Non ci sono alternative al mercato azionario

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Non ci sono alternative al mercato azionario
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Non ci sono alternative al mercato azionario
Parla Alessandro Allegri, a.d. di Ambrosetti A.M. SIM
La News
La decisione sempre più attendista della FED non ha aiutato i mercati. Anzi. La decisione ha di fatto contribuito ad aumentare lo
stato di confusione tra gli operatori che temo un rallentamento della crescita a livello globale. Viste anche le difficoltà emerse nel
percorso di uscita da una politica monetaria di 'tassi a zero'. Parte da questa riflessione il commento mensile firmato da Alessandro
Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management SIM che avverte: dopo lo tsunami finanziario di agosto il 'il
percorso di normalizzazione passa ancora attraverso ampie oscillazioni e repentini cambi di fronte'.
Per questo nel mese di settembre, dopo gli 'iniziali tentativi di recupero delle principali borse abbiamo incontrato da subito forti
resistenze con un indebolimento progressivo delle quotazioni fino a ridosso, nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase
estiva, che si dimostrano ancora una volta delle soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni' spiega il manager. 'Il risultato
finale di settembre sugli azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI World) con un saldo per il trimestre attorno al - 9%. Significative le
discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per l’area Euro che azzera i progressi della prima parte dell’anno. Male
anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più l‘indice statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali molto negativi
Material ed Energy (-20%) mentre resistono alle vendite Consumi Non Ciclici, Utilities e Technology'.
Ma dalla situazione di incertezza dei mercati azionari non ne hanno beneficiato i mercati obbligazionari. In generale 'i capitali fuggiti
dall’azionario pare siano stati parcheggiati in liquidità più che reinvestiti su altre asset class teoricamente più safe” chiarisce Allegri
che afferma: 'lo snodo comune di osservazione degli operatori è rappresentato al momento dall’assenza di investimenti alternativi
alle azioni, in grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi è la conferma che uno dei
fondamentali elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali. Il contesto dunque da
affrontare per la fase conclusiva dell’anno rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari che dovrebbero
muoversi in una dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del mese di ottobre,
ancora da un elevata volatilità'.
Risultato: 'Sul fronte allocazione privilegiamo gli investimenti in area Euro confermando tuttavia l’esposizioni su tutte le principali
macro- aree e reintroducendo, almeno parzialmente, i mercati Emergenti. Le scelte settoriali si concentrano in particolare su
Healthcare e Consumer Cyclical. Parzialmente rivista la componente obbligazionaria con il mantenimento di un profilo di rischio
contenuto' conclude l'a.d. di Ambrosetti A.M.
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Data Pubblicazione
06/10/2015
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Una confusione firmata Fed
06 Oct 2015
Reintroduzione parziale degli EM, privilegiati gli investimenti in euro e scelte settoriale
focalizzate su Health care e Consumer Cyclical. Il commento ai mercati e l'asset allocation di
Ambrosetti AM Sim
Dopo lo “tsunami” finanziario di Agosto, sulla scia del rallentamento cinese e della difficile situazione
dei Paesi emergenti, i mercati finanziari proseguono nella strenua ricerca di nuovi equilibri ma, come
nelle attese, il percorso di normalizzazione passa ancora attraverso ampie oscillazioni e repentini
cambi di fronte. Questo brevemente riassume quanto visto nel mese di Settembre sui principali indici
azionari e nelle ultime sedute si è avuta ulteriore evidenza della complicata fase che stanno
attraversando i mercati finanziari, con lʼintrecciarsi di fattori positivi e negativi ed una conseguente
ancora alta volatilità. In questa fase in cui sono venuti a mancare alcuni punti di riferimento non è certo
stata di aiuto la decisione sempre più attendista della FED di non intervenire sui tassi di interesse,
nonostante la conferma di una congiuntura economica solida negli USA. La decisione, seppure
finalizzata a non inasprire ulteriormente la situazione dei paesi in difficoltà, ha di fatto contribuito ad
aumentare lo stato confusionale degli operatori di fronte al timore principale di rallentamento della
crescita a livello globale, unito al difficile percorso di uscita da una politica monetaria di “tassi zero”.
Nel mese di Settembre, dunque, gli iniziali tentativi di recupero delle principali borse hanno incontrato
da subito forti resistenze con un indebolimento progressivo delle quotazioni fino a ridosso,
nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase estiva, che si dimostrano ancora una volta
delle soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni. Il risultato finale di Settembre sugli
azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI World) con un saldo per il trimestre attorno al - 9%.
Significative le discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per lʼarea Euro che azzera
i progressi della prima parte dellʼanno. Male anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più
lʻindice statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali molto negativi Material ed Energy (-20%)
mentre resistono alle vendite Consumi Non Ciclici, Utilities e Technology.
Della situazione di incertezza ne approfittano, almeno parzialmente, i mercati obbligazionari; i
governativi Euro ed Usa registrano infatti crescite nel trimestre, seppure contenute, mentre le
obbligazioni High Yield e soprattutto il debito Emergenti continuano a soffrire con perdite finali molto
ampie, rispettivamente del -4.5% e del -7.1%. Tra le protagoniste della recente bufera spiccano
certamente le materie prime. Il ribasso è proseguito ampiamente anche nel mese di Settembre e la
contabilità finale del terzo trimestre segna -14.7% sullʼindice generale con il Petrolio (Brent) a -23.2%.
Nemmeno lʼOro, da molti ritenuto il bene rifugio capace di resistere alle crisi, raccoglie successo (4.89% nel trimestre). In generale, dunque, i capitali fuggiti dallʼazionario pare siano stati parcheggiati
in liquidità più che reinvestiti su altre asset class teoricamente più “safe”. Lo snodo comune di
osservazione degli operatori è rappresentato al momento dallʼassenza di investimenti alternativi alle
azioni, in grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi
è la conferma che uno dei fondamentali elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria
espansiva delle Banche Centrali. Il contesto dunque da affrontare per la fase conclusiva dellʼanno
rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari che dovrebbero muoversi in
una dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del
mese di Ottobre, ancora da un elevata volatilità.
Sul fronte allocazione privilegiamo gli investimenti in area Euro confermando tuttavia lʼesposizioni su
tutte le principali macroaree e reintroducendo, almeno parzialmente, i mercati Emergenti. Le scelte
settoriali si concentrano in particolare su Healthcare e Consumer Cyclical. Parzialmente rivista la
componente obbligazionaria con il mantenimento di un profilo di rischio contenuto.
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Data Pubblicazione
06/10/2015
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Mercati finanziari alla ricerca di nuovi equilibri
A cura di Alessandro Allegri, A.D. di Ambrosetti A.M. Sim
Dopo lo “tsunami” finanziario di Agosto, sulla scia del rallentamento cinese e della difficile situazione dei Paesi emergenti, i mercati
finanziari proseguono nella strenua ricerca di nuovi equilibri ma, come nelle attese, il percorso di normalizzazione passa ancora
attraverso ampie oscillazioni e repentini cambi di fronte. Questo brevemente riassume quanto visto nel mese di Settembre sui
principali indici azionari e nelle ultime sedute si è avuta ulteriore evidenza della complicata fase che stanno attraversando i mercati
finanziari, con l’intrecciarsi di fattori positivi e negativi ed una conseguente ancora alta volatilità. In questa fase in cui sono venuti a
mancare alcuni punti di riferimento non è certo stata di aiuto la decisione sempre più attendista della FED di non intervenire sui tassi
di interesse, nonostante la conferma di una congiuntura economica solida negli USA.
La decisione, seppure finalizzata a non inasprire ulteriormente la situazione dei paesi in difficoltà, ha di fatto contribuito ad
aumentare lo stato confusionale degli operatori di fronte al timore principale di rallentamento della crescita a livello
globale, unito al difficile percorso di uscita da una politica monetaria di “tassi zero”. Nel mese di Settembre, dunque, gli iniziali
tentativi di recupero delle principali borse hanno incontrato da subito forti resistenze con un indebolimento progressivo delle
quotazioni fino a ridosso, nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase estiva, che si dimostrano ancora una volta delle
soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni. Il risultato finale di Settembre sugli azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI
World) con un saldo per il trimestre attorno al - 9%. Significative le discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per
l’area Euro che azzera i progressi della prima parte dell’anno. Male anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più l‘indice
statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali molto negativi Material ed Energy (-20%) mentre resistono alle vendite Consumi
Non Ciclici, Utilities e Technology.
Della situazione di incertezza ne approfittano, almeno parzialmente, i mercati obbligazionari; i governativi Euro ed Usa registrano
infatti crescite nel trimestre, seppure contenute, mentre le obbligazioni High Yield e soprattutto il debito Emergenti
continuano a soffrire con perdite finali molto ampie, rispettivamente del -4.5% e del -7.1%. Tra le protagoniste della recente
bufera spiccano certamente le materie prime. Il ribasso è proseguito ampiamente anche nel mese di Settembre e la contabilità finale
del terzo trimestre segna -14.7% sull’indice generale con il Petrolio (Brent) a -23.2%. Nemmeno l’Oro, da molti ritenuto il bene rifugio
capace di resistere alle crisi, raccoglie successo (-4.89% nel trimestre). In generale, dunque, i capitali fuggiti dall’azionario pare
siano stati parcheggiati in liquidità più che reinvestiti su altre asset class teoricamente più “safe”.
Lo snodo comune di osservazione degli operatori è rappresentato al momento dall’assenza di investimenti alternativi alle azioni, in
grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi è la conferma che uno dei fondamentali
elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali. Il contesto dunque da affrontare per la
fase conclusiva dell’anno rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari che dovrebbero muoversi in una
dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del mese di Ottobre, ancora da un elevata
volatilità .
http://www.soldionline.it/analisi-scenario/mercati-finanziari-alla-ricerca-di-nuovi-equilibri
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Data Pubblicazione
06/10/2015
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www.finanzaoperativa.com
Ambrosetti AM Sim privilegia l’asset allocation sui titoli dell’healthcare e sui consumer
cyclical
a cura di Alessandro Allegri, A.D. di Ambrosetti A.M. Sim
Dopo lo “tsunami” finanziario di Agosto, sulla scia del rallentamento cinese e della difficile situazione dei Paesi emergenti, i mercati
finanziari proseguono nella strenua ricerca di nuovi equilibri ma, come nelle attese, il percorso di normalizzazione passa ancora
attraverso ampie oscillazioni e repentini cambi di fronte. Questo brevemente riassume quanto visto nel mese di Settembre sui
principali indici azionari e nelle ultime sedute si è avuta ulteriore evidenza della complicata fase che stanno attraversando i mercati
finanziari, con l'intrecciarsi di fattori positivi e negativi ed una conseguente ancora alta volatilità. In questa fase in cui sono venuti a
mancare alcuni punti di riferimento non è certo stata di aiuto la decisione sempre più attendista della FED di non intervenire sui tassi
di interesse, nonostante la conferma di una congiuntura economica solida negli USA. La decisione, seppure finalizzata a non
inasprire ulteriormente la situazione dei paesi in difficoltà, ha di fatto contribuito ad aumentare lo stato confusionale degli operatori di
fronte al timore principale di rallentamento della crescita a livello globale, unito al difficile percorso di uscita da una politica monetaria
di “tassi zero”.
Nel mese di Settembre, dunque, gli iniziali tentativi di recupero delle principali Borse hanno incontrato da subito forti resistenze con
un indebolimento progressivo delle quotazioni fino a ridosso, nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase estiva, che si
dimostrano ancora una volta delle soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni.
Il risultato finale di Settembre sugli azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI World) con un saldo per il trimestre attorno al -9%.
Significative le discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per l'area Euro che azzera i progressi della prima parte
dell'anno. Male anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più l‘indice statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali
molto negativi Material ed Energy (-20%) mentre resistono alle vendite Consumi Non Ciclici, Utilities e Technology.
Della situazione di incertezza ne approfittano, almeno parzialmente, i mercati obbligazionari; i governativi Euro ed Usa
registrano infatti crescite nel trimestre, seppure contenute, mentre le obbligazioni High Yield e soprattutto il debito Emergenti
continuano a soffrire con perdite finali molto ampie, rispettivamente del -4.5% e del -7.1%.
Tra le protagoniste della recente bufera spiccano certamente le materie prime . Il ribasso è proseguito ampiamente anche nel
mese di Settembre e la contabilità finale del terzo trimestre segna -14.7% sull'indice generale con il Petrolio (Brent) a -23.2%.
Nemmeno l'Oro, da molti ritenuto il bene rifugio capace di resistere alle crisi, raccoglie successo (-4.89% nel trimestre).
In generale, dunque, i capitali fuggiti dall'azionario pare siano stati parcheggiati in liquidità più che reinvestiti su altre asset
class teoricamente più “safe”. Lo snodo comune di osservazione degli operatori è rappresentato al momento dall'assenza di
investimenti alternativi alle azioni, in grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi è la
conferma che uno dei fondamentali elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali. Il
contesto dunque da affrontare per la fase conclusiva dell'anno rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari
che dovrebbero muoversi in una dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del mese
di Ottobre, ancora da un elevata volatilità.
Per il mese di Ottobre evidenziamo una significativa esposizione azionaria complessiva. Sul fronte allocazione
privilegiamo gli investimenti in area Euro confermando tuttavia l'esposizioni su tutte le principali macro-aree e reintroducendo,
almeno parzialmente, i mercati Emergenti. Le scelte settoriali si concentrano in particolare su Healthcare e Consumer Cyclical.
Parzialmente rivista la componente obbligazionaria con il mantenimento di un profilo di rischio contenuto.
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Data Pubblicazione
07/10/2015