Dicono del libro… - Istituto Aberastury
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Dicono del libro… - Istituto Aberastury
Dicono del del libro… libro… Piergiorgio Giacché: Giacché Ho letto per primo e “in corso d’opera” un libro che riguarda professioni e discipline di cui non sono esperto. Una pre-lettura non sarebbe sufficiente a fare da prefazione, se non fosse che questo libro contiene le chiavi per aprire le sue porte, e questo è un suo merito e il vero vantaggio che offre al lettore. Non solo, spero, al suo primo lettore. Le considerazioni che seguono sono dunque rubate cioè “fatte proprie”, con tutti quegli errori inevitabili e associazioni indebite che finiscono per costituire un reato. Le espongo perché credo che ogni lettore non specialista (e questo libro è concepito come “regalo” ai non specialisti) dovrebbe a sua volta “rubare” dalle pagine di questo libro quanto più vuole e può. […] È questo un libro sulla psicoanalisi ma non solo e non del tutto. Gli “Scrutatori d’anime” non si raccolgono in una sola professione e inoltre interpretano una sensibilità e una responsabilità che riguarda tutti… Luis Chiozza: Chiozza Se dovessi riassumere in una sola frase il bellissimo libro di Carlo e Rita direi: nonostante tutto l’anima esiste! Credo che in questa frase sia condensato il viaggio che questo libro compie: un viaggio molto interessante perché in ogni pagina si trovano cose molto riuscite, concetti molto fedeli e ricche descrizioni. Ma quello che colpisce di più è che tutto l’insieme delinea un percorso, un viaggio molto complesso in cui si vede in azione un dramma epistemologico. Questo viaggio mostra situazioni che toccano quasi la disperazione ma nelle quali si vede che l’anima c’è sempre. Gli Autori ci mostrano come nonostante tutti gli sforzi fatti per inquadrare l’anima, restringendola in una rigida rete, essa sfugge ad ogni restrizione e rifiorisce sempre. Il testo non perde mai il proposito fondamentale di mostrare come scrutare l’anima non significa scrutare qualcosa al di là di me: scrutare l’anima è trovare l’altro in me. E questo è l’unico modo di capire. Questo mi sembra il messaggio centrale del libro. Un altro messaggio importante: gli Autori rendono evidente che l’errore, il cammino “storto”, la chiacchierata inutile esistono veramente; esiste davvero un’inutilità intellettuale, sterile e che oggi produce così tanti danni, perché domina ovunque, anche fra i cosiddetti “Scrutatori d’anime”. […] 1 Mi sono sentito molto fecondato da questo libro: appena l’ho ricevuto l’ho letto tutto d’un fiato e poi di nuovo con un gruppo di studio che abbiamo formato per approfondirlo alla “Fundación”. Tutti i colleghi sono stati molto colpiti dalle vicende della Psicologia in Italia dove è capitato quanto è avvenuto pure in Argentina. Come mai uno stesso errore viene fatto in due posti così diversi e lontani? Perché anche gli errori hanno un senso. Ed è necessario riflettere sull’errore di tutto il cosiddetto mondo “psi” e sul malinteso che lo sottende. Il primo aspetto di questo errore è credere che il mondo “psi” appartenga solo alle persone che se ne occupano, ma il mondo “psi” non appartiene agli Scrutatori d’anime! Gli Scrutatori d’anime sono quelli che scrutano il mondo “psi” che, però, esiste comunque perché è il mondo del significato, è il mondo umano… Achille Rossi: Rossi Vorrei partire citando un vecchio adagio della scolastica medioevale: “Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur”. Quel che si accoglie, lo si accoglie, secondo le modalità di chi riceve. Le cose che dirò a proposito del libro di Carlo e Rita Brutti sono segnate dal mio modo di leggere. Questo segna anche il limite del mio discorso. Cosa leggo in questo libro? Detto in sintesi, l’impossibilità di liquidare l’anima da parte di un monismo materialista che ha ridotto l’anima a secrezione del cervello… […] Qual è l’impianto teorico su cui si basano gli autori per sostenere la loro tesi? Individuo due punti nodali. Il primo è la cosiddetta seconda ipotesi freudiana che muove dall’idea che ci sarebbe sempre uno psichico sepolto nei fenomeni fisici… […] Il secondo punto nodale dell’impianto teorico degli autori è la prospettiva panikkariana della a-dualità… […] Insomma questo testo è un lavoro meritorio non solo perché racconta una storia, come scrivono gli autori nell’introduzione, ma soprattutto per gli spunti teorici che contiene… Mansueto de Nardo: Nardo Quando mi è arrivato il libro ho visto molti tratti di una storia che abbiamo vissuto insieme. Come allievi arrivavamo a Perugia per attingere direttamente dalla fonte, negli anni settanta, quando si è cominciato a rompere quei muri che erano frutto di un inganno perché si pensava che la malattia mentale si potesse curare nei manicomi, chiudendo le persone spesso per tutta la vita in un luogo che sarebbe dovuto essere foriero di salute. Ma questo inganno è stato smascherato… 2