Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 5 - n° 184 WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM 20 Giugno 2006 G iustizia e L ibertà Distribuzione telematica Guerrafondaio di .. di Alessandro Menchinelli (a pagina 2, 3) Referendum “NO” di Alessandro Menchinelli Periodico Politico Indipendente “Tutto va bene, Madame la marchesa” (a pagina 2, 3) Misteri … 2006.. di Ferdinand Se vince il “SI” … di Eugenio Scalfari (a pagina 4) L’Opa politica … di Barbara Spinelli (a pagina 4) E’ in gioco l’Italia di Furio Colombo (a pagina 5) Il professore ed il ... di Andrea Bonnani (a pagina 6, 7) Ciampi … ed il Referendum di AA.VV (a pagina 7, 8, 9, 10) Il “buco” di Masaniello (a pagina 10, 11) La paura del 25 … di Andrea Fabozzi (a pagina 12) Dieci, cento, mille... di Michele Serra (a pagina 13) Anomalie estive di F. (a pagina 14,15) Basta con i celebri... di [email protected] (a pagina 16,17) Fuori il Prc... di Rina Gagliardi (a pagina 17) ...un prete diverso da www.iltafano.it (a pagina 18, 19) Tre interrogativi ... di Paolo Di Roberto (a pagina 20) Io Voto “NO” ! E tu ? (a pagina 22) Copia gratuita di Luigi Barbato Con questa espressione, negli anni cinquanta “Il Becco Giallo” (una sorta di “Le Canard Enchainé” nostrano, edito da Guglielmo Giannini fondatore del Partito dell’Uomo Qualunque) titolava una vignetta in cui si denunciavano dei “ritorni di fiamma” assolutamente prevedibili.. Ebbene nessun espressione reputiamo più idonea di questa per titolare un articolo che vuole parlare dell’ultima clamorosa “uscita” dell’EX-senatùr attualmente membro del parlamento Europeo. La sua dichiarazione: «il Paese non cambierà mai più democraticamente. Bisognerà trovare altre vie, perché democraticamente non cambierà più niente. E questo è un dramma» ci ricorda quell’altro altisonante proclama che lancio, se ben ricordiamo, dalle sponde del Po, quando si trovò ad afferma re che ...avrebbe mobilitato 300 mila padani che in armi sarebbero scesi in piazza... Ma guarda caso questo proclama venne ben presto ridimensionato a livello di guasconata, specie dal Berlusconi che si trovò ad affermare, tout court, che Bossi spesso non sapeva cosa diceva. Interessantissima ammissione chiarificatrice fatta da colui che è da considerarsi la vera vittima di Bossi. C’è da chiedersi, e siamo sicuri che tutti da sinistra e moltissimi anche da destra, da anni si stanno chiedendo: ma quali documenti, quali intercettazioni, quali segreti sono nelle mani i Bossi per metterlo in condizione di poter far da padrone a casa di colui che qualche anno addietro scherniva chiamandolo “Berluskaz” e definendolo “il mafioso di Arcore”. Ma ritorniamo al Bossi declamatore. Non contento del vespaio che aveva suscitato nella sua stessa coalizione, qualche giorno dopo, in un co- mizio ha affermato:«Stavamo meglio quando eravamo sotto l'Austria. Se lo avessero saputo quelli che sono andati a combattere sul Piave, forse giravano i fucili dall'altra parte. Oggi -continuala Lombardia, che mantiene tutto il Paese, non ha un magistrato lombardo. Se la magistratura fosse eletta dal popolo avremmo i nostri magistrati. Viviamo peggio di quando eravamo sotto l'Austria». Ma ciò che più ci sconcerta è il notare che un individuo come il Calderoli cercando di edulcorare le espressioni del suo Kaiser si trovi ad affermare: «Se (Continua a pagina 21) 2 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 Referendum Devolution Misteri italiani del 2006 No di Ferdinand di Alessandro Menchinelli I manipolatori della Costituzione Repubblicana non si aspettavano la mazzata di Carlo Azelio Ciampi. Nonostante conoscessero il pensiero di Ciampi in materia di devolution e di poteri da assegnare al Capo del Governo, e da togliere al Parlamento ed al Presidente della Repubblica, i portavoce della così detta Casa della Libertà sono rimasti frastornati dalla sua dichiarazione di voto per il NO sulla riforma involutiva sottoposta a referendum. Non riuscendo a combinare un qualunque commento dignitoso, Maurizio Gasparri, alto esponente di AN, si fa per dire, ha subito formulato la sua sanzione:ha solennemente dichiarato che Ciampi non è al di sopra delle parti. E bè ! Perché Ciampi dovrebbe essere estraneo al merito del referendum, perché è stato Presidente della Repubblica ? A parte il fatto che anche in quella veste, a suo tempo Ciampi ebbe più volte occasione di manifestare, con atti ufficiali, le sue perplessità sulla riforma costituzionale elaborata dalla maggioranza di allora, nel momento attuale non svolge più funzioni al di sopra delle parti. Quella del 2006 appare la primavera dei misteri. Ne emergono tanti e, come tutti i misteri, inspiegabili. E dire che dopo la vittoria delle elezioni da parte dell’Unione, pareva che di misteri nel- Uno dei “gazebo” che sancirono la Vitla vita pubblica italia- toria di Prodi alle “primarie” con ben il na non si dovesse più 74,4% delle preferenze. parlare. marie erano servite quanto a orchestra goIl primo grande mi- solo a convincere i vernativa. stero è il ruolo di Ro- partiti del’Unione a mano Prodi. puntare su Prodi, for- Un altro grande mistec o m e ro è il perché nessuno Cioè se esista una dif- m a l m e n t e leader, di fatto come in questo governo abferenza tra il Romano Prodi che ha stravinto “portavoce”, dei venti bia il coraggio e/o la le primarie e poi come seduti intorno al tavo- possibilità di andare in TV per spiegare agli capo dell’Unione ha lo. vinto le elezioni, e il Il risultato è sotto gli italiani lo stato dei conti pubblici. Romano Prodi che die- occhi di tutti. ci anni fa era costretto rigida- In una foto di cinque a elemosinare e media- Applicando re tra tante piccole for- mente il manuale Can- anni fa il neo ministro ze politiche l’appoggio celli il Prodi 2006 ha dell’economia Giulio decisivo al proprio go- distribuito ministri e Tremonti è lì che, a sottosegretari esatta- Porta a Porta, riporta verno. mente come il Prodi di sulla lavagna a caratteri cubitali quelle che La differenza ai più dieci anni prima. sembra non esserci e Come nulla fosse cam- -secondo lui- erano le cifre del disastro troquesta è l’essenza del biato. vato nei bilanci pubmistero. E siamo di nuovo a blici. Gli italiani cioè aveva- un’esternazione del no votato in massa alle ministro di RC che Va da sé che a nessuno primarie per il buon viene smentito dall’I- è mai stata data la posprofessore che si pre- talia dei Valori e a u- sibilità e tempo ade sentava come un n’esternazione dell’U- guato per replicare alle leader il quale, forte deur che viene smenti- balle contabili elargite del consenso popolare ta dai DS. da ministro. non avrebbe più dovuSi scopre ora, nato il to contrattare con par- Con Prodi come diret- nuovo governo, che le titi e partitini quali e tore del felliniano cifre del baratro contaquali ministri chiamare “Prova d’orchestra”. bile 2006 così come nel proprio governo. Con oltre 100 (102, in ereditato dal governo realtà) elementi, re- Berlusconi, sono ben E’ invece subito ap- cord mai raggiunto più pesanti e decisive parso chiaro che le pri(Continua a pagina 3) Nelle funzioni di Presidente ieri non poteva impedire, ma anzi doveva garantire, e lo ha fatto, il percorso costituzionalmente corretto di qualunque proposta, anche di parte, come appunto quella della devolution. Ma Presidente della Repubblica oggi è Giorgio Napoletano. Perchè Ciampi dovrebbe sentirsi inve- stito anche lui, e insieme a lui anche Cossiga e Scalfaro, dell’obbligo di non prendere parte alle scelte in discussione ? (Continua a pagina 3) 20 Giugno 2006 INTERNI Gli Incontentabili desimo, fare spallucce e insinuare che le grida di allarme servono solo a giustificare l’introduzione di nuove tasse da parte del nuovo governo. Cosicché la moltitudine degli italiani perplessi conclude che, come al solito, c’è uno che dice Il ministro dell’econo- una cosa e uno mia Tommaso Padoa che ne dice un’altra. Schioppa Rimane il fatto che dopo pochi giorni dal varo del nuovo esecutivo la prima grana è arrivata da un candidato dell’IdV (tal Senatore Sergio De Gregorio) eletto nella Commissione Difesa con i voti dell’opposizione. Con conseguente reazione dell’ineffabile Di Pietro che gli impone di dimettersi, reazione dell’altro che rifiuta, e reazione accomodante dello stesso Di Pietro che finisce per chiudere un occhio. Come dire che la prossima volta prima d’imbarcare Di Pietro al governo bisognerà chiedergli un esame di laboratorio sui candidati prescelti. E nessuno protesta. che non quelle presen- Mistero. tate a suo tempo dal Un altro grande mistefantasioso ministro. Il deficit attuale infatti, ro è se Antonio Di Pieè tale che ci si avvici- tro abbia fatto un corso na pericolosamente al particolare sul “Come limite oltre il quale ci scegliere i collaborasi dovrà chiedere se tori peggiori ed esse- Altro mistero d’attualità è l’informazione l’Italia possa rimanere re felici”. televisiva relativa al nell’area EU. prossimo referendum. Ci si aspettava che, Poiché la RAI, in finita la ricognizioattesa che qualcosa ne sui conti dello accada, è sempre Stato da parte degli quella in mano alla esperti di varia proCdL e dintorni, convenienza, Prodi, tinua imperterrita la accompagnato dal campagna disinforministro dell’economativa perché gli mia, dal Governatoitaliani non capiscare Bankitalia no, nulla o quasi, di (nominato da Treciò che si deciderà il monti) e dal Ragioprossimo 25 giugno. niere Generale dello Stato, ci si presen- Il PM di Mani Pulite, In un apparente rispetto delle tesi contasse in TV e, con l’assenso o meno per antonomasia: An- trapposte, si dà il spazio del “maggiordo- tonio Di Pietro, Fonda- medesimo mo” Vespa, e si tore del partito “Italia temporale a due soggetti di opposta proesponesse agli ita- dei Valori” venienza perché moliani la cruda realtà delle cifre. Che una persona, so- tivino le ragioni del sì stanzialmente volente- e del no, come si doE non buttate lì con la rosa, e amante della vesse scegliere tra vitremontiana sicume- giustizia come il Toni- no bianco e vino rosso. procuratore di Nessuno ha potuto ra, ma con il conforto no esaustivadei tecnici responsabili “Mani Pulite” sia riu- spiegare pubblici. scito nella sua seconda mente al popolo italiaNiente di tutto questo. carriera di politico a no il pericolo insito Mentre sui giornali scegliere e candidare nella revisione costiportata a(che come noto legge nel proprio partito per- tuzionale solo una minoranza) si sonaggi di così fragili vanti dalla Lega e apparla di un vero e pro- ideali dal cambiare provata dal Polo (in prio disastro, in TV si idea subito dopo esse- quanto sotto ricatto da vedono facce del vec- re stati eletti nell’Italia parte della stessa) e le chio governo, in pri- dei Valori, appare al- sue conseguenze reali mis l’ex capo del me- quanto surreale. (Continua a pagina 6) (Continua da pagina 2) Giustizia e Libertà 3 Referendum Devolution: No (Continua da pagina 2) Secondo Gaparri gli ex Presidenti della Repubblica dovrebbero diventare Senatori a vita, ma solo per essere estranei a vita nello svolgimento di funzioni dell’organo di cui costituzionalmente sono chiamati a far parte ? Si rende conto Gasparri dell’assurdità del rilievo da lui sollevato contro Ciampi ? Se ne rendono conto coloro che lo autorizzano a parlare anche per conto loro ? Roberto Calderoli ha confezionato sul NO di Ciampi alla sua riforma un giudizio lapidario e secondo lui originale. Ha dichiarato che Ciampi è un “conservatore”. Anche a Calderoli viene da replicare subito così: “e bè…?” Sissignore, Ciampi difende la Costituzione in vigore e quindi è fra coloro che la vogliono “conservare”, e la vogliono conservare proprio perché è una Costituzione di progresso, di libertà e di democrazia. Chi non vuole conservarla sarebbe invece un rivoluzionario? Conosciamo l’imbroglio dei falsi rivoluzionari. Anche Mussolini in Italia e più tardi Hitler in Germania partirono dall’affossamento delle costituzioni democratiche, prospettando salti “rivoluzionari” in avanti con le loro riforme. Abbiamo visto poi quali disastri abbiano procurato ai loro paesi. Noi siamo perciò con il “conservatore” Ciampi, che in concreto ha operato non per tornare indietro, ma per affermare gli ideali europeisti e di democrazia discendenti dalla sua storia di militante di Giustizia e Libertà. E perciò insieme a lui il 25 giugno votiamo NO a questa riforma. Alessandro Menchinelli Evidentemente Gasparri non ha ancora digerito il fatto 4 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 Se vince il "Sì" lo Stato andrà allo sfascio di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 18.06.2006) Il 25 giugno avremo l'ultimo Questa è la differenza e su appuntamento elettorale di questa gli italiani sono chiaquesta troppo lunga stagio- mati a scegliere. ne. Il duopolio televisivo RaiNon sarà un'ordalia tra il Mediaset sta disinformando i Bene il Male, come invece cittadini sul contenuto del pensa Bossi; ma certo sarà referendum. un voto della massima im- Questo comportamento è portanza. della massima gravità. La differenza non è tra chi, votando "SI", vuole innova- A sette giorni dal voto refere la Costituzione attuale e rendario sarà comunque difchi, votando "NO", vuole ficile colmare questo buco invece pietrificarla nel suo nero che si è prodotto neldettato vigente. l'indifferenza generale. Non No, non è questa la differen- toglie che interventi riparatori siano doverosi e debbano za. verificarsi fin dalle prossime Chi vota "SI" vuole -con ore. sapevolmente o senza ren- Per quanto mi riguarda, mi dersene conto- sfasciare la provo qui a indicare con la struttura costituzionale della massima sintesi i punti diridemocrazia repubblicana; menti della questione. chi vota "NO" vuole invece impedirlo, rendere impossi- Le disposizioni della nuova bile lo sfascio e le sue rovi- Costituzione sostituiscono nose conseguenze, restando con un unico documento ben aperta la possibilità che l'at- 57 articoli della Costituzione tuale Parlamento possa av- vigente contravvenendo alviare le opportune modifiche l'articolo 138 della medesiper aggiornare singoli punti ma il quale prevede che gli senza abbattere l'intero edifi- emendamenti al testo costicio. tuzionale siano messi in vo- tazione con specifici atti legislativi e uno alla volta. E' chiaro che io sono interamente contrario a questa riforma che avrà secondo me l'effetto di favorire le regioni più ricche, disarticolare l'intero sistema decisionale, ridurre la Camera ad un'istituzione dominata dal potere esecutivo, privare i deputati dell'opposizione del diritto di partecipare alla fiducia al governo in parità con i membri della maggioranza, ridurre il Capo dello Stato ad un pupazzo notarile, alimentare a cascata i conflitti tra Stato e Regioni. Rendere insomma il sistema assolutamente ingovernabile, come tutti i costituzionalisti di questo Paese hanno dichiarato in un documento che dovrebbe essere letto integralmente nelle nostre trasmissioni televisive dedicate a quest'argomento. L'esito del referendum non avrà effetti diretti sulla vita del governo Prodi. Ma ciascuno capisce che qualora un aborto costituzio- nale di queste dimensioni fosse approvato dai "SI" nonostante che tutti i partiti dell'Unione sono schierati per il "NO", le conseguenze politiche sarebbero tali da mettere seriamente a rischio l'esile maggioranza del 10 aprile, oltreché precipitare il Paese in uno stato di totale marasma. Aggiungo che tutto ciò avverrebbe in presenza d'una sciagurata legge elettorale che dovrà essere al più presto riformata con la collaborazione di tutte le forze politiche. Per queste ragioni confermo che il "SI" a questo referendum ha come obiettivo consapevole o inconsapevole lo sfascio del patto di convivenza tra i cittadini sul quale è nata la Repubblica nel 1946; il "NO" vuole evitare lo sfascio senza escludere la discussione parlamentare successiva sui possibili ed auspicabili emendamenti. ♦ L’Opa politica sulla Costituzione di Barbara Spinelli (La Stampa, 18.06.2006) Se tre Presidenti della Repubblica hanno parlato della Costituzione italiana con parole che rimandano al sacro vuol dire che c'è qualcosa di essenziale, nella scelta che gli italiani compiranno il 25-26 giugno quando approveranno o respingeranno la riforma costituzionale varata dalla precedente maggioranza. L'essenza su cui voteremo è la natura non immediatamente politica della carta costituzionale: il suo esistere e durare a dispetto dei governi che passano. Pur non negando che la Costituzione e la Corte siano anch'esse figure del vivere politico, lo sono in modo radicalmente diver- so, distinto dalla politica che si fa tutti i giorni in Parlamento, nei partiti, e a intervalli regolari nelle urne. cosa pubblica dalla contingenza e non a caso predispone argini contro il prevalere del numero, contro il dispotismo potenziale d'ogni maggioLa prima politica, quella ranza. della Carta, fonda il pactum societatis: il patto fra In democrazia sono crucittadini, le condizioni ciali il numero, la magistituzionali che consento- gioranza. no loro di non perire in Nella Costituzione il nuguerre civili, la fiducia mero non è tutto: le sue che le norme saranno ri- leggi valgono quale che spettate da tutti. Esso pre- sia il numero dei vincenti, suppone l'adesione a rego- e protegge dall'annientamento i perdenti. le condivise. Sulla Costituzione non si La seconda politica è il vota. pactum subjectionis: essa produce il governo, e I suoi principi non dipenha al suo centro la forza. dono dall'esito di nessuna La Costituzione ritaglia votazione. nella democrazia uno spazio sacro che protegge la Precisamente su quest'es- senza voteremo: sull'opportunità o no di sottrarre la Costituzione alle peripezie della politica intesa come governo e come forza basata sui numeri. Sull'opportunità o no di restringere lo spazio sempre più grande, soffocante, che la seconda politica rischia di prendere nella vita dei cittadini e nel loro patto di convivenza. Sul principio che quando è in gioco la Carta non si vota, e in ogni caso non si delibera nei modi in cui ordinariamente si vota in democrazia: a maggioranza. Per questo la scelta non è tra innovazione e conservazione. Non è il vecchio che vale 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 5 L’Opa politica sulla Costituzione la pena conservare né l'immutabilità d'un ordine, ma l'idea che debbano esistere regole e patti le cui tradizioni e i cui tempi non coincidono con quelli di partiti, governi, programmi. Può sembrare un paradosso ma proprio su questo voteremo: se sia lecito votare, sulla Costituzione. Se bastino i numeri e le maggioranze tipiche delle democrazie, per riscriverla senza violare magari la lettera della Carta, ma violando di sicuro l'etica istituzionale che l'impregna. sponda all'esigenza della prima politica o della seconda, se sia il risultato d'una adesione o d'una prova di forza. Per il modo in cui è stata imposta contro la minoranza sembrerebbe che il corpo mistico sia stato offeso, gravemente, anche se l'offesa non è nuova. Quel che insidia la Costituzione è l'Opa che vien lanciata su di essa dalla politica, dai partiti, non per ultimo dalle Regioni. co costituzionale. ta ma -si spera- con metodi diversi da quelli adottati con Certo è importante che la faziosità giacobina dalla deCostituzione si adatti a un stra. ordinamento mutato, dove la scelta del governo è ormai Si spera che la Carta cambi nelle mani dei cittadini anzi- non in segrete baite montane come ai tempi di Berlusconi, ché del Parlamento. ma all'aperto, sapendo che in Ma qui siamo di fronte a un discussione è il patto della patologico accanimento, sia- società, è il corpo non tranmo di fronte a riforme ciclo- seunte della cosa pubblica, è timiche, che -come la devo- la regola di Montesquieu luzione- oscillano tra frene- riguardante i contropoteri sie e lunghe indolenze; a («È necessario, perché non riforme autistiche, elaborate ci sia abuso di potere, che il da un legislatore che è stato potere arresti il potere»). indifferente a ogni critica e stimolo esterno; a riforme Questo è il sacro che convieschizofreniche, che predica- ne salvare. Questa è la dissano il decentramento e prati- crazione cui non sarà irragiocano l'accentramento massi- nevole dire NO. mo dei poteri del Premier. Altri modi di mutarla ci devono pur essere, basati sul consenso non di una maggioranza -di parlamentari o Regioni- ma su alleanze ampie Se l'ultima riforma ri- almeno quanto fu ampio l'arLa Costituzione sarà cambia- ♦ E’ in gioco l’Italia di Furio Colombo (L’Unità, 1606.2006). C´è un rapporto stretto tra la cosiddetta riforma della Giustizia dell´ex ministro Castelli e il grave danno che si vuole recare alla Costituzione con la Riforma BossiBerlusconi ("devolution" e nuovi poteri del Primo ministro) su cui siamo chiamati a decidere (decidere per il NO) con il referendum del 25 giugno. Il rapporto non è solo di affinità, nel senso che i due atti vandalici sono parte delle «36 riforme» di cui si è vantato per quarantadue trasmissioni televisive illegali Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale. Il rapporto è più stretto ed esemplare. Si tratta di uno scambio di servizi tra i due soli agenti attivi della Casa delle Libertà, la Lega Nord e Berlusconi. Gli altri, An e Udc, Fini e Casini, contro ogni rispetto politico per se stessi, si sono prestati ad accomodare Bossi secondo la volontà del padrone di casa. E il padrone di casa, Berlusconi, che cosa voleva? Voleva una vendetta esemplare contro i giudici, che accompagnasse le leggi ad personam che lo hanno esentato o salvato da decine di processi. Con le leggi ad personam Berlusconi ha protetto se stesso nell´immediato, incurante del sarcasmo verso l´Italia nel resto nel mondo. Con la nomina di Castelli a ministro della Giustizia si è assicurato una lunga stagione di distruzione e di messa a tacere di tutto ciò che è vivo, nuovo, coraggioso e integro nella Giustizia italiana. Ha tentato di ottenere silenzio, disciplina e subordinazione. Soprattutto ha voluto (se la cosiddetta riforma della Giustizia non si blocca immediatamente) l´umiliazione di coloro che avevano osato indagare, incriminare, rinviare a giudizio un uomo della ricchezza e della potenza di Silvio Berlusconi. Che abbia o no intrattenuto rapporti con la mafia, i giudici devono imparare (e Castelli ha fatto di tutto perché ciò avvenisse) che il quattordicesimo uomo più ricco del mondo non si tocca, e che è stupido e meritevole di pub- blica umiliazione chi non sta al gioco, nell´infinita stagione di compravendita. Ora che stiamo per votare al Referendum sugli oltre cinquanta articoli di devastazione e offesa alla Costituzione che ha funzionato mirabilmente per sessant´anni (un anniversario che tanti italiani celebreranno votando NO) ricordiamoci dello scambio di favori avvenuto fra Bossi e Berlusconi. Bossi ha ottenuto via libera per una disastrosa serie di articoli che spaccano, dividono e rendono inagibile il Paese. Era la sua alternativa alla secessione violenta. Devastare da fuori o devastare da dentro. Berlusconi ha scelto di dargli mano libera, per devastare da dentro, con un disegno di «riforma federale» che nessun costituzionalista accetta o approva, tanto è disastrosamente pericoloso. Come controprova di tale pericolo Bossi, il 15 giugno, ha detto: «se gli italiani votano no, noi useremo altri mezzi, fuori dalla democrazia». Ricordiamolo, al momento del voto. E ricordiamo che il disegno è unico, frutto di una macchina di distruzione e preparazione di un nuovo potere in cui una mente ha diretto (Berlusconi e i suoi avvocati) e alcune braccia senza scrupoli hanno eseguito. E tutti gli altri, nella Casa delle Libertà, hanno ciecamente eseguito persino a scapito della propria reputazione. Diciamo che nel loro incredibile comportamento c´è un vantaggio, per il Centrosinistra, in questo delicatissimo momento. Serve a ricordare per forza anche al più mite «dialoghista» chi sono e come sono gli autori della «porcata» di cui si vanta l´ex ministro Calderoli. In altre parole, un lungo passo verso la dittatura. Aggravato dal silenzio imposto ai giudici, e dall´uso di una televisione di Stato che continua a essere integralmente berlusconiana. Certo lo è nella informazione sul referendum. Ecco, questo è il disegno contro cui gli italiani dovranno dire NO, in tanti, il 25 e il 26 giugno. ♦ INTERNI 6 Giustizia e Libertà 20 Giugno 2006 Esordio al Consiglio dell'ÌtaIia post-voto - Profilo discreto per iI capo del governo. Il leader dell' opposizione: “Non ha legittimità” Il Professore e il Cavaliere, parti invertite Berlusconi: "Distrugge il mio lavoro" di Andrea Bonnani (la Repubblica, 16 giugno 2006) dal nostro inviato Manca il «logista», manca il contabile, mancano i due «esperti di telecomunicazioni». Naturalmente mancano anche «l'assistente personale» e «l'addetto all'immagine». Della «visagista» non se ne parla neppure. E sono restate a casa an che le “sei segretarie al seguito” del seguito. Ma come farà Romano Prodi ad affrontare le asprezze del vertice europeo senza quel minimo di comfort fornito da una delegazione di una trentina di persone che, a spese dei contribuenti, era solita accompagnare a Bruxelles il primo ministro Silvio Berlusconi ? E come potrà accontentarsi, Prodi, di alloggiare con gli otto uomini della sua squadra all'Hotel Jolly, un quattro stelle per di più a tariffe convenzionate con il ministero. degli Esteri ? Non gli mancheranno i fasti dell'Hotel Conrad, il più lussuoso cinque stelle di Bruxelles, dove Berlusconi, sempre a spese dei contribuenti, alloggiava con il suo seguito faraonico ? E' vero che, come diceva Napoleone, non è l'intendenza che fa la Storia. Ma volte la differenza di stile che si intravede dietro le quinte può mandare un messaggio più chiaro di mille parole. La delegazione tipo che accompagnava solitamente Berlusconi ai vertici europei era com posta da; il capo della segreteria, il portavoce con due segretarie, il consigliere diplomatico con due segretarie, un aiuto del consigliere diplomatico con una segretaria, un funzionario dell’ufficio stampa con una Berlusconi,il suo amico Bossi con la candidata della Casa della Libertà, in un insolito “concerto”, svoltosi a Milano. Un “trio canoro” che ci viene invidiato da tutto il mondo per le sua personalità “guittesca”. I Misteri d’Italia (Continua da pagina 3) sulla vita economica e sociale. Data la carente informazione offerta dal mezzo televisivo smaccatamente di parte -unico ad arrivare in ogni angolo del paeseresta un mistero su che cosa abbia capito del referendum il contadino meridionale e/o la casalinga di Voghera. Sarà quindi una minoranza, quella sufficientemente informata, quella che deciderà le sorti della nostra Costituzione. Il mistero più intrigante è infine quello relativo al colore del nuovo superjet ordinato da Berlusconi praticamente un AirForce One targato Arcore- per i suoi spostamenti da una villa all’altra nei vari continenti. Ma questo per fortuna è un mistero che appena si alzerà in volo verrà chiarito... Ferdinand L’aula di Bruzelles segretaria, un responsabile dell’immagine (senza segretaria) un logista che si occupa di auto e bagagli, l’assistente personale, un contabile, due esperti di telecomunicazioni, cinque addetti al cerimoniale (peraltro spesso violato) e almeno cinque uomini della sicurezza. In alcune occasioni, al gruppone, si aggiunge(Continua a pagina 7) 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 7 Il Professore e il Cavaliere, parti invertite - Berlusconi: "Distrugge ... (Continua da pagina 6) vano la segretaria privata, dotata di una seconda segretaria, ed un visagista. La delegazione con cui Prodi è venuto a Bruxelles è composta dal capo della segreteria personale, dal consigliere diplomatico, dal portavoce e dal responsabile dell'ufficio stampa (che, contrariamente ai predecessori berlusconiani, hanno fatto il loro lavoro rimanendo in sala stampa a disposizione dei giornalisti), da due o tre persone del cerimoniale e da due addetti alla sicurezza. Le segretarie. se servono, vengono fornite dal la rappresentanza italiana presso l'Unione europea. Forse è proprio a questa delegazione striminzita che Berlusconi si riferiva ieri quando ha accusato Prodi di "distruggere il lavoro fatto» dal suo governo in politica estera e di "fare una pessima impressione» in Europa. Non c'è dubbio infatti che ai suoi tempi la ple torica delegazione italiana di impressione ne faceva tanta, al punto di essere diventata lo zimbello dei diplomatici stranieri. Insomma, le due Italie che sono uscite dalle urne di aprile, si sono ritrovate ieri a Bruxelles. E si confermano due mondi difficilmente conciliabili non solo nella grande politica ma anche nelle piccole cose. Prodi, contrariamente a Berlusconi, è arrivato puntuale al vertice. Ha evitato sorridendo l'orda dei cronisti che lo aspettavano all'ingresso e ai quali Berlusconi amava concedersi sicuro di poter snocciolare battute ad effetto evitando di rispondere alle domande più scomode. Invece il nuovo capo del governo ha indetto una conferenza stampa già alla fine della prima giornata di lavori, cosa che Berlusconi non si è mai sognato di fare. E per il resto della giornata ha svolto il proprio compito con i colleghi europei, che conosce tutti dai tempi della Commissione, senza di stribuire pacche sulle spalle e senza raccontare barzellette. A vederlo, sembra quasi di essere tornati un paese normale. Ma Berlusconi, si sa, non è uomo da accettare facilmente di entrare nel cono d’ombra. E infatti ieri c'era anche lui a Bruxelles, al prevertice dei leader del Partito Popolare Europeo nel castello di Meise. In attesa che gli consegnino il grande Boeing presidenziale da trentamilioni di euro che ha ordinato, è arrivato con il suo Gulfstream privato. E si è lanciato in una serie di anatemi contro il governo: un'orchestra stonata», «un disastro in politica estera». Ma non bastava. E infatti il Cavaliere ha fatto di più: nel corso della riunione, di fronte agli esterrefatti capi di governo democristiani che dopo poche ore avrebbero dovuto incontrare Romano Prodi al vertice europeo, Berlu- sconi si è dato da fare per contestare la legittimità del nuovo presiden te del Consiglio: «E' mia intima convinzione che possiamo ribaltare il risultato del voto di aprile» ha detto spiegando che la giunta per le elezioni dimostrerà che queste «non hanno avuto il risultato che per ora è ufficiale». In cinquant'anni di democrazia europea non si era mai sentito un leader dell'opposizione contestare la legitti-mità democratica del capo della maggioranza di fronte ad un pubblico di statisti stranieri. Questione di stile, appunto. Andrea Bonnani (la Repubblica) «Lascio all'onorevole Bossi la responsabilità delle sue dichiarazioni» Ciampi: «Voterò “NO” al referendum» L'ex Capo dello Stato: « L'impianto e gli equilibri della nostra Costituzione sono validi. Mi auguro riforme condivise» Da “Il Corriere della Sera”,17.06.2006 L'avvicinarsi della scadenza del referendum sulla riforma costituzionale voluta dal centrodestra alimenta il dibattito politico, anche con polemiche come quelle che si sono aperte dopo le dichiarazioni di Bossi e le conseguenti reazioni anche nel centrodestra. E nel confronto entra, per la prima volta dopo aver lasciato il Quirinale, l'ex Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. «Non ho difficoltà a rispondere, convinto come sono della validità di fondo, dell'impianto e degli equilibri della no- stra Costituzione. Andrò a votare e voterò per il no» dice Ciampi rivolto ai giornalisti. Ciampi precisa di non ritenere immutabile la Carta, ma di augurarsi che «si possa arrivare in questa legislatura a riforme condivise». Riferendosi alle parole del leader leghista in merito a i metodi «non democratici» cui si dovrebbe ricorrere in caso di vittoria del no alla consultazione referendaria, il Presidente emerito della Repubblica ha invece puntualizzato: «Lascio all'onorevole (Continua a pagina 8) INTERNI 8 Giustizia e Libertà 20 Giugno 2006 Ciampi: «Voterò no al referendum» (Continua da pagina 7) Bossi la responsabilità delle dichiarazioni che ha fatto e del loro vero significato». BIBBIA CIVILE - La presa di posizione di Ciampi, tuttavia, non sorprende. Il suo orientamento rispetto al referendum confermativo della riforma che contiene la devolution era in parte noto, ma non era mai stato esplicitato. Ciampi, durante il settennato, è stato uno strenuo difensore dell'impianto e degli equilibri interni della Costituzione, che più volte ha definito lungimirante e quasi un frutto miracoloso di un'ampia convergenza scorso. politica all'indomani della guerra e mentre c'erano profonde lacerazioni politiche ed ideologiche a dividere le forze politiche. Significativo un passo del suo discorso del 25 aprile Celebrando al Quirinale l'anniversario della Liberazione, Ciampi aveva detto: «La Costituzione è stata e rimane la mia bibbia civile, il testo su cui ho riflettuto in ogni momento difficile, io che non sono mai stato un uomo politico ma soltanto un cittadino al servizio dello Stato». Il Corriere della Sera 17.06.2006 Polemiche sul referendum del 25 e 26 giugno Maroni attacca Ciampi: «A 86 anni...» L'esponente della Lega dopo le dichiarazioni dell'ex capo dello Stato: «Voterà no? A quell'età non si può che essere conservatori» da Il Corriere della Sera Non sono piaciute a Roberto Maroni le dichiarazioni di Ciampi sul referendum del 25 e 26 giugno (l’ex capo dello Stato ha affermato che voterà “NO”, opponendosi dunque alla riforma della Costituzione voluta del centrodestra). Il presidente dei deputati della Lega commenta così: «Uno con la sua storia, con la sua età, non può che essere un conservatore. Come si fa a non essere conservatori a 86 anni? Per quanto ci riguarda prendiamo atto che vuole mantenere così tanti parlamentari e lo status quo. E andiamo avanti». CAMBIAMENTO «Prima Napolitano scende in campo sostanzialmente per indicare il “NO” osserva Maroni- poi il presidente del Senato vota con la maggioranza, cosa mai acca- duta. Adesso l'ex presidente della Repubblica, che invece di essere super partes in quanto eletto da tutti, meno che dalla Lega, si schiera subito. Cose strane, insomma. Che tuttavia non credo che avranno effetti sulla volontà di cambiamento della gente». ♦ L'inutile polemica sul voto del senatore Ciampi Singolare polemica scatenata dal centrodestra di Stefanio Folli (Sole 24ore,13.06.20067) (versione ridotta) L'ex presidente della Repubblica ha tutti i diritti di pronunciarsi in pubblico sulla riforma della Costituzione. In un certo senso sarebbe strano se non lo facesse, dopo sette anni passati al Quirinale in cui non ha mai fatto mistero (sia pure con la misura e la discrezione richieste al capo dello Stato) dei suoi convincimenti. Ma il centrodestra, invece di attardarsi in sterili invettive contro il venir meno delle «figure super partes», dovrebbe interrogare se stesso su cosa sta facendo per vincere il referendum. Quali sono gli argomenti positivi addotti per convincere il corpo elettorale? Prendersela con Ciampi, accusandolo di essere «conservatore», non è un argomento. Forse nemmeno la drammatica apparizione di Umberto Bossi lo è. La verità è che la Casa delle Libertà (esclusa la Lega) ha atteso troppo prima di scendere in campo. Nel corso delle ultime settimane la notizia era il disimpegno di Berlusconi e degli altri leader, nel timore di restare impigliati in una nuova sconfitta e di subire un altro colpo d'immagine. Sull'altro versante, invece, era cominciata una lenta mobilitazione che adesso sta dando i suoi frutti. I sindacati, ad esempio, sono schierati con determinazione a fianco del No e sono in grado di fare la differenza. A destra non ci sono organizzazioni di analoga potenza in grado di coinvogliare gli elettori verso le (Continua a pagina 9) 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 9 L'inutile polemica sul voto del senatore Ciampi (Continua da pagina 8) urne. In conclusione, la Casa delle Libertà ha solo pochi giorni per correggere se vuole- una campagna stanca e poco convinta. La posta in gioco sulla carta è molto alta: una vittoria del Sì costituirebbe un potente fattore di delegittimazione del governo Prodi. Eppure finora Berlusconi ha dato l'impressione di crederci poco, preferendo la strada tortuosa e ambigua che porta a «depotenziare» il referendum. Sperando di non farsi sfuggire Umberto Bossi, dopo. Stefanio Folli (Sole 24ore Referendum: ''Ciampi non é ultimo ma sta doppiando La Russa'' di [email protected] Riceviamo e Pubblichiamo Roma, 16 giugno 2006 Nelle parole dette oggi dal deputato Ignazio La Russa leggo più disprezzo per il Parlamento e per gli italiani, che non per il senatore Ciampi. Che senso ha dire che l'opinione di Ciampi conta come quella dell'ultimo dei parlamentari ? Ci sono forse primi ed ultimi in Parlamento ? Mi sembra un'espressione piuttosto infelice, che svilisce il valore delle opinioni di ciascun deputato e senatore, anche quella di La Russa stesso. Non solo l'opinione di Ciampi e' degna di grande rispetto, ma lo deve essere altrettanto anche quella di ogni cittadino di una Repubblica libera e democratica, visto che in tema di referendum tutti gli elettori contano un solo voto, il proprio, che siano o meno parlamentari. Ritengo che il senatore Ciampi non abbia mai pensato, neanche quando sedeva al Quirinale, che le sue opinioni sul referendum contassero di più di quelle di ogni altro cittadino italiano, ne' che un giorno sarebbero state svilite sol perché espresse da un seggio che gli sarebbe spettato a vita a PalazzoMadama. La Russa rifletta piuttosto sul fatto che tutti e tre gli ex presidenti della Repubblica, Cossiga, Scalfaro e Ciampi, sono contrari alla revisione della Costituzione approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura. Sono tutti ultimi o, per usare una metafora da formula uno, La Russa non si e' accorto che e' stato doppiato ? ♦ Il premier invita i militanti a un "ultimo sforzo" per il 25 e 26 giugno "Impegnarsi per la riuscita, determinante per difendere la Costituzione" Referendum, il no di Prodi ai "pastrocchi" "Servono riforme con coerenza giuridica" da la Repubblica, 17 giugno 2006 Un invito caloroso a impegnarsi per la riuscita del referendum, con la promessa di una riforma "condivisa, ampia e meritata". Il presidente del Consiglio compare in un videomessaggio inviato ai militanti dell'Ulivo che hanno partecipato, questa mattina, all'iniziativa "Incontriamoci nel partito democratico", al teatro Quirino di Roma. Il premier esorta i suoi supporter a lavorare al meglio per la consultazione contro la devolution e ringrazia gli elettori: "Oggi -spiega- sono in giro per l'Europa ma vi ringrazio di cuore, perché senza il vostro contributo sarebbe sta- porterà le riforme necessato molto più difficile o rie. "Dobbiamo lavorare impossibile vincere le per fare una riforma elezioni". condivisa - afferma Prodiampia e meditata, non Una conun pastrocsultazione, chio tirato quella del fuori da u25 e 26 na baita giugno, senza nem" d e t e rmeno un minante minimo di per difencoerenza dere la Cogiuridica s t i t u z i oche queste ne". riforme deTuttavia, se vono avedovesse re". prevalere il "no", il "Abituato a centrosinichiedervi stra non dice Prodi blinderà la nel videoCostituziomessaggioProdi a Bruxelles ne ma apvi chiedo qualcosa di più: lavorare per il referendum, pochi giorni di lavoro per vincere quest'ultima prova, ultimo sforzo prima di meritate vacanze". Infine, l'assicurazione che il nuovo soggetto riformista gioungerà in porto: "Avanti con il partito democratico - ha concluso il premier - è un disegno storico cominciato undici anni fa e che, pur avendo conosciuto dei rallentamenti, è riuscito comunque ad andare avanti e proseguirà. Stavolta, il partito democratico lo facciamo davvero". ♦ 10 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 Il No di Prodi al «pastrocchio uscito da una Baita» da www.unita.it Dopo la netta presa di posizione dell´ex Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, anche il presidente del consiglio rilancia l´appelo per il No al referendum costituzionale dei prossimi 25 e 26 giugno. Fassino, per il quale «la revisione costituzionale è un brutto pasticcio che riduce le uguaglianze dei cittadini. costerà molto, aumenterà la burocrazia, diminuirà l'efficienza dello stato e non modernizzerà le pubbliche amministra«Dobbiamo lavorare zioni». per fare una riforma condivisa, ampia e me- E riguardo al No di Carlo ditata, non un pastroc- Azeglio Ciampi, Fassino chio tirato fuori da una aggiunge: «È noto a tutti baita senza nemmeno come uomo prudente, un minimo di coerenza assennato ed equilibragiuridica che queste ri- to: se ha sentito il bisoforme devono avere», gno di esplicitare il suo afferma. pensiero sul referendum e sulla riforma coProdi rivolge il suo ap- stituzionale vuol dire pello con un video mes- che le ragioni del no sosaggio all´assemblea uli- no davvero forti» vista organizzata a Roma da «Incontriamoci» la A una settimana dal voto, community on line pro- insomma, la campagna mossa dal ministro pro- referendaria apparsa finodiano Giulio Santagata: ra un po´ sottotono entra «È l'ultimo sforzo pri- davvero nel vivo. ma delle meritate va- Cresce la mobilitazione. canze», afferma, con an- Ed inevitabilmente il clicora «pochissimi giorni ma si scalda. Nella serata di lavoro per vincere di venerdì è intervenuto anche quest'ultima pro- dopo giorni di quasi assoluto silenzio anche Silvio va». Berlusconi. «Togliamo di mezzo con la vittoria del No questo Addio al "basso profilo" pasticcio e poi facciamo scelto dopo la sconfitta le riforme che servono delle elezioni amminidavvero», sostiene anche strative. Il leader di Forza il segretario Ds Piero Italia torna all'attacco con un appello per il Sì lanciato sul suo telegiornale, il Tg5 di Carlo Rossella: «È dire no a questo governo. È votare Sì contro l'Italia del No. È votare contro l'Italia di Prodi e degli 11 ministri comunisti al governo che hanno come solo scopo quello di distruggere tutte le riforme che abbiamo fatto noi». potere: ha occupato le più importanti istituzioni dello Stato, ha dalla sua la grande stampa, gran parte della magistratura e non si comporta in maniera ragionevole invitando i cittaMa l'ex premier cancella dini a votare contro queanche la promessa di un sta riforma». dialogo con l'opposizione in caso di vittoria del Sì Due chiari segnali, insomteorizzata da numerosi ma: per Berlusconi la vitesponenti della maggio- toria del Sì rappresenteranza tra cui Giulio Tre- rebbe la consacrazione monti e Gianfranco Fini: della devolution e la dele«Non credo ci siano le gittimazione del governo condizioni per un dialo- Prodi. go -ha detto- perchè questa sinistra a parole offre Checché ne dicano i suoi il dialogo, nei fatti occu- imbarazzati alleati. pa tutte le posizioni di ♦ Il “buco” di Masaniello Sono tutti buchi sui quali si è dissertato e si disserta ancora, un po’ meno sul buco dell’ozono, lievemente declassato nell’interesse comune, come non si parla più, tranne che per qualche riferimento storico, della banda del buco. Il buco della depressione è invece il male del nostro secolo, può essere collegato al buco di bilancio ? Niente di più facile se ci guardiamo in tasca, anche la faccia di Padoa Schioppa quando ne parla tradisce i segni della depressione. Del buco di bilancio si parla in ogni nuova legislatura per addossarne la responsabilità al governo precedente e creare le condizioni per parlarne in quello susseguente, cosa che avviene da quando l’Italia è diventata una Repubblica. Per movimentare il dibattito il ministro della solidarietà sociale Ferrero, new entry del secondo governo Prodi, ha proposto le “stanze del buco”, dove i tossici possano bucarsi sotto controllo medico. Al di la delle reazioni (Continua a pagina 11) INTERNI 20 Giugno 2006 Giustizia e Libertà 11 «Sono incazzato nero» di Gaio Gracco E’ il grido che il protagonista di “Quinto potere”, Peter Finch, incita gli ascoltatori del suo seguitissimo programma TV a urlare dalla finestra aperta perché tutta la città si renda conto dello stato d’animo dei cittadini. Ed è il grido -perché di incazzatura si tratta- che ancor oggi sentiamo dal profondo voler urlare dopo la giornaliera lettura dei giornali o l’ascolto dei vari TG. Si sfoglia il quotidiano e a pag. 2 si legge che l’ineffabile ex ministro Tremonti, preso di mira per lo stato dei conti pubblici all’esame del nuovo governo, ha fatto commenti di tal fatta: “Grande buco ? no, piccolo governo..”. Il fatto che nessuno dei presenti abbia sentito irresistibile la voglia di un manrovescio sul visino demodé del commercialista che per chiamarsi prof. accetta qualsivoglia incarico, la dice lunga sull’autocontrollo degli italiani . Perché, che un ministro dell’Economia metta in ginocchio i conti pubblici con le sue trovate finanziarie non è il primo caso, ma che, incapace di vergogna, giunga a fare battute sul nuovo esecutivo chiamato a rimediare ai suoi disastri, è da psicologia patologica. Non contento, il summenzionato Tremontino, nella ferma convinzione di essere spiritoso, giunge a battute ironiche su uno dei membri della Il “buco” (Continua da pag. 10) inevitabili di maggioranza e opposizione bisogna dare atto al ministro di avere trovato un altro buco di cui parlare, aumentando il numero dei buchi precedenti sui quali disquisire, e non è cosa da poco. Vorrei fare una proposta un po’ di parte per contribuire alla varietà dei buchi di cui occuparci: come abitante di Napoli, vorrei sottoporre lo stato del manto stradale partenopeo ricco oltre ogni merito di un numero infinito di buchi, quello dei passati bilanci impallidisce al confronto. So che non compete al ministro Ferrero ma visto che la sindaca Iervolino non se ne occupa e il governatore Bassolino è ancora impegnato a frequentare una scuola per migliorare la sua pronuncia, volessimo fare una petizione al ministro dei lavori pubblici Di Pietro onde evitare, causa buchi, lo sprofondamento della città la cui ricostruzione rientrerebbe nelle grandi opere di sua competenza? Ovviamente se il buco di bilancio lo permettesse, e quello dell’ozono non lo ostacolasse, e non saltassero fuori impreviste bande del buco o il buco della depressione degli addetti ai lavori che si potrebbe risolvere fornendo loro apposite stanze del buco proposte dal geniale ministro Ferrero. Masaniello commissione incaricata di una rilevazione attendibile del deficit in atto, additandolo come filo governativo. Insomma, dice il fantastico Giulio, se chi dice che 4+4 fa 8 è uno di sinistra, la cosa è in dubbio… pendi siano meglio di uno è indubitabile, il fatto che secondo questi personaggi (tra cui Formigoni) il resto degli italiani siano così idioti da non capirlo, lo è altrettanto. Altrimenti, come farebbe qualcuno di questi (l’on.Verini) a fare battuQuesta è da ricordare. te del genere “uno degli stipendi lo utilizzo per Ai piccoli s’insegna che beneficenza ?” la matematica non è un’opinione, ma per Tremonti Si sfoglia ancora il quotilo è: se a fare debiti è lui, diano ed a pag. 8 si legtutto OK, se a dire che vi ge della originale “stanza sono debiti è uno di sini- del buco” ventilata dal stra, niente da fare. ministro Ferrero per i parInsomma “matematica a lamentari che dovessero improrogabilmente far la càrte”. ricorso alla droga. Si sfoglia ancora il quoti- Proposta parsa tanto ecdiano e a pag.4 si legge centrica da suscitare reache un altro fantastico zioni (ipocritamente) leghista chiamato senatùr scandalizzate. ha dichiarato urbi et orbi che se nel referendum Eppure nessuno aveva vincesse il “NO”, la Lega reagito quando mesi adprovvederebbe con modi dietro il deputato Cento meno democratici. (dei Verdi) aveva dichiarato tranquillamente che Ora, a parte che un’even- in Parlamento gira molta tuale seccessione dei filo- “neve” perchè vari onobossiani sarebbe per il revoli fanno ricorso alla paese un perdita molto simpatica abitudine di limitata, ci si sarebbe a- sniffare tra una seduta e spettati che qualcuno al- l’altra. zasse la mano per chiedere “Senatore ma non era Non si sa come abbia realei che prima delle ele- gito l’on. Miccichè all’izioni aveva informato dea di una stanza in Parl’attonita nazione che se lamento dove fare tranavesse vinto la sinistra quillamente i propri cosarebbe espatriato in modi con siringhe e polvere bianca, occorre auSvizzera ?” gurarsi che, date le sue abitudini, non sia tra Macchè. quelli che hanno reagito Tutti hanno preso atto scandalizzati alla propodell’agghiacciata minac- sta del ministro. cia di seccessione senza battere ciglio. Insomma più si legge e Si sfoglia ancora il quoti- più si ha voglia di corrediano e a pag. 6 si legge re alla finestra per indei “61” signori i quali, formare il pianeta della pur essendo eletti nel par- propria incazzatura. lamento nazionale, non hanno ritenuto opportuno Ma tanto non servirebné necessario dimettersi be a niente. da consiglieri regionali e/o provinciali. Gaio Gracco Il fatto che due (lauti) sti- 12 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 La paura del 25 giugno di Andrea Fabozzi (www.ilmanifesto.it) Si può perdere il referen- Almeno non per tutti. dum del 25 e 26 giugno? Non per chi vuole mettere la Costituzione del '48 al La soddisfazione con cui riparo non solo dalle rinel centrosinistra -al di là forme di Calderoli ma andelle condanne ufficiali e che da possibili pasticci in qualche modo obblibipartisan che sia a destra gate- è stata accolta l'ulche a sinistra già si immatima spacconata di Umginano. berto Bossi fa capire che la paura comincia a farsi Teorizzare, come ha fatto sentire. buona parte della sinistra E' quasi un sospiro di «riformista», che la Cosollievo quello che dal- stituzione andrà in quall'Unione si lasciano sfuggire insieme alle piccate repliche al senatùr, tornato ruvido profeta di una via «non democratica» alla devolution. persona perché teme di scatenare l'effetto opposto, offrendo un assist a Berlusconi per la sua campagna di «rivincita». all'enormità della posta in gioco. Puntare al pareggio per evitare di perdere non è mai stata una buona idea. Intanto l'Unione è già in affanno, si vedono i primi segnali di sfaldamento e c'è chi lavora ai fianchi il governo puntando a cambi in corsa e maggioranze diverse. Chi se n'è accorto troppo tardi adesso è ridotto ad attendere, con paura, le prossime mosse di Berlusconi. La speranza per gli spaventati dell'Unione è che l'uscita leghista si trasformi in un boomerang per la Casa delle libertà. Intanto perché divide il centrodestra. E poi perché potrebbe riu scire in quella che è considerata una «missione impossibile». La «speranziella» dei leader dell'Unione di cui ha scritto ieri Mario Pirani su Repubblica è che Berlusconi mantenga il suo basso profilo. Sollevare e portare alle urne a scuole chiuse e case al mare aperte gli svogliati elettori del mezzogiorno. La partita è aperta. Le previsioni che circolano ufficiosamente nelle sedi dei partiti danno i sì e i no molto vicini e soprattutto una partecipazione molto bassa. Il referendum confermativo non prevede quorum ma per i sostenitori del no vincere avendo portato alle urne meno della metà degli elettori non sarebbe una vittoria tranquillizzante. Che ancora una volta sta giocando bene le sue carte. Non vorremmo scriverlo per scaramanzia,ma sembra di rivedere il film delle elezioni politiche, con un trionfo sicuro diventato un incubo notturno e poi una vittoria risicata. che modo cambiata «indipendentemente» dal risultato del 26 giugno è stato il modo migliore per scoraggiare anche i più volenterosi sostenitori del no. Una sconfitta al referendum sarebbe un disastro per il paese ma anche il sigillo tombale di questo centrosinistra. Facendo gli scongiuri e sperando che alla fine vada bene si Adesso i leader del cen- può già dire che aver depotenziato il valore del trosinistra hanno paura. Anche Romano Prodi, che referendum è stata una però non è ancora sceso scelta sbagliata di fronte nella mischia in prima Ma se il Cavaliere sta zitto le sue televisioni e i suoi manifesti -ne ha fatti stampare quanti basterebbero a lastricare 500 campi di calcio- stanno spiegando agli italiani che la vittoria del sì aprirà le porte a una repubblica meravigliosa, con più efficienza, meno parlamentari e uno sconto sulla benzina verde (l'ha detto Tremonti). E adesso il telegenico Cavaliere sta studiando l'affondo finale. Si può perdere il referendum del 25 e 26 giugno. Meglio dirselo finché si è in tempo. ♦ 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 13 Dieci, cento, mille sottosegretari di Michele Serra (L’Espresso, 16.06.2006) Il governo Prodi intende affrontare con fermezza la questione del numero eccessivo di sottosegretari. Per studiare il problema, verrà nominato un nuovo sottosegretario, con la mansione di sottosegretario ai sottosegretariati. Avrà l'incarico di censire tutti i sottosegretari, il cui numero è ancora incerto perché alcune nomine sono state effettuate con l'autocertificazione. Ad esempio, si sono dichiarati autonomamente sottosegretari, con certificazione in carta semplice, Iatamone dell'Udeur, Minchiolini della Margherita e le gemelle Fischioni, soprannominate il duo Logaritmo perché hanno potuto entrare in Parlamento solo moltiplicando per 3,14 i voti della Lega Prealpina Proletaria, una piccola lista presente solo nel Comune di Fischiago (Varese) che con i suoi 24 voti è decisiva per il futuro dell'Unione. Le Fischioni di Fischiago sono un caso limite, e comunque allietano i lavori parlamentari suonando la fisarmonica nella buvette. Ma in molti altri casi, non è facile capire in rappresentanza di chi, e addirittura di che cosa, alcuni parlamentari sono entrati a far parte del governo. Vediamo i casi più controversi. Mirko Galbusera Socialista, della lista di Groucho Craxi (un lontano parente che, per emu- lazione, ha fondato anche lui un partito socialista), Galbusera è figlio di un martire di Tangentopoli: suo padre, usciere al Tribunale di Milano, morì di ernia cercando di trasportare i faldoni da un ufficio all'altro. È sottosegretario alla Sanità ma finora è stato impossibile comunicarglielo perché non sa nemmeno di essere stato eletto deputato, anzi non sapeva neanche di essere candidato alle elezioni, e sta pescando trote in Moldavia con il telefonino scarico. Mimì Uarruso Leader dei no global di Mola di Bari, eletto con Rifondazione, è entrato in Parlamento due giorni prima dell'apertura sfondando le transenne. Poi ha divorato, ancora surgelati, 20 chili di gamberetti custoditi nella mensa di Montecitorio e si è addormentato sul bancone della presidenza della Camera ascoltando Caparezza con l'iPod e battendo il ritmo con il campanello. È sottosegretario all'Educazione Civica, un nuovo dipartimento del ministero dell'Istruzione. Il 'Corriere della Sera' lo intervista ogni giorno, su ogni argomento, potendo contare sul numero inesauribile di cazzate che Uarruso riesce a confezionare, soprattutto quando non capisce la domanda, cioè quasi sempre. acquerelli le fototessere. Con un abile stratagemma, si era candidato sia per Forza Italia sia per l'Unione, e sommando i voti è risultato primo degli eletti nel suo paese natale, Roccascardellata. È sottosegretario alla Giustizia, incarico che gli è stato conferito quasi d'ufficio perché nessuno meFiora Funghetti glio di lui, a Poggioreale Parlamentare dei Verdi. Ha studiato a lungo l'im- dal 1987, conosce i propatto ambientale dei par- blemi delle carceri. cheggi per ciclomotori. È arrivata alla conclusio- Tivoli Calcio ne che non hanno alcun Il Tivoli calcio, completo impatto ambientale, ma di allenatore, medico sonon ha detto nulla per non ciale, massaggiatori, dirigenti e calciatori (in tutto deludere i suoi elettori. È stata nominata sottose- 56 persone) è il primo cagretaria ai Trasporti, e so di sottosegretario colpropone di sostituire l'au- lettivo. tostrada Milano-Napoli È stato nominato al minicon una linea di dirigibili stero dello Sport per dare Zeppelin alimentati con un segno di attenzione nei un rivoluzionario sistema confronti dell'associaziodi pagaie aeree, azionate nismo sportivo. Occuperà un'enorme standai passeggeri. za con 56 scrivanie, 56 fotografie del capo dello Salvatore Moriente È il celeberrimo 'zio To- Stato, 56 cestini della carre' al quale l'intera pro- ta e 56 fichi beniamini. vincia di Benevento si Per risparmiare, al posto rivolge, da generazioni, delle auto blu il sottoseper ottenere la patente di gretario Tivoli Calcio useguida per corrispondenza. rà un torpedone blu, scorLe confeziona personal- tato da 56 motociclisti. mente, abbellendo con gli Hubert Schwarz È stato eletto parlamentare per la Spd nelle elezioni tedesche, in Renania. Non è mai stato in Italia. Il governo italiano ha deciso di nominarlo ugualmente sottosegretario per dare respiro internazionale alla legislatura. ♦ 14 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 Anomalie estive di F. Contraddizioni ed anomalie di varia portata nella vita italiana segnano l’arrivo dell’estate 2006. La più emblematica: chi dovrebbe parlare, tace (anzi, è assente). Chi dovrebbe tacere, parla (anzi urla). In primis gli eccessivi silenzi l’uscita dalla UE- si è 6 sono state vendute assistito al boom dell’ 48.195 auto di lusso evasione fiscale. tra Jaguar, Porsche Le cifre sono imprese Ferrari. sionanti (dati Agenzia 3) Nel 2005 sono pasdelle Entrate,CdS, l’Esati di mano 80 mispresso): la appartamenti con valore medio di • Nel 2000 i gioiellieri 500.000 euro hanno dichiarato in 4) La giacenza media media 12 milioni di di un qualunque c/c lire (nel ’91 avevano è di 11.868 euro dichiarato 16 milio(dato ABI) ni, impoverimento 5) Il 42 % degli italiadel 37%); ni dichiara meno di • i ristoratori 13 mi10.330 euro, cioè lioni; meno di quanto ha • i commercianti di in banca . calzature 10 milio- 6) Secondo un’analisi ni; del Il Sole24Ore l’e• quelli di abbigliavasione nel 2005 si mento 6 milioni aggira tra gli 88 e i 100 miliardi di euro ; dato prudenziaNel 2003 le perché secondo la • 17.401.304 italiani CGIL rimane in dichiarano tra i 50nero tra il 16 e il 00 e i 15.000 euro. 18% del PIL, quin• 6.943.240 dichiaradi tra i 170 e i 180 no meno di 5000 eumiliardi, ma seconro do F.Schneider dell’Università di Linz • 2.449.000 dichiaraaddirittura il 26% no meno di 1000 eudel PIL (mentre in ro tutti i paesi indu• il 40% dei lavoratostrializzati l’evasiori autonomi dichiane ‘fisiologica’ si ra un reddito infeaggira sul 5%). riore alla metà di un operaio metalEd ancora meccanico. • Solo 17 mila contri- A) Nel 2001 le verifibuenti hanno dichiarato più di 200 mila euro. E’ nato da qualche tempo il nuovo gabinetto Prodi, ma a parte le polemiche per un numero spropositato di ministri e sottosegretari, e per le dichiarazioni estemporanee di questo o quel politico governativo,chi se n’è accorto? Abbiamo il presidente del consiglio più laconico del pianeta il che, pur tenendo conto che ha sostituito il più logorroico sempre del pianeta, lascia alquanto perplessi. Perché se è vero che prima, aprendo il giornale o la TV, non passava giorno, anzi ora, che non si dovesse fare i conti con l’ultima esternazione del Berlusconipensiero, ora è decisamente arduo per il disgraziato cittadino capire tramite i mass media cosa realmente accade. Una cosa è chiara ed è la drammatica situazione dei conti pubblici. Senonchè Il che, per chi conosce 1) Al registro nautico anche parzialmente le sono iscritte 65.000 cose italiane, non può imbarcazioni di lunstupire. ghezza superiore ai 17 metri Nell’ultimo quinquennio, a fronte di spese 2) Nel 2005 sono stati venduti 151.502 fuosempre maggiori -che ristrada dal costo hanno portato il disasuperiore ai 45mila vanzo pubblico pericoeuro e nel soli primi losamente vicino al licinque mesi del 200mite oltre il quale c’è che dell’Agenzia delle entrate erano arrivate a 613.664 B) Nel 2003 sono scese a 528.392 C) Nel 2004 sono scese a 414.864 Denaro recuperato: tra ricorsi e condoni vari la percentuale rispetto all’evasione è in picchiata: Denaro recuperato dalle evasioni • • • • • 2001 : 3,1% 2002 : 2,2% 2003 : 0,96% 2004 : 0,51% 2005: 0,34% Cifre quelle sopra che, tenuto conto di un presidente del consiglio che ha di fatto fornito una patente ufficiale di legalità al popolo degli evasori e di un ministro come Tremonti che è riuscito a mettere in campo 17 diverse tipologie di sanatorie fiscali, non devono stupire. E infatti il buon Prodi non si è stupito. Forse però ci si sarebbe aspet(Continua a pagina 15) 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 15 Anomalie estive (Continua da pagina 14) tato che -magari esigendo dalla RAI una serata tra una puntata e l’altra dedicata alle A.R. di Casa Savoia e al caso Cogne- comparisse a Porta a Porta per esporre lo stato delle cose. Ma né lui ne il buon Padoa Schioppa hanno ritenuto opportuno e/o necessario farlo. Ecco dunque la grande anomalia. In un’epoca dove chi non parla in TV, non esiste, abbiamo un nuovo presidente del consiglio che dovrebbe alzare la voce ma invece parla poco, pochissimo, anzi tace del tutto. E qui noi a chiederci perché. *** Ancora più irritante è l’altra anomalia: chi dovrebbe tacere,parla, anzi urla. Non bastando lo scandalo del mese precedente (ormai per gli scandali occorre il numeretto) sugli intrallazzi calcistici, scoppia da ultimo quello degli intrallazzi di casa Savoia. Nonché quello degli in- trallazzi di personaggi di AN che usavano la RAI per fare e riceve favori di carattere sessuale. Nonché quello degli intrallazzi della società sanitaria della moglie di Fini. Tutti scandali venuti fuori grazie alle intercettazioni telefoniche, ordinate da un magistrato e poi finite sui quotidiani in quanto ormai documentazione agli atti del fascicolo. Ecco allora, in tempo da record, saltare su politici dell’opposizione e opinionisti alla Cossiga a gridare contro la violazione della privacy. Ora che, come previsto dalla stessa Costituzione, il rispetto della privacy sia da tutelare non vi è alcun dubbio. Ma che, ipocritamente o meno, si miri a richiamare l’attenzione più sulla privacy violata che sui reati di varia gravità comprovati nelle stesse voci intercettate, è fantascientifico. Quando qualcuno addita la luna piena, lo scemo del villaggio guarda fisso il dito. L’attesa evidentemente è che essendo questo, come disse il signore di Arcore, un popolo di coglioni, si fissi tutti il dito, cioè si dimentichi il reato e si parli invece del mezzo usato per scoprirlo. E più sono i reati emersi e più si urla alla pubblicazione di telefonate private. Insomma ancora una volta la tragedia che si muta in farsa. Ecco così l’ex ministro degli esteri gridare alla gogna mediatica cui viene sottoposta la moglie -presentata pure alla Regina Elisabetta- mentre Panebianco stigmatizza i “giudizi moralistici” su Vittorio Emanuele. Come dire che il problema non è un principe di Savoia che ne fa di cotte e di crude come un rubagalline o la TV pubblica usata come riserva di caccia, ma l’eccesso di intercettazioni da parte dell’autorità giudiziaria. Anomalie italiane ... F. 16 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 Curzi: in Rai apro la questione morale «Basta con i celebri sconosciuti» Oggi il caso discusso in Cda di [email protected] Riceviamo e Pubblichiamo From: [email protected] Sent: June 19, 2006 Subject: Si prepara il terremoto in Rai... «Breve premessa. Massima attenzione a metodo e contenuti. Ci vuole responsabilità da parte della magistratura e dell'informazione, l'uso distorto può essere pericolosissimo. Detto questo, e per non attaccare un'azienda che voglio di- mortalano imbarazzanti dialoghi tra Salvo Sottile, Malgioglio e il vicedirettore delle risorse umane Giuseppe Sangiovanni. «Se tutto fosse vero, sarebbe un intreccio osceno di bassissima politica, malaffare e tv. Non ROMA «Un anno fa, appena approdato al Consiglio Rai, parlai di un sistema di potere di "incappucciati". Pensarono che mi riferissi a una loggia. In realtà prefiguravo la questione morale Rai. Eccola ! Dopo Tangentopoli e Calciopoli temo che scoppi l'intrattenimento Rai. Costi che lievitano a dismisura. Sconosciuti che approdano all'improvviso alla celebrità... Divi guidati da scuderie che passano come palline da Rai a Mediaset». Oggi in Consiglio Rai si parlerà delle « i n t e r c e ttazioni Savoia», il presidente Claudio Petruccioli lo ha fatto sapere ieri. Il consigliere Sandro Curzi sembra pronto a dire la sua. fendere, esce un quadro conosco quel dirigente. disastroso del Paese». Ma deve avere un gran Ha letto le registraziopotere. Sarebbe la prova ni, Curzi ? Le intercettazioni im- di quanto sospetto: in molti show non si arriva dall'Accademia di arte drammatica, dalla scuola del Piccolo, dalle scoperte di Arbore o Dandini. Ma in altri modi poco trasparenti. L'universo dello show va rivisto. Perciò urge un direttore generale armato di pazienza e coraggio, che studi elenchi, compensi, curriculum, appartenenze a lobby, a influenti scuderie di artisti». Viene in mente il produttore Bibi Ballandi... «Nulla contro di lui. Ma noto che ormai per la Rai è più potente di tanti partiti politici, piccoli e frammentati. Temo che con quei colossi la libertà di mercato non esista più. Gli interessi in gioco sono enormi». Sbuffata di pipa di Curzi, un salto nel passato condito di finte perdite di memoria: «Ricordo male, o intorno alla successione di Bonolis ad Affari tuoi ci fu una guerra santa aziendale ? Ricordo male o qualcuno mise un veto a Fabio Fazio e prima di arrivare a Pupo si discusse e litigò per giorni come per un affare di Stato ?». La pipa si spegne: «Sbaglio o una trasmissione di successo proprio come quella di Fazio costa immensa- 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 17 «Basta con i celebri sconosciuti» mente meno di tanti "contenitori" che non ne sfiorano l'audience ? Oddio, meglio non parlare di Fabio, sennò lo "targo". Ripeto. Altro che Calciopoli...» Nel frattempo c'è Malgioglio che sembra dirigere molte cose. «Già. E qui torniamo al punto. A me piacerebbe molto sapere per esempio...» Per esempio, Curzi ? «Ma quante persone lavorano a Uno mattina ? Siamo sicuri che siano tutte insostituibili, tutte collocate al posto giusto, tutte utilizzate ? Magari saranno bravissimi, ma non si sa mai... Molti critici televisivi attaccano il modo di "intrattenere" della Rai rebbe Sottile e Bruno Vespa ? «Mi auguro, spero sia falsa. Quando ho letto ho avuto un sobbalzo. Cosa significa "confezionare addosso" a Fini una puntata di Porta a porta ? Fosse vero, sarebbe terribile! E questa sarebbe l'autonomia dei giornalisti, di una trasmissione Rai?». dente Rai chiama un signore che non ha una veste ufficiale ma che evidentemente ha molto potere alla Rai. È quasi peggio di Tangentopoli. Perché la tv pubblica, con i suoi prodotti, orienta i gusti degli italiani. E le coscienze... L'intrattenimento è un vero fatto politicomediatico». C'è la Saluzzi che telefona a Sottile per sfogarsi... «Un tempo i segretari di partito telefonavano ai direttori di tg, come me, per questioni politiche o per una protesta. Ma nessuno indicava questa o quella ragazza o, peggio, chiedeva di sapere A proposito: cosa chi fosse il giornalista pensa dell'intercetta- invitato a una trasmiszione che riguarde- sione. Qui una dipen- Morale, Curzi ? «Se ci sono panni sporchi Rai, lavarli in pubblico. E subito. Ultima osservazione. Ho sentito giorni fa chiamare "altezza" Vittorio Emanuele in qualche celeberrimo salotto Rai. Per favore: meglio "signor". Grazie». e il sorgere di astri effimeri. Ricorderà il lancio delle Lecciso dal trampolino di Domenica in. Impossibile dimenticarlo. Credo sia tempo di smetterla di imporre personaggi nati dal nulla e non dalle scuole di formazione. Chiedete ad Arbore quanti bravi artisti ha scoperto di cui la Rai non si è "accorta"... E quanti la Dandini... Quanti "divi" appaiono in tv e vengono invece da anticamere politiche, sottoboschi romani, serate giuste con il portavoce di turno ? Quel via vai con le stanze della Farnesina che si scopre dalle carte processuali mette i brividi». [email protected] C’è un piano per ribaltare il governo Fuori il Prc, dentro l’Udc di Casini di Rina Gagliardi (Liberazione, 20.06.2006) (versione ridotta I "poteri forti" stanno seriamente lavorando per sostituire Rifondazione comunista con l'Udc. L'idea è sempre stata ben chiara, fin dalla nascita dell'Unione e fin dalla campagna elettorale: "usare" i voti e la presenza della sinistra radicale, politicamente e quantitativamente determinante, per sbattere fuori Berlusconi, ma poi determinare, al più presto possibile, un diverso equilibrio politico, di natura neocentrista. Il famoso "taglio delle ali". L'espulsione dalla maggioranza, o la marginalizzazione del Prc, per un verso; la rottura della Casa della libertà, per l'altro verso, con il passaggio ad una nuova collocazione politica e parlamentare della sua ala ex-democristiana. Un disegno, che Confindustria, Corriere della sera, ora forse anche la Cei, accarezzano da sempre: solo che ora esso comincia a camminare. Va da sé che la vittima illustre di questa operazione è proprio Roma- no Prodi. Il presidente del consiglio, nonché leader dell'Unione, è l'agnello sacrificale privilegiato del progetto neocentrista. Non occorre molta fantasia per capire dove si va a parare. Ora, noi non siamo in grado di prevedere fino a che punto questo scenario potrà avverarsi. Abbiamo però una certezza, anzi due: che la parte maggioritaria della borghesia (e dei poteri con i quali la borghesia è oggi alleata) non sopportano l'idea che la sinistra radicale abbia un peso politico, e di dirette responsabilità istituzionali e ministeriali così rilevanti; e che, finora, a dispetto di incertezze e contraddizioni, il governo Prodi dispiace assai al padronato, a Washington e alla Cei. Questa è la sostanza, oltre il can can e la fuffa mediatica. Questo è il terreno sul quale si misurerà la lotta politica delle prossime settimane. Ragionando sul pericolo neocentrista che incombe, molto più forte dello spauracchio del ritorno di Berlusconi. ♦ INTERNI 18 Giustizia e Libertà 20 Giugno 2006 ...un prete diverso… da www.iltafano.it Riceviamo da Don Paolo Farinella, e pubblichiamo volentieri. Mi dispiace tediarvi a breve distanza di nuovo, ma la lettera è arrivata oggi... Sbalordite amiche e amici, sedetevi e sbalordite! Ricevo per posta la seguente richiesta: non so se piangere, se ridere, se disperarmi! La prima reazione a caldo è stata: "in che mani siamo, ragazzi, in che mani siamo. Il card. Siri diceva: meglio trattare con un delinquente parlamentare che un parlamentare cattolico che fa finta di crederci. Paolo Farinella, prete Genova Camera dei Deputati Gruppo Parlamentare UDC Il Presidente Egregio Signor Parroco, sono [sic!] a disturbarla per chiederle la cortesia di inviarmi, se possibile con sollecitudine, una giaculatoria, di quelle che insegnavano le nonne ai nipotini. Io le ho imparate così e così le insegno alle mie figlie. Purtroppo vedo che questa sana memoria cristiana, che ci accompagna durante la giornata, và [sic!] scomparendo e rischia così di finire una ricca e proficua 'trasmissione di fede'. Perciò mi sono deciso a chiederle una (o più) 'giaculatorie' che insieme a quelle dei suoi confratelli delle altre parrocchie italiane, vorrei raccogliere in un volumetto semplice che penso utile ed edificante. Confido nel potere aver una sua risposta entro il mese di luglio. Spero di averla convinta e non averla disturbata, Suo in Cristo Luca Volontè Ps. Nel caso le sia comodo i miei indirizzi sono: Luca Volontà - c/o Gruppo UdC Via Uffici del Vicario 21 00100 Roma oppure via mail (ancora più comodo e rapido): [email protected] Di seguito la mia risposta: Sig. Luca Volontà - Camera dei Deputati Roma e p.c. ad una marea di amiche e amici che prego di diffondere ciascuno con i propri mezzi via e-mail Lei non mi conosce perché se mi conoscesse non mi avrebbe scritto la delirante richiesta, di cui sopra. In quanto cristiano la ritengo responsabile in solido dello sfascio dell'Italia in cui il governo Berlusconi da lei e dal suo partito sostenuto e condiviso anche in appoggio a leggi immorali totalmente in contrasto con la dottrina della Chiesa, quella Chiesa di cui lei ora si fregia per convenienza partitica, raccogliendo "giaculatorie" da pubblicare, mi pare di capire, in un libro, non per le sue figliole (poverette!), ma per inviarlo come propaganda a tutte le parrocchie italiane e istituti religiosi, maschili e femminili, credendo così di millantare un credito che eticamente lei ha perso il giorno in cui ha votato la prima legge ad personam, favorendo gli interessi personali e di casta del deputato Berlusconi e famigli. D'altronde, anche nel suo partito, lo stesso segretario Follini si è dissociato, sebbene in ritardo e per questo lo avete dimissionato. Dal punto di vista della morale cristiana è ladro tanto chi ruba quanto chi para il sacco. Lei di sacchi ne ha parati uno stock intero in cinque anni. Da cattolico? Ogni volta diceva una "giaculatoria" per non rischiare di fare "finire una ricca e proficua 'trasmissione della fede'"?. Quando ha votato il conflitto d'interessi quale giaculatoria ha detto, potrebbe inviarmela? O per la legge sulle tv del padrone, a chi ha chiesto protezione? A santa Chiara? A santa Scura? o a Santa Opaca? La "sollecitudine" che lei invoca per inviarle le "giaculatorie", la impegni più proficuamente a meritarsi il lauto stipendio (12.000?/15.000? euro al mese?) che noi con le nostre tasse le pa(Continua a pagina 19) 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 19 … un prete diverso ... (Continua da pagina 18) ghiamo perché serva il paese e non perché si preoccupi della "trasmissione della fede". Lei è stato eletto non per assemblare giaculatorie, ma per servire il popolo sovrano, facendo una opposizione legittima ma proporzionata al dovere della maggioranza di governare il Paese, specialmente nello stato comatoso in cui voi lo avete lasciato. Se lei ha imparato le giaculatorie da piccolo, le reciti in silenzio e non le sbandieri in piazza perché così fanno anche gli ipocriti e i pagani: per farsi vedere e per averne un utile. Lei vorrebbe farmi credere che è preoccupato per la "trasmissione della fede"? Via, sig. deputato! lei crede veramente che io sia così stupido da non capire il suo diabolico piano? Lei ha perso le elezioni e il potere, vuole mantenere i contatti con quel bacino di riferimento cattolico che sono le parrocchie (la maggior parte delle quali sono da lei distanti, tanto per precisare, ovvia!) e accreditarsi come deputato credente e praticante fino al punto da raccogliere "giaculatorie" e pubblicarle con il suo nome e cognome (Andreotti docet!) e fare così propaganda sistematica per i gonzi che possono cascarci. Vedo anche che lei ha fretta in questa santa fatica editoriale se mi chiede una giaculatoria entro luglio: forse che vanno in scadenza come il tonno e l'insalata?. Io, invece, Paolo Farinella, prete di Genova, elettore e quindi pro quota parte attiva del popolo sovrano di cui lei è dipendente, considerato che ha scritto con la carta intestata della Camera (quindi gratuita), chiedo a lei che ha l'obbligo morale e giuridico di rispondere: 1. Ritiene lei che la raccolta delle giaculatorie, una per parrocchia di tutta Italia (circa 40.000) sia una priorità essenziale ed esiziale per la sopravvivenza del popolo che lo ha eletto al parlamento? Presenti un disegno di legge, sia discusso in commissione e in Camera e si voti sulla proposta e sulla copertura finanziaria (forse si ridurranno le pensioni minime perché con una giaculatoria al giorno gli anziani riescono a levare il medico di torno?). . 2. Se la sua iniziativa è privata perché usa la carta intestata della Camera che le compete solo nell'esercizio della sua funzione di deputato che nulla a che a fare con questa stupida e ignorante iniziativa? Non è questa la morale cattolica? Lei ha studiato una morale ad elastico? . 3. Quante copie intende stamparne dell'eventuale libro di giaculatorie? A spese di chi? Per la spedizione eventuale alle parrocchie e/o ad altri chi paga le spese postali? Il francobollo di posta prioritaria che c'è sulla busta della sua missiva chi lo ha pagato? Lei di tasca sua o noi di tasca nostra per intromissione indebita delle sua mani? Lei ha il pudore ancora di dire che non avete aumentato le tasse e non avete messo le mani in tasca ai cittadini? Cosa sta facendo lei, non sta mettendo le mani nelle mie e altrui tasche? . 4. Per preservare la "trasmissione della fede", sarebbe meglio che non usasse i soldi dei cittadini, come esige la morale cattolica per spedire lettere sue personali o per stampare libri di giaculatorie inutili e fuorvianti. Deputato Volontè "giaculi" meno e non sperperi i soldi degli Italiani e impegni il suo tempo a servizio del popolo. Per la morale cattolica con o senza giaculatorie, se così fosse, si chiama furto e se lei persiste furto aggravato che, secondo san Paolo è sanzionato con l'inferno. . Comunque voglio accontentarla e le mando la seguente giaculatoria che mi insegnò mio nonno oltre cinquat'anni fa: "Dai democratici cristiani che si servono della fede per i loro sporchi affari, liberaci, o Signore" che io aggiorno per suo diletto e trastullo fideistico: "Dalla peste, dalla fame, dalla lebbra e dall'Udc liberaci, o Signore, ora e sempre. Amen". Spero che non ci sia più una prossima volta, ma se dovesse esserci, la prego di non firmarsi più "in Cristo, suo..." perché lei non è "mio", essendo la schiavitù abolita da qualche secolo e poi perché è meglio non mischiare il suo partito con l'acqua santa in quanto incompatibili ex radice. Mi saluti le sue figlie e esprima loro tutta la mia umana solidarietà in caso di una loro autonoma e sperabile rivolta filiale. Paolo Farinella, prete Genova (la mia e-mail la conosce) PS. Se lei dovesse pubblicare un libro di giaculatorie a spese pubbliche, io citerò in giudizio lei e aventi causa, chiedendo i danni materiali e morali. Un consiglio gratis: impegni il suo tempo libero a studiare la grammatica e la sintassi, sicuramente le sarà più utile. INTERNI 20 Giugno 2006 Giustizia e Libertà 20 Tre interrogativi per il “NO” al referendum di Paolo Di Roberto Che questa riforma costituzionale fosse sbagliata lo sapevamo già e lo abbiamo scritto in più occasioni sul nostro giornale. Quello che mai e poi mai ci saremmo aspettati di dover sentire, tra tutti i commenti più assurdi che in suo sostegno ci è toccato ascoltare in questi giorni, è di averne conferma perfino da alcuni importanti esponenti della CDL. salto è l'ennesima ipocrisia che pervade la campagna referendaria della destra. bero, è stata approvata così com'è dagli italiani che se veramente l'avessero trovata carente l'avrebbero bocNon solo ci invitano a ciata. votare per una riforma che loro stessi ricono- In realtà questo altro scono come carente sot- non è che un meschino to molteplici aspetti, trucco per cercare di main più ci promettono guadagnare i voti di che questi punti saranno quegli elettori di destra Non più PRESIDENTE del CONSIGLIO, bensì PRIMO MINISTRO Il ritornello in voga presso molti di loro, quando non sono in Non ci si taccia di essere troppo pignoli, grado di rispondere a di badare troppo alle parole, noi, crociadelle giuste obiezioni o quando gli vengono namente, riteniamo che le parole sono mostrate delle palesi la forma in cui si sostanzializza il concontraddizioni nella legge, è: "Si, è vero: cetto. ci sono cose da cam"Primo Minibiare nella legge, ci Ebbene la locuzione sono cose che così stro" fu introdotta dal fascismo con la come sono non vanno bene, però… però legge 2263/1925, e non è un caso che intanto votiamo la Costiuente non la utilizzò ! ! “SI”, per dare un segnale di cambiamento, perché se votiamo “NO” resterà sempre cambiati dopo il voto più attenti e quindi meno favorevoli. tutto come prima e referendario. non si cambierà mai più nulla in Italia". Come non si sa, quan- In secondo luogo, se do nemmeno. veramente questa riSarebbe facile risponforma è da cambiare, dere in un modo simi- Vediamo perché questa perché non si sono aple: "la riforma è sba- affermazione è profon- portati precedentegliata, quindi intanto damente ipocrita. mente le modifiche, votiamo “NO”, poi prima ancora di appenseremo a cam- In primo luogo nel mo- provarla in parlamenbiarla in modo cor- mento in cui la riforma to ? dovesse essere approvaretto e coerente". ta, ossia nel caso in cui Non sarebbe stato più Ma non vogliamo li- vincesse il “SI”, non logico e giusto presenmitarci a questo nel capiamo quale interesse tarsi agli italiani con un nostro articolo. avrebbero a modificarla. testo completo e definiQuello che invece votivo invece che con uno gliamo mettere in ri- La riforma, ci direb- ancora incompleto e da revisionare ? In terzo e ultimo luogo, parte della riforma entrerebbe in vigore a tutti gli effetti a partire dal 2011 e parte addirittura solo nel 2016, ossia tra circa 10 anni, tra due legislature. Quindi il testo attuale dovrebbe essere modificato entro quella data, approvato dal parlamento attuale, e, nel caso non sia presente una maggioranza qualificata, per la sua approvazione definitiva andrebbe sottoposto a un nuovo referendum confermativo. Un testo approvato per via referendaria dovrebbe essere rimesso nuovamente al voto popolare una seconda volta prima di divenire definitivo e poter entrare in vigore. Ma tutto questo non ha proprio nulla di assurdo ? Eppure succede anche di questo nell'Italia della CDL. Crediamo allora che vi siano ben pochi dubbi su quella che dovrà essere la scelta per il voto di domenica prossima. Un “NO”, netto e deciso, contro una riforma costituzionale aborrita perfino dai suoi stessi sostenitori. PdR 20 Giugno 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 21 «Tutto va bene, Madame la marchesa» (Continua da pagina 1) dopo 25 anni di tentativi questo cambiamento venisse rifiutato -spiega- è evidente che per un secolo non si parlerebbe più di cambiamento. A questo punto, non la Lega, ma il popolo potrebbe scegliere altre strade non democratiche e questo, come ha detto Bossi, sarebbe un dramma» senza minimamente rendersi conto che stava … buttando benzina sulle fiamme. Ma d’altra parte, ci si potrebbe obiettare, cosa mai si può pretendere da un personaggio di tal fatta ! Quello però che lascia davvero sconcerti è notare che l’altra sera a “Primo Piano” (umilmente vorremmo chiedere a colui che si occupa di queste cose, per quanto tempo ancora dovremmo assistere a questo osceno varietà, oltretutto fazioso e di cattivo gusto ?) un politico di lungo corso come Gianfranco Fini possa cadere così in basso affermando che, dopo tutto Bossi aveva anche dichiarato «... E questo è un dramma». E con questa affermazione si può addirittura incolpare Himmler di essere stato uno sprovveduto, infatti, se avesse aggiunto alla sua dichiarazione sulla necessità di istituire i “lager” per l’eliminazione degli ebrei la frase «... E questo è un dramma» forse poteva anche essere considerato un benemerito del ebraismo mondiale. Oppure se il presidente Truman avesse aggiunto all’ordine di sganciare la bomba atomica su Yroshima e Nagasaki avesse aggiunto la stessa espressione «... E questo è un dramma», forse potrebbe essere considerato un benefattore dell’umanità. E vero che entrambi, Himmler e Truman attuarono i loro piani mentre Bossi l’ha solo dichiarato (o meglio, minacciato) ma ora vorremmo sciogliere questo nostro dubbio: dobbiamo aspettare che si giunga a mettere in atto le «altre vie, perché democraticamente non cambierà più niente» !!! Dobbiamo arrivare a tanto. Come ci si può illudere che senza far nulla si possa giungere a trovare il modo di bloccare questi fomentatori, sostenitori della lotta armata, come unico modo per poter ostacolare l’applicazione di un risultato referendaria deciso con metodo democratico ? Noi siamo convinti che gli italiani tutti (o almeno la maggior parte di essi), di destra e di sinistra siano coscienti che la democrazia non si conquista “sulla punta delle baionette”, come l’America di Bush ha inutilmente tentato di fare in Iraq da ben 5 anni, ed i cui risultati si possono riassumere in un solo concetto: si è riusciti a far “diffondere il terrorismo a livello globale”. Ci saremmo aspettati, lo confessiamo, una qualche reazione più precisa, più puntuale (lungi da noi l’idea che dovesse anche essere più forte e violenta) da parte dei partiti dell’attuale maggioranza. Essa, invece, si deve tristemente riconoscere, che non vi è stata, se non a livello di sussurri e bisbigli. Forse si è adottato un misteriano “fair-play” che ci risulta assolutamente incomprensibile. Un po’ come ci è apparso incomprensibile, la settimana scorsa l’atteggiamento del pur lucidissimo Bersani quando non ha snocciolato le cifre del deficit del Bilancio di Berlusconi, pur essendo stato più e più volte invitato a farlo dalla “violentemente graffiante ‘R’” della EX-sottosegretario Armosino. Anche in questo caso di è trattato di “Fair Play” ? Non vorremmo che da un “Fair Play” all’altro si giunga persino ad accettare come un “unicum indivisibile” le “Leggi ad Personam: La Depenalizzazione del Falso in Bilancio, la Legge Gasparri, la Legge sulle Rogatorie Internazionali, La Legge Schifani, la Legge Cirami-Carrara, la Legge sull’Ordinamento Giudiziario, la Legge Salva-Previti, la Legge Pittelli” che il Berlusconi si è cucito addosso. Ma, innanzi tutto vorremmo che la prima norma da abrogare sia quella che depenalizza il reato di “offesa alla bandiera”. Non fosse altro che per verificare se sia giusto o meno “pulirsi il c… col tricolore”, ed affinché, in un modo o nell’altro lo imparino tutti coloro che sono dotati di cittadinanza italiana. Qualora non si condivida questa convinzione … le frontiere italiane sono sem pre aperte, l’espatrio è sempre stato ed è tutt’oggi una possibilità di cui tutti possono approfittare, specie quei “padani”, che non si sentono -così almeno dichiarano- italiani. D’altra parte, se non andiamo errati, fu lo stesso EX-Senatur (un Masaniello in formato molto ridotto) che, a suo tempo, ventilò la possibilità di trasferirsi in Svizzera, se la Cdl avesse perso le elezioni ebbene: 1) quelle politiche le hanno perse; 2) quelle amministrati v e , pure; 3) quelle Refe- rendarie … tra qualche giorno Ma Bossi ed i vari Calderoli, Borghezio e Co. mostrano sempre di avere una bocca grandissima nel fare dichiarazioni (è il caso di dirlo, scusatemi) a c…. a cui non hanno mai fatto seguito azioni. Ne in bene né in male. Si può forse dire di loro che sono espertissimi unicamente in “azioni orali”. Stante così le cose, non possiamo fa altro che augurarci che, almeno questa volta, nello stesso momento in cui il Berlusconi chiede e richiede la riconta dei voti, la Commissione di verifica delle elezioni applichi con obiettiva severità ciò che viene stabilito nell’art. 10, n.1 della Legge n.361, del 3 giugno 1957. Stando bene attenti a cosa potrà poi accadere al Senato. Perché in tal modo, non ce lo si può nascondere, al giorno d’oggi, sulle Leggi al senato si potrebbe scatenare un ennesimo “mercato delle vacche”. Come è già avvenuto per la nomina del presidente della Commissione permanente Difesa: Sergio De Gregorio, Senatore della IdV che è stato eletto, in contrasto con la candidata dell’Unione Lidia Menapace, grazie a voti delle Cdl. Luigi Barbato Giustizia e Libertà Periodico Politico Indipendente Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 Proprietà: L. Barbato Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138- Roma E-Mail: [email protected] Fax: (+39) 06.6227.6293 Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Antonia Stanganelli 22 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Giugno 2006 IO VOTO NO ! E TU ? IL 25 e 26 GIUGNO SI VOTA IL REFERENDUM SULLA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE ( legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 146 del 18 Novembre 2005) Le cose preziose vanno trattate con cura,altrimenti si rompono in modo irreparabile. La nostra Costituzione è un oggetto prezioso. Perché fissa le libertà, i diritti e le garanzie sulle quali si fon- efficace. Quello che non si può fare è “rompere” la Costituzione. Insomma farla a pezzi, perché i guasti successivi cadrebbero interamente sulle spalle degli italiani. Votiamo NO perché: non accettiamo un Paese diviso, lacerato, paralizzato, discriminato ancor più tra Nord e Sud. Vogliamo un’Italia unita, dove i diritti siano uguali per tutti i cittadini, dove la solidarietà sia un va- MIGLIORARE LA COSTITUZIONE SI PUO', FARLA A PEZZI NO da il paese. Cambiare la Costituzione si può. Anzi, in alcune parti, è persino necessario. La si deve cambiare per garantire maggiori diritti e libertà ai cittadini e alle amministrazioni locali (Comuni, Province,Regioni), a partire da un federalismo Il 25 e 26 giugno si terrà il referendum sulla riforma della Costituzione voluta dalla destra. Questa riforma riscrive ben 53 articoli della nostra Costituzione repubblicana: in pratica,la demolis c e . La possiamo bocciare votando NO. lore fondamentale. Votiamo NO perché: non vogliamo che il Presidente del Consiglio abbia poteri “assoluti”, che possa sciogliere la Camera dei Deputati a suo arbitrio. Vogliamo che il Parlamento eletto dal popolo abbia i poteri per tutelare i diritti e le libertà dei cittadini, che il Presidente della Repubblica sia un garante, rispettato ed autorevole, che la Corte Costituzionale sia autonoma. Votiamo NO perché: non accettiamo di mandare in soffitta i valori fondamentali e i diritti scritti nella nostra Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Vogliamo dare significato pieno a quei valori, allargare lo stato sociale, arricchire la convivenza civile, rafforzare le istituzioni, l’unità del nostro Paese e la nostra democrazia. Votiamo NO perché: la riforma della destra ha un costo finanziario altissimo che pagheremo noi cittadini;non è né moderna né lungimirante. Noi invece vogliamo guardare al futuro. Il 25 e 26 giugno votiamo NO