“Split payment”, normativa da rivedere per i piccoli

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“Split payment”, normativa da rivedere per i piccoli
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Associazione
Piccole e Medie Industrie
del Friuli Venezia Giulia - Confapi FVG
CONFAPI FVG
“Split payment”, normativa da rivedere
per i piccoli industriali
Le nuove regole di fatturazione agli enti pubblici
nascondono un prestito forzoso allo Stato
Split payment da rivedere
“E' assolutamente necessario rivedere le disposizioni sullo Split payment e ripensare il sistema
fiscale rimettendo al centro l’impresa, centro propulsore per creare ricchezza occupazione e
sviluppo, liberandola da vincoli e penalizzazioni e mettendola nelle condizioni di competere con i
paesi concorrenti ad armi pari”. E' critica la presa di posizione assunta dall'Associazione Piccole e
Medie Industrie – Confapi Fvg sullo “Split payment”, il nuovo meccanismo in base al quale l’Iva
dovuta al fornitore da un ente pubblico non sarà pagata a quest’ultimo, ma versata
direttamente all’erario.
L'Iva versata direttamente allo Stato
La Finanziaria 2015 prevede infatti che gli enti pubblici, al ricevimento di una fattura per acquisto
di beni o di servizi, non pagheranno più al fornitore il totale ma solo l’imponibile, mentre
verseranno l’Iva direttamente allo Stato. Si è in questo modo derogato alle regole ordinarie di
liquidazione dell’imposta, in base alle quali l’imposta si versa mensilmente o trimestralmente,
quale differenza tra l’Iva incassata sulle operazioni attive e quella pagata ai fornitori sulle
operazioni passive.
Effetti negative su imprese edilizia, alimentari, servizi
Questa deroga però è destinata a produrre forti tensioni finanziarie sulle imprese che operano
con le amministrazioni pubbliche, proprio perché l’imposta a debito, non potendo essere
compensata con quella a credito, farà maturare in capo agli operatori una condizione stabilmente
creditoria nei confronti dell’erario senza poter monetizzare tale credito in tempi rapidi e certi. Per
l’associazione di viale Ungheria a subire maggiormente gli effetti negativi dello Split payment
saranno in prima battuta le imprese del comparto edilizio, già piegate dalla crisi economica e
dalla follia dell’Imu, ma pesanti ripercussioni sconteranno anche altri comparti come quello
alimentare, dei servizi, degli impiantisti nonché delle forniture in genere.
SA 8000:2008
Certified Social
Accountability System
ISO 9001:2008
Certified Quality System
Prestito forzoso allo Stato
“Questa disposizione presentata dal legislatore come misura di contrasto all’evasione fiscale – fa
presente Confapi fvg - nasconde un prestito forzoso che le imprese dovranno fare allo Stato.
Queste, infatti, dovranno necessariamente presentare un’istanza di rimborso, dilatando così di
diversi mesi, ma anche anni, il termine per ottenere il rimborso dell’imposta pagata ai fornitori”.
Nonostante la stessa amministrazione finanziaria riconosca il pregiudizio finanziario causato agli
operatori (prevedendo la possibilità di presentare istanze di rimborso infrannuali e l’inserimento
di questi soggetti tra quelli per i quali il rimborso sarà previsto in via prioritaria), è indubbio che,
rispetto alla previgente normativa, gli operatori si troveranno scoperti finanziariamente per l’Iva
versata ai propri fornitori. Lo scoperto naturalmente dovrà essere fronteggiato con il ricorso al
finanziamento bancario in un momento, come quello attuale, contraddistinto da una forte
contrazione del credito, ma soprattutto con aggravio degli oneri finanziari a carico delle imprese.
Lunghi tempi di attesa per incassare
La nuova procedura, essendo già entrata in vigore il 1° gennaio 2015, desta notevole
preoccupazione tra gli operatori, i quali si troveranno a dover finanziare lo Stato sia attraverso i
lunghissimi tempi di attesa di incasso delle fatture sia attraverso l’attesa del rimborso dell’Iva
pagata ai propri fornitori. “Se effettivamente il legislatore voleva combattere l’evasione, a fronte
dell’introduzione dello Split payment, avrebbe potuto introdurre un sistema simile a quello
previsto per gli operatori che effettuano operazioni con l’estero, conosciuto con il nome del
“Plafond Iva”, il quale riconosce la possibilità di acquistare beni e servizi senza versare l’imposta ai
propri fornitori, nei limiti delle operazioni attive effettuate nei confronti di operatori esteri. In
questo modo si scongiura la formazione di posizioni creditorie significative e non si mettono in
difficoltà finanziaria gli operatori”.
Non è lotta all'evasione, ma alibi per far cassa
E’ vero che la normativa europea non consente l’adozione di una simile procedura per le
operazioni interne, ma è altrettanto vero che il legislatore europeo, a differenza di quello
domestico, ha a cuore la sorte delle imprese e si è preoccupato di introdurre una procedura
finalizzata ad evitare di scaricare sulle stesse il carico finanziario che, in sua assenza, ne sarebbe
scaturito. “Ma evidentemente - conclude Confapi Fvg - il vero obiettivo del legislatore non era la
lotta all’evasione, ma ancora una volta rastrellare risorse per fare cassa”.
Udine, 31 gennaio 2015
Con cortese preghiera di pubblicazione
d.ssa Rosalba Tello Ufficio Stampa
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