Un voto per cambiare l`Europa
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Un voto per cambiare l`Europa
FEDERAZIONE TERRITORIALE PENSIONATI CISL DEL PIEMONTE ORIENTALE UN VOTO PER CAMBIARE IL VOLTO DELL’EUROPA Non siamo euroscettici; nemmeno eurodistruttori. Eurocritici, sì. È per cambiarla, l’Europa, che il 25 Maggio prossimo non ce ne staremo certo a casa. - L’Europa è l’unica aggregazione di stati nella storia dell’uomo nata non a seguito di guerre o violente annessioni, ma attraverso la decisione democratica dei Popoli; non a caso il suo inno non parla di morte, vittorie, conquiste: parla di gioia. - L’Europa detiene il 25% dell’intera ricchezza/PIL mondiale. - L’Europa conta mezzo miliardo di abitanti: pari a quelli di USA e Russia messi assieme. - L’Europa rimane, nonostante “gli scossoni” derivanti dalla crisi, la realtà col più basso tasso di marginalità sociale: non a caso il 50% del welfare mondiale totale, si concentra qui. - L’Europa, che è stato il crogiolo delle guerre mondiali che hanno sconvolto il mondo, ha di fatto garantito negli ultimi 60 anni la Pace nell’intero continente. Ma tutto questo non ci basta più. Oggi è “un’Europa a metà”, piena di tensioni, di egoismi, di contraddizioni; piegata dalla crisi, ma in maniera difforme, con l’Italia che ha perso un milione di posti di lavoro da inizio crisi, e la Germania che nello stesso periodo ne ha guadagnati altrettanti. Dove le risorse per l’innovazione, la ricerca, il sapere, lo sviluppo e l’occupazione sono poche, ma nel contempo quasi la metà dell’intero bilancio della Comunità Europea continua a essere bruciato per “assistere” l’agricoltura (una mucca da latte europea riceve contributi dalla Comunità pari a circa 3 euro al giorno; più di quanto guadagni un lavoratore africano della fascia sub-sahariana). L’Europa è a un bivio: è certamente in crisi se rimane quella della sola agricoltura, delle leggi che regolano le dimensioni del “cetriolo europeo” o dell’IVA da imporre ai barbieri in tutta Europa, delle banche, delle ferree leggi della moneta unica. La moneta unica, decisa e istituita a tappe forzate dopo la riunificazione tedesca per “imbrigliare la grande Germania” che mentre esaltava le piazze, faceva però paura a tutti i Palazzi d’Europa, doveva essere immediatamente seguita da un’Europa anche politicamente unita, con una politica fiscale ed economica unica: questo non è avvenuto; è da qui che bisogna ripartire. Per evitare che l’Europa non venga più vissuta come un organismo inutile e vessatorio, non più un incubo, ma torni ad essere un sogno condiviso. Iniziando con un comune coinvolgimento sul tema dell’immigrazione: l’Italia è la porta di ingresso in Europa per moltitudini di disperati in fuga dai drammi africani. Accoglierli in maniera dignitosa e solidale non può essere un problema per il solo nostro Paese. Va poi affrontato il ruolo della Comunità Europea in ambito economico/fiscale e per la creazione di lavoro: per evitare che venga percepita solo come sovrastruttura negativa, l’Europa deve passare dal rigore dei conti alla progettualità di uno sviluppo buono e duraturo. Anche sulla Difesa comune c’è molto da lavorare: a partire dalla necessità di evitare che i Paesi acquistino magari un centinaio di F35 a testa (come previsto per Italia, Olanda, U.K.) con costi incredibili, quando si potrebbe fare “massa critica” su questo, come su altri sistemi d’arma. Dobbiamo andare, con coraggio e senza indugi, verso gli STATI UNITI D’EUROPA, dove tutte le funzioni politiche e sociali (politica Estera, Difesa, politica industriale e per la crescita, Welfare coordinato) vengano unificate e messe a fattor comune. Per fare tutte queste cose, non servono né gli Euroscettici, né gli Eurodistruttori: servono gli Eurocritici, che credono nell’Europa, per cambiarla. Andremo a votare scegliendo chi, come noi, crede che ciò sia possibile.