Un gioiello pensato per i bambini, ma ora è allarme fondi

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Un gioiello pensato per i bambini, ma ora è allarme fondi
LA PROVINCIA – Ed. Lecco
10 aprile 2005
IL RESPONSABILE DELL’ASSOCIAZIONE
IL RESPONSABILE DELL’ASSOCIAZIONE
«Un gioiello pensato per i bambini, ma ora è allarme fondi»
(d. bon.) «È una struttura nata dopo decenni di
esperienza nella riabilitazione dei bambini. L’idea
iniziale era di costruire un piccolo centro per la
risonanza magnetica e la ricerca, ma pian piano è
cresciuta fino ad integrare i servizi già esistenti e
anche quelli nuovi». Non nasconde la propria
soddisfazione Gabriella Zanella, direttore generale
dell’associazione «La Nostra Famiglia», parlando del
settimo padiglione, il gioiello di famiglia inaugurato
solo pochi mesi or sono.
Cosa lo distingue dalle altre strutture?
«Dagli anni Sessanta, abbiamo sempre realizzato le
varie strutture secondo criteri che tenevano conto
innanzi tutto degli aspetti socioeducativi derivanti dalla
necessità di poter ospitare bambini. Così i padiglioni
sono stati realizzati per essere funzionali alle necessità
dei bambini disabili, anche se l’organizzazione
prevedeva che ciascun padiglione fosse dedicato a una
patologia specifica. Col settimo, invece, abbiamo
creato un collegamento non solo fisico, ma anche
disciplinare sulla riabilitazione».
Nel corso del convegno, si è parlato di come
realizzare un ospedale «a misura di bambino».
Voi come ci siete riusciti?
«In realtà, fin dall’inizio della nostra attività abbiamo
avvertito la necessità di far sentire ai bambini
ricoverati
che loro erano importanti. Così abbiamo sempre
cercato di rispondere nel modo più adeguato ai loro
bisogni, secondo quanto dettato dal nostro fondatore
don Luigi Monza. Abbiamo cercato di alleviare la loro
sofferenza tenendo presente che loro sono l’elemento
centrale della nostra attività».
Un’attività con la quale, in un certo senso,
riuscite sempre ad anticipare il futuro. E tutto
con fondi privati…
«Il progetto è stato realizzato con fondi privati. Per il
mantenimento dei servizi, invece, siamo accreditati
con la Regione, che però ci sta mettendo un po’
difficoltà con i tetti per gli accreditamenti. Se qualcosa
non si sbloccherà al più presto per quanto riguarda il
numero di letti contrattati, cioè per pazienti a carico
del servizio sanitario nazionale, non saremo in grado di
aumentare le attività».
Con quali conseguenze?
«Innanzi tutto dovremo rivolgere una parte sempre più
ampia dei nostri servizi ai pazienti privati. In secondo
luogo, se non riusciremo a incrementare le attività, ci
troveremo in forti difficoltà per quanto riguarda la
gestione della struttura».
SI PARLA DI: LA NOSTRA FAMIGLIA