cambogia - Aiuto alla Chiesa che Soffre

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cambogia - Aiuto alla Chiesa che Soffre
APPARTENENZA RELIGIOSA
Buddisti 96,9%
Cristiani 0,2%
Musulmani 2%
Altre religioni 0,9%
AREA
181.000 km2
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
14.305.000
69
13.807
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*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
CAMBOGIA
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La Costituzione garantisce il diritto alla libertà religiosa e sia le leggi dello Stato
che l’attività del Governo sono rispettose di tale diritto. L’art. 31 dispone che «i cittadini khmer sono eguali davanti alla legge, godono di stessi diritti e stesse libertà e devono rispettare gli stessi doveri, senza distinzione di razza, di colore, di
sesso, di lingua, di credo religioso, di orientamento politico, di nascita, di condizione sociale, di salute o di altro». Medesimo principio è affermato al comma 2 del
successivo art. 42, nel quale si legge che «tutti i cittadini khmer, di entrambi i sessi, hanno diritto alla libertà di credo e di culto. Esse sono garantite dallo Stato, a
condizione che non pregiudichino altri credo religiosi o violino ordine pubblico e
sicurezza». Al comma 3 si stabilisce che «il buddismo è religione dello Stato»,
una disposizione che avalla il sostegno che esso assicura ai Festival buddisti e ai
monaci che insegnano nelle pagode.
La comunità cristiana è in costante crescita, come confermano sacerdoti e laici.
Un missionario argentino presente nel Paese da molti anni e anche durante i
massacri degli anni ’70 commessi dal regime dei Khmer Rossi, conferma questa
tendenza e afferma che è una sorta di risurrezione della Chiesa cambogiana. «La
prospettiva per i prossimi anni è di continua crescita ed è proprio questa la bellezza per noi preti: essere parte della ricostruzione della Chiesa e darle un volto che
sia pienamente cambogiano», ha dichiarato il missionario1.
In conformità alla normativa vigente, tutti i gruppi religiosi – compresi i buddisti
maggioritari Theravada – hanno l’obbligo di registrarsi presso il Ministero della
Cultura e delle religioni. È una condizione imprescindibile per poter costruire luoghi di culto e svolgere attività a carattere religioso o confessionale. Registrandosi, i gruppi interessati devono rendere noti i loro obiettivi e le loro attività, le quali
sono regolate dalle disposizioni legislative esistenti (tra queste, c’è quella che vieta di offendere altri gruppi o minacciare la sicurezza nazionale). Da segnalare che
http://www.asianews.it/notizie-it/Missionario-Pime:-dall%E2%80%99Argentina-a-PhnomPenh,-per-ricostruire-la-Chiesa-cambogiana-28062.html
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la proposta di legge presentata, nel 2007, dal Ministero citato per imporre alle
Chiese l’obbligo di ottenere una nuova licenza, non ha avuto seguito.
Per quanto concerne i luoghi di culto, disposizioni precise ne disciplinano la costruzione, ma che finora non risulta siano state usate per impedire l’edificazione
di chiese o moschee. Tali norme prevedono una preventiva autorizzazione, il
mantenimento di distanze minime con altri luoghi di culto e il divieto di renderli anche luoghi per attività politiche.
Essendo il buddismo religione di Stato, ne è previsto l’insegnamento nelle scuole pubbliche, prerogativa negata alle altre religioni; ciò nondimeno, l’insegnamento di cristianesimo, islam o altre religioni non buddiste, può essere impartito liberamente nelle scuole private. Da segnalare che lo Stato consente alle studentesse musulmane e alle donne che lavorano in strutture pubbliche, di indossare il velo islamico.
I missionari stranieri, compresi quelli cattolici, possono svolgere le loro attività pastorali senza alcuna limitazione. Più volte, funzionari statali hanno espresso opinioni molto positive sul servizio svolto durante le calamità naturali da associazioni e gruppi stranieri, soprattutto cristiani, e per l’impegno in progetti in ambito educativo, agricolo e manifatturiero. Sia Christian Aid che un’organizzazione umanitaria olandese hanno aiutato le vittime dei monsoni abbattutisi sul Paese nell’ottobre 2013; come riportato all’epoca dalla Radio Vaticana2, entrambe le ONG hanno distribuito aiuti alimentari, prodotti sanitari e teloni di protezione alle migliaia di
senza tetto. Da segnalare, però, che a dispetto dell’approvazione generale, il Governo ha rilasciato dichiarazioni, quanto meno inopportune, che diffidavano
dall’«usare la religione per fini politici o illegali».
Nonostante il quadro generale di rispetto della libertà religiosa non presenti situazioni allarmanti, quella dei diritti umani e della libertà di espressione delle convinzioni politiche, rimane una situazione critica. Il Partito popolare (PPC) e il suo leader,
Hun Sen, dominano la vita politica del Paese da 28 anni. Nel settembre 2013 il
Primo ministro Hun, ha vinto le elezioni conquistando così il suo quinto mandato,
ma le opposizioni hanno lanciato accuse di brogli. Le manifestazioni del Partito di
Salvezza Nazionale (PSNC) si sono però rivelate inutili; il leader, Sam Rainsy, era
rientrato nel Paese solo a luglio, poche settimane prima del voto, dopo un lungo
periodo in esilio. L’Esecutivo, respingendo ogni accusa di irregolarità, non ha
consentito a osservatori terzi e imparziali di verificare se il voto era stato condotto in base a principi di giustizia, democrazia e partecipazione.
Il 2013 sarà ricordato non soltanto per le elezioni politiche, ma anche per i funerali di Re Norodom Sihanouk, svoltisi nel mese di febbraio, dopo mesi di lutto nazionale (l’anziano re era morto il 15 ottobre 2012 a Pechino, pochi giorni prima del
suo 90° compleanno). Decine di migliaia di persone hanno partecipato alle cerimonie funebri di uno dei personaggi più amati, nonostante i drammi della storia
2 Radio Vaticana, 29/10/2013
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recente del Paese. La Cambogia ha, infatti, conosciuto le atrocità dei guerriglieri
maoisti sotto la guida del sanguinario Pol Pot che, tra il 1975 e il 1979, sterminò
un quarto della popolazione.
Da segnalare che, dopo decenni di silenzio, complicità e traumi irrisolti, nel giugno
2013 il Parlamento ha approvato una norma che dichiara fuorilegge ogni negazionismo delle atrocità dei khmer rossi; anche questa iniziativa dimostra che gli sviluppi politici destano più preoccupazione dei fattori etnici o religiosi. È opportuno ricordare che esponenti di spicco delle tre principali religioni – buddismo, cristianesimo
e islam – si sono riuniti alla fine di febbraio a Choeung Ek, uno dei famosi “campi
della morte”, per ricordare, anche con una preghiera inter-religiosa, le vittime di
questa tragedia collettiva. Come riportato dall’Agenzia Fides3, l’iniziativa faceva
parte della Settimana dell’Armonia inter-religiosa, caratterizzata da veglie di preghiera, incontri e dibattiti. A conclusione dell’iniziativa, i capi religiosi hanno piantato
alcuni alberi all’interno del campo, come segno di pace e di speranza.
3 Fides, 26/02/2013
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