soprattutto avviare, tutto il sistema
scegliendo le specie animali e vegetali in base a criteri strettamente ecologici, basati
sull’etologia, sulla fitosociologia e sulla bioclimatologia.
Se le scelte sono corrette, si raggiunge dopo un certo periodo in cui l’uomo controlla le
validità delle sue ipotesi e ha tempo di correggere eventuali errori di impostazione, la
fase di climax del sistema, che è in grado di garantire una produttività di lunga durata,
nella quale l’uomo è solo raccoglitore.
L’uomo deve ricostruire un ambiente colonizzandolo inizialmente con idonee piante
pioniere alle quali seguiranno in successione altre piante erbacee, arbusti e alberi
d’alto fusto.
Le piante dovranno essere sostituite, per quanto è possibile, con specie pluriennali
autoriseminanti. Tutte le potenzialità di un territorio vengono sfruttate grazie
all’introduzione di piante con esigenze diverse, coltivate in consociazione.
Due specie con apparato radicale di forma ed estensione diversa possono convivere,
scandagliando il terreno a profondità diversa; così alberi e cespugli di diversa altezza
saranno in grado di captare maggiormente la quantità di luce presente nel sistema,
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (17 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
sprecandone il meno possibile e così via dicendo.
In un tale sistema convivono fenomeni di concorrenza con fenomeni di simbiosi, che
vanno conosciuti e approfonditi.
Grazie all’eccezionale varietà di specie presenti è possibile eliminare il trasporto, la
conservazione, la vendita dei prodotti poiché il territorio produce tutto ciò che occorre
all’alimentazione con continuità.
Il bilancio energetico della permacoltura prevede un elevato impiego di input energetici
nella fase di avvio, che comprende le piantagioni, le semine , l’irrigazione, la
pacciamatura e le concimazioni organiche.
Nella fase successiva il sistema diventa autosufficiente anche da questo punto di vista,
anzi la produzione di biomassa compensa velocemente gli input iniziali.
Le produzioni agricole prevalenti devono essere noci, semi, radici di semplicissima
conservazione con pochi costi di conservazione. La produzione vegetale non deve
soddisfare solo i bisogni alimentari: è previsto di coltivare anche piante dalle quali si
possano ottenere sapone, gomma, resine, combustibile ecc.
Il sistema di permeacoltura è organizzato in zone simili a dischi concentrici.
Nella zona esterna vi sono le abitazione e vi si svolgono le attività che richiedono
maggior quantità di lavoro quali l’orticoltura, la moltiplicazione di materiale vegetale, il
vivaio, la sperimentazione ecc., procedendo verso l’interno troviamo le coltivazioni
erbacee intensive, con pochi alberi e molti cespugli di piccoli frutti. Le piante richiedono
particolari cure e l’intervento dell’uomo è ancora ben visibile grazie alle siepi, alle
terrazze, ai muretti, agli stagni, al materiale pacciamante. Vi sono presenze animali
come anatre, polli oche. Procedendo ancora all’interno troviamo la presenza delle
foraggere e del pascolo. Si trovano ancora siepi e frangivento. La zona non è irrigata
ma esiste l’acqua per le necessità degli animali quali polli, conigli, oche e pecore.
Ancora più internamente abbiamo la zona destinata alle colture arboree e a prati aperti
intervallati dalla presenza di siepi. Questa è la zona dove vivono gli animali più grandi
quali cavalli, bovini maiali asini accanto ad oche pecore e selvaggina. Nei periodi in cui
il clima lo consente gli animali devono nutrirsi da soli. E’ in pratica un allevamento allo
stato brado ed i prodotti di questa zona sono carne, legname e frutta.
La zona più interna è in genere costituita dal bosco è può fornire legname e selvaggina.
Per la difesa delle piante ci si affida alla capacità di autoregolazione del sistema. Le
diverse specie vegetali, i diversi habitat e microclimi, la complessa varietà ambientale
presente dovrebbero impedire alle malattie il diffondersi in modo tale da creare danni.
Lo stesso dicasi per gli insetti nocivi, che dovrebbero essere controllati agevolmente
dai loro predatori naturali. L’allevamento degli animali consiste nel fornire pascoli di
specie diverse ed è consentito l’utilizzo di concentrati solamente se prodotti nell’ambito
del sistema insieme al fieno ed agli altri insilati, nei periodi in cui non c’è vegetazione
nei pascoli e per favorire la produzione di latte.
11) IFOAM [top]
Negli anni 70 il movimento biologico si presentava suddiviso in tanti metodi applicativi.
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (18 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
Gli agricoltori non aderivano in genere ad uno dei movimenti brevemente descritti
precedentemente, semplicemente applicavano nelle loro aziende i principi generali
dell’agricoltura biologica comuni a tutti o quasi gli orientamenti.
Molte associazioni che condividevano lo stesso atteggiamento critico nei confronti
dell’agricoltura convenzionale ritenuta responsabile del degrado ambientale,
dell’erosione, della diminuzione della fertilità del suolo, dello scadimento dei prodotti
alimentari, decidono di fondare nel 1972, in Francia, l’IFOAM (International Federation
of Organic Agricultural Movements) con lo scopo di fondo di produrre cibi sani e di
elevata qualità, nel rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi.
I membri associati possono essere singole personalità: ricercatori, agronomi, operatori
agricoli, esperti di economia, sociologia, ecologia e nutrizione, che hanno un ruolo
consultivo, senza diritto di voto. Mentre i soci effettivi sono individuati nelle associazioni
senza scopo di lucro che hanno come obbiettivo quello di sostenere e sviluppare
sistemi di agricoltura compatibili con l’ambiente.
L’assemblea generale dei soci ha cadenza biennale ed indica le linee di sviluppo della
Federazione, che devono essere svolte da un Comitato Direttivo, eletto dall’assemblea.
Le attività dell’IFOAM sono affidate a vari gruppi di lavoro. Ad esempio il gruppo “Agro
Cole” si occupa della diffusione delle tecniche biologiche nei paesi in via di sviluppo e
collabora con gli Enti di Sviluppo Agricolo nella progettazione ed esecuzione di
programmi per incentivare le pratiche ecologiche in agricoltura.
Il Comitato Tecnico ha il compito di aggiornare biennalmente la normativa relativa al
disciplinare di produzione, cui si conformano le associazioni aderenti alla Federazione.
In esso si definiscono gli standards di produzione che qualificano i prodotti biologici in
commercio.
Il comitato Scientifico promuove convegni su singoli temi.
Infine, un comitato per i Rapporti con la CEE ha collaborato a lungo con gli addetti
della Comunità per la formulazione della prima proposta di regolamento in materia di
agricoltura biologica.
12) Regolamento Comunitario 2092/91 e successive modifiche [top]
Il 24 giugno 1991 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità il
Regolamento del Consiglio n. 2092/91, relativo al metodo di produzione biologica di
prodotti agricoli ed alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate
alimentari.
Questo Regolamento, al quale sono seguite in dieci anni numerose modifiche che il
“Quadro normativo comunitario” a fine paragrafo illustra, chiarisce nei considerando le
motivazioni che sono alla base della necessità della Comunità Europea di
regolamentare il settore, mettendo in luce il substrato politico e culturale da cui il
Regolamento stesso nasce.
Le prime due considerazioni sottolineano che
“i consumatori richiedono in misura sempre maggiore prodotti agricoli e derrate
alimentari ottenuti con metodi biologici …e che questo fenomeno sta quindi creando un
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (19 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
nuovo mercato per i prodotti agricoli” (Regolamento (CEE) n°2092/91)[22].
Il secondo considerando rispecchia il dibattito sulla modifica della PAC, in pieno
svolgimento in quegli anni, valutando
“che tale metodo di produzione può svolgere una funzione nel quadro del
riorientamento della politica agricola comune per quanto attiene alla realizzazione di un
migliore equilibrio tra l'offerta e la domanda di prodotti agricoli, la tutela dell'ambiente e
la conservazione dello spazio rurale,… in quanto questi prodotti sono venduti sul
mercato ad un prezzo più elevato a fronte di una produzione che richiede un impiego
meno intensivo della terra” (Regolamento (CEE) n°2092/91)[23].
Le considerazioni successive individuano la necessità di
“un quadro normativo omogeneo in materia di produzione, etichettatura e controllo, per
la tutela delle coltivazioni biologiche garantendo condizioni di leale concorrenza tra i
produttori e i commercianti …e per assicurare la trasparenza a tutti i livelli della
produzione e della preparazione, rendendo questi prodotti più credibili agli occhi dei
consumatori” (Regolamento (CEE) n°2092/91)[24].
Ciò anche in considerazione che alcune legislazioni nazionali erano state già varate in
alcuni Stati membri.
Appare evidente che durante la stesura del Regolamento era precisa la
consapevolezza che l’intera materia fosse in corso di definizione e, quindi,
“che per l'attuazione delle disposizioni prospettate è necessario istituire procedimenti
flessibili che consentano di adeguare, di integrare o di definire talune modalità tecniche
o determinate misure alla luce dell'esperienza acquisita (Regolamento (CEE) n°
2092/91)[25];
Erano peraltro da determinare:
”i principi minimi che devono essere soddisfatti affinché i prodotti possano essere
presentati con tali indicazioni, … le tecniche accettate nella Comunità al momento
dell'adozione del presente regolamento, ... definire in modo preciso tali tecniche e
stabilire le condizioni di impiego di taluni prodotti non chimici di sintesi, … le
disposizioni più specifiche intese ad evitare la presenza di taluni residui di prodotti
chimici di sintesi provenienti da fonti diverse dall'agricoltura (inquinamento ambientale)
nei prodotti ottenuti con metodi biologici” (Regolamento (CEE) n°2092/91)[26];
Si trattava quindi di definire l’impalcatura di un sistema di controllo, di tutte le fasi della
produzione e della commercializzazione, alla quale si sarebbero aggiunte le specifiche
determinazioni tecniche. Per questo
“tutti gli operatori che producono, preparano, importano o commercializzano prodotti
recanti indicazioni sul metodo di produzione biologico devono essere assoggettati ad
un regime di controllo regolare, conforme ai requisiti minimi comunitari e effettuato da
istanze all'uopo designate e/o da organismi riconosciuti e controllati; che è opportuno
che un'indicazione comunitaria di controllo possa figurare sull'etichetta dei prodotti
sottoposti a questo regime di controllo” (Regolamento (CEE) n°2092/91)[27].
Come abbiamo accennato, dalla pubblicazione del regolamento 2092/91 ad oggi, sono
state definite, con le successive modifiche e il regolamento attuativo (Reg.94/932/CE)i,
la gran parte delle determinazioni tecniche necessarie all’applicazione della normativa,
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (20 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
nonché introdotti gli adeguamenti che nel corso del tempo si sono resi necessari.
Le modifiche all’articolato sono state apportate sostanzialmente in due successive
occasioni nel 1995, con il regolamento 1935, motivato dalla esigenza di prorogare le
disposizioni in scadenza circa l’etichettatura dei prodotti in conversione e di inserire
disposizioni per la gestione del regolamento, e nel 1999 con il regolamento 1804 che,
completando le norme relative agli animali e prodotti animali, ha introdotto numerose
disposizioni per aggiornare il regolamento in maniera organica.
Mentre la maggior parte dei numerosi regolamenti di modifica hanno portato nuovi
elementi negli allegati.
Vediamo ora come è stato organizzato il regolamento 2092/91 affrontando articolo per
articolo e indicando le modifiche che sono state introdotte successivamente.
L’articolo 1 definisce il campo di applicazione, che è quello dei prodotti agricoli vegetali
sia trasformati, sia non trasformati, qualora destinati a recare una indicazione relativa
al metodo di produzione biologico. Già nel 1992 era prevista l’applicazione anche al
settore zootecnico anche se non si conoscevano quali norme sarebbero state varate. Il
regolamento 1804/99 definisce l’intera problematica e modifica sostanzialmente il
regolamento originale proprio a partire dal campo di applicazione che viene meglio
definito introducendo, oltre ai prodotti agricoli trasformati e non, i mangimi.
Con la modifica suddetta l'impegno della Commissione di presenta entro il 1° luglio del
1992 una proposta riguardante la produzione biologica degli animali è sostituita da
quella di presentare entro il 24 agosto 2001 una proposta sulla etichettatura dei
mangimi.
L'articolo 2 specifica le diciture da utilizzare nell'etichettatura e nella pubblicità, tenendo
conto delle consuetudini in uso nei vari paesi membri: “Biologico” per Italia, Grecia,
Francia, Olanda e Portogallo; “Organico” per Gran Bretagna e Irlanda; “Ecologico” per
Germania, Danimarca, Spagna e Svezia.
L’articolo 3 specifica l’applicazione del diritto comunitario esistente, alle produzioni
biologiche.
L'articolo 4 del regolamento originario elenca alcune definizioni. Questo elenco è
modificato ed integrato dai regolamenti 1935/95 e 1804/99, che introducono tra l’altro
definizioni sugli ingredienti, sui mangimi e sugli OGM.
E’ proprio con il regolamento 1804/99 che viene introdotto il divieto, specificato in vari
articoli ed allegati, di ogni utilizzo di organismi geneticamente modificati per i prodotti
biologici.
L'articolo 5, che già in origine si occupava in modo dettagliato ed approfondito
dell'etichettatura e della pubblicità, è stato modificato prima dal regolamento 1935/95 e
successivamente dal regolamento1804/99, per tenere conto dei reali sistemi di
produzione.
I prodotti non trasformati, hanno da sempre la possibilità di utilizzare indicazioni circa il
metodo di produzione biologica se evidenziano che si tratta di un metodo di produzione
agricolo, se nella produzione sono state rispettate le norme e se il produttore è
assoggettato alle misure di controllo previste.
Per quanto riguarda i prodotti trasformati si può inserire il riferimento al biologico nella
descrizione del prodotto se almeno il 95% degli ingredienti di origine agricola
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (21 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
rispondono ai dettami del regolamento.
E’ da notare che in origine era necessario che la totalità degli ingredienti fosse
biologica. Altresì è possibile inserire il riferimento al biologico solo nell’elenco degli
ingredienti se il prodotto finale contiene almeno il 70% degli ingredienti di origine
biologica (in origine bastava il 50%).
Affianco alla composizione sono stati inseriti altri vincoli quali il divieto di utilizzare
prodotti diversi da quelli elencati nell’allegato VI, di utilizzare radiazioni ionizzanti, di
impiegare OGM.
Per i prodotti in conversione, per i quali è specificata l’etichettatura, è previsto il rispetto
dei requisiti su descritti con l’unica eccezione del periodo di conversione che non deve
essere comunque inferiore a dodici mesi.
Gli articoli 6, 6 bis e 7 regolano le norme di produzione, che prevedono almeno il
rispetto delle disposizioni specificate nell'allegato I e l’utilizzo soltanto dei prodotti
elencati negli allegati I e II.
Il Reg.1804/99 ha introdotto che possono essere utilizzate solamente le sementi e i
materiali di moltiplicazione, nonché le piante per la produzione di vegetali, prodotti con
il metodo biologico. Inoltre non possono essere utilizzati OGM o loro derivati se non nei
medicinali veterinari.
La modifica introdotta con questo regolamento prevede anche che le piante portaseme e le piante madri siano prodotte, o coltivate per due cicli se perenni, con il
metodo biologico.
A fronte di questa importante modifica introduce anche una deroga alla stessa sino al
31 dicembre 2003, fissandone le regole e le procedure, per far fronte alla eventuale
carenza di materiale conforme.
Il nuovo art.7 pone le condizioni per poter modificare gli allegati I e II.
Gli articoli 8, 9 regolamentano il sistema di controllo. Gli operatori, sia che producano,
che preparino o importino prodotti oggetto del regolamento devono notificare la loro
attività, comunicando i dati elencati nell’allegato IV, in modo da essere inseriti nel
sistema di controllo.
Gli Stati membri designano una autorità di controllo, mentre il controllo degli operatori è
effettuato da organismi privati riconosciuti. L’autorità di controllo è incaricata del
riconoscimento e della sorveglianza degli organismi privati, secondo le norme di cui
all’articolo 9.
Sempre all’articolo 9 sono elencati i compiti degli organismi privati, i quali, prima di
tutto, fanno sì che nelle aziende sotto il loro controllo si applichino le misure previste
dall’Allegato III del regolamento.
L’autorità di controllo e gli organismi di controllo, una volta accertata una irregolarità,
fanno sopprimere le indicazioni relative all'agricoltura biologica sulla partita in
questione o se del caso ritirano il diritto a commercializzare prodotti biologici per un
tempo da convenirsi da parte dell'autorità competente del Paese membro.
L' art. 10 tratta l’indicazione di conformità al regime di controllo, descritta all’allegato V,
che viene menzionata sull’etichettatura. Sull'etichetta, inoltre, devono comparire il
nome e l'eventuale marchio dell'organismo di controllo ed il nome e l'indirizzo del
produttore o del preparatore, per facilitare l'accertamento della responsabilità per
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (22 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
eventuali frodi.
I prodotti che sono assoggettati al sistema di controllo devono, tra l’altro, essere
commercializzati in imballaggi sigillati e le indicazioni nell’etichettatura e nella pubblicità
non possono suggerire una garanzia di qualità organolettica, nutritiva o sanitaria
superiore.
La commercializzazione in imballaggi sigillati, garanzia di insostituibilità del prodotto, è
resa necessaria in tutte le fasi della catena produttiva e non solo nella vendita al
consumatore finale. Il Reg. 1935, già nel 1992, attribuiva all’operatore la responsabilità
del controllo degli imballaggi dei prodotti che acquistava per i suoi cicli produttivi.
All’originario allegato V, contenente la dicitura da riportare in etichetta nelle varie
lingue, il Reg.331/2000, ha aggiunto il Logo comunitario, fissandone la presentazione e
l’utilizzazione.
L'articolo 11 regola le importazioni, permettendole da quei Paesi Terzi che sono stati
riconosciuti dotati di un sistema di produzione e di controllo equivalente a quello
comunitario. A questo proposito la Commissione compila un elenco di tali Paesi terzi
specificando, a norma del Reg, 94/92 i dati relativi al tipo di prodotti importabili, alle
autorità di controllo e di rilascio della certificazione e, se del caso, gli stabilimenti di
produzione.
Inoltre, i prodotti provenienti da tali paesi devono essere accompagnati da un certificato
di controllo che attesta tale equivalenza per la relativa partita.
Con il Reg. 2083/92 viene inserita una deroga a queste disposizioni (prorogata al
31/12 /2005 dal Reg.1804/99), motivata dalle difficoltà per approntare tale sistema, la
quale permette ad uno Stato membro di importare da un Paese, non inserito in elenco,
se ottiene prove sufficienti circa la produzione con metodi equivalenti a quelli
comunitari dei prodotti da importare.
A questo riguardo è da notare che per avere i primi Paesi in elenco, è stato necessario
approntare un lungo percorso che ha richiesto di definire per primo come effettuarlo
(Reg.94/92/CE), di predisporre il modello per la certificazione (Reg.3457/92), spostare
più volte la data di applicazione di questo regime (vedi Reg.3713/92 e successive
modifiche sino al Reg.529/95), effettuare una lunga serie di contatti con i Paesi
interessati e di controlli, anche in loco, per valutare le loro caratteristiche, sino ad
arrivare con il Reg.522/96 all’inserimento in elenco dei primi Paesi (Argentina,
Australia, Ungheria, Israele e Svizzera). E’ comunque da considerare che
successivamente, anche per questi Paesi è stato necessario modificare più volte i dati
dell’elenco.
L'articolo 12 ribadisce la libera circolazione nella Comunità dei prodotti, che sotto
regime di controllo CEE, sono conformi al regolamento. Il Reg. 1804/99 permette agli
Stati membri l’applicazione di norme più rigorose per le proprie produzioni animali
purchè non vietino la libera commercializzazione degli animali e prodotti animali
conformi al regolamento.
Gli articoli successivi trattano le disposizioni amministrative e di applicazione,
specificando le materie (art.13) su cui può intervenire il comitato dei rappresentanti
degli Stati membri, regolato dalle norme di comitatologia (art.14), gli obblighi di
relazioni periodiche degli Stati membri alla Commissione (art.15), gli stanziamenti in
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (23 of 24)02/05/2005 9.19.42
cos'è l'agricoltura biologica
bilancio (art.15bis), l’entrata in vigore e i termini di applicazione (art.16).
NOTE:
[1] Steiner R.; La scienza occulta nelle sue linee generali, Laterza, Bari 1932, pag.VI
[2] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali per il progresso dell’agricoltura, Ed. Antroposofica, Milano
1979, pag.11
[3] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali.. Op. cit. pag 101
[4] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 192
[5] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 92
[6] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 59
[7] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 59
[8] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 57
[9] Steiner R.; Impulsi scientifico – spirituali…, Op. cit. pag 154
[10] Milenkovich L.; Origine e sviluppo dell’agricoltura ecologica in Europa, Clesav, Milano,1990,
pag.45
[11] Draghetti A.; Principi di fisiologia dell’azienda agraria, Ist. Ed. Agricolo, Bologna 1948, pag. 3
[12] Draghetti A.; Principi di fisiologia…, Op. Cit., pag 9
[13] Draghetti A.; Principi di fisiologia…, Op. Cit., pag. 15
[14] Draghetti A.; Principi di fisiologia…, Op. Cit., pag. 247
[15] Fukuoka M.; La fattoria biologica, Edizioni Mediterranee, Roma1992
[16] Fukuoka M.; La fattoria biologica,… Op. Cit., pag. 19
[17] Fukuoka M.; La fattoria…, Op. Cit. pag 38
[18] Fukuoka M.; La fattoria…, Op. Cit. pag 107-110
[19] Fukuoka M.; La fattoria…, Op. Cit. pag 119
[20] Fukuoka M.; La fattoria…, Op. Cit. pag 123
[21] Milenkovic L., Origine e sviluppo dell’agricoltura ecologica in Europa, Clesav, Milano, 1990.
[22] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
[23] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
[24] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
[25] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
[26] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
[27] Consiglio UE. Regolamento (CEE) del Consiglio n°2092/91 del 24 giugno 1991. Gazzetta
Ufficiale delle Comunità europee n. L 198 del 22/07/1991 pag. 01- 15.
indietro || HOME || avanti
file:///D|/SpazioVerde/work_archive/01-12-2004/LAVORI/biologico/files/01_AgrBio.htm (24 of 24)02/05/2005 9.19.42