trend maggio 2015
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trend maggio 2015
In questo numero Le nuove pratiche di vigilanza europea sulle valutazioni immobiliari al centro dell’ultimo convegno TEGoVA L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari Le nuove pratiche di vigilanza europea sulle valutazioni immobiliari al centro dell’ultimo convegno TEGoVA Lo scorso 17 aprile si è tenuto a Berlino il convegno “European Banking Union & Cross Border Valuation” organizzato da TEGoVA, la federazione europea delle associazioni di valutatori immobiliari che ha tra le principali finalità quella di promuovere l’adozione di standard di valutazione comuni, con l’obiettivo di armonizzare il mercato europeo delle valutazioni. Il tema principale del convegno, moderato da Silvia Cappelli – Vice Presidente di ASSOVIB e Board Member di TEGoVA – è stato il nuovo assetto della vigilanza unica europea. Fallimenti in calo nel I trimestre 2015 rispetto al IV trimestre 2014 (-15,5%). Ma l’edilizia rimane in crisi L’agenda ha previsto, inoltre, interessanti interventi focalizzati sia sul mercato immobiliare tedesco sia trasversalmente sulle tematiche europee di valutazione degli asset. La stima di immobili con probabili opportunità di sviluppo Come sottolineato da Wolfgang Kälberer (Hon REV, Association of German Pfandbrief banks e Board Member di TEGoVA), la nuova vigilanza unica europea sottopone le banche alle pressioni dei principali pilastri della European Banking Union rappresentati dal Single Supervisory Mechanism, dal Single Resolution Mechanism e dal Deposit Guarantee. Silvia Cappelli, Vice Presidente di ASSOVIB e Board Member di TEGoVA In questo contesto, influenzato da una normativa sempre più stringente che fa capo alle recenti indicazioni di BCE, EBA, Basilea e Commissione Europea tramite la Mortgage Credit Directive, rivestono un ruolo fondamentale sia l’autoregolamentazione promossa da TEGoVA, sia le associazioni nazionali di categoria e le nuove best practice rivolte al raggiungimento di condivise prassi di supervisione ordinaria (Standard Supervision Practice) e straordinaria (AQR e attività stress test). In quest’ottica, i principali obiettivi che ci si auspica di raggiungere tramite le nuove practice europee sono: • trasparenza degli standard di valutazione, a garanzia dell’attività dei valutatori e società di valutazione che hanno investito in qualità, processi, metodologie, certificazione delle competenze e alimentazione di ricchi database informativi; • incarichi di valutazione transfrontalieri, che consentano agli investitori internazionali di accedere a nuovi mercati affidandosi alla competenza dei valutatori qualificati che operano in quel territorio, adottando norme di valutazione appartenenti a un framework di standard e metodologie condivisi e dal respiro europeo; • identificazione della valutazione immobiliare come uno strumento fondamentale di Risk Management, che ben si coniuga con la necessità sempre più pressante da parte delle banche di monitorare con la massima attenzione il valore delle garanzie immobiliari e affidarsi a consolidate pratiche di Controllo Qualità e Reporting. Il raggiungimento di questi obiettivi, unito a una politica di protezione dei consumatori, costituisce la base necessaria per elevare la qualità del mercato immobiliare europeo. L’andamento del mercato immobiliare italiano: focus sugli immobili a garanzia dei mutui ipotecari di intero 2014, solo il 10,9% delle istruttorie formalmente presentate agli Istituti si riferisce alla rottamazione di vecchi mutui. La riduzione dell’incidenza è dovuta, in primis, alle caratteristiche proprie del canale distributivo online che sovrappesa la dinamica rappresentando il tipico contesto a cui il consumatore si rivolge per effettuare comparazioni fra la convenienza del proprio mutuo rispetto alle altre offerte disponibili sul mercato. Dall’analisi dei dati di CRIF Valutazione Immobili, delle informazioni registrate in EURISC (il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF) e delle rilevazioni dell’Agenzia delle Entrate, si desume una fotografia aggiornata delle tendenze in atto nel mercato italiano del credito immobiliare. Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente IV TRIM 2013 I TRIM 2014 II TRIM 2014 Compravendite Residenziali -8,0% 4,1% -1,0% 4,2% 7,1% Contratti Mutuo Ipotecario Erogati -5,9% 2,9% 0,1% 14,6% 20,2% Importo Medio Mutuo Erogato III TRIM IV TRIM 2014 2014 I TRIM 2015 Per altro, nel corso del primo trimestre 2015 è apparso evidente, all’interno del fenomeno delle surroghe, lo slittamento verso il tasso fisso. Gli IRS odierni ai minimi storici, e le strategie commerciali bancarie molto aggressive sulle nuove offerte a tasso fisso, creano infatti condizioni uniche per i mutuatari interessati a surrogare il proprio mutuo verso un nuovo mutuo a tasso fisso. Analizzando invece l’immobile oggetto di garanzia ipotecaria, il prezzo/ mq mostra ancora valori negativi, seppur sempre più contenuti, con un -1,9% nel primo trimestre 2015 rispetto all’anno precedente, con una superficie media compravenduta che è risultata essere di circa 100 mq. 115.403 113.705 112.863 111.953 113.524 Prezzo/Mq Immobile -4,4% -5,9% -3,6% -4,7% -4,0% -1,9% Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili, EURISC, Agenzia delle Entrate Andamento Prezzo/Mq - Superficie Immobile Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente Nel quarto trimestre 2014 le compravendite residenziali hanno fatto registrare un incremento pari a +7,1% rispetto all’anno precedente, per un totale di 116.543 unità compravendute, rispetto alle 108.804 del corrispondente trimestre 2013. A livello territoriale, risulta particolarmente positivo il rialzo degli scambi registrato al Centro, in crescita del +9,3% rispetto al IV trimestre del 2013. Al Nord il rialzo è stato pari al +7,5%, mentre al Sud si è registrato un tasso tendenziale pari a +4,7%. Sull’intero 2014 il numero delle compravendite residenziali è cresciuto del +3,6%; si è passati infatti dalle 403.125 compravendite registrate nel 2013 alle 417.524 registrate nel 2014, il 40,6% delle quali è risultato essere assistito da mutuo. 104 -1,0% -1,9% -2,0% 102 -3,0% -3,7% -4,4% -5,7% -6,0% 14,6% 115.712 115.249 -15,0% -7,15% 0,4% 115.403 2,9% -5,9% 114.432 113.524 113.705 111.953 II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2012 2012 2012 2013 II TRIM 2013 III TRIM 2013 IV TRIM 2013 I TRIM 2014 II TRIM 2014 III TRIM 2014 Superficie Immobile In particolare, nel primo trimestre 2015 il prezzo/mq per gli immobili usati registra una contrazione del -1,5%, mentre il prezzo/mq dei nuovi immobili subisce una riduzione del -3,9% mostrando una lieve inversione rispetto al fenomeno registrato nei trimestri precedenti in cui era l'immobile usato a risentire maggiormente delle dinamiche negative del mercato. Andamento Prezzo/Mq - Immobili Nuovi e Usati Variazioni trimestrali rispetto all’anno precedente (esclusi gli immobili ristrutturati e da ristrutturare) 2,0% 0,0% 114.000 -8,0% -7,2% -3,0% -1,6% -2,3% -3,3% -4,2% -6,5% -1,0% -0,8% -3,4% -2,5% -6,0% IV TRIM 2014 -1,8% -2,1% -4,0% 1,3% 1,2% 0,4% -2,0% 108.000 I TRIM 2013 II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2014 2014 2014 2015 Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili 110.000 IV TRIM 2012 II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2013 2013 2014 2014 Prezzo/Mq 112.000 -48,0% 98 97 I TRIM 2012 116.000 112.863 99 -5,9% -7,0% 20,2% 120.000 118.000 0,1% 100 -4,7% -5,0% -5,3% -6,2% Andamento Erogazione Mutui Variazioni trimestrali rispetto all'anno precedente 119.041 -3,6% -4,7% -5,0% 101 -4,0% -4,4% -4,0% I contratti di mutuo ipotecari erogati a persone fisiche continuano a far registrare un trend crescente: il quarto trimestre 2014 riporta infatti un incremento del +20,2% rispetto all’anno precedente, mentre la domanda di mutui, in termini di numero di richieste effettuate, ha fatto segnare nel mese di aprile 2015 un incremento record pari a +71,9% rispetto allo stesso mese del 2014, che ha riportato i volumi vicini ai livelli di 5 anni fa. 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% -10,0% -20,0% -30,0% -40,0% -50,0% -60,0% 103 -4,2% -5,0% -3,9% -3,9% -1,5% -3,9% -5,5% -5,8% -6,8% -8,5% -10,0% Contratti Mutuo Ipotecario Erogati I TRIM 2012 Importo Medio Mutuo Erogato Elaborazioni CRIF su dati EURISC II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2012 2012 2012 2013 II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2013 2013 2013 2014 Nuovo II TRIM III TRIM IV TRIM I TRIM 2014 2014 2014 2015 Usato Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili Nel quarto trimestre del 2014 l’importo medio dei mutui erogati ha fatto segnare un valore pari a 113.524 Euro, in leggera ripresa (+1,4%) rispetto ai 111.953 euro del terzo trimestre 2014. Il trend di riduzione del prezzo/mq è evidenziato anche dall’andamento del valore medio degli immobili forniti in garanzia, che passa dagli oltre 200.000 Euro del 2010 ai circa 175.000 Euro del primo trimestre 2015. Ricordiamo che il campione di immobili analizzati da CRIF Valutazione Immobili contiene le diverse tipologie immobiliari oggetto di Perizia CRIF Per quanto riguarda i mutui con finalità diversa dall’acquisto, a partire dalla seconda metà del 2014 si è intensificato l’interesse verso la possibilità di surroga e sostituzione, tanto da spiegare circa il 30% delle richieste di mutuo raccolte sul canale online. Tuttavia, a livello 2 (appartamenti, attici, loft, mansarde, monolocali, ville e villette a schiera), dove la tipologia più rappresentata è costituita da appartamenti. Andamento Prezzo/Mq Variazioni Trimestrali rispetto all’anno precedente La dinamica negativa delle quotazioni interessa tutte le aree italiane anche se con intensità differente: i dati del primo trimestre 2015 mostrano una contrazione maggiore nel Nord-Est con un -4,2%, seguito dal Nord-Ovest con -1,7% e dal Sud e Isole con -1,4%. Il Centro ha invece fatto registrare un decremento più contenuto nel valore medio degli immobili, pari al -0,6%. Nota: Con riferimento ai dati forniti da CRIF Valutazione Immobili, da febbraio 2013 è stata effettuata un’attività di normalizzazione del campione eliminando eventuali outliers per una più coerente lettura delle elaborazioni. I dati relativi agli Immobili e ai Mutui erogati sono riferiti alle sole persone fisiche. Aree Nielsen 2014 I TRIM 2015 Centro -5,5% -0,6% Nord-Est -4,9% -4,2% Nord-Ovest -2,4% -1,7% Sud e Isole -1,5% -1,4% Totale Italia -4,6% -1,9% Elaborazioni CRIF su dati CRIF Valutazione Immobili Fallimenti in calo nel I trimestre 2015 rispetto al IV trimestre 2014 (-15,5%). Ma l’edilizia rimane in crisi Dopo un quarto trimestre del 2014 che si è chiuso con la cifra record di 4.502 fallimenti, nei primi tre mesi del 2015 si è interrotta la preoccupante crescita di imprenditori che hanno visto fallire la propria attività. Nel primo trimestre dell’anno infatti i fallimenti sono stati 3.803, registrando un calo di ben 799 casi, pari al 15,5% in meno. In media nel 2015 sono fallite 59 imprese ogni giorno, considerando le sole giornate lavorative, più di due imprese ogni ora. Dal 2009 a oggi inoltre si contano 78.978 imprese che hanno portato i libri in tribunale, numeri che sottolineano le difficoltà che sta ancora attraversando il nostro tessuto imprenditoriale. Questa è la fotografia dell'Analisi dei Fallimenti in Italia, aggiornata al primo trimestre 2015, realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information. L’analisi territoriale mostra come la Lombardia si confermi, anche nel I trimestre 2015, la regione con il maggior numero di fallimenti (784 casi, pari al 20,6% del totale nazionale). La seconda regione più colpita è il Lazio, con 483 imprese chiuse e un’incidenza sul totale Italia del 12,7%. Fallimenti per macrosettore merceologico - I TRIM 2015 SETTORE MACROSETTORE FALLIMENTI 2015 Costruzione di edifici Edilizia 451 Commercio ingrosso beni durevoli Commercio ingrosso 329 Edilizia 310 Servizi commerciali Servizi vari 274 Commercio ingrosso beni non durevoli Commercio ingrosso 220 Edilizia 204 Ristoranti - Bar Commercio dettaglio 183 Industria manufatti in metallo Industria, produzione 165 Trasporti, distribuzione 162 Abbigliamento e accessori Commercio dettaglio 146 Varie Commercio dettaglio 89 Alimentari Commercio dettaglio 62 Arredamento - articoli per la casa Commercio dettaglio 62 Servizi vari 60 Industrie alimentari Industria, produzione 55 Industrie della pietra e del vetro Industria, produzione 55 Industrie macchinari industriali e computer Industria, produzione 54 Industrie del mobile / accessori per arredi Industria, produzione 51 Abbigliamento e altri prodotti tessili Industria, produzione 45 Industrie tipografiche editoriali Industria, produzione 44 Installatori Locazione immobiliare I macrosettori merceologici più colpiti Il commercio e l’edilizia continuano a far registrare il maggior numero di imprese fallite. Nel dettaglio, sono 1.091 i fallimenti che hanno interessato il macrosettore del commercio e 965 quelli riferiti al settore edile. Relativamente all'edilizia, il comparto in maggiore sofferenza è quello della "costruzione di edifici", in cui si registrano 451 fallimenti. Da segnalare anche i 183 casi nel comparto “ristoranti e bar”, “abbigliamento e accessori” (146), “alimentari” (62) e “industrie del mobile e accessori per arredi”, con 51 fallimenti. Trasporti e servizi merci su gomma Pagamenti, il settore edile è in linea con la media italiana Servizi personali Lo Studio Pagamenti 2015 di CRIBIS D&B ha evidenziato che solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale, mentre i ritardi gravi sono cresciuti del 185,5% rispetto al 2010 (dati aggiornati a marzo 2015). Tra i settori, il comparto dei Servizi Finanziari è quello che gode di miglior salute con una quota del 48,5% di performance virtuose, a fronte di un 10,4% di ritardi gravi. Al contrario, il comparto del commercio al dettaglio risulta in grave difficoltà, con appena un quarto (25,4%) delle imprese puntuale, a fronte di un altro quarto (24,6%) di ritardatari gravi. Per quanto riguarda il settore edile, invece, il dato risulta in linea con la media italiana, dove la quota maggioritaria delle imprese paga entro i 30 giorni (46,3%). Occorre tuttavia sottolineare che l’edilizia ha visto crescere i ritardi gravi del 178% negli ultimi 5 anni. Altri settori 782 Totale 3.803 Fonte: CRIBIS D&B 3 La stima di immobili con probabili opportunità di sviluppo Il valore di mercato di immobili, terreni e fabbricati deve riflettere il loro potenziale sviluppo immobiliare, attuabile in base a un permesso di costruire già rilasciato oppure a uno strumento urbanistico applicabile. I principali standard europei, European Valuation Standards del TEGoVA e Royal Institute of Chartered Surveyors, riconoscono, infatti, nell’interpretazione della definizione di valore di mercato come quest’ultimo debba riflettere l’Highest and Best Use dell’immobile, ossia l’uso che ne massimizza le potenzialità e che deve essere possibile, permesso dalla legge e finanziariamente fattibile. Nella stima del valore di mercato di un immobile è pertanto necessario effettuare un’analisi del mercato in cui si inserisce, per verificare quale, fra l’uso attuale e quelli alternativi, è apprezzato dal mercato e se le possibili trasformazioni dell’immobile concorrono alla formazione del suo prezzo. Mentre per i fabbricati esistenti nella maggior parte dei casi l’uso attuale rappresenta anche il suo l’Highest and Best Use, per i terreni con potenzialità edificatoria il valore di mercato dipende dalle possibili trasformazioni che si possono realizzare e per le quali l’analisi del mercato evidenzia che vi sia richiesta. 60 €/mq. I lotti residuali, pur avendo un’estensione complessiva maggiore del lotto minimo richiesto, si presentano frazionati in piccole proprietà di circa 1.000 mq intestate a diversi soggetti. Ognuno di questi lotti, non raggiungendo singolarmente il limite dei 10.000 mq, risulta di fatto inedificabile. Il valore attribuibile a questi terreni, secondo l’uso attuale e quelli potenzialmente ammissibili, dovrebbe essere quello di un terreno agricolo, che un’indagine di mercato ha evidenziato essere pari a circa 2 €/mq. Sulla base della vendita dei lotti da 10.000 mq, anche quelli di 1.000 mq sono stati posti in vendita a 60 €/mq, ma non sono state registrate vendite, pur essendoci l’interesse di potenziali acquirenti. La rimozione del limite del lotto minimo, tramite l’acquisto di 10 lotti, costituisce per gli acquirenti un elemento di rischio, che vogliono monetizzare, pur essendo disposti a pagare un prezzo superiore al valore del bene nella sua attuale configurazione. Attualmente i lotti sono posti in vendita a 45 €/mq, ma ancora non sono state presentate offerte di acquisto. La stima di tali lotti è stata condotta effettuando una DCF, analizzando preliminarmente il lotto di mq 10.000 già compravenduto. La stima del valore di mercato può essere quindi effettuata attraverso la tecnica DCF (Discounted Cash Flow, ovvero l’analisi dei flussi di cassa), in cui i ricavi sono rappresentati dalla vendita o locazione degli immobili realizzabili e i costi dalle spese da sostenere per la loro costruzione. L’analisi del flusso di cassa è condotta nell’orizzonte temporale necessario per la costruzione e la vendita e/o locazione dei beni realizzabili. Inoltre, il saggio dell’investimento deve tener conto del profitto dell’investitore che realizza l’iniziativa. Il valore di mercato rappresenta in questi casi il valore di trasformazione dell’immobile. Ma cosa accade quando il mercato, anticipando probabili cambiamenti nella capacità edificatoria di un terreno o rimozioni di limitazioni sulla sua edificabilità o realizzazioni di infrastrutture, è disposto a pagare un prezzo maggiore rispetto a quanto attualmente riconoscerebbe per l’uso esistente o possibile? La stima del valore di mercato ne deve tener conto? Secondo gli EVS è necessario che la stima del valore di mercato rifletta il pieno potenziale del bene, nella misura in cui questo è riconosciuto dal mercato. Sulla base di tale interpretazione, pertanto, anche le probabili trasformazioni apprezzate dal mercato devono essere considerate nella stima del valore di mercato, che è rappresentato dal valore atteso del bene. Considerando infatti le superfici realizzabili in base all’indice di fabbricabilità e i costi e i tempi necessari per la costruzione e vendita degli immobili è stato determinato il saggio dell’investimento. Disponendo il lotto di 1.000 mq della stessa potenzialità edificatoria, ovviamente rapportata all’estensione, sono stati considerati gli stessi ricavi e costi unitari, ma l’orizzonte temporale è stato maggiorato di 1 anno per consentire l’acquisto complessivo dei 10 lotti, che sono necessari per rimuovere il limite di inedificabilità. Inoltre al saggio determinato dall’analisi del lotto di 10.000 mq è stata applicata una maggiorazione del 33% pari a 4 punti percentuali. La stima del valore atteso può essere analogamente effettuata attraverso una DCF, ma l’orizzonte temporale e il saggio dell’investimento dovranno tener conto rispettivamente di tempi maggiori, includendo quelli necessari per il cambiamento atteso, e della possibilità che l’uso sperato non si ottenga, utilizzando saggi maggiormente speculativi. Il valore unitario del terreno è stato determinato pari a 23 €/mq. Un’intervista ad alcuni operatori di mercato locali ha confermato che a quel prezzo gli acquisti verrebbero conclusi. Un caso di studio In una località turistica della Calabria è stata prevista la lottizzazione di un’area per la realizzazione di insediamenti residenziali turistici. L’intervento richiede che il lotto minimo per procedere all’edificazione sia di 10.000 mq. Un’indagine di mercato ha mostrato che alcuni lotti di tale dimensione sono stati compravenduti a un prezzo unitario di circa 4 trend - Newsletter © 2015 CRIF RES. Tutti i diritti riservati. 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